Pubblico una lettera di un'associazioni di mamme vittime del regime di Pinochet con cui Giovanni Paolo II aveva un ottimo rapporto, solo ieri purtroppo vengo a conoscenza di questo "famoso" documento molto molto duro nei confronti del Pontefice.
Una strana considerazione dei diritti umani, anche questi in linea con la dichiarzaione Dignitatis Humanae, visto che il papa chiese la non estradizione alla camera dei Lords per il dittatore assasino Pinochet poi però il 18 maggio 2001 promulgò un documento a firma dei cardinali Ratzinger e Bertone in cui veniva chiesto a tutte le diocesi di comunicare solo alla congregazione per la dottrina della fede i casi di pedofilia mantenendo di fatto l'omertà verso le autorità civile di tutti gli stati. (si veda qui http://www.youtube.com/watch?v=fHDFlF7P6q8) Evidentemente ci sono diritti e..rovesci.
I precedenti del caloroso rapporto tra Giovanni Paolo II ed il dittatore cileno risalgono ancora agli anni ’80. All’arcivescovo Sodano, nel 1987 ancora nunzio apostolico in Cile, «il compito di far pervenire a Sua Eccellenza e alla sua distinta sposa l’autografo pontificio qui accluso, come espressione di particolare benevolenza. Sua Santità conserva il commosso ricordo del suo incontro con i membri della sua famiglia in occasione della sua straordinaria visita pastorale in Cile». E conclude Wojtyla, riaffermando al signor Generale, «l’espressione della mia più alta e distinta considerazione». Così nel 1993, «al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa, Signora Lucia Hiriarde Pinochet, in occasione delle loro nozze d’oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine», scrive senza imbarazzo il Sommo Pontefice, «con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale. Giovanni Paolo II.» Quando su mandato internazionale spagnolo Pinochet viene arrestato, nel ’99, in Inghilterra, con l’imputazione di tortura e omicidio, il Santo Padre inoltra formalmente alla Camera dei Lord la richiesta perché l’estradizione non venga concessa, seguita a breve dalla richiesta di perdono per i crimini compiuti dal dittatore cileno. (Filip Stefanovic)A rispondergli con una lettera le Madri di Plaza de Mayo:
Solo sotto il regime di Pinochet migliaia di cileni esiliati, 2000
desaparecidos, oltre 27 mila vittime
di torture o di detenzione politica.
Ecco il testo della lettera delle Madri di Plaza de Mayo:
"Buenos Aires 23 febbraio 1999
Sig Giovanni Paolo II
Ci è costato diversi giorni assimilare la richiesta di perdono che Lei, Sig. Giovanni Paolo II, ha inoltrato in favore del responsabile di genocidio Pinochet.
Ci rivolgiamo a Lei come cittadino comune, perchè ci sembra aberrante che dalla sua poltrona di Papa in Vaticano, senza conoscere, senza avere sofferto sulla sua pelle la tortura con scariche elettriche, le mutilazioni e le violenze sessuali, abbia il coraggio di chiedere, in nome di Gesù Cristo, clemenza per l'assassino Pinochet.
Gesù è stato crocifisso e la sua carne è stata lacerata dai Giuda come Lei che oggi difende gli assassini.
Sig. Giovanni Paolo II, nessuna madre del Terzo Mondo che ha dato alla luce, allattato e curato con amore un figlio che è stato mutilato dalle dittature di Pinochet, Videla, Banzer, Stroessner, accetterà con rassegnazione la sua richiesta di clemenza.
Noi Madri ci siamo incontrate con Lei in tre occasioni, ma Lei non ha impedito i massacri, non ha alzato la voce in difesa delle nostre migliaia di figli durante quegli anni di terrore.
Adesso non abbiamo più dubbi su da quale parte sta Lei, ma sappia che malgrado il suo potere immenso, non potrà arrivare nè a Dio nè a Gesù.
Molti dei nostri figli si sono ispirati a Gesù nel loro impegno per il popolo.
Noi Membri dell'Associazione delle Madri di Plaza de Mayo, attraverso una preghiera immensa che arriverà al mondo, chiediamo a Dio che non perdoni Lei, Sig. Giovanni Paolo II, perchè Lei denigra la Chiesa del popolo che soffre. Lo facciamo in nome dei milioni di esseri umani che morirono e continuano a morire ad opera degli assassini che Lei difende e sostiene."
