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lunedì 17 giugno 2013

"Ciò che abbiamo capito è che, in termini pratici, la Fraternità Sacerdotale San Pio X è divenuta la decima Congregazione religiosa che vuole ricongiungersi alla Chiesa conciliare".

Annuncio della nostra missione

Dichiarazione di Don Patrick Girouard, FSSPX

2 giugno 2013




sull'abbandono suo e dei suoi parrocchiani della Fraternità San Pio X


Pubblicato nel sito dello stesso Don Girouard: Sacrificium

Le ragioni per le quali abbiamo deciso di lasciare il Priorato e la chiesa della Fraternità a Langley, nella Columbia Britannica [Canada], non sono complicate, né difficili da capire. Tuttavia, cominciamo con quello che non ha fatto parte delle considerazioni relative.
Se ho rifiutato il mio trasferimento punitivo a Montreal, e se un gruppo di 27 adulti e undici ragazzi, che rappresentano circa un terzo della parrocchia di Lagley, hanno deciso di dar vita ad una nuova parrocchia e mi hanno chiesto di essere il loro curato, tutto questo non si è basato su delle emozioni. Noi non siamo in collera, né amareggiati, non abbiamo alcun risentimento verso la Fraternità, anche se siamo stati traditi dai suoi Superiori. Non abbiamo neanche lasciato Langley per amore del cambiamento o per desiderio d’avventura o per divertimento.

In effetti, siamo stati praticamente costretti a lasciare un ambito che avevamo contribuito a costruire e a mantenere, perché non potevamo più sopportare la propaganda alla quale venivamo sottoposti con atti ed omissioni. Siamo giunti alla determinazione che rimanere in silenzio di fronte ai pericoli a cui andava incontro la nostra amata Fraternità, sarebbe stato un grave peccato. Non solo perché avremmo rischiato una pericolosa epidemia spirituale, ma anche perché avremmo contribuito alla distruzione del movimento tradizionale. Noi non abbiamo lesinato né il tempo né l’energia nelle nostre ricerche e nel nostro studio dei documenti che fanno luce sulla crisi attuale della Fraternità. Grazie al buon lavoro di S. Ecc. Mons. Williamson e dei numerosi sacerdoti e fedeli della Resistenza, abbiamo avuto la possibilità di comprendere ciò che è accaduto e di prendere la decisione giusta, con la speranza che questo possa incoraggiare altri sacerdoti e altri fedeli a fare altrettanto.

Ciò che abbiamo capito è che, in termini pratici, la Fraternità Sacerdotale San Pio X è divenuta la decima Congregazione religiosa che vuole ricongiungersi alla Chiesa conciliare.
Anche se l’accordo non è stato ancora firmato, esso è stato accettato in linea di principio col Capitolo Generale del luglio 2012, ed è questo che costituisce la grande rivoluzione in seno alla Fraternità. Che il Capitolo abbia posto tre, o sei, o 200 condizioni, non ha alcuna importanza. I quaranta membri del Capitolo hanno deciso che ormai sarebbe accettabile firmare un accordo con coloro che, senza pentirsene, non hanno smesso di distruggere la Chiesa cattolica.
Nessun cattolico degno di questo nome può accettare di prestarsi a questo giuoco. Non possiamo dire che siamo cattolici, che amiamo il Nostro Salvatore, Sua Madre e i Santi, se accettiamo di negoziare con coloro che contribuiscono, con i loro atti o col loro silenzio, alla dannazione eterna di innumerevoli anime, per le quali Nostro Signore ha dato la Sua vita. Per esempio, come potremmo accettare di parlare e di patteggiare con della gente che favorisce il Novus Ordo Missae? Come si fa a non sentirsi riempiti d’orrore e a non comprendere che questa Messa è un’abominazione davanti a Dio?
Io mi ricordo che Mons. Lefebvre, in una conferenza contro la nuova Messa, citò il Profeta Malachia:
«Il figlio onora suo padre e il servo rispetta il suo padrone. Se io sono padre, dov’è l’onore che mi spetta? Se sono il padrone, dov’è il timore di me? Dice il Signore degli eserciti a voi, sacerdoti, che disprezzate il mio nome. Voi domandate: “Come abbiamo disprezzato il tuo nome?”. Offrite sul mio altare un cibo contaminato e dite: “Come ti abbiamo contaminato?”. Quando voi dite: “La tavola del Signore è spregevole” e offrite un animale cieco in sacrificio, non è forse un male? Quando voi offrite un animale zoppo o malato, non è forse un male? Offrítelo pure al vostro governatore: pensate che l’accetterà o che vi sarà grato? Dice il Signore degli eserciti.» (1, 6-8).

