Il caso di Salvatore Crisafulli ha dunque sbugiardato tutti coloro i quali (medici e non) parlano a sproposito di stato vegetativo permanente, ovvero di un sonno della coscienza pressoché irreversibile, all’interno del quale il paziente mantiene parte delle sue funzioni vitali, senza però avere alcuna percezione di ciò che gli avviene intorno. Sostenuto nella sua battaglia dal fratello Pietro, Salvatore Crisafulli è diventato un simbolo del diritto alla vita e alla dignità per tutti i disabili gravi che, nonostante la loro inenarrabile sofferenza, rifiutano ogni forma di ‘dolce morte’. C’è stato però un momento, all’inizio del 2010, in cui Pietro Crisafulli, preso dallo sconforto, meditò seriamente di portare suo fratello in Belgio per sottoporlo ad eutanasia attiva. Una decisione che, alla fine, fortunatamente fu accantonata.
Ora però, al culmine della loro battaglia, i fratelli Crisafulli sono incappati in una terribile beffa. Tutto inizia nell’aprile 2009 quando Salvatore si vede recapitare una lettera dell’INPS siciliano in cui a causa di “un piano di verifica straordinario nei confronti di titolari di prestazioni di invalidità civile”, gli veniva ordinato di “presentarsi puntualmente” ad una visita presso l’ente, onde verificare la sua effettiva disabilità (!). Nel giro di un paio di settimane arrivò una lettera di scuse da parte dell’INPS in cui si spiegava che l’invio era stato destinato ad un numero campione di pensionati civili, senza alcuna cura di distinguere i casi conclamati, rispetto a quelli effettivamente da verificare, allo scopo di smascherare le eventuali truffe. “La chiamata a visita di revisione – si legge nella missiva dell’INPS – è avvenuta esclusivamente e casualmente per un fatto ‘tecnico’ all’interno di elenchi nominativi e senza alcuna conoscenza del caso (noto presso l’opinione pubblica certamente non alle procedure informatiche)”. L’ente assicurava quindi alla famiglia Crisafulli che il loro sfortunato congiunto non rischiava in alcun modo di perdere la pensione di invalidità. L’incidente diplomatico (e burocratico) sembrava chiuso lì.
Invece lo scorso 8 ottobre, come un fulmine a ciel sereno, arriva un nuova comunicazione da parte dell’INPS che ordinava ai Crisafulli la riproduzione di una nuova documentazione sanitaria, pena la sospensione della pensione di Salvatore, peraltro ammontante a soli 470 euro. “Siamo doppiamente amareggiati, indignati, schifati – ha dichiarato Pietro Crisafulli – è veramente assurdo vergognoso, scandaloso ricevere una nuova lettera dell’INPS, dopo aver ricevuto pubblicamente le scuse nel 2009, questo è un vero malfunzionamento della sanità e della previdenza nazionale e siciliana, non vogliamo più scuse, chiediamo invece all’INPS di spiegare a tutti gli italiani come possono accadere fatti simili. Quando impareranno a fare decentemente il proprio lavoro? Ripetiamo: come fanno a non sapere in che condizioni vive Salvatore, e come si arrivi a sospettare che approfitti della pensione è proprio un mistero”.
Lunedì scorso l’ennesimo contrordine da parte dell’INPS e la seconda richiesta di scuse: si sarebbe trattato di un’errore informatico. Nella speranza che sia davvero l’ultimo errore… Nessuna cancellazione della pensione di invalidità, dunque, per Salvatore Crisafulli, il quale però ha sofferto terribilmente questa nuova ingiustizia ed il suo fragilissimo fisico ne ha risentito: in questi giorni, infatti, Salvatore è ricoverato in ospedale per accertamenti, visti i persistenti dolori addominali.
Un caso analogo a quello di Salvatore Crisafulli è quello di Francesco Spoto, 49 anni, anch’egli catanese, malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica da 8 anni.
