mercoledì 30 ottobre 2013
"Ai soli vili, ai mezzi cattolici, a coloro che non amano la Chiesa nè Cristo, ma sè medesimi, si lasci la temenza di questo nome".
"L'officio divinamente commessoci di pascere il gregge del Signore
fra i
primi doveri, imposti da Cristo, ha quello di custodire con ogni
vigilanza il deposito della fede trasmessa ai santi, ripudiando le
profane novità di parole e le opposizioni di una scienza di
falso nome.
La quale provvidenza del supremo pastore non vi fu tempo che non fosse
necessaria alla chiesa cattolica: stantechè, per opera del
nemico
dell'uman genere, mai non mancarono uomini
di perverso parlare,
cianciatori di vanità e
seduttori, erranti e consiglieri agli altri
di errori. Pur nondimeno
egli è da confessare che, in questi ultimi
tempi, è cresciuto oltremisura il numero dei nemici della croce
di
Cristo; che, con arti affatto nuove e pieni di astuzia, si affaticano a
render vana la virtù avvivatrice della Chiesa e scrollare dai
fondamenti, se venga lor fatto, lo stesso regno di Gesù Cristo.
Per la
qual cosa non Ci è oggimai più lecito di tacere, se pur
non vogliamo
aver vista di mancare al dovere Nostro gravissimo, e che Ci sia apposta
a trascuratezza di esso la benignità finora usata nella speranza
di più
sani consigli.
Ed a rompere senza più gl'indugi Ci spinge anzitutto il
fatto, che i
fautori dell'errore già non sono omai da ricercarsi fra i nemici
dichiarati: ma, ciò che dà somma pena e timore, si celano
nel seno
stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in
vista. —
Alludiamo, o Venerabili Fratelli, a molti del laicato cattolico e,
ciò
ch'è più deplorevole, a non pochi dello stesso ceto
sacerdotale, i
quali, sotto finta di amore per la Chiesa, scevri d'ogni solido
presidio di filosofico e teologico sapere, tutti anzi penetrati delle
velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si dànno, senza
ritegno di
sorta, per riformatori della Chiesa medesima: e, fatta audacemente
schiera, si gettano su quanto ha di più santo nell'opera di
Cristo, non
risparmiando la persona stessa del Redentore divino, che, con ardimento
sacrilego, rimpiccioliscono fino alla condizione di un puro e semplice
uomo".
QUESTI SONO I FRUTTI DEL DIABOLICO CORSO VATICANOSECONDISTA:
Più di 3.000 religiosi e religiose hanno lasciato ogni anno la vita
consacrata. E' il dato allarmante fornito da mons. José Rodriguez
Carballo, segretario della congregazione per gli Istituti di vita
consacrata e le Società di vita apostolica (il dicastero vaticano
responsabile dei religiosi) nel corso di un convegno.
Il nostro dicastero - ha detto il francescano in un testo pubblicato
nel pomeriggio dall'Osservatore Romano con il titolo "Crisi delle
vocazioni religiose? E' colpa dello zapping" - in 5 anni (2008-2012) ha
dato 11.805 dispense: indulti per lasciare l'istituto, decreti di
dimissioni, secolarizzazioni ad experimentum e secolarizzazioni per
incardinarsi in una diocesi. Si tratta di una media annuale di 2.361
dispense. La Congregazione per il Clero, negli stessi anni, ha dato
1.188 dispense dagli obblighi sacerdotali e 130 dispense dagli obblighi
del diaconato. Sono tutti religiosi: ciò fa una media per anno di 367,6.
Sommando questi dati con gli altri, abbiamo quanto segue: hanno
lasciato la vita religiosa 13.123 religiosi o religiose, in 5 anni, con
una media annuale di 2.624,6. Ciò vuol dire 2,54 ogni 1.000 religiosi.
A questi bisogna aggiungere tutti i casi trattati dalla Congregazione
per la Dottrina della Fede. Secondo un calcolo approssimativo ma
abbastanza sicuro, questo vuol dire che più di 3.000 religiosi religiose
hanno lasciato ogni anno la vita consacrata. Nel computo non sono stati
inseriti i membri delle società di vita apostolica che hanno
abbandonato la loro consacrazione, né quelli di voti temporali.
Certamente i numeri non sono tutto, ma sarebbe da ingenui non tenerne
conto".
Carballo ha aperto insieme al suo prefetto, il cardinale brasiliano
Joao Braz de Aviz l'incontro dal titolo "Fedeltà e perseveranza
vocazionale in una cultura del provvisorio" presso l'Antonianum di Roma.
"Quando si cerca di individuare le cause o di proporre degli
orientamenti, penso che sia necessario fare una radiografia, pur breve e
limitata, della società da cui provengono i nostri giovani, i giovani
che si rivolgono a noi, così come delle fraternità che li accolgono",
afferma Carballo. "Viviamo, anche, in un tempo che possiamo definire il
tempo dello zapping. Zapping, letteralmente, vuole dire: passare da un
canale all'altro, servendosi del telecomando, senza fermarsi su nessuno.
Simbolicamente, zapping, significa non assumere impegni a lungo
termine, passare da un esperimento all'altro , senza fare nessuna
esperienza che segna la vita. In un mondo dove tutto è agevolato, non
c'è posto per il sacrificio, né per la rinuncia, né per altri valori
simili. Invece, questi sono presenti nella scelta vocazionale che esige,
pertanto, di andare controcorrente, come è la vocazione alla vita
consacrata".
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E COSI' SI ESPRIME L'APOSTATA BERGOGLIO CAPO DELLA FALSA CHIESA CONCILIARE: “RIPARTIRE DAL CONCILIO E APRIRE ALLA CULTURA MODERNA. APRIRSI ALLA MODERNITA’ E’ UN DOVERE PER LA CHIESA. LA CURIA ROMANA E’ TROPPO VATICANO-CENTRICA. SONO UN ANTICLERICALE”!!!
Non ci ha, crediamo, alcuno dei nostri lettori, il quale non siasi
talora scontrato in persona, che adoperasse la frase, posta qui per
titolo di quest'articolo, professando cattolicismo e rimovendo
da sè la taccia di clericalismo: Son cattolico ma non
clericale. Alcuni non han dubitato di dichiararlo eziandio colla
stampa; e ultimamente un giornale, morto senza compianto di veruno,
benchè protestasse di essere cattolico e fosse veramente scritto
da cattolici, pur diceva nel suo testamento che non era nè
sarebbe stato mai clericale.
L'avversar questo epiteto di clericale, nei nemici della Chiesa ben si
comprende; giacchè per essi è sinonimo di cattolico.
Leggemmo ultimamente in un giornale razionalista una magnifica
confessione, cioè che cattolico, clericale, gesuita, esprimevano
lo stesso oggetto, secondochè voleva parlarsene con indifferenza
o con disprezzo o con odio; a quel modo che sogliono adoperarsi i
vocaboli: Israelita, ebreo, giudeo. Pei nemici della Chiesa come il dir
gesuita significa cattolico,
in quanto è ad essi odioso;
così clericale dice parimente cattolico, in quanto è ai
loro occhi dispregevole. Ciò si capisce.
