di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
13 aprile 2013
http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html
La Dichiarazione Dottrinale del 15 aprile dello scorso anno, approntata dal Superiore Generale (SG) della Fraternità San Pio X come base per la reintegrazione della Fraternità nella Chiesa ufficiale, è stata conosciuta pubblicamente quasi un anno dopo. Essa fu predisposta dal SG per piacere sia ai Romani conciliari, sia ai tradizionalisti (egli stesso ha detto pubblicamente che “essa può essere letta con gli occhiali scuri o rosa”). Essa è piaciuta ai Romani, che hanno dichiarato che rappresenta un passo avanti nella loro direzione. Ma non è piaciuta ai tradizionalisti che hanno visto in essa (quanti la conoscevano già) un’ambiguità tale da rappresentare un tradimento rispetto alla battaglia per la Fede cattolica di Mons. Lefebvre, al punto da ritenere che la sua accettazione da parte dei Romani sarebbe bastata per distruggere la Fraternità.
In effetti, quando il SG si è recato a Roma l’11 giugno per incontrare i Romani e sentire la loro decisione, egli era certo che l’avrebbero accettata. Numerosi osservatori hanno fatto notare che l’accettazione non c’è stata solo perché era sopraggiunta la pubblicazione, il 7 aprile, della lettera dei tre vescovi al SG, la quale aveva fatto capire ai Romani che egli non sarebbe stato in grado di portare con sé l’intera Fraternità in seno alla loro Roma conciliare, com’egli ha potuto dare ad intendere e come loro volevano che facesse. Non volevano, e non vogliono, che un’altra scissione faccia ripartire di nuovo la Tradizione.
Sia come sia, qui c’è spazio solo per un argomento principale per provare che la Dichiarazione Dottrinale proposta avrebbe distrutto la FSSPX se fosse stata accettata. Mons. Lefebvre aveva dichiarato, e provato, che il Vaticano II costituisce uno strappo o una rottura con il precedente insegnamento della Chiesa. Fu su questa premessa che sorse, e sussiste, il movimento cattolico tradizionale. Così che Benedetto XVI, di fronte al perdurare della resistenza di questo movimento nei confronti del suo amato Vaticano II, proclamò, fin dall’inizio del suo pontificato, nel 2005, la sua “ermeneutica della continuità”, per la quale il Concilio che (oggettivamente) contraddiceva la Tradizione, doveva essere (soggettivamente) interpretato come se non la contraddicesse. Così che non ci sarebbe strappo o rottura tra esso e la Tradizione cattolica.
Vediamo adesso il settimo paragrafo (III, 5) della Dichiarazione Dottrinale. Esso dichiara che le affermazioni del Vaticano II difficilmente conciliabili con il precedente insegnamento della Chiesa, (1) “devono essere comprese alla luce della Tradizione intera e ininterrotta, in maniera coerente con le verità insegnate dal precedente Magistero della Chiesa, (2) senza accettare alcuna interpretazione di queste affermazioni che possa portare ad esporre la dottrina cattolica in opposizione o in rottura con la Tradizione e con questo Magistero.”
Qui, la prima parte (1) è perfettamente vera, per tanto che significhi che ogni novità conciliare “difficilmente conciliabile” sarà categoricamente rigettata se contraddice oggettivamente il precedente insegnamento della Chiesa. Ma essa (1) è subito contraddetta da (2), quando dice (2) che nessuna novità conciliare può essere “interpretata” in rottura con la Tradizione. È come dire che tutte le squadre di calcio devono indossare la maglia blu, ma le maglie di ogni altro colore devono essere interpretate come fossero tutte blu! Che sciocchezza! Ma si tratta della pura “ermeneutica della continuità”.
Ora, i combattenti che tengono l’ultima fortezza della Fede che sia organizzata in tutto il mondo, comprendono quello sta pensando il loro Comandante? Si rendono conto che la sua solenne dichiarazione della dottrina della FSSPX dimostra che egli pensa come un capo nemico? Sono felici di essere condotti a pensare come i nemici della Fede? Tutte le idee devono essere cattoliche, quindi le idee non cattoliche devono essere “interpretate” come fossero cattoliche. Sveglia, camerati! Il pensiero dei nemici è nel Quartier Generale.
Kyrie eleison.
E una volta svegliati, cosa faranno ?
