Mortalium Animos di Pio XI
Il Papa al Cortile dei Gentili: Spetta a voi, cari giovani, far sì che, nel vostro Paese e in Europa, credenti e non credenti ritrovino la via del dialogo. Le religioni non possono aver paura di una laicità giusta, di una laicità aperta che permette a ciascuno di vivere ciò che crede, secondo la propria coscienza. Se si tratta di costruire un mondo di libertà, di uguaglianza e di fraternità, credenti e non credenti devono sentirsi liberi di essere tali, eguali nei loro diritti a vivere la propria vita personale e comunitaria restando fedeli alla proprie convinzioni, e devono essere fratelli tra loro...
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
Cari giovani, cari amici!
E se, all’epoca, il Cortile era allo stesso tempo un luogo di esclusione, poiché i “Gentili” non avevano il diritto di entrare nello spazio sacro, Cristo Gesù è venuto per “abbattere il muro di separazione che divideva” ebrei e gentili, “per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto ad annunziare pace …” (Ef 2, 14-17), come ci dice san Paolo.
Nel cuore della “Città delle Luci”, davanti a questo magnifico capolavoro della cultura religiosa francese, Notre-Dame di Paris, un grande spazio si apre per dare nuovo impulso all’incontro rispettoso ed amichevole tra persone di convinzioni diverse. Giovani, credenti e non credenti presenti questa sera, voi volete stare insieme, questa sera come nella vita di tutti i giorni, per incontrarvi e dialogare a partire dai grandi interrogativi dell’esistenza umana.
Al giorno d’oggi, molti riconoscono di non appartenere ad alcuna religione, ma desiderano un mondo nuovo e più libero, più giusto e più solidale, più pacifico e più felice. Nel rivolgermi a voi, prendo in considerazione tutto ciò che avete da dirvi: voi non credenti, volete interpellare i credenti, esigendo da loro, in particolare, la testimonianza di una vita che sia coerente con ciò che essi professano e rifiutando qualsiasi deviazione della religione che la renda disumana. Voi credenti, volete dire ai vostri amici che questo tesoro racchiuso in voi merita una condivisione, un’interrogativo, una riflessione. La questione di Dio non è un pericolo per la società, essa non mette in pericolo la vita umana! La questione di Dio non deve essere assente dai grandi interrogativi del nostro tempo.
Cari amici, siete chiamati a costruire dei ponti tra voi. Sappiate cogliere l’opportunità che vi si presenta per trovare, nel profondo delle vostre coscienze, in una riflessione solida e ragionata, le vie di un dialogo precursore e profondo. Avete tanto da dirvi gli uni agli altri. Non chiudete la vostra coscienza di fronte alle sfide e ai problemi che avete davanti.
Credo profondamente che l’incontro tra la realtà della fede e quella della ragione permetta all’uomo di trovare se stesso. Ma troppo spesso la ragione si piega alla pressione degli interessi e all’attrattiva dell’utilità, costretta a riconoscere quest’ultima come criterio ultimo. La ricerca della verità non è facile. E se ciascuno è chiamato a decidersi, con coraggio, a favore della verità, è perché non esistono scorciatoie verso la felicità e la bellezza di una vita compiuta. Gesù lo dice nel Vangelo: “La verità vi renderà liberi”.
Spetta a voi, cari giovani, far sì che, nel vostro Paese e in Europa, credenti e non credenti ritrovino la via del dialogo. Le religioni non possono aver paura di una laicità giusta, di una laicità aperta che permette a ciascuno di vivere ciò che crede, secondo la propria coscienza. Se si tratta di costruire un mondo di libertà, di uguaglianza e di fraternità, credenti e non credenti devono sentirsi liberi di essere tali, eguali nei loro diritti a vivere la propria vita personale e comunitaria restando fedeli alla proprie convinzioni, e devono essere fratelli tra loro.
Una delle ragion d’essere di questo Cortile dei Gentili è quella di operare a favore di questa fraternità al di là delle convinzioni, ma senza negarne le differenze. E, ancor più profondamente, riconoscendo che solo Dio, in Cristo, ci libera interiormente e ci dona la possibilità di incontrarci davvero come fratelli.
