[3]Carissimi, avevo un gran desiderio di scrivervi riguardo alla nostra salvezza, ma sono stato costretto a farlo per esortarvi a combattere per la fede, che fu trasmessa ai credenti una volta per tutte. [4]Si sono infiltrati infatti tra voi alcuni individui - i quali sono gia stati segnati da tempo per questa condanna - empi che trovano pretesto alla loro dissolutezza nella grazia del nostro Dio, rinnegando il nostro unico padrone e signore Gesù Cristo.
I falsi dottori. Il castigo che li minaccia
[5]Ora io voglio ricordare a voi, che gia conoscete tutte queste cose, che il Signore dopo aver salvato il popolo dalla terra d'Egitto, fece perire in seguito quelli che non vollero credere, [6]e che gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno. [7]Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all'impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.
Le loro bestemmie. La loro perversità
[8]Ugualmente, anche costoro, come sotto la spinta dei loro sogni, contaminano il proprio corpo, disprezzano il Signore e insultano gli esseri gloriosi. [9]L'arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore! [10]Costoro invece bestemmiano tutto ciò che ignorano; tutto ciò che essi conoscono per mezzo dei sensi, come animali senza ragione, questo serve a loro rovina. [11]Guai a loro! Perché si sono incamminati per la strada di Caino e, per sete di lucro, si sono impegolati nei traviamenti di Balaàm e sono periti nella ribellione di Kore. [12]Sono la sozzura dei vostri banchetti sedendo insieme a mensa senza ritegno, pascendo se stessi; come nuvole senza pioggia portate via dai venti, o alberi di fine stagione senza frutto, due volte morti, sradicati; [13]come onde selvagge del mare, che schiumano le loro brutture; come astri erranti, ai quali è riservata la caligine della tenebra in eterno.
[14]Profetò anche per loro Enoch, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue miriadi di angeli per far il giudizio contro tutti, [15]e per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà che hanno commesso e di tutti gli insulti che peccatori empi hanno pronunziato contro di lui». [16]Sono sobillatori pieni di acredine, che agiscono secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce parole orgogliose e adùlano le persone per motivi interessati.
Esortazioni ai fedeli. L'insegnamento degli apostoli
[17]Ma voi, o carissimi, ricordatevi delle cose che furono predette dagli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo. [18]Essi vi dicevano: «Alla fine dei tempi vi saranno impostori, che si comporteranno secondo le loro empie passioni». [19]Tali sono quelli che provocano divisioni, gente materiale, privi dello Spirito. I FALSI DOTTORI E LORO DISCENDENTI...
Lutero: “Dichiaro che tutti i lupanari (che Dio riprova comunque severamente), tutti gli assassini, omicidi, stupri, adulteri, sono meno abominevoli che la messa papista”. (Werke, t.XV pg. 774) Le messe sono “la somma dell’idolatria e dell’empietà”. E’ un male introdotto da Satana in persona. “In verità, è ben sulla messa, come su una roccia, che è edificato tutto il sistema papista, con i suoi monasteri, i suoi episcopi, le sue collegiate, i suoi altari, i suoi ministeri, la sua dottrina, vale a dire con tutto il suo ventre. Tutto questo non mancherà di crollare quando cadrà la loro messa abominevole e sacrilega”. (Contra Henricum, Regem Angliae, 1522, Wittemberg, Lutero, Werke, t. X, pg. 220)
Calvino: “Satana ha accecato quasi tutto il mondo di questo errore pestilenziale, che si crede la Messa essere un sacrificio e un’oblazione per impetrare la remissione dei peccati… Questa abominazione della Messa essendo stata presentata su un vassoio d’oro (cioè sotto il nome di parola di Dio), ha talmente ubriacato, ha talmente stordito e istupidito tutti i Re e i Popoli della terra, dai più grandi fino ai più piccoli, che essendo più bestie che i bruti, costituiscono l’inizio e la fine della loro salvezza in questa sola esecrazione. Certo Satana non avanzerà mai una macchina più forte per combattere e abbattere il regno di Gesù Cristo”. (Calvino, L'institution de la religion chretienne, edit. De la Societé Les belles lettres, Paris 1937, t. IV, pp: 49 e 58)
Cranmer: “
Ma a che serve sopprimere rosari, pellegrinaggi, perdoni e tutto il resto del loro papismo, fino a quando non si saranno strappate le due radici principali? Fin tanto che queste sussisteranno, continueranno ad innalzare tutti gli antichi ostacoli alla mietitura del Signore, e provocheranno la corruzione di tutto il suo gregge. Il resto non è che rami e foglie; tagliati questi torneranno a spuntare dall’albero o sfrondarlo o tagliare le erbe cattive, lasciando il tronco in piedi e le radici nel suolo; ma il corpo stesso dell’albero, o piuttosto le radici delle erbe cattive, è la dottrina papista della transustanziazione, della presenza reale della carne e del sangue di Cristo nel sacramento dell’altare (come lo chiamano), e il sacrificio e l’oblazione di Cristo compiuto dal prete, per la salvezza dei viventi e dei morti”. (CW, t. I, pg 6) “
Il papa Onorio ha ordinato che “di tanto in tanto i preti prendano grande cura di insegnare al popolo a inchinarsi quando elevano il pane, chiamato ostia, e a fare lo stesso quando il prete porta l’ostia ai malati”, Queste sono le regole e le ordinanze di Roma, sotto pretesto di santità, per condurre il popolo all’errore e all’idolatria, conducendolo non attraverso il pane a Cristo, ma da Cristo al pane. Ma tutti coloro che amano il Cristo stesso, che si guardino dal pensare che sia presente corporalmente nel pane; che elevino al contrario il loro cuore fino al cielo e che lo adorino assiso alla destra del Padre. Che lo adorino in se stessi, loro che sono nel tempio, dove vive e dimora spiritualmente, ma che si guardino dall’adorarlo come se fosse presente corporalmente nel pane. Perché non vi è né spiritualmente, come è nell’uomo, né corporalmente, come si può dire di una cosa che è nell’immagine che la rappresenta”.
