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domenica 10 marzo 2013

La Sapinière: "noi rivolgiamo le parole che il Tenente Degueldre rivolse ai suoi carnefici prima di essere fucilato: «Io non ti odio, mi fai pena".


 http://www.dici.org/wp-content/uploads/2012/07/chapitre_fin.jpg

Disse il Pinocchio bugiardo: Tutto va bene, tutto è appianato, siamo perfettamente uniti per la battaglia per la fede, il Papa è vicino a noi, ci vuole tanto bene ed è per la Tradizione...


Nell'ultima dichiarazione della Fraternità San Pio X, ci era stato detto:
"Noi esprimiamo la nostra profonda gratitudine a tutti i membri di questa Fraternità, sacerdoti, frati, suore, terziari, alle comunità religiose amiche, come ai cari fedeli, per la loro dedizione quotidiana e le loro ferventi preghiere in occasione di questo Capitolo, che ha conosciuto un franco confronto e svolto un lavoro molto fruttuoso. Tutti i sacrifici, tutte le pene accettate con generosità hanno certamente contribuito a superare le difficoltà che la Fraternità ha incontrato in questi ultimi tempi. Noi abbiamo ritrovato la nostra profonda unione nella sua missione essenziale: conservare e difendere la fede cattolica, formare dei buoni sacerdoti e lavorare per la restaurazione della Cristianità".
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Ulteriori sviluppi si stanno presentando in riferimento alla crisi della Fraternità messa in atto dagli "accordisti" e che finalmente si stanno rivelando per quello che sono. Tutto ciò può sembrare doloroso ma in effetti è necessario sapere cosa si sta muovendo all'interno della Fraternità per opera degli "accordisti" che in più occasioni hanno parlato secondo la convenienza assumendo un atteggiamento doppio, sia nei confronti dei Sacerdoti e sia nei confronti dei fedeli. Ripetiamo, tutto ciò che sta accadendo è providenziale, affinchè tutti i fedeli, che sono convinti che l'attuale dirigenza della Fraternità stia agendo di trasparenza e per il bene delle anime, sappiano bene con chi hanno a che fare. Giungerà il tempo in cui bisognerà fare delle scelte definitive: "O CON DIO O CON CHI FA PATTI CON I POTERI LUCIFERINI DI QUESTO MONDO". Durante l'ultimo Capitolo ci hanno raccontato che tutto era stato appianato ma è evidente che hanno mentito; tutti coloro che sono contrari alla linea "accordista" - di Fellay e della sua personale cerchia - nei confronti degli assasini della fede modernisti Vaticani, vengono perseguitati ed estromessi affinchè una volta fatta la pulizia dei contrari, questi Signori, che dicono, mentendo, di seguire l'esempio di Monsignor Lefebvre, possano fare "l'ignobile accordo con i falsi rappresentanti di Nostro Signore Gesù Cristo", che da 50 anni occupano a sbafo le mura del Vaticano, grazie al Conciliabolo Vaticano II...

Gianluca Cruccas  e  Anna Rita Onofri

Proponiamo in sequenza gli articoli appena postati dal benemerito sito di Unavox, affinchè si comprenda appieno che, l'obbedienza è una Virtù ma l'obbedienza cieca è una degenerazione che può portare al peccato e a danni molto pesanti:
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di Belvecchio
 http://img194.imageshack.us/img194/4571/fellayknaweb01.jpg

Dopo aver letto la lettera circolare del Segretario generale della Fraternità San Pio X a tutti i Superiori, con la quale si dà notizia della rimozione “da ogni ministero” di tre sacerdoti del Distretto di Francia, sentiamo il dovere di fare alcune considerazioni che ci sembrano, non solo necessarie, ma soprattutto obbligate.

Diciamo subito che avremmo preferito non dover intervenire così direttamente, lasciando che parlassero i documenti, ma il tenore e il contenuto di questa lettera ci obbligano a dire chiaramente ciò che pensiamo, sia come semplici fedeli che beneficiano, grazie a Dio, dell’apostolato della Fraternità, sia e soprattutto per onestà intellettuale e carità cristiana.

