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giovedì 28 marzo 2013

I fedeli hanno il diritto di sapere...

Un ringraziamento particolare ad una carissima amica che ci ha fornito la traduzione dal Francese...

Fonte: La Sapinière.info...
I fedeli hanno il diritto di sapere.

" I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che i sacerdoti ai quali si rivolgono, non partecipano alla comunione di una Chiesa contraffatta, evolutiva pentecostale e sincretista". (Lettera aperta a sua Eminenza Cardinale Gantin, Prefetto della Congregazione dei Vescovi, Econe, 6 luglio 1988, Fideliter n. 64, luglio-agosto 1988, pagine 11-12.)

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Non si tratta di "zelo amaro" o di "agire con una severità imperterrita" quando si constata un certo liberalismo in seno alla Fraternità. I fatti sono lì, e contro i fatti non si può fare nulla!
Non si tratta di biasimare tutto ciò che non è conforme al nostro ideale, ma si tratta di constatare e di interrogarsi sul fatto che alcuni sacerdoti della Fraternità non agiscono più secondo l'ideale della Fraternità. L'eccellente condotta dottrinale di un superiore o lo zelo di un priore possono celare ai nostri occhi questa realtà, ma è un fatto che, influenzati dagli esempi e dai discorsi del nostro Superiore Generale, alcuni confratelli, pur conservando l'etichetta "Fraternità San Pio X", si comportano in pratica come "accordati" prima ancora dell'accordo con la Chiesa conciliare.

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che un priore, durante una sessione di teologia, sottolineò che non  poteva più dire : "Benedetto XVI è un modernista". Questo priore confidò pure ad un confratello di non potere più, in coscienza, far pregare i fedeli per "la conversione di Roma e dei Vescovi", intenzione che, tuttavia, fa parte delle intenzioni della Fraternità (Con Unum, n.35).

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che due priori hanno confidato al Superiore di un Distretto importante, di essere pronti a celebrare la messa di Paolo VI (Canone 1). In perfetta sintonia con l'osservazione fatta da Monsignor Fellay al cardinale Caninarez, seguita alla visita di un'abbazia "Novus Ordo" nei pressi di Firenze:
"Se Monsignor Lefebvre avesse visto la celebrazione della Messa, come si è svolta laggiù,
non avrebbe preso le misure che ha preso".
È zelo amaro l'essere scandalizzati di queste reazioni?
I cardinali Bacci e Ottaviani non avrebbero approvato il "breve esame critico", dietro invito di Monsignor Lefebvre, se avessero assistito alla "celebrazione della Messa, come si è svolta laggiù"?

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che a Kansas City, un sacerdote ha rimproverato un fedele, il sig. B., da cui abbiamo saputo l'accaduto, perché criticava il "Novus Ordo". Il nostro sacerdote gli ha detto: "non ci si esprime più così adesso".
http://2.andreatornielli.it/wp-content/uploads/2011/11/Pope-Benedict-XVI-and-Bishop-Fellay-at-August-29-2005.jpg

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che a Post Falls, un priore, ha recentemente dichiarato che il ruolo della Fraternità non era quello di combattere il Vaticano II, ma di garantire la santificazione dei sacerdoti, come se questi due doveri potessero contrapporsi.

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che a Chartres, un priore, nel tentativo di giustificare la politica di Mons. Fellay, ha cercato di persuadere un fedele che la beatificazione di Giovanni Paolo II non fosse così grave in quanto "è l'uomo ad essere esaltato" non la sua dottrina, e che l'iniziativa di Assisi III non fosse così scandalosa perché "il fatto che Benedetto XVI abbia invitato degli atei manifesta che non si tratta di un incontro religioso". È zelo amaro l'essere scandalizzati da tali affermazioni?

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che in Florida, un priore ha bloccato l'ordine di libri per il priorato contro il Vaticano II. Denunciato pubblicamente, ha dovuto, con rabbia, ritornare sui suoi passi e riempire gli scaffali con quei libri. Analogo miracolo si è verificato sul catalogo dell'Angelus Press, grazie alla vigilanza dei sacerdoti della Fraternità della Stretta Osservanza. Infatti, "Accuso il Concilio" e un fascicolo sulla giurisdizione di supplenza, ufficialmente esauriti, sono riapparsi in catalogo.

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che il Superiore del Distretto degli Stati Uniti ha chiesto all'Angelus Press di cessare la pubblicazione inglese di "Si si No no", e ha controllato, durante il congresso annuale a Kansas City, che i conferenzieri rispettassero le modifiche imposte dalla nuova linea di Mons. Fellay. Don Rostand ha persino chiesto che si facesse sparire nel seminario di Winona ogni traccia di Mons. Williamson che ancora diffondesse le sue omelie, le sue conferenze e i suoi articoli. Atteggiamento anomalo, visto che Mons. Fellay ha personalmente dichiarato di avere "ammirazione per Mons. Williamson, per i suoi colpi di genio nella lotta contro il Vaticano II"...
I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che Padre Cyprien, benché scampato da le Barroux, di passaggio a Denver ha tentato di dimostrare nel suo sermone che la situazione (della Fraternità) nella Chiesa ufficiale stava per risolversi, dichiarazioni che, grazie a Dio, fecero inorridire il sacerdote della Fraternità presente.