La missione della Fraternità non è mai stata quella di integrare la struttura della Chiesa conciliare al fine di “trasformarla” dal di dentro. Una tale illusione fu condannata da Mons. Lefebvre nel 1988 dopo le consacrazioni episcopali. La missione della Fraternità è di formare dei veri sacerdoti cattolici. Questi sacerdoti predicheranno a loro volta la verità e combatteranno l’errore vigorosamente, senza compromessi, né «conversazioni», «dialoghi», «negoziati». È in questo modo che questa piccola legione sarà come un faro che attira le anime di buona volontà.

I fedeli e i buoni sacerdoti sono stati traditi dagli attuali Superiori della Fraternità. Superiori che non tollerano alcuna divergenza critica. Per noi, la sola maniera per ricevere la verità e per proclamarla forte e chiara, è di separarci dalla nuova Fraternità. Dobbiamo essere pronti a fare molti sacrifici e dobbiamo pregare molto per la fine di questa crisi e per la nostra perseveranza nella buona battaglia.

Voi mi chiederete, forse: quando verrà il tempo per ricongiungerci con Roma? Come sapere se abbiamo un buon Papa? La risposta è molto semplice: quando il Papa condannerà la nuova Messa e ne interdirà la celebrazione sotto pena di scomunica; quando condannerà e rigetterà pubblicamente l’insieme del concilio Vaticano II; quando cestinerà tutte le riforme prodotte dopo il Concilio; quando licenzierà tutti i vescovi e i preti eretici o immorali; quando riparerà alle ingiustizie subite da Mons. Lefebvre e dai suoi sacerdoti fedeli. In altre parole, quando veramente, con i suoi atti, farà la grande pulizia.

E quando potremo ritornare alla Fraternità e ridarle la nostra fiducia?
La risposta è praticamente la stessa di prima: quando Mons. Fellay, gli altri membri del Capitolo e tutti i sacerdoti che hanno promosso la nuova politica, saranno allontanati e interdetti da ogni futuro superiorato; quando i testi del Capitolo saranno ufficialmente e legalmente condannati; quando S. Ecc. Mons. Williamson e i sacerdoti fedeli saranno riabilitati dai nuovi Superiori; quando sarà scritto un libro su tutta questa crisi e sarà letto ogni anno nelle nostre comunità; quando un nuovo Capitolo Generale condannerà in maniera decisiva la nuova Messa e il Vaticano II e proibirà ogni contatto con le autorità conciliari fino a quando Roma non avrà fatto il gran passo.

Voi mi direte, forse, che io non sono realista e che tutto questo non potrà mai avvenire!
Io vi rispondo semplicemente: E allora? Dov’è il problema?
Dedichiamoci unicamente a fare il nostro dovere e a glorificare Dio, e lasciamo a Lui il compito di occuparsi degli altri. Preghiamo e sacrifichiamoci per la loro conversione, certo, ma non si parli di compromessi o di esporsi al pericolo di perdere le nostre anime! Questo mai, giammai!

Che Dio vi benedica tutti.