(CW.,t.I, pg. 238)
ECCO UN DEGNO DISCENDENTE DI QUESTI DELINQUENTI, UCCISORI DELLA FEDE CATTOLICA...
I riformatori protestanti, COME QUESTO MONSIGNORE, cambiano la messa perché hanno in odio la Messa come Sacrificio Propiziatorio e la Transustanziazione (la presenza sostanziale di Gesù Cristo, corpo-sangue-anima-divinità, nella Santissima Eucarestia).
Cosi parla un Monsignore di spicco della Curia di Trento, la città dove si svolse l'ultimo grande Concilio Dogmatico della Chiesa Cattolica e patria di San Simonino...
«“Tu sei crocefisso e trafitto come Gesù l'appeso, in ignominia e vergogna come Gesù”. Per i partecipanti al rito sembra che l'infante cristiano avesse perduto la sua identità (se mai l'aveva posseduta ai loro occhi) e si fosse trasformato in Gesù “crocifisso e appeso”»
Di seguito il testo, tratto dal sito del quotidiano "IlTrentino": «Un orrore quella messa in latino» TRENTO. Ha studiato alla Pontificia Università Gregoriana, dirige il Museo diocesano ed è tra i fondatori dell'Istituto di scienze religiose. A sentir parlare della messa in latino inorridisce, lui che fu tra i fautori del passaggio al messale in italiano. Monsignor Iginio Rogger ha parole taglienti nei confronti del rito - a quanto pare di gran "moda" - celebrato da don Rinaldo Bombardelli in via del Suffragio. «Intanto non chiamatela messa tridentina: è un termine tecnico abusivo. Il Concilio non aveva l'attrezzatura e la cognizione scientifica per poter metter mano alla cosa. Trasferì alla Santa Sede il compito della riforma liturgica, che infatti fece Pio V in termini molto più sfumati rispetto a quanto questi settari tendono ad asserire. Per dire, nel 1563 ogni diocesi che avesse voluto non assumere il messale di Pio V, altamente ufficiale, ma avesse voluto conservare i suoi vecchi libri liturgici lo avrebbe potuto fare. Bastava poter dimostrare che i testi liturgici fossero in uso da almeno 200 anni. Ma un po' per comodità, un po' per carenza di studiosi la gran parte delle Diocesi, compresa Trento, non adottò quella facoltà di pluralismo. In realtà la conoscenza della storia del rito liturgico nel 500 era molto magra e anche Lutero non trovò che ritornare alle scritture.
Perché "settari"...
Se quel parroco non parroco che ha già tentato di bonificare a modo suo la celebrazione liturgica della Val dei Mocheni - che gli era stata assegnata - ha i suoi hobby, lasciamoglieli. Ricordo che inorridii quando fece una messa con il messale di Pio V. Proprio in quella valle, dove nel 1965 reintroducemmo l'italiano, sostituendolo al latino. All'epoca andai tra la popolazione a sondare. Il parroco di allora, santa persona, mi disse: qui sono tutti contenti. E sentenziò: al manco se capis qualcos. Ne capivano più i mocheni di Fierozzo a quei tempi...
Come spiega questo interesse oggi?
A quanto pare quelli il latino lo capiscono tutti: beati loro. Non vado certo a fargli l'esame. Io mi leggo il mio breviario in latino perché so cosa vuol dire. Ma con la gente la grande novità, che poi non è novità per niente, è che la celebrazione si faccia nella lingua che tutti capiscono. Per esprimere la propria fede. Non credo che questo messale latino avrà grande successo. Quelle 15 persone che si fanno una santa causa anche di bazzecole secondarie lei le trova sempre.
Un passo indietro...
Se uno vuole proprio farsi notare celebri in latino. Invece la grande fatica di tutti noi, pur tradotta in un linguaggio curato, è di appropriare alla gente la liturgia in italiano. Vestirla in modo che la gente la senta propria. E' qui che siamo tutti in arretrato. Se vogliamo ci sono anche le disquisizioni di papa Ratzinger con i lefebvriani: siamo capaci di litigare invece che di andare d'accordo... La settimana dell'unità comincia domani: ci confrontiamo con le altre Chiese cristiane che hanno altra lingua, altra forma e altro calendario. Che qualcuno oggi non riconosca quello che si è fatto...
Ci spieghi lei cosa è stato fatto negli ultimi 50 anni?
