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giovedì 26 agosto 2010

Il piano diabolico Neocatecumenale, per la distruzione del Sacramento della Confessione: ...che la gente sappia a chi la Chiesa ha dato l'approvazione definitiva dello Statuto e il mandato missionario, con lode, per la cosidetta "Nuova Evangelizzazione"...


ORIENTAMENTI PER UNA RINNOVAZIONE
Non crediate che la rinnovazione sia facile.


Karmen e Kiko Fondatori della setta eretica in seno alla Chiesa degli NC
Molti pensano che l'ideale sarebbe, visto che la confessione personale è odiosa, che ci fossero assoluzioni generali. Molti rinnovatori hanno pensato questo. E questo non crediate che sarebbe una cosa nuova, perchè già Pio XII concesse il potere di dare assoluzioni generali, durante la guerra, a tutti i soldati. I grandi liturgisti dicono che è stato una fortuna che questo non si sia imposto perchè avrebbero distrutto completamente la penitenza, rendendola ancora più magica. Perchè il valore del rito non sta nell'assoluzione, visto che in Gesù Cristo siamo già perdonati, ma nel rendere l'uomo capace di ricevere il perdono che è ciò che vuole il processo catecumenale ed il processo penitenziale della Chiesa primitiva.


Molti credono anche,con un senso comunitario "cursillista", che il valore della rinnovazione stia nel dire pubblicamente i peccati, nell'avere il coraggio di dire di fronte ai fratelli: sono un adultero ed un fornicatore... Neppure ciò è giusto: è dare importanza alla confessione del peccato. Abbiamo visto che nella Chiesa primitiva la penitenza era pubblica non perchè si dicessero pubblicamente i peccati, ma perchè era un avvenimento di tutta la Chiesa, di tutta la comunità: perchè interveniva tutta la Chiesa.


Allora quali sono le linee della rinnovazione? In primo luogo abbiamo visto come la conversione nasce dalla iniziativa di Dio che, manifestando il suo volto, chiama alla conversione. Pertanto la prima cosa sarà portare in primo piano Dio che chiama alla conversione: porre cioè in primo piano la Parola di Dio che chiama alla conversione. Per questo le celebrazioni penitenziali recuperano questo senso portando Dio in primo piano; è la parola che chiama a conversione, che ha potere di chiamare la comunità alla conversione. Perchè la Chiesa deve presentarsi come una comunità in conversione, così come era la Chiesa primitiva, dove la gente non si credeva già arrivata o perfetta; ciò nasce con il legalismo, con un nuovo modo di vedere il prete e la Chiesa. Al contrario, la Chiesa mostra la forza e la potenza di Dio che agisce in essa, riconoscendo le sue debolezze e sentendosi un popolo in cammino, in conversione. Perciò queste celebrazioni penitenziali hanno il valore di recuperare, per prima cosa, la Parola di Dio che chiama alla conversione.


In secondo luogo recuperare l'assemblea, la Chiesa che si confessa peccatrice.


Terzo: recuperare il senso del presbitero come capo di questa Chiesa.


Infine l'importanza della pace: uno si sente perdonato nel profondo quando si sente in comunione con i fratelli. Per questo è importante l'abbraccio della pace. Perciò vedrete che quando non state in pace, siccome il peccato è comunitario, è perchè, per nascosto che sia, il vostro peccato non vi fa sentire in comunione con i fratelli. Recuperare la comunione con i fratelli è il segno più grande del perdono, del fatto che veramente hai trovato la riconciliazione.


La Chiesa vuole fare celebrazioni penitenziali nelle quali la Parola sia proclamata e diretta all'uomo. Perchè quelle confessioni di direzione spirituale, di piccoli consigli che noi facevamo, sono sorte quando è sparita la Parola di Dio che guida l'uomo. E' la Parola che risolve tutti i problemi di direzione ed aiuta a riconoscersi peccatori.


Quello che noi facciamo è recuperare a poco a poco questi valori del sacramento della penitenza; facendo però ancora la confessione privata che è tuttora in uso.


Alla gente non dite nulla di tutte queste cose, semplicemente rivalorizzate il valore comunitario del peccato, l'indole sociale, il potere della Chiesa e tutte queste cose.


Nell'evoluzione di questo sacramento, come in quella di tutti, si vede come i sacramenti sono sempre stati qualche cosa di vivo che mai è rimasto statico. L'essenza rimane ma le espressioni esterne variano. Per questo la riforma non consiste nel tornare alle forme della Chiesa primitiva, ma mantenendo lo spirito del sacramento, il suo nucleo e il suo centro, nell'adeguare le espressioni in modo che si accordino con il momento presente, così da trovare espressioni che esplicitino sacramentalmente il perdono dei peccati e lo realizzino, ossia che la gente si senta perdonata, si senta in pace. Tutto cammina evolvendosi così andremo evolvendo con il sacramento della penitenza per cominciare una volta trovatone il centro, nel cammino catecumenale a entrare veramente in conversione, in un vero riconoscimento del peccato.


PER QUESTO LA VERA RINNOVAZIONE DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA VERRA' CON LA SCOPERTA DEL CATECUMENATO E LA RIVALORIZZAZIONE DEL BATTESIMO. Con ciò si comincerà a vedere che segno deve avere il sacramento penitenziale.


