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giovedì 29 novembre 2012

La quinta colonna "tradi-modernista" all'interno della FSSPX...




Il libro in questione parla del francese GREC
(Groupe de Réflexion Entre Catholiques – Gruppo di riflessione tra cattolici)
e dei rapporti organici che i responsabili della Fraternità Sacerdotale San Pio X
hanno mantenuto con questo gruppo in vista dell'accordo con Roma


Questa recensione, a firma Gentiloup, è stata pubblicata sul sito francese:
Un évêque s’est levé! - Forum catholique traditionnel
pubblicato dall’editrice francese NEL


Il G.R.E.C. e la San Pio X: “Per la necessaria riconciliazione”

 
"Gentiloup" del Forum A s'est évêque levé! hanno appena finito di leggere il libro sul padre Lelong circa il GREC, dal titolo "Per la necessaria riconciliazione". Ecco l'analisi di lettura:



Recensione del libro "Per la necessaria riconciliazione", promosso dal GREC:

Ho appena finito di leggere il libro di Padre Michel LELONG, intitolato “Verso una necessaria riconciliazione”, libro apparso nel dicembre 2011.
Si tratta di un piccolo libro di 159 pagine, non è molto appassionante, ma di lettura veloce.
Espone ciò che è il GREC, gruppo di riflessione tra i cattolici. Questo piccolo libro riassume il lavoro compiuto dal GREC: è una sorta di testimonianza, da parte dell'autore, di ciò è stato fin dall'origine della loro formazione. Il suo obiettivo è quello di lavorare per l'adesione della Fraternità San Pio X alla Roma conciliare, riconoscendo il Concilio. Tuttavia questo piccolo libro chiarifica inavvertitamente le derive nelle quali è caduta “la testa” della FSSPX  e dimostra perché l’accordo con la Roma conciliare potrebbe incancrenire molti spiriti in seno alla FSSPX.
Questo “gruppo di riflessione” è stato fondato nel 1997 con l’obiettivo di integrare la FSSPX nella Roma modernista, facendole accettare il Concilio Vaticano II.
Gli iniziatori sono il Signor e la Signora Pérol. Il signor Pérol era ambasciatore di Francia a Roma. E Padre Michel Lelong, autore del libro, è anche un fervente sostenitore del dialogo interreligioso e del Concilio.

L'obiettivo di GREC è inequivocabile, chiaramente definito in tutto il libro dai diversi protagonisti: "Interpretare il Vaticano II alla luce della Tradizione", secondo la formula che Giovanni Paolo II ha dato a Mons. Lefebvre nel 1978.

Padre Michel Lelong è convinto della bontà  del Concilio e in particolare della bontà  di  “Nostra Aetate”, egli che è uno specialista del dialogo con i musulmani.

L’idea del Signor Pérol era far sì che i cattolici tradizionalisti della FSSPX praticassero il dialogo con le altre religioni, e pertanto deplorava che la FSSPX avrebbe potuto esserne esclusa.
 

Padre Lorans, uno dei quattro fondatori di GREC, è il portavoce del Distretto di Francia. Egli ottenne dal Vescovo Fellay l’autorizzazione a dialogare "per  una necessaria riconciliazione."  Era sempre molto sollecito nel mantenere Mons. Fellay al corrente dei progressi di questo dialogo.

L'obiettivo di questo gruppo è stato definito dal Sig. Pérol poco prima della sua morte: si tratta di  "interpretare il Vaticano II alla luce della Tradizione", ciò che Benedetto XVI chiamerà  "ermeneutica della continuità", in opposizione all’ ermeneutica della rottura. Un’ ermeneutica della rottura che Mons. Lefebvre trovò dopo un lungo cammino di tentativi di accordo con questa Chiesa Conciliare. Al termine del percorso, non fatto senza dimostrare quanto fosse impossibile, ci fu quindi la consacrazione di quattro vescovi nel 1988.

Il gruppo ha iniziato le sua attività come una piccola commissione fondata intorno alla Signora Pérol e Padre Michel Lelong, con Padre Emmanuel du Chalard, "che non ha cessato a fornire al GREC un sostegno tanto discreto quanto attento".

"Due altri sacerdoti contribuirono in modo decisivo alla creazione e poi alla vita della nostra riflessione di gruppo tra i cattolici. Uno di loro, che è tornato a Dio, era il Padre Domenico Olivier de la Brosse, l'altro, il Padre Lorans della FSSPX.  Io,  (Padre Lelong) l'ho conosciuto nel 1997, durante un pasto a cui abbiamo invitato la Signora Pérol. "In quel giorno nacque il  GREC" p.24.

