Così dice il Signore:
«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo,
che pone nella carne il suo sostegno
e il cui cuore si allontana dal Signore.
Egli sarà come un tamerisco nella steppa,
quando viene il Bene non lo vede» (Ger 15, 5-6)
Non ingannatevi, fratelli miei.
Quelli che corrompono la famiglia “non erediteranno il regno di Dio”.
Se
quelli che fanno ciò secondo la carne muoiono, tanto più chi con una
dottrina perversa corrompe la fede di Dio per la quale Cristo fu
crocifisso!
Egli, divenuto impuro, finirà nel fuoco eterno
e insieme a lui anche chi lo ascolta. S. Ignazio d’Antiochia
Che poi questo Regno sia principalmente spirituale e attinente alle cose
spirituali, ce lo dimostrano i passi della sacra Bibbia sopra riferiti, e ce lo
conferma Gesù Cristo stesso col suo modo di agire.
In varie occasioni, infatti, quando i Giudei e gli stessi Apostoli credevano per
errore che il Messia avrebbe reso la libertà al popolo ed avrebbe ripristinato
il regno di Israele, egli cercò di togliere e abbattere questa vana attesa e
speranza; e così pure quando stava per essere proclamato Re dalla moltitudine
che, presa di ammirazione, lo attorniava, Egli rifiutò questo titolo e questo
onore, ritirandosi e nascondendosi nella solitudine; finalmente davanti al
Preside romano annunciò che il suo Regno "non è di questo mondo".
Questo Regno nei Vangeli viene presentato in tal modo che gli uomini debbano
prepararsi ad entrarvi per mezzo della penitenza, e non possano entrarvi se non
per la fede e per il Battesimo, il quale benché sia un rito esterno, significa
però e produce la rigenerazione interiore. Questo Regno è opposto unicamente al
regno di Satana e alla "potestà delle tenebre", e richiede dai suoi sudditi non
solo l'animo distaccato dalle ricchezze e dalle cose terrene, la mitezza dei
costumi, la fame e sete di giustizia, ma anche che essi rinneghino se stessi e
prendano la loro croce. Avendo Cristo come Redentore costituita con il suo
sangue la Chiesa, e come Sacerdote offrendo se stesso in perpetuo quale ostia di
propiziazione per i peccati degli uomini, chi non vede che la regale dignità di
Lui riveste il carattere spirituale dell'uno e dell'altro ufficio?
Regno universale e sociale
D'altra parte sbaglierebbe gravemente chi togliesse a Cristo Uomo il potere su
tutte le cose temporali, dato che Egli ha ricevuto dal Padre un diritto assoluto
su tutte le cose create, in modo che tutto soggiaccia al suo arbitrio. Tuttavia,
finché fu sulla terra si astenne completamente dall'esercitare tale potere, e
come una volta disprezzò il possesso e la cura delle cose umane, così permise e
permette che i possessori debitamente se ne servano. A questo proposito ben si
adattano queste parole: «Non toglie il trono terreno Colui che dona il regno
eterno dei cieli». Pertanto il
dominio del nostro Redentore abbraccia tutti gli uomini, come affermano queste
parole del Nostro Predecessore di immortale memoriaLeone
XIII,
che Noi qui facciamo Nostre: «L'impero di Cristo non si estende soltanto sui
popoli cattolici, o a coloro che, rigenerati nel fonte battesimale,
appartengono, a rigore di diritto, alla Chiesa, sebbene le errate opinioni Ce li
allontanino o il dissenso li divida dalla carità; ma abbraccia anche quanti sono
privi di fede cristiana, di modo che tutto il genere umano è sotto la potestà di
Gesù Cristo» .
Né v'è differenza fra gli individui e il consorzio domestico e civile, poiché
gli uomini, uniti in società, non sono meno sotto la potestà di Cristo di quello
che lo siano gli uomini singoli. È lui solo la fonte della salute privata e
pubblica: «Né in alcun altro è salute, né sotto il cielo altro nome è stato dato
agli uomini, mediante il quale abbiamo da essere salvati»,
è lui solo l'autore della prosperità e della vera felicità sia per i singoli sia
per gli Stati: «poiché il benessere della società non ha origine diversa da
quello dell'uomo, la società non essendo altro che una concorde moltitudine di
uomini».