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che il libro di don Troadec sulla "famiglia cattolica" contiene numerose citazioni "accettabili" di Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. Ma sfortunatamente, ci si è dimenticati di riportare che Benedetto XVI, il 15 dicembre 2010, ha ricevuto in Vaticano i pervertiti del "Gay circus" perché mettessero in scena il loro spettacolo. Poiché, come diceva San Pio X, per un modernista una pagina è cattolica, ma quella successiva è razionalista. Dunque, la pagina cattolica non ha alcun valore per costoro, la cui intelligenza è corrotta.

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che a Brignoles, una suora di ruolo ha fatto pregare la sua classe per "il nostro buon papa che dà le dimissioni" e che si è preoccupata del fatto che in alcune famiglie si dicesse che quel papa non era buono, visto che proprio lui aveva "liberalizzato la messa". Ciò ha turbato uno dei suoi allievi, poiché la buona madre nel passato gli aveva detto che quel papa "insegnava degli errori".

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che il fatto di affermare oggi, con Mons. Lefebvre, che: "Quanto a dire "uscire dalla Chiesa visibile", significa sbagliarsi identificando la Chiesa ufficiale alla Chiesa visibile", implica, per molti superiori, il sedevacantismo che per essi rappresenta il peccato dei peccati, mentre si tratta di un ipotesi che, secondo Mons. Lefebvre, avrebbe potuto essere "un giorno riconosciuta dalla Chiesa. Poiché per essa ha dei motivi seri".
Come hanno potuto diffondersi tutte queste prese di posizione obiettivamente contrarie alla linea ed ai principi della Fraternità tra i suoi membri, se non a causa dell'esempio venuto dall'alto?

Infatti, i fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che, a Saint-Nicolas, davanti ai priori di Francia, il 9 novembre 2012, un confratello ha chiesto a Mons. Fellay dei chiarimenti su alcune illazioni che lo volevano in viaggio verso Roma il 13 giugno per firmare. Il nostro Superiore Generale ha negato che tale firma fosse possibile - poiché non conforme al suo "modo di fare" -, che avrebbe "riportato il testo per studiarlo...", infine spiegò che "l'accordo definitivo sarebbe avvenuto in tre tempi...". Ora, i sacerdoti Lorans, Nély, Pfluger, all'epoca e a più persone, confidarono con gioia che il 13 giugno Mons. Fellay sarebbe andato a Roma per firmare. Lo stesso Mons. De Gallareta, però con tristezza ed apprensione, il 15 giugno confidò ad un confratello di essere in attesa, sin dalla sera del 13, dell'annuncio della firma alla radio, poiché "(Mons. Fellay) andava a Roma per firmare".

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che i Superiori dei distretti di Belgio e Svizzera, don Wailliez e don Wuilloud, prima del 13 giugno 2012, si sono recati per due giorni in visita al Superiore del distretto di Spagna, allo scopo di convincerlo della fondatezza della politica accordista di Mons. Fellay. E contemporaneamente, il Segretario Generale telefonava al Superiore del Regno Unito per rimproverarlo per alcuni discorsi fatti durante una conversazione privata, giunti alle orecchie di Menzingen. Don Thouvenot non ha trascurato, durante quel colloquio telefonico, di ammonire quel Superiore riguardo alla possibilità della sua esclusione dal capitolo.

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che per don Pfluger " non è solo lo stato della Chiesa postconciliare che è imperfetto, anche il nostro lo è" (ottobre 2012). E che a novembre del 2012, Mons. Fellay confidava ad un confratello che:
1)       egli voleva un riconoscimento canonico
2)       egli era perfettamente d'accordo con don Pfluger

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che don Schmidberger, che ha lavorato per più di un mese a Roma sul protocollo di accordo, la pensa nello stesso modo:

"Le discussioni hanno rivelato una particolare debolezza nei nostri ranghi. Dobbiamo avere l'umiltà di ammetterlo. Abbiamo quindi sperimentato un processo chiarificatore all'interno. Noi siamo in disaccordo con quelli che respingono ogni discussione con Roma"

Il Superiore del distretto tedesco appare non essere più d'accordo con Mons. Lefebvre, che pose fine alle relazioni con Roma. In questi termini:

"Se voi non accettate la dottrina dei vostri predecessori, è inutile parlare. Finché non accetterete di riformare il concilio, considerando la dottrina dei Papi che vi hanno preceduto, non c'è possibilità di dialogo. È inutile" (Fideliter, sett.-ott. 1988)
Tuttavia è vero che la maggioranza della Fraternità non cerca un accordo, ma la commissione Ecclesia Dei, che ha ricevuto la visita di don Nély a fine dicembre 2012, ha chiaramente dichiarato: occorre "pazienza, serenità, perseveranza e fiducia". La "riconciliazione" è solo una questione di "tempo". Sarebbe bene che i nostri superiori ci dicessero che non è una questione di tempo, ma di principi. Ma esigere questo, oggi, è considerato zelo amaro.

