IL LIBERALISMO CAP: 5 e 6
martedì 25 giugno 2013
"IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" di Don Félix Sardà y Salvany, (dal capitolo 5° al capitolo 8)...
Continuiamo la publicazione del LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany.
«La
parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo,
è
eccellente, conforme ai
documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra
Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà
Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag.
346.
IL LIBERALISMO CAP: 5 e 6
Cap.5
I diversi gradi che possono esistere e che esistono all'interno dell' unità complessiva del Liberalismo
IL Liberalismo, in quanto sistema di dottrine,può definirsi Scuola;in quanto organizzazione di adepti riuniti allo scopo di diffondere e propagare le sue dottrine, Setta;come gruppo di uomini che si sforzano di farle prevalere nella sfera del diritto, Partito. Ma, sia che si consideri il Liberalismo come Scuola, Setta o Partito, Esso offre nella sua unità logica e specifica differenti gradi o sfumature che il teologo cattolico deve esporre e studiare.
Per prima cosa occorre sottolineare che IL LIBERALISMO E' UNO, cioè ch'esso costituisce un insieme d'errori logicamente e perfettamente concatenati; ed è per questo motivo che lo si definisce SISTEMA. In effetti, se si parte dal suo principio fondamentale,cioè che l'uomo e la società sono interamente autonomi o liberi con indipendenza assoluta da qualsiasi criterio naturale o soprannaturale che le sia proprio,si è portati a dedurne logicamente tutte quelle conseguenze che la demagogia più estrema proclama in suo nome.
La rivoluzione non ha niente di più grande della sua inflessibile LOGICA. Tutti i suoi atti, fino ai più dispotici ch'essa compie nel nome della libertà e che a prima vista noi giudichiamo mostruosamente INCONSEGUENTI, sono il prodotto di una logica di ordine molto elevato. Poichè, se la società riconosce come unica legge sociale l'OPINIONE delle MASSE se essa non ammette alcun altro criterio o regolazione, come si potrà allora negare allo Stato l'assoluto diritto di commettere qualsiasi attentato contro la Chiesa, quando lo riterrà opportuno al fine di raggiungere gli obbiettivi sociali che si propone ?
Una volta ammesso che la maggioranza ha sempre ragione, bisogna anche ammettere che l'unica legge è quella del più forte e di conseguenza, dedurne la possibile liceità delle più estreme brutalità.
Tuttavia, malgrado questa unità logica del sistema, gli uomini non sono sempre logici e questo produce in questa unità le più stupefacenti varietà o gradazioni di tinte. I punti di una dottrina derivano necessariamente e per loro intrinseca virtù gli uni dagli altri; ma gli esseri umani,facendone l'applicazione, sono per l'ordinario illogici e inconseguenti.
Se gli uomini spingessero i principi che professano fino alle loro estreme conseguenze,essi sarebbero o tutti santi o tutti demoni dell'inferno a seconda dei loro principi buoni o cattivi. Invece,a causa dell'incoerenza,di fatto i buoni non sono buoni che a metà e i cattivi non sono tali che in modo incompleto.
Applicando queste osservazioni al Liberalismo di cui ci stiamo occupando,noi diciamo che,per grazia di DIO, si incontrano relativamente pochi uomini TOTALMENTE LIBERALI: benché ciò non impedisca che la maggior parte di loro,pur non avendo raggiunto l'estremo limite della depravazione liberale, siano dei veri liberali, cioè dei veri discepoli,partigiani o settari del liberalismo a seconda che si consideri il Liberalismo come scuola, setta o partito.
Esaminiamo queste varietà della famiglia liberale.
Vi sono dei liberali che accettano i principi ma rifiutano le conseguenze ,almeno le più ripugnanti ed estreme.
Altri accettano questa o quella conseguenza o applicazione che li favorisce facendosi uno scrupolo di accettare i principi da cui radicalmente derivano.
