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lunedì 2 agosto 2010

Cammino Neocatecumenale distruttori della Santa Eucarestia...perche' non vengono fermati?...1° parte


 Carmen e Kiko, eretici fondatori della setta Neocatecumenale....



Tratto dal libro di Don Elio Marighetto I SEGRETI DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 
1°   PARTE.......

L’EUCARESTIA
STORIA
UNA COSA TOTALMENTE STATICA


I testi in nero sono le affermazioni dei fondatori eretici del Cammino Neocatecumenale Kiko e Carmen, le frasi colorate sono rifflessioni di Don Elio Marighetto...


“C’è un Parola che attraversa tutta la storia: la Pasqua. Vediamo quello che fa Gesù Cristo in quella cena. Potere arrivare fin qui è molto difficile, perché noi abbiamo fatto dell’Eucarestia una cosa totalmente statica, che possiamo manipolare: un bambin Gesù che ci mettiamo nel petto quando vogliamo… Invece è tutto il contrario perché in essa Dio passa e trascina con sé tutta l’umanità…
“Capisco che vi risulta molto difficile… In 20 anni la Chiesa ha cambiato enormemente le sue prospettive… così pensava la Chiesa 20 anni fa” (OR, p. 291).
Paolo VI così si è espresso in un suo discorso del 12 agosto 1970:
Rinnovamento nella continuità, SI’! Rompendo con la Tradizione, NO!
Ravvivare il contatto con le fonti cristiane, SI’!
Teologia che contrapponga la Chiesa presente con quella primitiva, NO!
“Quando Odo Casel disse che l’Eucarestia ha relazione con la Pasqua, fu preso per eretico… e oggi il Concilio dice che l’Eucarestia è una Pasqua” (OR, p. 292).

“E’ UN MEMORIALE CHE FA DIO REALMENTE PRESENTE.

“… La Pasqua che Gesù Cristo celebra non è la stessa che Mosè celebrò il giorno dell’uscita dell’Egitto. Perché Israele ha percorso già una grande storia e Dio non interviene per distruggere nulla. Questo popolo è stato condotto da Dio partendo dalle sue feste e sacrifici attraverso una grande evoluzione fino a mettere al centro di tutta la sua spiritualità questa festa di Pasqua celebrata in famiglia. Al tempo di Gesù Cristo ormai non è più il tempio al centro della liturgia, ma è proprio questa liturgia familiare della notte di Pasqua. Sono stati in esilio ed hanno purificato i loro riti. Ed il Seder Pasquale (ordine nel celebrare la Pasqua) del quale vi parlerò, è il cuore della Pasqua ebraica” (OR, p. 295).

LA NOTTE PASQUALE E’ IL SACRAMENTO AUTENTICO
ISTITUITO DA GESU’ CRISTO COME SUO MEMORIALE

“Quello che voglio spiegare ora… è come la Chiesa primitiva vive l’eucarestia e come nel corso dei secoli è stata spezzettata e ricoperta, rivestita fino al punto che noi non vedevamo nella nostra messa da nessuna parte la resurrezione di Gesù Cristo” (OR, p. 315). “Nell’arco di 3-4 secoli s’imporranno due Chiese, ricche e potenti … (che) si caratterizzano per i loro riti molto ridondanti” (OR, p. 316). “Nella Chiesa primitiva non esistevano altre feste oltre la Pasqua; non c’erano né Natale né altro… oltre la vigilia pasquale, e come prolungamento e emanazione di questa, la domenica… Per i cristiani il sacramento autentico istituito ed inaugurato da Gesù Cristo come suo memoriale è la notte pasquale e come prolungamento e partecipazione di questa notte: la domenica.
“… E siccome i sacramenti non sono cose che uno si inventa, ma sono realtà, bisogna stare in riposo e in quiete fisica come segno… L’essenza della Pasqua è il riposo eterno che inaugura, la festa, il riposo… la domenica per essi (cristiani) è riposo. Non si concepisce un’eucarestia fuori del riposo, al lavoro” (OR, p. 317).

