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mercoledì 23 marzo 2011

Perché la sofferenza?...

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
L'ultimo drammatico spostamento delle placche tettoniche al largo della costa orientale del Giappone, che ha causato sia il più grande terremoto che il Giappone abbia mai conosciuto da molti anni sulla terraferma, sia il terribile e devastante maremoto che si è abbattuto sulla sua costa orientale, avrà suscitato in molti la classica domanda: se Dio esiste, se è l'onnipotente e il sommo bene, com'è possibile che permetta così tanta sofferenza umana?
La risposta classica non è troppo difficile da dare in teoria, sempre che non siamo noi stessi a soffrire! 
 
In primo luogo, la sofferenza è spesso una punizione per il peccato. Dio esiste, e il peccato lo offende. Il peccato conduce le anime all'Inferno, mentre Dio le ha create per il Paradiso. Se la sofferenza terrena metterà un freno al peccato e aiuterà le anime a scegliere il Paradiso, Dio, che sicuramente comanda le placche tettoniche, le userà senza difficoltà per punire il peccato. Ma allora, il popolo giapponese è particolarmente peccatore?  Nostro Signore stesso risponde che non è questa la domanda da fare, poiché, dice il Signore, bisogna pensare piuttosto ai nostri stessi peccati e fare penitenza, altrimenti “perirete tutti allo stesso modo” (Lc XIII, 4).
Dopo tutto, non sarebbe sorprendente se oggi non ci fossero Giapponesi che si chiedessero che vita è quella basata sullo stile di vita occidentale fatta di materialismo e di benessere? 
 
In secondo luogo, la sofferenza umana può essere proprio un avvertimento, per indurre gli uomini ad allontanarsi dal male e ad evitare l'orgoglio.
Proprio in questo momento l'intero empio Occidente dovrebbe mettere in discussione il suo materialismo e la sua prosperità. Col costante aumento dei terremoti e degli altri disastri naturali da parecchi anni in tutto il mondo, il Signore Iddio sta certamente cercando di richiamare l'attenzione di tutti noi, nella speranza di non essere costretto ad infliggere al mondo intero quella "pioggia di fuoco" di cui ci ha avvisato Sua Madre ad Akita, in Giappone, nel 1973.
Non è molto probabile che in questo momento i Giapponesi con la loro sofferenza possano trarre profitto dal loro disastro più del lontano Occidente? In effetti, ogni paese può essere fortunato nel ricevere adesso un simile anticipo del castigo annunciato. 
 
In terzo luogo, Dio può  usare la sofferenza umana per esaltare la virtù dei suoi servi. È il caso di Giobbe e dei martiri cristiani di tutte le età.
Oggi forse pochi Giapponesi hanno la fede soprannaturale, ma se si faranno umili nella sofferenza derivata da quello che percepiscono essere l'azione della potente mano di Dio, acquisteranno il merito naturale e a Lui daranno gloria almeno a livello naturale. 
Infine, vi è la risposta di Dio stesso a Giobbe, che nel Cap. 36 del suo libro è ancora insoddisfatto delle spiegazioni sulla sua sofferenza, come hanno potuto elaborarle lui stesso o i suoi familiari o amici.
Io parafraso: “Dov'eri, Giobbe, quando gettai le fondamenta della terra? Hai posto tu le placche tettoniche? Chi pensi che ordinariamente mantiene il mare nei suoi confini e gli impedisce di inondare la terra? Puoi davvero pensare che io non abbia avuto le mie buone ragioni nel permettere che ora esso spazzasse la costa nord-est del Giappone?” Si veda il Libro di Giobbe, ai capitoli 38 e 39.
E Giobbe finalmente accetta. È soddisfatto della risposta e confessa di essersi sbagliato nel chiamare in causa la sapienza e la bontà di Dio (Gb 42, 1-7). 
 
Facciamo penitenza, riteniamoci avvisati dal disastro del Giappone, speriamo di dare gloria a Dio nelle nostre prove future e riconosciamo innanzi tutto che Dio solo è  Dio! 
 