Ma per questo appunto non si capisce come una simile avversione possa
aver luogo in chi si professa cattolico. Secondo la data spiegazione,
cattolico non clericale equivarrebbe a cattolico non cattolico:
contraddizion manifesta.
Non in questo senso, dirà taluno, si rimuove l'epiteto
di clericale; ma solo in quanto esprime un partito retrivo, formato da
quella parte del Clero, la quale avversa la patria e gli acquisti della
civiltà moderna. Noi non vogliamo qui entrare a discutere l'esistenza di un tal
partito,
nè il valore delle imputazioni, a cui il Liberalismo appoggia
quel suo fingimento. Una tale disamina ci trasporterebbe fuori
del nostro proposito. Solo diciamo che quand'anche siffatto partito
esistesse, tuttavolta a separarsi da esso dovrebbe inventarsi un
vocabolo, che lo significasse in particolare, non già adoperare
una frase, qual è questa di clericale, che si riferisce, non ad
una parte ma al tutto. Non clericale
esprime alienazione dal Clero
generalmente; e il Clero preso generalmente importa non questo o quel
ceto, questo o quel numero di ecclesiastici, ma tutto l'ordine
ieratico, incluso l'Episcopato, e il Pontefice stesso che n'è
la sommità ed il vertice.
lunedì 28 ottobre 2013
"IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" di Don Félix Sardà y Salvany, (Capitolo 24°)...
Continuiamo la publicazione del LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany.
Prima e seconda parte.
Terza e quarta parte.
Dal Capitolo 5° al Capitolo 8°.
Dal Capitolo 9° al Capitolo 12°.
Dal Capitolo 13° al Capitolo 16°.
Capitolo 17°.
Capitolo 18°.
Capitolo 19°.
Capitolo 20°.
Capitolo 21°.
Terza e quarta parte.
Dal Capitolo 5° al Capitolo 8°.
Dal Capitolo 9° al Capitolo 12°.
Dal Capitolo 13° al Capitolo 16°.
Capitolo 17°.
Capitolo 18°.
Capitolo 19°.
Capitolo 20°.
Capitolo 21°.
«La
parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo,
è
eccellente, conforme ai
documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra
Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà
Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag.
346.
Cap.XXIV: risposta ad un'obiezione, grave a prima vista, contro la dottrina dei due capitoli precedenti
Una difficoltà molto grave, a prima vista, può essere opposta dai nostri avversari alla dottrina stabilita nei due capitoli precedenti. Allora ci sembra giusto prima di procedere di sbarazzare il nostro cammino dagli scrupoli o da altri ostacoli di questo genere che ne renderebbero difficile percorso.
Il Papa, si dice, ed è certo, ha raccomandato molte volte ai giornalisti cattolici la dolcezza, la moderazione, il rispetto della carità in tutte le forme della polemica. Egli vuole che si evitino i modi aggressivi, gli epiteti denigranti e le personalizzazioni ingiuriose. Ora, si dirà, la dottrina che voi avete appena esposto è diametralmente opposta a tutte le raccomandazioni pontificie.
Con l'aiuto di Dio, noi dimostreremo che non c'è contraddizione tra le nostre indicazioni e i saggi consigli del Papa. Ci sarà ugualmente molto facile di darne una prova evidente.
A chi si è indirizzato nostro Santo padre il Papa nelle sue ripetute esortazioni?
Sempre alla stampa cattolica, sempre giornalisti cattolici, supponendoli degni di questo nome. Di conseguenza, è di chiara evidenza che il Santo Padre dando questi consigli, di moderazione e di dolcezza, si indirizzava a dei cattolici che discutevano con altri cattolici di varie questioni, e non a dei cattolici che sostenevano contro degli anti- cattolici dichiarati il duro combattimento della fede.
È fuor di dubbio che il Santo Padre non ha per niente fatto allusione alle incessanti battaglie tra cattolici e liberali, poiché per il fatto stesso che il cattolicesimo è la verità e il liberalismo l'eresia, le lotte che avvengono tra i loro rappresentanti dovrebbero essere definite con buona logica battaglie tra cattolici ed eretici.
È ben certo che il Papa abbia voluto che i suoi consigli non avessero applicazione che nelle nostre liti di famiglia, disgraziatamente troppo frequenti, e che egli non abbia preteso di farci lottare contro gli eterni nemici della Chiesa della Fede, con delle armi spuntate, smussate, sufficienti tutt'al più nelle giostre e nei tornei.
venerdì 25 ottobre 2013
Arai Daniele:"E’ impossibile vedere un papa in contrasto con la Fede, che è necessaria per appartenere alla Chiesa. Per tale verità esiste il Papato. Un “papa eretico”, una “Chiesa defettibile”, una “contraddizione divina” sono abbagli demoniaci".
L'apostata Bergoglio con le sue anticristiane affermazioni sia sull'aspetto morale che sopratutto dottrinale stà dimostrando apertamente di che pasta è fatto , difatti i cosidetti "preti Conciliari" non stavano aspettando altro che un modernista apertamente esplicito negli insegnamenti satanici prodotti dal Conciliabolo Vaticano II per venire allo scoperto e mostrare a tutto l'orbe Cristiano ciò che fanno nelle loro rispettive Parrocchie. Postiamo ora un articolo interessante dal sito ACTA APOSTATICAE SEDIS per avvalorare ciò che abbiamo scritto subito sopra con l'aggiunta del competente pensiero di Arai Daniele sulla figura non cattolica di Bergoglio:
Pienoni alle messe, divorziati in chiesa L'effetto Bergoglio sulle parrocchie.
Aumentano
le confessioni, così come i problemi con separati, coppie di fatto, gay
e conviventi, che chiedono i sacramenti. I sacerdoti e il "pressing"
dei fedeli: "In attesa di nuove regole, ci chiedono risposte"
"Chiese
e messe di nuovo piene, confessioni in aumento, ma anche problemi con
divorziati risposati, coppie di fatto, conviventi, coppie gay che
vogliono i sacramenti perché papa Francesco per loro chiede accoglienza e
misericordia. E in attesa di nuove regole c'è chi impartisce "la
comunione spirituale" o parla di "nuovo cammino eucaristico"". È
l'effetto Bergoglio che sta travolgendo i parroci della diocesi Roma,
dal centro alle periferie più estreme.
"Un fenomeno che ha portato nuovo entusiasmo e fiducia per la Chiesa. Ma forse eravamo impreparati - confessa, ad esempio, don Federico Tartaglia, parroco di San Giovanni Battista a Cesano - a dare risposte a famiglie ferite o a conviventi senza nuove norme. Francesco si fa capire, arriva al cuore, parla di povertà, sullo Ior, la banca vaticana, ha già fatto molto. Ma speriamo nel Sinodo sulla famiglia del prossimo anno". Stessa analisi da don Giuseppe Frigiola, parroco di Santa Chiesa a piazza dei Giochi Delfici: "I parroci sentono che con Francesco si aprono nuovi orizzonti per la Chiesa. E la crescita delle conversioni lo dimostra". Quanto a "divorziati risposati e conviventi ora siamo più motivati e, in attesa di novità canoniche, possiamo certamente intraprendere un nuovo "cammino eucaristico" con chi vive in difficoltà".