(Kiko)


Spero che quello che ha detto Carmen vi serva come è servito a me.


(Carmen)


Quando Kiko parlava alla gente nel questionario sulla peni tenza il discorso rimaneva incompleto e non trovavamo il modo affrontare bene la questione. Quando poi ho visto la quantità di problemi che ha la gente a proposito di questo sacramento, ho visto la necessità di fare una cosa più estesa.


Vi posso citare alcuni libri che vi saranno di aiuto:


. Concilium n. 72: un articolo di Vogel intitolato:"Il perdono dei peccati". Questo articolo pone in evidenza la perdita del senso comunitario nella liturgia.


Lo esamina sotto tre aspetti: eucarestia, penitenza e ordine sacerdotale. Del sacerdote dice, per esempio, che ha perso il suo senso di servizio all'assemblea, alla comunità ed è passato ad essere privilegio di un uomo che dice la sua messa per la santificazione personale. Questo prima era inconcepibile.


Nel Medio Evo i preti che erano ordinati per dire le messe nelle cappelle dei grandi o dei re, erano


considerati "centauri", perchè non avevano comunità ed erano teste senza corpo. Non si concepiva un presbitero senza comunità.


. PHASE n. 37, dell'anno '67: "Verso una rinnovazione del sacramento della penitenza". In questa rivista di sono molti articoli tra i quali uno di carattere storico per vedere l'evoluzione del sacramento.


. CONCILIUM n. 61: "L'amministrazione sacramentale della riconciliazione". Anche questa ha molti articoli.


Con l'apparire della comunità ecclesiale apparirà di nuovo la penitenza comunitaria. La cosa fondamentale è creare la comunità e per ottenere ciò, il processo catecumenale.


(Kiko)


Penso che quello che vi ha detto Carmen vi avrà dato la stessa allegria che ha dato a me. Ed è vedere come Dio ci ha dato questo cammino perché la vera rinnovazione della penitenza nascerà dalla rinnovazione del Battesimo. Vedere come, rinnovato il catecumenato nella Chiesa, si manifesterà il senso della penitenza, perchè la penitenza è come un secondo battesimo. Per questo vedremo come la Chiesa primitiva in questo senso prenderà come modello per i penitenti il catecumenato. Per questo rinnovare il catecumenato è rinnovare a fondo la penitenza.


Devo dirvi anche che nella nostra esperienza, che forse non è stata ancora molta, nasceranno nel futuro i problemi di un fratello che f a un peccato pubblico ed allora avremo gli stessi problemi della Chiesa primitiva.


(Carmen)


Io questo lo stavo già scoprendo nelle baracche. Mi impressionò la Julianita che stette molto tempo nella comunità di Palomeras, e aveva molto poco cultura ma che spesso diceva cose ispiratissime, e che dovette fare qualche cosa che fu vista e se ne andò dalla comunità. Io un giorno la incontrai e le dissi: perchè non vieni alla comunità? e mi rispose: fino a che nella comunità non mi perdoneranno per quello che ho fatto...


Vedete come quella donna, che mai si era confessata, aveva capito di aver fatto del male alla comunità e di aver bisogno della riconciliazione con la comunità per sentirsi perdonata. E desiderava confessare la sua colpa e si sentiva peccatrice.


Noi vediamo nelle comunità casi come l'adulterio nei quali chi lo ha fatto si autoesclude dalla comunità senza che nessuno gli dica nulla. A Roma c'è stato il caso di un uomo che si escluse dall'andare alla comunità: la comunità pregò molto per lui e lo chiamò a conversione. Ora è di nuovo nella comunità.


Vedete come riappare una pratica che c'è stata per secoli nella Chiesa.


(Kiko)


Questo si può vedere. Ci sono momenti in cui si vede che per fare entrare un fratello in conversione occorre escluderlo dalla comunità per un periodo. Abbiamo visto, per esempio, che se qualche fratello della comunità non è accettato dal responsabile, il responsabile deve lasciare il suo incarico per qualche tempo e deve passare un periodo in conversione fino a che vediamo che è tornato nel cammino. Allora sarà riammesso.


Ossia: è Ia pratica che ci porta a scoprire una penitenza che sia adeguata e reale per noi.


B) QUESTIONARIO SULLA PENITENZA


La prima cosa che si fa è insegnare qualche canto; dovete cominciare ad avere dei canti per la celebrazione penitenziale, perchè questa sia una vera liturgia nella quale il popolo canti. Nella celebrazione penitenziale si canta "Risuscitò" che sanno già; bisogna insegnare il ritornello della canzone "Se senti un soffio nel cielo", uno deve imparare la parte del solista; bisogna insegnare pure "Verso te o città santa" e "La marcia è dura, forte il sol". Non date alla gente nessun libricino di canti o le parole scritte a ciclostile. Perchè è orribile. La gente quando comincia a cantare qualche cosa domanda: a che pagina? E così si rompe il filo della celebrazione. E' meglio insegnare alla gente il ritornello a memoria, e che un solista canti le strofe.


(Carmen)


Se il canto è lungo, la gente non può imparare a memoria tutte le parole e allora non canta. Quindi la liturgia risulta molto povera e senza partecipazione. Invece se impara bene il ritornello è sufficiente, perchè la gente partecipi in massa e con forza al canto.


