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domenica 27 febbraio 2011

Come nasce la vita....

La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. "Chi procura l'aborto, se ne consegue l'effetto, incorre nella scomunica latae sententiae" (Canone 1398), "per il fatto stesso d'aver commesso il delitto" (Canone 1314) e alle condizioni previste dal diritto. La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all'innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.
(2272 - CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA)


Splendido video di come nasce la vita



"Basterebbe un giorno senza nessun aborto e Dio concederebbe la pace al mondo fino al termine dei giorni."
   (SAN PADRE PIO - risposta ad una domanda del Dott.Lotti) 

Sopprimere bambini e bambine prima che nascano è quanto di più assurdo e crudele l’umanità possa fare, ma una certa cultura è riuscita far credere che abortire sia addirittura un diritto. Il dott. Bernard Nathanson, famoso ginecologo di New York, uno dei fondatori, nel 1968, della Association for the Repeal of the Abortion Laws (NARAL), (Associazione Nazionale per la legalizzazione dell’aborto) ha raccontato in diversi libri e conferenze, le tecniche di propaganda utilizzate per costringere la Corte Suprema degli Stati Uniti ad emettere la decisione che, nel 1973, legalizzò l’aborto.
Si tratta di tecniche e argomentazioni utilizzate in tutti i paesi dove è stata legalizzata l’interruzione volontaria di gravidanza. Nella sua autobiografia The Hand of God (La mano di Dio), ristampata in edizione rinnovata nel gennaio del 2007,  il medico americano racconta di essere stato il primario del Centro per aborti più grande del mondo, il "Centro per la salute sessuale e riproduttiva" (Crash), di New York. In undici anni, dal febbraio 1972 al settembre 1983, come fondatore e direttore di questa clinica, con 35 medici alle sua dipendenze, Nathanson ha effettuato 60.000 aborti, altri 15.000 li ha praticati nel suo laboratorio. Fu sul finire degli anni Settanta, quando iniziò ad avvalersi delle nuove tecnologie che consentivano di osservare l’embrione nel seno materno, che il medico americano cominciò ad avere i primi ripensamenti.Nel 1984, coadiuvato da una femminista americana, gli fu chiesto di filmare un aborto per aspirazione, al terzo mese di gestazione, ma non immaginava cosa avrebbe trovato. Nel filmare il bambino che stava per essere abortito Nathanson vide il feto che con le mani si difendeva e non voleva essere aspirato. Pur nel liquido amniotico il bambino aveva aperto la bocca per gridare, perché avvertiva un pericolo. Nathanson ha confessato: "Sono rimasto così sconvolto dal vedere ciò che avevo fatto che, uscito per un momento dalla stanza, sono tornato per terminare il montaggio del filmato ma non ho mai più fatto aborti in vita mia". Anche la femminista, sconvolta per quello che aveva visto, cioè per l'omicidio in diretta di un piccolo essere umano innocente, non trattò più il tema dell'interruzione di gravidanza.
Da quel momento Nathanson divenne un militante contro l’aborto. Quel film che doveva essere a favore dell'aborto è diventato un film per il diritto alla vita, diffuso in tutto il mondo: Il grido silenzioso. Il medico americano, di origini ebraiche ma ateo, iniziò un cammino di conversione che lo ha portato nel 1996 a battezzarsi e diventare cattolico. Ha scritto Nathanson nella prima edizione (1996) del suo libro “La mano di Dio”, “Per me Dio era la figura minacciosa, maestosa e barbuta del Mosé di Michelangelo. Quello era il mio Dio: terribile, dispotico, implacabile. Ma, poi, ho conosciuto il vero Dio, che nel suo infinito amore ha voluto mostrarmi la strada verso la redenzione e il perdono attraverso la Grazia”.
