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martedì 15 gennaio 2013

La Lobby Gay nel Vaticano...

Disse Santa Ildegarda di Bingen, Dottore della Chiesa, riguardo all’omosessualità:


“ll serpente antico gioisce per tutte le punizioni con cui l’uomo è castigato nell’anima e nel corpo. Lei, che ha perso la gloria celeste, non vuole che nessun uomo possa raggiungerla. In realtà, non appena si rese conto che l’uomo aveva accolto i suoi consigli, iniziò a progettare la guerra contro Dio, dicendo: <<Attraverso l’uomo porterò avanti i miei propositi>>”
“Nel suo odio, il serpente ha ispirato gli uomini a odiarsi fra loro e, con lo stesso cattivo sentimento, li ha indotti a uccidersi gli uni gli altri.”
“E il serpente disse: <<Manderò il mio soffio affinché la successione dei figli degli uomini si spenga, e allora gli uomini bruceranno di passione per gli altri uomini, commettendo atti vergognosi>> ”.
“E il serpente, provandoci godimento, gridò: <<Questa è la suprema offesa contro Colui che ha dato all’uomo il corpo. Che la sua forma scompaia perché ha evitato il rapporto naturale con le donne>>.”
“È quindi il diavolo che li convince a diventare infedeli e seduttori, che li induce a odiare e a uccidere, diventando banditi e ladri, perché il peccato di omosessualità porta alle più vergognose violenze e a tutti i vizi. Quando tutti questi peccati si saranno manifestati, allora la vigenza della legge di Dio sarà spezzata e la Chiesa sarà perseguitata come una vedova”
Citazioni tratte dal “Liber Divinorum Operum” di Santa Ildegarda di Bingen rinvenute nel n° 55 (anno 18, dicembre 2012) della rivista “Tradizione-Famiglia-Proprietà”.
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Dopo la recente intervista a Don Dariusz Oko e quella pubblicata da La Bussola Quotidiana a Gerard van den Aardweg, La Nuova Bussola Quotidiana continua la sua indagine sul tema della lobby gay all'interno della Chiesa con questa conversazione con don Ariel S. Levi di Gualdo, sacerdote romano che nel 2011 ha pubblicato per l'editore Bonanno il libro E Satana si fece Trino. Relativismo, individualismo, disubbidienza: analisi sulla Chiesa del terzo millennio. Il secondo capitolo di questo lavoro è interamente dedicato alla presenza omosessualista all'interno della Chiesa, e non sarà inutile ricordare che proprio alla vigilia di Natale, parlando alla Curia Romana, il Papa si è a lungo soffermato sulla grave minaccia per la Chiesa rappresentata dall'ideologia del gender.
Qui sopra vediamo l'eretico pretunzolo conciliare "don Gallo"...
Don Oko, quando e come, storicamente, si è affermata la lobby omosessualista all'interno della Chiesa?Esistono diversi tipi di lobby, e da secoli esistono in tanti ambienti. Questo non è un aspetto specifico della Cheisa cattolica. Dopo il Concilio vaticano II, ai tempi della rivoluzione sessuale del 1968, la teologia cattolica morale ha cominciato ad accettare le idee che prima erano considerate estranee al Magistero della Chiesa e alla morale tradizionale. Uno degli esempi può essere l'insegnamento del prete cattolico americano Charles Curran, che difende l'uguaglianza degli orientamenti omosessuale ed eterosessuale. In questo modo l'omosessualità smise di essere considerata contro la legge naturale e contro la Rivelazione. Questo modo di considerare la sessualità umana è si è infiltrato in tanti seminari e monasteri nel mondo. In conseguenza, in molti seminari diocesani e abbazie di tutti i continenti hanno cominciato a sostenere l'idea che esistono due orientamenti sessuali equivalenti: eterosessuale ed omosessuale. Così si chiede ai chierici esclusivamente la castità, considerata come l'astinenza da atti impuri, e la capacità di vivere il celibato, senza entrare nel merito del loro orientamento o tendenze sessuali. In questo modo l'omosessualità come tendenza e tipo di personalità ha finito di essere un ostacolo all'ordinazione sacerdotale. Negli anni Settanta e Ottanta del Ventesimo secolo i sacerdoti con tendenze omosessuali hanno cominciato a creare molti problemi in tante diocesi ed abbazie nel mondo. Lo scandalo degli abusi sessuali su minorenni, esploso negli anni '80 negli USA, è in gran parte dovuto a preti gay e nel 2002 questa situazione ha portato a un vero e proprio terremoto. Nel 1989, don Andrew Greeley, scrittore e sociologo cattolico, ha scritto sul settimanale americano National Catholic Reporter di Kansas City a proposito della “mafia lavanda” [locuzione che indica la lobby gay all'interno della Chiesa cattolica] in un articolo che ha indignato alcuni e ha trovato d'accordo altri. Secondo Greeley il sacerdozio stava diventando sempre più gay, e non era più rappresentativo della Chiesa universale.
A questo proposito, lei parla di omoeresia. Quali sono le caratteristiche?L'omoeresia è un rifiuto del Magistero della Chiesa cattolica sull'omosessualità. I sostenitori dell'omoeresia non accettano che la tendenza omosessuale sia un disturbo della personalità. Mettono in dubbio che gli atti omosessuali siano contro la legge naturale. I difensori dell'omoeresia sono a favore del sacerdozio per i gay. L'omoeresia è una versione ecclesiastica dell'omosessualismo.