La Notte di Pasqua non è “il sacramento autentico istituito e inaugurato da Gesù Cristo”, né l’essenza della Domenica è il riposo. Il C.C.C. presenta la Domenica come “centro della vita della Chiesa” (n. 1166); giorno in cui i fedeli si riuniscono “perché partecipando all’Eucaristia, facciano memoria della Passione, della Risurrezione e della gloria del Signore Gesù, e rendano grazie a Dio che li ha “rigenerati per una speranza viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti” (n. 1167); fa “obbligo” ai fedeli di intervenire (la Domenica e le principali feste liturgiche) alla divina Liturgia (nn. 1389; 2043); perché è il “Giorno del Signore” (n. 2174). La Chiesa celebra il mistero pasquale nel giorno detto “del Signore”: In esso i cristiani si riuniscono in assemblea per ascoltare la parola di Dio per partecipare all’Eucaristia. Nel testo di Giustino si parla dell’adunanza nel giorno detto del Sole, nella quale si leggono le memorie degli Apostoli e “colui che presiede rivolge parole di ammonimento e di esortazione che incitano ad imitare gesta così belle” (Apol. I, n° 67).

NELLA LITURGIA ENTRANO LE IDEE DELLE RELIGIONI NATURALI

“Cosa succede dal IV al VIII secolo. Abbiamo qui una data chiave: il 314 che è l’anno della conversione di Costantino. La Chiesa passa dall’essere costituita da piccole comunità perseguitate ad essere la religione ufficiale dell’impero e perciò protetta…
“Si costruiscono basiliche enormi con le quali entrano nella liturgia elementi di fasto e solennità. Da questo momento la luce potente della Chiesa Primitiva si ricopre e si offusca caricandosi di elementi di fasto… si riveste di orpelli… L’imperatore entra con grande solennità nella basilica: rito dell’entrata, introito…riveste una grande importanza.
“Tenete presente che le chiese sono piene di gente che non è ebrea e che non ha vissuto la Pasqua di generazione in generazione. E’ gente che viene dai templi pagani dove prestava i suoi culti, non essendo stata catechizzata, comincia a vedere nel culto cristiano le stesse cose che faceva nella vecchia religione. Ognuno di essi vede le cose come le ha dentro, con gli occhiali che porta…
“Così troviamo che entrano nella liturgia tutta una serie di idee delle religioni naturali: offrire cose a Dio per placarlo, sacrifici, agnelli, offerte varie… Adesso questa gente che entra nella Chiesa… comincia a vedere nella liturgia cristiana i riti religiosi pagani.
“Da questo momento la visione è completamente diversa: comincia ad apparire un culto d’offerta col quale l’uomo deve placare Dio che è proprio l’idea pagana di portare offerte.
“… Allora si organizza una grande processione con tutte le offerte e con molte preghiere sulle offerte, fino al punto che l’idea offertoriale invada l’eucarestia primitiva…
“… Ma soprattutto questa massa di gente pagana, vede, in fondo, la liturgia cristiana con i suoi occhi religiosi: l’idea del sacrificio. C’è un completo retrocedere all’Antico Testamento…
Queste idee sacrificali... che erano state superate dallo stesso Israele... ritornando alle idee sacrificali e sacerdotali del paganesimo…” (OR, pp. 320-322).
Il ‘sacrificio’ è considerato come una cosa pagana da Carmen, mentre per il Magistero della Chiesa Cattolica, è il vertice della vita cristiana.
Nell’AT si offrivano animali. Nel NT il ‘sacrificio’ non è stato abolito ma è cambiato ciò che viene offerto in sacrificio: non più sacrifici esteriori di animali, ma il sacrificio interiore della propria vita. “Ogni battezzato offre la propria vita in Cristo, al Padre, per mezzo dello Spirito Santo a imitazione dell’Agnello di Dio per la salvezza dei peccatori (SC, n. 48).