Gli uni vorrebbero applicare il liberalismo solo all'insegnamento, gli altri unicamente all'ordine civile; altri ancora infine solo alle istituzioni politiche.
Solo i più estremisti reclamano la sua applicazione pura e semplice in tutto e per tutto. Le attenuazioni e mutilazioni del CREDO liberale sono tanto numerose quanto gli interessi favoriti o lesi dalla sua applicazione. E' in effetti un errore molto diffuso credere che l'uomo pensi con la sua intelligenza mentre in realtà il più delle volte egli pensa con il suo cuore e perfino sovente con il suo stomaco.
Da tutto ciò i diversi partiti liberali che smerciano liberalismo a diverse dosi come l'oste serve l'acquavite più o meno forte secondo il gusto del cliente.
E' per questo che non c'è un liberale per il quale il liberale più avanzato non sia un brutale demagogo e quello meno avanzato un reazionario patentato. E' una questione di gradazione alcoolica e niente di più. Quelli che a Cadice battezzarono ipocritamente nel nome della Santa Trinità il loro Liberalismo e quelli che in questi ultimi tempi, hanno innalzato l'insegna GUERRA A DIO, occupano, ciascuno, un gradino della scala liberale. Ciò è cosi' vero che, nelle questioni importanti, tutti accettano e perfino invocano la comune denominazione di LIBERALE.
Il principio liberale o dell'indipendenza è lo stesso per tutti, quali che siano le accentuazioni a seconda degli individui.
Da dove viene questa accentuazione più o meno forte? Sovente dagli interessi, qualche volta dal temperamento;spesso da una educazione più equilibrata che impedisce agli uni di prendere il passo accelerato degli altri;spesso dal rispetto umano,dai problemi familiari,dalle relazioni sociali,dagli affetti contrastati, etc.etc. senza parlare della tattica satanica, che consiglia talvolta di non svelare completamente un'idea al fine di non allarmare gli interlocutori,di renderla più realizzabile e di facilitare il suo corso.
Questo modo di procedere può,senza che sia temerario il pensarlo,essere attribuito a certi liberali conservatori, presso i quali, sotto la maschera del conservatore si cela ordinariamente un demagogo frammassone.
Tuttavia,parlando in generale, la carità può supporre nei mezzi-liberali la presenza di una certa dose di candore,di naturale bonomia o di semplicità. Se essa non è sufficiente a esentarli dalle loro responsabilità,ci obbliga comunque ad accordare loro una certa compassione.
Alfine, ci occorre, caro lettore ,restar convinti che mentre il LIBERALISMO E' UNO, i liberali,come il cattivo vino, sono molti differenti di colore e di sapore.
CAP.6
SUL LIBERALISMO CATTOLICO O CATTOLICESIMO LIBERALE
Di tutte le inconseguenze e antinomie che si incontrano nei gradi medi del liberalismo, la più ripugnante e la più odiosa è quella che pretende, nientedimeno che unire il liberalismo con il CATTOLICESIMO, per formare quello che è conosciuto nella storia delle follie moderne sotto il nome di liberalismo cattolico o cattolicesimo liberale. E tuttavia degli illustri spiriti e dei grandi cuori,alle cui buone intenzioni non possiamo non credere, hanno pagato il loro tributo a questa assurdità. Essa ha avuto il suo momento di popolarità e di prestigio;ma,grazie al cielo,questa moda sta passando o è già passata (purtroppo la"moda",cioè eresia, si sarebbe impadronita dell'intera CHIESA n.d.t.). Questo FUNESTO ERRORE nacque dal desiderio esagerato di conciliare e di far vivere in pace delle dottrine assolutamente e oggettivamente inconciliabili e nemiche fin nella loro propria essenza.
Il Liberalismo è l'affermazione dogmatica dell'indipendenza assoluta della ragione individuale e sociale.