"Un fenomeno che ha portato nuovo entusiasmo e fiducia per la Chiesa. Ma forse eravamo impreparati - confessa, ad esempio, don Federico Tartaglia, parroco di San Giovanni Battista a Cesano - a dare risposte a famiglie ferite o a conviventi senza nuove norme. Francesco si fa capire, arriva al cuore, parla di povertà, sullo Ior, la banca vaticana, ha già fatto molto. Ma speriamo nel Sinodo sulla famiglia del prossimo anno". Stessa analisi da don Giuseppe Frigiola, parroco di Santa Chiesa a piazza dei Giochi Delfici: "I parroci sentono che con Francesco si aprono nuovi orizzonti per la Chiesa. E la crescita delle conversioni lo dimostra". Quanto a "divorziati risposati e conviventi ora siamo più motivati e, in attesa di novità canoniche, possiamo certamente intraprendere un nuovo "cammino eucaristico" con chi vive in difficoltà".
giovedì 24 ottobre 2013
I FRUTTI DELLA SATANICA "NUOVA CHIESA CONCILIARE"...
Dalle
«Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo
(Catech. 5 sulla fede e il simbolo, 12-13; PG 33, 519-523)
Il simbolo della fede
Nell'apprendere e professare la fede, abbraccia e ritieni soltanto quella che ora ti viene proposta dalla Chiesa ed è garantita da tutte le Scritture. Ma non tutti sono in grado di leggere le Scritture. Alcuni ne sono impediti da incapacità, altri da occupazioni varie. Ecco perché, ad impedire che l'anima riceva danno da questa ignoranza, tutto il dogma della nostra fede viene sintetizzato in poche frasi.
Io ti consiglio di portare questa fede con te come provvista da viaggio per tutti i giorni di tua vita e non prenderne mai altra fuori di essa, anche se noi stessi, cambiando idea, dovessimo insegnare il contrario di quel che insegniamo ora, oppure anche se un angelo del male, cambiandosi in angelo di luce, tentasse di indurti in errore. Così «se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello che abbiamo predicato, sia anàtema!» (Gal 1, 8).
Cerca di ritenere bene a memoria il simbolo della fede. Esso non è stato fatto secondo capricci umani, ma è il risultato di una scelta dei punti più importanti di tutta la Scrittura. Essi compongono e formano l'unica dottrina della fede. E come un granellino di senapa, pur nella sua piccolezza, contiene in germe tutti i ramoscelli, così il simbolo della fede contiene, nelle sue brevi formule, tutta la somma di dottrina che si trova tanto nell'Antico quanto nel Nuovo Testamento.
Perciò, fratelli, conservate con ogni impegno la tradizione che vi viene trasmessa e scrivetene gli insegnamenti nel più profondo del cuore.
Vigilate attentamente perché il nemico non vi trovi indolenti e pigri e così vi derubi di questo tesoro. State in guardia perché nessun eretico stravolga le verità che vi sono state insegnate. Ricordate che aver fede significa far fruttare la moneta che è stata posta nelle vostre mani. E non dimenticate che Dio vi chiederà conto di Ciò che vi è stato donato.
«Vi scongiuro», come dice l'Apostolo, «al cospetto di Dio che dà vita a tutte le cose, e di Cristo Gesù, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato» (1 Tm 6, 13), conservare intatta fino al ritorno del Signore nostro Gesù Cristo questa fede che vi è stata insegnata.
Ti è stato affidato il tesoro della vita, e il Signore ti richiederà questo deposito nel giorno della sua venuta «che al tempo stabilito sarà a noi rivelata dal beato e unico sovrano, il re dei regnanti e Signore dei signori; il solo che possiede l'immortalità, che abita una luce inaccessibile, che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere» (1 Tm 6, 15-16). Al quale sia gloria, onore ed impero per i secoli eterni. Amen.
Fonte: Nel paese dei balocchi...
La cristoteca, ovvero la discoteca in cui si ballano brani religiosi, arriva in Italia direttamente dal Brasile.
(Catech. 5 sulla fede e il simbolo, 12-13; PG 33, 519-523)
Il simbolo della fede
Nell'apprendere e professare la fede, abbraccia e ritieni soltanto quella che ora ti viene proposta dalla Chiesa ed è garantita da tutte le Scritture. Ma non tutti sono in grado di leggere le Scritture. Alcuni ne sono impediti da incapacità, altri da occupazioni varie. Ecco perché, ad impedire che l'anima riceva danno da questa ignoranza, tutto il dogma della nostra fede viene sintetizzato in poche frasi.
Io ti consiglio di portare questa fede con te come provvista da viaggio per tutti i giorni di tua vita e non prenderne mai altra fuori di essa, anche se noi stessi, cambiando idea, dovessimo insegnare il contrario di quel che insegniamo ora, oppure anche se un angelo del male, cambiandosi in angelo di luce, tentasse di indurti in errore. Così «se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello che abbiamo predicato, sia anàtema!» (Gal 1, 8).
Cerca di ritenere bene a memoria il simbolo della fede. Esso non è stato fatto secondo capricci umani, ma è il risultato di una scelta dei punti più importanti di tutta la Scrittura. Essi compongono e formano l'unica dottrina della fede. E come un granellino di senapa, pur nella sua piccolezza, contiene in germe tutti i ramoscelli, così il simbolo della fede contiene, nelle sue brevi formule, tutta la somma di dottrina che si trova tanto nell'Antico quanto nel Nuovo Testamento.
Perciò, fratelli, conservate con ogni impegno la tradizione che vi viene trasmessa e scrivetene gli insegnamenti nel più profondo del cuore.
Vigilate attentamente perché il nemico non vi trovi indolenti e pigri e così vi derubi di questo tesoro. State in guardia perché nessun eretico stravolga le verità che vi sono state insegnate. Ricordate che aver fede significa far fruttare la moneta che è stata posta nelle vostre mani. E non dimenticate che Dio vi chiederà conto di Ciò che vi è stato donato.
«Vi scongiuro», come dice l'Apostolo, «al cospetto di Dio che dà vita a tutte le cose, e di Cristo Gesù, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato» (1 Tm 6, 13), conservare intatta fino al ritorno del Signore nostro Gesù Cristo questa fede che vi è stata insegnata.
Ti è stato affidato il tesoro della vita, e il Signore ti richiederà questo deposito nel giorno della sua venuta «che al tempo stabilito sarà a noi rivelata dal beato e unico sovrano, il re dei regnanti e Signore dei signori; il solo che possiede l'immortalità, che abita una luce inaccessibile, che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere» (1 Tm 6, 15-16). Al quale sia gloria, onore ed impero per i secoli eterni. Amen.
Fonte: Nel paese dei balocchi...
La cristoteca, ovvero la discoteca in cui si ballano brani religiosi, arriva in Italia direttamente dal Brasile.
L’iniziativa prende vita per iniziativa di Padre Joseph Anthony con lo scopo di avvicinare i giovani alla Chiesa attraverso la musica. Il parroco, conosciuto nei locali come dj Zeton, munito di cuffie e consolle organizza serate in giro per Rio de Janeiro insieme al suo gruppo.