Fu impresa non da poco dal'65 in poi l'introduzione della liturgia riformata: non è stata fatta per capriccio o dilettantismo dei singoli. Io ero vicario episcopale per la liturgia con monsignor Gottardi. Ci furono difficoltà allora, risolte con il dialogo. Ma la cultura sta evolvendosi. Se vogliono, prendano il messale di Paolo VI, che è in latino, e aiuta a capire perché si canta "Santo, Santo, Santo" e chi deve cantare. Perché si tratta di un'acclamazione, non di una giaculatoria.
Di Luca Marognoli © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ecco come Kiko, RECENTEMENTE APPROVATO IN TUTTO DALLA GERARCHIA MODERNISTA DEL VATICANO e degno figlio di questi delinquenti della fede autenticamente Cattolica, fa celebrare ancora oggi l‟Eucaristia in tutte le sue comunità :
“Il rinnovamento è ripulire da tutto il rivestimento che c‟era, perché il nucleo e il contenuto che era nascosto sia visto in tutto il suo splendore. Così si cominciano a recuperare le cose realmente importanti. “Si sta recuperando l‟assemblea, si abbandonano gli altari laterali e le messe simultanee. Tuttavia non ci sarà una vera assemblea se non sorgeranno comunità che vivano dello Spirito per esultare in comunione. “Si recuperano i segni: si comincia a comunicare con il pane e non con l‟ostia che non sembra più pane, si beve il calice. “Il Concilio Vaticano II ha stabilito che si recuperino i segni in tutta la loro ricchezza di segni. Si recupera l‟abbraccio di pace, nonostante che risulti difficilissimo alla gente dato che non siamo né assemblea né comunità” (OR, p. 327).
NIENTE “GLORIA” E “CREDO”
“Neppure c‟è il „Gloria‟. Il Gloria è un brano meraviglioso ed è una preghiera del mattino; ma non ha senso nell‟Eucarestia, perché significa duplicare l‟anafora. L‟origine sta nel fatto che i monaci, prima della messa dicevano le lodi in cui recitavano il Gloria; col tempo finirono per inserirlo nella Messa.
“Lo stesso per il „Credo‟. Esso viene dal tempo delle eresie. Quando cominciarono ad apparire eretici ed apostati, prima di passare all‟eucarestia, gli si faceva confessare la loro fede. Ma non è un brano dell‟anafora né qualcosa di meno” (OR, pp. 328-329).
NIENTE OFFERTORIO
E‟ UN RITO PAGANO CHE ENTRA NELL‟EUCARESTIA
“Altro aspetto di fasto e religiosità è la processione delle offerte cioè l‟offertorio … comincia ad apparire un culto d‟offerta col quale l‟uomo deve placare Dio ch‟è proprio l‟idea pagana di portar offerte… Al principio perlomeno le offerte si lasciavano alla porta dei templi; poi … si comincia a portare offerte fino all‟altare. Allora si organizza una processione con tutte le offerte e con molte preghiere sulle offerte, fino al punto che l‟idea offertoriale invada l‟eucarestia primitiva … Questa idea offertoriale è giunta fino ai nostri giorni. Noi stessi abbiamo vissuto questa spiritualità offertoriale. Io stesso mi ricordo che l‟offertorio era per me di una importanza che non potete immaginare: con l‟ostia pura, santa e immacolata ti offri tu, il tuo lavoro... Ma qualcosa di ancora peggiore succede quando scompaiono le offerte materiali che davano senso all‟offertorio e allora rimane il rito senza il contenuto... occorre supplire con... molte preghiere particolari. E allora si fa l‟orazione per l‟ostia, un‟orazione per il calice; si offre il pane ed il vino che servono per il sacrificio... E‟ chiaro che questo offrire a Dio non è affatto una cosa cattiva. Tu puoi offrire a Dio quello che vuoi, ma l‟Eucarestia è una cosa ben diversa, nettamente distinta da tutto ciò. Nell‟Eucarestia tu non offri nulla: è Dio assolutamente presente quello che dà la cosa più grande e cioè la vittoria di Gesù Cristo sulla morte … La liturgia si riempie di queste idee di offerta e di molte altre legate ad una mentalità pagana” (OR, p. 321). “L‟offertorio nella riforma ha perduto di importanza” (OR, p. 327). “Sull‟offertorio, più concretamente, vi sono tre possibilità; una è quella che dice: Così come questo pane saremo riuniti nel tuo Regno. E‟ quella che alla fine si è preferita perché non ha senso offertoriale. La Chiesa primitiva non aveva offertorio: semplice-mente si portava il pane e il vino per celebrare i misteri … Accade che molti preti … non capiscono a cosa miri la riforma. Nella Eucarestia non c‟è nessuna offerta; le offerte si portano e si presentano semplicemente … La formula che si è lasciata non è che sia molto felice. La rinnovazione è appena incominciata” (OR, p. 328).
