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venerdì 28 marzo 2014

"E di tradimento in tradimento, della Cristianità e della Dottrina, siamo arrivati a Bergoglio, che sembra apprestarsi alla consegna finale da compiere a Gerusalemme, di modo che sia ripetuta la frase di Gesù: “Ciò che fai, fallo presto”! (Gv 13, 27)

TESTIMONIANZE SULL’INGRESSO DI SATANA NEL VATICANO CONCILIARE

 L’EDITORIALE DEL VENERDI
 di Arai Daniele

 http://www.byweb.it/clienti/andreatornielli/wp-content/uploads/2011/02/messe_sataniche_N.jpg

La testimonianza qui pubblicata di P. Malachi Martin (MM), puntando l’inizio del gran disastro nell’elezione di Paolo 6º, il 29.6.1963, per cui, “Lucifero si è insediato nel trono della Cittadella cattolica… da allora il sagrato dovrebbe divenire profano e il profano adorato”, richiedeva una cerimonia satanica. Ovvero un rito di «sacrificio» che sarebbe una blasfema parodia del Sacrificio della Messa.
Di ciò ha trattato il suo libro del 1996 “The windswept house”, tradotto e pubblicato in Spagna nel 1998 col titolo “El Ultimo Papa”. Alla cerimonia romana sarebbe corrisposta, contemporaneamente e concelebrata, un’altra in America, nella “cappella emitente della Carolina del Sud” (sede del palladismo di Albert Pike, p. 13). Era il cerimoniale massimo per la venerazione del nuovo potere: del principe del fuoco e del buio. L’ultima meta del nemico di Dio e nostro “non era di annientare l’organizzazione cattolica romana … ma di ridurla a una grande impresa di litigi umani… “Suo nome sarà chiesa universale dell’uomo.” (pp. 14, 23)
Si aveva parlato altre volte di messe nere e riti satanici in Vaticano. Per esempio nel libro «Il Microfono di Dio» (MD) di Antonio Spinosa: “Il Papa ha ora sempre più la sensazione di es­sere servito male da qualcuno molto vicino a lui” (MD, p. 333). Il modo come suor Pascalina, la governate di Pio XII, trattò Montini, fa capire che pesa su di lui un sospetto di tradimento.

Lui era il “monsignore che aveva osato “tradire” il termine era molto forte – la battaglia antisocialista oltre che anticomunista di Pacelli. Suor Pascalina aveva visto piangere il papa, deluso per l’atteggiamento di Montini. Il monsignore aveva già attirato l’attenzione del prosegretario del Sant’Uffi­zio, cardinale Ottaviani, un capofila, insieme a Gedda, di quanti accusavano Montini di trescare con Fanfani e di aspirare a una Democrazia cristiana autonoma dal Vaticano. Si andava oltre volendo far credere che il monsignore avesse perfino assistito a certe messe nere. Fu padre Lombardi a dar­ne notizia al papa, e lui, in una nuova crisi di pianto, esclama­va: “Non è vero! Non è possibile! Assolutamente non è possibile crederci” (A. Spinosa, ‘Pio XII, l’ultimo Papa’, Mondadori,1992, p. 358; MD, p. 356).”
In vista delle gravi informazioni su Montini, che non si limitano solo a sospetti d’ordine politico, è alquanto strano che questo potente monsignore abbia scelto allora di sfogare la sua afflizione proprio andando alla “Civiltà Cattoli­ca”, il 16 novembre 1953.
Ma cosa avrebbe saputo di preciso P. Malachi Martin, e dopo mons. Milingo, che dopo aver lavorato in Vaticano, ha affermato pubblicamente: “Paolo VI ha visto entrare il fumo di Satana nella Chiesa di Roma. Ma nessuno lo ha visto uscire”!
Giunti al 1978, si mirava alla “maturazione del momento in cui il papa e la Chiesa cattolica collaborerebbero in pieno come istituzione, con gli sforzi dell’umanità per edificare un mondo migliore per tutti; l’ora in cui il papa abbandonerebbe il suo dogmatismo autoritario e l’insistenza del possesso assoluto e esclusivo della verità definitiva.” (p. 28)
La nuova alta gerarchia era ormai convinta di doversi adattare all’ avento di questo nuovo ordine mondiale per sopravvivere; era lo scopo della nuova Roma sorta dal Vaticano 2º… la Chiesa tradizionale sembrava ormai irrimediabilmente annientata, così come la vecchia gerarchia, congelata dalle soppresse. (p. 46)