Don Patrick Girouard

NB: Questo testo è stato firmato da Don Girouard e dai suoi parrocchiani, ed è stato inviato per posta a Langley, al curato e ai parrocchiani della Fraternità.



Contatti:
Don Patrick Girouard, P.O. Box 1543, Aldergrove, BC, V4W 2V1, Canada

Posta elettronica: FatherGirouard@outlook.com

8 commenti:

  1. " Come sapere se abbiamo un buon Papa? La risposta è molto semplice: quando il Papa condannerà la nuova Messa e ne interdirà la celebrazione sotto pena di scomunica; quando condannerà e rigetterà pubblicamente l’insieme del concilio Vaticano II; quando cestinerà tutte le riforme prodotte dopo il Concilio; quando licenzierà tutti i vescovi e i preti eretici o immorali; quando riparerà alle ingiustizie subite da Mons. Lefebvre e dai suoi sacerdoti fedeli. In altre parole, quando veramente, con i suoi atti, farà la grande pulizia. ..."

    SOLO ALLORA SAPREMO CHE AVREMO UN PAPA ancora cattolico e Capo della Chiesa Cattolica.
    Ottimo, don Girouard ! Coraggio !

    RispondiElimina
  2. Scusate se mi permetto di intromettermi in questo sito che pure leggo quotidianamente con interesse anche se non ne condivido la linea. Dovete spiegarmi, a questo punto, quale differenza ci sia tra voi cattolici tradizionalisti che non riconoscete l'autorità di Roma e che non tollereate neanche lontanamente l'idea di un eventuale riavvicinamento e i greco-ortodossi orientali, i quali sono tradizionalisti per definizione (visto che la loro dottrina e la loro liturgia è rimasta immutata negli ultimi mille anni) e che, come voi, hanno cessato di riconoscere l'autorità di Roma. Gli ortodossi riconoscono i primi sette concili, voi riconoscete i primi venti. Che differenza fa? Dovreste spiegarlo. Non tanto a me, che pure condivido la battaglia della Fraternità quando è intelligente e costruttiva, ma a tutto il mondo. Grazie.

    RispondiElimina
  3. Vorrei anche aggiungere che è impensabile che la chiesa cattolica, nella condizione attuale, possa mai arrivare a scomunicare l'ultimo concilio e la messa nuova. Il massimo che può accadere, e stava accadendo sotto il pontificato di Benedetto XVI, è che il Vaticano II possa iniziare ad essere riletto alla luce della tradizione secondo una linea di continuità con i concili precedenti e con il magistero della Chiesa. Soltanto se il movimento tradizionale, all'interno della Chiesa, diventasse sempre più forte e determinante (in parte ciò sta già accadendo dopo il Summorum Pontificum che sta determinando una rapida diffusione della messa tradizionale in tutto il mondo) allora si potrebbe sperare, un indomani ancora lontano, che lo status modernista in cui la Chiesa si è impelagata possa pian piano rientrare. Ma perchè ciò accada, è necessario l'apporto della Fraternità di mons. Lefebvre, che, come il lievito nella pasta, agisca all'interno della compagine ecclesiale come una voce della coscienza autorevole, riconosciuta e martellante. Rimanendo nelle retrovie e sfociando nel sedevacantismo siete destinati ad un isolamento improduttivo e inefficace perchè pochi esponenti della Chiesa si fideranno di una congregazione non riconosciuta da Roma. Questo dovete mettervelo in testa, dovete capirlo finalmente, dovete vincere le tentazioni gallicane, anglicane e greco-ortodosse che si sono insinuate nella vostra compagine a partire dal 1988, come se la situazione semi-scismatica in cui formalmente vi trovate fosse una cosa normale. Gli istituti "Ecclesia Dei", per fare un esempio, sulla carta sono in regola con la Santa Sede, ma nella realtà essi vivono, predicano e insegnano esclusivamente la dottrina cattolica pre-conciliare e non riconoscono l'insegnamento conciliare e post-conciliare che, infatti, è del tutto assente in tutti i loro riferimenti. Per non parlare della liturgia riformata, che essi rifiutano di celebrare. Eppure Roma li lascia fare tranquillamente. Perchè non dovreste fare così anche voi? E' questo che saggiamente, la mente santa e illuminata di mons. Fellay si è sforzata di far capire. Ed è questa l'unica via possibile perchè la Fraternità possa avere un ruolo determinante e insostituibile nel ritorno della Chiesa alla tradizione. Sperare che, da sola, la Chiesa ritrovi la bussola perduta è irrealistico, impossibile, significa, per voi, auto-condannarvi allo scisma perpetuo da Roma.