La musica? Brani religiosi rivisitati in chiave tecno-house. Si va dalle grande voci gospel remixate ai pezzi Christian trance. E’ anche possibile ascoltare la rielaborazione a cura degli Ziggybeats del salmo 23 del Vangelo, quello di Davide che iniziano con:
“Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposar…”
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martedì 22 ottobre 2013
"IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" di Don Félix Sardà y Salvany, (Capitolo 23°)...
Continuiamo la publicazione del LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany.
Prima e seconda parte.
Terza e quarta parte.
Dal Capitolo 5° al Capitolo 8°.
Dal Capitolo 9° al Capitolo 12°.
Dal Capitolo 13° al Capitolo 16°.
Capitolo 17°.
Capitolo 18°.
Capitolo 19°.
Capitolo 20°.
Capitolo 21°.
Terza e quarta parte.
Dal Capitolo 5° al Capitolo 8°.
Dal Capitolo 9° al Capitolo 12°.
Dal Capitolo 13° al Capitolo 16°.
Capitolo 17°.
Capitolo 18°.
Capitolo 19°.
Capitolo 20°.
Capitolo 21°.
«La
parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo,
è
eccellente, conforme ai
documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra
Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà
Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag.
346.
Capitolo 23: conviene, mentre si combatte l'errore, combattere e screditare la persona che lo sostiene ?
Passi la guerra contro dottrine astratte, dirà qualcuno. Ma conviene combattere l'errore, per quanto evidente esso sia, abbattendosi e accanendosi contro le persone che lo sostengono ?
Ecco la nostra risposta.
Si, spesso conviene e non solamente conviene, ma ancor più è indispensabile meritorio davanti a Dio e davanti alla società, che sia così.
Questa affermazione deriva da ciò che è stato precedentemente esposto, tuttavia noi vogliamo trattarla qui ex-professo tanto è grande la sua importanza.
L'accusa di fare dei personalismi non è di solito rivolta agli apologisti cattolici e quando i liberali intaccati di liberalismo gettano quest'accusa contro uno dei nostri, sembra loro che non vi sia più niente da appurare per la sua condanna. Tuttavia essi si sbagliano, si, in verità, si sbagliano. Occorre discreditare e combattere le idee malsane e ancor più bisogna ispirare l'odio , il disprezzo e l'orrore, verso queste idee, nella moltitudine che cercano di sedurre e reclutare.
Le idee non si sostengono in alcun caso da se stesse, esse non si diffondono né si propagano per il solo fatto di esistere; non potrebbero da sole produrre tutto il male di cui soffre la società. Esse assomigliano frecce o a pallottole che non ferirebbero nessuno, se non si usassero archi o fucili.
È dunque con l'arciere e i fuciliere che deve prendersela, prima di tutto, colui che vuol metter fine ai loro tiri assassini.
Qualsiasi altro modo di guerreggiare sarà liberale, quanto si vorrà, ma sarà insensato.
Gli autori e propagatori di dottrine eretiche sono dei soldati che usano delle armi caricate con proiettili avvelenati. Le loro armi sono il libro, il giornale, il discorso pubblico, l'influenza personale. È sufficiente portarsi a destra a sinistra per evitare i colpi ? No, la prima cosa da fare, la più efficace è di eliminare il tiratore.
Così dunque conviene togliere qualsiasi autorità qualsiasi credito al libro, al giornale e al discorso del nemico, ma conviene anche, in certi casi, fare altrettanto per la sua persona, si, per la sua persona che è incontestabilmente l'elemento principale della lotta, come l'artigliere è l'elemento principale dell'artiglieria e non la bomba, la polvere e il cannone.
È dunque lecito in certi casi rivelare al pubblico le sue infamie, ridicolizzare le sue abitudini, trascinare il suo nome nella polvere.
Si, lettore, ciò è permesso, permesso in prosa, in versi, in caricatura, in un tono scherzoso o meno, con tutti i mezzi e procedimenti che l'avvenire potrà inventare. Importa solamente non mettere la menzogna al servizio della giustizia. Questo no, sotto nessun pretesto può essere portata offesa alla Verità, nemmeno d’uno iota.
Ma senza uscire dai suoi stretti limiti si può ricordare questa parola di Cretinau-Joly e trarne profitto: la Verità è la sola carità permessa alla storia, si potrebbe anche aggiungere: e alla difesa della Religione e della Società. Che I Padri che noi abbiamo già citato forniscono la prova di questa tesi. Gli stessi titoli delle loro opere affermano chiaramente che nelle loro lotte con le eresie, i loro primi colpi furono diretti contro gli eresiarchi.
Le opere di Sant'Agostino portano quasi tutte in prima pagina il nome dell'autore dell'eresia che combattono: Contra Fortunatum Manichoeum; Adversus Adamanctum; Contra Felicem; Contra Secundinum; Quis fuerit Petilianus; De Gestis Pelagii; Quis fuerit Julianus Etc. in tale maniera che la maggior parte della polemica del grande dottore fu personale, aggressiva, biografica, per così dire, quanto dottrinale, lottando corpo a corpo con l'eretico non meno che con l'eresia.
Ciò che noi diciamo di Sant'Agostino, potremmo dirlo di tutti i santi Padri.
Da dove il liberalismo ha dunque tratto la nuova obbligazione morale di non combattere l'errore se non facendo astrazione delle persone, se non elargendo agli eretici incensamenti e sorrisi ?
Si attengano piuttosto alla Tradizione cristiana e ci lascino, noi gli ultramontani, difendere la SANTA FEDE come è stata sempre difesa nella Chiesa di Dio.
Che la spada del polemista cattolico ferisca, che essa ferisca, che vada dritta al cuore !
È questa l'unica maniera reale ed efficace di combattere.
lunedì 21 ottobre 2013
Il falso Papa Cattolico Bergoglio incontra gli eretici luterani per la celebrazione comune dei 500 anni della riforma luterana, promossa dal satanasso Lutero degno padre degli impostori che occupano abusivamente la Chiesa dal Conciliabolo Vaticano II...
«Perdono reciproco tra cattolici e luterani»
Il Papa alla Federazione luterana mondiale e alla Commissione
luterano-cattolica per l’Unità: «Le difficoltà non mancano, ma non ci
spaventiamo!»
di D. Agasso jr, da Vatican Insider del 21.10.2013
«Cattolici e luterani possono chiedere perdono per il male arrecato
gli uni agli altri e per le colpe commesse davanti a Dio». L'ha detto
papa Francesco stamani nell'udienza alla delegazione della Federazione
luterana mondiale e ai membri della Commissione luterano-cattolica per
l’Unità.
Questo incontro tra il Pontefice e il vescovo Munib Younan, presidente della Federazione, e con il segretario Martin Junge, segue quello «molto cordiale e gradito» avvenuto in occasione della celebrazione di inizio del suo ministero petrino.
«Guardo con senso di profonda gratitudine al Signore Gesù Cristo – ha detto Francesco - ai numerosi passi che le relazioni tra luterani e cattolici hanno compiuto negli ultimi decenni, e non solo attraverso il dialogo teologico, ma anche mediante la collaborazione fraterna in molteplici ambiti pastorali e, soprattutto, nell’impegno a progredire nell’ecumenismo spirituale». E proprio l'ecumenismo spirituale «costituisce, in certo senso, l’anima del nostro cammino verso la piena comunione, e ci permette di pregustarne già da ora qualche frutto, anche se imperfetto: nella misura in cui ci avviciniamo con umiltà di spirito al Signore Nostro Gesù Cristo, siamo sicuri di avvicinarci anche tra di noi e nella misura in cui invocheremo dal Signore il dono dell’unità, stiamo certi che Lui ci prenderà per mano e sarà la nostra guida».