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che pur di impedire il loro giudizio, non temeranno né il ridicolo né i sofismi. Un priore, in Francia, ha cercato di convincere i propri fedeli che non potevano esprimere un giudizio come atto di intelligenza che constata la verità di una cosa (il doppio linguaggio di Mons. Fellay) appoggiandosi ad un trattato di san Tommaso che parla del giudizio, ma come atto del giudice che rende giustizia. Verrà pure ricordato ai fedeli che "Nostro Signore è stato compassionevole, paziente, accondiscendente" con i suoi apostoli,  tanto imperfetti che la ha "ripresi, ma in maniera amorevole, paziente e dolce, ma al tempo stesso ferma". Ma si tratta anche qui di confondere e disprezzare il "si si, no no" di Nostro Signore.

I fedeli hanno il sacrosanto diritto di sapere che alla domanda di un priore che ha chiesto se il rifiuto dell'ordinazione dei domenicani e dei cappuccini fosse legato alle nostre relazioni romane, Mons. Fellay ha risposto:

"È una mancanza di fiducia personale che ho provato nei riguardi di queste comunità... Ed è talmente grave ordinare un sacerdote, che ho preferito aspettare..." (9 novembre 2012 - Parigi).

Per dare la dimensione dell'assurdità e della superba disumanità di questa risposta, i fedeli devono sapere che i diaconi cappuccini erano in ritiro con i diaconi della Fraternità, quando è stato loro comunicato il rifiuto di ordinarli. Oggi possono paragonare questa reazione di Mons. Fellay verso le comunità amiche, alla reazione di Mons. Lefebvre sottoposto alla pressione romane:

"Sapete che il nunzio è venuto per chiedere che io non faccia le ordinazioni, allora, ovviamente, io gli ho detto: non è a dieci giorni dalle ordinazioni che si può fare una cosa del genere, non è possibile. Direi persino dal punto di vista umano. Questi giovani sacerdoti hanno lavorato per cinque anni per prepararsi all'ordinazione, e a dieci giorni dall'ordinazione, quando tutte le famiglie sono pronte per venire, quando le prime messe sono state ovunque annunciate, a questo punto mi si chiede di non fare le ordinazioni. Ordinazioni del tutto legittime. Questi seminaristi, che hanno fatto i loro studi regolarmente, hanno un diritto naturale al riconoscimento del risultato della preparazione conseguita". (Cospec 32 A)

"Bisogna parlare con chiarezza. L'attuale situazione della Chiesa richiede la nostra testimonianza coraggiosa e inequivocabile per la causa cattolica. Le manovre di una diplomazia ambigua, contraria tanto al diritto quanto alla semplicità del Vangelo, non possono che nuocere alla nostra grande causa".

Il governo ambiguo di Mons. Fellay ha incontestabilmente indebolito la Fraternità. È lontano il tempo in cui la Fraternità, in modo chiaro e caritatevole, dichiarava:

"Dunque, quando si esaminano le cose da vicino, ci si rende conto che c'è là una combriccola di liberali, modernisti, che si conoscono tra loro e che hanno preso il potere. Se leggiamo il libro del cardinale Ratzinger Fede cristiana ieri e oggi, vi scopriamo una nozione della fede completamente acattolica. Diremmo addirittura semplicemente eretica". (Franz Schmidberger, Superiore generale della Fraternità San Pio X. Fideliter n. 69 maggio-giugno 1989, pag. 6-7)

Ma dire questo, oggi, verrà considerato zelo amaro.

Kyrie eleison.

1 commento:

  1. i fedeli...italiani avrebbero anche loro il sacrosanto diritto di sapere....ma gli viene suggerito di non navigare in internet, e sopratutto sul sito di nonpossumus,
    di non parlare usciti dalla Santa Messa perchè altrimenti le notizie politicamente scorrette vengono conosciute,certi libri, ma sopratutto la rivista SI SI NO NO è sparita da mesi... a domande precise di fatti conosciuti da tutti ancora oggi nessuno risponde, o meglio le risposte sono; ah non lo sapevo ho sentito qualcosa a proposito, mi informo e le faccio sapere....
    concludiamo qui senza aggiungere molto altro solo perchè è periodo di passione e c'è quindi altro a cui pensare e molto di meglio su cui mediatare.
    Matteo

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