(Kiko)


Il Questionario potete darlo o ciclostilato o dettarlo alle persone. La prima soluzione, se possibile, è la migliore. Dopo aver insegnato i canti distribuite il questionario a ciascuno e lo leggete per chiarire qualche punto, se necessario. Il questionario ha una introduzione.


INTRODUZIONE


Abbiamo bisogno tutti di una pedagogia generale che ci conduca alla persuasione che non ci sono atti umani che non siano sociali, cioè, che non edifichino o distruggano la comunità. Non c'è peccato senza lesione della comunità.


Il comandamento di Gesù unico e ha tre dimensioni: Dio, il prossimo e io. Bisogna insistere su questo punto perché l'unico modo perchè certi peccati si considerino tali, è il carattere comunitario di tutta la realtà umana. La psicologia del profondo dice: nulla c'è nell'uomo, incluso i suoi più profondi desideri, che non condizionino la sua condotta e pertanto, le sue relazioni con gli altri. Orbene: come condurre i fratelli a questa mentalità?


A parte numerosi segni del nostro tempo che incominciano ad andare in questo senso, è necessario un ritorno alle fonti bibliche. Nell'Antico Testamento non ci può essere peccato che non sia contro l'Alleanza tra Dio e il popolo. Tuttavia non possiamo neppure dimenticare le difficoltà, dato che siamo radicati in una educazione individualistica.


Qui conviene chiarire un po' questo. Perchè la gente comprenda come nell'Antico Testamento non c'è peccato che non sia contro l'alleanza di Dio con il suo popolo,potete raccontare l'episodio di Ay, di cui parlava Carmen. Dio ha proibito al popolo entrando in Gerico di fare saccheggi. Devono rispettare tutto. Ma c'è stato uno che ha disobbedito a Dio ed ha rubato pochi oggetti preziosi e un manto di porpora e li ha nascosti sotto la sua tenda senza che nessuno se ne accorga. Sapete già che l'Alleanza tra Dio e il popolo consiste nel fatto che Egli sarà loro Dio e li farà vincitori di tutti i loro nemici se compiranno i suoi comandamenti. Ma risulta che nella battaglia seguent, per la conquista di Ay, sono vinti e ne muoiono moltissimi. Allora pensano: Dio non è più con noi. Giosuè fa una preghiera a Jahwé e Jahwé gli dice che il suo popolo ha rotto l'Alleanza perchè ha preso qualcosa che era stato loro proibito. Allora il popolo tirando a sorte scopre il colpevole, che confessa il suo peccato ed è lapidato. Dopo di che sconfiggono gli abitanti di Ay.


Vedete come un peccato occulto ricade su tutto il popolo. Lo stesso accade nella Chiesa. Se in una comunità di cristiani autentici uno commette un peccato, fa un danno solo a se stesso, ma alla comunità ed al mondo intero Fa un danno alla comunità perchè questa non compie la sua missione di essere Sacramento di Salvezza per il mondo e al mondo perchè resta senza vedere la luce, non compiendo la Chiesa la sua missione.


Leggete poi le domande senza dilungarvi in spiegazioni per non creare problemi all'inizio. Scegliete poi dei segretari per ogni gruppo e distribuite i gruppi in altre stanze o agli angoli della stessa sala. Date come massimo tre quarti d'ora di tempo perchè i gruppi rispondano alle domande. Il segretario prenda nota delle risposte date nel suo gruppo, rispettando quelle di ciascuno. I gruppi siano di sei o sette persone.


Una volta riuniti tutti mettete le risposte dei gruppi in comune. Voi fate la domanda ed i segretari rispondono a turno. Poi voi date il chiarimento alla domanda. Così fino alla fine domanda per domanda.


Prima domanda:Si può offendere Dio senza offendere allo stesso tempo i prossimo e se stessi?


Alcuni diranno che non si può offendere Dio solo perchè siamo il Corpo Mistico, e quindi il peccato di ognuno si ripercuote sugli altri. La domanda ha un tranello. Ci si domanda se si può offendere unicamente Dio. La domanda è posta così perchè noi abbiamo del peccato una concezione verticale, individualista: di essere noi ad offendere in modo particolare Dio, come se il peccato fosse un'offesa a Dio nel senso di poter rubare a Dio la sua gloria. Noi crediamo che si possa recare danno a Dio. La prima cosa che dobbiamo pensare è che non si può recare danno a Dio. Dio non lo si può offendere nel senso di togliergli la sua gloria, perchè allora Dio sarebbe vulnerabile e non sarebbe Dio. Dio è invulnerabile. Non gli puoi togliere la sua gloria in nessun modo. Questo lo dice già un salmo "costoro che alzano il loro arco contro il cielo: credono forse che possano giungere fino a Me? non sanno che le frecce che tirano contro di me ricadono sopra di loro?" Questa è una cosa che sorprende moltissimo la gente perchè da piccoli ci hanno detto che il peccato fa soffrire Gesù bambino se siamo cattivi e indocili. E la gente ha dei concetti molto sentimentali, pensano che il peccato fa soffrire molto Gesù Cristo. In che senso si può parlare di offendere Dio? Nel senso che il peccato rompe il piano di Dio. Qual'è il piano di Dio il disegno di Dio sull'uomo? L'amore. Il peccato è sempre una lesione dell'amore. Anche una bestemmia che io ho detto senza che nessuno se ne accorga, mi degrada interiormente come persona. E questa degradazione si ripercuote in qualche modo nelle mie relazioni con gli altri, in qualche modo distrugge gli altri. Questo lo dice anche la psicologia del profondo, che quando uno è arrabbiato, per esempio, perchè ha avuto una discussione con un tale in tram perchè l'ha pestato, poi si sfogherà con la moglie a casa. Se hai un problema che ti amareggia, tutte le tue relazioni sono diverse di quando sei allegro. Perfino un cattivo pensiero condiziona il tuo atteggiamento di fronte agli altri. E se hai una morbosità, una degradazione profonda, stai rompendo il piano di Dio. In questo senso si dice offendere Dio, nel senso che rompiamo il piano di Dio.
Allora quando pecchi offendi Dio nel senso che rompi il piano di Dio ed allora quello che succede è che rechi danno a te stesso e agli altri. Pertanto è impossibile offendere Dio senza offendere gli altri e se stessi.


