martedì 3 aprile 2012
Henry le Caron : "Un ebreo vi fa una proposta di servizio a nome della Sinagoga... Se volete salvare la Chiesa... la vostra "nuova Chiesa", dovrete rinunciare alla Rivelazione, all'Incarnazione ed alla Redenzione. A tale prezzo otterrete la simpatia della Sinagoga e potrete così contare sul suo appoggio"
Abbiamo già visto nel numero precedente [1],
come il Giudaismo-religione abbia congiurato contro Gesù Cristo, i suoi
Apostoli e la Chiesa, cercando d'infiltrare una "quinta colonna" nella
Chiesa stessa per poterla distruggere dall'interno.
Nel
presente articolo cercherò di richiamare l'attenzione del lettore su una
serie di fatti oggettivi e inequivocabili che mostrano le infiltrazioni
della contro-Chiesa attuate nel Corpo Mistico di Cristo.
Il come
sia stato possibile tutto ciò è un mistero che ci sorpassa, è il
mistero della Volontà permissiva di Dio in rapporto al male morale, che
non è voluto ma solo permesso per trarne un bene maggiore.
Il
perché dell'infiltrazione giudaico-massonica nella Chiesa sorpassa il
nostro misero intelletto, ma sarebbe irragionevole chiudere gli occhi
sugli avvenimenti che la comprovano e purtroppo, con il Concilio
Vaticano II, la testimoniano sino al suo stesso vertice. Paolo VI
d'altronde, aveva già parlato di "autodemolizione della Chiesa" e di
"fumo di satana, penetrato all'interno della Chiesa di Dio", ammettendo
implicitamente la realtà del fatto.
In molti casi dobbiamo fermarci al quia, alla constatazione del fatto, senza pretendere di conoscere il propter quid,
il perché del fatto. La Giudeo-Massoneria ha formato il disegno di
corrompere le membra della Chiesa, e specialmente il clero e la
gerarchia, inoculando in esse falsi principi che di cristiano mantengono
solo il nome senza averne più la sostanza [2].
Un
altro fatto inequivocabile (oltre al complotto contro la Chiesa) è che
oggi quasi tutti, anche i cattolici, appartengono in qualche modo
all'anima della Massoneria, pur non essendo membri del suo corpo, cioè
pensano e ragionano da massoni: sono per la tolleranza, il pluralismo,
il rispetto dell'errante, la democrazia moderna e liberale, il non
esclusivismo. Oggi Benedetto Croce avrebbe più giustamente scritto Perché non possiamo non dirci massoni, e la teoria di Rahner andrebbe riproposta come Il massone anonimo [3].
Questa
è la triste realtà: da un lato il complotto della Sinagoga contro la
Chiesa, dall'altro lo spirito cabalistico-massonico che ha invaso ogni
cosa e che respiriamo ormai come l'aria che ci circonda. È molto arduo
poter definire il perché, il come di tutto ciò, che in molti aspetti ci
sfugge, ci sovrasta e su cui possiamo solo fare congetture senza poter
arrivare alla certezza; eppure non dobbiamo chiudere gli occhi sulla
terribile realtà nella quale siamo chiamati a vivere, sotto pena di
sbagliare di "campo" o di stendardo, convinti magari di militare sotto
quello di Cristo, ma combattendo in realtà, sotto quello di Lucifero [4].
Nell'articolo
precedente abbiamo visto i piani massonici (svelati da Barruel e da
Cretineau-Joli, e riportati nei suoi volumi da Mons. Delassus), i quali
parlano di un "papa" secondo i bisogni della setta,
cioè imbevuto della sua filosofia, un "Papa" che, pur non essendovi
iscritto, fa però parte della sua anima, al fine di portare a compimento
il trionfo della Rivoluzione.
Per giungere a tale scopo la Massoneria ha formato una generazione
degna di tale avvenimento, mediante la corruzione intellettuale e morale
della gioventù, fin dalla più tenera età, per poterla poi attirare,
senza che se ne accorga, alla mentalità del "massonismo". Soprattutto
nei seminari essa ha svolto il suo ruolo d'infiltrata, di corruttrice
delle idee, perché un giorno i giovani seminaristi diverranno preti,
vescovi, cardinali, governeranno e amministreranno la Chiesa e, come
cardinali, saranno chiamati a scegliere un "Papa"; ma questo "Papa",
come la maggior parte dei suoi contemporanei, sarà imbevuto di principi
filantropici e naturalistici e sarà quindi omologo agli interessi della
setta.
Il clero e i fedeli marceranno così sotto lo stendardo massonico, credendo ancora di essere sotto la bandiera pontificia.
I
fatti che mi accingo a riportare sono la prova inequivocabile che tale
disegno è riuscito, almeno per ora. Nostro Signore infatti ci ha
promesso che "le porte dell'inferno non prevarranno"
e così sarà. Noi cristiani, come il nostro Capo, Gesù Cristo siamo
abituati a vincere per mezzo delle sconfitte. Proprio quando Gesù fu
crocifisso e abbandonato da tutti, con la sua morte ci redènse; così
sarà anche del suo Corpo Mistico, la Chiesa: quando sembrerà ormai
essere morta, allora risorgerà in tutto il suo fulgore: "Regnavit a ligno Deus"!
Tali
fatti non devono scandalizzarci, ma, al contrario, devono farci
prendere i mezzi adatti (con l'aiuto di Dio che non manca mai) per fare
qualcosa per il bene della Chiesa, flagellata e coronata di spine come
il caro e buon Gesù.
Una bella preghiera di San Tommaso Moro
recita così: "O Signore fate che non mi scandalizzi davanti al male ed
al peccato, ma datemi la forza di porvi rimedio".
Pio VI nel Breve "Quid aliquantum"
(10 marzo 1791) critica la Costituzione civile del clero e in un altro
Breve al clero e al popolo francese (19 marzo 1792) condanna gli
ecclesiastici che giurano fedeltà alla Rivoluzione in questi termini:
"Il carattere... degli eretici e degli scismatici fu... di ricorrere
all'artificio e alla dissimulazione: così i nuovi intrusi della Chiesa di Francia hanno imitato alla perfezione quest'arte... d'ingannare... mediante la finzione e la menzogna..." [5].
Pio VII nell'Enciclica Diu Satis
(15 maggio 1800) mette in guardia l'alto clero: "Non ammettete nessuno
nei ranghi del clero... prima di averlo esaminato con cura, controllato
ed approvato maturamente... [vi è] una moltitudine di falsi apostoli... artefici di inganni, mascherati da apostoli di Cristo".
Nell'Enciclica Ecclesiam (13 settembre 1821) condanna la Carboneria, vera miniera di falsi fratelli: "Vengono a voi sotto apparenza di agnelli ma sono, nel fondo del loro cuore, lupi rapaci".
Il Cardinale Bernetti
in una lettera del 4 agosto 1845 scriveva: "Il nostro giovane clero è
imbevuto delle dottrine liberali... La parte del clero che, dopo noi,
arriva al governo, ... è mille volte di più intaccata dal vizio
liberale" [6].
Pio IX nell'Enciclica Nostis et Nobiscum
(8 dicembre 1849) si lamenta del complotto contro la Chiesa: "Vi sono
in Italia degli ecclesiastici, ... che son passati nei ranghi del nemico
della Chiesa".
Molti anni dopo nella lettera Exortae in ista
(29 aprile 1876) descrive il caso classico di un'infiltrazione
massonica in Brasile. "La confusione che è sorta in Brasile in questi
anni è dovuta all'azione di agenti affiliati alla setta massonica, che si sono infiltrati nelle confraternite di pii cristiani" [7].
Il cattolicesimo liberale
è per Papa Mastai ancora più pericoloso del Comunismo; è infatti la
"quinta colonna" della Giudeo-Massoneria nel seno stesso della Chiesa.
Per Pio IX è molto più facile scoprire un nemico dichiarato che un falso
fratello, come lo è, in realtà, il cattolico liberale. Nel Breve
indirizzato al circolo Sant'Ambrogio di Milano (6 marzo 1873) spiega
perché bisogna diffidare assolutamente dei cattolici democratici,
imbevuti della filosofia moderna: "Questi uomini sono più pericolosi che
i nemici dichiarati, poiché secondano gli sforzi di questi ultimi, ma non si fanno scorgere.
Infatti, restando sui limiti delle opinioni condannate, si presentano
sotto le apparenze di una dottrina integra e pura e ingannano così i
fanatici della conciliazione ed anche i ferventi cristiani che, senza
ciò, s'opporrebbero fermamente ad un errore manifesto" [8].
Leone XIII nell'Enciclica Inimica vis
(8 dicembre 1892), mette in guardia i vescovi e gli arcivescovi
d'Italia contro la Massoneria che cerca di conquistare alla sua
filosofia il clero: "...i settari massoni cercano con delle promesse di
sedurre il basso clero. Allo scopo di guadagnare alla loro causa i
ministri sacri e poi... di farne dei rivoltosi".
San Pio X
condanna i cattolici-liberali, i democratici-cristiani, i modernisti
come "la razza più pericolosa... che pretende di condurre la Chiesa al
proprio modo di pensare. Tramite l'astuzia e la menzogna
di questo perfido cattolicesimo-liberale, che fermandosi giusto ai
limiti dell'errore condannato, si sforza di apparire come ortodosso... I
cattolici liberali sono lupi sotto apparenza di agnelli. Il prete...
deve svelare le loro trame perfide. Sarete chiamati papisti, clericali, retrogradi, intransigenti; onoratevene ..." [9].
Anche nell'Enciclica Pieni l'animo
(28 luglio 1906) San Pio X mette in guardia contro le infiltrazioni
nemiche nella Chiesa e parla esplicitamente dello "spirito
d'insubordinazione e di indipendenza" che si manifesta tra il clero.
Tale spirito - prosegue il Papa - "... penetra fin nel Santuario. ... E
soprattutto tra i giovani preti che uno spirito sì funesto porta la
corruzione... Si fa per tali dottrine nuove una propaganda più o meno occulta, tra i giovani che nei seminari si preparano al sacerdozio".
Nella Pascendi (8 settembre 1907), poi, il Pontefice denuncia che "...i nemici sono arrivati fin dentro il cuore della Chiesa, nemici tanto più temibili quanto più lo sono meno apertamente. ... Parliamo di un gran numero... di preti... è dal di dentro che tramano la rovina della Chiesa, il pericolo è oggi quasi nel seno e nelle vene della Chiesa stessa ... essi [i modernisti] non colpiscono i rami... ma la radice stessa, vale a dire la Fede".
