Per loro esistono solo coloro che materialmente compirono l’attentato, esistono solo le frasi trite e rigonfie di vanagloria, per loro esistono solo i loro martiri e le loro eroiche azione contro il barbaro oppressore nazi-fascista. Oggi, dopo tanti anni dalla mia morte, con un ghigno di sorriso beffardo, ho iniziato a sputare in faccia a Pertini, a Scalfaro, e a tutti coloro che man mano la giustizia divina mi porta al mio cospetto: non ho più le gambe ma non scapperei, mi hanno lasciato la testa attaccata al tronco: posso solo con grande gioia sputargli ogni giorno in faccia e chiamarli con il nome che essi meritano: vigliacchi assassini infami. Un caro saluto a tutti voi e Viva L’Italia. Pietro Zuccheretti, di anni 10, romano. Italiano.
venerdì 18 ottobre 2013
"Non ho più le gambe ma non scapperei, mi hanno lasciato la testa attaccata al tronco: posso solo con grande gioia sputargli ogni giorno in faccia e chiamarli con il nome che essi meritano: vigliacchi assassini infami".
Fonte: Pietro Zucchetti...
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Buongiorno, mi chiamo Pietro Zuccheretti, ho 10 anni, e oggi vi
racconto perché mi vedete così in questa immagine. E’ il 23 Marzo 1944, è
iniziata la quarta primavera di guerra da pochi giorni, la mia città,
Roma, è stata dichiarata da tempo ormai dal comando Germanico “città
aperta” ovvero, data la sua particolarità di avere una quantità enorme
di edifici e monumenti storici, non vi sono schierate né truppe né mezzi
militari, volti a mettere a rischio l’incolumità dei monumenti
millenari di questa città; inoltre a Roma vi è anche lo Stato
Pontificio, altro luogo da preservare dalla guerra anche se, nonostante
ciò, gli aerei degli angloamericani la sorvolano quotidianamente
lanciando bombe dove capita, anche sul Vaticano stesso, ancora è fresca
la ferita del bombardamento del Quartiere di San Lorenzo e ancora molta
gente piange i morti di quel bombardamento che i posteri, molti anni
dopo, facendo ricerche, scopriranno essere stato ideato da Solly
Zuckerman, il teorico del bombardamento terroristico su civili indifesi e
obbiettivi non più militari ma civili.
Io sto camminando per strada, mi trovo in Via Rasella,
all’altezza di palazzo Tittoni, e mentre percorro questa strada, in
senso opposto marciano inquadrati nei ranghi 156 uomini della 11°
Compagnia del reggimento “Bozen”, comandato dal Maggiore Helmut
Dobbrick: questa strada viene quotidianamente percorsa da questi soldati
della Feldgendarmerie dopo le esercitazioni quotidiane.
Vi faccio
notare che, proprio perché la mia città, Roma, è stata dichiarata “città
aperta”, non vi sono né truppe né carri armati, il servizio d’ordine
pubblico è demandato alla P.A.I: (Polizia dell´Africa Italiana) e ai
riservisti della Feldgendarmerie, oltre ai Militi delle Brigate Nere:
ciò per volontà di Benito Mussolini e di Hitler in persona. Questi
uomini, hanno il compito esclusivo di svolgere attività di Ordine
Pubblico, non sono impegnati al fronte, né impegnati in azioni belliche
di alcun rilievo contro il nemico angloamericano che è impantanato e
bloccato nella zona di bonifica dell’Agro Pontino dal mese di Gennaio
‘44 quando gli angloamericani sbarcati a Nettunia per volontà del
premier inglese pensavano di raggiungere Roma in pochi giorni mentre in
realtà, le truppe Germaniche e i Battaglioni Nembo, Barbarigo, Degli
Oddi, e i Genieri della GNR con un altissimo prezzo in termini di
perdite umane li hanno inchiodati sulle loro posizioni. Non passa giorno
che a Roma in città non si registrino azioni isolate di uccisioni alle
spalle, di agguati ai militi della GNR che vengono uccisi e lasciati
sanguinare sul selciati, sui sampietrini. Ciò produce preoccupazione e
sdegno anche da parte del Pontefice Pio XII, il quale teme una
recrudescenza sanguinosa ed altri inutili morti, perché il Pontefice è
perfettamente conscio del rischio dell’avanzare del comunismo (che teme e
deplora platealmente) ed altresì è perfettamente conscio del fatto che
uccidere un singolo milite alla schiena e poi scappare non anticipa di
certo la fine della guerra ma altresì non fa altro ch esacerbare gli
animi già tesi.