La gente pensa che il peccato è qualche cosa di buono che ci è proibito. Quando in realtà Il peccato è una disgrazia, è un cancro, che reca danno alla persona che lo fa. Non è che tu manchi ad una legge astratta, è che entri nella morte. Dio ha detto ad Adamo di non peccare non perché ciò dia fastidio a Dio, ma perchè se Adamo pecca muore, e Dio non vuole che Adamo muoia. Però Adamo pecca e muore. Rompe il piano di Dio che era stabilito per lui e la sua vita si trasforma in un inferno. Il lavoro diventa qualcosa di insopportabile e per la donna l'avere figli qualcosa di molto doloroso, appare l'egoismo, ecc. Ossia bisogna far presente che c'è qui un altro concetto di peccato. Ed è molto difficile far passare la gente che si ha davanti da un concetto di peccato ad un altro. La gente crede che il peccato sia una cosa buona, che a te piace, ma che non ti lasciano fare perché offende Dio. Ed è chiaro, in questo senso, che colui che pecca molto in questo mondo se la spassa benissimo, ma poi gli daranno un castigo... Ma intanto il bene che si è goduto qui non glielo toqlie nessuno, con tre amanti e di orgia in orgia.


Così pensa la gente. Questo concetto di peccato è antibiblico. La gente la pensa come la regina di un racconto, che gustando un gelato diceva: Mangiare un gelato è meraviglioso ma se fosse peccato allora sarebbe ancora meglio, perchè avrebbe ancora più attrattiva .... peccato è un male per chi lo commette, poichè fa entrare nella morte.


(Carmen)


Il peccato rompe il piano di salvezza che Dio ha per il mondo, che è la Chiesa. In questo senso il cristiano che pecca, pecca sempre contro la Chiesa. Ma non nel senso ontologico dei vasi comunicanti, come molti dicono, che il male cioè si estende a tutto il mondo, bensì nel senso sacramentale.


(Kiko)


Seconda domanda: In quali atti della tua vita quotidiana manifesti maggiormente il tuo individualismo?


Con questa domanda vogliamo che la gente mediti un po' sopra se stessa. La gente normalmente dice cose generiche e nessuno concretizza. Per cui bisogna chiedere loro che concretizzino: in quali atti...... E così si riconoscono peccatori in qualche modo. Ciò è importante in vista della celebrazione penitenziale che si farà la prossima volta.


Bisogna vedere se la gente si considera peccatrice. Nella domanda si dice individualismo nel senso di egoismo, nel senso di pensare solo a noi stessi, senza che gli altri entrino per nulla nei nostri mani. Con questa domanda la gente si situa un po' di fronte al proprio peccato.


Se chiedessimo quali grandi peccati fai... nessuno direbbe nulla. Al contrario, invece, in questo modo possiamo scoprire che siamo egoisti in tutto, nel mangiare, nel lavorare, nei divertimenti, ecc. Arrivi a casa tua e ti metti a vedere la televisione e a leggere il giornale senza badare a tua moglie. Tu sempre per primo. Costantemente abbiamo un atteggiamento individualista che dimostra che noi, ad un livello profondo, esistiamo solo per noi stessi e consideriamo gli altri al nostro servizio personale.


Terza domanda:Pensa se consideri la confessione in modo


individualista. Vai a purificarti tu da solo?


Quante volte nel peccare hai temuto le sue


conseguenze sugli altri e specialmente sulla


comunità?


La gente normalmente risponde con molta sincerità e dice: mi sono sempre confessato individualmente, non ho mai temuto le sue conseguenze negli altri. Quanto alla comunità... non la vedo da nessuna parte...


Questo questionario è una catechesi, perchè vuole insegnare, dare qualche cosa. Le stesse domande stanno già insegnando qualche cosa. La domanda stessa dice alla gente che la confessione non deve essere solo un atto individuale.


Succede una cosa molto interessante: sempre la gente, anche quella che sente maggiormente il senso comunitario e sociale, al momento di confessarsi si trova con l'idea di purificarsi da soli, perchè della confessione abbiamo fatto un atto molto di religiosità naturale, nel senso che quello che ci interessa è la nostra tranquillità di coscienza. Ti vai a confessare realmente pensando che con il tuo peccato stai distruggendo la tua comunità, la Chiesa, gli altri, o ti vai a confessare macchiato, non tranquillo, perchè se no non vai sereno al cinema? Non c'entrano per nulla?


