Continuiamo la publicazione del LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany.
domenica 7 luglio 2013
"IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" di Don Félix Sardà y Salvany, (dal capitolo 9° al capitolo12)...
Continuiamo la publicazione del LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany.
«La
parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo,
è
eccellente, conforme ai
documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra
Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà
Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag.
346.
LIBERALISMO CAP.9
Un'altra distinzione
importante: differenza tra il Liberalismo Pratico e il Liberalismo Speculativo
o Dottrinale
La filosofia insegna che
ci sono due tipi di ateismo, l'uno dottrinale e speculativo, l'altro pratico.
Il primo consiste nel negare francamente e completamente l'esistenza di DIO,
pretendendo di annullare e disconoscere le prove irrefragabile su cui questa
verità si basa. Il secondo consiste nel vivere e agire senza negare l'esistenza
di DIO, ma come se DIO realmente non esistesse. Quelli che professano il primo
tipo di liberalismo si definiscono ATEI TEORICI o DOTTRINARI, quelli che vivono
nel secondo ATEI PRATICI: questi ultimi sono i più numerosi.
E' lo stesso per i
liberalismo e i liberali. Ci sono i liberali teorici e i liberali pratici. I
primi sono i DOGMATICI della setta: filosofi, professori, deputati o
giornalisti. Essi insegnano il liberalismo nei loro libri, nei loro discorsi e
articoli, con autorità e competenza, in conformità con un criterio razionalista
in opposizione mascherata o manifesta con la norma della divina e
soprannaturale Rivelazione di GESU' CRISTO.
I liberali pratici
formano la grande maggioranza del gruppo; essi credono, ad occhi chiusi, tutto
ciò che dicono i loro capi, o che senza crederlo, seguono docilmente quelli che
si fanno loro guide e sempre regolano i loro passi sui loro. Essi non sanno
nulla in fatto di principi o di sistemi, e forse detesterebbero quello che si
predica loro se ne conoscessero la perversità. Essi tuttavia sono, del
liberalismo, le mani che agiscono, come i teorici ne sono la testa che dirige.
Senza essi il Liberalismo non sarebbe uscito dal recinto delle accademie; sono
essi che gli danno la vita e il movimento esteriore.
Essi sostengono
economicamente i giornali liberali, votano per il candidato liberale,
appoggiano le combinazioni liberali, acclamano i rappresentanti del
liberalismo, celebrano le sue feste e i suoi anniversari. Essi costituiscono la
materia prima del Liberalismo, disposta ad assumere qualsiasi forma, e ad
impegnarsi in qualsiasi stupida impresa.
Accadde, un giorno che un gran numero
d'essi andarono alla Messa e poi essi massacrarono i Religiosi; più tardi essi
assisterono a delle novene e facevano seguire la carriera ecclesiastica ai loro
figli ma nello stesso tempo acquistavano i beni rubati alla chiesa. Forse oggi
stanno recitando il Rosario dopo aver magari votato per il deputato partigiano
della LIBERTA'RELIGIOSA. Essi si sono fatti come LEGGE quella di vivere (in
accordo n.d.t.) con il loro secolo, e credono o immaginano di credere che va
tutto bene in questo modo. La loro responsabilità e il loro peccato davanti a
DIO è forse cancellato? No assolutamente come vedremo in seguito.
Occorre anche annoverare
tra i liberali pratici quelli, che evitando di esporre la TEORIA LIBERALE,
ch'essi sanno discreditata presso certi spiriti, nondimeno, si sforzano di
sostenerla nella pratica quotidiana, scrivendo e perorando sul modo di vivere
liberale, proponendo ed eleggendo i candidati liberali, lodando e raccomandando
i libri e gli uomini del liberalismo, giudicando sempre gli avvenimenti secondo
il criterio liberale e manifestando in ogni occasione l'odio accanito ch'essi
sentono contro tutto quello che tende a discreditare o indebolire il loro caro
liberalismo.