Inoltre
sempre S. Pio X, nell'allocuzione alla cerimonia d'imposizione della
berretta cardinalizia ai nuovi porporati (27 maggio 1914) pronunciò
queste parole: "Oh quanti marinai, quanti piloti e, non voglia Dio,
quanti capitani, facendo
confidenza a queste novità profane ed alla falsa scienza del tempo
presente, invece di giungere in porto, hanno fatto naufragio!" (S. Pio X
AAS 1914 pagg. 260-262).
Si noti che il Papa santo morirà neanche tre mesi dopo, i120 agosto 1914, e che la parola "capitani" si riferisce ai Vescovi!
Pio XI denuncia i progressi fatti dalla "quinta colonna" infiltratasi ormai nell'alto clero.
"Nel
Concistoro del 23 maggio 1923 Pio XI chiese a circa trenta cardinali
della Curia romana cosa pensassero della convocazione di un Concilio
Ecumenico. Il card. Billot parlò esplicitamente di divergenze profonde nel seno dello stesso Episcopato.
Il card. Boggiani, domenicano, pensava che una parte considerevole del
clero e dei vescovi era imbevuta di idee moderniste. ... Il card. Billot
concludeva dicendo che il Concilio sarebbe stato manovrato dai peggiori nemici della Chiesa" [10]
Ancora, nell'Enciclica Divini Redemptoris
(29 settembre 1937) Pio XI denuncia i tentativi d'infiltrazione
comunista che, senza menzionare la dottrina propria del Comunismo,
vorrebbe "impiantare i propri errori nei luoghi ove –– senza ciò –– non
potrebbero penetrare. E lavorano [i comunisti] con tutte le loro forze
per infiltrarsi perfidamente nelle assemblee cattoliche".
Il P. Cordovani, infine, maestro dei Sacri Palazzi Apostolici sotto il pontificato di Pio XII, e quindi teologo di papa Pacelli, scrive sull'Osservatore Romano
del 19 marzo 1950: "Nulla è cambiato nella legislazione della Chiesa
rispetto alla Massoneria. ... I canoni 694 e specialmente il canone
2335, che infligge la scomunica alla Massoneria senza distinzione di riti, sono sempre in vigore. ... Tutti i cattolici devono... ricordarselo per non cadere nella trappola".
Jacques Ploncard d'Assac commenta che si era in presenza di un'infiltrazione
di idee massoniche nella Chiesa e che il padre Cordovani, profondo
conoscitore del problema, insisteva: "La scomunica, lo ripeto, vale per tutti i riti massonici,
... anche se alcuni dichiarano che non sono ostili alla Chiesa. ...
Questa tendenza moderna, ... che metterebbe volentieri il Cattolicesimo
in armonia con tutte le ideologie... non ha forse il marchio
dell'eresia?" [11]
I
Papi perciò, fino a Pio XII, non hanno cessato di metterci in guardia
contro le infiltrazioni nemiche nella Chiesa: purtroppo con Giovanni
XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II l'atteggiamento muta radicalmente;
si dialoga con la Massoneria, si ammette addirittura la doppia
appartenenza, come vedremo nei capitoli successivi [12].
Con la morte di Pio XII il Concilio non era ancora stato adunato, ma "l'aggiornamento"
roncalliano cominciava già a dar corpo alle antiche aspirazioni di
apertura verso i suppositi della Giudeo-Massoneria, per poter così
introdurre il cavallo di Troia nella Chiesa di Cristo.
Naturalmente
ci si propose di dialogare, oltre che con le altre religioni, anche con
la Massoneria, per poter superare le condanne portate dalla Chiesa
contro la setta (oltre 590 documenti), a partire da Clemente XII (In Eminenti, 1738) fino a Pio XII incluso e mai messe in discussione.
"Le
prime manifestazioni di questa tendenza nuova risalgono agli anni '20.
Un gesuita tedesco, P. Gruber... prese contatto con alti dignitari
massonici... La campagna di avvicinamento iniziata in segreto dal padre
Gruber fu ripresa... in Francia dal padre Berteloot, anch'esso gesuita.
Costui pubblicò dal 1945 al 1949 una serie di articoli e di libri
redatti con una grande prudenza, per poter preparare il riavvicinamento.
La
campagna di riavvicinamento tra Massoneria e Chiesa cattolica restò
tuttavia allo stato latente sotto il pontificato di Pio XII. Il fuoco
covava sotto le ceneri, ma i progressisti che avevano preso nella Chiesa
un'influenza considerevole, si rendevano conto che i loro sforzi non
avevano alcuna speranza finché viveva Pio XII... Con l'elezione di
Giovanni XXIII ci fu bruscamente come un'esplosione... Si aveva
nettamente l'impressione di una campagna internazionale, metodicamente
orchestrata" [13]
"Lo spirito di Giovanni XXIII –– scrive padre Esposito [14]
–– poi la grande avventura ecumenica di Paolo VI, innescarono una
reazione a catena di cui lì per lì non ci si rese conto, ma che divenne
evidente allorché i diversi gruppi di esploratori
–– tra gli anni 1965 e 1968 –– vennero scovati dalla stampa. ... Si
scoprirono scambi epistolari, telefonate più o meno diuturne, ...
simposi conviviali. Il tutto finiva per accrescere la reciproca
conoscenza degli uomini dei due schieramenti: i cattolici toccavano con
mano che i massoni non hanno il volto di Lucifero [le apparenze
ingannano, n.d.r.], i massoni che i cattolici non sono tutti Grandi
Inquisitori... Si può dire che l'incontro tra le due comunità quella
ecclesiale e quella massonica, fu effettuato a tutti i livelli ".
"Il
Gran Maestro della Massoneria Dupuy stimava che «L'avvenimento del
Vaticano II costituisce una apertura considerevole della Chiesa al
mondo». Rivelava di aver intrattenuto con Giovanni XXIII delle relazioni
«più che cordiali», che «Giovanni XXIII e il Vaticano II hanno dato un
impulso formidabile al lavoro di chiarificazione e di disarmo reciproco
nei rapporti tra Chiesa e Frammassoneria». Al limite, nella misura in
cui la Chiesa conciliare scivola verso il pluralismo e la libera
religione, tende a diventare una semplice obbedienza massonica" [15]
D'altronde
anche l'ex gran maestro del Grand'Oriente d'Italia, Armando Corona,
afferma: "La Massoneria ha, per prima, nella storia caldeggiato e difeso
la tolleranza religiosa ed il diritto di ogni uomo di professare la
propria fede. Dopo tanti secoli, come Massoni, siamo lieti che anche il
concilio Vaticano II abbia dichiarato testualmente: La coscienza degli uomini è sacra..." [16]
Anche
mons. Lefebvre fu costretto ad ammettere che la Chiesa era stata
infiltrata dalla Massoneria allo scopo di distruggerla. Proprio perché
aveva vissuto direttamente l'esperienza del Concilio scrisse: "La
riforma liturgica è una delle cose più gravi. Fu fatta... dal Padre
Bugnini, che l'aveva preparata già da molto tempo. Già nel 1955 padre
Bugnini faceva tradurre i testi [liturgici] protestanti da mons.
Pintonello... che era vissuto molto tempo in Germania... È stato proprio
mons. Pintonello che mi ha raccontato che aveva tradotto i libri
liturgici protestanti per Bugnini, che a quel tempo non contava ancora
nulla... tipi come Bugnini sono degli infiltrati nella Chiesa per distruggerla... Alcuni dicono che dietro tutto ciò vi è la Massoneria. È possibile... Ci troviamo davanti ad una vera congiura all'interno della Chiesa, da parte dei cardinali attuali. Una classe di intellettuali è insorta contro Nostro Signore, in un vero complotto diabolico contro il suo Regno" [17].
Il
primo cardinale che avvicinò un Gran Maestro fu Innitzer, arcivescovo
di Vienna, che nel 1948 impostò –– ad insaputa di Pio XII –– il dialogo
col Gran Maestro Schechebaner. Negli anni '60 - '70 la schiera dei
"dialoganti" s'ingrossò e fece il tutto alla luce del giorno: i
cardinali Cushing di Boston, Cooke di New-York, Etchegaray di Marsiglia,
Alfrink di Utrecht, Feltin e poi Marty di Parigi, Krol di Filadelfia,
Vilela di Bahìa (Brasile), Lorscheider di Fortaleza. Tra i vescovi si
contano: Mendez Arceo di Cuernavaca (Messico), che in Concilio domandò
che la legislazione antimassonica fosse modificata, mons. Dante Benigni
di Albano Laziale, mons. Ablondi di Livorno che, secondo le affermazioni
dell'Esposito [18],
partecipò agli incontri coi dirigenti massonici insieme al gruppo
italiano. A Parigi mons. Pezerie parlò addirittura in Loggia "come in
passato avevano fatto Joyce di Boston, Pursley di South Bend, alcuni
presuli nelle Isole Filippine, in Canada e altrove" [19]
In Europa tale dialogo catto-massonico era benedetto "anche presso le istanze più alte della Chiesa. I tramiti più costanti... che ottennero un'accoglienza attenta presso Paolo VI, furono don Miano, che raggiungerà il card. Seper e il card. Koning... Il P. Riquet che ebbe ugualmente diverse opportunità di avvicinare Paolo VI [20].
Recentemente
il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, l'avv. Gaito, ha
dichiarato: "Quando ho ascoltato le gerarchie ecclesiastiche parlare
nelle omelie dell'uomo come centro dell'universo mi sono commosso fino
alle lacrime" [21].
L'intento
immediato di tutti questi spuri connubi era di pervenire alla revisione
e possibilmente all'abolizione della scomunica del 1738, della setta
massonica. Per la Pasqua del 1971 sembrò prossima la pubblicazione di un
Dubium della Sacra
Congregazione per la dottrina della Fede "che avrebbe in qualche modo
cancellato le gravi pregiudiziali antimassoniche contenute nel Codice di
diritto canonico del 1917, canone 2335 e luoghi paralleli; la
pubblicazione fu rinviata alla festa dei santi Pietro e Paolo, il 29
giugno del medesimo anno, ma ancora una volta non si ritenne opportuno
affrettare i passi, perché si temeva –– e ben a ragione –– che
l'opinione pubblica cattolica... non avrebbe accolto la decisione senza
scandalo" [22].
Fin
dal 1964 i vescovi della Norvegia avevano consentito ad un massone
"convertitosi" al cattolicesimo di poter conservare l'iscrizione alla
Massoneria.