Il tenore della lettera si caratterizza per una diffusa incongruenza che è davvero sorprendente e che attiene a punti diversi, in alcuni dei quali essa si sposa all’aperta offesa nei confronti dei fedeli.

Innanzi tutto, per contestare che si tratti realmente di 37 sacerdoti, mentre si afferma che si tratterebbe invece di “una manciata” di sacerdoti, si spiega che “Essi godono del sostegno di altri sacerdoti, molti dei quali sono stati recentemente esclusi dalla Fraternità per condotte sovversive”.
Ora, tenuto conto che in Francia vi sono più di 150 sacerdoti, delle due l’una: o si tratta di una manciata di sacerdoti (3, 5, 7…?) o si tratta di più che una manciata, tanti quanti se ne possono dedurre dal fatto che, tolti quelli “recentemente esclusi”, ne rimangono ancora “altri”.
Cos’è che spinge ad esprimersi in maniera così ambigua?

Questa manciata di sacerdoti, dice la lettera, vanno smascherati, quindi… tre di essi “sono stati rimossi da ogni ministero”.
Perché solo tre?
Ovviamente perché solo tre si sono esposti in maniera evidente, mentre gli altri 34 rimangono ancora coperti.
Perché rimangono coperti?
Perché altrimenti verrebbero subito rimossi anche loro, a riprova del fatto che fanno bene a mantenere l’anonimato, come afferma il loro comunicato pubblicato sul sito La Sapiniére: «Per resistere pubblicamente alle menzogne del nostro Superiore Generale, noi riteniamo opportuno non lasciare la Fraternità

Ma chi sono questi sacerdoti?
Dei succubi, dice la lettera, il cui capo è Don Olivier Rioult, che agisce «in stretta collaborazione con Mons. Williamson».
Chiunque si rende conto che qui si tratta di una sfacciata forzatura, atta a collocare l’iniziativa di questi sacerdoti nello stesso quadro di “disobbedienza” che avrebbe portato all’“esclusione” di Mons. Williamson, secondo come recita l’interessata vulgata ufficiale.

Ora, a parte il fatto che non si capisce come mai nella Fraternità tanti sacerdoti stanno rimanendo vittime, inspiegabilmente, secondo questa lettera, di una infezione da disobbedienza, come se non avessero argomenti seri su cui fondarla; ma davvero questi sacerdoti della Fraternità sono da ritenere così stupidi da dover soggiacere all’influenza di quel sovvertitore per antonomasia che è Mons. Williamson? Davvero il comportamento del Superiore generale e dei suoi Assistenti non c’entra niente?
Davvero il livello medio dei sacerdoti della Fraternità è così scadente, salvo ovviamente quello dei Superiori e di quelli che non chiedono conto del loro operato?

A noi sembra una giustificazione molto puerile.

La lettera, ben informata, …  dagli stessi sacerdoti in questione! … “rivela” che si preparano «nuovi attacchi»: nientemeno che la pubblicazione della dichiarazione del 15 aprile 2012 inviata da Mons. Fellay al cardinale Levada.

Ora, la cosa incredibile non è la pubblicazione di questa dichiarazione, “orchestrata” da questi sacerdoti sovversivi, ma il fatto che a un anno di distanza, e dopo il fallimento di ogni accordo, questa dichiarazione sia ancora “segreta”, e questo nonostante si parli da tempo di una dichiarazione inaccettabile.
Come mai non si è sentito il bisogno di renderla pubblica, al pari dei contenuti dei famosi colloqui dottrinali?
Davvero i responsabili della Fraternità ritengono che i chierici e i laici non siano in grado di capire alcunché e quindi è meglio tenere segreti tanti documenti?
Davvero ritengono onesto e “ubbidiente” lasciare all’oscuro i chierici e i laici, magari, secondo qualcuno, per il loro bene e per il bene della Fraternità?

