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lunedì 26 marzo 2012

Don Francesco Ricossa e il "protestantesimo" di Ratzinger...

Falso ecumenismo Conciliare "del non ritorno degli eretici e scismatici in seno alla chiesa Cattolica...

...Ed ora chiediamoci: che cosa significa ristabilire l'unità di tutti i cristiani? Sappiamo tutti che esistono numerosi modelli di unità e voi sapete anche che la Chiesa cattolica si prefigge il raggiungimento della piena unità visibile dei discepoli di Gesù Cristo secondo la definizione che ne ha dato il Concilio Ecumenico Vaticano II in vari suoi documenti (cfr “Lumen Gentium”, nn. 8;13; “Unitatis Redintegratio”, nn. 2; 4 ecc.). Tale unità, secondo la nostra convinzione, sussiste, sì, nella Chiesa cattolica senza possibilità di essere perduta (cfr “Unitatis Redintegratio”, n. 4); la Chiesa infatti non è scomparsa totalmente dal mondo.

D'altra parte questa unità non significa quello che si potrebbe chiamare ecumenismo del ritorno: rinnegare cioè e rifiutare la propria storia di fede. Assolutamente no! Non significa uniformità in tutte le espressioni della teologia e della spiritualità, nelle forme liturgiche e nella disciplina. Unità nella molteplicità e molteplicità nell'unità: nell'omelia per la solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, lo scorso 29 giugno, ho rilevato che piena unità e vera cattolicità nel senso originario della parola vanno insieme. Condizione necessaria perché questa coesistenza si realizzi è che l'impegno per l'unità si purifichi e si rinnovi continuamente, cresca e maturi.

A questo scopo può recare un suo contributo il dialogo. Esso è più di uno scambio di pensieri, di un'impresa accademica: è uno scambio di doni (cfr “Ut Unum Sint”, n. 28), nel quale le Chiese e le Comunità ecclesiali possono mettere a disposizione i loro tesori (cfr “Lumen Gentium”, nn. 8; 15; “Unitatis Redintegratio”, nn. 3; 14s; “Ut Unum Sint”, nn. 10-14).

Desidero anche io in questo contesto ricordare il grande pioniere dell'unità, padre Roger Schutz, che è stato strappato alla vita in modo così tragico. Lo conoscevo personalmente da tempo e avevo con lui un rapporto di cordiale amicizia.

Mi ha spesso reso visita e, come ho già detto a Roma, il giorno della sua uccisione ho ricevuto una sua lettera che mi è rimasta nel cuore perché in essa sottolineava la sua adesione al mio cammino e mi annunciava di volermi venire a trovare. Ora ci visita dall'alto e ci parla. Penso che dovremmo ascoltarlo, ascoltare dal di dentro il suo ecumenismo vissuto spiritualmente e lasciarci condurre dalla sua testimonianza verso un ecumenismo interiorizzato e spiritualizzato.

Vedo un confortante motivo di ottimismo nel fatto che oggi si sta sviluppando una sorta di "rete" di collegamento spirituale tra cattolici e cristiani delle varie Chiese e Comunità ecclesiali: ciascuno si impegna nella preghiera, nella revisione della propria vita, nella purificazione della memoria, nell'apertura della carità.

Il padre dell'ecumenismo spirituale, Paul Couturier, ha parlato a questo riguardo di un "chiostro invisibile", che raccoglie tra le sue mura queste anime appassionate di Cristo e della sua Chiesa. Io sono convinto che, se un numero crescente di persone si unirà interiormente alla preghiera del Signore "perché tutti siano una sola cosa" (Gv 17, 21), una tale preghiera nel nome di Gesù non cadrà nel vuoto (cfr Gv 14, 13; 15, 7.16 ecc.).
(dal discorso tenuto da Benedetto XVI ai rappresentanti di altre Chiese e comunità ecclesiali, nell’arcivescovado di Colonia, il 19 agosto 2005, durante la Giornata Mondiale della Gioventù)

...Oggi il dialogo ecumenico non può più essere scisso dalla realtà e dalla vita nella fede nelle nostre Chiese senza recare loro danno. Quindi volgiamo insieme il nostro sguardo all'anno 2017, che ci ricorda l'affissione delle tesi di Martin Lutero sulle indulgenze cinquecento anni fa. In quell'occasione luterani e cattolici avranno l'opportunità di celebrare in tutto il mondo una comune commemorazione ecumenica...


(L'udienza del Pontefice a una delegazione della Chiesa unita evangelica luterana di Germania)
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Sotto l'articolo notizie sull'istituto Mater Boni consili... 
“Il Concilio Vaticano II è stato e resta un autentico segno di Dio anche per i nostri tempi”. Lo ha sottolineato Benedetto XVI, nel videomessaggio che ha aperto oggi a Lourdes l’incontro nazionale della Chiesa francese per celebrare i 50 anni dall’apertura del Concilio. “Se noi siamo in grado di leggere e interpretare il suo messaggio all’interno della tradizione della Chiesa e nel solco del suo magistero – ha sottolineato in particolare Papa Ratzinger – il Concilio si rivelerà anche ai giorni nostri una grande forza per il futuro della Chiesa” ed “io auspico vivamente che questo anniversario sia per voi e per tutta la Chiesa occasione di rinnovamento spirirtuale e pastorale”. Un rinnovamento che “richiede un’apertura ancora più grande alla persona del Cristo e una riscoperta della parola di Dio per realizzare una conversione profonda dei nostri cuori, per consentirci di andare ancora per le strade di tutto il mondo a proclamare il Vangelo della speranza alle donne e agli uomini dei nostri tempi, in un dialogo che deve essere rispettoso di tutti“. Nell’auspicio, ha concluso Benedetto XVI, “che questo tempo di grazia possa anche consolidare comunione all’interno della grande famiglia della Chiesa cattolica e contribuisca alla ritrovata unità fra tutti i Cristiani che è stato uno degli obbiettivi principali del Concilio”.
Fonte: TMNews 24/03/2012

RATZINGER PROTESTANTE? AL 99 %!
di don Francesco Ricossa
Sarebbe passato inosservato, tranne che per gli addetti ai lavori, se il mensile “30 Giorni” ed il settimanale “Il Sabato”, legati a Comunione e Liberazione, non gli avessero dato risalto. Un risalto meritato.

Intendo parlare dell'intervento che il “Cardinale prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede” Joseph Ratzinger ha tenuto a Roma il 29 gennaio 1993 presso il Centro evangelico di cultura della locale comunità valdese.

Il testo integrale dell'intervento di Ratzinger e quello del prof. Paolo Ricca, valdese, si può leggere nella rivista “30 Giorni” n. 2 Febbraio 1993, pagg. 66-73, pubblicato sotto il titolo redazionale (ma significativo) di “Ratzinger, il prefetto ecumenico”. Questa lettura dev’essere completata con l'intervista accordata dal teologo luterano Oscar Cullmann a “Il Sabato” n. 8, 20 febbraio 1993 pagg. 61-63, pubblicata sotto il titolo redazionale (ed altrettanto significativo) di: “Il figlio di Lutero e sua eminenza”.
Per i lettori di “Sodalitium” presento un riassunto delle idee del “Card.” Ratzinger (che ha fatto a Mons. Guérard des Lauriers l'onore di “scomunicarlo”) sulla Chiesa e l'ecumenismo. Chiunque può verificare le fonti sulle riviste citate. E constatare se Ratzinger è ancora cattolico oppure, come palesemente appare, non lo è più.

Cullmann parla per bocca di Ratzinger
Quando Papa S. Leone Magno, tramite i suoi legati, intervenne al concilio di Calcedonia, i Padri del Concilio dissero: “Pietro parla per bocca di Leone”.
Leggendo l’intervento di Ratzinger presso i Valdesi e l’intervista di Cullmann si può dire che questi parla per bocca di Ratzinger. Le parole sono di Ratzinger, le idee di Cullmann. Per cui non c’è da stupirsi che i Valdesi “siano d’accordo al 99%, per non dire al 100%” (RICCA, “30 Giorni”, pag. 69).

Ma chi è Cullmann?
Cullmann nacque nel 1902 a Strasburgo, patria del riformatore protestante Bucer al quale egli volentieri si richiama (“Il Sabato”, pag. 61). Alsaziano, egli vede in questo un “fatto provvidenziale” in quanto la sua popolazione è, in quel luogo, metà cattolica e metà protestante.
Studiò teologia “sotto la guida di Loisy a Parigi” (ARDUSSO. FERRETTI. PASTORE. PERONE. La Teologia contemporanea. Marietti 1980, pag. 108). L’esegeta modernista e scomunicato non fu certo buon maestro. Ancor meno lo fu il Bultmann, “il grande demitizzatore dei Vangeli” (“Il Sabato”, pag. 63), col quale presentò la tesi di laurea sulla “Formgeschichte”. “Bultmann disse che era la miglior presentazione della sua Formgeschichte” (Pag. 63). In seguito si separò “radicalmente” da Bultmann, poiché costui mediava la lettura della Bibbia tramite la filosofia (esistenzialista) mentre Cullmann non accettava nessuna mediazione. Con ciò Cullmann non abbandona affatto l’approccio protestante alla Scrittura, e neppure “il metodo della storia delle forme” (Formgeschichte methode) di Bultmann, secondo il quale “compito dell’esegeta è scoprire il nucleo essenziale della Bibbia: Cullmann lo trova nella storia della salvezza” (ARDUSSO, op. cit. pag. 110).
Insegnò tra l’altro alla libera facoltà di teologia protestante di Parigi (1948-72) ed alla facoltà Teologica Valdese a Roma. Partecipò al Concilio Vaticano II come osservatore e Paolo VI lo definì “uno dei miei migliori amici” (“Il Sabato”, pag. 62). “Durante il Vaticano II Cullmann, ospite personale del Segretariato per l’unità dei cristiani, contribuiva a determinare l’orientamento biblico, cristocentrico e storico della teologia conciliare (...) più recentemente Cullmann ha proposto un modello di ‘comunità di Chiese’ nel suo libro ‘Unità attraverso la diversità’ (Brescia 1988), modello apprezzato pure dal cardinale Ratzinger nel suo intervento alla chiesa valdese di Roma il 29 gennaio scorso” (pag. 62). Conobbe Ratzinger durante il Concilio, stimandolo “il miglior teologo tra i cosiddetti periti, gli esperti... Con una reputazione di progressista spinto” (pag. 63). Da allora i due
sono in corrispondenza, dapprima su problemi esegetici; in seguito - dichiara Cullmann - « il carteggio si è ingrandito, specialmente in relazione alla proposta del mio modello di “unità mediante la diversità”, una proposta che, come abbiamo già detto, il Cardinale ha apprezzato in privato e in pubblico » (pag. 63). Cullmann si rallegra particolarmente di una lettera nella quale Ratzinger gli scrive “di aver sempre imparato” dai suoi studi, “anche quando non era d’accordo”. E Cullmann commenta: “Uniti nella diversità” (pag. 63).
L’opera di Cullmann (…) è da annoverarsi tra quelle che maggiormente hanno contribuito al dialogo tra cattolici e protestanti” (ARDUSSO, op. cit., pag.112) pur restando egli fermamente attaccato all’eresia, negando esplicitamente l’infallibilità della Chiesa Cattolica, e il primato di giurisdizione di Pietro e dei suoi successori (cf. ARDUSSO, op. cit., pag. 112; “Il Sabato”, pag.
62). Un ponte quindi tra cattolici e protestanti. Per far diventare protestanti i cattolici (facendo loro credere, per di più, di restare cattolici: “uniti” sì, ma… “nella diversità”!)
La Conferenza ai valdesi
Già docente a Roma nella facoltà valdese di teologia, Oscar Cullmann conosce bene i valdesi insediati a Roma. È forse lui che li ha proposti al suo “discepolo” Ratzinger come un buon uditorio per esporre e lanciare le loro idee comuni.
Il tema dell’incontro del 29 gennaio tra Ratzinger ed il prof. Ricca (protestante valdese) era duplice. Innanzitutto quello dell’ecumenismo in generale e del Papato, in seguito, quello della testimonianza. Più precisamente: che soluzione ecumenica dare alla questione del Papato; come rilanciare l’ecumenismo in crisi; come dare una testimonianza comune.
Mi sembra di non tradire il pensiero di Ratzinger riassumendolo nei punti seguenti, salvo commentarli più diffusamente in seguito;
1) L’ecumenismo è necessario, fondamentale, indiscutibile.
2) Il Papato ne è il problema.
3) L’ecumenismo ha un fine ultimo: “L’unità delle chiese nella Chiesa”.
4) Questo fine ultimo si realizzerà in forme a noi ancora sconosciute.
5) L’ecumenismo ha anche un fine prossimo, “una tappa intermedia” il cui modello è “l’unità nella diversità” di Cullmann.
6) Questa tappa intermedia si realizza mediante un continuo “ritorno all’essenziale”…
7) … favorito da una reciproca purificazione tra le chiese.
 
