giovedì 12 aprile 2012
Ultimo numero de "LA TRADIZIONE CATTOLICA"....Vent'anni dalla morte di Monsignor Lefevre.
"...Che cosa di più bello Gesù poteva dare all'umanità, che cosa di più prezioso, di più Santo, quando moriva sulla croce? Il Suo Sacrificio. La messa è il tesoro più grande e il più ricco dell'umanità che Nostro Signore ci abbia donato...La Messa è "tutto per Dio". Perciò vi dico: per la gloria della Santissima Trinità, per l'amore di Nostro Signore Gesù Cristo, per la devozione della Santissima Vergine Maria, per l'amore della Chiesa, per l'amore del Papa, per l'amore dei Vescovi, dei Sacerdoti, di tutti i fedeli, per la salvezza del mondo...custodite il testamento di Gesù Cristo, custodite il Sacrificio di Nostro Signore! Conservate la Messa di Sempre!..." (Mons. Marcel Lefebvre)
Speriamo che tutti i membri della Fraternità San Pio X non scordino mai ciò che dice qua' sotto Monsignor Fellay..
SENZA MONSIGNOR LEFEBVRE NIENTE FRATERNITA' SAN PIO X
Guardiamo un po’ più da vicino questa nostra Fraternità. Vi è qualcosa di evidente: parlare della Fraternità, parlare di ciò che essa fa, parlare delle sue intenzioni, significa parlare necessariamente di una persona, del nostro caro e venerato Fondatore, Mons. Marcel Lefebvre. Se non ci fosse stato, non vi sarebbe alcuna Fraternità, noi non esisteremmo. Quest’opera della Chiesa esiste perché egli ne fu il fondatore, e non solo questo: tutta la nostra battaglia per la Chiesa è retta dalle sue linee direttrici, da uno spirito che abbiamo ricevuto da Mons. Lefebvre. È chiaro che egli è stato un uomo suscitato dalla Divina Provvidenza per questa epoca. Perciò Dio l’ha dotato di un numero impressionante di talenti e di doni. Innanzi tutto, gli ha permesso di comprendere che nella Chiesa vi era un problema, una crisi; poi di capire dov’era il problema, qual era la causa di questa crisi. Dio gli ha anche donato la capacità di mostrare i mezzi per uscirne e quale ne era l’antidoto. La Fraternità, dopo quarant’anni, vive di queste indicazioni dateci da Mons. Lefebvre.
La cosa più straordinaria è che le indicazioni che ci ha lasciate – sia per spiegare ciò che accade nella Chiesa, sia per mostrare quali sono i mezzi che bisogna utilizzare per uscirne – questa visione della Chiesa è talmente profonda che quarant’anni dopo si può leggere ciò che diceva e applicarlo come se lo stesse dicendo adesso. Ciò significa che tale visione è talmente elevata che in qualche modo supera il tempo; vale per la nostra epoca e non di meno è sufficientemente al di sopra degli elementi particolari e contingenti di un’epoca da poterci mostrare ciò che occorre fare. Posto il problema, ecco la soluzione!
La Fraternità è una eredità. Anche in questo vi è un legame con la Chiesa. La Chiesa è una tradizione, nel senso che di generazione in generazione viene trasmesso ai posteri ciò che Nostro Signore Gesù Cristo ha affidato agli Apostoli. È questa realmente la tradizione, la trasmissione di un deposito, di un tesoro che si chiama «deposito rivelato», che Dio ha affidato agli uomini per la loro salvezza. Nella nostra Fraternità si sente ripetere esattamente la stessa cosa, un eco fedele, non qualcosa di diverso, perché noi siamo nella Chiesa.
Monsignor Lefebvre diceva, e ha voluto che lo si scrivesse sulla sua tomba: «Ho trasmesso ciò che ho ricevuto» (I Cor 11, 23). Noi abbiamo ricevuto e ancora oggi viviamo di questo tesoro. Se siete qui oggi è perché anche voi avete ricevuto questo tesoro, e se noi oggi contiamo quarant’anni d’esistenza significa che per quarant’anni questa trasmissione si è mantenuta. Quello che facciamo – e Monsignore ha insistito tanto su questo punto – non dev’essere altro che ciò che fa la Chiesa.