In diversi interventi pubblici Nathanson ha raccontato che quando iniziò la campagna per far legalizzare l’aborto la maggioranza degli americani era contraria.  Il medico americano ha rivelato “Cominciammo convincendo i massmedia che quella per la liberalizzazione dell’aborto era una battaglia liberale, progressista ed intellettualmente raffinata. Sapendo che se fosse stato fatto un vero sondaggio ne saremmo usciti sonoramente sconfitti, semplicemente inventammo i risultati di falsi sondaggi. Annunciammo ai media che dai nostri sondaggi risultava che il 60% degli Americani era favorevole alla liberalizzazione dell’aborto. Questa è la tecnica della bugia che si auto-realizza: poche persone, infatti, desiderano stare dalla parte della minoranza. Raccogliemmo ulteriori simpatie verso il nostro programma inventando il numero degli aborti illegali praticati ogni anno negli Stati Uniti. La cifra reale era di circa centomila, ma il numero che più volte ripetemmo attraverso i media era di un milione. Il numero delle donne morte per le conseguenze di aborti illegali si aggirava su 200-250 ogni anno. La cifra che costantemente indicammo ai media era 10.000. Questi falsi numeri penetrarono nelle coscienze degli Americani, convincendo molti che era necessario eliminare la legge che proibiva l’aborto.
Un’altra favola che facemmo credere al pubblico attraverso i media era che la legalizzazione avrebbe significato soltanto che quegli aborti, allora eseguiti illegalmente, sarebbero divenuti legali. In realtà, ovviamente, l’aborto è divenuto ora il principale metodo di controllo delle nascite negli Stati Uniti e il loro numero annuale è aumentato del 1500 per cento dalla legalizzazione”.
Nathanson ha raccontato come il movimento abortista agì per screditare la Chiesa e dividere i cattolici. “Sbeffeggiammo sistematicamente la Chiesa Cattolica e le sue ‘idee socialmente arretrate’ – ha confessato - e scegliemmo la Gerarchia cattolica come colpevole dell’opposizione contro l’aborto. Questo argomento fu ripetuto all’infinito. Diffondemmo ai media bugie del tipo ‘tutti sappiamo che l’opposizione all’aborto viene dalla Gerarchia e non dalla maggioranza dei cattolici’ e ‘i sondaggi dimostrano ripetutamente che la maggior parte dei cattolici vuole la riforma della legge sull’aborto’. I media bersagliarono insistentemente il pubblico americano con queste informazioni, persuadendolo che qualsiasi opposizione alla liberalizzazione dell’aborto doveva essere sotto l’influenza della Gerarchia ecclesiastica e che i cattolici favorevoli all’aborto erano illuminati e lungimiranti. Da questa affermazione propagandistica si deduceva che non esistessero gruppi antiabortisti non cattolici; il fatto che altre religioni cristiane e non cristiane fossero (e ancora sono) unanimamente antiabortiste era costantemente sottaciuto, allo stesso modo delle opinioni pro-life espresse da atei e agnostici”.
Nathanson ha raccontato che l’altro argomento per convincere le persone della legittimità dell’aborto fu “la denigrazione e la soppressione di tutte le prove scientifiche del fatto che la vita ha inizio dal concepimento”.
Alla domanda su come, da esponente abortista di punta, si sia trasformato in un difensore pro-life, Nathanson ha risposto: “Nel 1973 sono diventato direttore di Ostetricia in un grande ospedale di New York City ed ho fondato l’unità di indagine prenatale, proprio quando stava prendendo il via una nuova grande tecnologia che oggi usiamo quotidianamente per studiare il feto nell’utero. Una delle principali tattiche pro-aborto è insistere sull’impossibilità di definire quando la vita abbia inizio, e che questa sia una domanda di carattere teologico o morale o filosofico ma non scientifico. La scienza prenatale ha reso innegabilmente evidente che la vita inizia dal concepimento e che richiede tutta la protezione e la salvaguardia che ognuno di noi desidera per se stesso. È chiaro che la liberalizzazione dell’aborto è la deliberata distruzione di quella che indiscutibilmente è una vita umana. È un inaccettabile atto di violenza mortale. Si può comprendere che una gravidanza non pianificata sia uno straziante dilemma, ma cercare la soluzione in un deliberato atto di distruzione significa buttare via l’infinita ricchezza dell’ingegno umano e sottomettere il bene pubblico alla classica risposta utilitaristica ai problemi sociali”.
In conclusione Nathanson ha affermato “Come scienziato che la vita ha inizio con il concepimento. Non è una questione di fede ma di ragione. E benché io non sia praticante, credo con tutto il cuore alla sacralità dell’esistenza che ci impone di fermare in modo definitivo ed irrevocabile questo triste e vergognoso crimine contro l’umanità”.
Video realizzato dal  dott. Bernard Nathanson:



2° Parte




E' morto Bernard Nathanson, il padre del "Grido silenzioso"

 