L’Ecumenismo
L’ecumenismo è irreversibile”, ama ripetere Karol Wojtyla. Joseph Ratzinger va oltre: “Dio è il primo agente della causa ecumenica” e “l’ecumenismo è innanzitutto un atteggiamento fondamentale, un modo di vivere il cristianesimo. Non è un settore particolare, accanto ad altri settori. Il desiderio dell’unità, l’impegno per l’unità appartiene alla struttura dello stesso atto di fede perché Cristo è venuto per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (“30 Giorni”, pag. 68). 
“L’ecumenismo” (o “riunione dei cristiani”. Pio XI) non è concepito come  “ritorno dei dissidenti all’unica vera Chiesa di Cristo, dalla quale, precisamente, un giorno ebbero l’infelice idea di staccarsi” (Pio XI, Lett. Enc. Mortalium Animos, del 6/1/1928), non è neppure un metodo, o una iniziativa, tra le altre, dell’attività della Chiesa. Esso è fondamento della vita cristiana ed elemento costitutivo dell’atto di fede. Non si può essere fedele senza essere ecumenista (per Ratzinger); non si può essere fedele se si è ecumenisti (per Pio XI): “Chi dunque tien mano a cotesti tentativi ed ha di queste idee, con ciò stesso, per conseguenza manifesta, si allontana dalla religione rivelata da Dio” (Pio XI, Mortalium Animos).
Lucidamente, il valdese Ricca espone il problema (senza che Ratzinger lo contraddica): “La crisi dell’ecumenismo sostanzialmente è dovuta al fatto che le chiese non sono cambiate abbastanza a motivo dell’ecumenismo. (…) Perché l’ecumenismo certo esige, con la pazienza di cui parlava il cardinale Ratzinger, dei cambiamenti profondi. A un certo punto, o cambia la chiesa o l’ecumenismo entra in crisi. (…) Si capisce che questo discorso vale per tutte le chiese” (“30 Giorni”, pag. 71). Insomma: o perisce la Chiesa, e vive l’ecumenismo; o vive la Chiesa e perisce l’ecumenismo (poiché mutare sostanzialmente, per la Chiesa, è perire). Ora l’ecumenismo è irreversibile: quindi la “Chiesa” (com’è ora, com’era soprattutto prima del Concilio) deve perire. Di qui la questione del Papato, che deve cambiare con la Chiesa, o perire.

Il Papato: “l’ostacolo maggiore per l’ecumenismo”
Paolo VI dixit. Lo ricorda con compiacimento, l’eretico Ricca: “Il Papato, si sa, è un nodo cruciale della questione ecumenica, perché da un lato fonda l’unità cattolica e dall’altro, per esprimermi un po’ brutalmente impedisce l’unità cristiana [leggi: l’ecumenismo n.d.a.]. Questo lo ha riconosciuto molto coraggiosamente, devo dire, il papa Paolo VI in un discorso del 1967, in cui, appunto, ha detto (credo che sia l’unico Papa che l’abbia detto) che il Papato è l’ostacolo maggiore per l’ecumenismo. Un nobilissimo discorso [lo dice un eretico! n.d.a.] fra l’altro non soltanto per questa affermazione, ma per tutto l’insieme. Qui ci troviamo dunque, con il Papato, davanti a una vera e propria empasse” (“30 Giorni”, pag. 70). Dunque, se un dogma di Fede (solo il Ricca ricorda che si tratta di un dogma) che, per giunta, “è il fondamento dell’unità cattolica” è un’ostacolo, anzi è l’ostacolo per l’ecumenismo, Paolo VI, Ratzinger e tutti noi dovremmo concludere che l’ecumenismo deve perire. Perché è impossibile che una verità rivelata da Cristo per fondare l’unità voluta da Cristo possa essere l’ostacolo… all’unità! [Infatti il Papato, non è ostacolo, ma è l’unico mezzo per aver parte all’unità dell’unica Chiesa: “Nessuno sta in questa sola Chiesa di Cristo, nessuno ci persevera se non riconosca ed accetti l’autorità e la potestà di Pietro e dei suoi legittimi successori” (Pio XI, Mortalium Animos)].
Ratzinger lo sa e non può parlare liberamente come il suo “collega” (come egli chiama il Ricca).
All’inizio, pertanto, scantona: «Io penso che il Papato sia senza dubbio il sintomo più palpabile dei nostri problemi, ma è ben interpretato solo se viene inquadrato in un contesto più ampio. Perciò penso che, affrontato immediatamente [com’era anche nella “scaletta” dell’incontro n.d.a.] non conceda facilmente una via d’uscita (“30 Giorni”, pag. 66)». Insomma: se si parla del Vaticano I, l’utopia ecumenica muore sul nascere, gli equivoci si dissipano, Cullmann stesso non sarebbe più d’accordo, i veri cattolici mangerebbero la foglia. Quindi, si mena il can per l’aia e si lancia la formula di Cullmann: “Unità nella diversità” (ci ritorneremo).
Alla fine però deve pur arrivare al problema del Papato. E cosa propone? Non certo il primato di giurisdizione che la Fede attribuisce al Papa.
Secondo la nostra Fede” spiega Ratzinger “il ministero dell’unità è affidato a Pietro e ai suoi successori” (“30 Giorni”, pag. 68). Ma in cosa consiste questo “ministero dell’unità?” Ratzinger non lo dice. Per la Chiesa consiste nel primato di giurisdizione (autorità) del Papa su tutti i singoli fedeli.
Per Cullmann consisterebbe al massimo (bontà sua!) in un primato di onore (il che è un’eresia: DS 2593): “Considero il servizio petrino un carisma della Chiesa cattolica, dal quale anche noi protestanti dovremmo imparare” - dichiara a “Il Sabato” - ma poi prosegue: «Il Papa è vescovo di Roma e in quanto tale gli si potrebbe concedere una presidenza in quella “comunità delle chiese” da me prospettata. Personalmente vedrei un suo ruolo come garante dell’unità. Lo si potrebbe accettare se non avesse la giurisdizione su tutta la cristianità ma un primato di onore» (“30 Giorni”, pag. 62).
Per Ricca, ci sono tre possibilità: “O il Papato resta e resterà (...) più o meno quello che è oggi (...) e allora dobbiamo pensare che, appunto, l’unità sarà un dono finale che ci sarà dato quando Cristo tornerà [cioè: “Noi sotto il Papa? Mai e poi mai!” n.d.a.]. Seconda possibilità è che il Papato cambi. Cambi in una sorta di riconversione ecumenica del Papato. (...) Finora sono stato al servizio dell’unità cattolica; da ora in avanti mi metto al servizio dell’unità cristiana (…) [Papa = presidente di una nuova chiesa ecumenista n.d.a.].
La terza ipotesi invece è che il Papa resti quello che è, ma non si proponga come centro e fulcro dell’unità cristiana, ma semplicemente come centro dell’unità cattolica. (…) Le chiese potrebbero (...) riconoscersi reciprocamente come chiese di Gesù Cristo, realmente unite tra loro e realmente diverse tra loro, dandosi un appuntamento periodico in un Concilio veramente universale (…) [Papa = capo di una chiesa cristiana tra le altre unite in un consiglio ecumenico n.d.a.] (“30 Giorni”, pagg. 70-71).
Per Ratzinger in cosa consiste il ruolo del Papa? L’ho detto: egli tace, o meglio non ribadisce la fede cattolica (prima ipotesi di Ricca) e lascia intravvedere la terza ipotesi come tappa intermedia e la seconda come meta finale.Per l’intanto, ricorda come “le chiese ortodosse” (eretiche e scismatiche n.d.a.) “non dovrebbero cambiare nel loro interno molto, quasi niente, nel caso di una unità con Roma” (“30 Giorni”, pag. 68) “e che nella sostanza”, questo “vale non solo per le chiese ortodosse, ma anche per quelle nate nella Riforma” (“30 Giorni”, pag. 69) al punto che egli studiò, con amici luterani, vari modelli possibili di una “Ecclesia catholica confessionis augustanæ” (“Chiesa Cattolica di confessione augustana”, che segue cioè le eresie protestanti della “Confessione augustana”, sorta di “credo” protestante presentato dall’eresiarca Melantone a Carlo V) (cf. “30 Giorni”, pag. 68).
Tutto ciò non assomiglia alle proposte (eretiche) di Cullmann e di Ricca (versione seconda)? Avremmo una Chiesa presieduta dal “Papa”, con un ramo “ortodosso” che resta “ortodosso” ed un ramo protestante che resta protestante. D’altra parte, per Ratzinger, gli “ortodossi” (e, mutatis mutandis, i protestanti) “hanno un modo diverso di garantire l’unità e la stabilità nella comune fede, diverso da come lo abbiamo noi nella Chiesa cattolica dell’Occidente” (cioè, per gli “ortodossi”, liturgia e monachesimo) (“30 Giorni”, pag. 68).
Ora, chi non vede che liturgia e monachesimo presso gli ”Ortodossi” (come la Bibbia presso i protestanti) non sono affatto sufficienti a garantire l’unità e la Fede? Difatti, malgrado la liturgia, il monachesimo e la Bibbia essi sono scismatici (senza unità) ed eretici (senza fede)! Voler ridurre i dogmi di fede e l’azione per preservarli con la condanna dell’errore (da noi istituzionalizzata nel S. Uffizio di cui è Prefetto il Papa) a delle caratteristiche peculiari non della Chiesa Cattolica = universale, ma di un suo ramo occidentale (e romano), è aberrante! E non sono certo le citazioni del teologo “ortodosso” Meyendorff (che critica l’universalismo nella sua forma romana, ma critica anche, come dice, il regionalismo come si è formato nella storia delle chiese ortodosse”. Ratzinger in “30 Giorni” pag. 68) che danno al “prefetto ecumenico” una patente di cattolicità. Meyendorff, in fondo, ripropone l’aberrazione di Ricca: le chiese, tutte le chiese, anche la Cattolica, devono cambiare profondamente per assicurare l’ecumenismo.
Insomma, Pio XI aveva messo il dito nella piaga quando scrisse (si direbbe che parlava di Cullmann): “Alcuni ammettono e concedono che il Protestantesimo, per esempio, troppo precipitosamente si disfece di certi capi di fede e di alcuni riti del culto esterno che, al contrario, la Chiesa Romana ritiene ancora. Ma subito aggiungono che questa pure però ha fatto cose che sono venute a corrompere la religione antica, aggiungendo e proponendo a credere dottrine non solo aliene dal Vangelo ma contrarie ad esse, come, si affrettano a dire, il Primato di giurisdizione attribuito a San Pietro ed ai suoi successori nella fede di Roma. C’è pure chi si lascerebbe andare a concedere al Pontefice Romano un primato d’onore, o fin una certa giurisdizione o certo potere: non son molti però; soltanto esigono si dica che ciò avviene per consenso dei fedeli e non per diritto divino. Non manca chi addirittura ha il pio desiderio di vedere a capo di questi congressi, diciamo così, variopinti, lo stesso Papa! D’altronde, di acattolici che si riempiono la bocca con queste prediche di unione fraterna, ne trovi molti; a nessuno però passa per il capo di sottomettersi ed obbedire all’insegnamento, al comando del Vicario di Cristo” (Pio XI, Mortalium animos). Come si vede, dal 1928 ad oggi, i Protestanti non hanno fatto un solo passo avanti, mentre abbiamo dovuto vedere ben altro che la presenza del “Papa” ai “variopinti congressi” degli acattolici. 
Fine ultimo: l'unità della Chiesa
Ma torniamo a Ratzinger. Per non abbordare il problema del Papato, inizia il discorso dall'ecumenismo. In esso “la finalità ultima è, ovviamente, l’unità delle chiese nella Chiesa unica” (“30 Giorni”, pag. 66). È “l’unità della Chiesa di Dio alla quale tendiamo” (“30 Giorni”, pag. 67). Il fine verso cui Ratzinger ci vuole indirizzare, è falso in partenza. Se la “Chiesa è unica”, che ci stanno a fare “le chiese”? Questa “unica Chiesa” è, o non è, la Chiesa Cattolica? O la Chiesa Cattolica è una delle “chiese” che devono, in un futuro, unirsi (sempre più) nella “Chiesa unica”? Nel primo caso (Chiesa unica = Chiesa Cattolica): il fine è già raggiunto, la Chiesa è già “una”, l’ecumenismo non ha scopo se non quello dell’abiura, da parte degli eretici e scismatici, dai loro errori, e le “chiese” sono solo sette e conventicole che non devono unirsi ma sparire.
Nel secondo caso (Chiesa unica = unione più o meno stretta di “chiese” più o meno diverse) Ratzinger ci propina l’errore condannato da Pio XI in “Mortalium Animos”: “A questo punto val la pena d’individuare e toglier di mezzo l’errore, in cui si fonda la questione e da cui partono le idee e le iniziative molteplici degli acattolici, relative all’unione delle Chiese cristiane. I fautori di essa hanno per vezzo di tirar fuori ogni tanto Gesù che dice: “Tutti sìano una cosa sola… si farà un ovile ed un pastore” (Giov. XVII, 21; X, 16); quasi che in queste parole il desiderio e la preghiera di Gesù sian restati senza effetto. Pensano che l’unità di fede e di regime - note distintive della Chiesa - non sia in fondo mai esistita prima di ora, e non esista oggi; la si può ben desiderare e forse pure raggiungere con un poco di buon volere comune, ma intanto, così come stanno le cose, è un’idea e non altro. Aggiungono: la Chiesa per sè, cioè di natura sua, è divisa in parti, vale a dire consta di più chiese o comunità particolari, le quali, disgiunte come sono, son d’accordo soltanto in qualche capo di dottrina, ma nel resto divariano e ciascuna ha i suoi diritti” (cf. Encicliche proibite, Marini ed. Roma 1972, pag. 81-82).
Il “prefetto ecumenico” può spiegarsi? Per lui l'unica Chiesa di Cristo esiste già, ed è la Chiesa Cattolica, o no?