Salvo annunciare, come fa la lettera, che tale dichiarazione verrà pubblicata sul prossimo numero di Cor unum, «con le spiegazioni e tutti i documenti annessi», ovviamente dopo che ormai i buoi sono scappati dalla stalla, e proprio per merito di questi sacerdoti sovversivi.

Come non pensare, allora, che questi sacerdoti abbiano fatto bene a fare ciò che hanno fatto?

Tuttavia, c’è ancora un elemento che lascia sconcertati.
Cor unum
è il bollettino interno alla Fraternità, riservato ai chierici. Qui si dice che la dichiarazione verrà pubblicata “con le spiegazioni”.
Quindi, per un verso essa necessita di spiegazioni, cosa davvero incredibile… sarà scritta per caso in aramaico?
Per l’altro le spiegazioni saranno quelle fornite dai dirigenti della Fraternità: a significare che, primo, non saranno ammesse altre interpretazioni possibili, secondo, che i sacerdoti a cui verrà comunicata, da soli, non sarebbero in grado di comprendere il tenore e il significato della dichiarazione stessa.

E i fedeli?

I fedeli, ovviamente, contano ben poco e dovranno attenersi a quello che diranno loro i sacerdoti, secondo quello che ha spiegato loro la direzione della Fraternità.
Un circolo vizioso che, forse, in tempi normali avrebbe potuto aver qualche giustificazione prudenziale, ma dopo quello che accade da due anni nella Fraternità, appare come un comportamento del tutto ingiustificato e fortemente offensivo per i fedeli, ritenuti dalla direzione della Fraternità incapaci di intendere e di volere.
Troppo pesante? Diciamo allora che i fedeli non sono ritenuti in grado di leggere un documento e di capirlo e di valutarlo, se non tramite la presentazione e la spiegazione che ne daranno i sacerdoti, secondo “le spiegazioni” suggerite… e imposte… loro dalla direzione stessa.

D’accordo sul rispetto per l’autorità, ma qui francamente si esagera, sia perché non si ha cura nemmeno di salvare la forma, sia perché il tutto si presenta in modo tale da far pensare, per un verso ad una mentalità stalinista, e per l’altro alla necessità di dover correre ai ripari, ben sapendo che in questo caso questa dichiarazione è fortemente suscettibile di essere interpretata in maniera diversa da come vuole chi l’ha scritta, e questo, in tutta evidenza, perché o è equivoca, come altre cose del genere, o è decisamente compromettente.

Per ultimo, corre l’obbligo di soffermarsi sull’accenno ai laici «molto esperti nell’uso di internet e nella strumentalizzazione a fini sediziosi dei forum di discussione.»
Frase che rivela per intero il pregiudizio nutrito dalla direzione della Fraternità nei confronti dei fedeli… visti quasi come una sorta di massa di ingenui sempliciotti suscettibili di essere manipolati da certi “laici esperti”.
Un linguaggio sinceramente più consono a qualche politicante di periferia che a dei sacerdoti, o addirittura a un vescovo.
Senza contare che, come spesso accade, il pifferaio va per suonare e rimane suonato: perché è chiaro a tutti che, se questa è l’opinione che i Superiori hanno dei sottoposti e dei fedeli, si spiega benissimo perché è necessario accompagnare tutto con “spiegazioni”: per poter tranquillamente “strumentalizzare” questa massa di… diciamo minorati mentali? No, meglio non dire…

Quando, in questa lettera, ci si lamenta che i “sovversivi” esigerebbero «le dimissioni del Superiore generale e dei suoi Assistenti», come evitare di dar loro ragione di fronte alle continue prove di inadeguatezza che costoro offrono… un giorno sì e l’altro pure?
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di Don Olivier Rioult - uno dei tre sacerdoti puniti dalla FSSPX...
http://radiocristiandad.files.wordpress.com/2013/03/screenshot051.jpg





Pubblicata sul sito francese Avec l'Immaculée



Una lettera condivisa da 37 sacerdoti del Distretto di Francia è stata pubblicata sul sito La Sapiniére. Le verità che essa contiene sono chiaramente molto dispiaciute alla Casa Generalizia, che ha deciso di punire tre sacerdoti tra i 37 che l’hanno approvata.
Il loro crimine: non sopportare le menzogne della Casa Generalizia.

