(nella Fraternità San Pio X)
Gli uni dicono: Bisogna entrare nella Chiesa.
Gli altri rispondono: Chi è già dentro non deve chiedere di entrare.
- È così che sono caduti Le Barroux, Campos e tanti altri, rispondono i secondi.
- Ma noi non cadremo, non è possibile che Dio permetta che la cosa accada.
- «Chi crede di stare in piedi, badi di non cadere», avverte San Paolo (1 Cor. 10, 12).
Le stesse cause producono gli stessi effetti. Se Benedetto XVI beatifica chi scomunicò Mons. Lefebvre e Mons. Antonio de Castro Mayer, se Benedetto XVI celebra il giubileo d’argento della riunione di Assisi, se Benedetto XVI sostiene che il Concilio Vaticano II è come se fosse la Tradizione, i mali che abbiamo visto sotto il pontificato di Giovanni Paolo II si ripeteranno sotto quello di Benedetto XVI.
Fintanto che la Roma liberale dominerà la Roma eterna; fintanto che il maggior disastro della storia della Chiesa fin dalla sua fondazione, e cioè il Concilio Vaticano II, sarà il riferimento privilegiato dei Vescovi, dei Cardinali e del Santo Padre, non vi sarà soluzione.
- Cambiando in che?
- Roma ha liberalizzato la Messa e ha ritirato le scomuniche, rispondono i primi.
- Ma a che serve liberalizzare la Messa di sempre, se Roma lascia coesistere le due Messe?
La Messa nuova è Agar. Essa non ha diritti. Essa dev’essere soppressa.
Quanto al ritiro delle scomuniche, a che serve ritirarle se si beatifica chi le ha comminate?
A fronte di un certo beneficio giuridico derivato da questi due atti: la liberalizzazione della Messa (che mai era stata abrogata) e il ritiro delle scomuniche (che mai sono state valide), il beneficio spirituale di ognuno dei due è stato compromesso dal contesto contraddittorio nel quale sono stati compiuti.
O ha ragione Giovanni Paolo II o ha ragione Mons. Lefebvre. Non si può esaltare Giovanni Paolo II e ritirare la scomunica a Mons. Lefebvre, sempre ammesso che sia stata ritirata. I due non possono aver ragione contemporaneamente: è puro modernismo. E lo stesso vale per la Messa: se sono permesse entrambe, il risultato è una contraddizione.
È un principio di dissoluzione. È un principio corruttore della fede cattolica.
- Ma, diranno gli accordisti, Roma non può porre fine a questa crisi in un colpo solo. Le faccende umane non si risolvono tutte in una volta. Per portare ordine nel caos attuale sarà necessario molto tempo.
- Sì. Non c’è dubbio. Ma l’inizio di quest’ordine si vedrà solo quando il Papa manifesterà l’intenzione di instaurarlo.
Ma qui si impone una domanda: Benedetto XVI desidera porre ordine nella Chiesa?
- Certamente, diranno diversi accordisti.
- Non v’è nulla di meno certo di questo, rispondiamo noi.
È questo che Benedetto XVI sta dimostrando di voler fare con la sua ermeneutica della continuità.
- Ma, insistono gli altri, Benedetto XVI a poco a poco prenderà sempre più la difesa della Tradizione. Egli ha bisogno di noi, chiede il nostro aiuto per combattere il modernismo.
- Anche Campos parlava così. Ma come può Benedetto XVI chiedere il nostro aiuto per combattere il modernismo se è un modernista lui stesso? Egli potrà combattere certi modernisti, ma il modernismo potrà combatterlo solo quando smetterà di essere modernista.
- Ma in questo modo non si giungerà mai ad alcuna soluzione.
- Non lo so. Quello che so è che Sant’Anselmo diceva che Dio non ama niente di più a questo mondo che la libertà della sua Chiesa. Porre la Tradizione sotto l’autorità di uomini che non professano integralmente la fede cattolica, significa fare esattamente il contrario di ciò che Dio ama di più.
- Ma così stai identificando la Tradizione con la Chiesa.
- Esattamente, dal momento che la Chiesa è essenzialmente tradizionale e non può cessare di esserlo
[Evidentemente la questione è complessa. Il titolo di un libro di Ploncard d'Assac la riassume così: «La Chiesa occupata». Una conferenza di Mons. Lefebvre sullo stato della Chiesa, tenuta il 15 giugno 1988 per rispondere alle argomentazioni accordiste di Dom Gérard - Abate di Le Barroux - getta una vivida luce su questa questione].
- Ma allora cos’è Benedetto XVI, se non è tradizionalista?
- È un Papa liberale che schiavizza la Chiesa.
Porsi sotto la sua autorità, senza che egli abbia rinnegato gli errori professati, significa mettere Sara sotto il giogo di Agar, Isacco sotto il giogo di Ismaele. Ora, noi siamo figli della «donna libera» e non della «schiava», il cui figlio è il Vaticano II, schiavo di due secoli di cultura liberale.
- Qual è allora la soluzione?
- La conversione del Papa.
- Ma come la si ottiene?
- Pregando e combattendo.
Dio non ci chiede la vittoria, ma il combattimento. Come diceva Santa Giovanna d’Arco: “i soldati combattano e Dio darà la vittoria”, per il Cuore Immacolato di Maria.