Come sarà la Chiesa del futuro?
Purtroppo, temo che si sia già spiegato. Il fine ultimo (l’unione nella Chiesa delle chiese) ènel futuro, un futuro lontano e… sconosciuto.
“Questo quindi lo scopo, la finalità di ogni lavoro ecumenico: arrivare alla unità reale della Chiesa [che ora non esiste? Che è solo apparente? Irreale? N.d.a.], la quale implica pluriformità in forme che non possiamo ancora definire” (“30 Giorni”, pag. 66). E altrove: “Io non oserei per il momento suggerire per il futuro realizzazioni concrete, possibili e pensabili” (“30 Giorni”, pag. 68).
Ricca ha, protestanticamente, molto apprezzato queste espressioni di Ratzinger. Perché coincidono col suo pensiero. Dopo aver ricordato gli otto secoli di lotte tra valdesi e cattolici, Ricca aggiunge: allora, “perché siamo insieme? Siamo insieme perché, se è vero che sappiamo bene chi siamo, e abbastanza bene chi siamo stati, non sappiamo invece ancora chi saremo. E la stessa riservatezza del cardinale nel non proporre modelli, cioè, appunto, nel non sapere, è proprio quell’atteggiamento che, in fondo, ci lega” (“30 Giorni”, pag. 69). Uniti, valdesi e seguaci del Vaticano II, nel non sapere comesarà la Chiesa! (Perché, come spiega Ricca, o le chiese cambiano o l’ecumenismo muore). Che un protestante si riconosca nell’idea di una futura Chiesa sconosciuta, passi. Ma un cattolico? Come si concilia tutto ciò con l’indefettibilità della Chiesa? Quale altro modello di Chiesa si può proporre ai protestanti se non quello voluto da Cristo e fondato su Pietro? Come può un “cardinale” non sapere come deve essere la Chiesa, quando Cristo l’ha fondata da duemila anni?
Si direbbe che Ratzinger ha della Chiesa la concezione che Teilhard ha di Dio: la Chiesa non esiste… ancora; è in evoluzione… verso il suo punto Omega, la meta finale dell’ecumenismo.

L’unità nella diversità
La Chiesa quindi sarà una (nella pluriformità). Nel futuro. Dio solo sa quando. E nel frattempo? Nel frattempo c’è “un tempo intermedio” (“30 Giorni”, pag. 66): “unità nella diversità”. «Questo modello – spiega Ratzinger - si potrebbe secondo me esprimere con la formula ben conosciuta della “diversità riconciliata”, e su questo punto mi sento molto vicino alle idee formulate dal caro collega Oscar Cullmann» (“30 Giorni”, pag. 67). Quale sia il modello-Cullmann lo abbiamo già visto. Come lo proponga Ratzinger lo vedremo qui di seguito. Basti dire che Ricca ha capito al volo: “Desidero anzitutto dichiarare - ha replicato - che, rispetto a quello che ha detto ora il Cardinale Ratzinger, sono d’accordo al 99% per non dire al 100%. Anzi, mi rallegro e mi compiaccio. Su questa base si può costruire: lo stesso concetto di diversità riconciliata, come sapete, è di matrice luterana” (“30 Giorni”, pag. 69). Ratzinger pertanto ci vuol condurre ad una sconosciuta chiesa plurimorfa partendo da un fondamento di matrice luterana.

Ritorno all’essenziale.
Ma come si realizza, concretamente, questa “diversità riconciliata”? Non si tratta, ammonisce Ratzinger, di “essere contenti della situazione che abbiamo”, di rassegnarsi statisticamente ad essere diversi (pag. 68).
Occorre invece, dinamicamente, perseverare “nell’andare insieme, nell’umiltà che rispetta l’altro, anche dove la compatibilità in dottrina o prassi della chiesa non è ancora ottenuta; consiste nella disponibilità ad imparare dall’altro e a lasciarsi correggere dall’altro, nella gioia e gratitudine per le ricchezze spirituali dell’altro, in una permanente essenzializzazione della propria fede, dottrina e prassi, sempre di nuovo da purificare e da nutrire alla Scrittura, tenendo lo sguardo fisso al Signore...” (“30 Giorni”, pag. 68).
Quanti controsensi in poche righe!
Come si può “andare assieme” se si pensa e si agisce in modo diverso?
Come può la “Cattedra della Verità”, la Chiesa di Cristo, imparare (qualche cosa che
già non conoscerebbe) e addirittura farsi correggere dagli eretici? Come si può “rispettare” l’eresia e lo scisma, cioè il peccato? poiché è in quanto eretiche e scismatiche che le sètte protestanti o “ortodosse” si distinguono da noi.
Ed infine, cosa significa “essenzializzare” (permanentemente!) la fede? L’idea è al centro del pensiero di Ratzinger (e non solo): “la ricerca del wesen, dell’essenza del cristianesimo, è una ricerca tipica della teologia tedesca da oltre un secolo a questa parte. Basti pensare alle opere di L. Feuberbach (1841), di A. Harnack (1900), di K. Adam (1924), di R. Guardini (1939), di M. Schmans (1947), e alla recente proposta di K. Rahner circa una formulazione sintetica del messaggio cristiano. Analogamente ai tentativi sopra ricordati, la ricerca di Ratzinger sull’essenza del cristianesimo porta chiaramente l’impronta del tempo nel quale è nata, quel tempo che è ormai da più parti designato come “l’età post-cristiana della fede”, caratterizzata non tanto dalla negazione di questa o di quell’altra verità di fede, quanto piuttosto dal fatto che la fede nel suo complesso sembra aver perduto il suo mordente, la sua capacità di interpretare il mondo, di fronte ad altre visioni che paiono dotate se non altro di maggior efficacia operativa” (ARDUSSO, op. cit., pag. 457).
In realtà, ogni tentativo di “essenzializzare” la fede rischia di distruggere la Fede stessa. Contro gli ecumenisti, già scriveva Pio XI: “Inoltre, per ciò che spetta alle verità da credere, non è lecito affatto introdurre quella distinzione che dicono tra punti fondamentali e non fondamentali; gli uni da credersi assolutamente, gli altri liberi e che si possono permettere all’assenso dei fedeli. La virtù soprannaturale della fede ha per causa formale l’autorità del rivelatore, Iddio; e questa causa non ammette distinzioni di quella sorta. Tutti i veri cristiani, quindi con la stessa fede con cui credono il dogma della SS. Trinità, credono il dogma dell’Immacolata Concezione; e come all’Incarnazione del Signore, così pure all’infallibile magistero del Romano Pontefice, in quel senso, s’intende, in cui è stato definito dal Concilio Ecumenico Vaticano. Per il fatto che queste verità sono state dalla Chiesa sancite e definite solennemente in età diverse, ed alcune in epoca recente, non possono perciò stesso dirsi men certe e meno da credersi: non le ha tutte rivelate Iddio?” (Mortalium animos).
Ratzinger non spiega chiaramente quale sarebbe l’essenziale della fede, e cosa invece è “sovrastruttura” (in ARDUSSO op. cit. pag. 458, sarebbe essenziale “presentarsi come la chiesa della fede al totale servizio degli uomini liberandosi da sovrastrutture che ne offuscano la genuinità del volto”).
Nella sua replica conclusiva precisa però che il suo “pensiero coincide con quello del Professor Ricca” (“30 Giorni”, pag. 72) sulla «parola “essenzializzazione”. Dobbiamo realmente ritornare al centro, all’essenziale, o, con altre parole: il problema del nostro tempo è l’assenza di Dio e perciò il dovere prioritario dei Cristiani [assieme: cattolici e acattolici, n.d.a.] è testimoniare il Dio vivente» (“30 Giorni”, pag. 73). Certo, così i cristiani di tutti i generi (o quasi!) saranno d’accordo su quel minimo che è l’esistenza di Dio, “la realtà del giudizio e della vita eterna” (pag. 73); e questo “imperativo”, per forza, “unisce”, perché “tutti i cristiani sono uniti nella fede di questo Dio che si è rivelato, incarnato in Gesù Cristo” (“30 Giorni”, pag. 73). (Per la condanna di questa idea di una comune testimonianza si veda sempre Mortalium Animos).

Reciproca purificazione.
Ma come avviene, praticamente, la continua “essenzializzazione” (che Congar – ricorda Ricca - chiamava “ressourcement”)?
Per Ratzinger questo processo, positivo, viene dalle altre “chiese”. La Chiesa Cattolica sarebbe così continuamente purificata... dalle sètte eretiche. Per cui, in attesa dell’unità (pluriforme), è bene che ci sia la diversità (riconciliata).
«“Oportet et haereses esse” dice San Paolo. Forse non siamo ancora tutti maturi per l’unità ed abbiamo bisogno della spina nella carne, che è l’altro nella sua alterità, per risvegliarci da un cristianesimo dimezzato, riduttivo. Forse è il nostro dovere l’essere spina l’uno per l’altro. Ed esiste un dovere di lasciarsi purificare ed arricchire dall’altro. (...) Anche nel momento storico nel quale Dio non ci dà l’unità perfetta, riconosciamo l’altro, il fratello cristiano, riconosciamo le chiese sorelle, amiamo la comunità dell’altro, ci vediamo insieme in un processo di educazione divina nella quale il Signore usa le diverse comunità una per l’altra, per farci capaci e degni dell’unità definitiva” (“30 Giorni”, pag. 68).
Quindi, secondo Ratzinger Dio vorrebbe le “eresie” (mentre solo le permette, come permette il male); anzi, Dio vuole, provvisoriamente, le divisioni, le diverse comunità, perché una perfezioni l’altra. La Chiesa Cattolica sarebbe quindi “risvegliata” “purificata”, “arricchita” e non più “dimezzata” grazie alle sètte eretiche di cui si serve il Signore. E viceversa, la Chiesa Cattolica svolgerebbe lo stesso ruolo nei confronti delle altre chiese. Tutte, dialetticamente, in marcia verso l’indefinita unità futura di una Chiesa sconosciuta che risulterà da questo processo.
Modello, ma solo modello, di questa Chiesa futura è la Chiesa primitiva, la quale era unita “nei tre elementi fondamentali: Sacra Scrittura, regula fidei, struttura sacramentale della Chiesa” (“30 Giorni”, pag. 66) e, per il resto, era diversissima. Non era unita anche sotto il magistero ed il governo del Papa? E, pur nelle diversità locali, non aveva la stessa fede, cosa che non avviene con i protestanti e gli ortodossi?
Ratzinger ci chiede di aderire ad una chiesa futura sconosciuta modellata su di una chiesa antica falsata per abbandonare, in realtà, la Chiesa eterna ed immutabile di Cristo.
Conclusione: Pio XI giudica Ratzinger.
Se Ratzinger non sa verso quale modello futuro vadano queste chiese “spina-nella-carne” che si “essenzializzano” le une con le altre, glielo dirà Pio XI. Il Papa si pronunciò in quell’enciclica che Ratzinger stesso osò dichiarare conforme al Vaticano II (!), “Mortalium animos”.
La teoria ecumenista, o pancristiana come si diceva allora, “spiana la via al naturalismo e all’ateismo” (pag. 79) prepara “una pretesa religione cristiana che è lontana le mille miglia dalla sola Chiesa di Cristo” “è la via alla negligenza della religione o indifferentismo, e al modernismo” “è una sciocchezza e una bestialità”. Ma non gettiamo su Ratzinger tutta la colpa. Egli non è che il fedele interprete del Vaticano II, come d’altra parte Karol Wojtyla. È quello il corpo estraneo
che bisogna espellere e che le forze sane della Chiesa, sposa di Cristo, indubitabilmente rigetteranno. Quanto a noi, vogliamo appartenere alla Chiesa Cattolica e non alle elucubrazioni eterodosse di Oscar Cullmann e del suo discepolo (diversamente unito e unitamente diverso) Joseph Ratzinger.

da Sodalitium n. 33, Aprile 1993

 NOTIZIE SULL'ISTITUTO MATER BONI CONSILI...

I sedeprivazionisti: l’Istituto Mater Boni Consilii

Istituto Mater Boni Consilii
Località Carbignano, 36
10020 Verrua Savoia (Torino)