Essa intima loro, in nome del canone 2331 § 2, di cessare il loro ministero e di porsi in quarantena fino al processo, nel quale colui che noi accusiamo diventerà il nostro giudice. Il che significa che Mons. Fellay sarà giudice e parte in causa.

Noi non conosciamo alcun canone del Diritto della Chiesa che permette di mentire. Per contro noi conosciamo l’8° comandamento di Dio che lo vieta.

Tutto il contenuto della lettera del 28 febbraio è vero e verificabile. La Casa Generalizia, in imbarazzo, ha subito detto che si trattava di un falso, che questa lettera non poteva venire da dei sacerdoti. Al cospetto dei fatti, si cerca di far credere che «si tratta di una bufala».

Noi non abbiamo niente «contro l’autorità della Fraternità», alla quale dobbiamo tutto, noi vogliamo semplicemente che la Casa Generalizia la smetta di deformare la realtà e di favorire un liberalismo pratico.

Checché essi dicano, non è «un numero molto piccolo» di sacerdoti che auspicano «le dimissioni dei suoi Superiori»!

Tre sacerdoti sono stati puniti, certo, ma questo non cambia niente dei fatti. Il problema resta intatto.
Noi rifiutiamo l’accusa del Segretario Generale. Noi abbiamo sempre citato le nostre fonti. Non abbiamo avanzato né calunnie, né diffamazioni, né abbiamo costruito dei miscugli.
Se ci siamo decisi a manifestare il malfatto del Superiore Generale e dei suoi Assistenti, è solo dopo aver consultato San Tommaso e delle autorità morali della Fraternità. Il nostro scopo è di far cessare lo scandalo della politica erronea e ambigua della Casa Generalizia.

La nostra «attitudine» non si fonda su «niente di oggettivo», al contrario!
Non ci siamo «fatti prendere da una sfiducia irragionevole contro l’autorità della Fraternità». Le ragioni della nostra inquietudine sono, non solo ragionevoli, ma argomentate e riassunte nel «Catechismo della crisi nella Fraternità».

Noi non dubitiamo della rettitudine dottrinale del Superiore del Distretto di Francia, ma constatiamo che egli non è più libero di scrivere ciò che pensa. Egli, per poter predicare la dottrina, deve distorcere la sua coscienza per esentare il suo Superiore dai suoi guasti.

Senza la lettera dei 37 sacerdoti del 28 febbraio, Mons. Fellay avrebbe pronunciato questa conferenza a Nantes il 1 marzo, e in questa maniera?

La lettera agli amici e benefattori di marzo avrebbe ottenuto l’autorizzazione alla pubblicazione da Menzingen senza quell’aggiunta di Don Cacqueray, che stona con la bellezza del resto del testo, aggiunta con la quale esprime a Mons. Fellay «la nostra riconoscenza per questo rifiuto coraggioso che egli ha indirizzato al papa.»
Qui non siamo più nella rettitudine dottrinale, ma nelle paludi della diplomazia.

La Sapiniére continuerà il suo lavoro. Sì, sì, No, no!

Noi non odiamo nessuno, né Mons. Fellay, nonostante la sua doppiezza ci spaventi, né Don de Cacqueray per il quale abbiamo la più grande stima. Ma ad entrambi e a tutti i capitolari che invece di risolvere veramente il problema al Capitolo di luglio 2012 lo hanno solo nascosto e limitato in parte, noi rivolgiamo le parole che il tenente Degueldre rivolse ai suoi carnefici prima di essere fucilato: «Io non ti odio, mi fai pena.»

