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venerdì 13 aprile 2012

"Non era possibile metterci sotto l'autorità del cardinal Ratzinger, presidente della commissione romana che doveva dirigerci: ci saremmo messi nelle sue mani, e di conseguenza nelle mani di coloro che vogliono riportarci allo spirito del Concilio ed allo spirito d'Assisi: questo non era possibile".

Vaticano/ Lefebvriani inviano precisazione: Poi Roma risponderà Il portavoce a 'Tmnews':Non cambia sostanzialmente prima risposta Roma 12 apr. (TMNews)
 I Lefebvriani stanno inviando in questi giorni una precisazione al Vaticano, in seguito ad una perentoria comunicazione diffusa dalla Santa Sede a metà marzo, e attendono, successivamente, un ulteriore pronunciamento vaticano: lo ha dichiarato da Parigi a 'Tmnews' il portavoce della fraternità sacerdotale tradizionalista l'abate Alain Lorans. "Stiamo comunicando la risposta al Vaticano, poi attendiamo una risposta del Vaticano", ha dichiarato il responsabile della comunicazione dei Lefebvriani, "solo dopo potremo comunicare ufficialmente con i giornalisti". Lo scorso 16 marzo il Vaticano aveva comunicato ai Lefebvriani che "non è sufficiente" la risposta precedentemente data dal gruppo scismatico, (sic) alle condizioni dottrinali fissate dalla Santa Sede (il cosiddetto 'preambolo'). Una lettera in questo senso, approvata dal Papa, era stata consegnata al superiore dei Lefebvriani, monsignor Bernard Fellay, in un incontro avvenuto quel giorno in Vaticano. I seguaci di monsignor Marcel Lefebvre - precisò in quell'occasione il portavoce vaticano, il gesuita Federico Lombardi - hanno "un mese" di tempo per un'ulteriore risposta. La scadenza cadrebbe, con un'applicazione matematica del computo temporale, lunedì prossimo 16 aprile, data dell'85esimo compleanno del Papa. Il portavoce dei Lefebvriani, ora, precisa che quell'indicazione temporale "non era un ultimatum, ma una scadenza". (mi sa che questo portavoce non sa leggere oppure fa finta che la gente non capisca il senso delle parole della Gerarchia modernista Vaticana: " La risposta della Fraternità Sacerdotale San Pio X in merito al summenzionato Preambolo Dottrinale, pervenuta nel gennaio 2012, è stata sottoposta all’esame della Congregazione per la Dottrina della Fede e successivamente al giudizio del Santo Padre. In ottemperanza alla decisione di Papa Benedetto XVI, con una lettera consegnata in data odierna, si è comunicato a S.E. Mons. Fellay la valutazione della sua risposta. In essa si fa presente che la posizione, da lui espressa, non è sufficiente a superare i problemi dottrinali che sono alla base della frattura tra la Santa Sede e detta Fraternità.
Al termine dell’odierno incontro, guidato dalla preoccupazione di evitare una rottura ecclesiale dalle conseguenze dolorose e incalcolabili, si è rivolto l’invito al Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X di voler chiarificare la sua posizione al fine di poter giungere alla ricomposizione della frattura esistente, come auspicato da Papa Benedetto XVI"). Comunicato stampa Vaticano...
Quanto alla comunicazione che mons. Fellay sta inviando in questi giorni a Roma non si tratterebbe di una seconda risposta vera e propria, quanto di alcune "chiarificazioni", che, comunque, "non modificano sostanzialmente la prima risposta". Per l'abate Lorans, di conseguenza, "nei prossimi giorni le cose si chiariranno". 
QUESTE SAREBBERO LE NEWS SULLA FIRMA DEL PREAMBOLO...

Una prima sensazione su questa vicenda, sperando di essere smentiti, e che in molti della Fraternità, pur di giungere ad un accordo con gli scellerati modernisti Vaticani, abbiano dimenticato ciò che ha insegnato loro Marcel lefebvre:
 "Gli errori fondamentali. Dolorosamente colpito dalla prospettiva della riunione dei rappresentanti di tutte le religioni invitati dal Papa a riunirsi ad Assisi, il 27 ottobre, avevo indirizzato una lettera a molti cardinali chiedendo loro di supplicare il Sommo Pontefice di rinunciare a questa vera impostura. Non si potrà dire che non abbiamo fatto di tutto per tentare di far prendere coscienza della gravità della situazione in cui ci troviamo. In una predica fatta in Svizzera, avevo evocato i punti principali sui quali la Fede si trova in pericolo ed è contraddetta dal Papa, dai cardinali e dai vescovi in modo generale. Ormai esistono tre errori fondamentali che, d’origine massonica, sono professati pubblicamente dai modernisti che occupano la Chiesa.
   