Nel Messale Romano si legge: “La Chiesa desidera che i fedeli non solo offrano la vittima immacolata, ma sappiano offrire anche se stessi e così perfezionino ogni giorno di più per mezzo di Cristo Mediatore, la loro unione con Dio e con i fratelli” (I.G.M.R. n° 55F, p. XXV; S.C. 48; P.O. 5; E.M. n° 12; La Cena del Signore n° 9).
Giovanni Paolo II dice: “La consapevolezza dell’atto di presentare le offerte dovrebbe essere mantenuta per tutta la Messa. Anzi deve essere portata a pienezza al momento della consacrazione e dell’oblazione anamnetica, come esige il valore fondamentale del momento del sacrificio” (La Cena del Signore, n° 9).
Se “l’uomo non è libero” ma “schiavo di Satana che pecca in lui” e se “Dio non può essere offeso”, ne consegue che l’uomo non ha bisogno d’essere redento e che non c’è bisogno di riparazione.
La Redenzione operata da Gesù, consisterebbe nell’averci liberati dalla morte per mezzo della sua Risurrezione.
Per Kiko l’Eucaristia sarebbe solo una proclamazione della risurrezione di Gesù da morte, un sacrificio di lode, “una lode completa di comunicazione con Dio attraverso la Pasqua del Signore”.
In realtà l’unica causa meritoria (anche della Resurrezione) è l’obbedienza di Gesù al Padre, fino a morire per noi e l’Eucaristia è il miglior ringraziamento che possiamo offrirGli presentandoGli l’obbedienza amorosa del Figlio che ha espiato per noi!

ESSENZA,  LA MESSA E’ PAGANA PER LA SUA NATURA SACRIFICALE

“Perché capiate ciò che desidero dirvi, dato che voi avete idee più chiare sul sacramento dell’Eucarestia, pensate che c’è stata un’epoca nella quale l’Eucarestia è stata vista quasi esclusivamente dal punto di vista del sacrificio, tanto è vero che abbiamo chiamato l’Eucarestia: il Sacrificio della Messa” (OR, p. 162).
“Così troviamo che entrano nella Liturgia tutta una serie di idee delle religioni naturali: offrire cose a Dio per placarlo; sacrifici, agnelli, offerte varie… Adesso questa gente che entra in Chiesa… comincia a vedere nella liturgia cristiana i riti religiosi pagani” (OR, p. 320)… Altro aspetto di fasto e religiosità è la processione delle offerte… Da questo momento in poi quest’offrire cose a Dio occuperà un posto di primaria importanza dentro il rito. Perché questi uomini vanno con timore ad offrire cose a Dio perché Egli sia loro propizio… comincia ad apparire il culto dell’offerta col quale l’uomo deve placare Dio, che è proprio l’idea pagana di portare offerte… fino al punto che l’idea offertoriale invada l’Eucarestia primitiva… la liturgia si riempie di queste idee di offerta legate ad una mentalità pagana” (OR, 321).
“Perciò quando nel medio evo si mettono a discutere del sacrificio, discutono di cose che non esistevano nell’eucarestia primitiva. Perché sacrificio nella religione è ‘sacrum facere’, fare il sacro, mettersi a contatto con la divinità tramite sacrifici cruenti. In questo senso non c’è sacrificio nell’eucarestia: l’Eucarestia è sacrificio in un altro senso, perché nell’eucarestia c’è sì, la morte, ma c’è anche la resurrezione dalla morte. L’Eucarestia è Pasqua, passaggio dalla morte alla resurrezione. Per questo dire che l’Eucarestia è sacrificio è giusto, ma è incompleto. L’Eucarestia è sacrificio di lode, una lode completa di comunicazione con Dio attraverso la Pasqua del Signore. Ma in questa epoca l’idea del sacrificio non è intesa così, ma in senso pagano. Ciò che essi vedono nella messa è che qualcuno si sacrifica, cioè il Cristo. Nell’Eucarestia vedono soltanto il sacrificio della croce di Gesù Cristo. E se oggi chiedeste alla gente qualcosa a questo proposito, vi direbbe che nella messa vede il Calvario” (OR, p. 322).