È qui tutta la nostra speranza.
La Tradizione va reinterpretata nei singoli contesti storici. Una visione immobilista porta alla fossilizzazione ed alla fine della Chiesa.
RispondiEliminaE una volta traditori e spie venivano appesi.
EliminaRiccardo
"La Tradizione va reinterpretata nei singoli contesti storici."
EliminaQuesto è puro modernismo, già condannato da San Pio X nella "Pascendi Dominici gregis". La parola di Dio è eterna, e valida per ogni singolo secolo e per tutti insieme indistintamente, perchè è divina ed immutabile. Non è soggetta al cambiamento dei tempi perchè non è Dio a doversi assoggettare all'uomo, ma il contrario.
Questa visione non è pertanto "immobilista" ma semplicemente fedele alla volontà di Dio, che è immutabile nei secoli, e non porta ad alcuna fossilizzazione e tantomeno alla fine della Chiesa, ma al contrario la protegge nell'integrità della Fede e nella salute spirituale da tutti gli attacchi luciferi dei poteri di questo mondo.
Fossilizzato e finito è il tuo cervello, che hai svenduto nelle mani di chi te lo ha interamente traviato.
Hai bisogno di andare in analisi, forse puoi ancora farcela. Pregherò per te.
EliminaAnonimo, se A.Rita ce bisogno di andare in analisi, anche S. Pio X e tutta chiesa pre-conciliare, hanno questo bisogno, perchè veramente hanno condanatto questa tese. Non ce nessuno bisogno di reinterpretare la Tradizione nei singoli contesti storici, e questo non fa parte del depositum fidei: non ce una interpretazione della Tradizione per il paganesimo, altra per il medievo e altra per la modernità. Questo è un assurdo!!!!!!!!!
EliminaRuy de Saintclaire, il caminno della Chiesa è interpretare in funzione dell'essere, la nouvelle théologie e il suo magistero che interpreta l'essere in funzione della azione (la sua dottrina è storicista). Müller, é um membro della nouvelle théologie...
EliminaQuanto al ritiro delle scomuniche, a che serve ritirarle se si beatifica chi le ha comminate?
RispondiEliminaO ha ragione Giovanni Paolo II o ha ragione Mons. Lefebvre
...ignorante della disciplina ecclesiastica o fuori dalla realtà?
Monsignorenon fu "scomunicato" per un'eresia ma per un atto illecito sanzionato dai sacri canoni.
Giovanni Paolo II o chi per lui "ebbe ragione" in quanto applicò il diritto.
Passante, me sembra che sia tu ignorante o fuori dalla realità. Quando Mons. Lefebvre è stato scomunicato, Giovanni Paolo II scrivve il Motu Proprio Ecclesia Dei, dove parla che la consacrazione fatta per Mons. Lefebvre e Mons. Antonio de Castro Mayer, può si basare in "una incompleta e contraditoria nozione di tradizione", che è stata oggeto di un commento di Giovanni Servodio "Esercizio di esegesi della Tradizione: da Giovanni Paolo II a Mons. Bernard Fellay"* dove se vede chiaramente che Mons. Lefebvre aveva ragione. La questione di fondo, è lo stato di necessità che è chiaro nel pontificato di Papa Giovanni Paolo II, dove ha fatto tantissimi atti eterodossi e ha anche promulgato il Motu Proprio Quattuor Abhinc Annos, che è indulto per la celebrazione della S. Messa di S. Pio V. Ora, per avere un indulto doveva avere una legge che proibì la celebrazione della Messa di S. Pio V, ma questa legge non esiste perchè la Messa di S. Pio V, non è stata mai abrogata. Così un indulto per la Messa di S. Pio V, è una ignoranza della disciplina ecclesiastica e um non sense, perchè è fuori della realtà la concezione di un indulto per qualcosa che non è stato mai proibita. È anche una cosa che viene solo rafforzare la tesi dello stato di necessità...
Elimina*http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV256_Esegesi_della_Tradizione.html
"Giovanni Paolo II" non ebbe alcuna ragione: era un modernista e professava eresie: non è mai stato Papa, Vicario di Cristo, di fronte a Dio. "Un autentico Papa, vero Vicario di Cristo, non può dichiarare che si dedicherà all' applicazione del Concilio e delle sue riforme: sarebbe automaticamente in rottura con tutti i suoi Predecessori, in particolare con il Concilio di Trento" (Monsignor Marcel LEFEBVRE, lettera a diversi Cardinali, 06/10/1978)
RispondiEliminaScusa anonimo mi potresti postare l'intera lettera del Monsignore mandata ai Cardinali?
RispondiEliminaGrazie...
Anonimo, spiegami come Monsignor Lefebvre avrebbe scritto ai Cardinali il 6 Ottobre sul Papa Giovanni Paolo II quando è stato eletto il 16 Ottobre?
RispondiEliminaCredo che quella lettera che tu citi sia una bufala, forse per infangare il Monsignore? Forse per mettere zizzania nel Bolg? Comunque sia cita per intiero la lettera o tra breve ti censuro immediatamente come abbiamo censurato il tuo omonimo scandalizzato per il super venerabile, col grenbiulino, distruttore della Chiesa "Paolo mesto"...