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L'officio divinamente commessoCi di pascere il gregge del Signore ha, fra i primi doveri imposti da Cristo, quello di custodire con ogni vigilanza il deposito della fede trasmessa ai santi, ripudiando le profane novità di parole e le opposizioni di una scienza di falso nome. La quale provvidenza del Supremo Pastore non vi fu tempo che non fosse necessaria alla Chiesa cattolica: stanteché per opera del nemico dell'uman genere, mai non mancarono "uomini di perverso parlare (Act. X, 30), cianciatori di vanità e seduttori (Tit. I, 10), erranti e consiglieri agli altri di errore (II Tim. III, 13)". Pur nondimeno gli è da confessare che in questi ultimi tempi, è cresciuto oltre misura il numero dei nemici della croce di Cristo; che, con arti affatto nuove e piene di astuzia, si affaticano di render vana la virtù avvivatrice della Chiesa e scrollare dai fondamenti, se venga lor fatto, lo stesso regno di Gesù Cristo. Per la qual cosa non Ci è oggimai più lecito di tacere, seppur non vogliamo aver vista di mancare al dovere Nostro gravissimo, e che Ci sia apposta a trascuratezza di esso la benignità finora usata nella speranza di più sani consigli.
Ed a rompere senza più gl'indugi Ci spinge anzitutto il fatto, che i fautori dell'errore già non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò che dà somma pena e timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in vista. Alludiamo, o Venerabili Fratelli, a molti del laicato cattolico e, ciò ch'è più deplorevole, a non pochi dello stesso ceto sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la Chiesa, scevri d'ogni solido presidio di filosofico e teologico sapere, tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si dànno, senza ritegno di sorta, per riformatori della Chiesa medesima; e, fatta audacemente schiera, si gittano su quanto vi ha di più santo nell'opera di Cristo, non risparmiando la persona stessa del Redentore divino, che, con ardimento sacrilego, rimpiccioliscono fino alla condizione di un puro e semplice uomo.
Fa dunque mestieri di uscir da un silenzio, che ormai sarebbe colpa,
per far conoscere alla Chiesa tutta chi sieno infatti costoro che così mal si camuffano
[Da "Pascendi Dominici Gregis"]
"Non nobis, Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam"
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Allegati
In Galilea, i neocatecumenali aprono la loro casa agli ebrei Da "il Foglio" del 27 gennaio 2004
Allegati
Caro Gianluca e cara Annarita, credo di capire perchè non siete stati ascoltati e nessuno vi abbia mai risposto...Le vostre lettere sono talmente dettagliate e così piene di citazioni bibliche che hanno suscitato la stessa indignazione dei farisei al sentire le parabole chiarissime di Gesù. "Chi è costui che osa parlare in questo modo a noi? Non è forse il figlio del falegname di Nazaret?" Ovvero come si permette questo figlio di falegname di parlare a noi dotti, esperti di dottrina e cultori della fede ? Inoltre, le lettere, hanno così tante valide argomentazioni di verità che BRUCIANO alquanto anzi troppo e l'unica cosa da fare è "annichilirle", "tacerle" come inesistenti, renderle aria... E' uno dei primi sintomi che io stesso non avevo avvertito bene. Poi quando ho capito la realtà che abbiamo innanzi, ho anche capito quel che disse Suor Lucia da Fatima:"NON ASPETTIAMOCI CHE LA GERARCHIA CI ISTRUISCA PER LA NOSTRA ASCESI" ..ma ognuno intraprenda il suo cammino spirituale al più presto senza aspettarsi più nulla dalla gerarchia vaticana.L'apostasia, prima stava arrivando, ora E' ai vertici della Chiesa.
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