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lunedì 27 febbraio 2012

IL SANTISSIMO SACRAMENTO E LA DEVOZIONE A MARIA SANTISSIMA, LE DUE COLONNE CHE SALVERANNO LA CHIESA....

Il sogno delle due colonne...
Tra i sogni di Don Bosco, uno dei più noti è quello conosciuto con il titolo di «Sogno delle due colonne». Lo raccontò la sera del 30 maggio 1862.
«Figuratevi — disse — di essere con me sulla spiaggia del mare, o meglio sopra uno scoglio isolato, e di non vedere attorno a voi altro che mare. In tutta quella vasta superficie di acque si vede una moltitudine innumerevole di navi ordinate a battaglia, con le prore terminate a rostro di ferro acuto a mo’ di strale. Queste navi sono armate di cannoni e cariche di fucili, di armi di ogni genere, di materie incendiarie e anche di libri. Esse si avanzano contro una nave molto più grande e alta di tutte, tentando di urtarla con il rostro, di incendiarla e di farle ogni guasto possibile.
A quella maestosa nave, arredata di tutto punto, fanno scorta molte navicelle che da lei ricevono ordini ed eseguiscono evoluzioni per difendersi dalla flotta avversaria. Ma il vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i nemici.
In mezzo all’immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne, altissime, poco distanti l’una dall’altra. Sopra di una vi è la statua della Vergine Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello con questa iscrizione: “AUXILIUM CHRISTIANO RUM”; sull’altra, che è molto più alta e grossa, sta un’OSTIA di grandezza proporzionata alla colonna, e sotto un altro cartello con le parole: “SALUS CREDENTIUM”.
Il comandante supremo della grande nave, che è il Romano Pontefice, vedendo il furore dei nemici e il mal partito nel quale si trovano i suoi fedeli, convoca intorno a sé i piloti delle navi secondarie per tenere consiglio e decidere sul da farsi. Tutti i piloti salgono e si adunano intorno al Papa. Tengono consesso, ma infuriando sempre più la tempesta, sono rimandati a governare le proprie navi.
Fattasi un po’ di bonaccia, il Papa raduna intorno a sé i piloti per la seconda volta, mentre la nave capitana segue il suo corso. Ma la burrasca ritorna spaventosa.
Il Papa sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a portare la nave in mezzo a quelle due colonne, dalla sommità delle quali tutto intorno pendono molte àncore e grossi ganci attaccati a catene.
Le navi nemiche tentano di assalirla e farla sommergere: le une con gli scritti, con i libri, con materie incendiarie, che cercano di gettare a bordo; le altre con i cannoni, con i fucili, con i rostri. Il combattimento si fa sempre più accanito; ma inutili riescono i loro sforzi: la grande nave procede sicura e franca nel suo cammino. Avviene talvolta che, percossa da formidabili colpi, riporta nei suoi fianchi larga e profonda fessura, ma subito spira un soffio dalle due colonne e le falle si richiudono e i fori si otturano.
Frattanto i cannoni degli assalitori scoppiano, i fucili e ogni altra arma si spezzano, molte navi si sconquassano e si sprofondano nel mare. Allora i nemici, furibondi, prendono a combattere ad armi corte: con le mani, con i pugni e con le bestemmie.
A un tratto il Papa, colpito gravemente, cade. Subito è soccorso, ma cade una seconda volta e muore. Un grido di vittoria e di gioia risuona tra i nemici; sulle loro navi si scorge un indicibile tripudio.
Senonché, appena morto il Papa, un altro Papa sottentra al suo posto. I piloti radunati lo hanno eletto così rapidamente che la notizia della morte del Papa giunge con la notizia della elezione del suo successore. Gli avversari cominciano a perdersi di coraggio.
Il nuovo Papa, superando ogni ostacolo, guida la nave in mez zo alle due colonne, quindi con una catenella che pende dalla prora la lega a un’ancora della colonna su cui sta l’Ostia, e con un’altra catenella che pende a poppa la lega dalla parte opposta a un’altra àncora che pende dalla colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata.
Allora succede un gran rivolgimento: tutte le navi nemiche fuggono, si disperdono, si urtano, si fracassano a vicenda. Le une si affondano e cercano di affondare le altre, mentre le navi che hanno combattuto valorosamente con il Papa, vengono anch’esse a legarsi alle due colonne. Nel mare ora regna una grande calma».


A questo punto Don Bosco interroga Don Rua:
— Che cosa pensi di questo sogno?
Don Rua risponde:
— Mi pare che la nave del Papa sia la Chiesa, le navi gli uomini, il mare il mondo. Quelli che difendono la grande nave sono i buoni, affezionati alla Chiesa; gli altri, i suoi nemici che la com battono con ogni sorta di armi. Le due colonne di salvezza mi sembra che siano la devozione a Maria SS. e al SS. Sacramento del l’Eucaristia.