RispondiEliminaRovesceranno i "superiori" via dagli scranni indebiti ?
Si riorganizzeranno in una nuova fraternità?
Si scinderanno in "mille rivoli" come fatto finora ?
Accetteranno la tesi sede-vacante di mons Guerard des Lauriers ricostituendosi in altra entità?
Perchè di certo i superiori "investiti" di onnipotenza e superiorità gerarchica non molleranno lo scranno ma lanceranno fulmini e interdetti a tutti fino a rimanere soli con 4 gatti o con gregge soggetto e belante (come al80% finora)
Quello che è certo è che, come ricorda il vangelo, non può sussistere un regno diviso in se stesso.
EliminaChe i sottoposti all'arcivescovo Lefebvre non avessero la stessa taglia umana, spirituale ed intellettuale sua lo si vedeva già diversi anni fa', vivo Lefebvre stesso.
Oggi avvengono le logiche conseguenze dei presupposti che derivano da ciò.
Sono bastati solo vent'anni e stanno distruggendo la Fraternità. Purtroppo non mi meraviglio!
Leggo spesso queste lettere di Mons. Williamson sulle intenzioni dei vertici della Fraternità. Mi trovo ovviamente d'accorto. Ma non ho ancora letto qualcosa che spieghi i "veri" motivi che sono alla base di questa smania di riaccostamento alla loggia vaticana da parte dei suddetti vertici. Io sono convinto che sono fondamentalmente economici e non "dottrinali".......
RispondiEliminaSono d'accordo con Roberto.
RispondiEliminaChe fatica gestire una situazione economica di una organizzazione religiosa svincolata dal Vaticano!
Aggiungasi che gli investimenti economici per gestire i soldi della Fraternità, sono stati affidati ad una struttura che è di base ebraica.
Si spiega con questo le veementi prese di posizione contro Williamson e tutti coloro che obiettano minimamente sui numeri del "sacrificio" ebraico nella seconda g. mondiale.
Personaggi come Williamson sono pericolosissimi perchè creano malanimo nella finanza che gestisce gli investimenti.
Quindi il mix investimenti +mancanza di fondi vaticani spinge ad avvicinarsi sempre più per cercare accordi.
Così finisce la fraternità creata da Lefebvre per resistere agli attacchi sul cattolicesimo.
Lefebvre avrebbe dovuto riuscire a scegliersi meglio i collaboratori, invece di espellere i più sinceri anche se "scomodi".
Ora l'esempio va avanti...
Infatti ...nel numero CCXXXVIII (238) di "Commenti Eleison" si parla della "finanza criminale....che ha oggi un significato religioso, perché sta svolgendo un ruolo importante nella riduzione in schiavitù del mondo intero da parte dei coscienti o incoscienti nemici di Dio, i più brillanti dei quali devono essere ben consapevoli che il loro scopo ultimo è di condurre ogni singola anima all’Inferno...."
RispondiEliminaCome non essere d'accordo con voi, Mardu e Roberto?..
RispondiEliminaMi pare che proprio tu, Roberto, hai recentemente scritto che i Rothschild sono stati nominati "Custodi del Tesoro Vaticano", o qualcosa del genere... (Roberto, potresti raggiungermi nella mia mail, che avrei una cosa da chiederti?)
Da ciò si deduce che il Vaticano sia ormai nelle mani del "fratelli maggiori". Ed il nostro "caro amico" Krah, chi è? Anch'esso un "uomo di fiducia dei Rothschild", come ebbe egli stesso a dire.
Dunque, se due + due fa ancora quattro, sia la Fraternità che la nuova Chiesa conciliare si sono volontariamente rese "ostaggi" dei "fratelloni"...
Cos'altro aggiungere? Che "ogni simile ama il suo simile"... l'idillio fra la "nuova Chiesa conciliare" e la "nuova San Pio X" è fatale.
...ti ho scritto ieri...
EliminaAltra documentazione di verità su quanto successe prima della 2 guerra mondiale, la si trova in questo sito:
RispondiEliminahttp://andreacarancini.blogspot.it:80/2013/04/ingrid-weckert-1938-la-notte-dei.html
Tanto per aprire gli occhi sulle trame in cui i nostri predecessori sono caduti e per stare attenti sulle nuove tram, che vengono tessute intorno a chi vuol essere libero di pensare, di credere e di professare la vera fede!