Don Olivier Rioult, Fsspx,
uno dei tre sacerdoti puniti.
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La lettera è stata resa pubblica dal sito francese  CatholicaPedia

Scaricare la copia dell'originale della lettera, in formato pdf



Lettera circolare n° 2013-03 SP 2

Ai Superiori dei
Distretti
Seminari
Case autonome

Menzingen, 7 marzo 2013

Da diffondere a tutti i membri

Eccellenze, Signori Superiori e cari confratelli,

Un’opera di sovversione sta attuandosi in seno alla Fraternità. Da diversi mesi circolano su Internet delle lettere anonime, inviate per posta ai membri della nostra società allo scopo di discreditare l’autorità. Il sito «Antimodernisme.info», poi il sito «La Sapiniére.info», che pretendono il «patrocinio di sacerdoti della Fraternità San Pio X», diffondono questi documenti, al pari di attacchi contro diversi membri.

Il 28 febbraio è stata diffusa una pretesa «Lettera di 37 sacerdoti del distretto di Francia». In realtà si tratta del lavoro di una manciata di sacerdoti decisi a fare esplodere la Fraternità, specialmente esigendo le dimissioni del Superiore generale e dei suoi Assistenti, ricorrendo alla calunnia, alla maldicenza, ai miscugli di cui si serve la disinformazione. Don de Cacqueray ha denunciato ai suoi sacerdoti questo processo distruttore.

In stretta collaborazione con Mons. Williamson, Don Olivier Rioult è il capo di quest’opera di insubordinazione, di concerto con Don Nicolas Pinaud e Don Matthieu Salenave. Essi godono del sostegno di altri sacerdoti, molti dei quali sono stati recentemente esclusi dalla Fraternità per condotte sovversive, e godono anche dell’aiuto di laici molto esperti nell’uso di internet e nella strumentalizzazione a fini sediziosi dei forum di discussione. Questi sacerdoti non si fermano davanti a niente e si dicono pronti ad andare fino in fondo.

Al fine di smascherare completamente questi agitatori che perdono di vista gli obblighi della loro vocazione sacerdotale, oggi è stato loro significato che sono stati rimossi da ogni ministero e che devono recarsi in priorati distinti. Contro di loro verrà istruito un processo ecclesiastico, tranne che non vogliano rinchiudersi nella loro disobbedienza, nel qual caso saranno esclusi dalla società.

Da questi sacerdoti perduti sono stati pianificati fin da adesso dei nuovi attacchi. In particolare essi hanno l’intenzione di pubblicare prossimamente il documento della dichiarazione dottrinale del 15 aprile 2012, che Mons. Fellay aveva inviato al cardinale Levada. Mons. Williamson gliel’ha fatto avere a questo scopo.
Sappiate che troverete questo testo nel prossimo Cor unum, con le spiegazioni e tutti i documenti annessi che vi daranno una conoscenza completa del dossier che ci ha tenuti occupati l’anno scorso.
Come d’abitudine, questi sacerdoti che si sono rivoltati intendono presentare questo documento come una prova del tradimento e del «ricollegamento di Menzingen» al modernismo, alla Messa di Paolo VI e agli errori conciliari… Ciascuno saprà fare la differenza tra informazione e intossicazione organizzata in maniera anonima. L’ultimo Cor unum ha dato inizio alla pubblicazione delle risposte date dal nostro Superiore generale durante l’inverno 2011-2012; quello di Pasqua continuerà questo lavoro d’informazione chiara e serena.

In questo periodo di Quaresima, ma anche di preparazione alla consacrazione della Fraternità a San Giuseppe, Patrono della Chiesa cattolica romana, vi assicuro la mia rispettosa e fedele devozione sacerdotale.

Don Christian Thouvenot
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Comunicato del Superiore del Distretto di Francia: messa punto a proposito di una lettera anonima



Il Superiore del Distetto di Francia della Fraternità Sacerdotale San Pio X
è Don Régis de Cacqueray

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSh9fYyRI_BigpuW7gHOcKHZWSTJ58MIGXimuocNJSaBEDDC9QxIihXxU11xEYZRCPoYwszpdbEJhAqIT-I6qWACiX-qsLoX7Q29zzDvMlNnXc1fP5rlowg7VcMX1XfUQ_DlRjTMvEU2g/s640/abbedecacqueray.jpg 
 Il comunicato è stato pubblicato sul sito internet del Distretto di Francia della FSSPX:
La Porte Latine




Una lettera che si pretende firmata da 37 sacerdoti del Distretto di Francia, è stata pubblicata alcuni giorni fa su un sito anonimo.
Dopo aver preso tempo per procedere a delle verifiche, oggi siamo in grado di affermare che si è trattato di una bufala.