— Hai detto bene — commenta Don Bosco —; bisogna soltanto correggere una espressione. Le navi dei nemici sono le persecuzioni. Si preparano gravissimi travagli per la Chiesa. Quello che finora fu, è quasi nulla rispetto a quello che deve accadere. Due soli mezzi restano per salvarsi fra tanto scompiglio: Devozione a Maria SS., frequente Comunione.
Il servo di Dio cardinale Schuster, arcivescovo di Milano, dava tanta importanza a questa visione, che nel 1953, quando fu a Torino come Legato Pontificio al Congresso Eucaristico Nazionale, la notte sul 13 settembre, durante il solenne pontificale di chiusura, sulla Piazza Vittorio, gremita di popolo, diede a questo sogno una parte rilevante della sua Omelia.
Disse tra l’altro: « In quest’ora solenne, nell’Eucaristica Torino del Cottolengo e di Don Bosco, mi torna in mente una visione profetica che il Fondatore del Tempio di Maria Ausiliatrice narrò ai suoi nel maggio del 1862. Gli sembrò di vedere la flotta della Chiesa battuta qua e là dai flutti di una orribile tempesta; tanto che, ad un certo momento, il supremo condottiero della nave capitana — Pio IX — convocò a consiglio i gerarchi delle navi minori.
Purtroppo la bufera, che mugghiava sempre più minacciosa, in terruppe a mezzo il Concilio Vaticano (è da notare che Don Bosco annunciava questi eventi otto anni prima che avvenissero). Nelle alterne vicende di quegli anni, per ben due volte gli stessi Supremi Gerarchi soccombettero al travaglio. Quando successe il terzo, in mezzo all’oceano furente cominciarono ad emergere due colonne, in cima alle quali trionfavano i simboli dell’Eucaristia e della Vergine Immacolata.
A quella apparizione il nuovo Pontefice — il Beato Pio X — prese animo e con una salda catena, agganciò la nave Capitana di Pietro a quei due solidi pilastri, calando in mare le ancore.
Allora i navigli minori cominciarono a vogare strenuamente per raccogliersi attorno alla nave del Papa, e così scamparono dal naufragio. La storia confermò la profezia del Veggente. Gli inizi pontifi cali di Pio X con l’àncora sullo stemma araldico coincisero appunto con il cinquantesimo anno giubilare della proclamazione dog matica della Concezione Immacolata di Maria, e venne festeggiata in tutto l’orbe cattolico. Tutti noi vecchi ricordiamo l’8 dicembre 1904, in cui il Pontefice in San Pietro circondò la fronte del l’Immacolata d’una preziosa corona di gemme, consacrando alla Madre tutta intera la famiglia che Gesù Crocifisso le aveva commesso.
Il condurre i pargoli innocenti e gli infermi alla Mensa Eucaristica entrò parimenti a far parte del programma del generoso Pontefice, che voleva restaurare in Cristo tutto quanto l’orbe. Fu così che, finché visse Pio X, non ci fu guerra, ed Egli meritò il titolo di pacifico Pontefice dell’Eucaristia.
Da quel tempo le condizioni internazionali non sono davvero migliorate; così che l’esperienza di tre quarti di secolo ci conferma che la nave del Pescatore sul mare in burrasca può sperare sal vezza solo con l’agganciarsi alle due colonne dell’Eucaristia e dell'Ausiliatrice, apparse in sogno a Don Bosco » (da L’Italia del 13 settembre 1953).
Lo stesso santo card. Schuster, un giorno disse a un Salesiano:
« Ho visto riprodotta la visione delle due colonne. Dica ai suoi Superiori che la facciano riprodurre in stampe e cartoline, e la diffondano in tutto il mondo cattolico, perché questa visione di Don Bosco è di grande attualità: la Chiesa e il popolo cristiano si salveranno con queste due devozioni: l’Eucaristia e Maria, Aiuto dei Cristiani».
 SAN DON BOSCO E IL BEATO PIO IX...
 