Non rifiutino, dunque, i capi delle nazioni di prestare pubblica testimonianza
di riverenza e di obbedienza all'impero di Cristo insieme coi loro popoli, se
vogliono, con l'incolumità del loro potere, l'incremento e il progresso della
patria. Difatti sono quanto mai adatte e opportune al momento attuale quelle
parole che all'inizio del Nostro pontificato Noi scrivemmo circa il venir meno
del principio di autorità e del rispetto alla pubblica potestà: «Allontanato,
infatti — così lamentavamo — Gesù Cristo dalle leggi e dalla società, l'autorità
appare senz'altro come derivata non da Dio ma dagli uomini, in maniera che anche
il fondamento della medesima vacilla: tolta la causa prima, non v'è ragione per
cui uno debba comandare e l'altro obbedire. Dal che è derivato un generale
turbamento della società, la quale non poggia più sui suoi cardini naturali»
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Insegnamenti didon Francesco Ricossa, superiore dell'Isituto Mater Boni Consilii, sul tentativo della distruzione del Regno Sociale di Nostro signore Gesù Cristo da parte dei nemici della Chiesa e di consacrati corrotti coi poteri luciferi di questo mondo....
Mi sintetizza gli errori più gravi del Concilio? Don Ricossa: "E'
un'eresia che la Chiesa di Cristo possa sussistere anche fuori dalla
Chiesa cattolica. Che gli eretici siano in comunione imperfetta con la
chiesa, che le chiese scismatiche abbiano la successione apostolica. Che
esista ancora l'alleanza tra Dio e il popolo ebraico e che si possano
salvare senza Cristo... errori dottrinali gravissimi".
I CATTOLICI CONTRO LO STATO MASSONICO - L'OPERA DEI CONGRESSI 1870 1904
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Regalità sociale di Cristo: LA DOTTRINA
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I cattolici contro la regalita di Cristo
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I cattolici contro il MODERNISMO - il Sodalitium Pianum
Ciò che dice Ricossa avrebbe un senso se non ci fosse stato il CVII ma non è così: altrimenti ognuno decide cosa prendere e cosa no dalla dottrina della Chiesa.
Argomenta minuziosamente le tue ragioni, illuminaci con la tua somma sapienza, altrimenti vai a farti benedire....
Dicci dicci, illuminaci!...
Guarda che se non spieghi quello che hai scritto ti censuro, perchè questa frase è talmente anticattolica e dottrinalmente demenziale che è solo degna di andare nel cestino.
In una lettera di Paolo IV al Card. Ottaviani il Papa spiegavi i motivi che nei secoli avevano richiesto l'intervento della Chiesa in faccende terrene ma riteneva che era stato un "inutile fardello" e che in futuro la Chiesa non deve più distrarre il suo operato con incombenze temporale "oltre il necessario" Molti invece sono le testimonianze di Giovanni Paolo II che riteneva una prova offerta al Signore le sofferenze della Chiesa nel governo dei popoli.
Ciò che dice Ricossa avrebbe un senso se non ci fosse stato il CVII ma non è così: altrimenti ognuno decide cosa prendere e cosa no dalla dottrina della Chiesa.
RispondiEliminaQuindi, in pratica, non hai capito niente di quello che hai letto e ascoltato. Ammesso che tu abbia letto e ascoltato...
EliminaIl regno sociale di Cristo è una costruzione extra-teologica e frutto delle contingenze storiche. La Chiesa stessa la ha sconfessata.
RispondiEliminaAlberto
Argomenta minuziosamente le tue ragioni, illuminaci con la tua somma sapienza, altrimenti vai a farti benedire....
EliminaDicci dicci, illuminaci!...
Guarda che se non spieghi quello che hai scritto ti censuro, perchè questa frase è talmente anticattolica e dottrinalmente demenziale che è solo degna di andare nel cestino.
In una lettera di Paolo IV al Card. Ottaviani il Papa spiegavi i motivi che nei secoli avevano richiesto l'intervento della Chiesa in faccende terrene ma riteneva che era stato un "inutile fardello" e che in futuro la Chiesa non deve più distrarre il suo operato con incombenze temporale "oltre il necessario" Molti invece sono le testimonianze di Giovanni Paolo II che riteneva una prova offerta al Signore le sofferenze della Chiesa nel governo dei popoli.
EliminaQuesto atteggiamento minaccioso è ridicolo, credo che Alberto abbia spiegato il suo pensiero.
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