I vescovi della Danimarca, Svezia, Islanda, Norvegia, Finlandia applicarono il decreto conciliare Christus Dominus,
che all'articolo 8 afferma: "Ai singoli vescovi diocesani è data
facoltà di dispensare da una legge generale della Chiesa, ogniqualvolta
ritengano che ciò giovi al bene spirituale dei fedeli, purché dalla
suprema Autorità della Chiesa non sia stata fatta qualche riserva
speciale in proposito".
Nella riunione plenaria del 21-23
ottobre 1966, infine, i vescovi di quelle cinque nazioni decidevano di
non esigere dai massoni che chiedevano di entrare nella Chiesa,
l'abiura, cioè l'abbandono della Massoneria. I vescovi non ritenevano perciò incompatibili le due appartenenze. "Nel mese di novembre la decisione venne comunicata alla Santa Sede. Qui non si ebbero reazioni, e questo significa che non c'erano ragioni negative, per cui i124 gennaio 1968 la decisione venne resa pubblica" [23].
Il Radiogiornale vaticano
intervenne, comunicando che la Santa Sede non aveva mutato la
disciplina vigente. "Si ribadiva in tal modo che la decisione
scandinavo-baltica rimaneva circoscritta alla situazione locale, ma non
la si contrastava" [24].
Il
vento del Concilio continuava a soffiare, la Giudeo-Massoneria a
tramare: il risultato più clamoroso dell'infiltrazione della "quinta
colonna" all'interno della Chiesa la si ebbe il 16luglio 1974. Si trattò
di un modesto documento destinato a restare privato e che invece fu
reso pubblico dal destinatario, il card. Krol, arcivescovo di Filadelfia
e presidente della Conferenza Episcopale nordamericana.
Questo
documento, brevissimo ed importantissimo, va inquadrato nella scia
delle due consultazioni a livello universale ordinate dalla Sacra
Congregazione per la dottrina della fede negli anni 1960-1970, per
conoscere l'opinione dei vescovi sulla consistenza e le caratteristiche
delle singole obbedienze massoniche.
Su tale documento così
scrive il P. Esposito: "A richiesta del card. Krol, il prefetto del
dicastero romano (della dottrina della Fede) card. Franjo Seper
rispose... con questa lettera così strutturata: 1) la richiesta di nuove
istruzioni relative al problema massonico è viva presso l'Episcopato, e
la Santa Sede ha posto il problema in seria osservazione; 2) ... ogni
eventuale mutamento viene demandato alla redazione del nuovo Codice di
Diritto Canonico; 3) nell'attesa, a) le situazioni locali devono essere
giudicate in ambito locale; b) tale giudizio deve essere ispirato al
principio dell'amplificazione delle grazie e delle restrizioni degli odi; 4) la proibizione d'iscrizione alla massoneria viene ristretta ai soli membri del clero e degli istituti secolari; 5) implicitamente la scomunica non viene più comminata.
... Questa lettera ebbe consensi ovunque. Negli Stati Uniti inaugurò,
da parte della Chiesa, un atteggiamento estremamente aperto... La
comprensione tra cattolici e massoni negli Stati Uniti veniva da
lontano... Cominciò un rallentamento polemico,
allorché i massoni, rassicurati da Kennedy circa i suoi propositi non
integralisti, appoggiarono validamente la sua candidatura, proseguì con
la partecipazione del card. Cushing a riunioni conviviali, unitamente ad
altri presuli, ... tra i gesti più incisivi ricordiamo la
partecipazione del cardinale arcivescovo di New York, Cooke, ad un
simposio massonico nel corso del quale pronunciò un discorso di cordiale
incoraggiamento alla reciproca comprensione e collaborazione" [25].
In
tale conferenza l'eco della lettera Seper-Krol fu evidente. Il
documento episcopale affermava: "Un cattolico deve considerarsi
anzitutto membro della Chiesa cattolica... Ma se egli crede sinceramente
che la sua appartenenza alla Massoneria non entri in conflitto con
questa fedeltà, può entrare in contatto con il suo vescovo... per
discutere le implicazioni di tale appartenenza".
In
una notificazione al clero diramata i129 gennaio 1976 1a Conferenza
episcopale dominicana applicava la lettera del card. Seper asserendo:
"Tra noi (cattolici e Repubblica dominicana) non esiste incompatibilità tra l'essere cattolico praticante... ed essere affiliato ad un'associazione massonica o similare...".
Su richiesta concedeva l'autorizzazione ai funerali religiosi di un massone.
Nella
sessione del 5 gennaio 1975 la Conferenza Episcopale brasiliana,
presieduta da mons. Lorsheider, poi cardinale, domandò alla Santa Sede
istruzioni circa l'applicazione della lettera Seper; la risposta del 12
marzo, firmata dal Nunzio Apostolico in Brasile mons. Rocco, asseriva:
"... Sembra pertanto che si possa prestar fede a quanti, iscritti già da
tempo alla Massoneria, sollecitano spontaneamente di essere ammessi ai
sacramenti...".
Non stupisce quindi che: "per il Natale di quell'anno il Card. Brandao Vilela accettava l'invito di celebrare la messa nella loggia Liberdade di San Salvador di Bahia...
in quello stesso mese accettava un'alta onorificenza massonica, così
come l'accettava nel 1976 il card. Paulo Evaristo Arns, arcivescovo di
Rio de Janeiro" [26].
San
Pio X affermava dei modernisti: "Ad ascoltarli, a leggerli si sarebbe
tentati di credere che cadono in contraddizione, che sono oscillanti e
incerti. Assolutamente no! Tutto è misurato, tutto è voluto da costoro.
...Una pagina delle loro opere potrebbe essere scritta da un cattolico;
ma voltate pagina e vi sembrerà di leggere lo scritto di un
razionalista" [27].
La
tattica di Satana e dei suoi suppositi è sempre stata quella di
mischiare il vero al falso, la zizzania al buon grano; così fa la
Giudeo-Massoneria che, ormai infiltratasi sino al vertice della Chiesa,
mescola vero e falso per poter ingannare anche i buoni che, altrimenti,
reagirebbero.
Abbiamo già visto quale fosse la tattica del
massone: restare dentro la Chiesa come "quinta colonna" per distruggerla
dall'interno, se mai fosse possibile, e quindi, dopo aver fatto due
passi avanti, farne uno indietro (Lenin docet),
per non suscitare una vera reazione che annienti le macchinazioni della
contro-chiesa. Sappiamo anche che la "quinta colonna", una volta
scoperta, susciterà una "terza forza", che lavorerà assiduamente, sotto
apparenza di moderazione, equilibrio, amor di pace e carità, per
impedire la distruzione della "quinta colonna".
Ebbene i vari
documenti degli anni '80 che rivedono le posizioni aperte al dialogo,
proprie degli anni '60 - '70, non sono nient'altro che il classico passo
indietro dopo i due compiuti in avanti, e la produzione di una "terza
forza" per salvare il lavoro della "quinta colonna"!
I documenti della falsa restaurazione sono: la Dichiarazione dell'Episcopato tedesco (28 aprile 1980), la Dichiarazione della Sacra Congregazione per la dottrina della Fede (17 febbraio 1981), la Dichiarazione della Sacra congregazione per le cause dei Santi (20 settembre 1981), il Nuovo Codice di Diritto Canonico (25 gennaio 1983) che nel canone 1374 afferma: "Chi dà il [proprio] nome ad un'associazione che complotta contro la Chiesa, sia punito con giusta pena".
Bisogna rilevare che tale testo è molto diverso dal canone 2335 del
Codice del 1917, perché il rigore della pena è nettamente alleggerito,
in quanto viene esclusa la scomunica, che era invece comminata ipso facto per chiunque avesse dato il proprio nome ad una setta massonica.
Inoltre, per la gioia del padre gesuita Michel Riquet non viene neppure menzionata la Massoneria! [28].
Così
si giustifica la recente dichiarazione del Gran Maestro del
Grand'Oriente d'Italia Virgilio Gaito: "Si consideri poi che la
scomunica contro i massoni è ormai affievolita: è riservata soltanto a
chi cospira contro la Chiesa Cattolica" [29].
Tutto ciò prova che le condanne degli anni '80 erano puramente verbali e che nulla de facto
ne è seguito, né si voleva che ne seguisse. Infatti i vari monsignori
che negli anni '60 - '70 erano impegnati nel dialogo con la Massoneria
li ritroviamo quasi tutti promossi cardinali negli anni '80, e coloro
che già erano cardinali hanno continuato tranquillamente ad esserlo
senza che alcun provvedimento fosse preso a loro carico!
Bisogna
infine registrare la Dichiarazione della Sacra Congregazione per la
dottrina della Fede (26 novembre 1983), la quale, nell'affermare che "i
fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla santa comunione" non ribadisce, però, la scomunica!
In
un'intervista concessa ultimamente dal card. Ratzinger all'Avvenire, si
legge che bisogna distinguere tra Massoneria e Massoneria, che non
bisogna fare di ogni erba un fascio, che vi è una Massoneria
anticlericale con la quale non si può dialogare, ma che, se la
Massoneria non fa professione di fede anticristiana, il dialogo è
fattibile: si è, in pratica, ad un ritorno, seppur in sordina, alle
posizioni degli anni '60 - '70.
È il lavoro della "terza
forza" che cerca di consolidare, sotto apparenza di maggior fermezza e
di restaurazione, le conquiste della "quinta colonna"? La dottrina di
cui sopra fu già condannata dal P. Cordovani nel 1950. Ma essa ritorna
di moda anche in campo massonico, allorchè il prof. Di Bernardo, nel suo
libro Filosofia della Massoneria
afferma che la Massoneria è per principio non esclusivista e tollerante
ed auspica un dialogo con la Chiesa, ciascuno restando quello che è.
L'importante è che la Chiesa, senza perdere la sua identità, rinunci
alle scomuniche per aprirsi al dialogo, accettando il pluralismo, la
tolleranza ed il non esclusivismo, e divenga poi così, nella realtà, una
specie di Massoneria universale. Tutto ciò si è avverato e lo abbiamo
costantemente sotto gli occhi [30].
Anche
in campo cattolico-conservatore è ripreso questo atteggiamento; per
esempio mons. Casale arcivescovo di Foggia, l'11 dicembre 1993, in un
convegno organizzato dal cesnur,
ha dichiarato che la doppia appartenenza non è lecita, ma che il
dialogo con le Massonerie... non è escluso dalla Chiesa cattolica
[conciliare, n.d.r.] [31].
a) Massoneria e Rotary
Il
rapporto tra Rotary e Massoneria è "strutturale", come dice P.