    RispondiElimina
  4. caro Francesco, i tuoi commenti li trovo preziosi anche per la chiarezza della premessa che hai fatto.
    ma ci sono dei punti fondamentali da chiarire per capirsi.
    Il primo punto è che i greco- cattolici hanno mantenuta immutata la dottrina e si chiamano greco-ortodossi.
    "Voi chi siete ?" Domandi, se non ho capito male.
    Siamo cattolici che rifiutano le intromissioni giudaico-protestanti nelle dottrina e nella espressione della messa. E poichè abbiamo capito che questa degradazione ecclesiale, che anche tu riconosci, è dovuta a queste infiltrazioni dottrinarie che nulla hanno a che vedere con la dottrina cattolica, NON CI FACCIAMO ALCUNA ILLUSIONE che la chiesa attuale, ex cattolica, possa ravvedersi e tornare a RI-CONOSCERE la dottrina di sempre.
    Ratzinger l'ha già detto chiaramente a Lefebvre, che sono cose superate del passato !

    Che vuoi, difficile dare un'etichetta diversa da "cattolico" a chi resiste aspettando un monito od un 'uragano che riporti la situazione alla limpidezza dottrinale che vi era prima del Concilio.
    Che poi uno pseudo teologo insista nel dire che c'è continuità tra l'accozzaglia di regole contraddittorie e la dottrina di Tradizione, è un fatto ed una bugia pietosa.
    Ma questo fatto non turba più di tanto l'anima di chi non ha posto nell'uomo , la sua fiducia,ma nella Tradizione di sempre e nell'esame sistematico delle trame che occulte o palesi hanno invaso la Chiesa da 1 secolo circa, ottenendo quella degradazione che vedi anche tu.

    Che si deve fare? Saresti anche tu uno di quei tanti che, visto che tutti vogliono permettere di abortire, si faccia una leggina che permetta, ma non più di tanto ?

    Si fanno tante battaglie anche contro la ributtante legge 194 , votata dai compromissori democristiani.
    Ebbene, noi non siamo di quelli !
    Aspettiamo che Qualcuno faccia quando deciderà e vorrà.
    Noi siamo fiduciosi e marciamo in solitaria strada anche se tutto il mondo dovesse ridicolizzare o condannare questa strada che è percorsa da chi crede che la Chiesa sia Unica, cattolica e che per essere tale DEVE mantenere quella dottrina, usi, e Rinnovazione di Sacrificio (che è la Messa vera)immutati nei secoli ,ove si deve, e NON mutati per aderire alle richieste del mondo massonico ed sionista.
    Tutto il resto sono chiacchiere diplomatiche mondane, tal quali come quelle di Fellay

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  5. Quello che Francesco non capisce è che Roma non è ingenua, non lo è mai stata e, soprattutto oggi, non lo è di meno!

    Capisco che per iniziare ad intuire lontanamente le posizioni tradizionaliste bisogna cozzare la testa contro la realtà e farsi male davvero, ma, confidando nell'intelligenza di chi legge, cercherò di dare
    pure io una ragione.