Quali reazioni ha suscitato, in ambienti ecclesiastici, il suo articolo? Come è stato accolto?
Le reazioni sono state soprattutto positive e hanno fatto gioire i miei amici che hanno partecipato alla
nascita del mio lavoro. Queste voci hanno dato soddisfazione anche a tutti i credenti fedeli alla Santa Sede. Ci sono state così tante citazioni su diversi media che non è possibile ricordarle tutte. È sempre più difficile trovare un sacerdote in Polonia che non conosca il mio articolo. Tanti laici e sacerdoti mi hano ringraziato, mi hanno fatto i complimenti per le mie conoscenze e il mio coraggio, mi hanno dato informazioni nuove e più dettagliate a sostegno delle tesi del mio testo. Tante persone hanno sottolineato quanto sia importante toccare questo tema perché la degenerazione moale dei sacerdoti distrugge qualcosa di particolarmente importante per la Chiesa, la colpisce al cuore. Ho ricevuto queste risposte soprattutto dagli educatori dei seminaristi.
Vescovi, abati e rettori di seminari mi hanno detto che questo articolo è un strumento molto utile per il loro lavoro, perché da una parte ricorda e raccoglie i punti chiave del Magistero sul divieto di ordinazione per le persone di tutte le tendenze omosessuali; dall'altra aiuta la riflessione e a risolvere i dubbi sull'argomento, anche se qualcuno potrebbe averne ancora.
Accolgo con particolare piacere l'opinione molto positiva di questo articolo da parte di un certo numero di suore, insegnanti, amici da una varietà di istituzioni laiche e religiose; in particolare i due sacerdoti che vengono considerati correttamente come quelli con la più alta autorità spirituale e morale della Chiesa polacca: don Edward Staniek e don Mark Dziewieckiego. Entrambi sono persone coscienziose libere dalla dipendenza dal giudizio altrui; persone di grande amore per la Chiesa, con una conoscenza particolarmente vasta ed approfondita su di Essa.

Nel suo articolo lei valorizza i laici nella lotta per la purificazione della Chiesa. Quale può essere il loro ruolo?
Vorrei focalizzare l'attenzione su due cose concrete. La prima riguarda il modo in cui i laici devono reagire nei casi di rapporti sessuali su un minorenne negli ambienti ecclesiastici, da parte di sacerdoti, animatori di gruppi di preghiera, insegnanti, scout, ecc. In questi casi, purtroppo, esiste una vera e propria congiura del silenzio. C'è la necessità di maggior coraggio ed impegno da parte dei laici.
La seconda riguarda i seminari. Purtroppo i laici hanno poca o nessuna conoscenza di come i futuri sacerdoti sono formati. Eppure nei seminari si decide in modo determinante il futuro della Chiesa. C'è bisogno di un maggior coninvolgimento dei laici al fine di non permettere l'ordinazione degli omosessuali. Tutti, clero e laici, dobbiamo sostenere gli sforzi di Papa Benedetto XVI il quale, invece della divisione tra l'omosessualità attiva e quella passiva, nei documenti ufficiali introduce una distinzione tra tendenze omosessuali transitorie, che accadono nel periodo dell'adolescenza, e quelle profondamente radicate. Tutte e due le forme di omosessualità, e non più soltanto l'omosessualità attiva, costituiscono un impedimento all'ordinazione sacerdotale. L'omosessualità non è conciliabile con la vocazione sacerdotale. Di conseguenza, non è solo rigorosamente vietata l'ordinazione di uomini con qualsiasi tipo di tendenza omosessuale (anche se transitoria), ma anche la loro ammissione in seminario.