Esposito, "non solo a causa della fondazione del Rotary avvenuta i123
febbraio 1905 ad opera dell'avvocato Paul Harris di Chicago e di tre
suoi colleghi, massoni come lui; ma anche a causa dell'impostazione
ideologica e giuridica del club, il quale del
messaggio iniziatico assume il meglio, per inserirlo nella società
laicizzandolo, cioè escludendo gli aspetti vincolanti ed iniziatici" [32].
In
Cile ed in Spagna molti vescovi, negli anni Venti, espressero vive
condanne del Rotary, denunciandone la radice massonica. La Santa Sede di
fronte a queste denunce dovette prendere posizione. Il primo passo fu
di prendere le distanze dal Rotary per poi condannarlo. Il compito di
preparare la strada alla condanna fu affidato alla Civiltà Cattolica che
pubblicò tre articoli del padre Pirri s.j., secondo il quale il Rotary non differisce affatto dalla Massoneria,
sotto il dominio della quale intende portare il mondo intero. Tuttavia
il gesuita non vuole affermare che tutti i rotariani siano massoni,
ammette l'ignoranza, la buona fede, l'ingenuità in alcuni di essi.
La tolleranza religiosa del Rotary, conclude il Pirri, è de facto sincretismo religioso [33].
Sull'Enciclopedia
Cattolica mons. Buzzetti scrive: "La mentalità ch'esso [il Rotary]
proclama può facilmente diventare indipendenza dall'insegnamento della
Chiesa, anche nel campo della fede e dei costumi e favorire l'infiltrazione di elementi massonici ed anticlericali" [34].
b) La prima condanna pontificia (4 febbraio 1929)
Il
testo pontificio di condanna del Rotary uscì quasi contemporaneamente
al terzo articolo del padre Pirri del 2 febbraio 1929; è infatti di solo
due giorni posteriore il Dubium
della Sacra Congregazione concistoriale. Il decreto pontificio era la
risposta al quesito se fosse lecito agli ecclesiastici iscriversi al
Rotary e partecipare alle riunioni di questa organizzazione, ed era
nettissima: non expedire,
cioè "non è conveniente". La proibizione non è estesa ai laici. Il
testo fu pubblicato negli A.A.S. (1929, anno 25,15 gennaio 1929, 42).
Anche
il cardinale di Milano Schuster intervenne, vent'anni dopo, il 12
ottobre 1949, riaccendendo i fuochi della polemica: "A1 tempo della
nostra giovinezza a Roma... v'erano associazioni che si dicevano
affiliate [alla Massoneria] come il Rotary... Tutte forme essoteriche di
una Massoneria unica" [35].
c) La seconda condanna (gennaio 1951)
Essa fu molto più severa della prima, più solenne, con l'esplicito richiamo dell'assenso diretto di Pio XII [36].
d) La svolta di Giovanni XXIII
Il deus ex machina
del Rotary italiano, Omero Ranelletti, che fondò il Club di Roma nel
1924 narra che "all'avvento di Papa Giovanni pensò che il problema
avrebbe potuto essere avviato ad una soluzione migliore che in passato" [37];
i122 dicembre 1958 chiese pertanto a Giovanni XXIII un'udienza, che gli
fu accordata i120 aprile 1959. "In udienza presentò i suoi colleghi coi
loro titoli rotariani, e papa Giovanni ... gradì la visita affermando
che a Venezia aveva avuto occasione di avvicinare più volte i rotariani
della città, ed era perciò bene al corrente della nostra istituzione.
... Ebbe per tutti parole di bontà, confortandoci infine della sua
apostolica benedizione" [38].
Il 20 marzo 1963 Roncalli accordò al Rotary una seconda udienza.
e) Paolo VI
La
terza udienza pontificia ebbe luogo con Paolo VI i128 settembre 1963.
Ma la più importante fu la quarta, del 20 marzo 1965, nella quale
Ranelletti ricordò che il 13 novembre 1957 (un anno prima della morte di
Pio XII) l'allora card. Montini s'incontrò con i rotariani e tra
l'altro disse loro: "Vi ringrazio signori rotariani per questa
manifestazione di omaggio che mi rivolgete, ma debbo con lealtà
dichiaravi che in passato io ebbi molte riserve sul Rotary, frutto di
ignoranza e di errori" [39].
Nell'udienza del 20 marzo 1965 Paolo VI riprese questo pensiero; un altro incontro col Rotary avvenne il 14 novembre 1970.
f) Giovanni Paolo II
"Con Giovanni Paolo II l'accettazione del Rotary raggiunge livelli ancora più elevati, nel senso che non solo è affermata la compatibilità, ...ma forse addirittura la complementarietà fra l'opera cattolica e quella rotariana" [40].
Giovanni Paolo II ha ricevuto i rotariani il 14 giugno 1979 ed i14 febbraio 1984.
"Dopo il Concilio Vaticano II –– scrive Orio Nardi [41]
–– la gnosi influenza tutta la fermentazione modernista o progressista
all'interno della Chiesa, non senza la complicità di teologi... che
spesso operano sotto l'influsso di centri di potere mondialista, come
appare dalla storia del Movimento Pax e del gruppo I.DOC".
Il
6 giugno 1963 il card. Wyszynski scrisse una lettera ai vescovi
francesi, che fu fatta pervenire al Segretariato dell'Episcopato
francese tramite il nunzio apostolico: oggetto della lettera era il Movimento PAX.
Il
cardinale smascherava nel suo scritto la vera natura del Movimento:
"PAX non è un'organizzazione a scopo culturale, ma unicamente un mezzo
di propaganda travestito per denigrare l'attività della Chiesa in
Polonia, tramite la diffusione d'informazioni false... Tale movimento
riceve le direttive dal Partito Comunista, dalla Polizia segreta e
dall'Ufficio per gli Affari del Culto. In compenso della sua
sottomissione PAX beneficia di certe facilitazioni ed appoggi".
All'inizio
del Concilio il Movimento PAX intensificò la sua propaganda nei Paesi
dell'Europa occidentale e specialmente in Francia, diffondendo notizie
false od equivoche ed offensive della Chiesa e soprattutto della Curia
romana.
Il fondatore di PAX (vero e proprio organo della
polizia comunista polacca, alle dirette dipendenze del Ministero degli
Interni) era M. Piasecki,
che era stato condannato a morte dai russi sovietici ed era stato
graziato a prezzo di un impegno formale di mettersi al servizio del
Partito Comunista per infiltrare la Chiesa Cattolica.
Fin
dalle sue origini, quindi, PAX è un'agenzia del Partito Comunista
Polacco che emana direttamente gli ordini ai suoi membri tramite
l'Ufficio Centrale. Piasecki dipendeva in modo diretto dall'Ufficio
Sicurezza (U. B.) e dall'Ufficio dei Culti, che, in Polonia, disponeva
di un potere assoluto per quanto riguardava la Chiesa Cattolica.
Nel
1956 col disgelo Piasecki cade in disgrazia (nuovamente), però, grazie
ai servizi resi soprattutto alla Francia, può risalire la china; il suo
potere raggiunge l'apogeo durante i lunghi anni di prigionia di
Wyszynski. Fu quella l'epoca in cui PAX assorbiva tutte le pubblicazioni
cattoliche ancora indipendenti dal Partito Comunista. La
destalinizzazione atterrò di nuovo Piasecki, che però risorse grazie...
al Concilio Vaticano II! Infatti gli fu assegnato il compito di formare
focolai di dissenso negli ambienti ecclesiastici che lavoravano al
Concilio, di scindere i Vescovi in due blocchi (progressisti e
conservatori), per poter mettere la Chiesa al passo con il mondo moderno
(Solve et coagula).
In Francia, giornali come la Croix e periodici come Les Informations catholiques Internationales
erano giunti a diffamare il card. Wyszynski e a difendere PAX,
spianando così la strada al trionfo del Comunismo in Francia e nel
mondo.
Jean Madiran scrisse un coraggioso ed interessante articolo su La Nation Française (1° luglio 1964) dal titolo Lo spionaggio sovietico nella Chiesa,
aggiungendo che Piasecki era una creatura del generale Ivanov Sierow
della N.K.V.D. (la polizia politica russa). Madiran scriveva anche che
PAX attaccava la Curia romana, in quanto nel 1956 una sua delegazione si
era recata in Vaticano per difendere Piasecki condannato dal
Sant'Uffizio, senza però ottenere quanto desiderava.
Con l'inizio del Concilio nacque a Roma un Centro di informazione per i vescovi e i teologi olandesi, il DOCumentation.
Tale
centro diffondeva bollettini d'informazione in tutte le lingue ed
organizzava conferenze stampa tenute dai Padri conciliari o da teologi
progressisti per potersi impadronire dell'opinione pubblica; ad esse
infatti erano regolarmente presenti i responsabili di agenzie
internazionali e gli informatori di grandi quotidiani.
A1
termine del Concilio quest'Agenzia stampa volle mantenere le relazioni
che aveva stabilite nel periodo del Concilio: così il DOC è diventato
I.DOC (Information-Documentation sur l'Eglise Conciliaire).
Louis
Salleron scriveva: "Siamo in presenza di un vero potere parallelo
[I.DOC] in seno al Cattolicesimo, perché tiene in mano l'informazione,
la pubblica opinione... ed è in grado di cercare di imporre le proprie
vedute al Magistero" [42].
Delaman,
a sua volta, sosteneva che "l'I.DOC dà le sue consegne... Quando un
vescovo osa levarsi contro uno dei suoi obiettivi, ... diventa la
vittima di un vero assassinio morale nella stampa del mondo intero" [43].
La rivista inglese Approches [44] afferma:
"La
sezione britannica di I.DOC è composta interamente da progressisti, e
il gruppo è controllato all'interno da un nucleo marxista, esso stesso
condotto da uno dei capi comunisti tra i più esperti dell'Inghilterra".
Jack
Dunman, infatti, che occupa un posto di primo piano nella sezione
inglese dell'I.DOC, è "una personalità in vista del Partito Comunista
Inglese, il cui influsso è cresciuto con la sua elezione a deputato. In
Inghilterra è lo specialista del dialogo tra comunisti e cristiani" [45]. Il Dunman godeva poi anche dell'appoggio del gruppo Slant, collegato con il Movimento PAX.
Sono
quindi profondamente vere le parole del Nardi: "È bene che la
considerazione del tradimento affiori nelle coscienze di molti, e
riporti soprattutto i responsabili al senso di dignità e di libertà di
spirito che distingue i veri cercatori della verità" [46].