Il primo degli atteggiamenti da assumere o delle azioni che potete compiere insieme è rispettare, aiutare ed amare ogni essere umano, poiché esso è una creatura di Dio e in un certo modo la strada che conduce a Lui. Portando avanti ciò che vivete questa sera, contribuite ad abbattere le barriere della paura dell’altro, dello straniero, di colui che non vi assomiglia, paura che spesso nasce dall’ignoranza reciproca, dallo scetticismo o dall’indifferenza. Siate attenti a rafforzare i legami con tutti i giovani senza distinzioni, vale a dire non dimenticando coloro che vivono in povertà o in solitudine, coloro che soffrono per la disoccupazione, che attraversano la malattia o che si sentono ai margini della società.
Cari giovani, non è solo la vostra esperienza di vita che potete condividere, ma anche il vostro modo di avvicinarvi alla preghiera. Credenti e non credenti, presenti su questo sagrato dell’Ignoto, siete invitati ad entrare anche all’interno dello spazio sacro, a varcare il magnifico portale di Notre-Dame e ad entrare nella cattedrale per un momento di preghiera.
Per alcuni di voi, questa preghiera sarà una preghiera ad un Dio conosciuto nella fede, ma per gli altri essa potrà essere anche una preghiera al Dio Ignoto. Cari giovani non credenti, unendovi a coloro che stanno pregando all’interno di Notre-Dame, in questo giorno dell’Annunciazione del Signore, aprite i vostri cuori ai testi sacri, lasciatevi interpellare dalla bellezza dei canti e, se lo volete davvero, lasciate che i sentimenti racchiusi in voi si elevino verso il Dio Ignoto.
Sono lieto di aver potuto rivolgermi a voi questa sera per questo momento inaugurale del Cortile dei Gentili. Spero che vorrete rispondere ad altri appuntamenti che ho fissato, in particolare alla Giornata Mondiale della Gioventù, quest’estate, a Madrid. Il Dio che i credenti imparano a conoscere vi invita a scoprirLo e vivere di Lui sempre più. Non abbiate paura! Sulla strada che percorrete insieme verso un mondo nuovo, siate cercatori dell’Assoluto e cercatori di Dio, anche voi per i quali Dio è il Dio Ignoto.
E che Colui che ama tutti e ciascuno di voi vi benedica e vi protegga. Egli conta su di voi per prendersi cura degli altri e dell’avvenire, e voi potete contare su di Lui!
© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana
Ecco a chi è affidato questo cosidetto "Cortile dei gentili": Novello Cardinal "modernista" Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura...
"Credo profondamente che l’incontro tra la realtà della fede e quella della ragione permetta all’uomo di trovare se stesso"
RispondiEliminaCerto quando la ragione, illuminata dalla fede cerca assiduamente, piamente e nei limiti dovuti, con l’aiuto di Dio consegue una certa conoscenza molto feconda dei misteri, sia per analogia con ciò che conosce naturalmente, sia per il nesso degli stessi misteri fra loro e col fine ultimo dell’uomo.CVI Sessione III cap IV
Fede e ragione contribuiscono nella penetrazione dei divini misteri, alla conoscenza di Dio ed a conseguire il fine ultimo dell'uomo non a svelare l'uoma a se stesso.(vedasi GS 22)
INCREDIBILE!
CVCRCI
"Spetta a voi, cari giovani, far sì che, nel vostro Paese e in Europa, credenti e non credenti ritrovino la via del dialogo. Le religioni non possono aver paura di una laicità giusta, di una laicità aperta che permette a ciascuno di vivere ciò che crede, secondo la propria coscienza. Se si tratta di costruire un mondo di libertà, di uguaglianza e di fraternità, credenti e non credenti devono sentirsi liberi di essere tali, eguali nei loro diritti a vivere la propria vita personale e comunitaria restando fedeli alla proprie convinzioni, e devono essere fratelli tra loro."
RispondiEliminaSì,sì...sono assolutamente d'accordo con l'ottimo Francesco Colafemmina, che ha dato il seguente titolo all'ultimo thread del suo "Fides et Forma": "SANTITA', DA QUANDO LA CHIESA CATTOLICA SI ISPIRA AI VALORI DELLA MASSONERIA"?
Ma veramente il Papa ci dirà che "si tratta di costruire un mondo di libertà, di uguaglianza e di fraternità"?? Non si tratta, per caso, di instaurare il Regno di Dio sulla faccia della Terra??...
"Libertà" da COSA, da CHI???
"Uguaglianza" per giungere a CHE COSA??? "FRATERNITA'" in nome di CHI?????
