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martedì 27 novembre 2012

Alphonse Ratisbonne, l'ebreo convertito dalla Madonna...

La conversione istantanea e straordinaria di Alfonso Maria Ratisbonne. Un ebreo colto, libero pensatore, anticattolico, con un avvenire assicurato lascia la sua religione per abbracciare il cattolicesimo. Dopo un’apparizione di Maria . A Roma…

È a causa di qualche patologia psichica o solo per suggestione che un uomo di 29 anni, ebreo, laureato brillantemente in giurisprudenza alla Sorbona di Parigi, con una carriera finanziaria assicurata, prossimo al matrimonio e anticattolico dichiarato, afferma di aver visto la Madonna in una chiesa di Roma? E per questo si converte istantaneamente al cattolicesimo, noncurante delle decisa opposizione della sua famiglia e di tutto l’ambiente ebraico? Evidentemente no, c’è dell’altro.
Nei fatti, Alphonse Ratisbonne non potè più prescindere da quella visione, tanto che i successivi 42 anni della sua vita, mai dubitando della verità di quanto accaduto, furono una continua risposta alla chiamata della Vergine Maria, dedicati totalmente alla preghiera e al servizio del prossimo.
Alphonse Ratisbonne nasce il 1° maggio 1812 a Strasburgo da una ricca famiglia ebraica di banchieri. A sedici anni perde il padre e passa sotto la tutela dello zio materno Luigi, il quale poi lo assumerà, una volta terminati gli studi, nella banca di sua proprietà. Già in questo periodo l’avversione di Alphonse per la fede cattolica si manifesta ad ogni occasione, inasprendosi ulteriormente in seguito alla conversione al cattolicesimo del fratello Théodore. Il quale verrà ordinato sacerdote nel 1830, anno in cui avvennero le apparizioni della Vergine a S. Caterina Labourè, nella cappella di Rue de Bac a Parigi.
Anche qui vi furono una serie di apparizioni importanti per la nostra, in cui la Madre di Gesù affidò all’umile novizia, Figlia della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli, il compito di far coniare una medaglietta con sopra incisa l’immagine che Maria stessa mostrò a Caterina durante le visioni, con la scritta “Oh Maria concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a Voi”. La Vergine, inoltre, si rivolse a S. Caterina dicendole: “Fa coniare una medaglia su questo modello, le persone che la porteranno benedetta al collo con fiducia riceveranno grandi grazie!”. Questa medaglia, stampata nel 1832, fu subito denominata Medaglia Miracolosa, per il gran numero di grazie spirituali e materiali che si ottengono portandola con devozione e ripetendo spesso la giaculatoria sopra incisa. Don Théodore fu un gran promotore di questa medaglia, alla cui protezione affiderà ogni giorno il fratello.


 
Alphonse, intanto, fissa la data del suo matrimonio con la cugina Flore. Prima di sposarsi, però, decide di recarsi a Gerusalemme, per visitare la terra dei suoi padri. Ma a causa di una avaria alla nave che lo trasporta, è costretto a sostare alcuni giorni a Roma.
Qui incontra il barone de Bussiéres, fervente cattolico e amico del fratello sacerdote. Sfidando l’anticlericalismo viscerale di Alphonse, una sera il barone gli dona una Medaglia Miracolosa, di cui era devotissimo. Il Ratisbonne accetta di mettersela al collo, più che altro per non dispiacere all’amico. Nel frattempo decide di prolungare di qualche giorno la sua permanenza a Roma. La mattina del 20 gennaio 1842 è sulla carrozza del barone de Bussiéres, che si sta recando alla chiesa di S. Andrea delle Fratte nei pressi di piazza di Spagna, per organizzare il funerale di un diplomatico. Anche se l’intenzione iniziale è quella di attendere in carrozza, Alphonse non resiste alla curiosità di visitare l’interno della chiesa. Non sa ancora che vi avrebbe trovato ben altro che suppellettili d’oro e qualche opera d’arte.
Ma lasciamo il racconto di quanto accaduto allo stesso Ratisbonne: “All’improvviso mi sentii preso da uno strano turbamento e vidi scendere un velo davanti a me. La chiesa mi sembrò tutta oscura, eccettuata una cappella, come se la luce si fosse concentrata tutta là… Levai comunque gli occhi verso la luce che tanto risplendeva e vidi, in piedi sull’altare, viva, grande, maestosa, bellissima e dall’aria misericordiosa, la Santa Vergine Maria, simile, nell’atto e nella struttura, all’immagine della medaglia che mi era stata donata perché la portassi… Alla sua presenza, benché ella non abbia detto alcuna parola, compresi di colpo l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica: in una parola, compresi tutto di colpo”.
Comprese tutto, di colpo, senza esser stato istruito alla vera fede, senza avere mai letto alcun libro di religione cattolica. Undici giorni dopo viene ammesso al battesimo, per lui ormai indispensabile, assumendo il nome di Maria. Dopo essersi riappacificato con il fratello, decide di diventare gesuita e il 24 settembre 1848 è ordinato sacerdote. Nello stesso anno dell’apparizione, il Vicariato di Roma istituisce una commissione d’inchiesta per appurare l’autenticità di quanto accaduto. Dopo mesi di deposizioni e testimonianze, il cardinale Costantino Patrizi firma un decreto in cui si riconosce come “istantanea e perfetta” la conversione di Alphonse-Marie dall’ebraismo, a seguito dell’apparizione realmente avvenuta.