Nell'interessante libro Lettre ouverte à l'Eglise de France [47] Robert Aron esamina Les orientations pastorales sur l'attitude chrétiens à l'egard du Judaisme,
cioè il documento dell'Episcopato francese sul Giudaismo, ed afferma
che proprio questo documento, che dovrebbe essere magistero episcopale, è
"una refutazione del deicidio, una riabilitazione dei Farisei,
un'affermazione del permanere della missione di Israele, che non
abolisce la Nuova Alleanza del Cristo. Questi sono tanti indizi che ci
permettono di affermare che qualcosa
di profondo è cambiato non solo nei rapporti tra Israele e la Chiesa,
ma anche nei rapporti tra la Chiesa ed il Dio di Abramo e di Mosè" [48].
Il
documento episcopale non menziona neppure una volta il problema della
divinità di Gesù Cristo, che pure è essenziale nello stabilire i
rapporti che debbono intercorrere tra Giudaismo e Cristianesimo.
Aron
apprezza, naturalmente, questo nuovo linguaggio dell'Episcopato
francese. Infatti la Chiesa preconciliare, che nell'argomentare si
basava sui dogmi immutabili e precisi, non poteva andare "a braccetto"
con la Sinagoga anticristiana. Ma se la Chiesa conciliare cessa di
essere dogmatica, anzi mette in sordina il dogma, per parlare un
linguaggio familiare all'uomo moderno, il linguaggio massonico della
filosofia illuminista e idealista, allora l'abbraccio diviene possibile
(come de facto si è verificato il 13 aprile del 1986 alla Sinagoga di Roma) ... e letale per Nostro Signor Gesù Cristo e il suo Corpo Mistico.
Ed
è per questo che Aron gioisce dell'evoluzione (eterogenea) che ha
subito la Chiesa conciliare, grazie a "Theilhard de Chardin... che è
diventato post mortem ... uno degli ispiratori del Concilio Vaticano II".
Ed
è così che Aron si spinge fino a fare delle proposte alla Chiesa, a
condizione che ritorni alla fede giudaico-talmudica, rinunciando,
perciò, ad essere cristiana. Il nodo gordiano, infatti, o "la pietra
d'inciampo" (quant'è vero il Vangelo...) è proprio Gesù Cristo, poiché
l'Aron riconosce che "la difficoltà d'essere cristiano è...
metafisica... [per i cristiani] vi è un intercessore sublime, reputato
Figlio di Dio, il Cristo. È l'Agnello di Dio che prende su di sé e
cancella in Cristo i peccati del mondo, mentre, per l'ebreo, ogni uomo assume il peso dei propri peccati" [49].
Ogni uomo cioè è Messia e Redentore, in quanto (secondo la Cabala e per
Teilhard) è l'evoluzione ed il completamento di Dio stesso.
Ma
"che cosa succede se la maggior parte dei cristiani si mette a
contestare la base stessa della religione che professa? Ecco il cuore
della crisi attuale che attraversa la Chiesa..." [50].
Ebbene
sì, lo studioso ebreo ha visto giusto. La maggior parte dei
cristiani... non è cristiana; è questa la crisi provocata dalla "quinta
colonna" giudaico-massonica all'interno della Chiesa conciliare. Infatti
nei sondaggi fatti da giornali cattolici risultava che già nel 1972
soltanto il 36% dei Cattolici credeva alla divinità di Cristo. (Ed oggi
?). Il 64% restante, perciò, non era più cristiano: il Cristianesimo è
infatti la religione che professa la divinità di Cristo.
Secondo
l'Aron ci troviamo di fronte allo scacco della Chiesa: infatti nei
rapporti tra Cristianesimo e Giudaismo bisogna scegliere una delle due
alternative: o Cristo è Dio, e quindi il Giudaismo anticristiano è una
falsa religione; oppure non è Dio e quindi il Cristianesimo è un'eresia,
una setta staccatasi dal Popolo di Dio.
Purtroppo trent'anni
di catechesi conciliare, che ha snaturato i rapporti tra Antica e Nuova
Alleanza, tra Cristianesimo e Giudaismo hanno portato alla conclusione
logica ed inevitabile che, per la maggior parte dei cristiani, (64% nel
1972, ventidue anni fa!) Cristo non è Dio, quindi "ha bestemmiato ed è
reo di morte".
Ecco perchè Aron fa delle proposte alla Chiesa a
nome della Sinagoga: "Se la Chiesa è in crisi, non è soltanto perché
usava il latino... No! Ciò è dovuto ad una sorta di proliferazione che
sembra prodursi in essa, a partire da un germe pericoloso, che deve alla
sua origine stessa... È il problema delle origini che si pone di nuovo
per la Chiesa" [51].
Se già nel 1972 i164% dei cattolici non crede più alla divinità di
Cristo, non è forse perché occorre risalire alle origini stesse della
Chiesa ed alla biforcazione iniziale tra il fiume (la Chiesa) e la sua
sorgente (la Sinagoga), si chiede l'Aron. Bisogna quindi riproporre la
stessa domanda che Caifa pose a Gesù: "Io ti scongiuro, nel nome del Dio
vivente, sei tu il Messia, il Figlio di Dio?". Alla quale, però,
bisogna dare una risposta diversa da quella che diede Gesù ("Tu lo dici,
Io lo sono"), per poter finalmente riportare il fiume (la Chiesa) alla
fonte (la Sinagoga).
Per Robert Aron la strada che ricongiunge fiume a fonte è proprio quella intrapresa dal Concilio Vaticano II, infatti...
"Il Vaticano II... costituisce uno sforzo splendido della Chiesa per riadattarsi al mondo [more judaico-talmudico]... In questo avvenimento considerevole, vi è –– nel senso migliore del termine –– un germe rivoluzionario,
ma se tale germe è concepito, non è ancora sbocciato. Se è permesso di
paragonare il Concilio ad un'altra Rivoluzione di natura ben diversa,
questa Rivoluzione religiosa non è ancora che al suo inizio; ... essa
non è che alla notte del 4 agosto 1789" [52].
De ore tuo te judico!
Chi apprezza il Concilio, chi lo ha fatto? Lo sappiamo: Jules Isaac, un B'nai B'rith, è stato il redattore materiale di Nostra Ætate.
Per questo Aron afferma che la Chiesa, staccatasi dalla sua fonte, la
Sinagoga, vi sarà ricondotta dalla Rivoluzione conciliare, ed i segni
già si vedono: la maggior parte dei cattolici... non è più cristiana!
Ma già Nostro Signor Gesù Cristo aveva affermato: "Quando il Figlio dell'Uomo tornerà sulla terra, credete che vi troverà ancora la Fede?". Tutto era previsto.
Ciò
che deve aprirci gli occhi è la pretesa che ha il Giudaismo
anticristiano d'ingiungere ad ognuno l'accettazione del Vaticano II.
Infatti Ha Kellah, il bollettino della Comunità israelitica di Torino [53]
qualche tempo fa invitava l'Istituto Mater Boni Consilii ad accettare
il Vaticano II, a non voler continuare a parlare come la Chiesa
preconciliare! Non ci accusava –– si badi bene –– di antisemitismo, no!
Ma di essere ancora fedeli alla teologia preconciliare. Ma se il
Concilio, come afferma Robert Aron, è la strada maestra che fa perdere
la Fede nella divinità di Nostro Signor Gesù Cristo, chiederci di
accettare il Concilio significa chiederci di vendere Gesù Cristo per
trenta denari!
Ora ogni cattolico che vuol restare fedele a
Cristo e alla sua Chiesa, dovrebbe riflettere su questi fatti evidenti
ed inoppugnabili. Il Vaticano II è figlio della Sinagoga, ed è la strada
che conduce alla giudaizzazione dei cristiani.
Henry le Caron
così commenta: "Un ebreo vi fa una proposta di servizio a nome della
Sinagoga... Se volete salvare la Chiesa... la vostra "nuova Chiesa",
dovrete rinunciare alla Rivelazione, all'Incarnazione ed alla
Redenzione. A tale prezzo otterrete la simpatia della Sinagoga e potrete
così contare sul suo appoggio" [54].
Nel libro di Ratier sul B'nai B'rith [55]
apprendiamo che Jules Isaac apparteneva a quella potente organizzazione
massonica composta da soli ebrei, che attualmente conta a livello
mondiale circa mezzo milione di membri [56].
Già conosciamo il ruolo avuto da Jules Isaac nella redazione di Nostra Ætate [57],
ma forse non sono note le proposte ancora più favorevoli al Giudaismo
che hanno preceduto il documento conciliare, né il lavorìo del B'nai
B'rith intorno ad esse.
Ralph Wiltgen [58]
narra che il 31 agosto 1964, due settimane prima dell'apertura della
terza sessione del Concilio, ricevette la visita del signor Lichten,
direttore del dipartimento degli affari interculturali dell'A.D.L.
(Anti-Defamation League of B'nai B'rith): "Costui era molto inquieto che
la frase che discolpava il Giudaismo dalla Crocifissione del Cristo,
potesse essere soppressa dal documento e sosteneva che tale frase era
pergli ebrei l'elemento più importante del documento... Disse ancora che
aveva reso visita a parecchi cardinali europei e di essere in contatto
con gli ambienti romani; aggiunse che il card. Bea preparava una
correzione relativa a questa decisione sgradevole e che l'avrebbe
presentata nell'aula conciliare".
Chi
potrebbe ancora dubitare, dopo i fatti esposti e le denunce del
Magistero della Chiesa, che la Sposa di Cristo sia stata l'oggetto di un
oscuro complotto e che purtroppo sia stata infiltrata dal nemico fin
nei suoi più alti gradi?
Di fronte a questa triste realtà tre attitudini sono possibili:
a) la politica dello struzzo, che consiste nel chiudere gli occhi di fronte alla realtà e nell'illudersi che tutto vada bene...
b) lo scoraggiamento di chi, di fronte a tale apparente
vittoria nemica di un'importante battaglia, pensa che la guerra sia
persa, non tenendo presente che la Chiesa è divina e che Nostro Signore
ci ha promesso "le porte dell'Inferno non prevarranno".
c) l'attitudine realista e soprannaturale,
che tenga conto al tempo stesso non solo dei fatti tristissimi, che non
possono essere ignorati, ma anche della Fede e della Speranza
cristiana, che ci danno l'assoluta certezza che la Madonna, come sempre, schiaccerà il capo al serpente infernale: "Ipsa conteret"!