Niente Monsignore
Quando, nel 1858, don Bosco si recò la prima volta a Roma a conferire con Pio IX per la fondazione della Società Salesiana, il Santo Padre, per dargli un pegno della sua stima e del suo affetto, aveva pensato di nominarlo suo Cameriere Segreto, ossia Monsignore. 
E don Bosco, che non aveva mai ambito onori, modestamente ringraziò, soggiungendo spiritosamente: - Santità, che bella figura farei io quando comparissi in mezzo ai miei ragazzi vestito da Monsignore! I miei figli non mi riconoscerebbero più; non oserebbero avvicinarmi, e tirarmi da una parte e dall'altra come fanno adesso. E poi, la gente mi crederebbe ricco e... addio elemosine. I miei poveri giovani ne avrebbero a morir di fame, e le mie opere a perire. Oh, quant'è meglio che resti sempre il povero don Bosco! 
Il Papa ammirò l'umiltà così graziosa di lui, e lo prese in specialissima confidenza e familiarità. 
Sotto il piede del Papa
Nella settimana Santa del 1858, il Papa lo volle presso di sé in tutte le funzioni della Basilica di S. Pietro, e la Domenica di Pasqua, 4 aprile, essendosi il Santo portato con un Cardinale sulla loggia di S. Pietro, dove il Papa si sarebbe recato a benedire il popolo di Roma, mentre stava osservando estatico quello spettacolo di oltre 200 mila persone, ecco arrivargli alle spalle la sedia gestatoria su cui era portato il Papa. 
Non potendo più ritirarsi da alcun lato, si volse di fianco, e la punta del piede del Santo Pontefice si posò sulla sua spalla. 
Due giorni dopo, ritornato all'udienza, il Papa, appena lo vide, gli disse con apparente serietà: - Reverendo, dove vi siete andato a cacciare il giorno di Pasqua, durante la Benedizione papale? Lì, dinanzi al Papa. E quasi con le spalle sotto il suo piede!... Come se il Papa avesse bisogno di esser sostenuto da don Bosco. 
- Santità - rispose don Bosco - fui colpito all'improvviso! ... chiedo venia se... 
- E aggiungete ancora l'affronto col chiedere se mi avete offeso?! 
Il povero don Bosco lo guardò con aria così confusa che ci volle tutta la serietà di Pio IX per non scoppiar a ridere. 
Tre Papi debitori
In un'altra udienza avuta da Pio IX, don Bosco vi si recò portando una lunga lista di favori spirituali che desiderava ottenere per la Società Salesiana. Alcuni erano talmente importanti, che egli non osava quasi sperare. 
A un certo punto, il discorso venne sull'attaccamento di don Bosco e dei suoi Salesiani alla Santa Sede e al Papa in particolare; e il Pontefice esclamò con enfasi: 
- Caro don Bosco, lo so! Tre Papi sono a voi debitori! Ne avete difeso la fama oltraggiata con la vostra Storia d'Italia, con la Storia Ecclesiastica e con le Letture Cattoliche. Tre Papi, capite, vi sono debitori! 
Il Santo, pigliata la palla al balzo, alzò gli occhi al Santo Padre, e argutamente soggiunse: 
- Non solo i passati, ma anche i presenti! 
- Ho capito! avete qualche cosa da chiedere? Allora don Bosco tirò fuori e presentò la supplica ed il Papa, esaminatala, gli concesse tutti i favori che desiderava dicendo: 
- Così il Papa presente paga i suoi debiti. 
Le 300 volpi...
Nell'udienza che don Bosco ebbe dal Papa Pio IX il 19 gennaio 1867 poté costatare quanta fosse la familiarità con la quale questo Papa lo trattava. 
Caduto il discorso sulle tristi condizioni nelle quali i settari avevano ridotto la Chiesa, il Papa chiese a don Bosco: 
- E in quanto all'amnistia che abbiamo concesso ai condannati politici, che cosa ne dite? 
Il Santo, ben prevedendo i gravi avvenimenti che sarebbero succeduti, esitava a rispondere; ma il Papa soggiunse insistendo: 
- Su, su, dite pur liberamente il vostro pensiero. 
- Vostra Santità - rispose don Bosco - con quel tratto di sovrana clemenza pare che abbia fatto come Sansone quando catturò le 300 volpi e poi le lasciò andare in libertà. Esse corsero ovunque, a portarvi l'incendio e la distruzione. 
- Bene, bene, avete indovinato! - esclamò il Pontefice. 
E poi soggiunse: - Noi ci siamo ingannati! Si ammansiscono e si addomesticano le bestie feroci, ma le « volpi perdono il pelo, ma non il vizio ». 
Sorpasserà gli anni di S. Pietro
Dal seguente aneddoto, appare sempre meglio come Pio IX ricambiasse l'amore che don Bosco e i Salesiani nutrivano per lui e per la Sede Apostolica, e quanto fosse squisita la bontà di questo Papa. 
Nel febbraio del 1869, recatosi don Bosco nuovamente dal Papa, questi l'accolse con le lacrime agli occhi e gli disse: 
- Caro don Bosco, io sono vecchio; da un momento all'altro posso mancare; se avete qualche cosa da chiedere per la vostra Congregazione, fate presto. 
Il Santo con la sua tranquillità e sicurezza abituale, guardando amorosamente il Pontefice, rispose in tono profetico: 
- Santo Padre, il Signore vi serba ancora a grandi cose, e a fare del gran bene per la Chiesa. 
- Eh!... - soggiunse Pio IX - manca solo un anno e mezzo all'età del pontificato di S. Pietro. 
- E voi, Santità, lo sorpasserete. 
- Che dite mai? Non è mai capitato. 
- Ebbene, io dico a Vostra Santità che, non solo vedrà i giorni e gli anni del Pontificato di san Pietro, ma altri ancora. 
La profezia si avverò. 

