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venerdì 4 ottobre 2013

4 OTTOBRE SANCTI FRANCISCI, CONFESSORIS San Francesco Confessore Patrono d'Italia...

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EPISTOLA

Léctio Epístolæ B. Pauli Ap. ad Gálatas, 6, 14-18


Fratres: Mihi autem absit gloriári, nisi in Cruce Dómini nostri Jesu Christi: per quem mihi mundus crucifíxus est, et ego mundo. In Christo enim Jesu neque circumcísio áliquid valet neque præpútium, sed nova creatúra. Et quicúmque hanc régulam secúti fúerint, pax super i l l o s et misericórdia, et super Israël Dei. De cetero nemo mihi moléstus sit: ego enim stígmata Dómini Jesu in córporemeo porto. Grátia Dómini nostri Jesu Christi cum spíritu vestro, fratres. Amen.
M. - Deo grátias. 


Fratelli, quanto a me, ch’io mi guardi dal gloriarmi se non della croce di nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo è per me crocifisso ed io per il mondo. La circoncisione, infatti,è nulla, e nulla il prepuzio. Ciò che conta è essere nuova creatura (in Cristo). A quanti seguiranno questa regola sia pace e misericordia su di loro, e sull’Israele di Dio (la Chiesa). D’ora innanzi nessuno mi procuri delle noie, perché io porto sul mio corpo i contrassegni di Gesù. La grazia di nostro Signore Gesù Cristo sia con voi, o fratelli. Amen
M. - Deo grátias.


GRADUALE

Ps. 36, 30-31 - Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium. Lex Dei ejus in corde ipsíus: et non supplantabúntur gressus ejus.


Sal. 36, 30-31 - La bocca del giusto proferisce parole di saggezza, e la sua lingua parla secondo giustizia. La legge del suo Dio gli sta nel cuore: e nei suoi passi non tentenna.

ALLELÚIA

Allelúia, allelúia. Francíscus pauper et húmilis coelum dives ingréditur, hymnis coeléstibus honorátur. Allelúia.


Allelúia, allelúia. Francesco, povero ed umile, entra ricco nel cielo, accolto dagli inni celesti. Allelúia.


EVANGÉLIUM

Sequéntia S. Evangélii secundum Matthǽum, 11, 25-30


In illo témpore: Respóndens Jesus, dixit: Confíteor tibi, Pater, Dómine coeli et terræ, quia abscondísti hæc a sapiéntibus et prudéntibus, et revelásti ea párvulis. Ita, Pater: quóniam sic fuit plácitum ante te. Omnia mihi trádita sunt a Patre meo. Et nemo novit Fílium nisi Pater: neque Patrem quis novit nisi Fílius, et cui volúerit Fílius reveláre. Veníte ad me, omnes, qui laborátis et oneráti estis, et ego refíciam vos. Tóllite jugum meum super vos, et díscite a me, quia mitis sum et húmilis corde: et inveniétis réquiem animábus vestris. Jugum enim meum suave est et onus meum leve.
M. - Laus tibi Christe.


In quel tempo: Gesù prese a dire: Ti ringrazio, o Padre,Signore del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Così è, o Padre, perché così a Te piacque. Tutto è stato dato a me dal Padre mio. E nessuno conosce il Figlio, fuori del Padre, né alcuno conosce il Padre, fuori del Figlio e fuori di quegli cui il Figlio lo avrà voluto rivelare. Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi, e imparate da me, perché sono mite e umile di cuore; e troverete riposo per le vostre ànime. Infatti il mio giogo è soave ed il mio peso leggero.
M. - Laus tibi Christe.
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Dobbiamo essere semplici, umili e puri


Dalla «Lettera a tutti i fedeli» di san Francesco d'Assisi
(Opuscoli, ed. Quaracchi 1949, 87-94)

Il Padre altissimo fece annunziare dal suo arcangelo Gabriele alla santa e gloriosa Vergine Maria che il Verbo del Padre, così degno, così santo e così glorioso, sarebbe disceso dal cielo, e dal suo seno avrebbe ricevuto la vera carne della nostra umanità e fragilità. Egli, essendo oltremodo ricco, volle tuttavia scegliere, per sé e per la sua santissima Madre, la povertà.
All'approssimarsi della sua passione, celebrò la Pasqua con i suoi discepoli. Poi pregò il Padre dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice» (Mt 26, 39).
Pose tuttavia la sua volontà nella volontà del Padre. E la volontà del Padre fu che il suo Figlio benedetto e glorioso, dato per noi e nato per noi, offrisse se stesso nel proprio sangue come sacrificio e vittima sull'altare della croce. Non si offrì per se stesso, non ne aveva infatti bisogno lui, che aveva creato tutte le cose. Si offrì per i nostri peccati, lasciandoci l'esempio perché seguissimo le sue orme (cfr. 1 Pt 2, 21). E il Padre vuole che tutti ci salviamo per mezzo di lui e lo riceviamo con puro cuore e casto corpo.
O come sono beati e benedetti coloro che amano il Signore e ubbidiscono al suo Vangelo! E' detto infatti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e con tutta la tua anima, e il prossimo tuo come te stesso» (Lc 10, 27). Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e pura mente, perché egli stesso questo ricerca sopra ogni cosa quando dice «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4, 23). Dunque tutti quelli che l'adorano devono adorarlo in spirito e verità. Rivolgiamo a lui giorno e notte lodi e preghiere, perché dobbiamo sempre pregare e non stancarci mai (cfr. Lc 18, 1), e diciamogli: «Padre nostro, che sei nei cieli» (Mt 6, 9).
Facciamo inoltre «frutti degni di conversione» (Mt 3, 8) e amiamo il prossimo come noi stessi. Siamo caritatevoli, siamo umili, facciamo elemosine perché esse lavano le nostre anime dalle sozzure del peccato.
Gli uomini perdono tutto quello che lasciano in questo mondo. Portano con sé solo la mercede della carità e delle elemosine che hanno fatto. E' il Signore che dà loro il premio e la ricompensa.
Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto semplici, umili e casti. Non dobbiamo mai desiderare di essere al di sopra degli altri, ma piuttosto servi e sottomessi a ogni umana creatura per amore del Signore. E su tutti coloro che avranno fatte tali cose e perseverato fino alla fine, riposerà lo Spirito del Signore. Egli porrà in essi la sua dimora ed abitazione. Saranno figli del Padre celeste perché ne compiono le opere. Saranno considerati come fossero per il Signore o sposa o fratello o madre.

1 commento:

  1. LA TENTAZIONE DI FRANCESCO
    Per il mondo, quello che tu ami tanto, ormai Francesco sei tu. In un attimo sei riuscito a fare quello che nessus Papa aveva mai osato. Ti sei chiesto il perché Francesco? In un attimo hai privato il mondo del suo Santo migliore.
    -"Quale Francesco?" - "Di quale Francesco parli?" - "Parli del Santo o del Papa?"
    É vanitá Francesco? È vanitá o qualcos'altro? Voi diventare Santo Francesco? Perché hai cosí fretta di santificare i papi Francesco? Perché il prossimo sarai tu? Ci hai pensato un momento Francesco, uno solo, piccolissimo, mentre pronunciavi il suo nome?
    Maria Luisa

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