NIENTE “ORATE FRATRES”
“L„orate fratres‟ è l‟esempio maggiore di tutte quelle preghiere che furono introdotte nella messa di tipo individuale, penitenziale e sacrificale. Riassume tutte le idee medioevali della messa: pregate fratelli, perché questo sacrificio mio e vostro sia gradito …; la risposta era ancora peggiore: il Signore riceva dalla tue mani questo sacrificio … La riforma voleva toglierlo perché è un‟aggiunta con molte deformazioni. Fecero una catechesi speciale a Paolo VI per spiegarGli che bisognava toglierlo; Paolo VI fu convinto di questo, ma disse di non toglierlo per motivi pastorali; toglierlo è una questione delicata, perché lì il popolo aveva cominciato a partecipare e senza una previa catechizzazione non lo si poteva togliere perché avrebbe causato sconcerto nella gente. La prima cosa che ha detto infatti il Concilio è che per poter fare la riforma bisogna fare una catechizzazione. Altrimenti la gente si scandalizza perché non capisce niente; e per quanto cambiano le forme la gente continuerebbe a vivere la messa a suo modo, con il suo rosario ecc. Il popolo infatti non ha mai smesso di partecipare con novene, rosari” (OR, p. 328).
E ancora : “Non si tratta di spiegare con la ragione i sacramenti … altrimenti Dio ci avrebbe dato la filosofia per spiegarci quello che è Lui” (OR, p. 326). “Il pane è per il banchetto … La presenza reale è sempre un mezzo per condurci al fine, che è la Pasqua. Non è un assoluto, Gesù Cristo è presente in funzione del Mistero Pasquale. “Invece da Trento in poi si celebrerà l‟Eucarestia per consacrare e avere presente Gesù Cristo e metterlo nel tabernacolo. “In molti conventi di monache si dice la messa per riempire il tabernacolo. Abbiamo trasformato l‟Eucarestia che era un canto al Cristo glorioso, nel divino prigioniero del tabernacolo. “La riserva era per gli infermi … ; allora li si faceva partecipare, comunicare con l‟Eucarestia, con la Pasqua, con la Festa, che hanno celebrato in assemblea tutti i fratelli, per mezzo delle specie. E‟ come quando uno non ha potuto partecipare a delle nozze e gli conservano un pezzo di torta perché partecipi al banchetto. Ma più di questo è l‟intera celebrazione eucaristica in funzione della quale sono le specie” (OR, pp. 329-331). “… In un certo momento, per esempio, fu necessario insistere contro i protestanti sulla presenza reale. Ma una volta che questo non è più necessario, non bisogna insistervi più. Perché quel momento storico è passato. Perché se mette qualcosa come contrappeso sulla bilancia, perché non si sbilanci, una volta che il peso opposto è scomparso, non bisogna conservare il contrappeso perché se no si sbilancia dall‟altro lato. Se le cose stanno come devono essere, non bisogna insistervi più” (OR, pp. 333-334).
SOLO NELLA CELEBRAZIONE C‟E‟ PRESENZA REALE QUINDI NIENTE ADORAZIONE FUORI DELLA MESSA
“Le teologie del sec. XVI non sono altro che elucubrazioni mentali senza un‟esperienza biblica… Il mistero si incentra sulla presenza… La Chiesa cattolica diventa ossessionata riguardo alla presenza reale, tanto che per essa è tutto presenza reale… Comin-ciano le grandi esposizioni del Santissimo (prima mai esistite), perché la presenza era in funzione della celebrazione eucaristica e non il contrario. Il pane e il vino non sono fatti per essere esposti, perché vanno a male… sono fatti per essere mangiati e bevuti. “Io sempre dico ai Sacramentini, che hanno costruito un tabernacolo immenso: se Gesù Cristo avesse voluto l‟Eucarestia per stare lì, si sarebbe fatto presente in una pietra che non va a male. “Il pane è per il banchetto, per condurci alla Pasqua. La presenza reale è sempre un mezzo per condurci al fine, che è la Pasqua. Non è un assoluto, Gesù Cristo è presente in funzione del Mistero Pasquale. “Invece da Trento in poi si celebrerà la Messa per consacrare ed avere presente Gesù Cristo e metterlo nel tabernacolo. “In molti conventi di monache si dice la messa per riempire il tabernacolo. Abbiamo trasformato l‟Eucarestia che era un canto al Cristo glorioso, nel divino prigioniero del tabernacolo. “In questa epoca incomincia il Corpus Christi, le esposizioni solennissime del Santissimo, le processioni col Santissimo, le messe sempre più private, le visite al Santissimo e tutte le devozioni eucaristiche … “La presenza di Gesù Cristo è un‟altra cosa. E‟ il carro di fuoco che viene a trasportarci verso la gloria, a passarci dalla morte alla resurrezione, a farci veramente entrare nella morte, che è molto diverso. L‟eucarestia è completamente dinamica, ci mette in cammino. Noi l‟abbiamo trasformata in qualcosa di statico e manipolabile per noi. Pensate che è tanto vero quel che dico che facciamo il ringraziamento dopo aver comunicato, mentre tutta l‟Eucarestia, come abbiamo visto, è azione di grazie” (OR, pp. 329-330). “Come cosa separata dalla celebrazione cominciano le famose devozioni eucaristiche: l‟adorazione, le genuflessioni durante la messa ad ogni momento, l‟elevazione perché tutti adorino… “L‟adorazione e la contemplazione sono specifiche della Pasqua, ma dentro la celebrazione, non come cose staccate” (OR, p. 331).