Chiediamo
a Maria Santissima ed in particolare alla Madonna del Buon Consiglio di
darci luce e forza, per scorgere le trappole della "quinta colonna" e
per saperle combattere con tutte le nostre forze!
Mi sembra
doveroso concludere con questa bella preghiera di don Bosco: "Dolcissimo
Gesù, nostro divin Maestro! Che sempre sventaste le nefande macchinazioni con cui i farisei frequentemente v'insidiavano, dissipate i consigli degli empi". (San Giovanni Bosco).
Note:
[1] Cfr. Sodalitium, n° 37, pagg. 33 - 45.
[2] Cfr. Sodalitium, n° 37, pagg. 33 - 45.
[3] Il motto del Grand'Oriente di Francia era: "Bisogna sentire la Massoneria dappertutto, e non scoprirla in nessun luogo".
[4] Cfr. Sodalitium, n° 37, pagg. 33 - 45.
[5] Guillon, Collection générale des brefs et institutions de notre très saint Père le pape Pie VI, Paris, tome II. pag. 233.
[6] Cretineau-Joly, L'Eglise romaine en face de la Révolution, "Cercle de la Renaissance française", Paris 1859 tomo. II, pagg. 373-375.
[7] Cfr. Verbe, n° 123, luglio-agosto 1961, pag. 44.
[8] Citato da Mons. M. Delassus in Verités sociales et erreurs démocratiques, ed. Sainte Jeanne d'Arc, Villegenon 1986, pagg. 398-399.
[9] Cf. La Contre Réforme catholique, n° 237, novembre 1987, pag. 5.
[10] R. Du Lac, La collégialité épiscopale au deuxième Concile du Vatican, ed. Du Cèdre, Paris 1979, pag. 9.
[11] J. Ploncard d'Assac, Le secret des FrancsMaçons, ed. de Chiré, Chire en Montreuil, 1979, pag. 26.
[12] Cf. U. Fidele, Le décalogue de Satan, sine loco et data, pagg. 341-388.
Anche
la venerabile Anna Caterina Emmerich (1774-1824) e la beata Anna Maria
Taigi (1769-1837) hanno denunciato tali infiltrazioni massoniche nella
Chiesa, che esse potevano scorgere grazie a fenomeni mistici da cui
erano favorite. Cfr. Mons. M. Delassus, La conjuration antichrétienne, Desclées de Brouwer, Lille 1940, tome III, pagg. 853-891.
[13] Leon de Poncins, Infiltrations ennemies dans l'Eglise, Documents et témoignages, Paris 1970, pagg. 85-88.
[14] R. Esposito, Le grandi concordanze tra la Chiesa cattolica e la Massoneria, Nardini ed., Firenze 1987, pagg. 25-26.
[15] J. Ploncard d'Assac, op-. cit., pag.169.
[16] A. Corona, Non c'è Massoneria senza trascendenza, in Hiram, maggio 1988.
[17] Mons. Lefebvre, L'Eglise infiltrée par le modernisme, ed. Fideliter, Eguelshadt 1993, pagg. 31-55.
[18] R. Esposito, op. cit., pag. 26.
[19] Ib. pag. 27.
[20] Ib. pag. 27.
[21] 30 Giorni,
febbraio 1994, pag. 29. Lo stesso Gaito ha anche affermato che non
poteva asserire se Giovanni XXIII fosse stato iniziato in una loggia
massonica, ma quello che era certo è che nel suo insegnamento si
ritrovava la filosofia della Massoneria (Questo argomento sarà trattato ex professo da don Ricossa in un prossimo articolo sul "Papa del Concilio").
[22] R. Esposito, op. cit., pagg. 29-30.
[23] Ib. pag. 32.
[24] Ib. pag. 33.
[25] Ib. pagg. 34-37.
[26] Ib. pag 41.
[27] Pascendi, 8 settembre 1907.
[28] Cf. U. Fidele, op. cit., pag. 193.
[29] Cf. 30 giorni, febbraio 1994, pag. 29.
[30] Cf. Sodalitium, n° 24, pagg. 3-8.
[31] Cf. Cristianità, Piacenza, gennaio-febbraio 1994, pag. 23.
[32] Op. cit., pag. 335.
[33] Cf. Civiltà Cattolica, II, 1928, 481-489/1928, III, 97-109/1929, I, 337-346.
[34] G. B. Buzzetti, voce Rotary, in Enciclopedia Cattolica, vol. X, col. 1398.
[35] Rivista diocesana milanese, novembre 1949, pagg. 240-241.
[36] Il testo si trova negli A.A.S., anno 33, gennaio 1951, 91.
[37] R. Esposito, op. cit., pag. 345.
[38] Ib. pag. 345.
[39] Ib. pag. 347.
[40] Ib. pag. 348.
[41] O. Nardi, Gnosi e rivoluzione, Grafiche Pavoniane, Milano 1991, pag. 77.
[42] Carrefour, 9 ottobre 1968.
[43] Rivarol, 26 settembre 1968.
[44] Approches, gennaio 1968.
[45] O. Nardi, op. cit., pag. 83.
[46] Ib. pag. 86.
[47] Robert Aron, Lettre ouverte à l'Eglise de France, Paris, 1975.
[48] Ib. pag. 38.
[49] Ib. pag.133.
[50] Ib. pag. 138.
[51] Ib. pag.141.
[52] Ib. pag.141.
[53] Ha Kellah n° 1 anno 1994, pag. 1.
[54] H. Le Caron, Dieu est-il anti-semite? Ed. Fideliter, Escurolles, 1987, pag. 80.
[55] E. Ratier, Mystères et secrets du B'nai B'rith, Facta, Paris 1993.
[56] Il 3 giugno 1971 Paolo VI ricevette in udienza pubblica la loggia del B'nai B'rith (Osservatore Romano, 3 giugno 1971); Giovanni Paolo II lo fece nel 1984 (Documentation Catholique, n° 1874, pag. 509).
[57] Cf. Sodalitium, n° 28 pagg. 8-10.
[58] R. Wiltgen, Le Rhin se jette dans le Tibre, ed. du Cèdre, Paris 1976, pag. 169.
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W Kiko, W il Concilio, W Paolo VI, W Congarrrrrrrrrrrrrrr!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaPasquale
Se tu fossi il Pasqualuccio che conosciamo tutti, saresti un mentitore versipelle, poichè ha detto che non avrebbe più scritto qua.
EliminaDeduco quindi che tu sia un versipelle sì, mentitore pure perchè ti appropri dell'identità di Pasquale, senza esserlo
Signore perdonalo che non sa quello che dice
RispondiEliminaAnonimo, anche se metti cento posts su Congar, te li levo tutti, perchè sono FUORI TEMA!
RispondiEliminaCara Anna Rita, ho fatto a tempo a notare gli scritti incredibili di Congar ma non ho fatto a tempo a rispondere perché erano stati tolti. Penso sia molto interessante aprire una discussione su questo personaggio (anche se tempo fa lo è stato fatto) perché negli scritti postati e poi cancellati le spara talmente grosse che pure un cieco dovrebbe capirle. Riproporre quei scritti commentati dalla sana dottrina dovrebbe illuminare. Io lo suggerisco poi, ovviamente, vedi tu. Ciao.
RispondiEliminaParadosi
Sì, carissimo,
Eliminalo abbiamo notato con Gianluca. Quell'uomo era un'eresia ambulante. Già facemmo un thread sulle sue terribili eresie, come ricordi tu. Riproporremo l'argomento.
Il fatto è che l'argomento del presente articolo è talmente grosso, nel senso di "grave" e di "urgente", che perdersi a commentare QUALUNQUE altra cosa, mi sembra veramente tempo e spazio sprecato.
RispondiEliminaNon esiste un dramma superiore all'invasione dei giudei nella Chiesa Cattolica di Gesù Cristo, e mai abbastanza se ne prenderà coscienza.
Invece noto puntualmente, ogni volta che c'è un articolo sugli ebrei che c'è come una ritrosia, un pudore, quasi una paura a voler esprimere il proprio pensiero. Sembra quasi che un pensiero non sia neanche mentalmente formulato....Questo accade negli altri blog, come anche in questo.
Che siano riusciti a sottometterci mentalmente tutti quanti, al punto che si teme la libera espressione? Che siano riusciti a farci credere che se li critichiamo siamo veramente "antisemiti, razzisti, filo nazisti" e frescacce del genere?...
Invece purtroppo questo silenzio è la dimostrazione pratica che l'argomento ha centrato il problema attuale della Chiesa e dei cristiani, e che quello che denuncia è sacrosanto! L'anonimo di sopra che cercava di spostare l'argomento su altro, questo lo sa benissimo, perchè è figlio primogento (essendo un neocatecumenale) dei giudei che desiderano la distruzione della Chiesa Cattolica. E quando si milita, in posizioni che sono al'avanguardia nella giudaizzazione del cattolicesimo, questi sono gli argomenti più scomodi di tutti, perchè scoprono gli altarini più ARCANI....
CORAGGIO ALLORA! SOTTO CON I COMMENTI!
Sai cosa soggiace a questa ritrosia a commentare il rapporto giudei-chiesa? Forse l'atteggiamento irenistico odierno. Si pensa che tra le due realtà non esista alcun motivo di dissapore, non vi sia necessità di antagonismi. Ne consegue che i discorsi relativi ad infiltrazioni giudee nel cattolicesimo sembrano fantascientifici, irreali.
RispondiEliminaForse a questa opinione sfugge il fatto che, dal momento che il cattolicesimo tradizionale non puo' essere come il giudaismo, ci sarà sempre differenza e quindi opposizione.
La rivelazione cristiana si propone come conclusiva e risposta definitiva alle attese del popolo d'Israele. Questo, ovviamente, non puo' non pesare a chi, di fede giudaica, non lo accetta.
Paradosi
E' chiaro Paradosi..
Eliminaed aggiungo che questo irenismo, frutto sia di mistificazioni storiche che ci hanno inculcato con l'ultimo concilio, sia di latenti sensi di colpa che ci hanno insinuato con il tormentone dell'olocausto, oggi trasformato in OLODOGMA, HA FINITO PER CHIUDERE LA BOCCA A TUTTI.
Con mistificazioni storiche mi riferisco a due menzogne proclamate dal concilio Vat. II segnatamente da Nostra Aetate:
1) la negazione del DEICIDIO. Colui che i giudei hanno fatto mettere a morte di croce era DIO, incarnatoSi per la salvezza e la liberazione, prima dei giudei e poi di tutti i popoli.