Si è fratelli se si ha un unico padre...ma chi professa l'ateismo, di CHI è figlio?? Con chi si considera fratello? La donna atea, che difende l'aborto, considera forse "suo fratello" il figlio che le cresce in seno e che lei va a far ammazzare dal medico??? Deve sentirsi "libera" di uccidere il figlio????
E chi predica ed incoraggia la libertà all'ateismo, DI CHI E' FIGLIO????
Io faccio eco a Colafemmina, e vado anche oltre: SANTITA', MA DA QUANDO LA CHIESA CATTOLICA SI ISPIRA AI VALORI DELL'ATEISMO???? AI "VALORI" DEI SENZA-DIO????
SANTITA', MA DA QUANDO LA CHIESA CATTOLICA SI DILETTA A RINNEGARE DIO, NEGANDO LA SUA SOVRANITA' UNIVERSALE, CONSIDERANDO LA SUA ESISTENZA COME UN OPTIONAL,BESTEMMIANDO LA SUA GLORIA, PERCHE'DIFENDE IL "DIRITTO" A FARE A MENO DI LUI???
VERGOGNA E DISONORE A BENEDETTO XVI!!!!
BXVI non parla a nome della Chiesa Cattolica, perchè non gli sarebbe stato permesso.Lui parla a nome di quella nuova chiesa voluta dal CVII, nata anche dalla sua partecipazione. Sta facendo il suo lavoro così come noi stiamo facendo il nostro, seppur con meno amplificazione e possibilità, ma ricordiamoci che non dovremo rendere conto agli uomini, ma solo a Nostro Signore e che questo vale anche per un papa. Questa solo deve essere la nostra consolazione, perchè sarà anche la nostra ricompensa. Il dio ignoto non esiste più dalla nascita di Gesù Cristo e san Paolo lo ricordò con coraggio e fede nell'Aeropago, ma forse ciò sfugge a BXVI, come forse gli sfugge che "libertà, uguaglianza e fraternità" è il motto in nome del quale sono stati massacrati cattolici, sacerdoti, religiosi e migliaia di vandeani. Dio Padre vigila su di noi e allora, che Dio ci guardi.
RispondiEliminaPatrizia
Finché la sedia del Pontefice sarà occupata da un Successore di Pietro, legittimamente eletto, avremo un Papa....e l'attuale E' IL NOSTRO PAPA, nonostante parli pure a nome di una chiesa apostata e rinnegatrice della Verità Rivelata, che è Gesù Cristo nostro Signore.
RispondiEliminaPoiché dunque Costui è il mio Papa, io non posso non scandalizzarmi e turbarmi fin nelle viscere a sentirlo predicare dottrine diaboliche, sfornate dai nemici del Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo.
Non mi si dica che facendo ciò che fa e dicendo quello che dice, egli stia facendo "il suo lavoro", perché ciò equivarrebbe a considerarlo apertamente e con certezza UN MASSONE, nemico di Cristo e dei più elementari principi che sono alla base della Metafisica, secondo la quale ESISTE un Ente Superiore, creatore e gestore della realtà visibile e di quella invisibile, ignorare il Quale significa concepire ed abbracciare la STOLTEZZA (in senso biblico) più grande che essere umano, con un minimo di autocoscienza, possa immaginare.
Ora poiché la sottoscritta non considera (ancora) Ratzinger un massone, non è possibile passare codesti turpi insegnamenti, facendo spallucce, perchè si tratta di "normale amministrazione modernista".
Passi l'approvazione di SETTE ERETICHE come il Cammino Neocatecumenale o i Ricostruttori della Preghiera (li conoscete?...Sono Religiosi Consacrati, del tutto simili a santoni Indù, con la barba fino alla cinta dei calzoni, che insegnano apertamente e pubblicamente LO YOGA!); Passi la proclamazione della libertà religiosa o l'aberrazione di aver sostituito il culto a Cristo con quello ai "Fratelli Maggiori" e alla Nostra Aetate; passino le pagliacciate di Assisi, i sincretismi tanto in odio a Dio e al Primo Comandamento, MA LA DIFESA DELL'ATEISMO E DEL DIRITTO DI PROFESSARLO, NO! QUESTO NON PUO' PASSARE!
