Fonte : Unavox
Una bella domanda!
Certo è, che l’annuncio dato da Benedetto XVI sul fatto che il prossimo ottobre convocherà i rappresentati di tutte le religioni ad Assisi per la commemorazione del 25° anniversario della prima giornata di preghiera indetta nella stessa città da Giovanni Paolo II, ha sorpreso molte persone.
Soprattutto ha sorpreso il fatto che il Papa intenda commemorare personalmente quel primo incontro interreligioso a cui, da Card. Ratzinger, non volle partecipare.
Evidentemente il Card. Ratzinger è cresciuto spiritualmente in questi 25 anni, non solo per l’elevazione al Soglio Pontificio, ma soprattutto per l’acquisita consapevolezza che Assisi 1986 è stata veramente una delle più importanti iniziative ecumeniche intraprese da Giovanni Paolo II.
In 25 anni si potrà pur cambiare opinione! Soprattutto per un papa!
Ciò che stupisce è che il Card Ratzinger, oggi Benedetto XVI, abbia cambiato opinione su una iniziativa che comporta il coinvolgimento del Vicario di Cristo in un incontro ufficiale di “preghiera”, di portata planetaria, con i rappresentanti delle false religioni, degli idolatri, dei negatori di Cristo, dei bestemmiatori di Gesù e Maria.
Se stupì 25 anni fa l’iniziativa di Giovanni Paolo II e sconcertò perfino diversi vescovi e inquietò tanti cardinali, compreso il Card. Ratzinger, ancor più stupisce l’attuale iniziativa di Benedetto XVI che di fatto decide di reiterare lo stupore, lo sconcerto, l’inquietudine… incurante di suscitare l’indignazione di non pochi cattolici.
D’altronde, a ben riflettere, è possibile pensare che nel 1986 Giovanni Paolo II abbia fatto tutto da sé senza interpellare il suo Prefetto dell’ex Sant’Uffizio? Sembra davvero inverosimile, mentre sembra verosimile che dopo aver concordato tutto col Papa, il Card. Ratzinger si sia reso conto che, come al solito e come accade continuamente anche oggi, la Curia e i vescovi avevano preso il sopravvento, e mentre Giovanni Paolo II avrebbe fatto buon viso a cattivo giuoco, per così dire, il Card Ratzinger, che poteva, si astenne dal partecipare allo scempio.
Pilato docet!
Ora, ci chiediamo, stavolta sarà in grado Benedetto XVI di impedire ogni deviazione, ogni eccesso, ogni arbitrio?
Chi conosce, anche poco, l’andazzo della Curia romana e delle Curie vescovili sa benissimo come sono andate le cose in questi ultimi cinque anni.
Ergo…
Assisi 1986 - Si prega
Detto questo, resta da valutare il senso vero di questa nuova iniziativa, guardando appunto alla prima, del 1986, e alla seconda, del 2002.
Di cosa si è trattato? Di un congresso delle religioni!
Già… sembra incredibile… ma proprio di questo si è trattato: di un’assemblea, di un congresso, di un parlamento di tutte le religioni del mondo, di tutte le religioni mondane, di tutte le religioni umane, convocate clamorosamente dal capo dell’unica vera Religione divina, dal Vicario di Cristo in persona.
Il minimo che si possa dire è che qualunque fedele, non lusingato dal modernismo e dall’universalismo, non corrotto dalla deriva quarantennale della Gerarchia cattolica moderna, non potrà fare a meno di pensare che si violerà nuovamente il Primo Comandamento.
Già, perché Giovanni Paolo II, pregando compiaciuto ad Assisi il suo vero Dio, mentre intorno a lui i plaudenti rappresentanti delle false religioni si rivolgevano devotamente ai loro falsi dei e ai loro idoli… Giovanni Paolo II violò il Primo Comandamento: Io sono il Signore, tuo Dio, non avere altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine... Non ti prostrerai davanti a quelle cose.
Assisi 2002 - Si prega
Non è poco per un papa, non è poco neanche per un semplice fedele, ma è certamente un nonnulla per un cattolico modernista che predica che tutte le religioni sono degne di rispetto, perché fondano la loro autenticità sulla dignità dell’uomo e sulla sua libertà di coscienza. Ed è certamente un piccolo dettaglio per chi, come Giovanni Paolo II, predicava che
“La libertà religiosa costituisce, pertanto, il cuore stesso dei diritti umani. Essa è talmente inviolabile da esigere che alla persona sia riconosciuta la libertà persino di cambiare religione, se la sua coscienza lo domanda.” (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace per l’anno 1999) (si veda l’articolo che scrivemmo a suo tempo).