(Dall’VIII al XIII secolo) “Appaiono nelle chiese i grandi quadri che rappresentano la vita e i miracoli di Gesù… assistiamo ad un’invasione nella messa stessa di orazioni private… per di più queste preghiere sono tutte di tono penitenziale e al singolare… Siamo ad una messa completamente penitenziale, nella quale il centro è l’uomo che deve avvicinarsi a Dio…le nostre messe sono favori che facciamo a Dio… si comincia a farsi pagare per dirla… a dire messe per ogni cosa… e se ne moltiplica il numero. Si fa della messa qualcosa di magico… cominciano ad apparire gli altari sui quali ogni sacerdote dice la sua messa…
“Poiché si è oramai perduto di vista la fonte dell’Eucarestia, nascono le teologie razionali che tentano di interpretare quello che non si sa cosa sia. Immaginate il macello di teologie che tentano di spiegare in modo razionale l’Eucarestia senza conoscere la fonte. In questa epoca razionalista nella quale la ragione è Dio… i segni e i sacramenti perdono valore in favore delle spiegazioni razionali. Oramai non si capisce più il valore del segno dei sacramenti.
“Si giunge ad una superstizione completa” (OR, pp. 323-324).
“Nell’Eucaristia non c’è nessuna offerta!” (OR, p. 328).

Giovanni Paolo II dice: “Il mistero eucaristico disgiunto dalla propria natura sacrificale e sacramentale cessa semplicemente d’essere tale” (“La Cena del Signore”, n° 8).
La “Istruzione sul culto del mistero eucaristico”, n° 3 a, così afferma:
“La Messa, o Cena del Signore è contemporaneamente e inseparabilmente:
1)
Sacrificio in cui si perpetua il sacrificio della croce;
2)
Memoriale della Morte e Resurrezione del Signore;
3)
Sacro Convito dove per la comunione al Corpo e al Sangue del Signore, il popolo di Dio partecipa ai beni del Sacrificio pasquale”.
E al n° 3 c, sulla celebrazione Eucaristica così si esprime:
“In essa infatti, il Cristo, perpetuando nei secoli in modo incruento il sacrificio compiuto sulla croce, mediante il ministero dei sacerdoti, si offre al Padre per la salvezza del mondo” (S.C. n° 47). “E la Chiesa, sposa e ministra di Cristo, adempiendo con lui all’ufficio di sacerdote e vittima, l’offre al Padre e insieme offre tutta se stessa con lui” (L.G. 11; S.C. n° 47s).
Il sacrificio eucaristico è la fonte e il culmine di tutto il culto della Chiesa e di tutta la vita cristiana” (L.G. 11; S.C. 41; P.O. 2, 5, 6).
Invece per Carmen e Kiko l’espressione sacrificale è pagana!
Secondo loro nell’Eucaristia non c’è un vero sacrificio: sarebbe da pagani vedervi qualcuno che si sacrifica!
“Carmen vi ha spiegato come le idee sacrificali, che Israele aveva avuto ed aveva sublimato, si introdussero di nuovo nella Eucaristia cristiana. Forse che Dio ha bisogno del Sangue di Suo Figlio, del suo sacrificio per placarsi? Ma che razza di Dio abbiamo fatto? Siamo arrivati a pensare che Dio placava la sua ira nel sacrificio di suo Figlio alla maniera degli dèi pagani… Ma le cose non stanno così. Dio, in Cristo, dice San Paolo, stava riconciliando il mondo in noi. Non perché Cristo placa Dio in qualche modo, ma perché vuole dimostrare agli uomini che ci ama nonostante il nostro peccato; aveva bisogno di dimostraci che anche se ammazzavamo Suo Figlio continuava ad amarci. Dio stava riconciliando il mondo con sé attraverso Gesù Cristo. E’ il mondo che aveva bisogno di scoprire l’amore di Dio” (OR, p. 333).
Gesù non abolì il culto antico ma lo portò alla sua perfezione; disse infatti: “Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento” (Mt 5,17).
Nell’AT si offrivano in sacrificio animali. Nel NT, “per Cristo, con Cristo e in Cristo” si offre la propria vita. E’ cambiato il contenuto del sacrificio ma non è abolita la realtà (Ef 5,1s; 1Pt 2,4s; L.G. 10 a; 11 b).
“Negare la natura sacrificale della celebrazione eucaristica significa incorrere nella censura di eresia” (Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica, “Ad Tuendam Fidem”, Nota dottrina-le illustrativa, n. 5, 9, 11). “A questo sacrificio di rendimento di grazie, di propiziazione, di impetrazione e di lode i fedeli partecipano con maggiore pienezza, quando non solo offrono al Padre con tutto il cuore, in unione con il sacerdote, la sacra vittima e, in essa, loro stessi, ma ricevono pure la stessa vittima nel sacramento” (P.O., n° 3 e).
Se si nega la natura sacrificale dell’Eucaristia, la S. Messa diventa semplicemente un “banchetto fraterno” per il quale non c’è bisogno d’un altare, ma d’una mensa. Il pane ed il vino, sono solo simbolo della presenza e dell’influenza salvifica di Gesù Risorto.
Si spiega così il motivo per cui le Comunità Neocatecumenali:
-
non celebrano in chiesa ma in sale particolari;
-
non celebrano su altari consacrati ma su tavoli infiorati;
-
evidenziano i segni di fraternità;
-
fanno le ‘risonanze’ che quasi annullano l’omelia;
-
danno molto spazio alle preghiere spontanee dei fedeli;
-
si dilungano in abbracci e “baci di pace” con tutti;
-
usano il pane focaccia e non le ostie tradizionali;
-
offrono a tutti il calice col Sangue di Nostro Signore;
-
e fanno la “danza biblica” al posto del ringraziamento.

