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giovedì 17 febbraio 2011

Gesù "Nel suo Cuore lottava violentemente da una parte l'amore per gli uomini, e dall'altra la tristezza naturale di contemplare tutti i grandi oltraggi che doveva ricevere nella Eucaristia".

  
 
Il messaggio per l’ora presente  contenuto in una illustrazione che il beato Bernardo Hoyos ricevette nel giugno del 1734.

Vide Gesù nella notte della Cena prima dell'istituzione del SS. Sacramento. Nel suo Cuore lottava violentemente da una parte l'amore per gli uomini, e dall'altra la tristezza naturale di contemplare tutti i grandi oltraggi che doveva ricevere nella Eucaristia. «E a dirimere questa lotta scrive egli tra il dolore e l'amore contribuì l'aver Gesù alzato gli occhi al cielo et elevatis oculis in coelum a cui seguì un dolcissimo sospiro, o una respirazione ardente, un divino sforzo in cui l'amore si mostrava vittorioso...». E aggiunge: «In quel punto determinò Gesù, con nuove finezze, di riparar le ingiurie del Sacramento augusto, con aprire il suo Cuore e manifestare alla Chiesa questo tesoro sovrano. E così, come l'istituzione della Eucaristia in vista della sua Passione, fu un raddoppio imponderabile dell'amore di Gesù, che risplende in questo divinissimo mistero e mostra la grandezza di questo benefizio, la determinazione di scoprire il suo Cuore, perché in esso si trovi il mezzo di riparare le ingiurie dello stesso Sacramento, fu in quel passo una finezza di tanto alto valore che può formare un altro Sacramento di amore; poiché è una delle maggiori che abbia fatto il Signore alla sua Chiesa dopo quella del Sacramento. E qui compresi di nuovo che la festa del sacro Cuore, dopo quella del Corpus Domini, sarebbe la più venerabile nella Chiesa».





 

Don Enzo Boninsegna

Dopo aver riflettuto in questi giorni sulla fame di Dio che è presente in ogni uomo, ne sia cosciente o no; dopo aver meditato sul prezzo altissimo che Gesù ha pagato per guadagnare per noi il Pane di vita eterna; dopo aver considerato il valore infinito, la ricchezza immensa che è racchiusa in quel Pane, vedremo oggi come ci dobbiamo accostare a quel Pane, perché da Pane di vita non si trasformi per noi in veleno di morte.
Non sto esagerando: l’Eucaristia può trasformarsi davvero in un veleno mortale per le nostre anime. Non è un’opinione mia, ma è l’apostolo San Paolo che lo afferma quando dice: “Chi mangia il Corpo del Signore indegnamente, mangia la propria condanna” (cfr. 1 Cor 11, 29).
Queste dure parole di San Paolo non si riferiscono alle volontarie e diaboliche profanazioni dell’Eucaristia che si compiono nelle Messe Nere. Nelle due parrocchie in cui ho svolto il mio ministero sacerdotale, si è compiuta la tragedia del furto dell’Eucaristia. Queste cose avvengono perché gli adoratori di Satana, che credono nella presenza reale di Gesù nel Pane Consacrato, come ci crede il demonio, vogliono presente nelle loro messe sacrileghe il Corpo del Signore per poterlo profanare. Di queste miserie umane, che avvengono anche a Verona e più spesso di quanto non si pensi, ne ha parlato recentemente anche la stampa locale.
Ma non è a queste miserie che si riferisce San Paolo; non parla di chi, spinto da odio raffinato e satanico verso il Signore, profana volontariamente l’Eucaristia; parla invece di chi la profana quasi senza rendersene conto, facendo la Comunione in peccato mortale e quindi compiendo un sacrilegio.
Qualcuno penserà: se non si rendono conto di essere in peccato mortale è perchè sono in buona fede, e se sono in buona fede non fanno alcun male a ricevere la Comunione e quindi non commettono sacrilegio.
Questo discorso è vero solo per chi, senza sua colpa, per una semplice dimenticanza, non si è accusato in Confessione di qualche peccato mortale, ma in cuor suo ha un dolore sincero per tutti i suoi peccati, anche per quelli eventualmente dimenticati.
Chi invece “ha deciso”, accecato dall’orgoglio, che certi peccati mortali non sono peccati; … chi “ha decretato” che i Comandamenti non sono più dieci, ma qualcuno di meno, almeno per lui, perché lui è un privilegiato che ha diritto allo sconto sulla Legge di Dio; … chi cancella i Comandamenti scomodi, considerandoli ormai superati, per fare tranquillamente i suoi porci comodi senza rimorsi … se fa la Comunione pecca gravemente, perché profana il Corpo del Signore e quindi mangia la sua condanna.
Sentite cosa scrive San Giovanni Bosco, che di anime se ne intendeva: “Scrivo con le lacrime agli occhi e con la mano tremante e vi dico: molti vanno all’inferno per le Confessioni malfatte”.
Io sono prete da diciassette anni, quindi un po’ di esperienza l’ho fatta e in forza di questa esperienza mi sento di sottoscrivere in pieno le parole di San Giovanni Bosco.
Solo vorrei aggiungere che dove ci sono Confessioni malfatte ci sono anche Comunione malfatte e sono appunto le comunioni sacrileghe, assieme alle Confessioni sacrileghe, a spedire molti cristiani all’inferno. Fa parte della strategia tentatrice del diavolo sia il tener lontani dalla Comunione quelli che potrebbero farla, come pure e più ancora, il portare alla Comunione quelli che non dovrebbero farla perché non sono in grazia di Dio.

Se l’Eucaristia è il dono più grande che Dio ha dato agli uomini, si può con certezza affermare che i peccati contro l’Eucaristia sono i peccati più gravi che l’uomo possa compiere.
Val la pena perciò che oggi riflettiamo seriamente per non correre il rischio, anche noi, di peccare contro l’Eucaristia e quindi di mangiare, con il Corpo del Signore, anche la nostra condanna.
Cosa fare perché le nostre Comunioni siano sempre incontri di amore con il Signore Gesù e quindi sorgente di grazia per le nostre anime? Ce lo insegna il Vangelo con la parabola del figlio prodigo.

1 commento:

  1. Leggo sempre con attenzione e profitto gli scritti di don Boninsegna, un sacerdote davvero degno di cotanto nome.Il sacramento della penitenza, così come tutti i Sacramenti, è davvero importantissimo ai fini della salvezza dell'anima e ci obbliga a prepararlo seriamente.C'è un passo del profeta Gioele che leggo sempre prima della confessione: "Convertitevi, dice il Signore, tornate a me con tutto il vostro cuore, nel digiuno, nelle lacrime, nei sospiri. Lacerate i vostri cuori e non le vostre vesti; tornate al Signore Dio vostro." Lacerate i vostri cuori: questa è l'essenza della confessione.
    Patrizia.

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