Dobbiamo intonare tutti un mea culpa generale. Perchè abbiamo timore per la nostra salvezza personale, abbiamo paura. E confessandoti ritorni tranquillo.


La confessione individuale privata ci ha segnato in questo senso. Forse ora alle comunità viene molta gente che mai si è confessata e a cui mai è parsa bene la confessione? Rispetto a questo, è gente molto più genuina, non vaccinata.


(Carmen)


A volte la confessione "del giorno", cioè che ti confessi di quanto hai fatto nel giorno e poi resti pulito, ti porta a questo senso magico, a ignorare la tua situazione di fondo, di peccato nella quale nasci. La confessione può trasformarsi in un tranquillante passeggero che non ti porta ad una vera autentica conversione. Questo è la cosa più disastrosa di questo tipo penitenza magica: non facilitare nell'uomo una concezione del peccato come situazione esistenziale ma semplicemente con una serie i mancanze concrete rispetto ad una legge, mancanze di cui ti pulisci con la confessione.


Spesso queste concessioni non hanno alcun potere di conversione nella vita, nessuno noterà un beneficio sostanziale perchè non c'è conversione. Così ti potrai accusare di avere rubato, ma non cambierai mestiere. Mentre la concezione che aveva la Chiesa primitiva riguardo alla penitenza e alla situazione di peccato era radicale: la gente cambiava perfino di lavoro e di quanto era necessario. Incideva veramente nella vita.


La legge che nel Levitico è ciò che denuncia l'uomo di peccato e si trasforma così in mezzo di santificazione restando innalzata, qui, in questo tipo di confessione tranquillizzante, in cui ti accusi dettagliatamente di un peccato, invece di servirti per riconoscerti peccatore ti serve per il tuo perfezionismo personale.


(Kiko)


Non imbarcatevi per nulla in questo discorso parlando con la gente perchè creereste un mucchio di problemi. Non mettetevi nella questione della confessione perchè la gente reagisce come sé steste facendogli del male. Perchè siamo tutti immobilisti. Crediamo che la religione non sia vera se Dio ha permesso sbagli ed errori. Noi può darsi che siamo un po' più esperti in questo, ma la gente pensa che lo stesso confessionale lo ha inventato Gesù Cristo......


(Carmen)


Che tu commetta dei peccati, Dio lo permette per scoprire la tua realtà. Come i foruncoli che appaiono e ti dicono che dentro c'è qualche cosa che va male. Questa è la parte positiva del peccato. E per questo c'era la legge, per manifestare il peccato.


(Kiko)


Quarta domanda: Fino a che punto per te il presbitero che ti assolve rappresenta la comunità?


La gente dice che non l'ha mai pensato. Crediamo che il presbitero rappresenti Dio o Gesù Cristo solamente. Ma la comunità... Quale comunità?


Allora spiego un po' parlando della Chiesa primitiva.


Quando un fratello mancava gravemente e pubblicamente, non solamente feriva se stesso, ma tutta la comunità, in quanto che la comunità è segno davanti al mondo. Allora la comunità lo escludeva per un certo tempo per chiamarlo a conversione e lo mandava a fare penitenza e digiunare. Questo si capisce molto bene nel catecumenato in cui noi, a nome della Chiesa, vi stiamo gestando, vi insegnamo a pregare, digiunare, e vi chiediamo segni di conversione. Quando un fratello si accorgeva di essere stato capace di distruggere il battesimo peccando gravemente dopo che gli si era dato potere per non peccare, per mezzo dello Spirito Santo, dopo che era entrato realmente in metànoia allora questo fratello era escluso dalla comunità e digiunava, smetteva di fumare o di mangiare, o stava tre notti senza dormire per siqnificare che chiedeva la misericordia di Dio e pregava il Signore perchè avesse pietà di lui.


La tradizione teologica dice che dopo il battesimo per arrivare a commettere un peccato grave bisogna aver commesso prima molti peccati veniali, bisogna aver abbandonato la preghiera da molto tempo, aver abbandonato molte cose. Perchè Dio è molto paziente, ma c'è qualcosa che si chiama: colmare la misura dei peccati. Perchè Dio chiama sempre a conversione. Ma c'è una misura dei peccati nella quale ti sei posto, una situazione tale da essere sul punto di morire eternamente. E allora ti fa venire una malattia, permette che ti innamori della moglie di un altro, o permette che tu cada perchè ti ama e vuole toglierti dalla situazione in cui ti sei posto chiamandoti a conversione.


Dico tutto questo perché incominci a rendere grazie a Dio, se non hai ucciso nessuno, perchè non sei migliore di alcun assassino. E se Dio permette che un fratello della comunità si ubriachi o uccida qualcuno o faccia altre cose simili, forse è perchè Dio sta insegnando a tutta la comunità la misericordia che Egli ha con tutti. Questo lo dice S. Paolo. E costui sarà il testimonio perchè gli altri apprezzino l'amore di Dio. O che credete che se voi non peccate è per la vostra bravura? Per i vostri pugni chiusi non peccate? Attenti!