Dopo alcuni anni con la Compagnia di Gesù, comprende che la sua missione è accanto al fratello Théodore, nella Congregazione di Notre Dame de Sion da lui fondata per convertire gli ebrei al cattolicesimo.
Lascia i gesuiti (su licenza di papa Pio IX) e si trasferisce in Terra Santa, dove muore il 6 maggio 1884 ad Ain Karin, il luogo, secondo la tradizione, della Visitazione di Maria a Elisabetta. I fatti narrati, documentati, riattualizzano ancora una volta le illuminazioni improvvise e destabilizzanti di Dio che, quando si manifesta (anche in modi più ordinari di quelli raccontati) trasforma sempre il cuore dell’uomo con la sua grazia, vincendone l’incredulità e l’avversione.
Non fece eccezione Alphonse-Marie Ratisbonne, che abbandonò senza indugio la religione di origine per aderire a quella che comprese essere la sola vera. La sua conversione fu così profonda che anche la morte non era per lui più motivo di timore, ma anzi il mezzo per poter rincontrare definitivamente la Vergine apparsa a Roma. Dichiarò, infatti, prima di morire, nonostante si sentisse peccatore: “Perché mi tormentate con le vostre cure? La santissima Vergine mi chiama e io ho bisogno di Lei. Desidero solo Maria! Per me è tutto!”.
Solo autosuggestione? Improbabile davvero!
Alberto AZZIMONTI
Fonte: il Timone

7 commenti:

  1. Leggo da La Repubblica e riporto:

    L'ex arcivescovo di Firenze
    'Giusto fra le Nazioni'

    Il riconoscimento ad Elia Angelo Dalla Costa, a capo della diocesi toscana durante la Seconda guerra mondiale, per aver salvato centinaia di ebrei. "Ebbe un ruolo centrale nell'organizzazione di una vasta rete di soccorso"

    Il cardinale Elia Angelo Dalla Costa, arcivescovo di Firenze durante la Seconda guerra mondiale, è stato riconosciuto 'Giusto fra le Nazioni' dal Museo dell'Olocausto Yad Vashem di Gerusalemme per aver salvato centinaia di ebrei.

    "Il Cardinale Dalla Costa - afferma 'Yad Vashem' in un comunicato - ebbe un ruolo centrale nell'organizzazione di una vasta rete di soccorso" che, dopo l'occupazione tedesca dell'Italia, contribuì a salvare centinaia di ebrei, locali e profughi da altri Paesi. Il suo nome sarà dunque impresso nella 'Parete dell'Onore nel Giardino dei Giusti di 'Yad Vashem'.

    "Malgrado gli sforzi non siamo riusciti a trovare alcun parente del Cardinale Dalla Costa", ha detto una portavoce di 'Yad Vashem'. "Dunque, per il momento, la medaglia e il certificato di onore saranno custoditi nel nostro Museo". La portavoce ha aggiunto che con la divulgazione della notizia "c'è da sperare che se ci sono parenti, si venga ora a sapere". All'inizio del 2012, i 'Giusti fra le Nazioni' assommavano a 24.356. Di essi, 524 sono italiani.

    Dalla Costa morì a Firenze il 22 dicembre 1961, all'età di 89 anni. La salma venne esposta nella sala maggiore dell'arcivescovado dove iniziò una lunga processione di visite: vescovi della Toscana, parroci,sacerdoti, suore, fedeli,
    rappresentanti delle istituzioni; il sindaco Giorgio La Pira con la giunta comunale, il prefetto, il presidente del consiglio Amintore Fanfani. Nel manifesto affisso per le strade cittadine il sindaco La Pira aveva scritto: "Non si fa retorica e non si dicono frasi di convenienza, quando si afferma che è scomparso con lui, dalla scena terrestre del mondo, una delle più grandi guide spirituali che la Chiesa di Firenze ed il popolo di Firenze abbiano avuto nel corso quasi bimillenario della loro storia"

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    Risposte
    1. E allora?...