Se sfortunatamente è vero che alcuni sacerdoti si sono effettivamente lasciati andare a dei comportamenti anonimi e gravemente sovversivi contro l’autorità della Fraternità, fino a volere ottenere le dimissioni dei suoi Superiori, essi rappresentano solo un numero molto piccolo.

Tre di essi hanno dovuto essere immediatamente rimossi dal loro apostolato.
Noi esprimiamo il nostro dolore tanto più profondo per quanto questa attitudine non si fonda su alcunché di oggettivo (*). Questi sacerdoti si sono lasciati andare ad una sfiducia irragionevole contro l’autorità della Fraternità, mentre questa non fa altro che continuare nel suo ruolo di mantenimento e di difesa della fede in questa grave crisi che attraversa la Chiesa.

In questo mese di marzo, in cui la Fraternità San Pio X si consacra a San Giuseppe, essa ripone più che mai la sua fiducia nell’aiuto soprannaturale che il Patrono della Santa Chiesa non ha mai mancato di procurarle.

Comunque vada questa prova, la Fraternità continua serenamente il suo lavoro apostolico, nella fedeltà alla linea assegnatale da S. Ecc. Mons. Lefebvre, suo fondatore, per restaurare tutto in Cristo.

Nota
* - Le immutate posizioni del
la Fraternità sono state ricordate in particolare da Mons. Fellay nella conferenza fatta a Nantes il 1 marzo scorso e dal mio editoriale della lettera agli amici e benefattori del 3 marzo.
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Dopo la pubblicazione della lettera aperta a Mons. Fellay, firmata anonimamente da 37 sacerdoti del Distretto di Francia della Fraternità San Pio X, era inevitabile che venissero espresse delle riserve, sia sul contenuto, sia sul fatto che si trattasse di sacerdoti della Fraternità e anche di 37 sacerdoti.
Il sito francese La Sapiniére (equivalente a “barca di salvataggio”) ha sostituito il sito Antimodernisme, e continua ad essere retto e alimentato da sacerdoti della Fraternità che si rifiutano di addivenire ad un accordo con Roma, nelle attuali condizioni.
La posizione critica di questi sacerdoti francesi, al pari di altri sparsi nel mondo, li costringe a mantenere l'anonimato, visto che la critica è rivolta essenzialmente alla direzione della Fraternità, che nell'ultimo anno ha tentato di concludere un accordo pratico con Roma a prescindere dalle acclarate profonde divergenze dottrinali esistenti e riconosciute da ambo le parti.
Con la rinuncia al papato di Mons. Ratzinger, è apparsa in tutta evidenza l'incongruenza della posizione della direzione della Fraternità. Basta chiedersi che cosa ne sarebbe oggi della Fraternità se fosse stato già firmato un accordo. Non solo essa avrebbe dovuto portare il peso dei contraccolpi causati da questa rivoluzionaria decisione volta ad assestare un ulteriore colpo alla Tradizione della Chiesa (vedi il discorso d'addio di Mons. Ratzinger al clero romano), ma avrebbe dovuto prepararsi ad affrontare l'offensiva interna alla Chiesa scatenata contro di essa da tutti i modernisti che, a vario titolo, reggeranno ancora più saldamente il timone della Curia romana e del Vaticano.