Il principio della sapienza è il timore di Dio. E benedetto timore se lo avete. Ve lo dico per la mia stessa esperienza.


Quando vedo che mi trovo in una situazione di tentazione: mi metto a tremare e chiedo al Signore che abbia pietà di me, perchè non do neanche una lira per la mia vita. Poichè il Signore può alzare la sua mano dalla mia testa per chiamarmi a conversione. Perchè la stessa cosa che fa la comunità con questo fratello, è quello che Dio fa con tutti gli uomini per chiamarli a conversione.


Dio permette che uno discenda e cada e veda la sua vita rovinata, drogato, o altro di simile. Dio permette che cada. Che nessuno pensi che la vita di un peccatore è una meraviglia. Per questo Gesù ha tanta misericordia per i peccatori e per questo bisogna pregare molto per loro.


Bene, questa è una parentesi.


Quest'uomo, dicevo, è chiamato a conversione mediante l'esclusione dalla comunità. Da qui viene il mercoledì delle ceneri, che era il giorno in cui si imponeva la cenere ai penitenti e non si potevano lavare nè fare il bagno in segno di penitenza.


Anche l'uso d'inginocchiarsi, in chiesa, viene dall'ordine dei penitenti. Mai nella Chiesa si stava in ginocchio. Isaia diceva: "Vedo un popolo in piedi". Stare in piedi davanti al Signore vuole dire che non cadi, che il Signore ti sostiene; e la posizione di risorto è in piedi. Già Israele pregava in piedi con le mani estese. Per questo dice il Signore che i farisei pregavano in piedi, bene in vista perché tutti li vedessero. Invece i penitenti stavano in ginocchio in segno di penitenza.


Ma tutto questo perchè lo dico? Perchè comprendiate adesso e sappiate rispondere qualora la gente dica: perchè mi devo confessare ad un uomo? Perchè devo dire i miei peccati ad un uomo e non direttamente a Dio?


(Carmen)


La crisi della confessione di oggi nasce già da questo senso individuale del peccato La prima crisi che hanno presentato i protestanti è questa. Se del peccato abbiamo un concetto così individuale di "io e Dio" perchè deve trovarsi in mezzo un'altra persona? Dio mi perdona direttamente. Questo avviene perchè si è perso già la base della comunità, che sostiene il senso della penitenza.


(Kiko)


Quindi, quando questo tale aveva già fatto un tempo di penitenza, aveva dato segni di conversione, il Giovedì Santo il vescovo, responsabile della comunità, o il presbitero, testa della comunità, lo introduceva di nuovo nell'assemblea. Questo è un segno del sacramento della penitenza: introdurre il fratello, confermare che è convertito. E questo lo fa sempre il Vescovo che é colui che ha il carisma di discernere. In questo senso si vede perfettamente come il Vescovo, o ,il presbitero, rappresenta la comunità in questo segno di ricevere di nuovo il fratello confermandone la conversione interiore.


Questo si capisce molto bene nel catecumenato. Perchè ti puoi credere molto cristiano, ma può arrivare il tuo catechista in nome del vescovo e dire che tu di cristiano non hai proprio nulla. Tuttavia tu puoi crederti cristiano di prima fila. E se il tuo catechista non vede che tu dai segni di cristianesimo, tu non passi, perchè è lui che ha, in nome del vescovo, il carisma di discernere gli spiriti.


Allora il vescovo in nome della comunità accoglieva i penitenti che davano veri segni ci conversione. Questo gesto è veramente meraviglioso. Vai a casa di una persona e ti apre la domestica. Allora è un segno di deferenza e di amore che il capo della casa in persona venga alla porta a riceverti. Siccome la Chiesa ha un tremendo amore per i peccatori, il vescovo in nome della comunità va ad accogliere questa persona e farla alzare con viscere di misericordia e a introdurla alla Mensa del Signore, alla mensa celestiale. E la riceve in nome di tutta la comunità.


In questo questionario conviene anche dire che così come l'Eucarestia è molto rinnovata, la penitenza invece è ancora in studio; la Chiesa però vuole già recuperare alcune cose. Questo segno che abbiamo oggi della penitenza è molto individualista, non esprime bene quello che è il sacramento della conversione,, e allora la Chiesa vuole recuperare un po' l'assemblea, la Parola di Dio, recuperare la comunità.


Vedete che il presbitero non rappresenta solamente Gesù Cristo, perchè Gesù è rappresentato da tutto il corpo che è la Chiesa. Il vescovo o il presbitero rappresentano non solo Gesù Cristo ma tutta la Chiesa, la comunità. Per questo il vescovo è colui che in nome della Chiesa accoglie chi entra.


Questo oggi non si vede molto come segno.


Quinta domanda: Fino a che punto la confessione mostra il


segno di una comunità che cammina in costante


conversione sotto l'impulso dello Spirito Santo?


Dovete spiegare un po' come con Costantino sono entrate nella chiesa le masse, perdendosi in esse un po' del senso della comunità, non si vede più una comunità che cammina in costante conversione per gli impulsi dello Spirito. Vediamo così persone che peccano individualmente, che sono assolte individualmente e vanno poi a comunicarsi. Ma tutta una comunità in conversione, che si riconosce peccatrice, non la vediamo.