Questa è la condotta di
molti giornalisti PRUDENTI, che si possono difficilmente sorprendere in
flagrante delitto di proposizioni concretamente liberali, ma che mai cessano,
in tutto ciò che dicono e che tacciono, di lavorare alla propaganda maledetta
della loro SETTA. Di tutti i rettili liberali son questi i più VELENOSI.
CAP.10
IL LIBERALISMO, DI
QUALSIASI TIPO O SFUMATURA, E' STATO FORMALMENTE CONDANNATO DALLA CHIESA ?
Si', in tutte le sue
gradazioni e in tutte le sue forme il Liberalismo è stato formalmente
condannato; oltre ai motivi di malvagità intrinseca che lo rendono cattivo e
criminale, si ha contro d'esso, per tutti i cattolici fedeli, la suprema e
definitiva dichiarazione della Chiesa che l'ha giudicato effettivamente
malvagio e come tale l'ha ANATEMATIZZATO. Era impossibile che ad un errore a
tal punto trascendentale non fosse dato un posto nel catalogo degli ERRORI UFFICIALMENTE
CONDANNATI. Cosi' è stato condannato in diverse occasioni.
Già, alla sua apparizione
in Francia, al tempo della prima Rivoluzione, la famosa Dichiarazione Dei
Diritti dell'Uomo che contiene in germe tutte le follie del moderno
Liberalismo, fu condannata da PIO VI.
Più tardi, questa funesta
dottrina fu sviluppata e accettata da quasi tutti i governi europei e anche dai
Sovrani, ciò che costituisce uno dei più terribili accecamenti mai accaduti
nella storia delle Monarchie; essa prese in Spagna il nome di Liberalismo sotto il quale è oggi
conosciuta dappertutto.
Il liberalismo ricevette
il suo nome in mezzo alle terribili lotte che opposero i Monarchici ai
Costituzionali, i quali si definirono mutualmente con i nomi di Servili e
Liberali. Dalla Spagna questa denominazione si estese a tutta l'Europa. Ebbene,
al culmine di questa lotta, in occasione dei primi errori di Lamennais,
GREGORIO XVI pubblicò la sua enciclica MIRARI VOS, in cui condannò
esplicitamente il Liberalismo, come allora esso era inteso, insegnato e
praticato dai governi costituzionali.
Più tardi, ingrossatasi
l'invadente corrente di queste deplorabili idee, dopo ch'esse ebbero indossato,
sotto l'impulso di fuorviate superiori intelligenze, la MASCHERA DEL
CATTOLICESIMO, DIO suscitò nella sua Chiesa il Pontefice PIO IX, che a giusto
titolo passerà alla storia come IL FLAGELLO DEL LIBERALISMO.
Questo Papa ha
smascherato l'errore liberale in tutti i suoi tipi e sfumature. La Provvidenza
ha voluto, affinché le parole su questa questione avessero più peso e
risonanza, che la ripetuta condanna del Liberalismo uscisse dalle labbra di un
Pontefice che all'inizio del pontificato i liberali avevano presentato come uno
dei loro. Dopo di lui non resta a questo errore alcun sotterfugio a cui possa
ricorrere. I numerosi BREVI e ALLOCUZIONI di PIO IX l' hanno mostrato al popolo
cristiano tale e quale è. E il SILLABO ha posto alla sua condanna l'ultimo
sigillo. Vediamo il contenuto principale di qualcuno di questi documenti
pontifici. Noi ne citeremo solamente un piccolo numero, tra tutti quelli che
noi potremmo mettere sotto gli occhi del lettore.
Il 18 giugno 1871,PIOIX,
rispondendo a una delegazione di cattolici francesi, parlò loro in questo modo
:
"L'ateismo nelle
leggi, l'indifferenza in materia di religione e le massime perniciose chiamate cattolico-
liberali, sono, si' esse sono veramente la causa della rovina degli Stati; esse
hanno causato la perdita della Francia. Credetemi, il male che io vi denuncio è
più terribile della Rivoluzione, più terribile della stessa Comune di Parigi.
Io ho sempre condannato il cattolicesimo liberale e lo condannerò ancora
quaranta volte se sarà necessario." .