Questi sono gli elementi su cui si basa l’annuncio di Benedetto XVI, del quale non si può dire che non sia una persona intelligente e teologicamente preparata.
Ed è da queste premesse che si comprende qual è la vera intenzione di Benedetto XVI, tenendo conto che l’annuncio è stato preceduto dalla pubblicazione del “Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace per l’anno 2011”.
In questo messaggio, Benedetto XVI dice che:
“La libertà religiosa è, in questo senso, anche un’acquisizione di civiltà politica e giuridica. Essa è un bene essenziale: ogni persona deve poter esercitare liberamente il diritto di professare e di manifestare, individualmente o comunitariamente, la propria religione o la propria fede, sia in pubblico che in privato, nell’insegnamento, nelle pratiche, nelle pubblicazioni, nel culto e nell’osservanza dei riti. Non dovrebbe incontrare ostacoli se volesse, eventualmente, aderire ad un’altra religione o non professarne alcuna.” (Libertà religiosa, via della pace, § 5).
Assisi 2002 - Si prega
Lette queste due dichiarazioni, anche a prescindere dalle migliaia di altre espresse dai papi e dai vescovi moderni, come si fa a eludere la seguente riflessione?
Se ognuno è libero di professare la religione che vuole e questo può farlo come vuole, passando pure da una religione ad un altra, è fuori dubbio che questi papi insegnano che la dignità umana e le conseguenti libertà di coscienza e di religione sono i fattori prioritari per la retta condotta di un uomo dignitoso e libero.
E se il cambiare religione, per esempio dal Cattolicesimo all’Induismo, è cosa che deriva direttamente, anche se “eventualmente”, da tale dignità umana con annesse libertà di coscienza e di religione, è evidente che questi papi insegnano che tale dignità umana, e i suoi derivati, meritano il massimo rispetto da parte di tutti i cattolici, laici e chierici, meritano il massimo rispetto da parte dei papi, meritano il massimo rispetto da parte della Chiesa stessa, così che, di fatto, ognuno, che sia cattolico o induista, avrà la santa benedizione degli attuali capi terreni della moderna Chiesa Cattolica.
E se le cose stanno così… di grazia, questi papi perché continuano a mandare i missionari in tutti i paesi del mondo?!?!
Dopo il discorso sulla dignità dell’uomo e i suoi derivati, se la logica non è un’opinione, la missione, seppure comandata da Dio, è in effetti un atto di coercizione psicologica, una indebita interferenza, esattamente uno di quegli ostacoli che non devono esistere, come dice Benedetto XVI, con l’aggravante che viola clamorosamente questa famosa e osannata dignità dell’uomo.
Chi può negare che questi papi affermano, di fatto, che tutte le religioni si equivalgono?
Chi può negare che, pur dichiarando che l’unica via di salvezza è quella di Cristo, questi papi considerano che una religione vale l’altra?
E se le cose stanno così… di grazia, questi papi perché continuano a mandare i missionari in tutti i paesi del mondo?!?!
Che faccia di bronzo andare a casa di qualcuno che vive già religiosamente, adorando, mettiamo, Shiva o Allah, Jina o Mitra, e dirgli che l’unico vero Salvatore è il Signore Gesù.
Assisi 2002 - Si prega
Ci chiediamo:
Dopo tutto questo, è possibile pensare che questi papi, anche in modo inconsapevole, abbiano rinnovato il rinnegamento di Pietro? Sia violando il Primo Comandamento, sia ignorando proprio quel Comandamento di Gesù strettamente legato alla nascita della Chiesa e alla sua Santa Missione:
«Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Mt 28, 19-20)
Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. (Mc 16, 15-19)
Cos’è cambiato da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI? Poco o niente!
Assisi 2002 - Si prega
Qui non si vede, ma c'era anche il Card. Ratzinger
L’indifferentismo religioso di Giovanni Paolo II, che avallava decisamente l’“esigenza” di cambiare religione, viene sostituito dall’indifferentismo religioso di Benedetto XVI che afferma che tale esigenza va però considerata “eventuale”… con l’aggravante che il Papa teologo aggiunge alla “eventuale” casistica anche il caso di chi non ne volesse praticare alcuna.