(La sesta e la settima domanda a volte non le faccio perchè non c'è più tempo, ma le vediamo ugualmente brevemente)


Sesta domanda:Credi che i cristiani che conosci abbiano il senso


del mutuo perdono nella loro vita di ogni giorno,


nella famiglia, con i vicini, nella politica, nel


lavoro?... Se credi di no, non ti pare che il


perdono sacramentale si mostri senza senso?


Normalmente qui la gente dice che non vede questo mutuo senso del perdono, tra i cristiani. Pertanto ha senso la seconda parte della domanda. Qui però non ci riferiremo al perdono sacramentale quanto alla sua efficacia in noi (sempre è efficace in sè). Se non si spiega questo si alzerà sempre un guerrigliero che dirà: il sacramento è sempre efficace. Non si tratta di questo ma del fatto che se tu che hai ricevuto il perdono, non perdoni gli altri, sembra che il perdono che hai ricevuto è solo un gioco. Ma: non ti pare allora che il segno della confessione per coloro che non sono cristiani apparirà come una pantomima? Questo lo dice il mondo. Supponi che tua moglie si sia confessata oggi e in casa non ti parli. Un marito, un uomo che non va a messa, immaginati cosa penserà del perdono che sua moglie ha ricevuto. E questo succede spessissimo. La gente va a confessarsi e a comunicarsi e poi...: "qui ci sono cose che non si possono tollerare", "che impari" ....". La gente ha una alienazione così totale ......


Settima domanda: Come pensi che si presenti agli altri il tuo


comportamento cristiano: intransigente,


farisaico, classista, moralista?


Se avete tempo spiegate il fatto del perdono come segno. Un uomo che è fuori della Chiesa, come si renderà conto che Dio perdona i suoi peccati? Mediante la comunità ecclesiale che ha davanti, che è il segno di Gesù Cristo per gli uomini, è essa che lo perdona concretamente. Se voi non perdonate nel vostro lavoro, nella famiglia, me la rido del cristianesimo che avete. E' tutta una farsa e la comunità non serve a nulla.


CONCLUSIONE


Se tu che sei la Chiesa non perdoni, come crederanno gli altri che la Chiesa perdona? La Chiesa è una comunità penitenziale, una comunità penitenziale che non si converte una volta per sempre. In questo camminare è importantissima la penitenza.


L'uomo di oggi accetterà difficilmente la penitenza se il cristiano appare come il rappresentante di una comunità puritana, di una comunità installata nella sua pretesa conversione, arrivata una volta per sempre. La Chiesa non fabbrica il perdono, esso viene da Dio. La Chiesa riconoscendo i propri peccati e le proprie debolezze farà vedere la forza di Dio che si comunica attraverso di lei.


Questa conclusione si riferisce al fatto che la Chiesa è una comunità in continua metànoia, in conversione, in marcia. La Chiesa è una comunità in cammino; sempre in movimento verso Dio, guardando Dio, accompagnati dalla luce di Cristo, la luce radiosa del volto del Padre, che è la Croce. Così chiamavano la Croce di Gesù i primi cristiani: la luce radiosa del volto del Padre.


Perchè c'è un tipo di cristianesimo - io stesso vi ho appartenuto - in cui uno si crede cristiano convertito, un San Luigi Gonzaga per sempre. E allora viene quell'atteggiamento: "prima morire che peccare" .... E cose di questo tipo che non sono capite nel loro giusto senso. E' un tipo di cristianesimo in cui ciò che é fondamentale è essere in grazia di Dio, in senso statico, e cercare di non perdere questa grazia, di perseverare. La grazia si intende come una cosa, che non si sa molto bene cosa sia, ma che è qualche cosa che si ha dentro e che bisogna morire con essa per non perderla mai.


Poi ho capito che vivere in grazia è vivere nella gratuità di Dio che ti sta perdonando con il suo amore, e credere in questo perdono e in questo amore costante di Dio.


Quel tipo di cristianesimo colpisce molto, perchè uno si presenta come perfetto e come sublime. Invece è il contrario del cristianesimo, perchè i cristiani non sono perfetti, ma sono illuminati sulla propria realtà profonda, sanno di essere peccatori davvero ed hanno sperimentato in questo peccato la misericordia di Dio che perdona e dà una vita nuova frutto della sua grazia.
Queste catechesi sono assolutamente diaboliche. 