Padre di tre figli, Spoto è tracheotomizzato e completamente immobilizzato dal 2004. Come Crisafulli comunica esclusivamente attraverso il computer. Lo scorso 10 settembre si è visto sospendere la pensione di invalidità, salvo vedersela ripristinare pochi giorni dopo. Il caso però non è affatto chiuso in quanto l’uomo ancora non dispone di un’assistenza 24 ore su 24, comprensiva di badante, infermiere, psicologo e tutte le altre prestazioni indispensabili.
La drammatica situazione in cui vivono disabili gravi come Crisafulli e Spoto, con tutte le sofferenze (anche economiche) che ne derivano alle rispettive famiglie, unita all’approccio ottusamente burocratico dei soggetti preposti alla loro tutela, impone una severa riflessione. “Lo Stato Italiano, da un lato proclama il rispetto e la sacralità della vita, mentre nella pratica, offende non solo la dignità umana, ma crea anche delle eutanasie passive”, ha dichiarato Pietro Crisfaulli sul suo profilo Facebook. La speranza è che, accanto all’approvazione della sospiratissima e sacrosanta legge sul fine vita che, dopo il tristissimo caso Englaro, sancirà il divieto formale di ogni forma di eutanasia, ci sia spazio per misure a tutela di chi, anche nella malattia, vuole vivere in modo dignitoso ogni istante della propria esistenza.
E' la storia di un "estremo" disabile Catanese che rifiuta l'eutanasia ma che è stato abbandonato al suo destino dalle istituzioni. L'INPS per ben due volte gli ha richiesto di presentarsi a visita, pena la cancellazione della pensione d'invalidità, e per due volte ha inviato formali scuse, giustificando l'evento con un errore informatico. Invece di parlare di lui come l'alter-ego bello, positivo, di speranza di vita, di Eluana Englaro e di suo padre, si parla solo per notificare sozzure, porcate ed ingiustizie. Ma viva Salvatore e Pietro Crisafulli, meno male che ci siete!
RispondiEliminaIN VERITA' VI DICO CIO' CHE FARETE AD UNO DEI MIEI PICCOLI LO AVRETE FATTO A ME, E CIO' CHE NON AVRETE FATTO AD UNO DEI MIEI PICCOLI NON LO AVRETE FATTO A ME (SIGNORE GESU')
RispondiEliminaI RESPONSABILI RISPONDERANNO A DIO E' CERTO
INTANTO SAREBBE DA SCRIVERE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ANCHE SE E' ATEO PURE LUI SI PRESENTERA' AL COSPETTO DI DIO...NESSUNO SCAPPA
Se almeno qualcuno delle molte sanguisughe che siedono in Parlamento, si degnasse di devolvere parte del suo "misero" stipendio da parlamentare a queste famiglie, tutti vedrebbero un po' di giustizia. Se almeno qualcuno dei molti sfaccendati che siedono nel Parlamento siciliano, si degnasse di devolvere parte del suo "misero" stipendio da parlamentare (perfettamente analogo a quello da parlamentare di Roma)a queste famiglie, tutti vedrebbero un po' di giustizia e molte cose si smuoverebbero.
RispondiEliminaSono profondamente dispiaciuto per la vita che si trovano costretti a vivere. Tuttavia ammiro la loro voglia di "esserci" nonostante tutto. E' sconvolgente che oltre alla gabbia del corpo, debbano anche sopportare le gabbie burocratiche delle istituzioni.
RispondiEliminaSpero qualcosa cambi.
che schifo ho lasciato l' Italia proprio perche'indignato della disoccupazione dilagante e della corruzione ero avvocato e non facevo nulla...e lavoro ,qualunque zero,ora leggo che chi ha veramente bisogno viene abbandonato...e chi non ha bisogno viene iper agevolato..che schifo basta Lo stato italiano ha toccato il fondo stavolta che vergogna e che schifo,come posso aiutare salvatore?
RispondiEliminaUno schifo che definirei assurdo. Ammiro la tenacia è la grande forza di quest'uomo che nonostante la continua discriminazione lotti ancora per la vita. Definirei questa persona un eroe dei nostri tempi. Da parte mia vorrei sapere come posso avere il libro con gli occhi sbarrati, ma soprattutto come posso aiutare concretamente i Crisafulli.
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