Il Cattolicesimo è il dogma della soggezione assoluta della ragione individuale alla LEGGE DI DIO:
Come conciliare il SI' e il NO di due dottrine cosi' opposte?
Ai fondatori del liberalismo cattolico la cosa parve facile. Essi ammirarono una ragione individuale soggetta alla Legge evangelica e INVENTARONO una ragione pubblica o sociale, coesistente con quella e libera da ogni condizionamento.
Essi dissero:"Lo Stato in quanto Stato non deve avere religione o perlomeno non deve averne in una misura che superi quella degli Stati che non ne hanno affatto. In questo modo,il semplice cittadino deve sottomettersi alla Rivelazione di GESU' CRISTO, ma l'uomo pubblico può, in quanto tale, comportarsi come se la Rivelazione per lui non esistesse.". Fu cosi' ch'essi arrivarono a comporre la celebre formula "LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO". Formula alla cui propagazione e difesa, in Francia, molti cattolici celebri, e tra essi un illustre vescovo, si obbligarono con un giuramento. Questa formula avrebbe dovuto essere sospetta, da quando Cavour ne aveva fatto la bandiera della rivoluzione italiana contro il potere temporale della Santa Sede e tuttavia, per quanto ne sappiamo, nessuno dei suoi autori l'ha ritrattata formalmente malgrado l'evidente discredito nel quale essa era prontamente caduta.
Questi illustri sofisti non videro che,se la ragione individuale ha l'obbligazione di sottomettersi alla volontà di DIO, la ragione pubblica e sociale non può sottrarvisi, senza cadere in un dualismo stravagante,in virtù del quale il singolo uomo sarebbe sottoposto alla legge di due criteri contrari e di due opposte coscienze. In modo che la distinzione tra uomo privato e uomo pubblico,nella stessa persona(!), il primo obbligato a essere cristiano e il secondo autorizzato a essere ateo,cadde immediatamente tutta intera sotto i colpi dirompenti della logica integralmente cattolica.
Il SILLABO, di cui parleremo ben presto,arrivò a confondere senza scampo quelle elucubrazioni. Comunque, ancora oggi, si attardano discepoli di quella brillante ma funesta scuola i quali non osano più sostenere pubblicamente la teoria cattolica liberale, di cui in altri tempi composero il panegirico; ma essi tuttavia continuano a seguirla in pratica senza, forse,rendersi conto che questo è un modo cosi' conosciuto e usato di pescare anime che il Diavolo ha dato ordine di scartarlo (questa valutazione, con il senno del poi, si è rivelata totalmente errata ahinoi ! n.d.t.).
CAP.7-8
IN CHE CONSISTE PROBABILMENTE L'ESSENZA O LA RAGIONE INTRINSECA DEL CATTOLICESIMO LIBERALE
Se si considera l'intima essenza del liberalismo detto cattolico o per parlare più volgarmente, del cattolicesimo liberale, si vede che con ogni probabilità essa è dovuta a una falsa interpretazione dell'ATTO di FEDE. I cattolici liberali, se li si giudica dalle loro spiegazioni, fanno risiedere tutto il motivo della loro fede, non nell'AUTORITA' DI DIO INFINITAMENTE VERITIERO E INFALLIBILE che si è degnato di rivelarci il solo cammino che ci può condurre alla beatitudine soprannaturale, ma nel libero apprezzamento del giudizio individuale stimando questa credenza la migliore d'ogni altra.
Essi non vogliono riconoscere il Magistero della Chiesa come il solo che sia autorizzato da DIO a proporre ai fedeli la dottrina rivelata e a rivelarne il vero significato. Ma al contrario,facendosi giudici della dottrina, essi accettano di essa ciò che a loro pare buono, riservandosi il diritto di credere il contrario, tutte le volte che apparenti ragioni sembreranno dimostrar loro oggi come falso ciò che ieri era lor sembrato vero.