Tel.: 0161-839335
Fax: 0161-839334
E-mail: info@sodalitium.it
URL: www.sodalitium.it
Il padre Michel Guérard des Lauriers (1898-1988, religioso domenicano con il nome di frà Louis-Bertrand), già docente presso la Pontificia Università del Laterano e professore a Ecône, nel seminario della Fraternità Sacerdotale San Pio X, abbandona monsignor Marcel Lefebvre (1905-1991) – che aveva raggiunto alla fine del 1970 – nell’autunno 1977 ed è consacrato vescovo il 7 maggio 1981 dall’arcivescovo emerito di Hué, il vietnamita Pierre-Martin Ngô-Dinh Thuc (1897-1984), che si trova alle origini – direttamente o indirettamente – di oltre un centinaio di consacrazioni episcopali illecite nel mondo ultra-tradizionalista (ma che muore dopo essere rientrato in comunione con Roma).
Nel frattempo, monsignor Guérard des Lauriers ha già elaborato, nel 1979, la cosiddetta “tesi di Cassiciacum” – dalla rivista in cui la tesi è pubblicata, Les Cahiers de Cassiciacum – secondo la quale almeno a partire dal 7 dicembre 1965, con la promulgazione della dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa Dignitatis humanæ, ritenuta in contrasto col magistero precedente, Paolo VI (1897-1978) e i suoi successori, pur occupando legalmente la sede di Pietro in seguito a una valida elezione, non godrebbero più della autorità pontificia e non sarebbero più divinamente assistiti. In altre parole, essi sarebbero Papi solo “materialmente” ma non “formalmente” (e, in parallelo, quanto al potere di giurisdizione, i vescovi nominati dagli “occupanti della Sede Apostolica” – da Paolo VI in poi – non hanno l’autorità, esattamente come non hanno l’autorità i suddetti occupanti). Spetterebbe allora ai cardinali o ai vescovi residenziali rivolgere all’occupante della Sede Apostolica (attualmente Benedetto XVI, che l’Istituto Mater Boni Consilii ha reputato non potere essere “vero successore di Pietro” in un comunicato emanato il giorno successivo l’elezione al soglio pontificio, e il cui nome non è dunque menzionato dai sacerdoti dell’Istituto nel canone della Messa) delle “monizioni canoniche”. Se il Papa persiste nel suo errore, non lo è più neppure materialmente e il “concilio generale imperfetto” (cardinali o vescovi residenziali) dovrebbe procedere a un nuovo conclave. Nel caso abiuri i suoi errori, egli diverrebbe Papa anche formalmente.
Naturalmente, allo stato attuale delle cose, nessun cardinale o vescovo residenziale è disposto a iniziare il processo canonico ipotizzato da padre Guérard des Lauriers, per cui i sostenitori della sua tesi (sedeprivazionisti) si oppongono sia a chi riconosce la legittimità del Papa (è la posizione della Fraternità San Pio X), sia a chi non lo considera Papa neppure materialmente (sedevacantisti), sia ancora a chi vuole convocare un conclave ed eleggere un Papa senza previe monizioni canoniche (conclavisti). Conseguentemente, “l’Istituto Mater Boni Consilii, sostenendo che la Sede Apostolica è formalmente (…) vacante almeno dal 7 dicembre 1965, ritiene che tutti i libri liturgici promulgati dopo quella data non sono libri liturgici della Chiesa cattolica e pertanto (…) che la Messa celebrata secondo il nuovo rito e i sacramenti confezionati e amministrati secondo il rito post-conciliare sono da considerarsi (…) come praticamente nulli e invalidi. Questo vale anche per il nuovo rito di consacrazione episcopale” (Sodalitium, anno XXI, n. 58, aprile 2005, p. 42).
Il 25 novembre 1987, a Raveau (in Francia), monsignor Michel Guérard des Lauriers conferisce la consacrazione episcopale a don Franco Munari (dopo averla già conferita a Gunter Storck [1938-1993], il 30 aprile 1984, e a Robert McKenna, il 22 agosto 1986), un sacerdote italiano che – assieme a don Curzio Nitoglia, don Giuseppe Murro e don Francesco Ricossa – ha lasciato la Fraternità Sacerdotale San Pio X, il 18 dicembre 1985, considerando le sue posizioni dottrinali (all’epoca: “Giovanni Paolo II [1920-2005] è realmente Papa, ma può sbagliare e gli si deve disobbedire”) ambigue e nocive. Intorno a don Munari e i suoi collaboratori sorge così l’Istituto Mater Boni Consilii – con sede prima a Nichelino, poi a Verrua Savoia, entrambi in provincia di Torino –, che riunisce i seguaci italiani della “tesi di Cassiciacum”. Per ragioni personali, don Munari abbandona l’Istituto – e, a quanto è dato di sapere, il sacerdozio – il 26 ottobre 1990; fra il 2006 e il 2007 un altro membro fondatore, il già citato don Curzio Nitoglia, ha abbandonato l’Istituto, in questo caso a seguito del suo intervenuto disaccordo con la “tesi di Cassiciacum”, che lo ha condotto a riavvicinarsi alla Fraternità Sacerdotale San Pio X – risiede ora presso le Discepole del Cenacolo di Velletri – e a elaborare un’“ipotesi di Velletri”, prossima a una posizione di “sedevacantismo mitigato”..
Dopo oltre un decennio di assenza di un proprio vescovo, avendo perciò fatto ricorso per le ordinazioni sacerdotali e le cresime a vescovi stranieri (a loro volta non in comunione con il Papa), che condividono posizioni analoghe sul “problema dell’autorità nella Chiesa” e del Papa e che periodicamente visitano l’Italia, il 16 gennaio 2002 il vescovo statunitense domenicano Robert McKenna – come abbiamo visto, elevato all’episcopato da Michel Guérard des Lauriers, nel 1986 – ha conferito la consacrazione episcopale a un giovane membro dell’Istituto, il sacerdote belga Geert Stuyver – nato a Gand il 14 maggio 1964 e ordinato al sacerdozio dallo stesso McKenna nel 1996 –, residente a Dendermonde (Belgio), da dove svolge il suo ministero per conto dell’Istituto Mater Boni Consilii anche in Francia e nei Paesi Bassi.
Nel 2011, a venticinque anni dalla propria nascita, l’Istituto Mater Boni Consilii – che oltre alla casa di Verrua Savoia, dove opera anche un seminario proprio per la formazione del clero, dispone di residenze di sacerdoti a San Martino dei Mulini (Rimini), oltre che in Francia, Belgio e Argentina – dispone di una decina di sacerdoti e complessivamente di ventiquattro membri – compreso il ramo femminile, attualmente composto da due suore – e svolge il proprio apostolato in diverse città italiane – Bologna, Chieti, Ferrara, Loro Ciuffenna (Arezzo), Maranello (Modena), Milano, Modugno (Bari), Padova, Potenza, Roma, Rimini, Rovereto (Trento), Torino, Valmadrera (Lecco) – e straniere. Dal 2004, inoltre, l’Istituto segue la cura pastorale di un distaccamento italiano delle suore francesi di Cristo Re a Moncestino (Alessandria).
B.: La “tesi di Cassiciacum” è esposta da padre Guérard des Lauriers in “Le Siège Apostolique est-il Vacant?”, Cahiers de Cassiciacum, n. 1, Association St. Herménégilde, Nizza 1979; un numero monografico dedicato alla memoria del religioso domenicano in Sodalitium, anno V, n. 18, novembre-dicembre 1998. L’Associazione Mater Boni Consilii pubblica a Verrua Savoia il periodico Sodalitium (dal 1983 al 1985 bollettino del Distretto Italia della Fraternità Sacerdotale San Pio X), e negli anni 1990 ha iniziato anche attività editoriali nel settore librario, pubblicando fra gli altri titoli: don Anthony Cekada, Non si prega più come prima..., Cooperativa Editrice Sodalitium, Verrua Savoia (Torino) 1994. Sul fenomeno del sedevacantismo in generale, cfr. l’articolo di PierLuigi Zoccatelli, “The Current Status of  Catholic Sedevacantism and Antipopes”.

 
Mater Boni Consilii
Nel dicembre del 1985, quattro sacerdoti italiani, fino allora appartenenti alla Fraternità Sacerdotale San Pio X, uscirono dalla società religiosa di Mons. Marcel Lefebvre e fondarono a Torino l'Istituto Mater Boni Consilii.
Natura dell'Istituto
L'Istituto non è un ordine religioso ma, conformemente al canone 707 del codice di diritto canonico (pio-benedettino), è una associazione o sodalizio di fedeli istituito per compiere più facilmente le opere di culto, di carità o di pietà che sono sempre state approvate dalla Chiesa. Esso è pertanto aperto ai fedeli cattolici di ambo i sessi, siano essi chierici o laici.
Finalità dell'Istituto
Con la celebrazione del Santo Sacrificio della Messa, i sacerdoti dell'Istituto intendono rendere a Dio la gloria che gli è dovuta; per tutti i membri, poi, l'Istituto intende rappresentare, in questi tempi di disorientamento, uno strumento per perseverare nella fedeltà assoluta al deposito della fede rivelata da Dio e proposta dall'infallibile magistero della Chiesa cattolica. Altre finalità dell'Istituto sono la diffusione della devozione alla Madonna, specialmente sotto il titolo di Madre del Buon Consiglio, la propagazione della buona dottrina, con particolare attenzione ai problemi teologici contemporanei, e la conseguente lotta contro le eresie opposte alla fede cattolica, la formazione intellettuale, spirituale e disciplinare del clero, la pratica delle opere di misericordia spirituali e corporali. Lo spirito dell'Istituto è riassunto dal suo motto: Gloria a Dio, fedeltà alla Chiesa, santità per noi, carità per il prossimo.
L'Istituto e la Chiesa
Tutti i membri dell'Istituto sono e vogliono restare figli fedeli e obbedienti della Santa Chiesa, Cattolica, Apostolica e Romana, fondata da Gesù Cristo con a capo visibile San Pietro e i suoi legittimi successori, i Romani Pontefici. Attualmente, 1'Istituto non è ancora stato canonicamente approvato ed eretto dalle autorità ecclesiastiche, a causa della attuale situazione dell'autorità nella Chiesa dopo il Vaticano II. Tutti i suoi membri, tuttavia, si sottomettono anticipatamente a ogni decisione della legittima autorità della Chiesa su di loro e sul loro sodalizio.
L'Istituto e la crisi aperta dal Vaticano II
Tutti constatano, purtroppo, come la Chiesa stia attraversando una di quelle tempeste predette dal Signore, forse la più terribile della sua storia millenaria. Per l'Istituto, l'origine di questa crisi si trova nel Vaticano II. L'insegnamento del Vaticano II, sulla collegialità episcopale, sulla libertà religiosa, sull'ecumenismo e l'appartenenza dei non cattolici al Corpo mistico di Cristo, sulle religioni non cristiane e particolarmente il giudaismo, sui rapporti tra la Chiesa e il mondo moderno ecc., sono in contraddizione col magistero della Chiesa, di tanti Papi e di tanti Concili ecumenici. La riforma della liturgia, specialmente della Santa Messa, e del diritto canonico, sono nocive per le anime, favoriscono l'eresia protestante e dichiarano talvolta lecito ciò che per diritto divino è invece illecito (come la comunione nelle cose sacre con gli eretici, ad esempio). Tutto questo non può venire dalla Chiesa cattolica, guidata dallo Spirito Santo, e da un legittimo successore di Pietro, dotato del carisma dell'infallibilità L'Istituto, di fronte a questa crisi senza precedenti che coinvolge necessariamente quanti hanno approvato i documenti conciliari e le riforme susseguenti, si rende conto che non può accettare queste nuove dottrine contrarie alla fede e ai costumi, ma che non può neppure incitare i fedeli alla disobbedienza verso la legittima autorità nella Chiesa. Seguendo pertanto la tesi teologica detta di Cassiciacum (dal nome della rivista di teologia che per prima la divulgò), l'Istituto segue la posizione del compianto teologo domenicano, Padre M.-L. Guérard des Lauriers, membro dell'Accademia Pontificia di San Tommaso, già docente alla Pontificia Università del Laterano e al Saulchoir (Francia), secondo la quale Paolo VI ed i suoi successori, benché‚ canonicamente eletti al Pontificato, non hanno però l'Autorità pontificia. In termini scolastici, secondo la distinzione già insegnata dal grande commentatore di San Tommaso nel XV sec., il cardinal Gaetano, e ripresa da San Roberto Bellarmino, essi sono "papi" materialiter, ma non formaliter, poiché‚ non attuando il bene della Chiesa e insegnando l'errore e l'eresia, non possono in alcun modo, se non ritrattano prima i propri errori, ricevere da Cristo l'autorità per governare, insegnare e santificare la Chiesa.
 
Che cosa fa l'Istituto
Tutto quello che hanno sempre fatto i sacerdoti ed i fedeli cattolici. In particolare, ecco alcune opere:
* La celebrazione della Santa Messa, omettendo il nome del Papa nel Canone della Messa, secondo le prescrizioni delle rubriche per la Sede Vacante. I sacerdoti dell'Istituto celebrano la Messa esclusivamente secondo il Missale Romanum promulgato da San Pio V e riformato da San Pio X. Attualmente, la Messa viene celebrata in quindici località diverse (inclusa Roma) in Italia, sei località in Francia, una in Belgio, una nei Paesi Bassi e finalmente una in Argentina.
* La formazione sacerdotale, mediante l'istituzione di un seminario dedicato a San Pietro Martire, sito a Verrua Savoia (Torino), in località Carbignano, ove si trova anche la sede centrale dell'Istituto. L'Istituto ha altre quattro case: una in Romagna, una in Francia, una in Belgio e una in Argentina.
* La formazione spirituale, mediante la predicazione degli Esercizi Spirituali di Sant'Ignazio di Loyola e l'organizzazione del pellegrinaggio a piedi da Osimo e Loreto.
* La formazione cristiana della gioventù, mediante colonie di vacanze, per bambini e bambine, secondo il metodo della Crociata eucaristica, e di campi per gli adolescenti.
* La formazione intellettuale, mediante la pubblicazione della rivista trimestrale Sodalitium, le pubbliche conferenze e le edizioni di libri da parte del Centro culturale e librario Sodalitium (loc. Carbignano 36, 10020 Verrua Savoia, Torino).
* La carità verso i poveri e i bisognosi, specie le famiglie numerose, collaborando con l'Associazione Mater Boni Consilii.

63 commenti:

  1. A Gianluca ed A.Rita, In che modo interpretate la lettera letta domenica 25 marzo nelle cappelle della FSSPX della Germania dal Superiore della Fraternita tedesco don Franz Schmidberger. Posso avere un commento piu' chiaro possibile? un commento si trova sul blog Chiesa e Postconcilio.

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    1. Mi permetto d'intervenire nella discussione anche se non tra i destinatari della domanda.
      Credo sia interessante leggere l'articolo che segnalo qui sotto, è molto pertinente con la tua domanda, trova una risposta esauriente scombrando ogni dubbio.
      BlaisePascal

      http://tertiumnondatur.blogspot.it/2012/03/come-collocarsi-nella-chiesa.html

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    2. Caro Berni,
      abbiamo letto, ma - come ebbi modo di dirti l'altra volta - quando non troviamo materiale sufficiente per farci un quadro completo di quanto dichiarato, preferiamo non esprimere giudizi parziali.