DICIAMO: SIGNORE NON PERDONARE GIOVANNI PAOLO II
Associazione Madri di Plaza de Mayo
Hebe Bonafini
Nato a Valparaiso il 25 novembre 1915, Pinochet nel 1933 entrò nella Scuola Militare e trascorse il resto della sua vita nelle Forze armate: generale di brigata nel 1969, capo di Stato maggiore nel 1972 e comandante in capo dell`esercito dal 23 agosto 1973, nominato dal presidente, democraticamente eletto, Salvator Allende, lo stesso che Pinochet, 3 settimane dopo, l`11 settembre, avrebbe destituito con un cruento colpo di stato militare. Nel corso del golpe lo stesso Allende rimase ucciso nel bombardamento della Moneda, il palazzo presidenziale. Iniziò così una delle dittature più lunghe e violente dell`America Latina: dopo aver preso il potere con la forza, Pinochet nel 1974 si fece eleggere presidente della Repubblica (mandato che fu poi rinnovato nel 1981) e guidò il Paese per 17 anni, grazie anche al sostegno degli Usa e del mondo economico-finanziario – che ne sostenevano il programma neoliberista ispirato dai Chicago boys di Milton Friedman – e di pezzi consistenti della Chiesa cattolica.
L`amicizia di un ventennio
I rapporti di Pinochet con le gerarchie della Chiesa cattolica, almeno con una parte di esse, furono abbastanza conflittuali all`inizio - quando era arcivescovo di Santiago il card. Raul Silva Enriquez - e decisamente collaborativi poi, a partire dall`arrivo nella capitale cilena, nel 1977, di mons. Angelo Sodano come Nunzio apostolico (incarico che ricoprirà fino al 1988, per diventare poi Segretario di Stato vaticano, fino al settembre 2006) e dall`elezione al soglio pontificio, nel 1978, di Giovanni Paolo II.
Dopo qualche incertezza iniziale (v. Adista del 17/9 e dell`8/10 1973), il card. Silva Enriquez divenne uno dei più decisi oppositori del regime militare: diede vita, insieme alle altre confessioni cristiane, al "Comitato di cooperazione per la pace in Cile", sciolto nel 1975 su ordine di Pinochet e sostituito dalla "Vicaria de la Solidaridad", piccola struttura diocesana che garantiva assistenza sociale e legale alle vittime della dittatura. Con Silva Enriquez, l`arcidiocesi di Santiago si trasformò in un importante punto di riferimento per tutti gli oppositori di Pinochet: si faceva ‘controinformazione` su quanto accadeva nel Paese, le famiglie potevano avere assistenza legale e notizie sui desaparecidos, si organizzavano le mense popolari e la distribuzione di generi alimentari per le borgate popolari della città.
Ma con l`arrivo di Sodano alla Nunziatura, nel 1977, le relazioni fra regime militare e Chiesa si fecero meno tese e proseguirono sulla via della pacificazione prima e della collaborazione poi: se la Chiesa di base continuò ad essere fortemente ostile, il nunzio preferì scegliere la via del dialogo, difendendo la Chiesa-istituzione più che l`incolumità delle vittime della dittatura e barcamenandosi fra qualche moderata protesta per singoli crimini del regime (come i sequestri di alcuni sacerdoti antipinochettisti o la richiesta di espatrio per i militanti del Mir che si erano rifugiati nel palazzo della Nunziatura) e inviti alla pacificazione. E lo aiutarono su questa via sia le dimissioni del card. Silva Enriquez per raggiunti limiti di età nel 1983 (sostituito dal più moderato mons. Juan Francisco Fresno Larrain) sia il primo messaggio pubblico di papa Wojtyla, sempre nel 1983 in occasione dell`arresto di preti antipinochetisti, che invitava a trovare le strade per una convivenza pacifica.
La stessa Moneda
La strategia della "distensione" di Sodano culminò nell`aprile 1987 quando, anche con l`aiuto di diversi membri dell`Opus Dei che ricoprivano posizioni importanti nel governo cileno (come Francisco Javier Cuadra, segretario generale del governo), organizzò il viaggio di Giovanni Paolo II in Cile: una "visita pastorale" che si concluse con l`apparizione – ripresa da tutte le televisioni e i giornali del mondo – di papa Wojtyla e del dittatore Pinochet che, insieme, affacciati al balcone della Moneda, salutano e benedicono la folla. La calorosa legittimazione del regime pinochettista da parte del papa provocò dure reazioni, anche in una parte consistente del mondo cattolico, fortemente critico nei confronti della dittatura cilena e dell`alleanza militari-Chiesa (v. Adista nn. 29 e 30/87).
Subito dopo la partenza di Sodano – che si congedò dicendosi preoccupato per "l`attuale situazione del Paese, perché vedo che non vi è un profondo rispetto degli uni per gli altri" – nell`ottobre 1988 Pinochet fu sconfitto dal voto popolare nel referendum per conferire un nuovo mandato presidenziale al generale golpista. Le elezioni politiche si svolsero l`anno successivo e, l`11 marzo 1990, il generale lasciò la presidenza del Paese al suo successore Patricio Aylwin, conservando però sia la carica di Comandante in capo delle Forze armate sia quella di senatore a vita.