Per rigettare questa pretesa è sufficiente conoscere la dottrina fondamentale sulla FEDE, esposta su questa materia dal santo CONCILIO VATICANO.
Dopotutto i cattolici liberali si definiscono cattolici poiché essi credono fermamente che li cattolicesimo è la vera rivelazione del Figlio di DIO; ma essi si definiscono cattolici-liberali o cattolici-liberi, poiché giudicano che ciò ch'essi credono non possa essere imposto ad alcuno per nessun motivo che sia superiore a quello di una libera scelta dell'interessato. E tutto ciò in tal modo che a loro insaputa il diavolo ha malignamente sostituito in loro il principio naturalista del libero esame al principio soprannaturale della Fede; da qui risulta che immaginandosi di avere la Fede delle Verità cristiane essi non l'hanno affatto, sono solo convinti di averla il che non è proprio la stessa cosa.
Ne consegue che, secondo loro, ritenendo libera la loro intelligenza di credere o non credere è la stessa cosa per le persone di tutto il mondo. Essi non vedono nell'incredulità un vizio un'infermità o accecamento volontario dell'intendimento e più ancora del cuore, ma un atto lecito, emanante dal foro interiore di ciascuno,padrone dunque in questo caso sia di credere che di negare. Il loro orrore di qualsiasi pressione esterna fisica o morale, che prevenga o castighi l'eresia, deriva da questa dottrina e produce in loro l'odio verso qualsiasi legislazione genuinamente cattolica. Di là anche il rispetto profondo con il quale vogliono che si trattino sempre le convinzioni altrui,anche le più nemiche della verità rivelata, poiché per essi, le più erronee sono tanto sacre quanto le più vere, poiché tutte nascono da un medesimo principio altrettanto sacro: la libertà intellettuale. E' cosi' che si erige a dogma ciò che si chiama tolleranza e che si emana ad uso dei polemisti cattolici un nuovo codice di leggi, che mai conobbero nei tempi passati i grandi polemisti del cattolicesimo.
Essendo la concezione della Fede essenzialmente naturalista, ne deriva che tutto il suo sviluppo successivo nell'individuo e nella società, deve esserlo allo stesso modo. Ne deriva che il giudizio principale e spesso esclusivo che i cattolici-liberali danno della CHIESA verte sui vantaggi culturali e di civilizzazione ch'essa procura ai popoli. Essi dimenticano e non citano mai, per cosi' dire, il suo fine primario e soprannaturale che è la glorificazione di DIO e la salvezza delle anime. Molte apologie cattoliche scritte nella nostra epoca sono intrise di debolezza spirituale a causa di questa falsa concezione. Ciò a tal punto che se, per disgrazia, il cattolicesimo fosse stato causa di qualche ritardo nel progresso materiale dei popoli, esso non sarebbe più con buona logica agli occhi di quegli uomini, né una religione vera né una religione da lodarsi.
E notate che se si realizzasse questa ipotesi, ed essa può realizzarsi-dato che la fedeltà a questa stessa religione ha certamente causato la rovina materiale di famiglie e d'individui-la Religione non ne risulterebbe meno eccellente e divina.
Questo criterio (naturalista n.d.t.) è quello che dirige la penna della maggior parte dei giornalisti liberali;s'essi lamentano la demolizione d'una chiesa, non mettono in rilievo che la profanazione dell'arte, se si schierano in favore degli ordini religiosi, essi non fanno valere che i servizi resi dagli stessi alle Lettere; essi esaltano una suora di carità, non è che in considerazione dei servizi umanitari con i quali ella ha addolcito gli orrori della guerra; essi ammirano il culto ciò non è che dal punto di vista della sua bellezza esteriore e della sua poesia; se nella letteratura cattolica, essi rispettano le Sante Scritture è solamente a causa della loro sublime maestà.