Oggi è il 23 Marzo, è il secondo giorno di primavera, una
primavera di guerra, triste, affamata, il cibo scarseggia, ma è anche il
25° anniversario della fondazione dei Fasci di Combattimento di San
Sepolcro a Milano, e quindi i GAP (Gruppi Azione Patriottica) si sentono
in diritto ed in dovere di compiere un´azione terroristica di
guerriglia, convinti di dimostrare agli angloamericani che loro sono
capaci di risolvere in pochi giorni il conflitto bellico sul sacro suolo
della Patria invasa da eserciti di molte nazioni straniere.
Improvvisamente, scoppia un ordigno, si tratta di 18 chilogrammi di
tritolo collegato ad una miccia ed un detonatore a strappo collocato
all´interno di un carretto della spazzatura e, nel confezionamento
dell´ordigno, vengono collocati chiodi e spezzoni di ferro, al fine di
rendere micidiali le schegge che si propagano al momento dello scoppio.
E’ un attimo: 26 riservisti Germanici muoiono sul colpo, altri 7
moriranno poco dopo il ricovero all’ospedale del Littorio e oltre a
loro, muoiono anche due civili che si trovavano inconsciamente al posto
sbagliato nel momento sbagliato. Nella deflagrazione, anch’io, Pietro
Zuccheretti, di anni dieci, romano, vengo colpito in pieno
dall’esplosione e vengo ridotto così come mi potete vedere
nell’immagine: del mio corpo rimane intatta solo la parte che vedete, i
miei piedi e le mie gambe non verranno mai ritrovate e verrò messo in
una piccola bara di legno fatta con semplicissime assi da cantiere.
Mentre vengo colpito dalla deflagrazione e muoio sventrato, e la mia
unica colpa è quella di trovarmi lì per caso, altri gappisti lanciano
bombe a mano contro i riservisti Germanici e poi si danno alla fuga a
gambe levate. Ma chi furono gli artefici di questa proditoria azione?
Chi furono i gloriosi e radiosi personaggi di questa “azione militare”?
Eccoli: Rosario Bentivegna (ex Fascista del GUF) che, travestito da
spazzino, trasportò la bomba con la carretta; Franco Calamandrei, che si
tolse il berretto per indicare a Bentivegna che il reparto aveva
imboccato via Rasella e che la miccia per l’esplosione doveva essere
accesa; Carla Capponi, che aspettava Bentivegna all’angolo di via delle
Quattro Fontane; e poi Carlo Salinari, Pasquale Balsamo, Guglielmo
Blasi, Francesco Cureli, Raoul Falciani, Silvio Serra e Fernando
Vitagliano. Questi giovani (tra i 20 e i 27 anni) facevano parte di uno
dei tanti gruppi denominati di Azione Patriottica (Gap) e dipendevano
dalla Giunta militare, emanazione del Comitato di Liberazione Nazionale
(Cln), di cui erano responsabili Giorgio Amendola (comunista), Riccardo
Bauer (azionista) e Sandro Pertini (socialista). L’ordine di eseguire
l’imboscata di via Rasella, preparata nei minimi particolari da Carlo
Salinari, fu dato dai responsabili della Giunta militare.
Successivamente Bauer e Pertini dichiararono di non essere stati
preventivamente informati e che l’ordine venne dato da Amendola a loro
insaputa.
Amendola stesso, qualche tempo dopo, confermò la versione,
rivendicando a se stesso la responsabilità di aver dato ai “gappisti”
l’ordine operativo per l’attentato. La sera del 26 marzo i giornali
pubblicarono il testo del comunicato ufficiale germanico. In uno stile
freddo, burocratico, la cittadinanza romana viene a sapere che: “Nel
pomeriggio del 23 marzo 1944 elementi criminali hanno eseguito un
attentato con lancio di bombe contro una colonna tedesca di polizia in
transito per via Rasella. In seguito a questa imboscata trentadue uomini
della polizia tedesca sono stati uccisi e parecchi feriti. La vile
imboscata fu eseguita da comunisti-badogliani. Sono ancora in atto
indagini per chiarire fino a che punto questo fatto è da attribuirsi ad
incitamento anglo-americano. Il Comando tedesco è deciso a stroncare
l’attività di questi banditi.