      Due frasi del Sacerdote non ci sembrano sufficienti per mettere a fuoco il contesto in cui sono inserite, pertanto si rischia di interpretarle in modo riduttivo, o distoro rispetto al senso totale di tutto il documento . Quando troveremo in Rete il testo completo di questa lettera, trarremo le debite conclusioni.
      :-)

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  2. Che tristezza, tutto !
    Conosco abbastanza bene l'Istituto Mater Boni Consilii, ed ho letto quanto scritto sopra.
    La cronaca è sempre asettica, ma quanti travagli nascosti evidenzia! Quante separazioni, quante tesi che sembrano tutte apparentemente valide.
    Tutte tesi volte a spiegare quanto è successo dopo il Vaticano II. Ogni tesi ha un suo valore, ma nulla può spiegare veramente quanto è successo, se non che LA CHIESA MILITANTE è IN DEVASTAZIONE AD OPERA DI SATANA E DEI SUOI SEGUACI UMANI.

    Da una parte abbiamo sacerdoti che non riescono ad accettare le derive liturgiche e dottrinali del Concilio ultimo e dall'altra sacerdoti (la massima parte)che per quieto vivere adattano la loro fede e la loro liturgia a seguire le derive liturgiche e dottrinali del Concilio, valendosi delle parole papali che insistono nel voler vedere una continuità INESISTENTE con la Tradizione.

    Ultima la lettera di padre Cavalcoli che , miscelando frasi e modificandone altre, insiste nel giustificare l'ingiustificabile atteggiamento del papa nel dare forza e pienezza al Concilio anche nelle sue espressioni protestanti.

    Ottima l'analisi di don Ricossa sul protestantesimo, lampante e chiaro, del papa Ratzinger che prosegue con ostinazione e convinzione le sue idee da prima a dopo la sua elezione.

    Credo che non stia ad un fedele DOVER prendere posizione se sia papa o non sia papa.Si entra in discussioni dottrinalmente pesanti e piene di trabocchetti. "la vostra parola sia -sì,sì, no,no..."

    Ma sono straconvinto di quanto ho scritto sopra: non ci sarebbero queste posizioni differenti con tentativi "disperati" di giustificare e capire quanto è successo, se il Concilio non avesse dato quella svolta PROTESTANTE ED ERETICA alla Chiesa cattolica.

    Che il Signore illumini i fedeli cattolici e la Madonna guidi tutti coloro che cercano la Verità e la VERA Chiesa cattolica.

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  3. Adesso anche don Francesco Ricossa diveta un "buon maestro" e l'istituto MBC trova pubblicità su questo blog?...mi pare veramente troppo!

    Perché il buon don Ricossa, prima di giudicare il "prete apostata" che occupa materialmente la cattedra di Pietro (sic!) non rende giustizia alla verità dicendo apertamente che la tesi di Cassiciacum, così come fu elaborata da P. Des Lauriers, è finita e che l'attuale posizione del IMBC è di fatto sedevacantista totale (si veda a proposito d. Curzio Nitoglia).

    Il sedevacantismo è, se possibile, ancora più pernicioso del protestantesimo. Se infatti le tesi sedevacantiste (quante ce ne sono!)fossero "vere", sarebbe inutile discutere sull'ortodossia del Papa; sarebbe più saggio dire che la Chiesa è finita e che Dio, in quanto avrebbe mentito, non esiste affatto (in termini simili si esprimeva anche Mons. Lefebvre in un'intervista concessa ad un giornale americano. Scusate se non sono in grado di fornire i dettagli).

    Non abbiamo veramente bisogno di sedevacantisti.

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  4. NON ABBIAMO PROPRIO BISOGNO DI ETICHETTATORI BORIOSI ED ANONIMI CHE VAGOLANDO QUA E LA'NEI BLOG NECESSITANO DI EMETTERE LE LORO ESTERNAZIONI APODITTICHE per non sentirsi vuoti.

    Legga, se è in grado di comprendere l'italiano, il mio commento sopra, altrimenti invii la sua mail e le farò una traduzione personale in inglese od in cinese se lo desidera e comprende meglio.

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  5. Recentemente la lettura di un testo di Mic (Chiesa e del Consiglio post) me ha fatto pensare un aspetto della libertà religiosa, che non è ancora stato trattato. Dopo la proclamazione della libertà religiosa per il Concilio, lo Stato del Vaticano è ancora un cattolico o è uno stato laico?

    Comunque, il modo in cui la Chiesa dopo il Concilio, si riferisce ad altri "confessioni" e di altre religioni cristiane, è una forma molto simile a come lo Stato laico tratta un è l'altro. Non sarebbe in questo modo di agire, un'azione più esclusiva dello Stato Vaticano, che applica la libertà religiosa, piuttosto che un'azione della Chiesa?

    A questo proposito l'approvazione del Cammino Neocatecumenale, per esempio, sarebbe l'applicazione della libertà religiosa. Dove si vede la Chiesa fare la concessione di libertà ha persone che non sono stati liberati dalla verità e così facendo, si allontana dalla regola che ci è stata donata da Cristo: "conoscere la verità e vi farà liberi". Che ne pensi? E come potrebbe rispondere alla domanda:

    Oggi lo Stato Vaticano è uno Stato laico, o di uno Stato cattolico?

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  6. Quoto Mardunolbo,
    Don Ricossa è un esperto e colto sacerdote perchè vanificare i suoi articoli per la line che segue....
    Se poi si vuol dire che la sua è una linea temeraria è ben vero. La tesi è finita con l'elezione di Ratzinger dimostrando la sua natura di tesi...è e resta un assurdo imporla come certezza assoluta applicandola ed imponendola ai fedeli con tutte le sue conseguenze!
    Ad esempio chi ha avuto un annullamento della Sacra Rota per validissimi motivi e si è giustamente risposato per l'IMBC è persona reietta che vive nello scandalo, viene trattato come concubino, pregato di non procedere nel "matrimonio", tacciato di essere in peccato mortale...un distruggi famiglie... Se si pensa che questo atteggiamento distorto è tutto basato su una teoria che per sua natura mai potrà essere provata si comprende che qualcosa non va...
    Fra l'altro ultimamente mo sto chiedendo seriamente quanto sia lecito fare una Messa non una cum!?!

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    1. In che senso, Ghergon,
      la tesi risulta finita con l'elezione di Ratzinger?..

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    2. Ghergon, ho letto l'articolo di don Nitoglia in risposta ad altro articolo di don Ricossa, ecc.ecc. Provo solo tristezza al vedere come ognuno di questi preparati ed ottimi sacerdoti, cerchi di dare le interpretazioni più logiche e razionali ad una realtà CHE NON HA E NON PUO' AVERE LOGICA!

      La disgregazione della Chiesa a partire dai vertici non è una realtà facilmente accettabile nella mente del fedele cattolico; men che meno nella mente di un sacerdote che è il diretto soldato della gerarchia ecclesiale.

      Faccio un esempio...Cosa è successo l'8 settembre 1943 ? Non arrivavano più ordini dai Supremi Comandi delle Forze Armate italiane, per cui ognuno dovette interpretare secondo la sua coscienza o secondo la situazione contingente o secondo la sua emotività personale, con tutte le conseguenze che sappiamo: una guerra fratricida tra schieramenti opposti ed anche in seno agli stessi schieramenti (partigiani non comunisti e comunisti-fascisti indipendenti e quelli + legati ai tedeschi...un rebelotto terribile!)

      Allo stesso modo nella Chiesa postconciliare di ora: comandi che non arrivano o sono contraddittori, encicliche in contraddizione con le pre-concilio, una messa, al bando, ma poi, no, è ancora lecita...e via così! Che possono fare i sacerdoti? Cercano di cavarsi d'impaccio "da soli" escogitando una teoria che valga la pena di seguire visto che l'autorità papale E' VACANTE! (almeno me lo si lasci dire, o non va bene neanche questo?)

      Per fortuna non sono sacerdote in questi tempi!Che responsabilità enorme !

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    3. Perchè Ratzinger è stato fatto vescovo col nuovo rito conciliare che sarebbe dubbio se non invalido, quindi non sarebbe ne vescovo e neppure vescovo di Roma, dunque Papa, neppure più solo materialmente...quindi la Chiesa sarebbe ormai dissolta...
      Ti do i tre articoli di Don Curzio Nitoglia che spiegano questo:

      http://www.doncurzionitoglia.com/TesIncerta.htm
      http://www.doncurzionitoglia.com/ANALOGIA.htm
      http://www.doncurzionitoglia.com/IpotesiVelletri.htm
      http://www.doncurzionitoglia.com/SedevacantismoMitigato.htm

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    4. Grazie per i links, Ghergon!
      (magari Gianluca li conosce già, glieli mostrerò...)

      Carissimi, vorrei tanto stare qui con voi a riflettere su queste cose, ma alcune urgenze mi chiamano...
      Appena posso vedrò di inserirmi in questo interessantissimo e attualissimo tema (senza dimenticare quello dell'articolo, che è il protestantesimo di Tatzinger...)
      :-))))

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    5. Non so se ne sia a conoscenza o meno, ad ogni modo, Sodalitium ha già risposto a questa critica alla Tesi. Tra coloro che l’hanno sollevata in Italia c’è don Curzio Nitoglia, ex membro dell’IMBC, ora riavvicinatosi alle posizioni lefebvriste. La risposta all’obiezione di don Nitoglia è apparsa sul n° 63 di Sodalitium per la penna di don Ricossa (pp. 51-52):


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  7. Sono l'Anonimo che ha precedentemente criticato don Ricossa.

    Ghergon Locatelli ha espresso con più precisione ciò che intendevo dire e lo ringrazio.

    Mi spiace che "Mardunolbo" mi abbia subito definito un "etichettatore borioso e anonimo" e dato dell'ignorante (per altro pensavo che il mio anonimato valesse tanto quanto "Mardunolbo" che non saprei dire se è un nome, un cognome o uno pseudonimo e che comunque non fornisce alcun dato sull'identità dello stesso)

    Per altro mi sembra che in quanto ad "etichette" siano in molti qui ad attacarne. Ribadisco che le tesi dell'IMBC è "Temeraria" e che è un dovere di carità avvertire coloro che ne vengono a contatto dei rischi reali che sorgono per le loro anime.

    A sedevacantistis, libera nos Domine!

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  8. Caro anonimo difatti questo Blog non è in linea con don Ricossa per quanto riguarda la tesi di Cassiciacum,ma per quanto riguarda l'articolo invece siamo daccordo infatti e di quello che si dovrebbe discutere non di altro

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  9. Scusate un attimo, ma, tanto per fare un esempio, è peggio un Guerard des Lauriers con la sua tesi ( sulla cui validità sinceramente non so esprimermi, pur parendomi un tantino contorta), o un Wojtyla che, con tanto di stellette e gradi da Papa, va in giro per il mondo a fornicare con gli idoli dei rituali vudu, animisti, indu, pagani? Saluti. Riccardo da Aosta

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    1. Giusto, Riccardo, rimettiamo un po' a posto le gradazioni nei valori di coerenza e di risonanza mondiale.

      Dagli etichettatori ci liberi San Michele!

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    2. Ma non possiamo fare una graduatoria...

      La tesi di Des Lauriers alla fine è una teoria, non è certa...oggi anche da rivedere, quindi non applicabile...e non si può cacciare la gente dai Sacramenti per una teoria...inapplicabile.
      1 perchè applichi con ferrea fermezza alla fine...una tua opinione!
      2 perchè agendo così diventi un relativista..."io ho ragione! no ho ragione io" etc etc

      Woitila invece era un eretico...qui non ci piove.

      Quindi non c'è da scegliere il meglio o il peggio, ma solo la Verità che sarà il nostro punto saldo innanzi a tutto

      Oggi più che mai, come diceva Suor Lucia, quella vera "Ciascuno intraprenda la propria conversione senza aspettare esortazioni dalla Gerarchia" e " "Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino"

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    3. Guerard des Lauriers è stato un grandissimo teologo, ma la tesi sedeprivazionista è finita; si può tentare di salvarla dicendo che l'attuale "occupatore" del seggio di Pierto è "una comparsa di comparsa"... ma allora è più semplice dire che la Sede apostolica è vacante in quanto occupata da un eretico.
      Tutto sembra limpido e cristallino.

      Però, il sedevacantismo, per essere anche solo tollerabile in scholis catholicis dovrebbe rispondere a d alcune domande:

      1) come è possibile che il Papa, il quale non è un elemento accessorio, bensì formale e costitutivo della "Ecclesia- societas perfecta" manchi almeno dal 1965?

      2)Il nuovo rito di consacrazione episcopale è invalido e nullo.Visto che gli unici vescovi ancora validi sono i 4 della FSSPX e quelli Tuchisti, perché non si riuniscono questi in consistoro ed eleggono il nuovo pontefice? é così semplice....

      Certo si può dire che siamo alla fine del mondo...ma la fine del mondo viene in un baleno, non in 50 anni. Si possono citare alcune apparizioni private che sembrano confermare il sedevacantismo...ma nessuno è obbligato ad aderire ad esse per fede. Infine, a Fatima la Madonna ha parlato delle sofferemze del papa e del finale trinofo del suo Cuore Immacolato...non dell'estinzione del Papato e della fine della Chiesa.
      Amen.
      Sempre il "solito Anonimo"

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    4. In linea di massima hai ragione però ti devo correggere, se mi permetti, su un paio di cose.
      1 concordo...ma potrebbe essere il mistero di iniquità spiegato a Fatima.
      2 non lo fanno perchè solo i vescovi residenti possono indire un concistoro, e vescovi FSSPX e Tuchisti non sono residenti.

      Fatima è stata occultata, è ben probabile che la parte del segreto mancante si riferisse proprio allo stato attuale di eresia della gerarchia...motivo dell'occultamento.
      Indizio probante la Salette: "l'anticristo sederà sul trono di Pietro"...metto in evidenza che ad essere anticristi ci vuole ben poco visto che Gesù disse "chi non è con me è contro di me" e impartì ordini chiarissimi, il compito di convertire assolutamente il mondo...ma oggi col CVII solo la questione "libertà religiosa" ti mette automaticamente contro Cristo.