In effetti, questa aggiunta di Benedetto XVI rivela la sua forma mentale, il suo profondo convincimento: il Papa è convinto che la dignità dell’uomo, da cui scaturirebbe la libertà di religione, esige che l’uomo professi una religione, una qualunque, o non ne professi alcuna, perché le due cose sarebbero equivalenti sulla base del bene supremo della pace nel mondo. Ed è quindi logico affermare che quando l’uomo sceglie l’opzione religiosa dev’essere libero di professare qualsiasi religione e dev’essere libero di passare da una religione all’altra, … dopo di che, per perseguire la pace nel mondo e costruire un mondo nuovo più giusto è più umano, questo stesso uomo dovrà farsi sodale di chi della religione non gliene importa un bel niente.
Assisi 2002 - Si prega
Ora, tenuto conto che nel mondo cattolico, a partire dal 2005, si è ampiamente diffuso il convincimento che “oggi, con Benedetto XVI, bisogna ubbidire al Papa senza se e senza ma”, ne consegue che oggi ogni cattolico, sia modernista sia conservatore sia tradizionale, dovrà convenire che tutto ciò che è funzionale al bene supremo della pace nel mondo dev’essere praticato da tutti, e tutti dovranno mettere in essere ogni iniziativa atta a perseguire tale bene supremo: dalla condivisione con i protestanti dell’eresia di Lutero alla scambievole appartenenza religiosa con il residuale e anticristico ebraismo, dalla collaborazione fraterna con l’Islam, l’Induismo e il Buddismo all’annuale convocazione del parlamento delle religioni, tra le quali andranno comprese quelle che, “richieste dalla sua coscienza” vorrà piamente inventarsi chiunque. Senza trascurare che il bene supremo della pace nel mondo deve necessariamente essere perseguito insieme a tutti coloro che non praticano alcuna religione perché non gliene frega niente o perché ritengono che ogni religione sia “l’oppio dei popoli” e violi l’altro caposaldo della salvezza del mondo: l’affermazione della dignità individuale che richiede la totale libertà dell’uomo anche e soprattutto nei confronti di Dio.
Questo sta scritto nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace per l’anno 2011, di Benedetto XVI.
Santità, è sicuro che al prossimo congresso di Assisi, da Lei convocato, non ci sarà pure un rappresentante dell’Anticristo?
Se non c’è già stato nel 1986 o nel 2002?
Perché è fuori dubbio, e Lei lo sa molto bene,
che quella dell’Anticristo è una vera e propria religione,
“autentica” come le altre convocate ufficialmente,
se non di più.
Domanda:
È per questo che si è incarnato il Figlio di Dio?
È per questo che il Signore Gesù ha fondato la Sua Chiesa?
È per questo che il Signore Gesù chiamò Simone figlio di Giona e gli diede una nuova identità naturale e soprannaturale: « Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam et tibi dabo claves regni Coelorum. »?
Domande impertinenti?!
NO! Domande cattoliche!
«Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6, 68-69).
E oggi?
Santo Padre, da chi andremo? Se anche tu subordini le parole di vita eterna al bene supremo della pace nel mondo, di questo mondo che è già stato giudicato, di questo mondo che ha un “principe”, che è Satana (Gv 12, 31).
Santo Padre, chi ci confermerà nella Fede nella vita eterna? Se anche tu relativizzi la lapidaria dichiarazione di Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù» (Gv 18, 36).
Santo Padre, che ne sarà delle nostre anime? Se anche il Vicario di Cristo ci abbandona e si dedica alla salvezza di questo mondo.
Ed ecco allora giungere al galoppo
le truppe della guardia nobile del Papa.
No! Sbagliato!
Nulla di sincretistico, nulla di blasfemo, ma semplicemente l’esigenza di riportare tutti alla religione, qualunque essa sia, perché così diventeremo tutti più buoni e il mondo andrà meglio.
Pagine di contorsionismo teologico per precisare che in realtà l’iniziativa del Papa sarebbe dettata dall’esigenza contingente di sollecitare una più ampia “religionizzazione”, se così si può dire, degli uomini moderni che hanno perduto tutti il senso religioso.
Un’idea geniale!