Da questa azione, scaturisce in seguito tutto ciò che di
drammatico accadrà, sfociando nell’eccidio delle Fosse Ardeatine, (dove
la Convenzione dell’Aja dichiara fatto legittimo), e la macabra
uccisione di Donato Carretta, linciato e gettato nel Tevere su delazione
della moglie di un detenuto comune che lo indicò come il maggior
responsabile anche se nessuno disse mai che si adoperò nel chiudere gli
occhi quando evasero Saragat e Pertini e fece di tutto per placare la
violenta reazione Germanica (legittimata dalla Convenzione dell’Aja) e
via via tutto ciò che ne conseguì e che ancora oggi, a distanza di
moltissimi anni, voi Italiani dovete subire come unica verità storica da
parte dei cosiddetti “eroi”.
Ecco, proprio della parola “eroi” prima di
ritornare nell’oblio voglio raccontarvi questo: nel dopoguerra, i
responsabili di questo agguato terroristico inutile, causa e prodromo
delle Fosse Ardeatine, costoro sopra elencati, ricevettero una medaglia
d’oro al merito e, quando un giornalista li intervistò e disse loro “…ma
perché non vi consegnaste alle autorità, avreste evitato la strage
delle Fosse Ardeatine, il massacro di gente innocente…” la risposta
secca fu “…non ci consegnammo e non ci volemmo consegnare perché ci
avrebbero immediatamente ucciso e noi non volevamo morire da eroi”.
Bene, da quel famoso 23 Marzo 1944, ad oggi, nessun politico, nessuna
istituzione, nessuna associazione nazionale partigiani italiani, nessun
presidente del consiglio, della repubblica (delle banane) mi ha MAI
ricordato, MAI. Io non esisto, io non sono mai esistito nella storia
della vulgata resistenziale: non esisto perché ero solo un ragazzino di
10 anni, inerme e indifeso che, assieme agli altri due civili passavano
di li in Via Rasella dove integerrimi e valorosi ed intrepidi terroristi
poi medaglisti, fecero ciò che fecero. Mio padre combatté lunghe
battaglie nel dopoguerra affinché il mio nome apparisse sui libri di
storia, venisse ricordato nelle scuole, venisse citato nelle
celebrazioni annuali del ricordo, ma nulla. Nulla di tutto ciò. Io non
esisto per loro.
Per loro esistono solo coloro che materialmente compirono l’attentato, esistono solo le frasi trite e rigonfie di vanagloria, per loro esistono solo i loro martiri e le loro eroiche azione contro il barbaro oppressore nazi-fascista. Oggi, dopo tanti anni dalla mia morte, con un ghigno di sorriso beffardo, ho iniziato a sputare in faccia a Pertini, a Scalfaro, e a tutti coloro che man mano la giustizia divina mi porta al mio cospetto: non ho più le gambe ma non scapperei, mi hanno lasciato la testa attaccata al tronco: posso solo con grande gioia sputargli ogni giorno in faccia e chiamarli con il nome che essi meritano: vigliacchi assassini infami. Un caro saluto a tutti voi e Viva L’Italia. Pietro Zuccheretti, di anni 10, romano. Italiano.
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Per loro esistono solo coloro che materialmente compirono l’attentato, esistono solo le frasi trite e rigonfie di vanagloria, per loro esistono solo i loro martiri e le loro eroiche azione contro il barbaro oppressore nazi-fascista. Oggi, dopo tanti anni dalla mia morte, con un ghigno di sorriso beffardo, ho iniziato a sputare in faccia a Pertini, a Scalfaro, e a tutti coloro che man mano la giustizia divina mi porta al mio cospetto: non ho più le gambe ma non scapperei, mi hanno lasciato la testa attaccata al tronco: posso solo con grande gioia sputargli ogni giorno in faccia e chiamarli con il nome che essi meritano: vigliacchi assassini infami. Un caro saluto a tutti voi e Viva L’Italia. Pietro Zuccheretti, di anni 10, romano. Italiano.