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    5. Caro anonimo, se fosse stato semplice come lei propone, non saremmo qui a discuterne.
      Rispondo brevemente
      Secondo la Tesi in linea formale Benedetto XVI
      1) Non è papa formalmente
      2) Non possiede l'autorità papale
      3) Non è papa simpliciter
      4) Non può legiferare
      5) È eretico formalmente in realtà e davanti a Dio (se pertinace)
      6) Non è membro della Chiesa in realtà e davanti a Dio (se pertinace)
      7) Ha rinunciato tacitamente all'ufficio in realtà e davanti a Dio (se pertinace)
      In linea materiale
      1) È papa materialmente
      2) Possiede il diritto al papato
      3) È papa secundum quid
      4) Può designare altri agli uffici
      5) È eretico materialmente (perché l'imputabilità non è né notoria né dichiarata)
      6) È membro della Chiesa davanti alla legge della Chiesa (perché l'imputabilità non è né notoria né dichiarata)
      7) Non ha tacitamente rinunziato all'ufficio (perché l'imputabilità non è né notoria né dichiarata)
      b)Solo un vescovo residente, ossia a capo di una diocesi, può dichiarare la sede vacante e chiedere la costituzione di un conclave
      c) a Fatima come in altre apparizioni si parla di un papa sofferente, ma quale e perchè? Probabilmente di colui che consacrerà la Russia al Cuore Immacolato di Maria, quindi di un papa che verrà.
      Quanto alla Santa Chiesa, essa non potrà mai soccombere in quanto Sposa di Cristo. Non confondiamo la chiesa conciliare con la Chiesa Cattolica.
      Patrizia

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    6. Visto che si vuole tirare per i capelli riguardo ad una tesi, mi ci ficco dentro anche io anche se non ritengo sia possibile arrivare ad un dunque. Ci hanno provato in tanti!

      1 una tesi è una tesi e fintanto che non si dimostra il contrario con i fatti,una tesi rimane possibile (non reale, che è ben diverso)

      2 che i papi postconciliari siano eretici nelle loro dimostrazioni esterne (riguardo al loro pensiero intimo, solo Dio sa)come lo furono altri nel passato, non ci piove e siamo, sembra, tutti d'accordo, escluso l'anonimo intromesso per seminare confusione..

      3 se i papi postconciliari sono eretici, è perchè rifiutano un dialogo con la tradizione,ovvero con i loro predecessori, e con lo Spirito Santo che potrebbe illuminarli.

      4 il fatto di rifiutare la Tradizione, re-interpretando Vangeli,Scritture ed affermazioni papali precedenti, dimostra che esistono dei preconcetti ideali in loro, e tali preconcetti sono frutto di pensieri precedenti alla carica di papa (dimostrato in più di un'occasione e da analisi fatte da Ist.M.B.C. e dalla FSPPX e da don C.Nitoglia , DA DON VILLA + altri.

      5 Se sale al soglio pontificio un "eretico" da prima, significherebbe che lo Spirito Santo non agisce più nel consiglio dei cardinali elettivi...

      OVVERO ? Ovvero che la carica è formalmente esistente (elezione di un comune capo di stato tramite elettori) ma non come capo della Chiesa.

      Non mi sembra una tesi così finita ed aberrante, così come non sarebbe aberrante o forse pure, la tesi della fraternità SPPX che dice che il papa è eretico ma è comunque il papa (allora l'obbedienza gerarchica al papa come Vicario, dove va a finire ?)

      Riguardo poi alle derivazioni della tesi, cioè che, quindi,A tutti i vescovi di nomina papale sono privi di carica,B il fatto che chi ha ottenuto benefici dalla chiesa conciliare in realtà non ne può godere ecc.ecc. sono elementi ingarbugliati e filosofici frutto di elucubrazioni di alcuni. Ad ascoltare don Ricossa nel video,(io l'ho ascoltato tutto,54 minuti, qualcun altro?) non sembra proprio che dica così, ma sembra che don Nitoglia lo metta in bocca a lui.

      Aggiungo che dalle analisi fatte finora da questo e da altri blog,da anni, risulta un degrado ed una confusione ecclesiale che evidenziano:
      A carenza d'autorità
      B carenza di illuminazione dallo Spirito
      C ostinazione nel proseguire la linea aberrante conciliare, ecumenista e modernista
      D disagio in tutte le comunità di fedeli cattolici o meno(es. neocat. o focolarini o carismatici) che procedono con loro dogmi e loro duci infischiandosene dei consigli elargiti una volta sì ed una no.

      Tutto ciò cosa significa? Che la Chiesa ancora sussiste in senso gerarchico strutturato? NO !
      Quindi si può anche ipotizzare una sede vacante come autorità..Non trovo nulla di sconvolgente nella teoria, anche se teoria rimane.
      CREDO CHE LA VERITA' DI QUESTA SITUAZIONE NON SIA TROVABILE CON CERTEZZA FINCHE' SAREMO IN QUESTA VITA O FINCHE' UN PAPA ,NON DEGLI "ILLUMINATI", MA ILLUMINATO DAVVERO CI CHIARISCA CON LA SUA AUTORITA' E LA SUA SANTITA'DI INSEGNAMENTI.
      E spero che si finisca questa discussione teoretica che non può portare alcun frutto e nessuna convinzione certa, e quindi, utile per nessuno di noi.

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    7. Lei cita, con competenza, la Madonna di Fatima. Ora, io mi chiedo - e Le chiedo - dove sarebbe questo fantomatico papa sofferente. Dico fantomatico non a caso, dato che i pontefici a partire da giovanni xxiii (il quale tirò fuori il concilio praticamente dal cilindro si potrebbe dire) in poi si rivelarono essere anche i pontefici della "cioia": i pontefici dell'accordo col mondo, i pontefici dei bagni di folla oceanici, i pontefici maestri nell'uso dei media, i pontefici dell'abbraccio con krusciov e gorbaciov e castro e tanti altri... dove trovare dunque la sofferenza preconizzata dalla madonna in personaggi che dal mondo furono tutt'altro che crocifissi, ma a volte addirittura sperticatamente elogiati? passando poi all'analisi di un'altra famosissima apparizione anch'essa approvata dalla chiesa e cioè quella francese di la salette, come dimenticare che in essa la vergine profetizzò proprio a roma nella sede del papato l'avvento dell' anticristo? Riccardo da aosta

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  10. La tesi di don Guerard des Lauriers è una delle tesi che definisco "di disperazione" per cercare di capire e motivare dottrinalmente una disastro sotto gli occhi dei vedenti ,non dei ciechi.

    Tal quale la tesi di mons Lefebvre che dichiarò eretico un concilio e dei papi, pur rimanendo ossequioso e fedele ad essi.

    Mi indigno quindi quando si apostrofa etichettando una teoria per "ghettizzarla" ed eliminarla dalla propria od altrui visione.

    Inoltre tale etichettatura di comodo non da onore a chi (Gianluca Cruccas) si da così da fare, come nessuno che si "diverte" a scrivere qui, per comunicare e rendere partecipe ognuno di quanto può servire a capire la realtà e la verità dei nostri tempi.

    Gederson Falcometa ha toccato il punto che mi ponevo proprio oggi con l'apoteosi papale a Cuba.
    Come capo di stato, seguendo le orme del predecessore, è indubbio che ottenga buoni od ottimi risultati di immagine per lo stato del Vaticano!
    Come capo della Chiesa cattolica, invece pongo serissimi dubbi sull'efficacia della sua visita a Cuba, poichè come il predecessore (papa o no, vacante sede o non vacante, non mi interessa!)non sta attento a difendere l'ortodossia della Verità del cattolicesimo, ma si allarga a riconoscere ogni libertà, proprio come un semplice capo di Stato.

    Avrebbero ben ragione dunque, coloro che vengono definiti sedevacantisti, ad indicare l'assenza d'autorità papale (come capo della Chiesa)e l'esaltazione della forma di capo di Stato tal quale come molti altri del mondo moderno e modernizzato (quindi logico che Ratzinger sia per la libertà di coscienza e di culto: mi sembra che gli impiegati del Vaticano non debbano essere di provata fede cattolica, così come non è più richiesto in nessun ambiente religioso od universitario ex-cattolico)

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    1. Caro Mardunolbo,
      La questione del Vaticano essere cattolici o essere uno Stato laico,è capitale e me sembra che spiega molti cose. Come si vede nel viaggio a Cuba, il Papa appare più come capo dello Stato, ma come capo di uno Stato cattolico o capo di uno Stato laico?

      Il caso del Cammino Neocatecumenale e simili, sembra più l'atto diuno Stato laico che applica alla libertà religiosa che in realtà un atto dello magistério. In realtà chi fa l '"unità nella diversità" (ecumenismo di Cullman) è il proprio Stato laico attraverso l’indifferenza religiosa. Lo scopo dell'ecumenismo è di trasformare la Chiesa in uno ampio Stato laico che comprende tutte le denominazioni cristiane (che può estendersi a tutte le religioni come vediamo inAssisi).

      Ricordare che il cardinale Ratzinger (Benetto XVI) in quanto Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha negato l'ecumenismo Cullman nella Dichiarazione Dominus Iesus, ma non durò a lungo tempo, perché il discorso di Colonia riprende nuovamente tale ecumenismo protestante. Quindi tutto ciò che dicono non è definitivo, tutto cambia secondo la situazione, l'opportunità o interlocutore, la diversità è già dentro di loro e non potrebbe testimoniare a tutte le unità, ma solo la coincidentia oppositorum. Si può ancora dire che si vede il culto dell'uomo: per i cattolici se afferma la validità della Dominus Iesus, ma per i protestanti l'ecumenismo di Cullman. Non offrono più la verità e non testimoniano guidare le azioni per una ragione di fede, se guidano per uno sentimento, che trasforma qualsiasi ragione, in una raggione di fede...

      Un saluto dal Brasile

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    2. Non definirei la Tesi un elaborato di disperazione, bensì di necessità dettata dai momenti storici, così come diversamente agì Mons.Lefebvre con le ordinazioni. Noi, od almeno io, siamo cresciuti in pieno tempo modernista e pochissimi sono i ricordi legati alla S.Messa di sempre, nel mio caso scomparve prima di iniziare il catechismo. Così, crebbi sotto il lungo pontificato di Wojtyla e quanti, quanti errori compiuti senza rendermene conto...è la sola giustificazione che posso portare per il passato: l'ignoranza. Ora tutto è cambiato e non esito a dire di essere stata salvata dall'insondabile misericordia divina e dall'intercessione di Maria Santissima, ma se da una parte, come dice il bravo Mardu, non ho la responsabilità gravosissima di un sacerdote o religioso, dall'altra non ne sono comunque esente, come secolare. Lo studio della nostra religione è un bellissimo dono, ma quanto carico di responsabilità e di difficoltà...La "conoscenza" è spesso fonte di dubbi e di sofferenza e mai come adesso...Quale prova, mio Signore!
      Un solo esempio. Qualcuno di voi, entrando in una chiesa e guardando la lampada accesa del Santissimo, si è mai chiesto se davvero Lui fosse lì presente oppure no? Io me lo chiedo ogni volta, tranne che nella chiesa delle suorine murate dei francescani dell'Immacolata.
      Come siamo potuti arrivare a tanto? Eppure ci siamo riusciti e peggioreremo ancora, giorno dopo giorno, anno dopo anno, fino a quando non sarà manifesto il figlio della perdizione, perchè non possiamo cambiare ciò che è scritto, ma solo mitigare ed abbreviare la giusta punizione, perchè è di questo che stiamo parlando, nient'altro. Dio ci ha abbandonati a noi stessi dopo che noi lo abbiamo abbandonato per primi e stracciarci le vesti per questo è un atto ipocrita ed inutile. Quale ipocrisia invocare l'aiuto di Dio dopo aver messo a tacere la Sua Santissima Madre! Perchè questo abbiamo fatto con Fatima, deridendo e snobbando l'accorato e materno appello di Maria. Tutto quello che è successo, succede e succederà, è stato, è e sarà solo Giustizia Divina, provocata, cercata e voluta.
      Quale prova per noi, povere anime ingannate dai satelliti del padrone del mondo e non per questo innocenti, ma sicuramente meritevoli se ce ne sapremo staccare e opporre ed è questo quello che stiamo cercando di fare, qui, tutti insieme, in unione di preghiera e di azione.
      Che Dio ci guardi come fece con Pietro.
      Patrizia

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  11. Quoto Mardu. Seppur in modi diversi, i due monsignori tentarono di opporsi ed arginare la scellerata distruttività conciliare di quegli anni contrapponendole IL CATTOLICESIMO, teologico e tradizionale, ma probabilmente nessuno dei due, se fosse vissuto, si sarebbe mai aspettato di arrivare a vedere la devastazione odierna.
    Quanto alla domanda, lo stato vaticano è "cattolico" quanto la chiesa conciliare ivi residente.
    Patrizia

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  12. Ma non è più semplice seguire il papa, il concilio, essere fedeli al Cammino, invece di strizzarsi il cervello in tutte queste beghe fantasiose ed inutili???

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    1. .."fantasiose ed inutili" per chi non conosce una virgola di dottrina cattolica né dell diritto canonico (Quello vero, non riformato) che ha tenuto in piedi secoli esecoli di Chiesa di Nostro Signore.

      Caro Anonimo "più semplice"...
      non sempre tutto quello che risulta più semplice e più facile e più sbrigativo corrisponde alla cosa più giusta e più santa agli occhi di Dio.