....Continua....

2 commenti:

  1. Risulta molto difficile ad uno che si avventuri per la prima volta in questo blog, capire chi dice e cosa nel lungo elenco di citazioni qui sopra.Si capisce dopo un po' che le scritte in nero si riferiscono alle affabulazioni kikiane e quelle in rosso sono citazioni della Chiesa o di papi. Non è possibile ogni volta,oltre al diverso colore delle frasi, inserire il nome od una sigla per far comprendere meglio?Chiedo scusa della critica che spero costruttiva.

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  2. Paolo VI celebrò Eucarestie con i neocatecumenali
    Giovanni Paolo I, da Patriarca di Venezia, donò loro una chiesa (S. Tomà-S. Tommaso), con annessi locali e partecipò a numerose liturgie.
    Giovanni Paolo II riconobbe il Cammino, celebrò numerose Eucarestie in Parrocchie e in raduni neocatecumenali, incontrò più volte (anche privatamente gli iniziatori).
    Sotto il suo pontificato vennero licenziati - ad experimentum - gli statuti del neocatecumenato
    Benedetto XVI, lungi dal fare piazza pulita, come molti si attendevano, di una setta dsi eretici, non li tratta da tali. E ben li conosce per essere stato già prefetto per la dottrina della fede. Li ha anche corretti, ricevendone le attese risposte.
    Anzi, sotto il suo pontificato, sono stati riconosciuti in via definitiva gli statuti; compresi i lineamenti per le catechesi e quelli per le liturgie.
    Non è troppo pensare che ben 4 pontefici - peraltro citati come fonti nei commenti critici - abbiano intrallazzato e continuino a farlo con eretici?
    Che abbiano partecipato alle loro liturgie?
    che li incontrino frequentemente in pubblico e privatamente?
    che ne riconoscano gli statuti?
    A meno che non si riconoscano come eretici, o quantomeno inaffidabili e inadempienti, 4 papi, uno dei quali per lunghi anni severo custode della fede nella sua veste di prefetto.
    O a meno di non fare dei passi indietro e di ammettere di aver sbagliato, magari per eccesso di zelo...

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