Con questa negazione i cristiani hanno perso il senso della fondamentale distanza che c'è e che DEVE ESSERCI fra cristianesimo e giudaismo talmudico. Ed hanno perso anche la consapevolezza di chi siano i NEMICI ACERRIMI E DICHIARATI dei cristiani, i quali non cesseranno mai di attentare alla vita della Chiesa, finchè non crederanno di averla distrutta, perchè l'odio implacabile che nutrono per Cristo è lo stesso che hanno per i cristiani e la Chiesa Cattolica.
2)La negazione della principale responsabilità giudaica della morte dii Cristo. Oggi, sempre più, anche in televisione (che è gestita dagli ebrei) si sente dire che Cristo fu condannato dai Romani, che fu colpa di Pilato, e si dice questo ignrando quello che riportano i vangeli, come Pilato abbia tentato in tutti i modi di liberarlo, dicvhiarando pubblicamente non trovava in Lui nessuna colpa.
Quando non si batte questa menzogna, si estrae dal cilindro l'altra bella scusa che ad ucciderlo sono stati tutti gli uomini di tutti i tempi, con i loro peccati. Ora se questo scontatissimo principio è sostenuto dai cristiani, essi dimostrano solo di non saper distinguere una lettura morale dei fatti, da una lettura storica; ma se ad enunciarlo sono gli ebrei, c'è veramente da ridere, perchè tale principio presuppone la fede nella Redenzione del genere umano. Doppiamente mistificatorio, dunque, La tipica ipocrisia giudaica. E sembra incredibile come i cristiani del Concilio siano disposti a bersi tutto quello che viene loro rifilato, tutto, tranne gli insegnamenti di Cristo...
articolo letto tutto di un fiato, tanto il tempo passa ma come agli inizi è stato ancora loro sono i nostri nemici e dobbiamo esserne coscienti;che questa è comunque persecuzione inutile chiamarli fratelli maggiori sono deicidi.
RispondiEliminaOltretutto "fratelli" di niente...
Eliminanon abbiamo lo stesso Padre: loro il Dio Eterno di Abramo, Isacco e Giacobbe lo hanno ripudiato. Hanno detto: "Non abbiamo altro RE all'infuori di Cesare."
E lo hanno ripudiato perchè non seguono più la Toràh, la Legge mosaica, ma scritti e precetti che - come disse loro Gesù - sono usciti dalle menti di uomini: il Talmud, lo Zohàr, la Cabbalàh, e tutto il loro repertorio "sapienziale", che non porta da nessuna parte. Sono figli del diavolo, e lo sono per libera scelta.
Quanto poi agli ebrei ortodossi seguaci del Pentateuco, i quali almento sono menti oneste, che rigettano il Sionismo e tutto lo strapotere di Israele, che vorrebbero convivere in pace con i palestinesi e che considerano la diaspora come una giusta volontà divina a cui sottomettersi, anche costoro, rifiutando il Figlio, non so come possano arrivare al Padre...ed anche in questo caso, non abbiamo lo stesso Padre.
Ricordo ancora come un docente di Antico Testamento, in un ateneo cattolico, davanti ai suoi studenti, facesse vedere gli strumenti di preghiera degli ebrei.
RispondiEliminaRicordo ancora con quale piacere quasi sessuale, rivestisse se stesso con questi medesimi strumenti di preghiera ("scialletto di preghiera" compreso).
Fu percorso da un fremito di piacere e divenne improvvisamente viola in viso....
Paradosi
Gesù lo aveva avvertito:"Chiunque commette il peccato, è schiavo del peccato"... costoro staccano il loro cuore da Dio e dalla Rivelazione, per volgerlo indietro alle antiche figure, profetiche della Nuova ed eterna Alleanza nel Figlio, le quali avevano ed hanno valore solo in funzione di ciò che profetizzavano. Invece di considerarle "un mezzo" le hanno trasformate nel "fine".
EliminaNe hanno fatto idoli. Poi è normale che scatti la fornicazione con gli idoli...
Ineccepibile. D'altronde solo di piacere "sessuale" si trattava coinvolgendo gli oggetti di preghiera ebraici in modo feticistico.
Elimina(E' un insegnante di A.T. che va per la maggiore, molto molto "conciliare" e simpatizzante dei NC ...).
Paradosi
INQUIETANTE....
EliminaI nostri fratelli maggiori nella fede non si toccano.
RispondiEliminaPasquale
Vorrai dire i TUOI fratelli maggiori nella fede(kikiana), che è fede giudaizzata, ben lontana dallo Spirito di Gesù Cristo Nostro Signore.
EliminaInfatti sull'altare ops! scusa...sulla MENSA mica tenete la Croce, ci tenere il candelabro ebraico, che è pure un simbolo massonico.
Eh sì, senza dubbio i giudai sono i VOSTRI fratelli maggiori nella...fede..
Lunga strada,vita ed ascolto agli ebrei veramente convertiti al cristianesimo! Loro aprono gli occhi ai poveri citrulli cristiani conciliari, sulle logge e sugli intrighi di esse.
RispondiEliminaCome un ebreo denunciò la vergogna di "Mamilla pool"
http://www.arabcomint.com/mamilla_pool.htm
http://www.israelshamir.net/English/mamilla.htm
così pure un altro ebreo denuncia la scalata al potere della Chiesa!
http://aronbengilad.blogspot.it/2011/01/pope-benedict-xvis-jewish-ancestry.html
Questi sono i nostri VERI fratelli maggiori... Vi sono poi altri, finti convertiti, che introducono liturgie strane, che ricordano e si rifanno proprio ai riti ebraici; ma dicono che è fatto per "ritornare alle origini" così intendono ebraizzare i cristiani e farli allontanare dal cattolicesimo di sempre.
Aggiungo anche che questi pseudo convertiti convincono dei poveri cristiani di poca fede e poca cultura che la Presenza di Cristo nell'Eucaristia non è vera o solo simbolica o solo temporanea: il gioco è fatto!
Tutta la fede decade, ma i soggetti sono tenuti avvinti da spirito settario in modo che non possano più allontanarsi da queste dottrine che non hanno nulla di cristiano e di cattolico, se non qualche forma e qualche nome.
Infatti mi complimento con i gestori:il problema è l'infiltrazione nella Chiesa dei nemici della Chiesa.
Tra questi il giudaismo anticristiano che ha sempre agito per la distruzione del cristianesimo, ed ora finalmente ha trovato dei papi ben disposti e pronti a servire ogni idea di esaltazione dell'ebraismo, fino ad inventare per l'Europa radici giudaico-cristiane !
Dimenticando, o non volendo ammettere che l'Europa ha radici cristiane sì, ma nulla di giuidaico,[cosa era la Palestina ebraica allora? una piccola e ribelle provincia romana che divenne importante SOLO per la nascita del Cristianesimo] ma molto di ellenico e di filosofia greco-romana che si è miscelata perfettamente alla religione cristiana diventando la fucina della cultura e del dinamismo che ha costruito TUTTO il mondo con la sua civiltà, la sua scienza e, pure la sua tecnologia (con tutto di bene e di male che può contenere)
A me sembra, molto semplicemente, che il cammino fatto dalla Chiesa conciliare in questi ultimi anni, sia stato quello di un progressivo smantellamento di ogni "esclusività" o "esclusivismo".
RispondiEliminaLa Chiesa cattolica si presentava come l'unica arca di salvezza. Dal Concilio questa salvezza "sussiste" nella Chiesa cattolica, essendo in qualche modo partecipata un po' ovunque.
A questo genere di partecipazione implicita si è sostituito, progressivamente, una confessione sempre più esplicita che la salvezza sta ovunque facendo di fatto divenire qualsiasi religione mezzi di salvezza.
Questo spiega perché il "beato" Giovanni Paolo II baciò il corano, in occasione di un incontro con delle personalità mussulmane e si sottomise pure a "benedizioni" pagane nel corso dei suoi viaggi.
Ma se l'esclusività non è più del Cattolicesimo e, a fortiori, neppure di chi si fregia del nome di "cristiano", ci si chiede su cosa può stabilirsi una gerarchia, nell'ordine della chiamata alla salvezza da parte di Dio.
Ed ecco che, in un patheon di religioni quasi identiche tra loro, la gerarchia viene data dall'antichità tra esse e, particolarmente nel caso europeo, chi primeggia è la religione giudaica, dal momento che gli ebrei furono i "primi chiamati" da Dio.
In questi decenni, dunque, si è progressivamente smantellato l'ordine tradizionale che voleva nella fede cristiana il coronamento della Rivelazione di Dio agli uomini.
Ma questo smantellamento è avvenuto gradualmente, per abituare poco alla volta le coscienze:
1) All'inizio si è ammesso che la salvezza non "è" nella Chiesa cattolica ma semplicemene viene partecipata nel Cattolicesimo, senza escludere che essa possa, nei modi stabiliti dalla misericordia divina, prodursi anche in altre realtà.
2) In seguito, si ha stabilito quasi una sorta di equivalenza tra le varie religioni e questo ha favorito forme sincretiche, soprattutto nelle terre di missione. Penso al caso indiano in cui "missionari" cattolici adottano forme cultuali e usanze indù ma penso pure al caso di un monastero cattolico in nord africa, luogo d'incontro tra fede cristiana e mussulmana (ne hanno fatto un film: "Des hommes et des dieu"). Le riunioni ecumeniche di Assisi sono state la punta più alta di questa confessione pratica di uguaglianza religiosa.
3) Il punto di arrivo è, però, quello di stabilire una gerarchia tra "uguali" data dalla rivelazione più antica che, in ambito europeo, finisce per cadere inevitabilmente sulla religione ebraica. Ed è per questo che i cattolici conciliari definiscono gli ebrei come i loro "fratelli maggiori".
4) Risultano dunque profetiche le parole di mons. Lefebvre quando, anni fa, diceva "[Cristo] lo hanno scoronato"! La Chiesa ha constantemente confessato la preminenza di Cristo, la sua superiorità (non a caso è anche Dio). Ora questa preminenza è nei fatti negata per attribuire alla Sinangoga una superiorità tra "eguali fratelli".
Questo cammino in direzione della Sinagoga non è fatto in modo sempre chiaro, altrimenti si sveglierebbero troppe coscienze critiche nel Cattolicesimo.
Basti pensare a Giovanni Paolo II: all'inizio del pontificato gridava "aprite le porte a Cristo", poi progressivamente le ha aperte lui stesso allo spirito di Assisi.