Nel Breve del 6 marzo
1873 indirizzato al presidente e ai membri del circolo di Sant'Ambrogio di Milano,
il sovrano Pontefice si esprime cosi':
"Non mancano persone
che pretendono di formare un' alleanza tra la luce e le tenebre e associare la
Giustizia all'Iniquità con il concorso di queste dottrine chiamate
cattolico-liberali le quali, basate su dei dannosissimi principi, si mostrano
favorevoli all'ingerenza delle potenze del mondo nelle questioni spirituali,
spingono i loro partigiani ad apprezzare o almeno a tollerare delle leggi
inique, come se non fosse scritto che nessuno può servire due padroni. Quelli
che agiscono in questo modo sono assolutamente più pericolosi e funesti dei
nemici dichiarati, non solamente perché senza che li si noti, forse addirittura
senza ch'essi se ne rendano ben conto, essi assecondano i progetti dei malvagi,
ma ancor di più perché adottando una certa disciplina essi si mostrano con
qualche apparenza di probità e di sana dottrina, che rendono allucinati amici
imprudenti della conciliazione(con il mondo n.d.t.) e seducono le persone
onorabili che avrebbero combattuto l'errore manifesto.".
Nel Breve del 8 maggio
dello stesso anno, alla confederazione dei circoli cattolici del Belgio, egli
afferma:
"Ciò che noi
soprattutto lodiamo nella vostra impresa religiosa, è l'avversione assoluta
che, secondo le informazioni che abbiamo ricevute, voi professate verso i
principi cattolici-liberali e la vostra intrepida volontà di sradicarli per
quanto possibile. In verità, voi estirperete una funesta radice di discordia e
contribuirete efficacemente a unire e fortificare gli spiriti impegnandovi a
combattere questo insidioso errore, ben più pericoloso di una ostilità
dichiarata, nascosto com'è sotto il pretestuoso velame dello zelo e della
carità e sforzandovi con cura di allontanare da esso tutte le persone semplici.
Certamente, voi che aderite con una sottomissione cosi' completa a tutte le
decisioni di questa Cattedra Apostolica e che conoscete le ripetute condanne
dei principi liberali, ebbene voi non avete bisogno di questi
avvertimenti".
Nel Breve sulla Croix,
giornale di Bruxelles, in data 21 maggio1874, il Papa si esprime cosi':
"Noi non possiamo
fare a meno di lodare il disegno espresso nella vostra lettera, al quale noi
sappiamo che il vostro giornale partecipa pienamente, l'intenzione di
pubblicare, divulgare, commentare e inculcare negli spiriti tutto quello che la
Santa Sede insegna contro i perversi e contro le false dottrine professate in
molti luoghi, e particolarmente contro il liberalismo cattolico, accanito a
conciliare la luce con le tenebre e la verità con l'errore.".
Il 9 giugno 1873, PIO IX
scrisse al presidente del consiglio dell'Associazione Cattolica d'Orleans, e,
senza nominarlo, egli illustrò il libealismo quietista e moderato nei termini
seguenti:
"Sebbene voi non
abbiate, rigorosamente parlando, da
lottare che contro l'empietà, forse essendo minacciati da pericoli non più grandi di quello di un
gruppo d'amici circuiti da questa dottrina ambigua, i quali pur respingendo le
conseguenze più gravi di quegli errori, ne ritengano ostinatamente i germi e
che, non volendo abbracciare la verità nella sua integrità e non osando
tuttavia abbandonarla interamente, si affannino a interpretare le tradizioni e
gli insegnamenti della Chiesa colandoli nello stampo delle loro opinioni
personali."