Francesco ha poi ricordato: «Quest’anno, come risultato del dialogo teologico, che compie ormai cinquant’anni, e in vista della commemorazione del quinto centenario della Riforma, è stato pubblicato il testo della Commissione per l’Unità luterano-cattolica, dal significativo titolo: “Dal conflitto alla comunione. L’interpretazione luterano-cattolica della Riforma nel 2017”». E al Papa «sembra davvero importante per tutti lo sforzo di confrontarsi in dialogo sulla realtà storica della Riforma, sulle sue conseguenze e sulle risposte che ad essa vennero date».
Questo incontro tra il Pontefice e il vescovo Munib Younan, presidente della Federazione, e con il segretario Martin Junge, segue quello «molto cordiale e gradito» avvenuto in occasione della celebrazione di inizio del suo ministero petrino.
«Guardo con senso di profonda gratitudine al Signore Gesù Cristo – ha detto Francesco - ai numerosi passi che le relazioni tra luterani e cattolici hanno compiuto negli ultimi decenni, e non solo attraverso il dialogo teologico, ma anche mediante la collaborazione fraterna in molteplici ambiti pastorali e, soprattutto, nell’impegno a progredire nell’ecumenismo spirituale». E proprio l'ecumenismo spirituale «costituisce, in certo senso, l’anima del nostro cammino verso la piena comunione, e ci permette di pregustarne già da ora qualche frutto, anche se imperfetto: nella misura in cui ci avviciniamo con umiltà di spirito al Signore Nostro Gesù Cristo, siamo sicuri di avvicinarci anche tra di noi e nella misura in cui invocheremo dal Signore il dono dell’unità, stiamo certi che Lui ci prenderà per mano e sarà la nostra guida».
Francesco ha poi ricordato: «Quest’anno, come risultato del dialogo teologico, che compie ormai cinquant’anni, e in vista della commemorazione del quinto centenario della Riforma, è stato pubblicato il testo della Commissione per l’Unità luterano-cattolica, dal significativo titolo: “Dal conflitto alla comunione. L’interpretazione luterano-cattolica della Riforma nel 2017”». E al Papa «sembra davvero importante per tutti lo sforzo di confrontarsi in dialogo sulla realtà storica della Riforma, sulle sue conseguenze e sulle risposte che ad essa vennero date».
sabato 19 ottobre 2013
Monsignor Williamson sul modernista Bergoglio "Pontefice della falsa Chiesa Conciliare"...
Commenti
settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
19 ottobre 2013
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
19 ottobre 2013
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http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html
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Francesco senza Dio
I cattolici che mantengono un qualche reale senso della loro fede, sono scandalizzati dalle parole e dalle azioni dell’uomo seduto attualmente sulla Cattedra di Pietro. Viene quasi da chiedersi se sia stato messo lì per distruggere ciò che rimane della Chiesa cattolica. Come un vero figlio del Vaticano II, egli si sta allontanando da Dio e sta andando verso l’uomo. A mo’ d’esempio, ecco le prime nove citazioni tratte (non da me) dal resoconto dell’udienza concessa da Francesco, il 24 settembre, al direttore ateo di un giornale italiano.
Le citazioni da 2 a 5 riguardano la Chiesa (io riassumo): 2 L’amministrazione della Chiesa dev’essere più orizzontale e meno verticale. 3 La Curia romana è troppo egoista. Deve volgersi al popolo. 4 Il Papa non dev’essere più un re circondato da cortigiani adulatori. 5 Troppi preti sono egoisti e ostacolano la Cristianità.
Ora, citazioni come queste vogliono, ovviamente, compiacere il moderno pubblico democratico che dalla Chiesa non ha mai voluto sentirsi dire cosa fare, ma sono oneste e giuste verso gli innumerevoli Papi, Curie, Amministrazioni e Preti che prima di Francesco, per 1900 anni, hanno mantenuto la struttura della Chiesa per la salvezza delle anime? Francesco invece, lascerà dietro di lui delle strutture ancora in piedi e delle anime salvate?
Le citazioni 1 e 6 riguardano il mondo: 1 Con me la Chiesa starà fuori dalla politica. Per lasciare che gli uomini democratici si gettino all’Inferno? 6 Oggi i due più gravi problemi del mondo sono la disoccupazione dei giovani e la solitudine dei vecchi. Ora, questi sono due dei reali problemi dell’uomo di oggi, ma perché? Non è forse perché gli uomini di Chiesa come Francesco lasciano, appunto, la politica ai politicanti, mettendo di fronte ai giovani i soldi? E anche perché gli uomini di Chiesa come lui si rifiutano di imporre quelle leggi della Chiesa che, tenendo insieme la famiglia, l’aiutano ad accudire le persone anziane?
Le citazioni 7 e 9 riguardano la religione: 9 Gesù ci ha dato una sola via di salvezza, l’amore reciproco. Ma l’amore per il prossimo senza l’amore per Dio si trasforma presto in odio per il prossimo, per esempio il comunismo. 7a Convertire la gente è un non senso. È invece il più sensato dei sensi se, com’è il caso, nessuno può andare in Cielo senza credere in Dio e nel Suo Divino Figlio, Gesù Cristo! 7b Noi dobbiamo metterci insieme e muoverci l’un l’altro verso il Bene. Ma noi dobbiamo muoverci l’un l’altro verso Dio. Cos’altro è il Bene? Se Francesco non nomina Dio, chi crederà in Dio?
La citazione 8 è la più grave di tutte: 8a Io credo in Dio, non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico. Questo è gravemente fuorviante. Certo, Dio è Dio di tutti gli uomini, ma Egli ha istituito per tutti gli uomini una religione, e solo una religione, e questa è la religione cattolica. Quindi il Dio del cattolicesimo è l’unico e solo vero Dio. 8b Gesù è la sua incarnazione, il mio maestro e il mio pastore, ma Dio, il Padre, Abbà, è la luce e il Creatore. Ancora gravemente fuorviante. Quel “ma” indica che Gesù non è il Creatore? Francesco crede che Gesù sia niente di più che un semplice uomo? 8c Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Questo non è neanche fuorviante, è la negazione di ogni morale oggettiva, la negazione di tutti i principii della morale cattolica. Questo è un invito per tutti gli uomini a fare ciò che pare a loro. Venendo dall’uomo che è secondo tutte le apparenze il Papa cattolico, è pura follia.
I cattolici che mantengono un qualche reale senso della loro fede, sono scandalizzati dalle parole e dalle azioni dell’uomo seduto attualmente sulla Cattedra di Pietro. Viene quasi da chiedersi se sia stato messo lì per distruggere ciò che rimane della Chiesa cattolica. Come un vero figlio del Vaticano II, egli si sta allontanando da Dio e sta andando verso l’uomo. A mo’ d’esempio, ecco le prime nove citazioni tratte (non da me) dal resoconto dell’udienza concessa da Francesco, il 24 settembre, al direttore ateo di un giornale italiano.