Kyrie eleison

Londra, Inghilterra

6 commenti:

  1. Ho letto e riletto le parole di Mons.Williamson ed ho deciso di inviarle ad amici laici e sacerdoti in missione e non.Apparentemente normali, ma in realtà sintetiche ma molto profonde ed indicative di una profonda fede ed intelletto delle cose. Sono poche frasi tali che avrebbero potuto essere dette anche a Roma sporgendosi da un balcone in occasione di un "Angelus"...Non avrebbero fatto del bene a tutti? Sono forse frasi irripsettose per il Giappone?Non mi sembra proprio! Forse frasi poco diplomatiche? Non mi sembra proprio!Se non vi fosse troppa distanza teologica, liturgica e dottrinale, Io darei il consiglio di farsi suggerire da mons Williamson su cosa pronunciare al mondo...Almeno non sarebbero state frasi mielose e sentimentali adatte ad indurre soltanto un moto d'animo fugace, ma avrebbero fatto riflettere TUTTI !

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  2. Caro amico, è impensabile che certe parole possano essere dette dal "balcone", non perchè irrispettose o poco diplomatiche, ma perchè assurde, come si può pensare che Nostro Signore ci punisca o permetta dolorosi castighi a causa dei nostri peccati? Impossibile. Come si può pensare che Nostro Signore voglia portare la salvezza al Giappone attraverso la Sua Croce? Impossibile.
    Come si può pensare che chi semina nel dolore, raccoglierà nella gioia? Impossibile, perchè questi insegnamenti appartengono al passato.
    Patrizia

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  3. Probabilmente fa tutto parte di quella discrasia o schizofrenia della menzogna per cui si dice tutto ed il contrario di tutto; ricordo benissimo infatti un canto creato nel post-concilio che recita: "chi semina nel pianto cantando mieterà..."Dunque ?Non siamo certo noi gli incoerenti,ma certe posizioni inconcludenti ed anomale rispetto agli insegnamenti bimillenari che noi ed i nostri avi hanno ricevuto e che ora ci vogliono sovvertire senza dirci nè perchè, nè a che pro! Ed io dovrei ascoltare ed obbedire? Mi è passato dalla testa da un pezzo...Ho capito solo che la salvezza attualmente passa per la Chiesa Cattolica di sempre ovvero attraverso gli insegnamenti che non trovo più in giro, nella attuale Chiesa ecumenica Universalizzata e che devo ricercarmi da solo e per diffondere agli altri che mi stanno a cuore !Tutto il resto sono chiacchiere indotte da satana. Sì,sì e no,no, e basta...

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  4. Ricordo che Giovanni Paolo II, dopo aver superato le prime complicazioni conseguenti all'attentato (tumore mi pare allo stomaco, con relativo intervento...ed altre consistenti conseguenze...), essendo entrato nella sofferenza fisica, con continue entrate ed uscite dagli ospedali, disse pubblicamente una frase:" Mi sono reso conto che esiste un Vangelo superiore: il Vangelo della sofferenza." Beh, questa frase, detta da un Papa, se applicata a se stesso, come dire "Ho capito che Dio mi sta chiamando alla consumazione fisica per amore a Lui...", si può anche capire e lascia confortati ed edificati...ma se detta genericamente, allora lascia molto sconcertati: quale altra "parte siperiore" esisterebbe mai nel Vangelo, se non la sofferenza?? Non è forse quello il culmine dell'incarnazione di Cristo? Non è forse sulla Crice che Egli ci ha salvati? Non è forse quello l'apice dell'offerta d'Amore, con cui Gesù ci ha strappati al demonio e ripresentati al Padre, coperti e ricomprati co Suo Sangue? Cosa c'è da scoprire?? Bastava restare aderenti alla sana Dottrina cattolica di Sempre, il cui centro era Cristo e non l'uomo, come invece è accaduto dal Concilio in poi...

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  5. Detto questo, c'è da dire che mons. Williamson fa sempre "centro"! Condivido appieno il principio della correzione divina attraverso i castighi, senza gridare allo scandalo, come fanno tutti i buonisti postconciliari, che scambiano Dio per una "enorme torta alla panna", a cui puoi fare ciò che vuoi, che mai ti risponderà, e sarà sempre "morbida", "malleabile" e "dolcedolce".... Ma un Padre, ama se corregge e questo è scritto in San Giacomo: "E' per la vostra correzione che soffrite" e nell'Apocalisse:
    "Dio sferza chiunque riconosce come figlio. E qual'è quel figlio che non è corretto dal padre?"

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  6. Non posso che essere d'accordo.
    E' la Croce che salva, anche se ognuno di noi la teme, io per prima, ma se ci fosse stata una via diversa per la salvezza, Gesù Cristo non vi sarebbe morto inchiodato.
    Patrizia

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