“Si rinnovò la settimana santa... Sant‟Elena costruì (basiliche) a Gerusalemme. Allora la Pasqua si trasformò in un rivivere teatralmente i fatti della Passione con molte cerimonie storiche, non sacramentali. La Pasqua si disperse in tante Via Crucis, processioni e grandi offici. La notte pasquale perde, a poco a poco, di valore e aumenta l‟importanza del giovedì santo, del venerdì santo e del sabato santo … con cerimonie molto arricchite con teatralizzazioni e cariche sentimentali. Il mistero si perde in una commemorazione storica. La Pasqua perde unità e si trasforma in 1 settimana di feste” (OR, 331). Ora tutte queste affermazioni eretiche sono contenute negli “Orientamenti alle équipes di catechisti per la fase di conversione” - “Orientamenti alle équipes di catechisti per la convivenza della rinnovazione del primo scrutinio battesimale‟, 1972 (1986) - “Orientamenti alle équipes di catechisti per lo Shemà”, 1974‟ – “Orientamenti alle équipes di catechisti per il 2° Scrutinio Battesimale” - “Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, 1981, 1977 - “Passaggio della Redditio”, 1986, che tuttora vengono predicate ed attuate nelle loro celebrazioni Eucaristiche, in tutte le comunità del mondo. E c‟è solo da immaginarsi che cosa ci sia scritto nelle catechesi non rese pubbliche e che da tanti anni sono in possesso anche del Vaticano.
E ancora: “Che in una parrocchia esista un parroco, due coadiutori, una grande chiesa con 5 campane, 35 statue… tutto questo non fa la Chiesa… per il fatto che in un posto si faccia la catechesi e si formi una comunità non esiste la Chiesa. Se quelli che stanno lì dentro non danno i segni della fede, non si dà la Chiesa… questo è soltanto aderire a delle verità… Dov‟è allora la Chiesa? Dov‟è lo Spirito Santo, lo Spirito vivificante di Gesù Cristo Risorto, dov‟è l‟uomo nuovo del Sermone della Montagna. Dove c‟è questo, lì c‟è la Chiesa” (OR, p. 88). “La Chiesa non è una cosa giuridica, ma sacramentale… Se passiamo a una visione giuridica della Chiesa come si farà dopo, la penitenza acquista anche essa una dimensione giuridica, la Chiesa primitiva è un corpo che esplicita nel mondo la resurrezione di Gesù Cristo” (OR, p. 167). (Queste tesi erano proprie di Montano e di Beguardi (D-S 893), dei Fraticelli (D-S 910-912), di Wyclif (D-S 1187), di G. Hus (D-S 1201-1206), di Lutero (D-S 1465ss), di P. Quesnel (D-S 2474ss), dei Giansenisti (D-S 2615) e del noto teologo protestante Bonhoeffer.) “Questa crisi (di fede)…
“Questa crisi (di fede)… consiste nel fatto che non abbiamo mai visto i segni della fede. I teologi dicono che senza i segni non si può dare la fede” (OR, p. 72). “Se il cammino deve apportare qualcosa alla Chiesa deve essere in mezzo alla contraddizione se va ad essere un fermento per la Chiesa deve scontrarsi con un‟altra mentalità. Io mi rallegro sempre di questo e mi conforta: quanti più problemi abbiamo a Roma sempre dico: “Questo va bene”. La contraddizione è un‟opera di Dio perché se tutto andasse molto bene vorrebbe dire che non apportiamo nulla di nuovo alla Chiesa” (1°SCR, p. 3). “La Chiesa, sacramento di salvezza, oggi nelle parrocchie non si vede da nessuna parte, piuttosto sono degli uffici dove la gente va a Messa, al Battesimo, però non sono un sacramento di salvezza” (1°SCR, p. 31). “Io giunsi a venticinque anni senza vedere un solo cristiano… ma il cristianesimo che si legge nei Vangeli dove lo abbiamo visto?… Tutti questi cristiani che vanno e riempiono le chiese quando ci hanno dato una testimonianza di cristianesimo adulto?” (1°SCR, pp. 53-54).