Le citazioni da 2 a 5 riguardano la Chiesa (io riassumo): 2 L’amministrazione della Chiesa dev’essere più orizzontale e meno verticale. 3 La Curia romana è troppo egoista. Deve volgersi al popolo. 4 Il Papa non dev’essere più un re circondato da cortigiani adulatori. 5 Troppi preti sono egoisti e ostacolano la Cristianità.
Ora, citazioni come queste vogliono, ovviamente, compiacere il moderno pubblico democratico che dalla Chiesa non ha mai voluto sentirsi dire cosa fare, ma sono oneste e giuste verso gli innumerevoli Papi, Curie, Amministrazioni e Preti che prima di Francesco, per 1900 anni, hanno mantenuto la struttura della Chiesa per la salvezza delle anime? Francesco invece, lascerà dietro di lui delle strutture ancora in piedi e delle anime salvate?
Le citazioni 1 e 6 riguardano il mondo: 1 Con me la Chiesa starà fuori dalla politica. Per lasciare che gli uomini democratici si gettino all’Inferno? 6 Oggi i due più gravi problemi del mondo sono la disoccupazione dei giovani e la solitudine dei vecchi. Ora, questi sono due dei reali problemi dell’uomo di oggi, ma perché? Non è forse perché gli uomini di Chiesa come Francesco lasciano, appunto, la politica ai politicanti, mettendo di fronte ai giovani i soldi? E anche perché gli uomini di Chiesa come lui si rifiutano di imporre quelle leggi della Chiesa che, tenendo insieme la famiglia, l’aiutano ad accudire le persone anziane?
Le citazioni 7 e 9 riguardano la religione: 9 Gesù ci ha dato una sola via di salvezza, l’amore reciproco. Ma l’amore per il prossimo senza l’amore per Dio si trasforma presto in odio per il prossimo, per esempio il comunismo. 7a Convertire la gente è un non senso. È invece il più sensato dei sensi se, com’è il caso, nessuno può andare in Cielo senza credere in Dio e nel Suo Divino Figlio, Gesù Cristo! 7b Noi dobbiamo metterci insieme e muoverci l’un l’altro verso il Bene. Ma noi dobbiamo muoverci l’un l’altro verso Dio. Cos’altro è il Bene? Se Francesco non nomina Dio, chi crederà in Dio?
La citazione 8 è la più grave di tutte: 8a Io credo in Dio, non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico. Questo è gravemente fuorviante. Certo, Dio è Dio di tutti gli uomini, ma Egli ha istituito per tutti gli uomini una religione, e solo una religione, e questa è la religione cattolica. Quindi il Dio del cattolicesimo è l’unico e solo vero Dio. 8b Gesù è la sua incarnazione, il mio maestro e il mio pastore, ma Dio, il Padre, Abbà, è la luce e il Creatore. Ancora gravemente fuorviante. Quel “ma” indica che Gesù non è il Creatore? Francesco crede che Gesù sia niente di più che un semplice uomo? 8c Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Questo non è neanche fuorviante, è la negazione di ogni morale oggettiva, la negazione di tutti i principii della morale cattolica. Questo è un invito per tutti gli uomini a fare ciò che pare a loro. Venendo dall’uomo che è secondo tutte le apparenze il Papa cattolico, è pura follia.
Papa Francesco può invocare il fatto che sta cercando di porsi
in contatto con l’uomo moderno, ma mettersi in contatto con lui senza
Dio è come saltare in un fiume vorticoso per aiutare uno che sta
annegando, senza la corda legata alla riva. Si finirà annegati
con lui. Santità, Lei non sta aiutando, ma annegando!
Kyrie eleison.
NB - La settimana scorsa abbiamo fatto un errore nell'indirizzo Americano della St Marcel Initiative: l'indirizzo errato era 6051, Watson Street - l'indirizzo giusto è 9051, Watson Street. Vogliate scusarci.
Kyrie eleison.
NB - La settimana scorsa abbiamo fatto un errore nell'indirizzo Americano della St Marcel Initiative: l'indirizzo errato era 6051, Watson Street - l'indirizzo giusto è 9051, Watson Street. Vogliate scusarci.
venerdì 18 ottobre 2013
"Non ho più le gambe ma non scapperei, mi hanno lasciato la testa attaccata al tronco: posso solo con grande gioia sputargli ogni giorno in faccia e chiamarli con il nome che essi meritano: vigliacchi assassini infami".
Fonte: Pietro Zucchetti...
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Buongiorno, mi chiamo Pietro Zuccheretti, ho 10 anni, e oggi vi
racconto perché mi vedete così in questa immagine. E’ il 23 Marzo 1944, è
iniziata la quarta primavera di guerra da pochi giorni, la mia città,
Roma, è stata dichiarata da tempo ormai dal comando Germanico “città
aperta” ovvero, data la sua particolarità di avere una quantità enorme
di edifici e monumenti storici, non vi sono schierate né truppe né mezzi
militari, volti a mettere a rischio l’incolumità dei monumenti
millenari di questa città; inoltre a Roma vi è anche lo Stato
Pontificio, altro luogo da preservare dalla guerra anche se, nonostante
ciò, gli aerei degli angloamericani la sorvolano quotidianamente
lanciando bombe dove capita, anche sul Vaticano stesso, ancora è fresca
la ferita del bombardamento del Quartiere di San Lorenzo e ancora molta
gente piange i morti di quel bombardamento che i posteri, molti anni
dopo, facendo ricerche, scopriranno essere stato ideato da Solly
Zuckerman, il teorico del bombardamento terroristico su civili indifesi e
obbiettivi non più militari ma civili.
Io sto camminando per strada, mi trovo in Via Rasella,
all’altezza di palazzo Tittoni, e mentre percorro questa strada, in
senso opposto marciano inquadrati nei ranghi 156 uomini della 11°
Compagnia del reggimento “Bozen”, comandato dal Maggiore Helmut
Dobbrick: questa strada viene quotidianamente percorsa da questi soldati
della Feldgendarmerie dopo le esercitazioni quotidiane.
Vi faccio
notare che, proprio perché la mia città, Roma, è stata dichiarata “città
aperta”, non vi sono né truppe né carri armati, il servizio d’ordine
pubblico è demandato alla P.A.I: (Polizia dell´Africa Italiana) e ai
riservisti della Feldgendarmerie, oltre ai Militi delle Brigate Nere:
ciò per volontà di Benito Mussolini e di Hitler in persona. Questi
uomini, hanno il compito esclusivo di svolgere attività di Ordine
Pubblico, non sono impegnati al fronte, né impegnati in azioni belliche
di alcun rilievo contro il nemico angloamericano che è impantanato e
bloccato nella zona di bonifica dell’Agro Pontino dal mese di Gennaio
‘44 quando gli angloamericani sbarcati a Nettunia per volontà del
premier inglese pensavano di raggiungere Roma in pochi giorni mentre in
realtà, le truppe Germaniche e i Battaglioni Nembo, Barbarigo, Degli
Oddi, e i Genieri della GNR con un altissimo prezzo in termini di
perdite umane li hanno inchiodati sulle loro posizioni. Non passa giorno
che a Roma in città non si registrino azioni isolate di uccisioni alle
spalle, di agguati ai militi della GNR che vengono uccisi e lasciati
sanguinare sul selciati, sui sampietrini. Ciò produce preoccupazione e
sdegno anche da parte del Pontefice Pio XII, il quale teme una
recrudescenza sanguinosa ed altri inutili morti, perché il Pontefice è
perfettamente conscio del rischio dell’avanzare del comunismo (che teme e
deplora platealmente) ed altresì è perfettamente conscio del fatto che
uccidere un singolo milite alla schiena e poi scappare non anticipa di
certo la fine della guerra ma altresì non fa altro ch esacerbare gli
animi già tesi.
giovedì 17 ottobre 2013
"Dopo la morte di Priebke, il porcaio mediatico ha aperto i suoi cancelli, diffondendo per ogni dove i suoi mefitici miasmi".