Per dilungarci troppo e
non rischiare di annoiare, ci accontenteremo di aggiungere qualche passaggio di
un altro Breve, il più espressivo, da non poter, per questo, omettere. E'
quello che è indirizzato al vescovo di Quimper, il 28 luglio 1873; il Papa vi
dice quel che segue a proposito dell'Assemblea Generale delle Associazioni
Cattoliche, che era stata appena tenuta nella diocesi:
" Certamente, queste
associazioni non si allontanarono dall'ubbidienza dovuta alla Chiesa, né per
gli scritti, né per gli atti di quelli che le perseguitano con le loro
invettive e ingiurie, ma esse potranno essere spinte sul sentiero scivoloso
dell'errore dalle opinioni definite liberali, opinioni che sono accettate da
molti cattolici che sono d'altronde persone oneste e pie. Tali persone, con l'
influenza che conferisce loro la loro stessa religione e pietà, possono molto facilmente catturare gli
spiriti e indurli a professare erratissimi principi.
Di conseguenza venerabile
fratello, inculcate ai membri di questa cattolica assemblea che, quando noi
tante volte abbiamo condannato i settari di queste opinioni liberali, noi non
abbiamo mirato ai nemici dichiarati della Chiesa, che sarebbe stato scontato
denunciare, ma proprio a quelli di cui abbiamo appena parlato, che conservano nascosto
in sé il virus dei principi liberali che essi hanno succhiato con il latte
materno. Questo virus, essi lo inoculano sfrontatamente nelle anime come se
esso non fosse impregnato da una malvagità palpabile e fosse davvero
inoffensivo per la religione com'essi credono. Essi cosi' propagano la semenza
di questi tumulti che da cosi' tanto tempo tengono il mondo in rivoluzione. Che
essi evitino dunque queste insidie; ch'essi si sforzino di dirigere i loro
colpi contro questo perfido nemico e certamente essi saranno molto meritevoli verso
la Religione e la Patria.".
Sia per i nostri amici che per i nostri avversari
dunque è evidente: il Papa, in questi Brevi, si esprime in modo esauriente
sulla questione del Liberalismo e noi dovremmo studiare tali contenuti fin nei
dettagli.
Il liberalismo è un
peccato capitoli 11.12
L'ultima
e più solenne condanna del liberalismo con il Sillabo
Riassumendo
tutto quello che è stato detto del liberalismo dal Papa in diversi documenti,
noi non possiamo non ricordare i seguenti durissimi epiteti con i quali, in
diverse occasioni, è stato definito. Nel suo Breve a Mgr de Ségur sul soggetto del
suo conosciuto libro” Omaggio ai cattolici liberali“, egli lo definisce”
perfido nemico”, nella sua allocuzione al vescovo di Nevers, “la vera calamità
attuale”; nel medesimo documento, il Papa lo chiama “più funesto è più
pericoloso di un nemico dichiarato”; nella lettera al vescovo di Quimper già citata,” un virus occulto”;
nel breve ha i belgi,” un errore sornione e insidioso”; in un altro breve a
monsignor Gaume, “una dannosissima peste”. Tutti questi documenti possono
leggersi per intero nel libro di Mgr de Ségur che noi abbiamo menzionato.
Tuttavia
il liberalismo poteva con una certa apparenza di ragione ricusare l'autorità di
queste dichiarazioni pontificali, poiché tutte erano state fatte in documenti
di carattere puramente privato. L'eresia è sempre sofisticata e tenace, essa si
aggrappa tutti i pretesti e a tutte le scuse per eludere una condanna. Un
documento ufficiale, pubblico, solenne, con un carattere generale, universalmente
promulgato e di conseguenza definitivo, era dunque divenuto necessario. Vista
l'ansietà dei suoi figli, la Chiesa non poteva rifiutare questa formale
decisiva parola del suo sovrano magistero. Essa l'accordò loro: il Sillabo dell'8 dicembre 1868.
Tutti
buoni cattolici l'accolsero con un entusiasmo che fu pari solo al furore
parossistico con cui lo salutarono i liberali. Quanto ai cattolici liberali, essi
credettero esser più prudente contrastarlo per mezzo di interpretazioni
artificiose. Gli uni e gli altri ebbero ragione di accordargli una grandissima
importanza. Il Sillabo è un catalogo ufficiale dei principali errori
contemporanei sotto forma di proposizioni concrete, quali le si incontra negli
autori più conosciuti tra quelli che le hanno propagate. Vi si trova dunque in
dettaglio tutte quelle definizioni che costituiscono il dogmatismo liberale.