...Quindi, dopo tutti i tentativi, operati da parte dei vari Pontefici, di correggere con Discorsi ed Esortazioni le deviazioni settarie del Cammino Neocatecumenale, tentativi caduti tutti indistintamente nel vuoto durante questi quarant’anni, come non giungere ad usare i modi che Cristo adottò con chi si mostrava disubbidiente in modo impenitente?
Ci sono stati e ci sono tuttora, dopo quaranta anni, tentativi in tal senso dei vari Pontefici, compreso Lei, Santità, e questo nonostante tutte le denuncie (giunte alle Sedi competenti del Vaticano e alla Sua Persona) sulle aberrazioni della loro dottrina, sul loro Culto eucaristico sostanzialmente inventato dal falso profeta Kiko Arguello e circa i numerosi casi di suicidio avvenuti dentro codesta setta.
Noi però, consapevoli  - per esperienza vissuta - dell’assoluta malvagità dell’origine di questa setta e del suo impenitente iniziatore, ci vediamo costretti per amore della Verità, che è il Signore stesso, a rigettare completamente questo movimento dalla dottrina protestante e giudaico- cabalista che, come tale, è pericolosissimo per la salute spirituale, mentale ed esistenziale di tutti i fedeli.
Pertanto: consideriamo la consegna ufficiale dello Statuto del CN, data ai Neocatecumenali dal Pontificio Consiglio per i laici,  nella persona del Card. Stanislaw Rylko, il 13 Giugno 2008, un atto assolutamente arbitrario e prevaricatore della volontà di Sua Santità che, ne siamo al corrente, si era rifiutata di firmare l’approvazione ( firma tutt’ora infatti inesistente) prima di un pronunciamento delle Sacre Congregazioni del Culto Divino e della Dottrina per la Fede; codesto
fu tanto offensivo verso il rispetto per l’Autorità del Ministero petrino, quanto offensiva, scandalosa ed ereticamente aberrante fu la Conferenza Stampa che come frutto ne seguì il giorno successivo, nella quale l’Arguello vaneggiava le sue folli tesi circa la sua abominevole “eucarestia ebraica” che da quarant’anni gli viene permesso di inculcare ai malcapitati che frequentano il suo tenebroso Cammino! E per tali motivi, in Nome di Gesù Cristo, noi rifiutiamo questo atto.
Inoltre, consideriamo altrettanto incredibile ed ancor più inspiegabile la cerimonia che ha visto Lei, Santità, confermare ufficialmente la suddetta approvazione del Pontificio Consiglio per i Laici data al Cammino Neocatecumenale durante l’incontro avvenuto in San Pietro il 10 Gennaio scorso. Siamo rimasti esterrefatti nell’ascoltare parole di lode nei confronti del Card. Rylko e della sua inaccettabile prevaricazione; siamo rimasti sconvolti nell’ascoltare parole di “ringraziamento” a Dio per i cosiddetti “frutti” ( i numeri non fanno l’ortodossia!) usciti da queste comunità eretiche; siamo rimasti senza parole per l’invito fatto agli aderenti a quella setta di accettare la “croce della persecuzione”, quando in realtà sono loro che perseguitano la Chiesa da quarant’anni, insozzandone la dottrina ed imperversando con prepotenza ed orgoglio nelle parrocchie ( lo ripetiamo: da quando in qua il rifiuto di un vescovo o di un parroco alla loro tirannica invadenza, al fine di difendere la Santa Fede Cattolica che nella loro predicazione essi negano, può chiamarsi “persecuzione”??); siamo rimasti sconcertati nell’ascoltare l’esortazione con cui venivano invitati a seguire la Pastorale Diocesana, quando è stato approvato uno Statuto completamente fraudolento poiché in ogni suo articolo rimanda tutto, come condizione irrinunciabile, agli “Orientamenti alle Equipes dei Catechisti”, cioè alle loro eretiche catechesi (e perciò approvando lo Statuto implicitamente si legittima anche quella dottrina), nelle quali si insegna proprio il “fallimento della Pastorale Diocesana”. Infine, onta inaccettabile, l’invio ufficiale delle comunità in missione, cioè l’invio da parte della Chiesa Cattolica per l’evangelizzazione (ma sarebbe meglio dire per la protestantizzazione e la giudaizzazione!) delle parrocchie ad opera di un movimento manifestamente eretico. E per tali motivi, nel Nome di Gesù Cristo, noi rifiutiamo questo atto.

Carissimo Santo Padre, pensiamo che dopo quaranta anni e tantissime sofferenze da parte di chi è stato distrutto nell’anima e nel corpo dal Cammino Neocatecumenale, compresi gli ancora aderenti a questa setta, anzi soprattutto loro, sia giunto il momento di uscire dal silenzio, che dopo tutto questo tempo in cui l’omertà ha regnato sovrana, ormai sembra diventato veramente “colpevole”, secondo la dottrina cattolica e veritiera di San Pio X, al fine di porre un rimedio a questa situazione:
Sì, sperammo a dir vero di riuscire quando che fosse a richiamar costoro a più savi divisamenti; al qual fine li trattammo dapprima come figli con soavità, passammo poi ad un far severo, e finalmente, benché a malincuore, usammo pure i pubblici castighi.
Tutto questo per i Neocatecumeni ancora non è avvenuto, e pensiamo che sia il giusto modo di trattare definitivamente il problema di questa evidentissima setta.
 “Ma voi sapete, o Venerabili Fratelli, come tutto riuscì indarno: sembrarono abbassar la fronte per un istante, ma la rialzarono subito con maggiore alterigia.”
Questo modo di agire è infatti il modo abituale che gli iniziatori del Cammino ed i Neocatecumenali hanno di trattare le varie esortazioni, per la loro correzione, rivolte ad essi  dai vari Pontefici. Anzi, le possiamo assicurare, per aver sentito i loro commenti a caldo, dopo il 10 Gennaio 2009, che essi risultano per lo più sordi ad ogni parola di correzione si tenti di dar loro, come non fosse loro detto nulla, e che qualunque benevolenza loro manifestata viene da essi presa come pretesto per dire di essere pienamente approvati ed appoggiati, oggi ufficialmente anche dal Papa e che perciò diventa paradossalmente “eretico” chiunque si permetta di criticarli...

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