Il video testamento di Priebke...
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Suggestivo e commovente ! Peccato che, alla fine , sia surreale e poco ortodosso nella visione cristiana.
RispondiEliminaPiuttosto saranno sputati in faccia non dallo Zuccheretti, che ci auguriamo in Paradiso, ma da compari degni di loro: ex don Gallo, Martini, il baciacorano, il "buono" , e l'orecchiuto. Personaggi che , essendo al più alto livello ecclesiale hanno abiurato al loro compito ed hanno svenduto , della Chiesa, beni materiali e spirituali , per compiacere il mondo, in particolare i deicidi padroni dell'economia
Auspicabile di no ! Ma la visione buonista attuale non è la visione della Giustizia di Dio.
Il ragazzino lo vedrei che guarda da lontano, da molto lontano quei miserabii che giornalmente finiscono all'Inferno per avere mentito sempre, a sè stessi ed al mondo e sono finiti nella Menzogna eterna, "là dove è pianto e stridor di denti! ".
Che il Signore abbia pietà di tutti i morti di morte violenta che hanno lastricato la seconda guerra mondiale.
Il sito "riscossa cristiana" pubblica altri articoli storici molto interessanti sulla vicenda Via Rasella-Priebke. Ed i commenti sono in linea senza certe onnipresenti donne loquaci che bazzicano spesso nei blog, ma evitando anche questo, per nostra fortuna...
Hai ragione Mardu,
Eliminail testo - che era comunque degno di risonanza - è di tale Daniele Caluppi, che forse non ha una solida concezione cristiana circa la Vita Eterna e la condizione delle anime nell'Aldilà....specialmente di quelle che godono la visione beatifica di Dio.
E' comunque fuor di dubbio che chi avrà in questa vita tanto leggermente sacrificato altre vite umane (come testimonia la risposta di Franco Calamandrei - uno degli autori dell'attentato - che abbiamo pubblicato nell'articolo precedente:
"Retorica, sentimentalismo! Sono un marxista, caro mio, e come tale devo conservare la mia vita per la causa. Quella degli altri conta sino ad un certo punto» )
è certo che quando comparirà davanti a Dio avrà anche di fronte le vittime innocenti delle sue inique azioni, e se precipitasse all'Inferno allora veramente se le ritroverà davanti a sé, come una orribile allucinazione perenne, a ricordargli per l'eternità quello che ha fatto.....
Il bambino, ne sono certa anch'io, non odia nessuno perché la visione beatificante di Dio lo smemora di ogni male....e perché in Cielo non c'è odio ma solo Amore.
Povero bambino. Straziante il tentativo del papá di farlo ricordare... Ma come il povero Pietro tanti scomparvero, sopratutto in Emilia, giustiziati e sepolti nei campi. Anche partigiani cristiani non in linea con il pensiero dominante. Dopo quasi settant'anni è ancora impossibile far luce e raccontare con obbiettivitá cosa successe in quegli anni. Verrá il giorno. Intanto Pietro se la ride in Paradiso vedendo arrivare frotte di "eroi" medagliati, incensati, onorati e riveriti spediti a calci nel deretano al mittente ovvero quello che se la ride altrettanto all'inferno. Maria Lu.
RispondiEliminaSe pensiamo a quello che hanno fatto i comunisti c'è da rabbrividire: solo massacri,milioni e milioni di morti e ancora oggi si colpevolizzano in tv sempre i soliti,quelli che fanno comodo al nuovo ordine del male,il giudaismo organizzato col suo cane a guinzaglio,il cattolico demenziale.Gli americani e inglesi idem,popoli criminali.Nessuno è immune da colpe,ma oggi fanno di tutto per redimersi questi infami.Il cattolicesimo è alla frutta meno male,perchè questo cattolicesimo è solo ed unicamente pensiero del male: il demonio si manifesta con la menzogna e quindi questo papa è demoniaco.
RispondiEliminaIl mio pensiero va al povero ragazzino dimenticato,prego per lui.