Lei ipotizza soluzioni per aiutare la Chiesa ad uscire da questa crisi. Ma cosa si può fare per aiutare i sacerdoti con tendenze omosessuali? E per i sacerdoti gay?
Gli uomini con tendenze omosessuali già ordinati diaconi, preti e vescovi conservano la validità delle ordinazioni, ma sono obbligati ad osservare tutti i comandamenti di Dio nonché di tutte le disposizioni della Chiesa. Così come gli altri preti, devono vivere in castità e cessare ogni azione contro il bene della persona umana e della Chiesa, qualsiasi attività di carattere mafioso e soprattutto atteggiamenti di rivolta contro il Santo Padre e la Santa Sede. I sacerdoti afflitti da disturbi del genere sono fortemente indirizzati ad intraprendere al più presto una terapia adeguata.
CHI E' DON DARIUSZ OKO
Don Dariusz Oko, nato nel 1960 ad Os wi ecim, è stato ordinato sacerdote nel 1985; è prete dell'arcidiocesi di Cracovia, dottore di ricerca in filosofia ed in teologia, professore al Dipartimento di Filosofia dell'Università Pontificia Giovanni Paolo II di Cracovia. I principali settori delle sue ricerche scientifiche sono: metafisica, filosofia di Dio, teologia contemporanea, zone di confine tra filosofia e teologia, critica dell'ideologia atea. Per sei anni ha studiato in diverse università in Germania, Italia e negli Stati Uniti. Dopo l'ordinazione sacerdotale, insieme al lavoro scientifico, ha sempre svolto quello di ministro cattolico come sacerdote residente in diverse parrocchie europee ed americane.
Per sedici anni è stato direttore spirituale degli studenti e dall'anno 1998 è direttore spirituale dei medici nella sua diocesi. Nel corso di studi, congressi scientifici e pellegrinaggi con i medici ha visitato circa quaranta Paesi di tutti i continenti. In Polonia è conosciuto come editorialista e i suoi articoli sono stati spesso accolti con riconoscimento ed hanno dato origine a discussioni e dibattiti a livello nazionale.
- INTERVENIRE CON DECISIONE, di Riccardo Cascioli
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E chi ha permesso che i Gay, praticanti, entrassero nelle sacre mura?
Paolo VI il distruttore della cristianità prossimo "beato infernale" della gerarchia modernista che ha occupato il Vaticano dal conciliabolo sino ad oggi...

Fonte Sem Novidade...
Fu più che delicato e discreto il non prestarmi mai a manifestare la cattiva reputazione sulla vita morale di Paolo VI. Anche perché quando si parla del Capo della Chiesa, Vicario di Gesù Cristo, lo si chiama anche “Beato Padre”, pur sapendo che la santità, in senso dottrinale, non accompagna necessariamente quel titolo elevato.

Perciò anche ora, qui, non intendiamo colpire la vita privata di Paolo VI, anche se, a causa di gravi falli in questa sua vita privata, dovette soggiacere al ricatto che lo tenne prigioniero. Noi, di questo, siamo solo cronisti, lasciando a Dio di essere l’esaminatore e giudice.

Iniziamo questo nostro compito presentando estratti del libro della famosa ricercatrice cattolica americana, dott.ssa Randy Engel, “The Rite of Sodomy - Homosexuality and the Roman Catholic Church".

Le voci che Montini fosse attratto da giovani uomini, circolò per lungo tempo. La testimonianza di Robin Bryans, scrittore irlandese, dichiaratamente omosessuale, nella sua auto-biografia del 1992, “The Dust Never Settles”, afferma che il suo amico Hugh Montgomery gli disse che lui e il giovane
Montini erano stati amanti, quando Lui ebbe l’incarico diplomatico in Vaticano.


Lo scrittore francese ed ex Ambasciatore, Roger Peyrefitte, omosessuale confesso e difensore dei “diritti gay”, nel 1976, in una intervista a D.W. Gunn e J. Murat, rappresentanti della “Gay Sunshine Press”, parlò della omosessualità di Paolo VI il quale, quando era Arcivescovo a Milano, andava in una casa appartata per incontrare ragazzi ad hoc.

Questa intervista fu ripresa e riprodotta dalla Rivista Italiana “Tempo” di Roma. Il 26 aprile 1976, il Vicario di Roma e la Conferenza Episcopale Italiana indissero una “giornata di riparazione” universale.

Anche il Papa, alla domenica della Palme, fece una dichiarazione, dal suo balcone, dicendo che “delle cose orribili e calunniose” erano state dette su di Lui. Ma non sporse alcuna denuncia per quelle presunte calunnie, come avrebbe dovuto fare.
In “O Vatican, A Silghtly Wicked View of the Holy See”, l’ex corrispondente dell’Ufficio Romano del “New York Times” fece anche il nome di un famoso attore italiano, Paolo Carlini, che era divenuto un visitatore frequente di Paolo VI, nei suoi appartamenti privati, in Vaticano.