Benché il liberalismo non sia nominato che in una sola di quelle proposizioni,
è certo che la maggior parte degli errori messi alla gogna siano degli errori
liberali; e che di conseguenza dalla condanna di ciascuno di essi risulti la
condanna totale del sistema. Noi non faremo qui che enumerarli rapidamente.
Condanna:
-della
libertà di religione (proposizioni 15 e,
77e, 78 e )
-del
placet governativo (proposizioni 20 e, 28 e )
-della
confisca dei beni della Chiesa da parte dello Stato ( proposizioni 16 E, 27 e )
-della
supremazia assoluta dello Stato (proposizione 39 e)
-del
laicismo nell'insegnamento pubblico (proposizioni 45,47 e, 48 e )
-della
separazione tra Chiesa e Stato (proposizione 15 e )
-del
diritto assoluto di legiferare senza tener conto di Dio (proposizione 56 e )
-del
principio di non intervento (proposizione 63 e)
-del
matrimonio civile (proposizione 73 e ed altre )
-della
libertà di stampa (proposizione 79 e )
-del
suffragio universale come sorgente di autorità (proposizione 60 e )
-infine
dello stesso nome di liberalismo (proposizione 80 e )
molti
libri, esponendo chiaramente e succintamente ciascuna di queste proposizioni,
sono stati scritti da allora; vi si può ricorrere. Ma l'interpretazione e i commentari
più autorevoli del Sillabo si debbono a
quelli che l'hanno combattuto, ai liberali di tutte le sfumature che ce lo
hanno presentato come il loro nemico più detestabile, come il simbolo più
completo e tutto ciò che essi chiamano il clericalismo, l'ultramontanismo e la
reazione. Satana, il quale, per malvagio che sia, non è uno stupido, vide molto
chiaramente dove portava un colpo così bene
assestato, cosicché egli ha posto su questa opera grandiosa il sigillo del suo inestinguibile odio. Se il
padre della menzogna aborrì e diffamò così tanto quel solenne documento, ebbene
da ciò si può trarre una garanzia sicura e certa della sua verità.
Capitolo
12
Una cosa che sembra liberalismo e che non lo è affatto e un'altra
che è liberalismo benché non gli
assomigli per nulla.
Il
diavolo è un grande maestro in artifici e astuzie; la sua più abile manovra
consiste nell'introdurre la confusione nelle idee e questo maledetto perderebbe
la metà del suo potere sugli uomini, se le idee buone o malvagie ci apparissero
quali sono con nettezza e franchezza. Notate, tra l'altro, che chiamare il
diavolo, diavolo, non è di moda oggigiorno, senza dubbio perché il liberalismo
ci ha dato l'abitudine di trattare messer il diavolo con un certo rispetto.
Dunque la prima cosa che fa il diavolo in tempi di scisma e di eresia, è di
imbrogliare e di cambiare il senso proprio delle parole: mezzo infallibile di
falsare ed i intorbidare efficacemente la maggior parte delle intelligenze.
Questo
fatto accadde anche con l'arianesimo, al punto che diversi vescovi di una certa
santità arrivarono a sottoscrivere, al concilio di Milano, una formula che
condannava l'illustre Atanasio, “martello” contro queste eresia; e questi
prelati sarebbero figurati nella storia
come veri e propri fautori di queste eresia, se il santo martire Eusebio,
legato pontificio, non fosse arrivato in tempo per liberare dalle sue trappole
quello che il breviario chiama la ” semplicità prigioniera” di qualcuno di questi ingenui vegliardi.
Stessa cosa si produsse con il pelagianesimo, e più tardi col giansenismo; è la
stessa cosa oggi con il liberalismo.
Per
qualcuno il liberalismo consiste in certe forme politiche; per altri in un
certo spirito di tolleranza e di generosità opposto al dispotismo e alla
tirannia; per altri ancora, è l'uguaglianza civile, per molti, una cosa vaga
incerta che potrebbe tradursi semplicemente nell’opposizione a qualsiasi
arbitrio governativo. È dunque indispensabile porsi di nuovo questa questione:
che cos'è il liberalismo? O meglio, che cosa non lo è ?
