Presentato al Pontefice Paolo VI dai Cardinali Ottaviani e Bacci
L'abbandono di una tradizione liturgica che fu per quattro secoli segno e pegno di unità di culto (per sostituirla con un'altra, che non potrà non essere segno di divisione per le licenze innumerevoli che implicitamente autorizza, e che pullula essa stessa di insinuazioni o di errori palesi contro la purezza della fede cattolica) appare, volendo definirlo nel modo piú mite, un incalcolabile errore.
Questa domanda ci costringe a esaminare più da vicino le circostanze di questa riforma singolare, unica nella storia della Chiesa, e ci illumina sul nostro dovere per il futuro.
Per giudicare del valore dogmatico, morale e spirituale di questa riforma, dobbiamo ricordare brevemente i princìpi immutabili della fede cattolica su ciò che costituisce essenzialmente la nostra Messa.
I tre princìpi fondamentali della dottrina cattolica sulla Messa
1) il sacerdote (Sacerdotes, illique soli, sunt ministri: «I sacerdoti, ed essi soli, sono ministri»), segnato dal carattere sacerdotale;
2) la presenza reale e sostanziale della Vittima, che è il Cristo;
3) l'azione sacerdotale dell'oblazione sacrificale, che si compie essenzialmente nella consacrazione.
Non dimentichiamo che precisamente queste tre verità fondamentali sono negate dai protestanti e dai modernisti. E non dimentichiamo che, proprio per manifestare il loro rifiuto della fede in questi dogmi, le loro Messe si sono mutate in semplice « culto », in cena, in assemblea eucaristica, dove la lettura biblica, la Parola, si è ampiamente sviluppata a detrimento dell'offerta e della liturgia sacrificale.
I frutti della nuova Messa
Presentato al Pontefice Paolo VI dai Cardinali Ottaviani e Bacci
«Cena dominica sive Missa est sacra synaxis seu congregatio populi Dei in unum convenientis, sacerdote præside, ad memoriale Domini celebrandum(2). Quare de sanctæ ecclesiæ locali congregatione eminenter valet promissio Christi “Ubi sunt duo vel tres congregati in nomine meo, ibi sum in medio eorum” (Mt. 18, 20)».
Tutto ciò non implica: né la Presenza Reale, né la realtà del Sacrificio, né la sacramentalità del sacerdote consacrante, né il valore intrinseco del Sacrificio eucaristico indipendentemente dalla presenza dell'assemblea . Non implica, in una parola, nessuno dei valori dogmatici essenziali della Messa e che ne costituiscono pertanto la vera definizione. Qui l'omissione volontaria equivale al loro «superamento», quindi, almeno in pratica, alla loro negazione .
Come è fin troppo evidente, l'accento è posto ossessivamente sulla cena e sul memoriale anziché sulla rinnovazione incruenta del Sacrificio del Calvario. Anche la formula «Memoriale Passionis et Resurrectionis Domini» è inesatta, essendo la Messa il memoriale del solo Sacrificio, che è redentivo in sé stesso, mentre la Resurrezione ne è il frutto conseguente. Vedremo piú avanti con quale coerenza, nella stessa formula consacratoria e in generale in tutto il Novus Ordo, tali equivoci siano rinnovati e ribaditi....
È più che legittimo domandarsi allora se, scomparendo insensibilmente la fede cattolica nelle verità essenziali della Messa, la validità delle Messe non scompaia con essa. L'intenzione del celebrante si fonderà d'ora innanzi sulla nuova concezione della Messa, che ben presto non sarà diversa dalla concezione protestante. A questo punto la Messa non sarà più valida.
Ora, dobbiamo essere ben persuasi che la Messa non è solo il più importante atto religioso, ma che è la sorgente stessa di tutta la dottrina cattolica, la sorgente della fede e della morale: individuale, familiare, sociale. Dal Sacrificio della croce perpetuato sull'altare derivano tutte le grazie che consentono alla società cristiana di vivere e di svilupparsi. Inaridire la sorgente significa annullarne tutti gli effetti.
Tali effetti - che sono i frutti dello Spirito Santo descritti così eloquentemente da san Paolo ai Gàlati (5,22) - sono sul punto di scomparire dalla società. Le famiglie sono divise, gli ordini religiosi e le parrocchie sono colpiti dal virus della discordia. E ne sono colpiti anche gli stessi vescovi e i cardinali.
La Messa cattolica ha sempre avuto, e ha ancora, l'effetto di elevare gli uomini verso la croce, di unirli in Gesù Cristo crocifisso, Nostro Signore, di attenuare in loro i fermenti del peccato da cui hanno origine le divisioni. Se la croce di Nostro Signore sparisse, se il Suo corpo e il Suo sangue non fossero più resi presenti, gli uomini finirebbero col ritrovarsi intorno a una tavola deserta e senza vita. Nulla più li unirebbe.
Di qui, senza dubbio, quello scoraggiamento, quella noia, quella cupa tetraggine che cominciano a diffondersi ovunque. Di qui la crisi delle vocazioni, che non hanno più motivo. Di qui quella secolarizzazione e profanazione del sacerdote che non trova più la sua ragion d'essere. Di qui quell'appetito mondano. Per colpa di questa concezione protestante della Santa Messa, Gesù abbandona a poco a poco le chiese, così spesso profanate.
Una riforma attuata in modi mai visti prima nella storia della Chiesa
Una sola conclusione possibile: restare fedeli alla Messa tradizionale
«Ubi sunt duo vel tres congregati in nomine meo, ibi sum in medio eorum» (Mt. 18, 20)
RispondiElimina"Ma gli scismatici non si facciano illusioni! Essi - infranta la pace e l'unità della Chiesa - hanno avuto l'empio ardire di radunare delle conventicole irreligiose, contrapponendole alla Chiesa; proprio non avevano assolutamente capito il detto del Signore: Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, dissipa . Non dice di trovarsi insieme a due o tre di tal risma, perché essi vanno contro la pace e l'unità della Chiesa: ha assicurato di essere presente di persona dove vi sono due o tre riuniti nel suo nome, ma con quelli che vivono nella carità e nella concordia della Chiesa; con quelli che si riuniscono, unanimi e concordi, nel nome del Signore. Gli scismatici possono ben appropriarsi del detto del Signore: dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono anch 'io, in mezzo a loro."San Cromazio di Aquileia – commento al Vangelo di Matteo- Trattato 59 Mt 18:19-35
Ma ce ne sono altre....
CVCRCI
Altre analisi che vanno dritte al cuore del problema e colpiscono la mente logica. Meglio non chiedersi come non possano capire, vescovi e papa, di questa rovina ed il perchè, tanto è logico...Si finirebbe per capire, noi che ci chiediamo,che hanno capito anche loro,ma non reagiscono. Perchè non reagiscono? Tristemente mi sorge una sola risposta
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