Dettagli: Questo incontro si è svolto a Roma, presso la casa della signora Pérol.

-Il Padre Olivier de la Brosse, morto nel 2009, è stato il portavoce della Conferenza dei Vescovi di Francia.

-Padre Lorans era portavoce del Distretto di Francia. Quest'ultimo ha ottenuto da Mons. Fellay il permesso a dialogare per "una riconciliazione necessaria", con questo gruppo.

Poi ci sono i quattro fondatori di GREC:
• la Signora Pérol,
• Padre Michel Lelong,
• Padre Lorans
• Padre La Brosse.

Nei mesi seguenti, i diversi protagonisti ebbero degli emuli nelle loro rispettive comunità.

Presto le conferenze sarebbero state organizzate, ma senza tamburi o trombe, dovevano rimanere in forma riservata.

" Penso spesso a Gilbert Pérol - scrive padre Michel Lelong – il quale, partecipando attivamente al dialogo tra musulmani e cristiani, allorquando ci incontravamo in amicizia,  ebbe l'idea del dialogo tra cattolici". Pag. 27

I successivi  Nunzi Apostolici, ed altre  diverse  personalità della chiesa conciliare sostennero  questo gruppo. Queste personalità informavano regolarmente il Papa dello stato di avanzamento del dialogo.

Il Superiore del Distretto di Francia della Fraternità di San Pietro, il Padre Ribeton, si unì al gruppo, e poco dopo creò  L’Istituto “Cristo Re Sommo Sacerdote”, ecc.

Per farla breve, dovete sapere che l'iniziativa della revoca della scomunica dei quattro vescovi della Fraternità San Pio X  viene dal GREC. E 'stato richiesto per il Giubileo del 2000. Ad ogni modo, è quello che Padre Lelong ci dice in modo esplicito in quest’opera, citando scambi di corrispondenze fra questo gruppo, le autorità romane e il Superiore della Fraternità San Pio X.

Ci viene detto che l'iniziativa è partita dalla Fraternità San Pio X, ma non è del tutto vero, perché la prima iniziativa è venuta dal GREC.

Viene continuamente menzionata l’espressione "piena comunione".

  "Per quanto mi riguarda, come sacerdote da  50 anni, e dopo aver dedicato il mio ministero ai rapporti tra la Chiesa e i musulmani, sono profondamente legato agli insegnamenti del Concilio Vaticano II e mi impegno  affinché  quei fratelli cattolici, che hanno seguito Mons. Lefebvre,  ed i suoi seguaci, lo conoscano e lo comprendano. "(Padre M. Lelong, pagina 42.)

Quindi il messaggio è molto chiaro, ed il Vescovo Fellay non  giochi a fare "la vergine spaventata", fingendo  di scoprire all'improvviso nel 2012, attraverso una lettera da parte del Papa, che si prevede che la FSSPX riconosca il Vaticano II.

Questo era chiaro fin dall'inizio delle conversazioni con il GREC!

Il 6 gennaio (2004), Padre de la Brosse inviò una lettera al Cardinale Castrillon Hoyos (Commissione Ecclesia Dei) per dare conto del convegno "Tradizione e Modernità" organizzato dal GREC il 22 novembre del 2003, a Parigi:

"Monsignor Philippe Breton, che su nostra richiesta è stato nominato dal Vescovo Ricard, Presidente della CEF, come "referente Vescovo" di questo gruppo, ha partecipato alla riunione e ha presieduto la preghiera di apertura; Padre Lorans, della FSSPX, ha presieduto l’orazione finale," (...) L'obiettivo del simposio è stato a quanto pare raggiunto: i cattolici francesi di sensibilità diverse e anche opposte hanno deciso di impegnarsi in un dialogo che non pregiudichi affatto la  piena riconciliazione. Questo è riservato ai superiori competente, ma c’è la possibilità, quando arriverà il momento, che le istanze di dialogo si  incontrino con interlocutori capaci di comprensione e rispetto reciproco. (...)   Il numero dei partecipanti era di 40 persone, tutte sono state invitate a titolo personale dai membri del gruppo (...) E’ stata osservata una grande discrezione, su espressa richiesta del Vescovo Ricard, per quanto concerne le nostre intenzioni. Nessun giornalista professionista era presente nella stanza. Nessuna informazione o commento è trapelato nei giorni successivi, né sulla stampa cattolica né in  quella laica." (P. 45-46)

"Così, grazie al sostegno del Nunzio Apostolico e a Padre Barthe, il Cardinale Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, è stato tenuto informato delle nostre attività." "L'elezione di Benedetto XVI fu accolta ( ...) con molta  speranza (...). E’ noto infatti come, dai primi mesi del suo pontificato, il nuovo Papa desiderasse  incontrare Monsignor Fellay, poi rese dichiarazioni e prese decisioni che rivelano chiaramente la sua volontà di ristabilire l'unità della Chiesa secondo un’ermeneutica “della continuità" e non "della rottura", come negli insegnamenti del Concilio Vaticano II. " (p. 48-49)  

 
Dopo il Motu Proprio del 2007, gli organizzatori del GREC inviarono di nuovo una lettera al Papa, per domandare nuovamente la revoca delle scomuniche.