In
primo luogo, le forme politiche di qualsiasi natura esse siano, democratiche o
popolari che le si supponga, non sono in loro stesse (ex se) il liberalismo. Ciascuna cosa è quello che è;
le forme sono delle forme, e niente di più. Repubblica unitaria o federale,
democratica, aristocratica, o mista, governo rappresentativo o misto, con più o
meno le prerogative del potere regale,
cioè con il massimo o il minimo di re che si voglia far entrare nel composto;
monarchia assoluta o temperata, ereditaria o elettiva, niente di tutto ciò ha
di per sé(notate bene queste parole: di per sé) qualche cosa a vedere con il
liberalismo. Questi governi possono essere perfettamente e integralmente
cattolici. Se essi accettano al di sopra della loro propria sovranità la
sovranità di Dio, se confessano di
averla, la sovranità, ricevuta da Dio e se essi ne sottomettono l'esercizio alla regola
inviolabile della legge cristiana; se essi rispettano come indiscutibile, nei loro parlamenti, tutto quello che è definito da questa legge;
se riconoscono come base del diritto
pubblico la supremazia morale della Chiesa e il suo diritto assoluto in tutte
le cose che sono di sua competenza, tali governi sono veramente cattolici e il
più esigente ultramontanismo non può rimproverare loro nulla, perché essi sono
veramente ultramontani.
La
storia ci offre l'esempio illustre di potenti repubbliche ferventemente cattoliche.
Tali furono le repubbliche aristocratiche di Venezia, la repubblica mercantile
di Genova, tali sono ai nostri giorni quelle di certi cantoni svizzeri. Come
esempio di cattolicissime e monarchie miste, non possiamo non citare la nostra
gloriosa monarchia di Catalogna e d'Aragona, la più democratica e nello stesso tempo la più cattolica del mondo
nel medioevo; l'antica monarchia di Castiglia fino alla casa d’ Austria; la
monarchia elettiva di Polonia fino all'iniquo smembramento di questo religioso
regno. Credere che le monarchie siano di per sé, ex se, più religiose delle
repubbliche, è un pregiudizio.
Precisamente i più scandalosi esempi di
persecuzioni contro il cattolicesimo sono stati dati, nei tempi moderni, dalle monarchie, citiamo quella della Russia e
quella della Prussia.
Un
governo, quale che sia la sua forma è cattolico, se la sua costituzione, se la
sua legislazione e la sua politica sono basati su dei principi cattolici; esso
è liberale se basa la sua costituzione, la sua legislazione la sua politica su
dei principi razionalisti. Non è affatto l'atto di legiferare, compiuto da un re nella monarchia, dal popolo
in una repubblica, o da tutt'e due insieme nelle forme miste, che costituisce
la natura essenziale di una legislazione o di una costituzione. Ciò che la
costituisce è che tutto questo porti o non porti il sigillo immutabile della
Fede e sia o non sia conforme a quello che la Legge cristiana comanda agli
Stati come agli individui. Allo stesso modo che, tra gli individui, il re con la sua porpora, un nobile con il suo blasone e
un operaio con la sua tuta da lavoro possano essere cattolici, così gli Stati
possono essere cattolici, quale che sia il posto che si assegni loro nel quadro sinottico delle forme
governative. Di conseguenza il fatto
d'essere liberali o antiliberali non ha niente a che vedere con l'orrore naturale che deve
professare qualsiasi uomo nei confronti dell’arbitrio e della tirannia, né con il desiderio di uguaglianza civile tra
tutti cittadini; e meno ancora, con lo
spirito di tolleranza e di generosità che, nella loro accezione legittima, sono
delle virtù cristiane. E tuttavia tutto questo, nel linguaggio di certe persone e anche di certi
giornali, si chiama liberalismo. Ecco dunque una cosa che ha le apparenze del
liberalismo pur non essendolo affatto.