“… a noi è stato dato il Battesimo, da piccolini tutto di un colpo, con la fede prestata dalla Chiesa e poi non ci è stata fatta la catechesi. … E nei collegi come ci hanno catechizzato? Magari il prete ciccione che ci faceva religione e le cui lezioni erano dormite profonde e che se non sapevi la lezione ti mollava un ceffone… (1°SCR, p. 53). “Quando abbiamo conosciuto noi un cristiano adulto?” (1°SCR, p. 59). “Ed è un fatto che le nostre parrocchie oggi per il 78% degli uomini che se ne sono andati dalla Chiesa, non sono sacramento di salvezza. Di quelli che noi chiamiamo cristiani siamo scandalo per quelli che non vengono più in Chiesa” (1°SCR, p. 62). “Io ho visto che cosa ha significato un certo tipo di cristianesimo per la mia famiglia, ho visto come mai questo cristianesimo ha salvato mio padre, anzi lo ha ucciso e così con mia madre, con i miei zii, con tutta la società cattolica di Madrid” (SH, p. 44). “Sacerdote è Cristo in quanto è il vero, l‟unico Sacerdote. Ma la Chiesa. Quale Chiesa? Sono parole assurde! Ma che Chiesa? Vedendo i preti dire messa? Vedendo il Papa? Il Vaticano? Che è la Chiesa? Vedete la confusione che esiste?” (2°SCR, p. 74). “Questo tempio dove deve abitare lo Spirito Santo non c‟è. Tuo cognato che va a messa tutti i giorni, va a vedere se è tempio dello Spirito Santo…” (2°SCR, p. 75). “Oggi dobbiamo ricostruire la Chiesa come se si incominciasse di nuovo … Non si sa più che è essere cristiano. In alcuni essere cristiano significa liberazione politica, per altri … Mah!… Questo tempio dove deve abitare lo Spirito Santo non c‟è” (2°SCR, p. 75). “Per questo dice qui che il sacrificio che Dio vuole è il nostro corpo, la nostra vita nella storia perché nel cristianesimo non esistono templi. Questo fratelli è molto importante perché se non cambiate, se non uscite dalla religiosità dovete andarvene da qui, bisogna uscire dall‟idolatria del tempio. Il tempio siete voi, voi siete il nuovo tempio che è il vostro corpo. Siete sacerdoti di un nuovo tempio che è il vostro corpo, di un culto spirituale che si fa nella storia e nel mondo, non nella Chiesa nel senso di tempio-edificio. Perché la Chiesa è piena di idolatrie, la Chiesa cattolica è piena di paganesimo; anche si può fare questo lì. Allora il culto è nel vostro corpo facendo la volontà di Dio nella storia. Dio non vuole sacrifici né oblazioni, né Messa al mattino, né andare a pregare i santi quando poi nella storia sei un idolatra, quando nella storia tu non rispondi, quando in casa tu non hai misericordia, quando nella tua famiglia tu sei un uomo che fa il contrario di quello che dice il cristianesimo” (“Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, 1981, p. 34). “La Chiesa è mezza distrutta e bisogna ricostruirla” (“Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, p. 168). “Oggi il cuore del Vangelo è in pericolo molto grave… Tu chiedi qualcosa a un prete… e c‟è una confusione…gravissima” (“Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, 1981, p. 173). “Siamo a Roma, stiamo fino ai capelli nel cristianesimo, sono tutti già „vaccinati‟. E‟ la terra peggiore, è la terra che ha dato già tutto. E‟ la peggio terra del mondo!… Qui siamo nelle parrocchie romane! Figurati! In tutte le parti del mondo si pensa che Roma è il peggio, in tutta Italia: „Lì a Roma con i cardinali, la curia… ognuno si fa i fatti suoi, lì non c‟è pastorale vera: in Roma mai stata una pastorale… si dice da tutte le parti ed è vero, è vero!‟” (“Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, 1981).
NEL CRISTIANESIMO NON C‟E‟ TEMPIO, NE‟ ALTARE, NE‟ SACERDOTI IL MINISTRO RAPPRESENTA L‟ASSEMBLEA: SIAMO TUTTI SACERDOTI
“Nel cristianesimo non c'è tempio, né altare, né sacerdoti nel senso della religiosità naturale. “Non c‟è tempio nel senso di luogo sacrosanto, in cui si rende un culto sacro, la casa di Dio dove Egli abita … Il tempio nel cristianesimo siamo noi cristiani.
“Allo stesso modo nel cristianesimo non c'è altare, nel senso di pietra sacra cui nessuno si può avvicinare, né tanto meno toccare. Di questo, quelli di voi che avete vissuto il cristianesimo a livello di religiosità naturale, avete una piccola esperienza: quando andavate a Messa, vi mettevate dietro, e se ti capitava di essere vicino al tabernacolo sentivi un tuffo al cuore perché ti avvicinavi all'intoccabile, al luogo dove c'era il sacro. Noi cristiani non abbiamo l‟altare perché l‟unica pietra santa è Cristo, Pietra angolare. Perciò noi possiamo celebrare l‟eucarestia sopra un tavolo; e la possiamo celebrare in una piazza, in campagna e dove ci piaccia. “Non abbiamo nemmeno sacerdoti nel senso di persone che separiamo da tutti gli altri perché in nostro nome si pongano in contatto con la divinità. Perché il nostro sacerdote, colui che intercede per noi è Cristo. E siccome siamo il suo corpo, siamo tutti sacerdoti. Tutta la Chiesa è sacerdotale nel senso che intercede per il mondo. E‟ vero che questo sacerdozio si visibilizza in un servizio e vi sono alcuni fratelli che sono i servitori di questo sacerdozio, ministri del sacerdozio” (OR, pp. 56-57). “Il prete deve essere, nella religiosità naturale, un uomo povero, con il vestito rattoppato, molto casto, per essere un buon ponte tra Dio e gli uomini. Ma questo non è cristiano. L‟altro giorno Farnes davanti a cinquanta preti diceva: il