Anche la televisione inglese intervisterà Peyrefitte, che rincarerà la dose dichiarandosi stupito di aver ottenuto insperatamente tanta pubblicità a buon mercato.

Lo scrittore Franco Bellegrandi1, nel suo libro: “Nichitaroncalli - controvita di un Papa” (Edizioni Internazionali di Letteratura e Scienze, Roma) scrive: «Montini, in più si mormora a Roma e in tutta Italia, sarebbe omosessuale. Quindi, ricattabile. Quindi, in pugno a chi intende manovrarlo per i propri fini. A Milano, da Arcivescovo, sarebbe stato fermato, di notte, dalla polizia, in abiti
borghesi e in dubbia compagnia. È legato da anni da amicizia particolare con un attore che si tinge i capelli di rosso e che non fa mistero della sua relazione col futuro Papa. Del resto, la relazione andrà avanti negli anni, saldissima. Mi confiderà un ufficiale del Servizio di sicurezza del Vaticano, che il prediletto di Montini aveva l’autorizzazione a entrare e uscire dall’appartamento del Papa a suo piacimento. Tanto che, spesso, se lo vedevano arrivare all’ascensore, nel pieno della notte.

L’Abbé Georges de Nantes, fondatore della “League of the Catholic Counter-Reformation” in Troyes (Francia), nel 1969, nel numero di Giugno-Luglio della pubblicazione “The Catholic Reformation in the XXth Century”, espose le accuse di omosessualità contro Paolo VI, contenute nel citato numero, iniziando a ricordare le accuse di Paul Hoffman in relazione alla “Mafia Milanese”; poi, facendo riferimento ad una citazione tratta da un libro in brossura, che tratta di un Cardinale non italiano, un “omone affabile e dagli occhi penetranti”, che Paolo VI aveva messo in una posizione chiave, che aveva una reputazione di pederastia nei confronti dei “ragazzi” e giovani che vivevano nel quartiere dietro il Vaticano.

Inoltre, l’Abbé riporta un episodio che capitò alla vigilia del Conclave del 1963 che elesse papa Montini. La sera dell’apertura del Conclave, un Padre di Sant-Avit della Basilica di San Paolo-fuori dalle Mura, lo aveva informato che la Sezione Morale della Polizia di Milano aveva uno schedario su Montini. Allora, anni dopo, l’Abbé de Nantes si rivolse a Giovanni Paolo II con queste parole:

«Così, dopo lo scandalo dell’elezione di un omosessuale confesso al trono di Pietro, che ha avvelenato la Chiesa, Lei, Santissimo Padre, Lo vorrebbe far rivivere e guadagnare forza col far salire questo sventurato Paolo VI alla gloria degli altari, e offrire le sue ossa come reliquie ai fedeli per i loro baci, e presentare il suo volto ai fedeli per il loro fervente sguardo stupito nella gloria del Bernini? Ah, no! Questo è impossibile!».

Atila Sinke Guimarâes, nella sua opera: “Vatican II, Homosexuality & Pedophilia”, parla dell’omosessualità di Paolo VI, citando Franco Bellegrandi il quale riporta le accuse che, durante il periodo di Montini a Milano, “fu preso in flagrante dalla Polizia locale” in una delle vie notturne, che l’Arcivescovo frequentava essendo dei bordelli maschili della città.

L’ex Guardia Vaticana, inoltre, descrive il processo di “colonizzazione omosessuale”, iniziato sotto il Pontificato di Giovanni XXIII, ma che si accentuò sotto il Regno di Montini. Bellegrandi, poi, scrive che vecchi e onorati impiegati furono pensionati, o trasferiti altrove, per far posto ai “confratelli” di Montini, affetti dallo stesso vizio, e che questi, a loro volta, si portarono dietro i loro prediletti “giovanotti effeminati in attillate uniformi”.

Sempre Bellegrandi scrive che Montini, appena insediatosi Pontefice, fu sottoposto ad un ricatto da parte della Massoneria italiana.

In cambio del loro silenzio sui furtivi soggiorni dell’Arcivescvo Montini in un Hotel della Svizzera, per gli incontri col su o attore-amante, i Massoni chiesero che il Papa eliminasse il tradizionale divieto della Chiesa sulla cremazione dopo la morte. Paolo VI accondiscese. Dopo di che, la perversione sessuale di Montini divenne un bersaglio di ricatto.