Questi ultimi pontificati, da questo punto di vista, sono fortemente deficitari e hanno esposto, coma mai era avvenuto prima, tutto il mondo cattolico ad un rischio prossimo di apostasia inclinando il percorso in direzione della Sinagoga.
Non a caso un priore benedettino, già venti anno fa, diceva ad alcuni cattolici tradizionalisti: "Non state a leggere 'Sì sì, no no' leggete la Bibbia ebraica". Lui stesso credeva fermamente che in Paradiso ci fosse un solo idioma: quello ebraico.
Paradosi
Quando uscì il film di Gibson su Gesù la critica fu feroce: venne definito film antisemita(!)...
RispondiEliminaMa oltre alla rappresentazione reale della Passione di Gesù che è pedissequamente quella narrata dai Vangeli e dalla Tradizione c'è qualcosa di oggettivamente antisemita nel film?
A me non sembra...
Non sarà che il solo essere cristiano e credere in Gesù e nella Chiesa Cattolica è un affronto
per la sensibilità dei nostri fratelli maggiori???
Esatto Ghergon!
EliminaIl solo fatto di essere cristiano e di considerare Gesù ,Dio, ed il Messia, è un affronto alla sensibilità dei "fratelli maggiori" (sec. Woytyla), quindi va mano a mano ridotto a zero questo "affronto".
Paradosi ha riassunto in chiare analisi quanto è successo e il lavorìo prodotto col Concilio per annullare il senso della Chiesa ed il senso del cattolicesimo!
Forse...non si sono resi conto i vescovi conciliari che avevano cominciato l'opera di annichilimento della gerarchia della chiesa cattolica; infatti è ben vero che se decade la figura di Gesù Cristo come Capo e come Messia, decade pure la funzione e l'unicità della Chiesa cattolica!E l'ecumenismo ne è la diretta conseguenza.
Grazie a Woytyla ed a Ratzinger ci stiamo arrivando a grandi balzi!Non illudetevi, quanto successo in Germania,del non riconoscimento dell'autorità papale, senza alcuna ripercussione disciplinare, è la modalità pratica che questi due papi hanno generato, insieme a tutto il resto, tra cui la frettolosa scomunica di Woytyla, senza alcun valore giuridico e morale, alla comunità San Pio X !
C'è aria stagnante e odore di chiuso, troppo chiuso.....
RispondiElimina"io", vai...esci...
EliminaAnzi, fai una cosa.. entra in una bella SINAGOGA, E PRENDITI UNA BELLA BOCCATA D'ARIA "FRESCA"....Lì sì che c'è aria di novità e profumo di apertura...
"io" forse avresti detto lo stesso a Cristo quando diceva: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta", nota che dice "entrare", segno che indica entrare in un luogo, e aggiunge pure "la porta stretta", segno che il luogo era piccolo e chiuso.
EliminaViceversa colui che si danna percorre la via larga, facile e ben areata a tutte le novità del mondo che portano lontano da Dio...
Ma all'esortazione di Cristo avresti risposto con le stesse parole che dici qui.
Paradosi
...hanno per padre il diavolo.
RispondiEliminaNulla di più stagnante, arcaico ed irrigidito su formalismi esteriori, proprio nelle sinagoghe!
RispondiEliminaProprio lì, dove richiedono, alla Chiesa cattolica il cambiamento !
Unilaterale, ovviamente...
"se cambiate, ci apriamo al dialogo !"
"..Altrimenti no dialogo, visto che adorate un profeta che ha osato definirsi figlio di Dio..."
Non si può negare che i primi persecutori del cristianesimo non furono certo i Romani.
Una religione che pretende, dove si installa, di imporre il suo modo di macellare un animale da allevamento e che ancora impone un'asportazione di pelle genitale per seguire disposizioni religiose, senza avere sublimato o modificato usanze del genere, cosa è ?
Una religione aperta che è cambiata nei secoli ?
Ben per questi motivi islam ed ebraismo sono sempre state ben più vicine tra loro che non il cristianesimo !
Il cristianesimo è ciò che ha modificato il rituale per renderlo estremamente spirituale e simbolico, meno carnale possibile, poichè è insito proprio in questa religione elevarsi alla spiritualità con formalismi essenziali che devono penetrare nell'intimo della coscienza e dell'anima.
(E' anche frutto di questo ardore missionario di modifica che alcuni vescovi conciliari hanno accettato il cambiamento senza rendersi conto che le modifiche erano frutto di inganno e di una manovra decisa in altre sedi.)
Ma proprio questa difficoltà ha elevato, infine, la mente dei barbari producendo quel fiorire di civiltà che ha scoperto continenti, sopravanzato arti e scienze e conquistato ogni popolo e , la Luna
Tanto per proseguire le informazioni fornite sopra, c'è da aggiungere quanto l'articolo lascia perdere, essendo una deduzione che don Ricossa preferisce non fare.
RispondiEliminaMa la deduzione, supportata da dati di fatto, è la seguente.
Mentre il card. Wiszynsky era costretto a non muoversi dalla Polonia, c'era un vescovo polacco, tal Woytyla, che invece poteva spostarsi anche all'estero e fu, al momento giusto, "votato" dal partito comunista polacco con un "placet" molto significativo quando si dovette eleggere il cardinale primate della Polonia.
"Stranamente" il card. Wiszynsky venne messo da parte poichè non gradito al regime, e dopo infruttuose decisioni su nomi sempre bocciati dal partito,quando si arrivò al nome di Woytyla, il partito si felicitò della scelta e disse che finalmente la chiesa aveva capito dove doveva arrivare!
Lo stesso card Wyszinsky, quando ormai vecchio, potè andare a trovare Woityla divenuto papa, si inginocchiò in modo deferente e gli baciò la mano con anello papale.
Grande umiltà del cardinale che sarebbe dovuto essere sempre il primate della Polonia, ma, ad onor del vero, Wyszynsky fu sempre messo al bando dal regime, che invece aveva sempre gratificato Woytyla come religioso "al passo coi tempi".
Rammento, per chi fosse digiuno di situazioni nei paesi comunisti, che lo spionaggio tra cittadini era cosa normale ed era IMPOSSIBILE, che una persona sgradita al regime potesse salire nella scala gerarchica della chiesa, per la possibilità di veto che il partito aveva in tutte le nuove generazioni di religiosi.
Si vide infatti, dopo, come Woytyla fosse molto al passo coi tempi.
Ma non era altro che il condensato dell'azione giudaico-massonica al Concilio e la sua preparazione dottrinale era frutto di una preparazione adattata alla guerra, ad un lavoro ed agli hobbies che lo occupavano.
Ulteriori informazioni, che sono in linea con l'azione di sovvertimento della Chiesa, intrapresa alla grande, con il Concilio Vat.II, si possono reperire nel sito di don Villa.
http://www.chiesaviva.com/430%20mensile.pdf
Desidero ricordare inoltre che fu merito di un ex cow-boy ed ex attore, del presidente Reagan, il fatto del crollo (apparente) del regime sovietico, non certo del tanto elogiato Woytyla.
Infatti fu Reagan che, vedendo la resistenza sovietica ad arrivare ai negoziati Salt sui missili balistici intercontinentali, decise il via libera alla ricerca e produzione di armi di intercettazione ai missili balistici Intercontinentali russi(ICBM).
Tale decisione provocò la campagna indetta dal KGB, chiamata "guerre stellari" facendo credere agli europei che si sarebbe scatenata una guerra nello spazio,mentre era studiato uno "scudo" di protezione ed avvistamento tramite satelliti per intervenire efficacemente nella distruzione,prima che i missili sovietici potessero arrivare all'apice della loro rotta !
Vinse Reagan poichè la tecnologia sovietica non arrivava alle finezze americane e Gorbaciov accettò il patto di "non proliferazione" e "non belligeranza".
Altrochè papa Woytyla distruttore del comunismo!
Ma questa propaganda su di lui, fu pure frutto di propaganda per lanciare la sua figura nel mondo e per accreditare i benefici del Concilio che vengono pure ora propagandati ed enfatizzati dal suo successore, Ratzinger, di cui si è letto abbastanza, sopra.
Concordo sostanzialmente con Mardunolbo.
RispondiEliminaLa beatificazione del papa polacco ha avuto come fine la canonizzazione di tutti i suoi atti.
Si comprende bene che un santo o un beato - per definizione - non può compiere atti contrari alla morale e al dogma cristiano.
Beatificare Wojtyla ha significato, appunto, elevare agli altari anche Assisi e i suoi atteggiamenti verso le religioni e l'ebraismo in particolare.
Tale beatificazione è stata lo stabilimento al più presto di un muro solido, contro la tradizione, è stata un'incredibile mossa per aprire un'era diversa e fissarla per sempre.
Non meraviglia, dunque, che il papa polacco sia stato osannato in ogni dove; non meraviglia che lo stesso presidente degli USA fosse presente al suo funerale.
Più che sulla persona - in realtà poco interessante religiosamente parlando - la sua beatificazione si concentrava sulla sua azione e sulla sua politica.
Ciò che si è consolidato con Wojtyla non è solo un cattolicesimo dal volto moderno, è un tipo totalmente nuovo di cattolicesimo (una "nuova religione", la definiva mons. Lefebvre), seppur nella maschera di una certa continuità formale col passato.
Su tutto ciò si allunga l'ombra dei "fratelli maggiori".
Paradosi
Secondo voi, Carol Wojtyla si è perso? E papa Paolo VI?
EliminaCaro Emanuele, non è nel potere di noi uomini giudicare se uno si è salvato oppure no, per cui personalmente ti rispondo con un sincero "non lo so". Quello che sappiamo è che, per la posizione da essi occupata, tanto Montini quanto Wojtyla erano persone cui era stato "affidato molto", per cui a loro è stato certamente "richiesto molto di più" di quanto verrà chiesto a noi. Albino
EliminaDi certo Wojtyla non è da considerarsi beato e Paolo VI non può essere "venerabile".
EliminaUn vero beato avrebbe avuto semplicemente orrore di fare un congresso pan-religioso, baciare il corano, farsi benedire da pagani, ecc.
I danni lasciati da Wojtyla superano quelli lasciati da Paolo VI, tant'è che il vero colpo di grazia il cattolicesimo lo ha ricevuto dal secondo più che da primo.
E' con il secondo che il permissivismo si è allargato nei seminari (e non solo), ripopolandoli un po', rispetto a Paolo VI, ma di gente difficile e problematica, parte della quale ha poi creato i problemi pesanti (anche di natura sessuale) che hanno riempito le cronache internazionali.
Paradosi