Per questo (non ero mai arrivata a questo pensiero e non avrei mai immaginato di giungervi...), la Domenica mattina, quando il Papa pronuncia l'Angelus e la Benedizione Urbi et Orbi, abbasserò il volume, per non ascoltare i suoi insegnamenti e tutelare così la mia pace interiore e la salvezza della mia anima...conterò tre/quattro minuti, e rialzerò il volume per prendere da Dio, tramite le mani del Pontefice, la Benedizione del Vicario di Cristo, che resta valida come la sua elezione al Soglio di Pietro, cercando di beneficiare ancora del suo Ministero Petrino per quanto riguarda i suoi offici, ma guardandomi bene dall'ascoltare i suoi insegnamenti di "Garante della Dottrina di Cristo", in cui Costui ha miseramente fallito.
Non considero BXVI un massone, ma un coerente interprete di quelli che sono stati i principi del CVII ed è in questo senso che sta facendo il suo lavoro, lui come altri cardinali, vescovi e sacerdoti. Per questo non riesco più a scandalizzarmi e non volendo esprimere giudizi al riguardo che non mi competono, prendo tristemente atto della situazione, l'affido a Nostro Signore e continuo nel mio piccolo a ricordare a chiunque voglia che la Verità appartiene alla Tradizione ed agli insegnamenti millenari di Santa Madre Chiesa.
RispondiEliminaUn tempo il mio atteggiamento era diverso, impetuoso come quello di A.Rita che tanto apprezzo, ma dopo aver capito che la mia pace spirituale ne risentiva, ho cercato di placare il carattere, ignorare la rabbia e non permettere più a nessuno di turbarmi. Questo non significa rimanere indifferenti o noncuranti, l'indignazione è sempre presente, però è importante riuscire a mantenere la pace dell'anima.
Preghiamo molto il Signore per Benedetto XVI e preghiamoLo molto anche per noi, ne abbiamo tanto bisogno.
Patrizia
Annarita non è l'unica a non voler sentire quando il papa pronuncia le sue parole. Anche per me sono motivo di fastidio netto conoscendo tante realtà inerenti il papa, che alla maggior parte dei fedeli sfuggono...E' un fastidio profondo che tocca il mio senso di coerenza ed il mio senso di giustizia che vengono disturbati da parole che ormai considero vuote e prive di reale profondo significato, le considero parole di circostanza per soddisfare le esigenze momentanee di una folla che aspetta qualcosa, come abitudine. La risposta, o meglio,le risposte sono quanto la folla si aspetta, ovvero qualche frasetta di circostanza per l'avvenimento del giorno più qualche frasetta per ricordare che chi parla sarebbe il Vicario di Cristo, non un politico od un giornalista. Al cattolico cosa servono queste quisquilie quando ben più gravi e tragiche sono le situazioni ecclesiali cui il suddetto non pone nè rimedio nè ostacolo ? A nulla!
RispondiEliminaTristemente debbo darti ragione, così come capisco i sentimenti di A.Rita e quelli di un qualsiasi altro cattolico che non abbia ancora chiuso gli occhi. Tristemente, non perchè sia sbagliato indignarsi, è sacrosanto! ma perchè viviamo una realtà che nessuno di noi avrebbe mai voluto vivere. Ognuno l'affronta come ne è capace. Un santo vescovo, morto ormai da più di vent'anni, riposi in pace, diceva che davanti alle aberrazioni imperanti, l'unico atteggiamento giusto che lui si sentiva di consigliare, era "ignorare" gli eventi e rimanere attaccati alla Tradizione. Ignorare non significava per lui far finta di nulla e fregarsene, bensì mantenere integra la propria pace spirituale e nel contempo denunciare e contrastare l'errore. Ho scelto questa linea di condotta ritenendola la migliore per me, ma rispetto tutte le altre scelte di condotta,basta non portino al silenzio.Proprio oggi pomeriggio ho letto queste parole di San Giovanni Crisostomo.
RispondiElimina"Soltanto colui che si arrabbia senza motivo è colpevole; chi si adira per un motivo giusto non incorre in nessuna colpa. Poiché, se mancasse la collera, non progredirebbe la conoscenza di Dio, i giudizi non avrebbero consistenza ed i crimini non sarebbero repressi.
Ed ancor più: chi non si incollerisce quando lo esige la ragione, commette un peccato grave, poiché la pazienza non regolata dalla ragione propaga i vizi, favorisce le negligenze e porta al male, non soltanto i cattivi ma, soprattutto, i buoni."
Sia quindi un dovere per noi seguire questa esortazione, adattandola al proprio carattere ed alla propria capacità.
Patrizia