Segue a partire da pagina 55 un elenco di attività del Grec e di personalità di diverse classi, che vengono ad implicarsi in questo processo.

Dopo l'incontro tra il Papa e il Vescovo Fellay nel 2005, il GREC si accrebbe: a lato della FSSPX notiamo fra gli altri: Padre Celier, molto attivo, molto presente, Jacques Régis du Cray e Marie-Alix Doutrebente, ecc.

(N. d. R.: Molti sacerdoti della Fraternità San Pio X, e neanche i minori (a parte quelli citati, che sono pesantemente coinvolti), hanno partecipato ai lavori del GREC, spesso in qualità di conferenzieri. Alcuni sono menzionati nel libro, anche se non tutti sanno del loro coinvolgimento. Preferisco non citare i loro nomi, non sapendo con precisione la loro posizione attuale sull’accordo.)

Fu allora che i colloqui hanno mostrato "convergenze dottrinali e spirituali" tra le due parti.

  Il 10 Giugno 2010, una riunione del GREC era destinata a dare il suo sostegno al Papa dopo "una campagna di stampa particolarmente ingiusta" nei confronti di Padre Matthieu Rouge, Rettore della Basilica di S. Clotilde a Parigi (...) e di Padre Lorans, responsabile della comunicazione della FSSPX. Più tardi quella notte, grazie alle osservazioni fatte dai due microfoni e alla discussione che ne è seguì, si sentì come fosse stata prevista e voluta la riconciliazione tra tutti i cattolici intorno a Papa Benedetto XVI e grazie a lui. Per dare il suo contributo, è stato durante l'anno accademico 2010-2011, che il GREC consacrò le sue riunioni al Concilio Vaticano II, a Mons. Lefebvre e al Motu Proprio Summorum Pontificum, con la partecipazione di storici e teologi, con diversi punti di vista ." (p. 68)
"Mentre scrivo queste righe, ci si può aspettare che questi incontri porteranno senza indugio ad un accordo. Ma questo richiede che la Fraternità San Pio X comprenda che se lei ha molto da offrire alla Chiesa di Roma, ha anche molto da ricevere. Pertanto, è necessario che essa cessi di rifiutare in blocco il Vaticano II e che accetti i suoi orientamenti di massima, interpretandoli come attualmente proposto dal Santo Padre." (Padre Lelong, p. 85)
Seguono le testimonianze di diversi protagonisti del GREC, che sono (per la FSSPX), Padre Lorans, Marie-Alix e Jacques-Régis Doutrebente du Cray.

Un posto di rilievo è dato a Padre Aulagnier, che ha iniziato da prima della fondazione del GREC nel 1992, ad intavolare il dialogo con i conciliari (in particolare con l'abate di Randol, Dom Lesquen); questo accadeva quando era Superiore del Distretto di Francia. Egli continuò in questo ruolo anche più tardi, quando si convertì  a membro dell’ IBP (Istituto del Buon Pastore).

“Sono stato felice di intraprendere dal 1992, essendo Superiore del Distretto di Francia della FSSPX, nuovi contatti con le autorità ecclesiastiche riconosciute. Passando un giorno da Randol (...) l'Abate Dom Lesquen discutere con un giovane sulla piazza del monastero . Conoscendo il ruolo che svolse con Dom Gérard, quando il 10 luglio 1988 ci fu il suo approccio con Roma, mi avvicinai a lui  e gli  parlai (...) del grande riavvicinamento con Roma, di una normalizzazione della Fraternità San Pio X con Roma (...)”  (Padre Aulagnier, pag. 104)
Per comprendere il processo di adesione a Roma, è sufficiente conoscere il lavoro sotterraneo di questo gruppo, i cui membri si sono co-optati ...

Promemoria: Questo libro è stato pubblicato nel dicembre 2011.

Questo libro è molto importante da conoscere, per sapere in futuro cosa non bisogna fare: nessuna discussione dottrinale a nessun livello, fintanto che  Roma non si converta.