Non dispiaccia a Jacques-Régis du Cray, ma la lettera a Mons. Fellay del 28 febbraio 2013 è stata scritta proprio da dei sacerdoti del Distretto di Francia.
Ennemond (Jacques-Régis du Cray), che pretende di conoscere la FSSPX, ha affermato che nessuno dei suoi sacerdoti avrebbe potuto agire così.
Molto semplicemente, egli si sbaglia, non tutti i sacerdoti assomigliano necessariamente a don Lorans o a don Célier.
Alcuni di coloro che intervengono nel suo forum, Fecit, hanno creduto di dover biasimare il nostro anonimato. La cosa è risibile, quando si pensi che Jacques-Régis du Cray ne usa e ne abusa.
Jacques-Régis du Cray ha anche messo in dubbio il nostro coraggio. L’anonimato non è necessariamente un segno di viltà. Per resistere pubblicamente alle menzogne del nostro Superiore Generale, noi riteniamo opportuno non lasciare la Fraternità.
Come ricordava Mons. Lefebvre a Dom Thomas d’Aquin, priore del monastero Santa Cruz, in Brasile, dopo l’accordo di Dom Gérard: «I beni della Chiesa appartengono a Cristo Re e non bisogna svenderli né lasciarli cadere nelle mani dei nemici del Suo regno universale».

L’anonimato non è una fuga dalla Croce, come pensa don de Cacqueray, in un fax interno inviato a tutti i sacerdoti del Distretto, l’1 marzo 2013. La croce noi la portiamo. Essa è anche pesante. Da un po’ di tempo la meditazione delle angosce del cuore di NSGC di fronte al tradimento di Giuda, si è fatta più profonda ed ha rinnovato la nostra intima vita sacerdotale.

Di fronte alla nostra lettera, abbiamo sentito delle grida d’orrore da parte dei liberali e degli accordisti. Noi li comprendiamo, senza approvarli. Essi avevano un idolo che prendevano per santo e si rendono conto che invece è un mentitore. Essi ritenevano che la sua politica di ricollegamento con la Roma modernista fosse santa perché condividevano il suo liberalismo. Piuttosto che sottomettersi ai fatti, essi hanno preferito negarli. Non vogliono vedere le menzogne perché non vogliono arrivare alla conclusione che questa politica liberale non viene da uno spirito retto.

Sì, il liberalismo è un peccato che finisce col rendere ciechi. Queste grida d’orrore sono solo delle grida ipocrite. Ci si adombra per una lettera anonima che denuncia gli inganni ripetuti di un superiore nei confronti dei suoi sottoposti, in una materia grave, ma non ci si adombra per le sue menzogne. È il mondo alla rovescia. Per costoro la sovversione consiste, non nel mentire, ma nel denunciare la menzogna. Che strana morale!

Don de Cacqueray, che non è un liberale, ma che è divenuto vittima della sua benevolenza, nel fax interno ci rimprovera un «procedere oggettivamente distruttore». Ma cos’è che oggettivamente è distruttore: mentire o denunciare la menzogna?
Don de Cacqueray trova «grottesco» il numero di 37 sacerdoti aderenti a questa lettera. La cosa ci stupisce, poiché egli sa meglio di chiunque che il numero dei sacerdoti che hanno manifestato la loro totale perdita di fiducia nel Superiore Generale e nel suo Consiglio, supera questa cifra. Per di più, il valore dei fatti comprovati di questa lettera, non dipende dai firmatari, ma da testimoni oculari degni di fede, menzionati in maniera circostanziata. Infine, don de Cacqueray, trova grottesco il giudizio di questo capitolare: «Bisogna riconoscere che il Capitolo è bloccato. Oggi si è per l’OK ad una Fraternità libera nella Chiesa conciliare.»?
Don de Cacqueray ci invita a tenere un comportamento «franco e rispettoso» verso i superiori. Noi allora gli chiediamo: quanto tempo bisogna ancora sopportare che ci si menta e che si ingannino i fedeli?

