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martedì 22 ottobre 2013

"IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" di Don Félix Sardà y Salvany, (Capitolo 23°)...



Continuiamo la publicazione del  LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany.
 



«La parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo, è eccellente, conforme ai documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag. 346. 
 http://www.seldelaterre.fr/I-Grande-12040-le-liberalisme-est-un-peche-nouvelle-edition.net.jpg
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Capitolo 23: conviene, mentre si combatte l'errore, combattere e screditare la persona che lo sostiene ?

Passi la guerra contro dottrine astratte, dirà qualcuno. Ma conviene combattere l'errore, per quanto evidente esso sia, abbattendosi e accanendosi contro le persone che lo sostengono ?
Ecco la nostra risposta.
Si, spesso conviene e non solamente conviene, ma ancor più è indispensabile meritorio davanti a Dio e davanti alla società, che sia così.
Questa affermazione deriva da ciò che è stato precedentemente esposto, tuttavia noi vogliamo trattarla qui ex-professo tanto è grande la sua importanza.
L'accusa di fare dei personalismi non è di solito rivolta agli apologisti cattolici e quando i liberali intaccati di liberalismo gettano quest'accusa contro uno dei nostri, sembra loro che non vi sia più niente da appurare per la sua condanna. Tuttavia essi si sbagliano, si, in verità, si sbagliano. Occorre discreditare e combattere le idee malsane e ancor più bisogna ispirare l'odio , il disprezzo e l'orrore, verso queste idee, nella moltitudine che cercano di sedurre e reclutare.
Le idee non si sostengono in alcun caso da se stesse, esse non si diffondono né si propagano per il solo fatto di esistere;  non potrebbero da sole produrre tutto il male di cui soffre la società. Esse assomigliano frecce o a pallottole che non ferirebbero nessuno, se non si usassero archi o fucili.
È dunque con l'arciere e i fuciliere che deve prendersela, prima di tutto, colui che vuol metter fine ai loro tiri assassini.

Qualsiasi altro modo di guerreggiare sarà liberale, quanto si vorrà, ma sarà insensato.
Gli autori e propagatori di dottrine eretiche sono dei soldati che usano delle armi caricate con proiettili avvelenati. Le loro armi sono il libro, il giornale, il discorso pubblico, l'influenza personale. È sufficiente portarsi a destra a sinistra per evitare i colpi ? No, la prima cosa da fare, la più efficace è di eliminare il tiratore.
Così dunque conviene togliere qualsiasi autorità qualsiasi credito al libro, al giornale e al discorso del nemico, ma conviene anche, in certi casi, fare altrettanto per la sua persona, si, per la sua persona che è incontestabilmente l'elemento principale della lotta, come l'artigliere è l'elemento principale dell'artiglieria e non la bomba, la polvere e il cannone.
È dunque lecito in certi casi rivelare al pubblico le sue infamie, ridicolizzare le sue abitudini, trascinare il suo nome nella polvere.
Si, lettore, ciò è permesso, permesso in prosa, in versi, in caricatura, in un tono scherzoso o meno, con tutti i mezzi e procedimenti che l'avvenire potrà inventare. Importa solamente non mettere la menzogna al servizio della giustizia. Questo no, sotto nessun pretesto può essere portata offesa alla Verità, nemmeno d’uno iota.

Ma senza uscire dai suoi stretti limiti si può ricordare questa parola di Cretinau-Joly e trarne profitto: la Verità è la sola carità permessa alla storia, si potrebbe anche aggiungere: e alla difesa della Religione e della Società. Che I Padri che noi abbiamo già citato forniscono la prova di questa tesi. Gli stessi titoli delle loro opere affermano chiaramente che nelle loro lotte con le eresie, i loro primi colpi furono diretti contro gli eresiarchi.
Le opere di Sant'Agostino portano quasi tutte in prima pagina il nome dell'autore dell'eresia che  combattono: Contra Fortunatum Manichoeum; Adversus Adamanctum; Contra Felicem; Contra Secundinum; Quis fuerit Petilianus; De Gestis Pelagii; Quis fuerit Julianus Etc. in tale maniera che la maggior parte della polemica del grande dottore fu personale, aggressiva, biografica, per così dire, quanto dottrinale, lottando corpo a corpo con l'eretico non meno che con l'eresia.

Ciò che noi diciamo di Sant'Agostino, potremmo dirlo di tutti i santi Padri.
Da dove il liberalismo ha dunque tratto la nuova obbligazione morale di non combattere l'errore se non facendo astrazione delle persone, se non elargendo agli eretici incensamenti e sorrisi ?
Si attengano piuttosto alla Tradizione cristiana e ci lascino, noi gli ultramontani, difendere la SANTA FEDE come è stata sempre difesa nella Chiesa di Dio.
Che la spada del polemista cattolico ferisca, che essa ferisca, che vada dritta al cuore !
È questa l'unica maniera reale ed efficace di combattere.

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