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    2. NEL MEZZO DEL "CAMMIN " DEL CATECUMENO, MI RITROVAI IN UNA SELVA OSCURA,CHE' LA DIRITTA VIA ERA SMARRITA.-anche Dante lo diceva...che profeta !! :-))

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  13. Sì, il Cammino, il Cammino CHE VOI AVETE TRADITO!!!!

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    1. Ma quale cammino, verso chi e che cosa? Gesù ha già insegnato tutto, sveglia!

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    2. Non si "tradisce" un cammino, ma casomai Nostro Signore, caro idolatra...
      Noi abbiamo lasciato il tuo Cammino proprio per restare fedeli a Nostro Signore, perchè Kiko e Cristo non vanno di pari passo.

      Perciò noi ci teniamo Cristo, tu tieniti il tuo Cammino.

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  14. Vorrei chiedere all'Anonimo delle 10.03 di martedì 27 qualche ragguaglio sulle presunte apparizioni private circa il Sedevacantismo. Sono molto curioso di conoscerle. Grazie.

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    1. Sono l'Anonimo da lei richiesto... quello che forse ha sollevato un eccessivo polverone sul sedevacantismo (poi ho visto che ci sono altri "anonimi in Cammino" dai quali mi dissocio nettamente!)

      Le apparizioni citate dai sedevacantisti sono quelle di La Salette e della Monaca di Dresda; essi pensano di scorgere in esse un valido sostegmno alle loro tesi. Resta il fatto che una chiesa senza papato è morta; secondariamente molte altre apparizioni del '900 non parlano dell'eclissi del Papato.

      Avevo però rilevato un punto debole del sedevacantismo al quale nessuno ha ancora risposto; anzi, mi sembra che i commentatori non abbiano affatto focalizzato.

      Brevemente. Nell'ambito delle tesi sedevacantiste (diverse e in guerra fra loro) si conviene su un punto: le consacrazioni episcopali Novus Ordo sono invalide:

      o estrinsecamente per mancanza di approvazione legittima (tesi di cassiciacum: un papa materialiter, privo cioè di autorità, non può promulgare nulla validamente)
      o intrinsecamente (il rito è invalido per mancanza di forma).

      Ne consegue che dal 1967 la Chiesa non ha più vescovi validi (né ovviamente preti), fatta eccezione per i vescovi di rito non latino, per i vescovi della FSPX e per i Vescovi Tuchisti. Benedetto XVI, ad esempio, non è vescovo ma solo prete (l'Abbé-apostate, per i fratelli francofoni!).

      Ora, se il papa non è vescovo di Roma perché non è affatto vescovo, non è papa neppure materialiter (da ciò don Nitoglia conclude che la tesi di Cassiciacum "originaria" è terminata)

      Ma se non c'è il papa (da 50 anni) non ci sono vescovi legittimi né cardinali capaci di convocare il Concistoro...anzi, non ci sono quasi più vescovi in senso assoluto e l'"ordine sacro valido" è in via di estinzione.

      Domanda: chi può porre rimedio a tale situazione? risposta: nessuno.

      Domanda: Gesù non ha forse promesso a Pietro che la Chiesa su di lui fondata non sarebbe venuta meno né le porte degli inferi avrebbero prevalso su di Lei? Risposta : sì

      Conclusione: le tesi sedevacantiste sono insostenibili.
      Amen.

      Sempre il "solito anonimo".

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    2. Caro anonimo, la Tesi non è verità di fede, quindi può benissimo essere superata o insostenibile od errata. Può aiutare a capire meglio certe cose, così come aumentare dubbi e domande, ma la sola cosa certa è che NON è una verità di fede e quindi come tale va trattata, senza considerarla vincolante su tutto e tutti, errore principale commesso da alcuni tesisti.
      Circa la domanda su chi può porre rimedio alla situazione, già mons.De Lauriers si affidava a Nostro Signore e in effetti, solo Lui potrà farlo.
      Patrizia

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  15. Scusate se lo scrivo qui (forse è fuori tema) ma ho appena scoperto l'opinione di un vescovo su un tema morale e sono rimasto molto scandalizzato. Mi chiedevo cosa ne pensate. Vi riporto il testo:

    "Il vescovo Luigi Bettazzi, padre conciliare, inneggia al valore della sessualità come espressione d’amore, richiamando quanto ha detto il Concilio Vaticano II in proposito: “Questo (il Concilio Vaticano II, ndr.) ha avviato il ricupero del senso fondamentale della sessualità, che è quello della relazione dell’altro, facendogli perdere un giudizio, implicito, ma diffuso, che cioè il sesso fosse una brutta cosa (all’estremo opposto della castità, che era ‘la bella virtù’); da tollerare soltanto quando era proprio indispensabile, come nel momento di ‘fare figli’ … Credo che il grande problema rimanga questo: una volta riconosciuto il valore dell’affettività omosessuale, fin dove questa potrà spingersi, sul piano morale e poi sul piano giuridico? E’ importante che se ne parli, con serietà e serenità…” AA .VV. Il posto dell’altro, pp. 9-10).

    -------

    Grazie per la risposta.

    Scandalizzato

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    1. Lasci perdere Bettazzi, segua il Vangelo e non si scandalizzi per così poco, Dio confonde chi vuole perdere...

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    2. Dio vuole perdere???? Non è venuto per salvare, invece??? Che discorsi sono questi???

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    3. Si legga l' Antico Testamento

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    4. Dio non vuole perdere nessuno, pezzo di eretico che non sei altro...noi ci perdiamo per volontà nostra, per esempio quando stravolgiamo la dottrina di Nostro Signore come stai facendo tu adesso e come fa il tuo Kapo eretico, mettendoti in testa queste mostruosità calviniste della predestinazione nella salvezza e nella perdizione.

      Inoltre quello riportanto qui sopra non è "così poco", ma una vera aberrazione. Il problema è che voi filo protestanti siete insensibili al peccato mortale, vi sentite in diritto di commettere quello che volete, tanto poi basta riconoscersi peccatori ed il gioco è fatto, giusto? Ma non funziona così, perchè Dio guarda le intenzioni dei cuori e non si lascia prendere in giro da nessuno.
      Medita, o "ingannato e ingannatore", e convertiti, se puoi.

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    5. QUALUNQUE COSA TU ABBIA CREDUTO DI LEGGERE NELL'ANTICO TESTAMENTO, QUELLO CONTENUTO LI' DENTRO ERA PEDAGOGICO, IN ATTESA DELLA VENUTA DEL MESSIA REDENTORE E SALVATORE DI TUTTI COLORO CHE ACCETTANO LA SUA SALVEZZA. DIO NON CREA NESSUNO PER MANDARLO IN PERDIZIONE E SOLO UNO SPAVENTOSO ERETICO COME IL TUO KAPO IBERICO, DALLA MENTE ASSOLUTAMENTE DISUMANA E DISSACRANTE, PUO' CONCEPIRE SIMILI SPAVENTOSE DIFFAMAZIONI NEI CONFRONTI DI DIO.

      LO VOLETE CAPIRE O NO CHE LE ANTICHE SCRITTURE DEVONO RIFARSI ALL'INTERPRETAZIONE CRISTIANA DEL NUOVO TESTAMENTO, PERCHè CRISTO è COLUI CHE RICAPITOLA TUTTO IN SE'? E CHE TUTTO QUELLO CHE E' STATO FATTO E DETTO PRIMA DI LUI ERA IN FUNZIONE DELLA SUA VENUTA, E NIENTE SENZA DI LUI ESISTEREBBE, FUORI DAL SENSO CHE HA DATO LUI A TUTTE LE COSE?
      Niente da fare...non capiscono.

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  16. Vedo ora che l'intervista video a Don Ricossa è quella che ha fatto mia moglie anni fa! Era la sua prima video intervista...;)

    RispondiElimina
  17. Che marito pettegolo...ehehehe

    RispondiElimina
  18. Visto che si vuole tirare per i capelli riguardo ad una tesi, mi ci ficco dentro anche io anche se non ritengo sia possibile arrivare ad un dunque. Ci hanno provato in tanti!

    1 una tesi è una tesi e fintanto che non si dimostra il contrario con i fatti,una tesi rimane possibile (non reale, che è ben diverso)

    2 che i papi postconciliari siano eretici nelle loro dimostrazioni esterne (riguardo al loro pensiero intimo, solo Dio sa)come lo furono altri nel passato, non ci piove e siamo, sembra, tutti d'accordo, escluso l'anonimo intromesso per seminare confusione..

    3 se i papi postconciliari sono eretici, è perchè rifiutano un dialogo con la tradizione,ovvero con i loro predecessori, e con lo Spirito Santo che potrebbe illuminarli.

    4 il fatto di rifiutare la Tradizione, re-interpretando Vangeli,Scritture ed affermazioni papali precedenti, dimostra che esistono dei preconcetti ideali in loro, e tali preconcetti sono frutto di pensieri precedenti alla carica di papa (dimostrato in più di un'occasione e da analisi fatte da Ist.M.B.C. e dalla FSPPX e da don C.Nitoglia , DA DON VILLA + altri.

    5 Se sale al soglio pontificio un "eretico" da prima, significherebbe che lo Spirito Santo non agisce più nel consiglio dei cardinali elettivi...

    OVVERO ? Ovvero che la carica è formalmente esistente (elezione di un comune capo di stato tramite elettori) ma non come capo della Chiesa.

    Non mi sembra una tesi così finita ed aberrante, così come non sarebbe aberrante o forse pure, la tesi della fraternità SPPX che dice che il papa è eretico ma è comunque il papa (allora l'obbedienza gerarchica al papa come Vicario, dove va a finire ?)

    Riguardo poi alle derivazioni della tesi, cioè che, quindi,A tutti i vescovi di nomina papale sono privi di carica,B il fatto che chi ha ottenuto benefici dalla chiesa conciliare in realtà non ne può godere ecc.ecc. sono elementi ingarbugliati e filosofici frutto di elucubrazioni di alcuni. Ad ascoltare don Ricossa nel video,(io l'ho ascoltato tutto,54 minuti, qualcun altro oltre a Ghergon?) non sembra proprio che dica così, ma sembra che don Nitoglia lo metta in bocca a lui.

    Aggiungo che dalle analisi fatte finora da questo e da altri blog,da anni, risulta un degrado ed una confusione ecclesiale che evidenziano:
    A carenza d'autorità
    B carenza di illuminazione dallo Spirito
    C ostinazione nel proseguire la linea aberrante conciliare, ecumenista e modernista
    D disagio in tutte le comunità di fedeli cattolici o meno(es. neocat. o focolarini o carismatici) che procedono con loro dogmi e loro duci infischiandosene dei consigli elargiti una volta sì ed una no.

    Tutto ciò cosa significa? Che la Chiesa ancora sussiste in senso gerarchico strutturato? NO !
    Quindi si può anche ipotizzare una sede vacante come autorità..Non trovo nulla di sconvolgente nella teoria, anche se teoria rimane.
    CREDO CHE LA VERITA' DI QUESTA SITUAZIONE NON SIA TROVABILE CON CERTEZZA FINCHE' SAREMO IN QUESTA VITA O FINCHE' UN PAPA ,NON DEGLI "ILLUMINATI", MA ILLUMINATO DAVVERO CI CHIARISCA CON LA SUA AUTORITA' E LA SUA SANTITA'DI INSEGNAMENTI.
    E spero che si finisca questa discussione teoretica che non può portare alcun frutto e nessuna convinzione certa, e quindi, utile per nessuno di noi.

    27 marzo 2012 22:50

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    1. MI SPIACE HO CERCATO DI CANCELLARE più in lato la ripetizione, MA NON SI RIESCE ...:-((

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  19. Cari amici, tutto potranno dire di noi, tranne che non studiamo.
    Patrizia

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  20. Qui non vedo che fanatismo. Obbedite al papa e al concilio. Ma siccome volete essere disobbedienti fate discorsi difficili su discorsi difficili. Tanto chi vi segue??? Non volete obbedire al papa e al concilio??? Non siete cattolici!!! Altro non si può dire. E' semplicemente così.

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    1. E allora, splendidone, prova a dirci quanto fu cattolico Wojtyla, che proclamò "suo maestro" nientemeno che Lutero sommo eresiarca. Non disubbidì, Wojtyla, ai suoi predecessori? quindi tu stesso dovrai ammettere che, seguendo il tuo modo di ragionare, l'uomo di cracovia non fu cattolico. Riccardo da aosta

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    2. chi sei tu uomo da disputare con dio? i miei pensieri non sono i vostri le mie vie sovrastano le vostre quanto il........continuate pure.E poi siamo seri,alla faccia della carità CRISTIANA ma sapete quanti testimoni di geova e pseudocristiani leggendo le vostre conversazioni, offese,convinzioni di stile dittatoriale, io sono di paolo io sono di cefa.....ecc.ecc.Un solo pastore un solo gregge un solo ovile questa e la SANTA MADRE CHIESA CATTOLICA CON O SENZA LEFEBVRE, CONCILIO VATICANOII CAMMINO FOCOLARINI,TEOLOGI E NON VERI TESTIMONI NELLA FEDE.INNO ALLA CARITA COR.13 LEGGETE E MEDITATELO.ATEO ALLA RICERCA.