Fonte: Andrea Carancini...
Di Carlo Mattogno
L'11
ottobre Il Fatto Quotidiano ha pubblicato in rete un articolo dal titolo
Negazionismo, Nitto Palma: “Tutti d’accordo, introdurre reato al più
presto”, che riferisce:
«Un iter accelerato per introdurre il reato di negazionismo.
Ad annunciarlo nel giorno della morte dell’ex ufficiale delle Ss Erich Priebke
è Francesco Nitto Palma, presidente della commissione Giustizia (Pdl).
“D’intesa con i capigruppo del Partito democratico, del Popolo della libertà,
di Scelta civica e del Gal, sentito il vice presidente Buccarella del M5S,
comunico che martedì 15 ottobre la Commissione procederà alla discussione
generale, alla fase emendativa e, se possibile, alla votazione dei singoli
emendamenti sul disegno di legge concernente il reato di negazionismo, sì da
poter licenziare il provvedimento nella serata stessa di martedì”.
“Con l’occasione – aggiunge Nitto Palma – ritenendo di
interpretare anche il pensiero dei colleghi della commissione Giustizia,
manifesto tutto il mio sdegno per le affermazioni di Erich Priebke, rese note
dopo la sua morte, ancor più gravi se si pensa che di qui a qualche giorno
cadrà il 70esimo anniversario del rastrellamento operato al ghetto di Roma”[1].
Dunque
il pretesto della riesumazione della proposta di legge è lo «sdegno per le
affermazioni di Erich Priebke»: che cosa tali affermazioni abbiano a che fare
con la ricerca scientifica revisionistica, lo sa soltanto il signor Nitto
Palma. Che consolazione, però, vedere tutte queste forze politiche, che già
hanno devastato economicamente e socialmente l'Italia e ora, al servizio
dell'usurocrazia europea, si accingono a infliggerle il colpo di grazia, così
lietamente concordi e unite quando si tratta di correre in soccorso di Israele,
alla faccia della costituzione italiana e delle libertà che garantisce!
Dopo
la morte di Priebke, il porcaio mediatico ha aperto i suoi cancelli,
diffondendo per ogni dove i suoi mefitici
miasmi. Esso è il prodotto di una commistione di ipocrisia farisaica e
di ignoranza caprina. La furia parlamentare è stata vieppiù scatenata dal
suddetto porcaio mediatico, secondo il quale Priebke fu «il responsabile delle
Fosse Ardeatine», o, più idilliacamente, «il boia delle Fosse Ardeatine».
È
bene delineare sommariamente la vicenda processuale di Priebke, facendo parlare
le sentenze, le quali, ci spiegano i nostri onorevoli Garanti (a
chiacchiere) della costituzione, vanno “sempre rispettate”, ma anche
commentate.
L'ex SS-Obersturmbannführer
Herbert Kappler fu processato per la
fucilazione delle Fosse Ardeatine dal Tribunale Militare territoriale di Roma,
che emise la sua sentenza il 21 luglio 1948. Ne cito gli stralci che mi
sembrano particolarmente degni di rilievo (i corsivi sono miei).
mercoledì 16 ottobre 2013
"Non sputate su un morto; quell’appuntamento lo abbiamo tutti e sarebbe assai meglio se ognuno si preoccupasse di arrivarci con la propria coscienza a posto"…
Aggiornamento pervenutoci da un diretto interessato. Ringraziamo e pubblichiamo...
Scusate il ritardo.
Notizie acquisite alla fonte della Fraternità S. Pio X (FSSPX) riguardo i funerali del Capitano Erich Priebke.
Ieri
i cancelli del Priorato di Albano sono rimasti aperti fino alle 15
circa. Poteva entrare chiunque. Quando i facinorosi cattocomunisti
hanno cominciato a crescere di numero il cancellone è stato chiuso.
Una
siepe di poliziotti si è parata davanti all’ingresso. Grida belluine,
bestemmie, canti partigiani si sono levati dalla canea. Verso le 16 un
figlio del Capitano voleva entrare, ma gli è stato impedito.
Un po’ prima Don Curzio Nitoglia, veste sempre con la talare, con un drappello di suorine si è fatto largo nella bolgia a gomitate energiche e aiutato dalla polizia è riuscito ad entrare insieme alle suore. Contestatissimo perché scambiato per il parroco ( lui è semplice prete) che doveva celebrare i funerali. Immaginate le parolacce ricevute.
Prima della chiusura dei cancelli, una trentina di camerati e un figlio del Capitano con la famiglia erano entrati nel priorato. Verso le diciassette il carro funebre con le spoglie del Capitano a fatica si è aperto la strada tra la folla inferocita, eccitata dal sindaco di Albano. L’auto è stata semi distrutta, tanto che stamattina era ancora nel priorato. Gli addetti, cinque, sono tornati a casa dopo le due con altri mezzi.
E’ falso che il funerale non è stato celebrato. La liturgia dei defunti si è svolta in due tempi. Prima, alle 17,30, come previsto, c’è stata la S. Messa in nigro, senza salma, rimasta nel carro.
E’ falso che il celebrante (il Priore Capo) si sia tolti i paramenti sacri e sia andato via. I paramenti li ha tolti, come sempre, alla fine della messa. L’avv. Giachini, esecutore testamentare di Priebke riguardo il funerale, voleva che tutti i camerati fuori, man mano aumentati di numero, partecipassero alle esequie. La polizia è stata irremovibile. Nessuno poteva entrare. Giachini allora si è dimesso da esecutore testamentario. Intanto fuori casino del casino.
E’ falso che un treno speciale di nazi, affittato per il caso, era in arrivo. Non esisteva. E’ falso che due bus di nazi sono stati fermati. Non esistevano. Sono giunti fuori del Priorato al massimo una trentina di camerati che verso le una, quando la salma del Capitano era partita verso l’aeroporto Pratica di Mare, uscendo da una porta secondaria, si sono scontrati con centinaia di sovversivi. Naturalmente hanno arrestato due camerati. Solo a questo punto, pioveva, la polizia ha caricato e disperso i facinorosi.
Un po’ prima Don Curzio Nitoglia, veste sempre con la talare, con un drappello di suorine si è fatto largo nella bolgia a gomitate energiche e aiutato dalla polizia è riuscito ad entrare insieme alle suore. Contestatissimo perché scambiato per il parroco ( lui è semplice prete) che doveva celebrare i funerali. Immaginate le parolacce ricevute.