      Ecco un'altra "canonizzazione giudaica"....
      Ancora una volta viene postato qualcosa che è funzionale alla celebrazione del DOGMA DELL'OLOCAUSTO, in cui il "valore" di questi uomini non è consistito nell'aver salvato vite umane, ma vite umane DI EBREI, quasi fossero gli unici degni di ricevere aiuto a questo mondo, e quasi come se l'unico BENE degno di questo nome, e che faccia meritare l'applellativo di "Giusto", fosse solo quello offerto in loro favore....e c'è la certezza che nella mente dei sionisti sia effettivamente così.

      Questo commento è totalmente fuori luogo rispetto all'articolo, in cui veniva messa in evidenza la schiacciante superiorità della Fede Cattolica (che è la Rivelazione perfetta della Verità Incarnata e Vivente) a fronte delle miopi credenze giudaiche, le quali dinanzi alla luce sprigionata dalla Santissima Madre di Dio vengono spazzate via come neve al sole. Lo stesso accadde ad Edith Stein, poi Suor Benedetta della Croce.

      Francamente non se ne può più di notizie del genere....ma sappiamo bene che ormai tutto il mondo geme sotto la giudeocrazia e vista la risonanza che le si continua a dare, evidentemente questo mondo la giudeocrazia se la merita tutta. Spero con tutto il cuore, per Mons. "ELIA" Angelo Dalla Costa, che avesse all'occorrenza rischiato volentieri la vita anche per centinaia di siriani, o di libanesi, o di arborigeni o di esquimesi, o semplicemente di suoi fratelli CRISTIANI. E solo così sarebbe a pieno titolo un "giusto", nel significato biblico del termine, CIOE' UN GIUSTO AGLI OCCHI DI DIO, e non agli occhi degli uomini.

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    2. Ohhhhhhh! Grazie mille Annarita della tua completa risposta a questa lettera disgiunta in modo totale dall'articolo postato !
      Non sarei stato capace di rispondere come hai risposto!

      Tornando al piu' concreto articolo, riconosco nei fratelli Ratisbonne I NOSTRI VERI FRATELLI MAGGIORI !!!!
      Cosi' come tutti quegli ebrei che, abbandonando la religione giudaica sopravvissuta e modificata dal Talmud, si sono convertiti al cattolicesimo integrando cosi al meglio la Antica Alleanza e la Nuova.

      Benedetti anche gli ebrei messianici che riconoscono Gesu' nel Messia promesso!Sono nostri fratelli cristiani anche se non ancora integrati (ma, in quale chiesa cattolica? Quella ufficiale d'ora? Ahime', NO!)

      Questi convertiti li riconosco come i nostri fratelli maggiori per il piu' difficile percorso che hanno affrontato per arrivare al cattolicesimo.

      Altroche' le identificazioni suggerite da Woityla figlio d'ebrea http://jewishhistoryandsociety.blogspot.tw/2005_11_01_archive.htmle per questo cosi' legato ai SUOI "fratelli maggiori" e Ratzinger che ,pure, discende da generazioni di rabbini , secondo il convertito Ben Gilad....Notare che per risalire alle radici ebraiche e pubblicarle, di Montini,Woityla e Ratzinger, ci sono voluti ebrei !

      Non sono da elogiare ed apprezzare questi che con coraggio pubblicano informazioni che hanno attirate le ire di loro confratelli di razza?
      Ancora una volta, come spesso nella storia, la chiarezza e le informazioni necessarie alla salvezza le troviamo presso alcuni di loro, meno compromissori di tanti "ariani"o "cattolici" venduti e falsi!

      Ricordo che furono proprio dei fratelli ebrei convertiti, forse proprio i Ratisbonne, a scrivere un pamphlet sulla verita' del deicidio da parte ebraica ! PIU' CHIARO DI COSI'!!!
      Ma ora e' proibito parlarne nella chiesa ex cattolica gestita da gerarchia anomala (eufemismo)
      Mardunolbo