sacerdozio nel Cristianesimo non esiste, i templi non esistono, gli altari non esistono. Per questo l‟unico altare del mondo tra tutte le religioni che ha tovaglie è il cristiano, perché non è un altare, è una mensa. Anche noi abbiamo fatto nell‟epoca della mescolanza con la religiosità altari di pietra monumentali, anche se poi gli mettevamo le tovagliette. Un altare non può avere tovaglie, perché l‟altare è per fare sacrifici di capre e di vacche” (1°SCR, p. 54). “Il presbitero sta facendo un ministero in nome di tutti noi, parla in nome della nostra assemblea, unito a Gesù Cristo chiede al Padre per noi. Ha un ministero perché rappresenta l‟Assemblea. Siamo tutti sacerdoti, siamo il Corpo di Gesù Cristo, abbiamo una missione per il mondo; vedendo noi il mondo conoscerà Dio. Ma il presbitero è il ministro del nostro sacerdozio, questo è molto importante; in questa assemblea sta facendo un ministero sacerdotale come tutti noi ne stiamo facendo un altro. Lui va, in nome di tutta la nostra assemblea, ad alzare al Signore la nostra preghiera. Va a chiedere al Signore che abbia pietà di noi e ci dia il suo Spirito per ascoltare la sua Parola e perché possiamo convertirci e perdonarci gli uni gli altri” (PR, p. 55). Invece la Chiesa afferma: “Il Signore... promosse alcuni fedeli come ministri in modo che nel seno della società dei fedeli avessero la sacra potestà dell‟Ordine per offrire il Sacrificio e perdonare i peccati, e che in nome di Cristo svolgessero - per gli uomini - in forma ufficiale la funzione sacerdotale” (P.O. n° 2 b). “Inoltre è attraverso il ministero dei Presbiteri che il sacrificio spirituale dei fedeli viene reso perfetto perché viene unito al sacrificio di Cristo, unico Mediatore; questo sacrificio... per mano dei Presbiteri e in nome di tutta la Chiesa, viene offerto nell‟Eucaristia in modo incruento e sacramentale… Le considerazioni che Kiko fa sul sacerdozio sono errate: dovrebbe leggere la Dichiarazione della Commissione Cardinalizia (15 ottobre 1968) ed il Supplemento al Nuovo Catechismo nelle quali sono stati corretti, vari punti del Nuovo Catechismo Olandese (cfr. A.A.S. 6°, 1968, 690). “Si eviterà di sminuire la grandezza del sacerdozio ministeriale, che differisce dal sacerdozio comune dei fedeli non soltanto per grado ma per essenza” (L.G., n° 10, Istruzione sul culto del Mistero Eucaristico, 25.5.67, n°11). “Si curi, pertanto, che nel descrivere il ministero dei sacerdoti, si metta meglio in luce la media-zione fra Dio e gli uomini che essi compiono, non solo con la predicazione della parola di Dio, con la formazione della comunità cristiana, con l‟amministrazione dei sacramenti, ma anche e soprattutto con l‟offerta del sacrificio eucaristico a nome di tutta la Chiesa” (L.G., n° 28 e P.O. nn. 2 e 13).
Questo a conferma del suo reale pensiero sul Sacerdozio della Chiesa Cattolica e degli abusi che avvengono durante la celebrazione dell'Eucarestia di tutte le comunità del mondo, nell'anno del Signore 2012.
Ci vorranno come minimo altri cinquant'anni prima che qualcosa cambi davvero in senso tradizionale...
RispondiEliminaParadosi
Le ultime affermazioni di Kiko, che leggo in questa discussione, sono di una gravità e di una rozzezza infinita.
RispondiEliminaAver approvato la sua "liturgia", significa in soldoni aver approvato queste AUTENTICHE FARNETICAZIONI che pero' si insegnano nei seminari modernisti cattolici.
Qui è totalmente misconosciuto il valore della CONSACRAZIONE del tempio, dell'altare, dei vasi sacri. E' totalmente RESPINTO il senso del simbolo nella liturgia, l'educazione al timore e all'amore.
Con la scusa MISERABILE E STRUMENTALE che queste sono concezioni "magiche" e "pagane", si finisce per opporle alla Bibbia (dove guarda caso esisteva un culto e norme severissime che lo regolavano, esisteva un profondo senso di Sacro, per quanto la gloria di Yahwé sia pure presente nelle sue cosmiche opere).
Non vi è dubbio che questa perniciosa eresia sia diametralmente all'opposto della tradizione biblica, apostolica, paleocristiana e cristiana.
Averla approvata da parte del Vaticano significa comparteciparla intimamente.
E' un'altra Chiesa, CERTO E SICURO COME LA MORTE!!!
Paradosi
Una Chiesa che non condanna più l'eresia e dice bene quando è male, ha smesso di essere Chiesa.
RispondiEliminaProprio esattamente come un corpo finisce per essere vivente, quando non respinge più i virus e pensa che siano un bene e li ingloba e muore.
Il Cattolicesimo conciliare ogni giorno di più dimostra di essere morto.
"il pane eucaristico va' a male" (Kiko Arguello)
RispondiEliminaSe solo 100 anni fa avessero sentito questo, avrebbero appeso per i genitali nella pubblica piazza chi lo diceva! (con licenza parlando!)
Questa affermazione è blasfema.
Infatti:
- se la legge della decadenza riguarda quanto sacramentalmente diviene "corpo e sangue di Cristo", allora Cristo non era Dio e non è risorto dai morti.
E' la stessa obiezione che fanno i cattolici conciliari quando non vogliono prendere l'ostia in bocca per paura delle malattie.
Se il Sacramento è veicolo di malattie, se l'ostia consacrata va a male, allora quello non è Corpo e Sangue di Cristo. Se non è Corpo e Sangue di Cristo quella Messa non è Messa.
Se quel pane resta pane (e quindi veicola malattie e va a male), allora il Cattolicesimo è falsa religione.