Al
contrario esiste una cosa che è veramente liberalismo, benché non ne abbia
fatto le apparenze. Supponete una monarchia assoluta come quella della Russia,
o della Turchia, se preferite; o per meglio dire uno di quei governi
conservatori di oggigiorno, il più conservatore che si possa immaginare;
supponete che la costituzione la legislazione di questa monarchia o governo
conservatore siano bastate sul principio della volontà libera del re o su quello della volontà libera della
maggioranza conservatrice, invece di esserlo sui principi del diritto cattolico,
sull’ indiscutibilità della fede, o sul rispetto rigoroso dei diritti della
Chiesa; questa monarchia e questo
governo conservatore sono perfettamente liberali e anticattolici. Che il
libero-pensatore sia un monarca con i suoi i ministri responsabili, che sia un
ministro responsabile con suoi corpi legislativi: dal punto di vista delle
conseguenze, è assolutamente la stessa cosa nell'uno e nell'altro caso, la Politica
funziona sotto la direzione del libero-pensiero, ed essa è di conseguenza
liberale. Che vi sia o no nelle sue intenzioni di imbrigliare la stampa; che
con qualsiasi pretesto, essa opprima il paese; che essa governi i suoi sudditi
con una verga di ferro: il miserabile paese che gli sarà sottomesso potrà non
essere libero, ma sarà certamente liberale. Tali furono gli antichi imperi
asiatici, tali le diverse monarchie moderne; tale sarà, se il sogno del signor
Bismark si realizzerà, l'impero tedesco; tale è la monarchia attuale della
Spagna, la cui costituzione dichiara inviolabile il re, ma non Dio.
Ecco
dunque qualche cosa che, senza somigliare al liberalismo, lo è veramente, del
tipo più raffinato e pericoloso, proprio perché non ne ha l'apparenza.
Da
tutto ciò si vede quale accortezza occorra usare, quando si tratti di tali
questioni. È importante prima di tutto definire i termini del dibattito ed
evitare, più di tutto il resto, gli
equivoci che favoriscano l'errore.
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gent.mi redattori
RispondiEliminaSeguo sempre il vostro sito e salvo tutti i documenti e pagine sulla Tradizione, preziosi per aiutare i cattolici a capire ciò che sta accadendo da 50 anni sulle nostre teste, e liberando gli occhi dal polverone seminato dalla vulgata di regime conciliare tirannico che governa la Chiesa (ahimè).
Vorrei chiedere il vostro parere circa questo testo di Michele Vassallo:
PIO XII E IL CONCILIO VATICANO II
pubblicizzato sul sito
riscossacristiana.it
dove è presentato così il
" contributo di Pio XII alla preparazione del Concilio Vaticano II, è l'argomento sviluppato egregiamente dagli autori (Nicola Bux, Peter Gumpel, Alexandra von Teffenbach, Emilio Artiglieri) degli interventi al convegno "Sulla via del Concilio Vaticano II: la preparazione sotto Pio XII", ora raccolti nel volume "Pio XII e il Concilio"....
E' fuori di dubbio che Pio XII ha anticipato e motivato quelle che saranno le sacrosante intenzioni del Concilio Vaticano II, un fatto che gli autori del volume opportunamente documentano."
http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2189:pio-xii-e-il-concilio-vaticano-ii-di-piero-vassallo&catid=61:vita-della-chiesa&Itemid=123
Siccome di giorno in giorno, grazie a internet, vado a cercare i fili della storia recente di questa Chiesa disastrata, e faccio nuove scoperte (deprimenti) sui retroscena e fatti antecedenti del famigerato cv2, giovandomi di coloro che non censurano certi fatti scomodi, in omaggio alla verità storica, come voi e pochi altri;
quindi scoprendo ora con sorpresa che Pio XII avrebbe ideato e preparato alcuni documenti in vista delola convocazione di un concilio Vat. II che era già nella sua mente, gradirei leggere una vostra valutazione o precisazione sull'argomento e sul convegno e libro citati.