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    3. Beh, la Carità Cristiana presuppone spesso di dover dire le cose chiaramente, anche se le stesse a volte possono risultare dure da digerire (e qualche volta anche offensive). Non per niente Gesù ha detto: "Sia il Vostro parlare sì...sì,no...no. Il resto viene dal maligno." Che poi quello di sopra sia un argomento difficile (in cui non intendo imbarcarmi) è un altro discorso. Io sinceramente non credo che ci sia fanatismo in questo blog (altrimenti l' avrei già lasciato da un pezzo), ma solo una grande amarezza nel constatare che le cose non filano proprio come dovrebbero. Certo, arrivare qui all' improvviso e leggere tutto quello che viene scritto può essere all' inizio una mazzata, perchè costringe a rivedere un mucchio di posizioni precostituite che ci sono state inculcate e di cui siamo convinti. Io ho dovuto farlo. Ma la Verità riconduce sempre alla ragione, e posso affermare con certezza che è stato proprio frequentare siti come questo che mi ha aiutato a guardarmi attorno e a considerare con altri occhi ciò che viene fatto dalla Chiesa e dalla gerarchia ecclesiastica. E ho dovuto constatare che spesso sono stati proprio i papi (ahimè, stimavo tanto sia Wojtyla che Ratzinger) a compiere atti di vera e propria abiura della Fede Cattolica, anche se io non sapevo valutare il significato profondo degli stessi. Che il Signore abbia pietà di me per non averlo compreso prima! Perciò, se lei è un ateo alla ricerca, consideri una vera Grazia del Cielo essere capitato qui, perchè potrà valutare con maggiore cognizione di causa cosa significhi essere cattolici. Cordialmente,
      Albino

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  21. Ecco un altro che svicola. Allora, anonimo bello, rispondi alla domanda: uno che ha per maestro Lutero, E' ANCORA CATTOLICO? Il concilio di trento dice di no. E il concilio di trento è DOGMATICO oltre che cattolico. Quindi wojtyla, dal punto di vista della fede, si impiccò da solo proclamandosi seguace del porcus saxoniae. Riccardo da aosta

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  22. Woityla è stato seguito a ruota da Ratzinger che si è espresso con ancor migliori lodi verso il suicida eretico.

    Per l'anonimo che riprende gli altri.
    L'inno alla carità è bellissimo e fa capire quanto è importante chi si slancia verso la fede e gioiosamente enuncia agli altri "con carità" la sua fede e gli effetti.In questo chi, in buona fede, segue le sette eretiche ,avrà il suo premio. Ma grande attenzione di questi tempi, è doverosa verso quelle sette che, esaltando i sentimenti e le sensazioni gioiose, portano pian piano in una dimensione di chiusura ed alienazione mentale che è ben lontana dalla gioia della fede reale, che si accompagna sempre alla mestizia nel vedere il disastro reale. Immaginarsi un po' un tizio che col sorriso sule labbra, seduto su un mucchi di rovine da tsunami, dica "Allegria, ora è passato!ridiamo felici di essere ancora in vita!"

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  23. Rifiutare un Concilio (vaticano II)... QUESTO SI' CHE E' INAUDITO!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Non siete cattolici,
    non siete cattolici,

    N O N S I E T E C A T T O L I C I !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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    1. Che mi consigli, anonimo?
      Tolgo il tuo post per disperazione, o ripeto per la centomilionesima volta che "cattolico" non è colui che è solo fedele a Roma, e meno ancora a un concilio pastorale, ma "Cattolico" significa innanzitutto essere fedele agli insegnamenti di Cristo, senza prostituirsi agli eretici separati??
      Per questa volta opto per la seconda scelta, la prossima volta mi sa che ti banno.

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  24. CARISSIMI IO PENSO UNA COSA,IL SIGNORE NELLA SUA INFINITA BONTA, NEL CORSO DELLA STORIA DELL'UMANITA E DELLA CHIESA STESSA HA MOSTRATO SEMPRE ALL'UOMO LA SUA FEDELTA, PERCHE SCUSATEMI TANTO LA FEDELTA APPARTIENE A DIO MOLTE VOLTE LO DICO SINCERAMENTE, IO CONFESSO TANTI MIEI PECCATI MA DIMENTICO SPESSO DI CONFESSARE UN ALTRO GRANDE PECCATO CHE MI APPARTIENE (IL NON CREDERE CHE DIO E FEDELE).PIETRO CAPO DELLA CHIESA NELLA SUA VITA AVEVA SPERIMENTATO L'AMAREZZA DEL TRADIMENTO,DEL RINNEGARE IL MAESTRO MA DIO FEDELE E MISERICORDIOSO COSA FA?HA IL CORAGGIO DI FONDARE SU QUEST'UOMO LA SUA CHIESA CAPITE LA SUA.....IO PROBABILMENTE AL POSTO DI DIO AVREI PREFERITO PAOLO,PERCHE NON GIOVANNI IL DISCEPOLO CHE GESU AMAVA TANTO PERHE PROPRIO PIETRO.QUANTI FRATELLI PSEUDOCRISTIANI PERCHE SAPPIAMO TUTTI CHE OGGI ESISTE UN PRURITO RELIGIOSO E SUL MERCATO RELIGIOSO CE NE PER TUTTI,MA GESU DICE UN SOLO PASTORE UN SOLO GREGGE UN SOLO OVILE,CHI TENTA DI ENTRARE ATTRVERSO ALTRE VIE E NON ASCOLTA LA VOCE DEL PASTORE E UN LADRO NON MI APPARTIENE.LA CHIESA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA NEL CORSO DEI SECOLI ARRIVANDO AD OGGI ,DICO OGGI, PUR MOSTRANDO LIMITI, DEBOLEZZE PERCHE FATTA DI UOMINI HA SEMPRE MOSRTATO ALL'UMANITA INTERA DI ESSERE ILLUMINATA E SOSTENUTA DALLO SPIRITO SANTO DI DIO,COME?NELL'UNITA E NELL'OBBEDIENZA A PIETRO (UN SOLO PASTORE UN SOLO GREGGE UN SOLO OVILE,QUESTO CIDE VE FAR SENTIRE FIERI DI ESSERE ENTRATI PER GRAZIA NELLA GRANDE FAMIGLIA DELLA CHIESA,GESUCRISTO FRATELLI GESUCRISTO IO E IL PADRE SIAMO UNA SOLA COSA L'UNITA CAPITE CI APPARTIENE APPARTIENE AI CATTOLICI,SAN FRANCESCO DI ASSISI UN UOMO ILLUMINATO DAL SIGNORE(VA FRANCESCO VA E RIPARA LA MIA CASA PERCHE IN ROVINA,FRANCESCO COSA FA?LO SAPPIAMO TUTTI MA POI COMPRENDE GRAZIE ALLO SPIRITO SANTO A COSA IL SIGNORE LO CHIAMAVA.LA CHIESA IN QUEL PERIODO UN PO MELENZA,SGUAZZAVA NEI PICERI NELL MONDANEITA,FRANCESCO COSA FA?UN VASO ROTTO CHE STA ANDANDO IN FRANTUMI ILLUMINATO DA DIO CON UMILTA E SERVIZIO A QUELLA CHIESA CHE NOI SICURAMENTE AVREMMO PREFERITO NON VEDERE ,FRANCESCO SI ABBASSA E RICOMPONE IL VASO CON PAZIENZA E CON LA FIDUCIA IN DIO,L'UNITA L'UNITA, PERCHE FRANCESCO COME CRISTO CREDEVA NELLA FEDELTA DI DIO.LUTERO COSA FA?A DIFFERENZA DI FRANCESCO IN UN MOMENTO STORICO DELLA CHIESA ALTRETTANTO DIFFICILE DA ERESIA SI DIVIDE DALLA SANTA MADRE CHIESA,E NON RICOMPONE IL VASO DIO HA PERMESSO ANCHE QUESTO.SAN FRANCESCO ,MADRE TERESA DI CALCUTTA QUANTI AANNI SONO TRASCORSI QUANTI CONCILI NELLA CHIESA DI CRISTO,EPPURE NOI CATTOLICI POSSIAMO DIRE ANCORA UN SOLO PASTORE UN SOLO GREGGE UN SOLO OVILE.(VIVA GESU VIVA MARIA VIVA PIETRO,DA CEFA A BENEDETTO XVI.MARCO DI AFRAGOLA.SANTA PASQUA A TUTTI ,E SCUSATEMI DI QUALCHE ERRORE GRAZIE ALLA POSSIBILITA DI INTERVENTO CHE MI E STATA DATA.

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    1. Marco da Afragola,
      ti pregherei di scrivere in minuscolo, perchè un post così lungo, scritto tutto in maiuscolo, richiede molta fatica per leggerlo. Non è che il maiuscolo attiri di più l'attenzione, significa solo che si sta gridando...

      In merito al tuo contenuto, comprendo la tua buona fede, e che come neocatecumenale ripeti quanto ti viene insegnato nel tuo Cammino, compresi gli esempi sulla storia della Chiesa del Passato (San Francesco e simili);
      comprendo anche che dopo quarant'anni di isolamento dalla realtà ecclesiale, non dovuta a colpe di voi piccoli, ma alle eresie e stranezze del tuo Kapo Kiko, siate tutti nella gioia e nell'euforia per il fatto di sentirvi finalmente Chiesa (conciliare)...
      MA... ti invito a riflettere sul fatto che l'unità nella Chiesa non è una cosa da ricercare partendo dal basso, non è uno stato che possano raggiungere gli uomini mettendoci la buona volontà, ma è UNA GRAZIA CHE ARRIVA DA DIO, una conseguenza della fedeltà della Chiesa ai suoi insegnamenti.

      E' tutto un altro punto di visuale: l'UNITA', è uno dei due frutti che dimostrano l'essere discepoli di Cristo, è una conseguenza donata da Dio a quelli che gli rimangono fedeli. Se oggi la Chiesa è piena di divisioni, è segno che la fedeltà alla dottrina cristiana-cattolica è stata tradita, perciò Dio non concede il dono dell'unità.
      E non si può risolvere il problema inventandoci noi una unità finta, rabberciata, di facciata, dii superficie (il famoso falso ecumenismo)perchè quella non è nessuna unità: la vera UNITA' della Chiesa cattolica, si avrà solo tornando alla fedeltà degli insegnamenti di Gesù, alla fedeltà alla dottrina cattolica di sempre, che non fu mai cambiata da nessuno fino all'ultmo concilio, che ha volutoo fare coomunella coi protestanti. Senza questo ritorno alla fedeltà alla dottrina, Dio non ci cooncederà mai nessuna unità, ce la possiamo scordare.
      Spero di essermi spiegata più chiaramente pssibile.

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  25. CHE DEVO DIRTIsu questo blog chi dice e sta sempre nella verità siete sempre ed esclusivamente voi gli altri roba da poco mezzi eretici,forse se permettete sono sintomi di assolutismo e chiusura totale da parte vostra,il signore nell antico testamento ha fatto profetizzare un asino, anche sulla bocca di un cane puo esserci la verità,chissà se non sono gli altri ad essere parola di verità per voi, se errato per voi questo sciocco esempio vuol dire che BEATI VOI NON VI INVIDIO PER NIENTE SIGNIFICA che oltre agli affetti, amori, amicizia anche la fede vale la pena viverla virtualmente nascondendosi dietro un post oppure facebook o quello che piu vi piace,il confronto, il guardarsi negli occhi quando si parla,poi da soli si sta bene nessuno ti pesta i piedi,nessun rompiscatole sul tuo canmmino e arriva cosi immediatamente la canonizzAZIONE DIRETTA.

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  26. Anonimo...
    non è che noi "stiamo sempre nella verità" perchè siamo belli...qui si cerca di diffondere la dottrina cattolica di duemila anni di Chiesa, supportata dal Magistero Pontificio Infallibile e dalla Tradizione. E non è colpa nostra se intervenendo molti non sono in linea con quello che la Chiesa insegna da duemila anni...

    Inoltre mi pare che Internet lo stia usando anche tu...quindi la comunicazione virtuale evidentemente sta andando bene anche a te. Poi, se vuoi, possiamo conoscerci a parlarci "guardandoci negli occhi"...ma non credo che la dottrina cattolica cambierebbe sostanzialmente.

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  27. "Ora, chi non vede che liturgia e monachesimo presso gli ”Ortodossi” (come la Bibbia presso i protestanti) non sono affatto sufficienti a garantire l’unità e la Fede? Difatti, malgrado la liturgia, il monachesimo e la Bibbia essi sono scismatici (senza unità) ed eretici (senza fede)!"

    Quest'affermazione è di una IGNORANZA e di un pressapochismo osceno.

    Prima di tutto mette sullo stesso piano Ortodossia e Protestantesimo, e questo è storicamente ERRATO: sono cose TOTALMENTE DIVERSE.

    Secondariamente l'Ortodossia non ha l'unità con Roma (questo è vero) ma ha l'unità con se stessa. Infatti un prete russo può benissimo concelebrare con uno greco, uno greco può concelebrare con uno serbo, uno serbo con uno romeno, un romeno con uno finlandese, un finladense con un africano, un africano con un arabo-libanese, un arabo-libanese con un georgiano, ecc.

    La concelebrazione liturgica indica, infatti, l'unità della stessa fede. E che questa unità sia reale, anche se non coronata dalla comunione con Roma, questo è un dato talmente solare che solo un cieco può negarlo.

    Poi l'affermazione FOLLE che sono privi di fede è totalmente gratuita e in cattiva... fede! L'Ortodossia non ha la fede cattolico-romana ma, con questo, non è assolutamente priva di fede.

    Se fosse priva di fede le sue liturgie non sarebbero liturgie, i suoi sacramenti NON SAREBBERO VALIDI ed è invece, NOTO A CHI LO SA, che il Cattolicesimo - anche quello più critico - ha sempre affermato la validità di tali sacramenti, per quanto ne negasse la legittimità che proverrebbe dall'unione con il pontefice romano.

    Il passo citato dimostra, dunque, come pure all'interno dei cosiddetti tradizionalisti germini, come la gramigna, la pura IGNORANZA e la MALA FEDE.

    INDIGNATO

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