 http://www.christusrex.org/www2/ncw/images/24Mpopel.jpg

Malachi Martin avendo improntato il suo libro sul Terzo Segreto di Fatima, pubblicato solo dopo la sua morte, dimostra di aver intuito in pieno il suo contenuto che riguarda l’eccidio del papa insieme alla sua gerarchia e seguito fedele. Dice, infatti, che il processo revisionista del clero al nuovo ordine mondiale “esigeva la «spapizzazione» della Chiesa cattolica”. (p. 95)

Chi comanda il processo? Sentiamo la testimonianza di uno, considerato allora l’uomo più potente della Terra: “Da quando sono entrato nella vita politica, alcuni mi hanno confidato in privato che gli uomini più potenti degli Stati Uniti, nel campo del commercio e dell’industria, temono qualcosa. Sanno che in qualche posto c’è un potere tanto organizzato e subdolo, tanto sorvegliante, interelazionato, completo e penetrante, che non sarebbe prudente accusarlo nemmeno con un sussurro”… ciò scriveva il massone Woodrow Wilson nel 1913, omnipotente presidente americano (lui stesso guidato dal massone collonello House). (p. 347)
MM nella parte finale del libro, dietro il titolo “Quo vadis?”, descrive una Chiesa e il papato condizionati dall’insediamento del “principe del potere ascendente”, cui un lungo elenco di cardinali si sono legati attraverso la Massoneria (p. 670). Il papa allora riconoscerebbe che “nessun papa avrebbe potuto governare la Chiesa attraverso il Vaticano, fino a quando quell’intronizzazione non sarà disfatta”. Eppure l’Autore lascia chiaro che il Papa è l’“ostaccolo” che Dio ha messo tra gli uomini e Lucifero. (p.720). Non di meno la Chiesa continuerà a subire gli effetti del deterioramento della sua struttura avvenuta con “spaventosa velocità nei 15 anni che seguirono la chiusura del Vaticano II”… Era come, per esempio, se il canale di Panama si fosse svuotato in un lampo”. (p. 671)

La contraddizione è evidente poiché quelli che MM chiama papi sono proprio quelli che hanno voluto e promosso il Vaticano 2º.
Si noti come per MM le frecce della diffamazione, della calunnia e della menzogna sono i mezzi usati dai conciliari per liquidade i loro rivali e qui rimane implicito: “mettere in dubbio papi e santi del passato, per i quali chiedono scuse.” (p. 713)
Chi sarebbe allora l’ultimo papa per Martin, per il quale il “papa eslavo” è consapevole dei suoi molti e ricorrenti tradimenti?
“Non aveva egli (Wojtyla) buone ragioni, non solo per dubitare dei suoi giudizi, ma per domandarsi se la totalità del suo pontificato non sia stato un tradimento?” (p. 557)
E di tradimento in tradimento, della Cristianità e della Dottrina, siamo arrivati a Bergoglio, che sembra apprestarsi alla consegna finale da compiere a Gerusalemme, di modo che sia ripetuta la frase di Gesù: “Ciò che fai, fallo presto”! (Gv 13, 27)

1 commento:

  1. Quel che meraviglia sempre più è che ad articoli così precisi, frutto di citazione di lavoro altrui, i commentatori "spurii" cioè quelli che si affannano a lasciare le loro p......ine ogni momento, (tanto per sentirsi qualcuno!) spariscono !
    Infatti anche per la serie di articoli "Il liberalismo è peccato" nessun commento mai degli irosi che qui compaiono....
    Perchè ? ovvio ! Non capiscono nulla se leggessero, quindi non leggono neanche ma sentono l'urgenza fisiologica di esprimere il loro "bisognino".

    Questo tanto per chiarire a quelli che leggono qua, perchè è un blog preso d'assalto dal male e dai suoi accoliti !

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