Da questo modo di lodare le cose cattoliche solamente per la loro grandezza, la loro bellezza, la loro utilità, la loro eccellenza materiale, ne deriva logicamente che l'errore ha diritto alle stesse lodi allorquando esso ha diritto ai medesimi giudizi,come l'hanno avute in apparenza, in certi momenti diverse false religioni.
La stessa Pietà non è potuta sfuggire all'azione perniciosa del Principio Naturalista; esso l'ha pervertita in "pietismo" cioè in una falsificazione della vera Pietà, come lo vediamo in tante persone che non ricercano nelle pratiche di pietà altro che l'emozione ch'esse possono originare e questo è un puro sensualismo e niente di più. Cosi' oggi constatiamo che, in molte anime, l'ascetismo cristiano, che è la purificazione del cuore mediante la repressione degli appetiti dei sensi è interamente fiaccato e che il misticismo cristiano, che non è né l'emozione né la consolazione interiore, né alcun'altra di queste dolcezze umane, ma l'unione con DIO mediante l'assoggettamento alla sua santa volontà e all'amore soprannaturale è completamente sconosciuto.
Per queste ragioni il cattolicesimo di un gran numero di persone, nella nostra epoca è un cattolicesimo liberale o più esattamente un cattolicesimo FALSO. Questo non è Cattolicesimo,ma un semplice Naturalismo, un naturalismo puro; cioè in una parola, se ci è permesso, Paganesimo con il linguaggio e le forme cattoliche.
CAP.8
OMBRA E PENOMBRA,O RAGIONE ESTRINSECA DI QUESTA STESSA SETTA CATTOLICA-LIBERALE
Dopo aver visto nel precedente capitolo la ragione intrinseca o formale del liberalismo cattolico, affrontiamo in questo quella che potrebbe essere definita la sua ragione d'essere estrinseca, storica o materiale, se quest'ultima definizione scolastica piace di più ai nostri lettori.
Le eresie che noi studiamo oggi, nel vasto periodo misurato dai secoli trascorsi dal tempo di GESU'CRISTO, si mostrano a noi come nettamente e chiaramente circoscritte nel loro periodo storico. E' a questo punto che una linea geometrica che si direbbe tracciata con il compasso, sembra indicare il punto dove esse cominciano e quello dove esse finiscono,separandole cosi' dal campo luminoso sul quale esse si stendono come macchie scure.
Ma questo modo di vedere se lo si considera con attenzione si riduce ad una illusione causata dalla distanza.
Uno studio più approfondito mettendoci in contatto intellettuale con quelle epoche con l'aiuto di una sana critica,ci permette di osservare che mai in alcun periodo storico i limiti che separano l'errore dalla verità sono stati cosi' geometricamente definiti. Non che la Verità nella sua realtà propria non sia chiarissimamente formulata nelle definizioni dogmatiche della Chiesa, ma perché nella sua comprensione e nella sua professione esteriore una determinata generazione storica esprime ciò nel modo più o meno franco che la caratterizza.
L'errore nella società è simile a una macchia su un prezioso tessuto, la si distingue nettamente ma è ben difficile definirne i confini. Essi sono evanescenti come il crepuscolo che separa il giorno nel suo declino dalla notte prossima o come l'alba che collega le ultime ombre della notte al giorno che rinasce. Questi confini precedono l'errore che è una notte scura: essi la seguono e la contengono in una vaga penombra, che qualche volta può esser vista come ombra essa stessa schiarita da qualche riflesso di luce morente o meglio per la luce di nuovo avvolta e oscurata dalle prime ombre della sera.
Cosi', nella società cristiana, qualsiasi errore chiaramente formulato è come circondato da una atmosfera composta dal medesimo errore, ma meno densa, più rarefatta e temperata.
L'Arianesimo ha avuto il suo Semi-Arianesimo, il Pelagianesimo il suo Semi-Pelagianesimo, il Luteranesimo brutale il suo Giansenismo che non fu altra cosa di un Luteranesimo Moderato.