    Prima di tutto NON E' VERO che una volta "dentro" il Cattolicesimo una congregazione tradizionalista è libera di fare quel che vuole. Lo dimostra la storia dell'Istituto Buon Pastore, della Fraternità san Pietro e di altre realtà simili.
    Una comunità è lasciata temporaneamente in pace ma poi le si ricorda CHIARAMENTE chi comanda e come ci si deve orientare nella Chiesa di OGGI (non certo in quella a cui i tradizionalisti pensano).

    Ci si ritrova, così, in un campo in cui non si è né pesce né carne. Non si può essere "pesce" perché non puoi essere il tradizionalista di prima. TI viene fatto capire che non puoi e non devi criticare il magistero attuale, che non ti puoi riferire al codice di diritto canonico del 1917 e così via.

    Non puoi essere "carne" perché ti rendi conto che non sei un "progressista" e gli stessi progressisti del cattolicesimo ti emarginano (vedasi cosa hanno fatto in Sardegna i vescovi al semplice tentativo d'insediamento dell'Istituto di Cristo Re, in un ex seminario vuoto).

    Questi sono fatti non "bla bla bla" ed è su questi che uno alla fine dice: dove devo stare per non diventare matto?

    A mio avviso non esiste cosa peggiore che essere a metà via, né "pesce" né carne", né "uomo" né "donna". E' una cosa anche psicologicamente molto devastante.

    Ebbene, Fracesco, è esattamente a quella che tu, ingenuamente, vuoi spingere i tradizionalisti.

    No, un "terzo sesso" in queste cose non s'ha proprio da fare. Tutte quelle comunità che lo hanno fatto alla fine ricevono i biasimi sia da "sinistra" che da "destra" e, cosa infinitamente peggiore!!, non sanno in realtà chi sono!

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  6. Per essere più chiaro ancora faccio un ulteriore esempio: la beatificazione di papa Woityla.

    Giovanni Paolo II non è stato affatto amato dai tradizionalisti a causa di molte sue cose: convegno interreligioso di assisi, un certo relativismo religioso pratico che lo portava addirittura a baciare il Corano davanti ad alcuni dignitari mussulmani, ecc.

    Quando è stato beatificato, il partito del "terzo sesso" (ossia i tradizionalisti uniti a Roma) hanno subito derubricato la cosa dicendo che, in fondo, non è gran che perché non impegna l'infallibilità. La beatificazione non è la canonizzazione. Con questa frasetta di comodo si sono messi la coscienza a posto non pensando al fatto che o prima o poi Wojtyla verrà fatto santo, cosa sulla quale proprio oggi si parla nell'ANSA.

    Se il partito dei progressisti non ci pensa, non gli interessa o non ci crede a queste cose, quindi non se ne fa problema alcuno, i tradizionalisti con la testa che funziona prevedevano il passo ulteriore e hanno rifiutato clamorosamente la beatificazione di Wojtyla.

    Questi ultimi sono dunque in una posizione che li mette al riparo da contraddizioni nelle quali cade il "terzo sesso", in modo evidente e plateale.

    Infatti: ve lo vedete, voi, un "tradizionalista" che fa la messa di san Pio V nella quale commemora san Karol Wojtyla?

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  7. "Come sapere se abbiamo un buon Papa? La risposta è molto semplice: quando riparerà alle ingiustizie subite da Mons. Lefebvre"

    Ebbene questo almeno in parte è accaduto ed altro sarebbe potuto accadere (o forse no). Ma non si può far finta di nulla nè si può biasimare chi si è messo in ascolto ed ha mosso alcuni passi.

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  8. Pare sia ufficiale: per ottobre Wojtyla sarà canonizzato.
    Ora se la vedessero pure i tradizionalisti integrati a giustificare qusta situazione ingiustificabile.
    E' gioco forza che un tradizionalista in un sistema sghembo com'è quello del mondo cattolico odierno finisca pian piano per alterarsi e divenire possibilista se non progressista. Il cambiamento degli spiriti è inevitabile, se ci si pone in un certo contesto!

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