Grazie
Caro nb,
RispondiEliminati ringrazio molto di questa domanda, veramente preziosa, che ci da l'occasione di chiarire questo punto finora messo poco in evidenza, ma di grande importanza, visto che l'ardire di certi FALSI TRADIZIONALISTI giunge ad infangare la memoria di Sua Santità Pio XII pur di legittimare un "concilio malvagio" (come lo definì la Santissima Vergine nel Terzo Segreto di Fatima)e di conciliare l'inconciliabile, cioè la fedeltà alla santa Fede cattolica di nostra Madre Chiesa e lo spirito di compromesso col mondo e con i suoi poteri luciferini che SPIRA DA OGNI PORO del concilio Vat. II (altro che "RESPIRO SOPRANNATURALE" come va blaterando Gerardini!!).
Faremo su questo argomento un articolo a parte, perchè certi convegni e libercoli annessi, vanno smascherati per quello che sono: un pietoso tentativo di legittimare un evento storico distruttivo della Fede e della stessa identità della Chiesa, di origine massonica e diabolica, e totalmente insalvabile, tentativo fatto da gente che tiene abitualmente il piede in due scarpe, perchè incapaci di prendere posizione a favore di una autentica testimonianza della Fede Cattolica, ma che per salvare "la faccia" con l'attuale Gerarchia ecclesiastica continuano a voler "mediare" fra Bene e Male, e per farlo NON ESITANO a tacciare di MODERNISMO (!!!) il Papa Pio XII! Quindi pur di non accusare i pontefici conciliari di eresia moderista, sono disposti a calunniare un Papa preconciliare accusandolo di modernismo. Da voltastomaco....
Ed ora veiamo ai fatti:
sia Pio XI che Pio XII avevano intenzione di aprire un Concilio, che ribadisse e rafforzasse i principi CATTOLICI espressi nel "Vaticano I", e che PONESSE UN ARGINE ALLE INNOVAZIONI DELLA "NUOVELLE THEOLOGIE" che già premevano da gni parte....ma Pio XI non potè realizzarlo perchè il Concilio Vaticano I non era mai stato ancora chiuso (perchè venne brutalmente interrotto dalla "Presa di Roma" da parte di Garibaldi)e la cosiddetta "questione romana" era ancora in piedi;
quanto a Pio XII venne sconsigliato dal Card. Ottaviani ad aprire un concilio, proprio perchè i modernisti legati ai protestanti, avrebbero sicuramente trascinato il corso del nuovo concilio verso le loro posizioni, con il risultato opposto a quello auspicato dal Papa. Perciò, vista anche la sua età avanzata e la sua salute ormai molto indebolita Pio XII si convinse che l'apertura di un concilio RESTAURATORE "sarebbe stato compito del suo Successore".....
Ti anticipo alcuni links:
http://it.wikipedia.org/wiki/Concilio_Vaticano_II
http://raivaticano.blog.rai.it/2011/03/21/pensieri-parole-vita-di-un-difensore-della-chiesa/
http://1233studiocriticovaticanoii.blogspot.it/2013/05/il-trionfo-neo-modernista-al-concilio.html
Così andarono le cose. D'altra parte valga per tutte la famosissima frase che Pio XII scrisse al suo amico il Conte Enrico Petro Galeazzi:
Elimina"Io sento intorno a me dei novatori che vogliono smantellare la Cappella sacra, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rifiutare i suoi ornamenti, darle rimorso per il suo passato storico. Ebbene, mio caro amico, ho la convinzione che la Chiesa di Pietro deve rivendicare il suo passato – altrimenti si scaverà la fossa. Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato rinnegherà il suo Dio, in cui la Chiesa dubiterà come Pietro ha dubitato. Essa sarà tentata di credere che l’uomo è diventato Dio, che il Suo Figlio non è che un simbolo, una filosofia come tante altre, e nelle chiese i cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li aspetta."
http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.it/2011/12/ebbene-mio-caro-amico-ho-la-convinzione.html
http://www.chiesaviva.com/paoloVI%20beato.pdf
Mi pare che le posizioni di Pio XII escano da qui sufficientemente chiarite e questa gentaglia ingannatrice sufficientemente sbugiardata.