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    3. Nella Chiesa c'è un depositum fidei, che deve essere pienamente conservato e che è imperniato soprattutto sui dogmi, e una parte variabile, che concerne in parte anche la liturgia. Non lo dico per difendere il Vaticano II, ma per difendere tutti i concili del passato che hanno potuto diffondere innovazioni liturgiche che poi sono entrate a far parte della Tradizione. E Trento fa parte di questi. Tre cose sono strane nei siti più o meno vicini a Lefebvre: 1) si parla grottescamente delle innovazioni del Vaticano II come se quello sia stato il primo concilio a modificare determinati concetti liturgici. Basta studiare un pochino per rendersi conto che questo non è vero, e in fondo non è nemmeno l'idea di Lefebvre. Quest'ultimo attaccava il Vaticano II perché pensava che le innovazioni imposte (perlopiù dopo e non durante il Concilio) togliessero sostanza ai misteri comunicati o in generale ai sacramenti - e talvolta ai sacramentali-. Ma qui le discussioni non mi sembra arrivino a quel livello 2) Resta il problema di giustificare uno scisma. Ringrazino i lefebvriani o i loro simpatizzanti l'attuale Chiesa e la sua apertura, perché nel passato che rimpiangono qualunque separazione dalla Chiesa gerarchica veniva giudicata come opera di satana, quale che fosse la ragione dello scisma. Anche qui: basta studiare per rendersene conto. 3) E' interessante come questi siti raccolgano tutta una serie di rancori che poco si sposano con il cattolicesimo di sempre. Secondo questi, si cade sempre da due parti. Se non si vuole essere dialogatori irenisti che svendono la verità del cattolicesimo, bisogna essere fieri credenti del complotto giudo-pluto-massonico con ciò che ne consegue. I commenti alla conversione di Ratisbonne si... commentano da soli. Come se questo miracolo fosse stato inventato da Ratzinger per farsi amici gli ebrei...

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  2. "La conversione istantanea".....
    La Santa Vergine, dovrebbe fare il vero miracolo come quello che fece a Pio XII nei giardini Vaticani, quando fece il miracolo del sole. Ma questo miracolo dovrebbe farlo ai vescovi ed ai cardinali, affinche' si convertissero alla vera Dottrina Cattolica di N.S.Gesu' Cristo, che o non hanno mai conosciuto , oppure l'hanno dimenticata per interessarsi delle cose materiali terrene.

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  3. Caro Berni, penso che ora per la maggior parte dei cardinali e vescovi, non basti' piu' un miracolo come quello del sole!
    Direbbero che e' suggestione personale...
    Ricordo la parabola del ricco e del povero Lazzaro che muore e va "nel seno di Abramo" mentre il ricco nella Geenna. Alla richiesta del ricco ,in sofferenza, di avvisare almeno la sua famiglia, dei tormenti finali, la risposta di Abramo fu:
    "hanno la legge ed i profeti...se non ascoltano quelli nemmeno uno che torna dai morti, ascolterebbero!"

    Lo stesso, penso, per i nostri "sapientoni" di sacerdoti e vescovi moderni-sti e su',su'...
    La cancrena e' tale che nemmeno i miracoli li smuovono.
    Se hanno fatto edificare persino un tempio satanico sulla tomba di Padre Pio, uno dei santi piu' grandi del secolo scorso, cosa vuoi che credano?
    A Fatima vogliono fare lo stesso, nella maggior parte delle chiese nuove appaiono statue che ricordano il Male piuttosto che il Bene, Cristi che sembrano diavoli ed angeli con aspetto mortifero, madonne discinte che sembrano p....!

    Stanno preparando inconsciamente molti, consciamente altri, la venuta della religione nuova e diabolica e stanno preparando l'assuefazione al grottesco ed orrido per farlo definire "moderno"!
    Mardunolbo

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  4. Caro Mardu, ormai siamo assuefatti alle parole di B.XVI, dei vescovi e dei preti, - quando devono spiegare senza far capire - parlano di anno della Fede, poi aggiungono NUOVA EVANGELIZZAZIONE E NUOVA CHIESA ADATTA AI TEMPI MODERNI, hanno paura che qualcuno capisca la parola RIEVANGELIZZAZIONE E CHIESA DI SEMPRE. Noi comunque sappiamo che una cosa nuova e' nuova, invece una cosa gia esistente si ri-pristina si ri-produce. Tanto e' inutile, di San Francesco che parlava agli uccelli un'altro non ce n'e'.
    Diceva un vecchio proverbio, "chi lava la testa all'asino, lo spreca lo sapone". Con questa gente non ci si deve neanche parlare ne ascoltarla, perche' credo che dentro la testa ha le breccette, se non l'ipocrisia. Ma alla fine ognuno di noi deve rendere conto a Dio, come racconta Gesu' nella parabola di quel padrone che dovendosi assentare, aveva consegnato ai suoi contadini ad ognuno le monete mentre ad uno ne aveva data solo una.....ecc.ecc.

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