Allo stesso modo nell'epoca presente, il Liberalismo Radicale (con a capo la Massoneria n.d.t.) è circonfuso di Semi-Liberalismo che non è altra cosa che la SETTA CATTOLICO-LIBERALE studiata in queste pagine.
Quello che il SILLABO chiama "razionalismo moderato" è il liberalismo senza la crudezza spietata dei suoi principi fondamentali messi a nudo e senza l'orrore delle sue ultime conseguenze; è il liberalismo destinato all'uso di quelli che non vogliono smettere di sembrare o credersi cattolici.
Il liberalismo è il triste crepuscolo della verità che comincia ad oscurarsi nell'intelligenza o dell'eresia che ancora non ne ha preso interamente possesso. Noi notiamo in effetti che sono cattolici liberali i cattolici che cessano poco a poco di essere fermamente cattolici e i liberali puri i quali, in parte disillusi dai propri errori, non sono ancora pienamente penetrati nel dominio dell'integrale verità. E' questo inoltre il mezzo sottile e molto ingegnoso che il Diavolo mette sempre in opera per trattenere al suo servizio un gran numero di persone che, senza ciò (il camuffamento e la graduazione dell'eresia n.d.t.), avrebbero detestato la sua infernale macchinazione, se l'avessero ben conosciuta.
Questo mezzo satanico consiste nel permettere a quelli di cui parliamo di tenere un piede sul terreno della verità,a condizione che l'altro sia completamente nel campo opposto. E' cosi' che quelli la cui coscienza non è ancora indurita evitano i salutari orrori del rimorso;cosi ché gli spiriti pusillanimi e i vacillanti, che sono la maggioranza, evitano di compromettersi pronunciandosi chiaramente; cosi' che gli astuti arrivano a figurare, quando quando convien loro, per brevi periodi in ciascun dei due campi sforzandosi di mostrarsi come amici e affiliati in entrambi. E' cosi' che infine l'uomo può applicare un palliativo ufficiale e riconosciuto alla maggior parte delle sue miserie, delle sue debolezze e delle sue incoerenze.
Forse questo lato della questione che noi trattiamo non è stato sufficientemente studiato nella storia antica e nella storia contemporanea. Se ne è il versante meno nobile è però il più pratico,poiché disgraziatamente di solito bisogna cercare in quel che c'è di meno nobile ed elevato il meccanismo segreto della maggior parte dei fenomeni umani. Questa è la nostra indicazione; lasciamo a spiriti più abili e sperimentati la cura di svilupparla e di completarla.
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Il primo pensiero che si può fare, leggendo questa analisi, è :
RispondiElimina-Perbacco, Roncalli,Montini, Woityla, Ratzinger, eccome se sono LIBERALI !
Ma liberali fino al midollo ! Ovvero in peccato !
Quindi tutte le idee che hanno manifestato sul mondo, la diplomazia esercitata , e le idee sulla democrazia e gli stati SONO FRUTTO SOLO DI IDEE LIBERAL-MASSONICHE.
Quando invece raccomandavano la preghiera, la devozione, erano cattolici.
La gran beffa è che quando un papa ha idee liberali, come può un semplice fedele inesperto, distinguere quel che proviene di giusto e cattolico da quel che non è cattolico nè degno di un papa ?
NON PUO' DISTINGUERE !
Quindi "beve" tutto ciò che ascolta da lui...
Ecco la rovina, forse non di quell'anima che ingenuamente ascolta, ma della società che ,minata da una corruzione individuale generale, diventa una società "senza Dio".
La mia ulteriore deduzione è che di questo effetto sul mondo, i papi di ultima generazione dovrebbero attribuirsi la colpa.
Ricordo quando Ratzinger parlava ,giustamente, del relativismo che è cardine del pensiero moderno.
Perbacco, uno degli esempi di pensiero relativista (e liberale)era proprio il suo !