Quando ci parlava dello spirito che deve animare la Fraternità; quando gli si chiedeva quale deve essere questo spirito egli rispondeva che essa non vuole avere uno spirito proprio ma quello della Chiesa. Considerando la Chiesa vediamo cos’è che domina in essa e che la muove. Questo stesso spirito deve essere quello che muove la Fraternità. Ora nella Chiesa c’è il combattimento e la difesa della fede. Ma questo non basta. Non è tutto. Voi stessi capite bene come le persone che ci guardano dall’esterno vedono degli elementi negativi: la difesa della fede, la condanna degli errori, il combattimento o anche la guerra… e spesso si fermano là. Bisognerebbe che guardassero un po’ meglio, e vedrebbero che questi elementi sono ben reali, ma non sono il fine né il compimento della Fraternità. Il fine è la santità. È veramente bello e straordinario considerare questa finalità in un’epoca come la nostra, in cui la santità è beffeggiata dappertutto. Epoca in cui le protezioni e gli aiuti che offrivano le leggi degli Stati per la morale e la difesa della legge naturale sono scomparsi. Tutto è saltato, tutto è stato affondato nel marciume… Ebbene in un tale ambiente, in tale naufragio è veramente straordinario vedere che questa piccola Fraternità attaccata da tutti le parti, riesce comunque a far brillare la luce di Dio, che è la luce della fede, dando agli uomini il coraggio di resistere in mezzo a tutto questo, per vivere una vita che piaccia a Dio, una vita nella grazia. È qualcosa di assolutamente straordinario che attiene al miracolo. Oggi vi è veramente di che rendere grazie a Dio. Rendere grazie a Dio per averci dato un Mons. Lefebvre.
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ciao gianluca, ho notato che tu sei in prima linea qui e altrove in internet nella difesa della vera fede cattolica, e di questo ringrazio te e anche la tua amica rita.. mi pare di capire che sei sardo, anch'io son di cagliari e tu?so che hai fatto esperienza presso i neocatecumenali, anch'io anche se in modo più indiretto attraverso un movimento fondato da una donna che era neocatecumenale... ciao
RispondiEliminamassimo
Ciao Massimo :)))
RispondiEliminaGianluca ti risponderà domattina, perchè nel pomeriggio è al lavoro...
Benvenuto nel blog!
Anna Rita
Benevenuto Massimo siamo parecchi ad essere incappati in questi movimenti chiamati "ecclesiali" anche io ho fatto parte di un gruppo del rns fondato da ex NC, dalla padella alla brace o viceversa fa lo stesso.
RispondiEliminaSaluti
CVCRCI
Carissimo Massimo io sono di Oristano ma abito a Bono (SS), ti ringazio delle tue parole. Che movimento sarebbe quello che tu citi? Ha un nome?...
RispondiEliminaHO MOLTO RISPETTO per tutti i movimenti che in qualche modo si dichiarano cattolici e che, spesso con retta coscenza, desiderano portare un pò di spiritualità tra le persone, a volte anche lontane dalla fede.. quindi il mio intento non è diffamatorio ma se mai di critica costruttiva:il movimento si chiama servi e serve dello spirito santo, è fondato dalla signora paola coiana ora molto anziana, e so che si sta diffondendo in tutta la sardegna.. queste persone hanno la pretesa di insegnare LA PREGHIERA DEL CUORE di cui non hanno il monopolio perchè in realtà tale preghiera è quella che ha contradistinto la spiritualità di tanti santi e dunque è sempre esistita..inoltre essi pretendono di insegnare tale TIPO di preghiera in un modo che ha del grottesco.. pensano di essere i portavoce di Gesù e della madonna, che gli direbbero e detterebbero riflessioni di fede che in realtà spesso si traducono in giudizzi, sentenze, esortazioni e profezie rivolte ai presenti.. diciamo che potrei scrivere dei libri su le cose che ho sentito li dentro; taglio corto dicendo che in questo movimento si respira un aria settaria, se non sei un automa nelle loro mani vieni emarginato.. ecco perchè spesso dicono che la ragione è pericolosa e che non bisogna ragionare.. ma bisogna ascoltare solo lo spirito, si ma quale?forse il loro!!!
RispondiElimina.. tra le cose positive di questo movimento vi metterei i frutti vocazionali, sia sacerdotale che alla vita consacrata.. anche monastica!!!
massimo