In una corrispondenza con uno Scrittore britannico, familiare con le operazioni del Servizio Segreto Inglese, MIS, Bellegrandi chiese se l’omosessualità di Montini lo rendesse apertamente vulnerabile al ricatto da parte dei Servizi Segreti Britannici, o Sovietici, durante la Seconda Guerra Mondiale. Lo scrittore gli scrisse che egli reputava che i Britannici (MIS) e gli Americani (OSS) sapevano dell’omosessualità di Montini, e la usavano contro di Lui per ottenere la sua cooperazione nel far funzionare le reti Vaticano-Alleati dopo la guerra.

Le informazioni sui ricatti di Montini, da parte del KGB e GRU Sovietici, dopo la guerra, vennero invece da un’altra fonte. Un anziano gentiluomo di Parigi, che lavorò come ufficiale interprete per il Clero di alto livello del Vaticano, gli disse che i Sovietici ricattavano Montini per sapere i
nomi dei preti che il Vaticano mandava, clandestinamente, oltre la Cortina di Ferro, per provvedere ai fedeli cattolici, nell’Unione Sovietica, durante la Guerra Fredda.

La Polizia Segreta sovietica, pertanto, era sempre pronta e, appena i preti clandestini attraversavano il confine russo, questi venivano presi e fucilati o mandati nei Gulag.
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Estratto da:
http://www.chiesaviva.com/441%20mensile.pdf

8 commenti:

  1. ..."chi non lavora neppure mangi!" come diceva San Paolo.
    Tutti a lavorare nei campi a mano con la schiena curva, e vedrai che a fine giornata gli passa la voglia di prenderlo in quel posto....

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  2. In effetti se questi "cardinali" o "vescovi" beatamente assisi sul loro trono ed affetti da concupiscenze infernali, andassero in terre di missione, avrebbero meno grilli in testa e più concretezze nel portare la Fede evangelica dove si deve!

    Un esempio lampante: mons Lefebvre che insegnò e si impegnò in Africa, rafforzando la suA FEDE ed il suo ardore nel difendere la vera Chiesa.

    Gli altri al confronto, sono solo dei "quaquaraqua"...e pure omosessuali.

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    Risposte
    1. Se nel vaticano esiste la lobby gay, le invdie per il potere , la pedofilia , la corruzione , gli imbrogli finanziari della loro banca e tanti altri scandali , tutto queste cose sono prove lampanti di una religione CIARLATANA,cosi' come tutte le altre religoni. MAGO PROF. SILVA

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  3. Mi chiedo cosa diranno mai i trolls che bazzicano nel blog, tutti protesi a scandalizzarsi quando si dicono verità come queste!
    " ma che vergogna raccontare ciò, vi divertite a parlar male della chiesa!"
    "Fate il gioco di quelli che odiano a chiesa!"
    "ma che idiozie raccontate! Non è vero nulla..."

    Ed altre amenità del genere per continuare a chiudere gli occhi di fronte al disastro, per potersi sentire gregge in ogni senso della parola, quindi guidati purchessia da chiunque purchè guidi, anche nel baratro!

    Oppure, come altre volte con argomenti troppo scottanti,i trolls & compagni sceglieranno il silenzio, tacendo con omertà colpevole per non esprimere un'indignazione che si agita solo nei cuori dei puri e degli onesti.

    Salutiamoli caramente perchè spariscano e vadano a farsi benedire altrove da preti della loro risma!

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  4. Una frase ancora voglio dire, che mi è sfuggita nei commenti di prima:
    GRAZIE ad Annarita e Gianluca per il coraggio che mostrano sempre nell'esporre e quindi portare alla luce le piaghe che minano la Chiesa.

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  5. Grazie a te,
    come anche a Berni ed altri, che avete il coraggio di registrarvi con un nick per continuare a commentare la realtà che il Signore ci sta dando di vivere.
    Sì, perchè da oggi in poi, chi non ha il coraggio di farsi un account, non scriverà, avendo noi tolta l'opzione per gli anonimi.

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  6. Ciao a tutti.
    Grazie Annarita per aver preso questa decisione. Era quasi un mese che non scrivevo ma ho visto i vari commenti, di cui molti cancellati perchè contenevano insulti verso altri blogger. Speriamo che d'ora in poi ci possa essere un confronto più sereno e civile. Ho appena creato il mio account personale perchè mi spiaceva non poter più intervenire.
    Aggiungo, visto che non l'ho ancora fatto, il mio augurio di un buon 2013 a tutti voi.
    Albino

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    Risposte
    1. Grazie per l'account, caro Albino,
      e buon anno anche a te.

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