di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
15 settembre 2012
Il settimo capitolo del Vangelo di San Giovanni contiene una particolare lezione per oggi: chi sono i veri ribelli contro l’autorità e chi sono i ribelli semplicemente apparenti? Chi sembra dividere il popolo di Dio e chi lo sta realmente dividendo? Le cose non sono sempre come appaiono. È sempre necessario “non giudicare secondo le apparenze, ma giudicare con giusto giudizio” (Gv. VII, 24).
Giovanni VII è a ridosso della fine della vita di Nostro Signore sulla terra. Gli Ebrei cercano di uccidere Gesù (versetto 1), ma Nostro Signore va comunque a Gerusalemme e insegna nel Tempio (14). La folla è già divisa (12) e così l’effetto del suo insegnamento è che alcuni (40) riconoscono in Lui il profeta (Cfr. Dt. XVIII, 15-19), mentre altri (41, 42) rifiutano di riconoscerlo perché è un Galileo. Quindi vi sono divisione e discordia. Ora, la divisione come tale è biasimevole, ma chi è da biasimare? Certo, non Nostro Signore, che predica semplicemente la dottrina del Padre Suo nei Cieli. (16-17). Né può essere biasimata quella parte della folla che accetta il divino insegnamento. Chiaramente, il biasimo per la discordia spetta alle autorità del Tempio e a quella parte della folla che rifiuta la Verità.
Parimenti, negli anni ’60 e ’70 Mons. Lefebvre divise i cattolici insegnando e praticando la verità della Tradizione cattolica, ma quale cattolico che oggi si vanta di essere tradizionale lo biasima per quella divisione? Chiaramente, il biasimo per la divisione della Chiesa non ricade né su Monsignore né su coloro che lo seguirono, ma principalmente su quelle autorità della Chiesa che distorsero la vera religione, come le autorità del Tempio al tempo di Nostro Signore. Ripetute volte, Monsignore supplicò costoro di “giudicare con giusto giudizio” affrontando il problema centrale generato dal loro adulterio conciliare col mondo moderno. Cosa che si rifiutano di fare ancora oggi. E ripetute volte la loro unica risposta fu “Obbedienza!”, “Unità!”. La loro mancanza di argomenti sulle questioni della verità, non prova che sono loro i veri ribelli e divisori della Chiesa?
Nonostante la discordia come tale non sia cosa buona, sia Nostro Signore, sia Mons. Lefebvre sapevano a priori che al loro insegnamento sarebbe seguita la discordia. Perché hanno continuato ad andare avanti? Perché le anime possono salvarsi nonostante la discordia (Cfr. Lc. XII, 51-53), ma non possono salvarsi senza la verità. Se le autorità religiose sviano gli uomini – e il Diavolo lavora particolarmente su di esse perché con il loro potere possono condurre fuori strada molte altre anime – allora dev’essere proclamata la Verità per ricondurre gli uomini sulla via del Cielo, anche se per effetto si avrà la discordia. In questo senso la Verità è al di sopra dell’autorità e dell’unità.
E dove sta la verità nel 2012? Il Vaticano II è stato un disastro per la Chiesa – è vero o falso? Le autorità della Chiesa che hanno prodotto Assisi III e la “beatificazione” di Giovanni Paolo II, si aggrappano al Vaticano II – è vero o falso? E quindi se la Fraternità San Pio X si sottomettesse a tali autorità, queste, usando tutto il loro prestigio e il potere sulla FSSPX, che essa stessa ha riconosciuto loro, dissolverebbero la sua resistenza contro il Vaticano II – è vero o falso? Quindi la FSSPX corre il grave rischio di perdere definitivamente tutto quello che gli permette di resistere a tale prestigio e a tale potere – è vero o falso? Come dicono i Romani: “Roma può aspettare”!
E allora, oggi, nella FSSPX se uno “giudica non secondo le apparenze, ma con giusto giudizio”, chi è che realmente è “divisivo”? Chi sono in realtà i “ribelli contro l’autorità”? Chi critica con forza la confusione fra la Verità cattolica e l’errore conciliare o coloro che la promuovono?
Kyrie eleison.
Ottima, chiara esposizione del monsignore, per chiarire bene il concetto di "dividere" !
RispondiEliminaOggi abusato e strausato per costringere i "ribelli" contro la vera "Ribellione" a cedere all'autorità costituita (abusivamente e senza carisma)obbedendo alle novità conciliari.
Il fedele cattolico non cade nel tranello di obbedire ad un'autorità che non ha più credito!
Anzi, seguendo la logica di Assisi, seguire la propria coscienza individuale e qualsiasi religione è valido, quindi,si fa "ciao-ciao" al papa con autorità.
Non ne ha più nessuna e le sue parole ecumeniste sono le stesse di qualunque altra autorità "religiosa" di altri credi.