Se non fosse che, seguendo questo ragionamento, dovremmo riconoscere che Dio è davvero ingenuo, per di più di una ingenuità davvero sconcertante: ha inviato il Suo Figlio in terra, a passare quello che ha passato, per intervenire in un mondo che era già religioso.
Non sapeva, Iddio, che a quel tempo, duemila anni fa, il mondo intero viveva un’adesione alla religione, qualunque essa fosse, in maniera enormemente superiore a quella di oggi?
A che cosa sarebbe servito l’invio del Suo Figlio quando la religione, qualunque essa fosse, c’era già e quando con la sua Onniscienza ben sapeva che dopo duemila anni si sarebbe persa?
E ben sapeva che il Suo Vicario avrebbe finito col convocare il congresso delle false religioni?
Sì… si tratta proprio di una tesi assurda, di una tesi che per di più dimentica colpevolmente che l’Incarnazione del Verbo e la Redenzione erano e sono necessarie, non per salvare il mondo, ma per salvare gli “uomini di buona volontà” dalla dannazione eterna, per permettere loro di acquistare l’“adozione a figli” e rendersi degni del Paradiso.
E allora!?…
Se già duemila anni fa, in un mondo diffusamente religioso fu necessario l’intervento del Figlio di Dio, quanto lo è ancora più oggi in un mondo che è non più religioso?
Altro che congressi delle “religioni”, oggi è diventata necessaria la radicalizzazione della predicazione del Vangelo, una radicalizzazione che ricalchi in toto quella predicata da Nostro Signore stesso: Chi non è come è contro di me! (Lc 11, 23).
Altro che congressi da “volemose bene”… oggi è ancor più necessario predicare alto e forte che chi non sta con Cristo sta con l’Anticristo, pena la perdizione perfino di quelli che potenzialmente sono ancora “uomini di buona volontà”, ma che a causa di iniziative come queste non è escluso che “mangeranno la loro condanna”.
Ma ecco che le stesse guardie nobili del Papa obiettano che il Messaggio del Papa per la pace nel mondo e per la libertà religiosa è dettato da esigenze contingenti particolari,
per esempio dall’esigenza di fermare le stragi dei cristiani che vivono sotto l’imperio di paesi ostili al Cristianesimo.
Certo, questo è comprensibile, ma non si può perseguire un obiettivo simile rinunciando al proprio dovere di stato.
Il Papa, il Vicario di Cristo, ha il dovere di reggere la Chiesa e di confermare i fedeli nella fede, perché la Chiesa e i fedeli stessi possano perseguire al meglio, secondo il comando di Cristo, l’unica suprema legge della Sposa di Cristo: la salus animarum.
La salvezza delle anime!
La salvezza delle anime!
La salvezza delle anime!
Se il Papa, per perseguire il lodevole obiettivo di salvare la vita di centinaia di migliaia di cattolici o di milioni di cristiani, deroga, fosse anche per poco, dal suo dovere, a che serve aver salvato la vita di costoro quando incombe la terribile perdizione delle loro anime?
Che se ne fa la Chiesa, che se ne fa Iddio, di centinaia di migliaia di vite salvate al costo di milioni e milioni di cattolici che, finendo col considerare vere le false religioni e pari ad esse l’unica vera Religione di Dio, consegneranno le loro anime nelle braccia di Satana?
Sta scritto:
«Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?» (Mc 8, 35-36).
Cos’è cambiato da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI? Poco o niente!
L'indù benedice il Vicario di Cristo
I
I
DALLA PADELLA
I
I
NELLA BRACE
I
I
Lo stregone benedice il Vicario di Cristo
E allora possiamo dare una risposta alla nostra domanda iniziale:
non v’è dubbio che si persegue e si pratica la “continuità”
………
la continuità col modernismo anticattolico.
Una continuità che si procura addirittura una giustificazione,
così da apparire come un’ineluttabile necessità.
Se Giovanni Paolo II è un “santo”, proprio perché ebbe il santo coraggio di convocare per la prima volta in duemila anni di storia della Chiesa
il santo parlamento delle false religioni …
come poteva esimersi il suo successore dal ricalcare quelle orme di santità?
Ohibò!
E se fosse il contrario?
Se fosse che Giovanni Paolo II è diventato “santo” proprio perché questa sua presunta santità potesse servire da alibi per il suo successore?
Ecco un’altra bella domanda che meriterebbe risposta.