Benedizione apostolica
Perso il potere, tuttavia, il feeling fra l`ex dittatore e il Vaticano non si spezzò: il 18 febbraio 1993, giorno della sue "nozze d`oro", Pinochet ricevette due affettuosi messaggi di auguri da parte del segretario di Stato vaticano Sodano, e di Giovanni Paolo II. "Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa, Signora Lucia Hiriarde Pinochet, in occasione delle loro nozze d`oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine – scriveva il papa – con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale". Ancora più caloroso il messaggio di Sodano in cui scrive di aver ricevuto dal pontefice "il compito di far pervenire a Sua Eccellenza e alla sua distinta sposa l`autografo pontificio qui accluso, come espressione di particolare benevolenza"; "Sua Santità – aggiunge – conserva il commosso ricordo del suo incontro con i membri della sua famiglia in occasione della sua straordinaria visita pastorale in Cile". E conclude confermando all`ex dittatore "l`espressione della mia più alta e distinta considerazione" (v. Adista n. 48/93).
La Chiesa difende i diritti umani
E la coppia Wojtyla-Sodano non abbandonò il generale nemmeno cinque anni dopo, quando Pinochet venne arrestato, mentre si trovava in Gran Bretagna per motivi di salute, su mandato del giudice spagnolo Baltasar Garzon, che lo accusava di violazioni di diritti umani nei confronti di diversi cittadini spagnoli durante gli anni della dittatura: prima fecero pressioni sulla Camera dei Lords perché non venisse concessa l`estradizione in Spagna di Pinochet (v. Adista nn. 3 e 17/99), poi rassicurarono il nuovo presidente cileno, Eduardo Frei – durante la visita papale in Cile nel febbraio 2000 –, che il Vaticano si sarebbe impegnato a fondo per la liberazione di Pinochet; "è nostro desiderio – puntualizzò Sodano – e facciamo voti che questa odissea abbia termine quanto prima", perché l`ex dittatore "ha diritto di tornare nel suo Paese" (v. Adista n. 15/2000). Intanto in Cile, criticando il governo che si era costituito parte civile nel processo contro Pinochet avviato dal giudice Juan Guzman Tapia, i vescovi fecero un appello pubblico alla "riconciliazione e al perdono", auspicando per il generale un rapido ritorno a casa che "gli renda più tollerabile il suo delicato stato di salute" (v. Adista n. 23/2000).
Pinochet è rientrato in Cile nel marzo 2002, e si è trovato ad affrontare vari processi per i crimini commessi durante gli anni della dittatura. Ma prima delle sentenze dei tribunali – anche per i numerosi rinvii ottenuti dai suoi avvocati per veri o presunti motivi di salute – è sopraggiunta la morte
Quel che so della dittatura di Pinochet.
RispondiEliminaQuando ero giovane udii questa testimonianza dal Cile. una mattina amici scoprirono sotto il letto della domestica un mitra. lei in pianto raccontò che era stato dato a lei dal sindacato comunista per ammazzare tutti i membri di famiglia. Situazioni analoghe ovunque nel paese. Poiche era presidente prima Frei (nominato il Kerensky cileno ) poi Allende che aveva ridotto in stato pietoso l'economia preparando il terreno al comunismo, un gruppo di militari tra cui Pinochet sventò il colpo di stato comunista e si impadronì del potere, prima del partito aiutato da Mosca. Poi successe quel che succede spesso nei paesi sudamericani, sanguigni come gli italiani nel dopoguerra: ammazzamenti vari! I fascisti e presunti tali o collusi furono almeno 25.000 dopo la guerra, in Italia! In Cile fu lo stesso al contrario.Ora è indubbio che una madre inveisca contro il trucidatore del figlio ed in questo caso cileno le madri erano tutte o quasi madri di comunisti o consociati che hanno fatto la fine che avrebbero fatto fare ai loro nemici cattolici e di destra tipo Pinochet, se avessero preso il potere.
In tutto ciò si è ficcata dentro la Chiesa cattolica con il Vaticano con le modalità note di aggiustamento con il potere. Questa è la vergogna! Non solo ma lo pseudo-beato, santosubito, si è pure arrogato il diritto(non lecito a lui) di proferire parole di perdono per Pinochet ed altri che hanno senz'altro una responsabilità ideale o di mandanti degli omicidi avversari.Il grido delle madri è un grido certamente udito dal Giudice Supremo e non vorrei essere nei panni di Karol Woityla e subire tali testimonianze contro!Quel che stupisce poi,ora è stata la fretta vaticana di beatificazione forzata senza minimamente dare peso a questo grido di giusta rabbia di popolo di fronte a migliaia di omicidi politici. Coraggiose queste mamme, e valide le loro proteste! Possa il Signore concedere misericordia a Woityla che fece questa come altre cose senza rendersi conto appieno del suo ruolo e degli errori !