Prima della chiusura dei cancelli, una trentina di camerati e un figlio del Capitano con la famiglia erano entrati nel priorato. Verso le diciassette il carro funebre con le spoglie del Capitano a fatica si è aperto la strada tra la folla inferocita, eccitata dal sindaco di Albano. L’auto è stata semi distrutta, tanto che stamattina era ancora nel priorato. Gli addetti, cinque, sono tornati a casa dopo le due con altri mezzi.
E’ falso che il funerale non è stato celebrato. La liturgia dei defunti si è svolta in due tempi. Prima, alle 17,30, come previsto, c’è stata la S. Messa in nigro, senza salma, rimasta nel carro.
E’ falso che il celebrante (il Priore Capo) si sia tolti i paramenti sacri e sia andato via. I paramenti li ha tolti, come sempre, alla fine della messa. L’avv. Giachini, esecutore testamentare di Priebke riguardo il funerale, voleva che tutti i camerati fuori, man mano aumentati di numero, partecipassero alle esequie. La polizia è stata irremovibile. Nessuno poteva entrare. Giachini allora si è dimesso da esecutore testamentario. Intanto fuori casino del casino.
E’ falso che un treno speciale di nazi, affittato per il caso, era in arrivo. Non esisteva. E’ falso che due bus di nazi sono stati fermati. Non esistevano. Sono giunti fuori del Priorato al massimo una trentina di camerati che verso le una, quando la salma del Capitano era partita verso l’aeroporto Pratica di Mare, uscendo da una porta secondaria, si sono scontrati con centinaia di sovversivi. Naturalmente hanno arrestato due camerati. Solo a questo punto, pioveva, la polizia ha caricato e disperso i facinorosi.
Questa mattina alle ore 6 mi sono
recato al Priorato per accompagnare un sacerdote all’aeroporto L.
Vinci. Non c’era nessuno. Il cancellone era chiuso anche con una grossa
catena con lucchetto, per sicurezza. Ho atteso fuori con la macchina.
Un’auto della polizia è passata poco dopo e mi ha chiesto soltanto se
dovevo entrare, nel caso mi avrebbero aperto il cancelletto laterale
con una chiave in loro possesso. Ho chiesto al poliziotto come mai
avessero permesso tutto quel casotto. Mi ha risposto che sono stati gli
ordini dei superiori a non farli intervenire per far svolgere i funerali
in maniera dignitosa.
Il funerale doveva
svolgersi in maniera riservata. La notizia che si svolgevano ad Albano
presso la FSSPX l’ha divulgata il sindaco, informando l’Anpi, gli
ebrei, i no global, e monnezza varia.
Infatti fino alle 15,30 nei pressi del Priorato c’erano solo poliziotti e l’atmosfera era tranquilla.
Il tam tam dei Tupamaros ha fatto il resto.
Comandante Erich Priebke: PRESENTE!
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Espriamo la nostra sincera vicinanza al Sacerdote Don Curzio Nitoglia aggredito satanicamente dall'orda comunista accorsa ad Albano...
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Penoso. La democrazia in fiera lotta contro la salma di un centenario – di Paolo Deotto...
Fonte: Riscossa Cristiana...
di Paolo Deotto
Sembra
una gara a chi riesce a fare la peggior figura. I fatti sono noti. È
morto, alla bell’età di cent’anni, quell’Erich Priebke che durante la
guerra fu ufficiale delle SS e tra gli esecutori della terribile
rappresaglia consumata alla Fosse Ardeatine.
Anzitutto ricordiamo, così, en passant,
che la tragedia della Seconda guerra Mondiale, immane sotto l’aspetto
umano, e immane porcheria quanto a responsabilità di vinti e vincitori,
terminò oltre sessantotto anni fa. Non sono pochini, ma siamo un Paese
ossessionato dalle ricorrenze e che non ha ancora chiuso la Guerra
Civile. Ricordiamo anche che la strage delle Fosse Ardeatine non sarebbe
mai avvenuta se due gappisti, partigiani comunisti, non avessero
compiuto un atto criminoso, inutile sotto il profilo militare, ma utile
solo per la guerra privata del Partito Comunista, ossia l’attentato di
via Rasella, a Roma. I due si chiamavano Rosario Bentivegna e Carla
Capponi. Nascosero in un carretto della nettezza urbana un potente
ordigno al tritolo, che esplose al passaggio di un camion che
trasportava un gruppo di militari del Reggimento di Polizia “Bozen”. Si
trattava di altoatesini, truppa non combattente ma di presidio e, giusto
per dissipare un’altra ricorrente falsità, non si trattava di “SS”, in
quanto la sigla “SS” era stata imposta da Himmler a tutti i Reggimenti
di Polizia. Erano soldati di età avanzata e così mostruosamente crudeli
che si rifiutarono di partecipare alla rappresaglia, che infatti fu
compiuta da personale delle SS (quelle vere). Per chi volesse saperne di
più, consigliamo vivamente il libro dello storico Lorenzo Baratter, “Storia dei reggimenti di polizia sudtirolesi”.
L’attentato di via Rasella causò la
morte di 33 militari tedeschi e di almeno due civili (alcune fonti
dicono quattro; uno era un ragazzo di 13 anni), che ebbero la sfortuna
di passare in via Rasella al momento dell’esplosione. Gli attentatori
si guardarono bene dal consegnarsi ai tedeschi. Se ne stettero nascosti,
quieti quieti, né potevano ignorare le feroci usanze tedesche. La
rappresaglia era prevedibilissima. Ma Il Bentivegna e la Capponi, da
buoni comunisti, pensarono alla loro pelle, e non a quella del popolo.
Dopo la guerra ebbero carriera politica, posti in Parlamento e
inserimento nel Pantheon degli eroi della patria!
UNA DELLE VITTIME DEL VILE ATTENTATO "PARTIGIANO COMUNISTA" DI VIA RASELLA...
Per chiudere questo breve quadretto
retrospettivo, è bene ricordare anche che, a fronte della totale crudele
inutilità dell’attentato, il Partito Comunista ebbe comunque dei
vantaggi. Guarda caso, tra i prigionieri prelevati dal carcere romano e
uccisi alle fosse Ardeatine c’erano tutti i principali capi della
resistenza anti-nazista ma anche anti-comunista, arrestati pochi giorni
prima, tra cui il generale Calvi di Bergolo. Curioso, vero? I comunisti
con una sola bomba soddisfecero le loro brame di sangue, mandarono agli
altri partiti del CLN il solito avviso mafioso (siamo i più forti e non
abbiamo pietà) e ottennero anche l’eliminazione di altri partigiani
“concorrenti scomodi”. Tutto casuale, è ovvio…
Fine dell’inciso storico, necessario
però per tenere a mente un fatto essenziale: senza la porcheria di via
Rasella, non ci sarebbe stata la strage delle fosse Ardeatine. Ma anche a
porcheria consumata era ancora possibile evitarla: se gli attentatori
fossero stati persone oneste, avrebbero affrontato le responsabilità del
loro gesto. Ma erano comunisti, quindi la coscienza l’avevano già
eliminata da tempo e per il loro atto criminoso pagarono gli innocenti.
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