La merenda del Papa
In quella stessa udienza, Pio IX, per dimostrare a don Bosco tutta la paterna bontà che nutriva per lui e per i suoi figli, dopo avergli detto: « Vi concedo tutte le facoltà possibili », concluse: - Ma voi avete ancora da chiedermi qualche cosa. 
Don Bosco rimase alquanto sospeso, e il Papa continuò: 
- Sì, sì, voi desiderate ancora qualche cosa da me. 
- Santità, dopo la vostra Benedizione, che potrei ancora desiderare? 
- E come! Non desiderate fare stare allegri i vostri giovani quando sarete ritornato in mezzo a loro? 
- Santità, questo sì! 
- Dunque, aspettate! 
Aperto lo scrigno, ne trasse un bel rotolo di monete d'oro, e, senza neppure contarle, le pose in mano al Santo dicendo: 
- Prendete, e date loro una buona merenda a mio nome. 
Così fu fatto, e quella merenda fu chiamata « La merenda del Papa ».

2 commenti:

  1. Nei prime mesi del 1927 l’arcivescovo Alessio Lepicier ( poi nominato cardinale alla fine delle stesso anno) venne inviato da Papa Pio XI in Abissinia in qualità di Visitatore Apostolico in Eritrea e in Abissinia. La visita durò circa due mesi, densi di fatiche e di pericoli, ma anche di abbondantissimi frutti per la Chiesa Cattolica. Rientrato a Roma, Lepicier si recò da Sua Santità per riferire sulla visita compiuta e fra i tanti discorsi fatti, uno in particolare rimase particolarmente celebre e fu riportato anche da padre Gabriele Roschini in uno dei suoi scritti. Il Roschini infatti racconta che Mons. Lepicier si rivolse a Pio XI dicendo: "Ho rilevato tra quelle popolazioni nere una spiccata devozione per tre cose bianche: l’Ostia bianca, la Vergine bianca e il Papa bianco" e davanti a questa asserzione il Papa rimase molto commosso. Padre Roschini commenta l’episodio con queste parole: "Effettivamente tre radiosi misteri, e tutti e tre soffusi di un mistico arcano candore, distinguono nettamente -secondo un rilievo ormai diventato comune – la Vera dalle false religioni "cristiane": il Mistero dell'Ostia Bianca, il Mistero della Vergine Bianca e il Mistero del Papa Bianco. L’ Eucaristia, la Madonna e il Papa! Ecco i tre grandi capisaldi della nostra fede cattolica, ecco tre potenti calamite, le tre Stelle orientatrici delle menti e dei cuori sinceramente cattolici.

    Ecco le tre grandi sorgenti di forza soprannaturale della Chiesa Cattolica, la Chiesa di cui Cristo, nascosto sotto i candidi veli eucaristici, è il Capo Invisibile, di cui il Papa è il Capo Visibile, di cui Maria Santissima è il Cuore.
    L'Eucaristia, la Madonna e il Papa - queste tre mistiche bianchezze della Chiesa Cattolica - costituiscono un trinomio luminoso, compatto, inscindibile".

    Ecco quindi il sogno delle due colonne raccontatoci da San Giovanni Bosco.
    In un mare tempestoso gremito di nemici spietati ed implacabili, il Papa riesce ad ancorare la nave, ossia la Chiesa, a due portentose colonne di salvezza, la SS.Eucaristia e la Vergine Immacolata, salvando così la Chiesa e i suoi fedeli dal sicuro naufragio.

    Il Papa vestito di bianco è dunque la terza colonna di salvezza della nostra fede, è Pietro che con mano salda al timone guida il gregge di Nostro Signore alla vittoria sui suoi nemici, ma solo se terrà sempre lo sguardo fisso sulle invincibili devozioni alla SS.Vergine, Auxilium Christianorum e alla Santa Eucaristia, Salus Credentium.
    Patrizia

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  2. Analizzando dunque se viene adempiuto questo sogno di San Giovanni Bosco,ora A per quanto riguarda la SS.Vergine Maria:
    si permettono pseudo apparizioni senza dire alcunchè fino a far diventare giganteschi i pellegrinaggi a Medjugorje.
    B per quanto riguarda la Santissima Eucaristia:
    si permette alla setta neocatecumenale si modificare la liturgia e di non credere nella costanza della transustanziazione dell'ostia...

    Basta questo a capire il motivo del crollo della chiesa modernista ?

    RispondiElimina

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