Questa fu la consegna data da Mons. Lefebvre, e che prevalse  fino all’accordo fallito a giugno del 2012:  No all’ accordo canonico, senza previo accordo dottrinale.

Gli inferiori non fanno i superiori, la FSSPX dopo un accordo canonico si ritroverebbe sotto l’autorità del papa modernista e delle congregazioni conciliari.

La verità non sopporta il minimo compromesso con l’errore, questo processo iniziato dal GREC non è altro che una ricerca del compromesso.

Come conclusione prendiamo le parole di Padre Hewko:

Padre Ludovico Barrielle (tanto stimato dall’Arcivescovo) commentò nel 1982:
“Scrivo questo affinché serva di lezione per tutti. Il giorno in cui la FSSPX  abbandonerà lo spirito e le regole del suo Fondatore, verrà  dispersa. Inoltre, tutti i nostri fratelli che, in futuro, si permetteranno di giudicare e condannare il Fondatore ed i suoi principi, non esiteranno eventualmente ad allontanare la Fraternità dagli insegnamenti tradizionali della Chiesa e dalla Messa istituita da Nostro Signore Gesù Cristo.”

3 commenti:

  1. C'era da immaginare che vi fossero manovre dentro la fraternita' stessa!
    Aggiungo che purtroppo fu monsignor Lefebvre stesso che preparo' il terreno alle discordie, quando caccio' dalla Fraternita' mons Guerard des Lauriers per la tesi ancora scomoda di "cassiciacum".
    Forse fu una debolezza di Lefebvre che non volle scontentare interamente il Vaticano, per tenersi aperta ancora una qualche possibilita' di ritorno.

    Invece purtroppo seppelli' sia la possibilita' di dichiarare forte che la sede era "vacante" sia la possibilita' di un ritorno nell'ufficialita'.

    Ma e' un errore perdonabile, per tutta la resistenza che ha effettuato e che fa capire a posteriori quanto bene abbia prodotto.
    Mardunolbo

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  2. Hai ragione in parte, Mardu....
    Lefebvre sì, in effetti eliminò dalla Fraternità tutti coloro che sostenevano la sede vacante o il sedeprivazionismo, ma non credo che lo fece per un calcolo "di comodo" nei confronti del Vaticano, quanto piuttosto per il suo amore immenso per la Chiesa di Roma, che lo portava a rabbrividire al solo pensiero che il papa non fosse papa....ricordi il video sulla possibilità della presenza della Massoneria in vaticano?...Ricordi che diceva: "Io non lo so, io non so nulla!...Potrebbe essere possibile, ma io non ne so nulla..."

    Perchè per un cattolico integrale, porsi di traverso verso il dogma del Primato Petrino è davvero dura....perchè se è vero che nessuno rispetta il Primato Petrino quanto un sedecavantista, è anche vero che constatando la vacanza della Sede, dal punto di vista PRATICO, CONTINGENTE, quel Dogma viene neutralizzato, come dire...azzerato. E Lefebvre non riuscì a giungere a questo....

    Ma allora, almeno per la "par condicio", avrebbe dovuto espellere anche tutti i filo-modernisti che stavano crescendo rigogliosi nella Fraternità anche ai suoi tempi (non si diventa modernisti in una notte, lo si è sempre stati!), i quali appena morto Monsignore, ancora non si era raffreddato il sangue nelle sue vene, già si stavano organizzando per la fondazione di "gruppi di riflessione", con la finalità di far accettare alla FSSPX il Vaticano II.

    Un tradimento alla "Giuda" in piena regola....Già l'espressione "riflessione fra cattolici" fa drizzare i capelli. Quanti tipi di "cattolici" esistono? O si è cattolici, o non lo si è. Sarebbe come dire che esistono più Chiese Cattoliche, o più Dottrine Cattoliche differenti fra loro. Ma pur di giungere ad un misero compromesso con la menzogna, si riesce anche a negare l'evidenza più elementare...

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  3. Sono d'accordo, anche sulla buona fede di Lefebvre!
    Intendevo dire nella frase "non volle scontentare interamente il Vaticano, per tenersi aperta ancora una qualche possibilita' di ritorno." in senso positivo, non in senso malizioso come se volesse fare il "furbo".

    Sono riflessioni del dopo, ed anche lui ora dice "Eh, si', fu un errore!"

    Ma sappiamo che del senno di poi sono piene le fosse....
    Gia' tanto quel che fece, che si permette ora di aprire gli occhi!
    Se non ci fosse stato lui con la sua ribellione, ora saremmo sepolti dalla menzogna e dai compromessi della Chiesa ufficiale e non vi sarebbe alcun nucleo di resistenza di cattolici veri.
    Mardunolbo

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