La storia di Bernard Nathanson, pioniere della ideologia dell’abortismo libertario, personalmente attivo in migliaia di aborti, convertitosi dai mucchietti di cellule ai figli e figlie d’uomo, morto a 84 anni lo scorso 21 febbraio, è un appello pesante per tutti i pro-life.
Un appello che Verità e Vita fa proprio perché lo riconosce ispirato a quelle esigenze di testimonianza senza se e senza ma che sono all’origine del proprio impegno. Nathanson infatti non ebbe alcun timore di usare ogni mezzo lecito perché l’immaginario collettivo fosse sollecitato e colpito nella sua sensibilità da quanto fa dell’aborto un abominio, un orrore, uno strazio. Ogni mezzo: la parola, lo scritto, ma anche le immagini. Quel “grido silenzioso” del bimbo ucciso in grembo, aprì gli occhi a molti e accompagnò anche la battaglia del giovane Movimento per la Vita.
Questo appello mette in luce che esigenza primaria non è tanto o soltanto l’impegno perché lo Stato italiano –che si appresta celebrare i 150 anni di esistenza, mentre organizza e finanzia, tra l’altro, la morte demografica del suo popolo– si converta e compiutamente difenda con le leggi ogni vita. Ma è urgente ricordare, gridare, far vedere a tutti che uccidere nel grembo è una cosa orribile, sanguinosa, crudele.
Di questo c’è un grande bisogno nel nostro Paese. Il politically correct (o, con le parole del Segretario di Stato vaticano, il “pragmatismo, oggi largamente diffuso, che giustifica sistematicamente il compromesso sui valori umani essenziali, quale inevitabile accettazione di un presunto male minore”) che domina ogni comunicazione al riguardo, vieta di scrivere e di dire che l’aborto è omicidio e si arriva agli sconcertanti appelli ad “applicare interamente la 194.
A questa dittatura del pragmatismo rivestito di politically correct -responsabile a suo tempo dei voti di senatori cattolici determinanti per l’approvazione della 194, della stesura e del sostegno di cattolici per la FIVET omicida e, in corso d’opera, dell’appoggio cattolico a una legge sul testamento biologico- Verità e Vita si sforza, nella modestia dei mezzi, inevitabile per chi rema contro corrente, di rispondere, con lo spirito che ha animato Bernard Nathanson.
Le donne hanno recentemente riempito le piazze al grido “Se non ora, quando?” Vogliamo dare voce al grido silenzioso di quei milioni di figli e figlie d’uomo tacitati dalla morte in grembo per una libera scelta della libera volontà delle madri. Ora! Ora basta.


Il Comitato Verità e Vita è una Associazione aconfessionale e apartitica.
Ha iniziato la sua attività il 28 FEBBRAIO 2004 - a seguito dell’approvazione della legge 40/2004 SULLA FECONDAZIONE EXTRACORPOREA - con la presentazione del Manifesto-AppelloUna legge gravemente ingiusta: la verità sulla fecondazione artificiale ‘in vitro’ ”.
Pubblica nel gennaio 2010 il Manifesto-Appello “Contro la legge sul testamento biologico Contro ogni eutanasia.”
Sede legale: Via Gonzaga 63/67
15033 Casale Monferrato (AL)
Tel. 0142 454 662; Fax. 0142 690 234
e.mail: veritaevita@yahoo.it
C.F. 91025100065
Conto Corrente Postale 67571448; IBAN IT68R0760110400000067571448
Sito internet:
www.comitatoveritaevita.itlogo_big_Comitato_Verità_e_Vita.jpg

«"[...] Sento che oggigiorno il più grande distruttore di pace è l'aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. [...] Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c'è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me. [...]"» (da "Nobel lectures", "Peace" 1971-1980, 11 dicembre 1979)
"Noi combattiamo l'aborto con l'adozione. Se una madre non vuole il suo bambino, lo dia a me, perché io lo amo".
   (BEATA MADRE TERESA DI CALCUTTA)

2 commenti:

  1. Mi fa riflettere e commuovere il fatto che oggi, senza aver visto prima il titolo del blog, abbia inviato la notizia della morte del dott.Nathanson ricevuta dal Comitato Verità e Vita. Mi fa riflettere il fatto che Gianluca senza sapere di questa morte abbia deciso oggi di inserire questi documenti cui ha aggiunto l'ultima informazione,poi. Misteri della comunione dei Santi? Mi fa piacere pensarlo!Cioè uniti insieme aldiqua ed aldilà per mandare avanti la Chiesa e le informazioni salvifiche.Il dott.Nathanson che ha ispirato...

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  2. Grazie Mardunolbo,
    per questo pensiero così consolante e di grande incoraggiamento...
    :-)

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