Io prego e spero che GPII si sia salvato, come prego e spero che chiunque possa riuscirci, e non spetta a me come a nessun altro esprimere giudizi sulla sua persona, Dio solo conosceva il suo cuore, ma sarebbe colpevolmente ipocrita dimenticare il suo comportamento come pontefice. Gli errori fatti sono stati tanti ed anche molto gravi, li conosciamo tutti. In questi giorni di sfrenata esaltazione e beatificazione, non ho potuto non ricordare la visione che ebbe S. Lutgarda di papa Innocenzo III, colui che presiedette il celebre Concilio di Laterano nel 1215, uno dei più grandi pontefici che occuparono la Sede di San Pietro, zelante, pietoso e rigoroso. Ebbene,papa Innocenzo III morì il 16 luglio 1216. Lo stesso giorno apparve a S. Ludgarda che sorpresa nel vedere un fantasma circondato di fiamme, gli domandò chi era e ciò che voleva. «Sono, le rispose, il papa Innocenzo. Pago la pena di tre falli che ho commesso e che poco mancò non mi cagionassero l'eterna mia rovina. Grazie alla santa Vergine Maria, ne ottenni il perdono, ma mi rimane a scontarne la espiazione. Ohimè! quanto è terribile! e durerà per secoli, a meno che voi non mi soccorriate. In nome di Maria, che mi ottenne il favore di venire a pregarvi, aiutatemi!» Disse e sparve. Ludgarda annunziò la morte del papa alle sue sorelle, e con esse si diede a pregare e a far esercizi di penitenza in favore dell'augusto e venerato defunto." Una delle colpe maggiori del Papa? Non aver inchinato la testa quando dovuto durante il Credo. E quale punizione può esserci per un papa che bacia il corano? Innocenzo III si salvò grazie all'intercessione della Santa Vergine e spero che lo stesso sia accaduto per GPII, ma le beatificazioni sono una cosa seria, serissima, od almeno, dovrebbero esserlo...
RispondiEliminaPatrizia
"le beatificazioni sono una cosa seria..." Com'è vero, Patrizia! Come hai ragione! Infatti da tempo la Chiesa, papi compresi, suggeriscono un'idea di Dio solo misericordioso, come se non fosse Giusto anche! Come si può presentarci davanti all'Eterno con i nostri peccati, miserie e debolezze umane? Quale orgoglio suggerisce di potersi permettere la Presenza di Dio daventi alla nostra, umana? "In verità vi dico, pagherai tutto fino all'ultimo" e solo dopo una purificazione di tutte le nostre scorie potremo presenziare all'Eterno Perfettissimo. Era una cosa ovvia e scontata, ora non lo è più; siamo circondati da una vaghezza di idee sconcertante e pericolosa, che sconfina in orgoglio spesso e devasta le anime portandole ad una dimensione di tale sfrontatezza che impedisce l'azione della Misericordia di Gesù. Questa è la tragica realtà indotta ora. In quanto a Karol Woityla, sarei molto,molto felice di saperlo veramente beato e con la visione di Dio, ma credo sia purgando parecchio data la sua visibilità grande insieme ai suoi errori di grandezza equivalente alla visibilità ed al suo ruolo specifico. Quanti illusi da questa cerimonia costruita in fretta e sbagliata lo invocheranno pensando a lui beato, senza pregare per lui ?Quanto dovrà soffrire ancor di più per questa beatificazione fasulla che aumenta le sue colpe, avendo lui pure cancellato la figura dell'"avvocato del diavolo" nelle cause per i santi?Terribili quanto reali pensieri.... Quanta tristezza per la deviazione di tanti!
RispondiEliminaMa il miracolo a quella suora malata di Parkinson GPII lo ha fatto (dico così nel linguaggio corrente: ovvio che i miracoli li fa, in realtà, solo e sempre Dio)o no?
RispondiEliminaNon si saprà mai con certezza,
RispondiEliminaperchè quando la commissione medica che si occupava di quel caso ha cominciato ad esprimere delle perplessità sull'autenticità della guarigione, il Vaticano l'ha "licenziata" e ne ha fatta nominare un'altra....che poi evidentemente ha dato parere favorevole.
Oltretutto fu lo stesso GPII a riformare il percorso dei processi di beatificazione e canonizzazione, eliminando il ruolo del cosiddetto "avvocato del diavolo", cioè un avvocato ecclesiastico che aveva il compito di fare da contraddittorio nell'analisi di santità del candidato. Perciò dopo questa riforma non c'è nessuno che contrasti il parere di santità sulla persona da esaminare. Manca un contraddittorio.
RispondiEliminaInfatti nel processo su GPII, sono intervenute alcune persone, portando esempi e documenti di "non santità" a carico di questo Papa, ma nessuna di esse è stata ascoltata, nel senso che è come se avessero parlato al vento.