Ma se tutto ciò non è vero, allora è Kiko ad essersi gravemente sbagliato e, più che un errore grave, questa è un bestemmia verso l'Eucarestia, ossia verso la presenza reale di Cristo.
E lo approvano?!?!?!?!??!?!??!?!?!?!?!?!!??!?!??!?!?!?!?!
Serpenti e figli di serpenti....
[Conservo un pane benedetto, parte di pane che è servita per una Messa in rito bizantino. Lo conservo da anni. Si è indurito ma non è MAI andato a male né mai ha fatto la muffa. Ciò che la grazia tocca, può fermare la legge di decandenza. Se questo non avviene, allora non è successo niente. La grazia tocca anche la materia. Pensare come Kiko, significa essere realmente FUORI dal Cristianesimo nel quale IL CORPO di Cristo è risorto, non un semplice fantasma o simbolo. La materia eucaristica, dunque, è un puro supporto per il Corpo di Cristo? Non è la stessa materia divenuta misticamente suo corpo e suo sangue, mantenendo l'apparenza del pane e del vino? Quando dice Kiko pare essere la confessione che l'Eucarestia - anche consacrata - è un puro supporto materiale alla comunione con Dio, ma in realtà non cambia la sua materia, non è toccata dal miracolo eucaristico per cui, inevitabilmente, SI ALTERA E VA A MALE.
Sentite: costui, alla fine, nega la presenza eucaristica!].
Scandalizzato
Grazie di cuore, carissimo!
EliminaMolte volte ho pensato di trattare questo tema dell'incorruttibilità delle Specie consacrate, ma non sono mai riuscita a farlo con la chiarezza e la purità di spirito con cui tu lo hai espresso.
E' infatti importantissimo confutare questa indegna tesi di Kiko, che equivale ad una chiara negazione della Presenza reale e della Natura divina che supera le leggi naturali della comune caducità.
A nome di tutti grazie per questo prezioso e illuminante intervento.
In questo indirizzo si troverà una risposta più articolata ed esauriente di queste eresie kikiane:
Eliminahttp://traditioliturgica.blogspot.com/2012/01/errori-eucaristici-e-liturgici.html
La Santa Chiesa è sempre stata attaccata esternamente da uomini dal cuore corrotto ed insidiata al suo interno da falsi dottori e reprobi, ma quanta cura e quanta Autorità mettevano i Pontefici nel difendere i fedeli da queste minacce! Come scriveva Papa Pio VIII in una sua lettera, “ Il Celeste Agricoltore, affidando alla Nostra umiltà l’eletta vigna di Cristo- acquisita con il Suo sangue-, nella quale Cristo è l’unica, vera vita e i cui tralci sono tanti quanti sono i fedeli vivificati dalla Sua grazia, Ci ha imposto risolutamente di mondare tutti i tralci fruttiferi e fecondi affinché rechino maggior frutto, e di potare, recidere e sradicare con giusto e meditato rigore quelli che non danno frutto.”
RispondiEliminaE continuava: “Magari Noi potessimo fare a meno della verga che Ci fu affidata, nella persona del beato Pietro, dal Principe dei pastori per correggere e punire le pecore ostinate nella perdizione, e per fornire agli altri un esempio e un salutare terrore insieme con la tutela di tutto il gregge del Signore! Fosse vero che questa pecora miseramente aberrante, ascoltando la voce del pastore, si mostrasse pronta a ritornare all’ovile di Cristo!...”
Ma se la pecora si ostinava a non tornare, essa veniva separata dalle altre, come fosse appestata, affinchè non contagiasse l’intero gregge, adempiendo quindi quel precetto evangelico: "Se non avrà dato ascolto alla Chiesa, sia per te come un pagano e un pubblicano".
Dopo anni di sfrenato modernismo, le pecore allontanate non sono più quelle appestate, bensì quelle sane, ma sorpresa! mentre le prime si rifugiano felici nell’ovile custodito dal Celeste Pastore, le altre continuano a belare inutilmente nel deserto in balia di chiunque…e anche questa è Giustizia Divina.
Patrizia
Ma per andare dai PRINCIPI GENERALI al CASO SPECIFICO, io resto meravigliato di come vescovi, preti, teologi diano silenziosa testimonianza di INCOMPENTENZA.
RispondiEliminaUn tempo affermazioni del genere avrebbero fatto scattare immediatamente la scomunica.
Adesso li approvano.
Quel relativismo che la Chiesa conciliare condanna nel mondo se lo trova in se stessa ingigantito di miliardi di volte. Ad un certo punto crollerà rumorosamente ma non prima di aver finito di seminare agnosticismo e indifferentismo nel mondo....
Kiko per dire quelle eresie ci avrà messo 5 minuti, non più, come un elefante che entra in una cristalleria e spacca capolavori d'arte.
RispondiEliminaChi ha dovuto scrivere la confutazione alle sue eresia ci ha dovuto mettere un giorno, invece!
Ora il testo è definitivo: http://traditioliturgica.blogspot.com/2012/01/errori-eucaristici-e-liturgici.html
Altra messa in ridicolo delle idee kikiane è presente in:
RispondiEliminahttp://traditioliturgica.blogspot.com/2012/01/linguaggio-umano-linguaggio-liturgico.html