Eccellenze, reverendi, cari fedeli, una versione originale ricevuta da tutti i sacerdoti della FSSPX, sabato 24 gennaio, che dovevamo leggere dal pulpito, diceva:
«Il decreto del 21 Gennaio cita la lettera del 15 dicembre scorso al Card. Castrillon Hoyos nella quale esprimevo il nostro attaccamento “alla Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo che è la Chiesa Cattolica”, ribadendo la nostra accettazione del suo insegnamento bimillenario e la nostra fede nel Primato di Pietro. 
Ricordavo quanto noi soffriamo della situazione attuale della Chiesa in cui questo insegnamento e questo primato sono vilipesi, e aggiungevo: “Noi siamo pronti a scrivere il Credo con il nostro sangue, a firmare il giuramento antimodernista, la professione di fede di Pio IV, noi accettiamo e facciamo nostri tutti i concili fino al Vaticano II, a proposito del quale esprimiamo delle riserve

Alcuni giorni dopo, quest’ultimo passo è diventato:
«Noi siamo pronti a scrivere il Credo con il nostro sangue, a firmare il giuramento antimodernista, la professione di fede di Pio IV, noi accettiamo e facciamo nostri tutti i concili fino al Vaticano I. Ma non possiamo che esprimere delle riserve nei confronti del Concilio Vaticano II, che si è voluto “diverso dagli altri”».

Come giustificare una tale differenza?

All’epoca, Mons. Fellay disse ai Priori che si era trattato di un errore del Segretario Generale, che avendo lavorato tutta la notte, si era sbagliato.
Ma, alla fin fine, dopo aver soppresso la prima versione, si è pubblicata la versione corretta, che figura in tutti i siti della Fraternità… oggi sappiamo che è proprio la prima versione che rappresenta il pensiero di Mons. Fellay, poiché egli cerca di sottomettersi alla Chiesa concreta.

Giovedì 29 ottobre 2009, il redattore in capo del blog Osservatore Vaticano, Vini Ganimara, pubblicò un articolo intitolato “Forces et faiblesses de la diplomatie de Monseigneur Fellay” (Forza e debolezza della diplomazia di Mons. Fellay). In cui si legge:
«Mons. Fellay ha saputo adottare progressivamente un linguaggio misurato, che fa dimenticare le sue passate dichiarazioni di tutt’altro senso, al pari dei discorsi aggressivi degli altri vescovi della FSSPX, e che toglie argomenti all’“opinione pubblica” episcopale (in Germania, per esempio), che cerca di ostacolare la buona volontà del Papa. Questo terzo punto – decisivo, perché non c’è negoziato senza do ut des – dimostra le sue capacità diplomatiche e insieme la debolezza del suo margine di manovra. Faccio un esempio: dopo la remissione delle scomuniche, egli ha inviato a tutti i priorati del mondo una “lettera ai fedeli” (24 gennaio 2009) che conteneva la citazione della sua lettera al cardinale Castrillon (15 dicembre 2008), che aveva permesso la rimozione delle censure: “noi accettiamo e facciamo nostri tutti i concili fino al Vaticano II, a proposito del quale esprimiamo delle riserve”. Questa formulazione provocò una tale levata di scudi che qualche giorno più tardi una nuova versione di questa lettera del 24 gennaio citava così la lettera al cardinale: “facciamo nostri tutti i concili fino al Vaticano I. Ma non possiamo che esprimere delle riserve nei confronti del Concilio Vaticano II, che…”. Ben inteso, è la prima versione quella ricevuta dal cardinale Castrillon, mentre la seconda versione non è un falso, ma una traduzione ad uso dell’opinione pubblica della FSSPX.»

Mons. Fellay e i mezzi di comunicazione della Casa Generalizia hanno mentito in passato, hanno ancora mentito recentemente nel loro comunicato, perché dovremmo credere che cesseranno di farlo in avvenire?
Questo scandalo e questa mascherata sono durate fin troppo. Devono cessare e cesseranno.

La Sapinière
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2 commenti:

  1. A colpi di mazza (esclusioni) non si arriva da nessuna parte...
    O meglio, si arriva a Roma, ma ridotti al lumicino perdendo pezzi lungo la strada e restando con cariatidi silenti ed imbarazzate.

    RispondiElimina

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