    - La sostituzione del Decalogo con i Diritti dell’Uomo. Ormai è il leitmotiv per ricordare la morale: sono i Diritti dell’Uomo che praticamente sono stati sostituiti al Decalogo. Perché l’articolo principale dei Diritti dell’Uomo è soprattutto la libertà religiosa, che è stata voluta in modo particolare dai massoni. Fino ad allora era la religione cattolica ad essere LA religione, le altre religioni erano false. I massoni non volevano più questa esclusività. Bisognava sopprimerla. Allora si è decretata la libertà religiosa.
   
    - Il falso ecumenismo che di fatto stabilisce l’uguaglianza delle religioni. È quello che manifesta concretamente il Papa in ogni occasione. Lui stesso ha detto che l’ecumenismo era uno degli obiettivi principali del suo pontificato, agendo così contro il primo articolo del Credo e contro il primo comandamento della Chiesa. È di una gravità eccezionale.
   
    - Infine, il terzo fatto che oggi è abituale è la negazione della regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo per mezzo della laicizzazione degli Stati. Il Papa ha voluto ed è riuscito praticamente a laicizzare le Società, dunque a sopprimere il regno di Nostro Signore sulle Nazioni.

Se si mettono insieme questi tre cambiamenti fondamentali, che in verità ne fanno uno solo, è davvero la negazione dell’unicità della religione di Nostro Signore Gesù Cristo e di conseguenza del suo regno. E questo perché? A favore di che? Probabilmente di un sentimento religioso universale, di una sorta di sincretismo che mira a riunire tutte le religioni. La situazione quindi è estremamente grave, perché pare proprio che la realizzazione dell’ideale massonico sia compiuta da Roma stessa, dal Papa e dai cardinali. I massoni lo hanno sempre desiderato e vi pervengono non più da sé, ma grazie agli stessi uomini di Chiesa. Basta leggere gli articoli scritti da alcuni di loro, o che sono loro vicini, per vedere con che soddisfazione salutano tutta questa trasformazione della Chiesa, questo cambiamento radicale che la Chiesa ha operato a partire dal Concilio e che, anche per loro, era difficilmente concepibile...
Nell'attesa di vedere come andrà a finire questa vicenda proponiamo il pensiero di chi ha le idee molto chiare su chi la Fraternità starebbe per affidare il suo avvenire...

 Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
  7 aprile 2012

L'ecumenismo di Benedetto - II

Come qualsiasi disputa relativa alle terribili ambiguità del Vaticano II, ciò che il Dott. Wolfgang Schüler presenta nel suo libro del 2008 su “Benedetto XVI e l’auto-comprensione della Chiesa cattolica”, potrebbe richiedere lunghi articoli accademici a sostegno o a confutazione. Tuttavia, il suo argomento principale è abbastanza chiaro e vale la pena presentarlo ai lettori di “Commenti Eleison”, per aiutarli a vederci chiaro in mezzo a tanta confusione. A questo scopo, i confronti hanno i loro inconvenienti, ma aiutano.

Un insieme può essere composto di parti in due modi diversi: come un albero vivo o come una pila di monete. O il tutto è primario e le parti sono secondarie, come per l’albero, o le parti sono primarie e il tutto è secondario, come per una pila di monete. L’insieme dell’albero è primario perché le parti, come i rami, possono essere tagliate, ma l’albero continua a vivere la sua vita da albero sviluppando nuovi rami, mentre quelli tagliati perdono la loro vita e diventano qualcosa di molto diverso, come un ceppo o una sedia. Al contrario, ogni moneta separata dalla pila di monete rimane esattamente ciò che era prima nella pila stessa, e se dalla pila si togliessero abbastanza monete, sarebbe solo la pila a venire meno.

Ora, la Chiesa cattolica, presa nel suo insieme, è più come l’albero o come la pila di monete? La Chiesa cattolica è quella particolare comunione di esseri umani che sono uniti in società da tre cose: la Fede, i sacramenti e la gerarchia. A tutt’e tre la vita è data da Dio stesso. La Fede è una virtù soprannaturale dell’intelletto che solo Dio può dare. I sacramenti si servono di elementi materiali come l’acqua e l’olio, ma ciò che li rende sacramenti è la grazia soprannaturale che essi veicolano e che può venire solo da Dio. Parimenti, la gerarchia è costituita da esseri umani naturali, ma se essi non fossero guidati da Dio, non potrebbero mai riuscire da soli a condurre le anime in Cielo.

Ne consegue che la Chiesa cattolica è molto più simile a un albero vivo che a una pila di monete, fossero perfino d’oro. Al pari, infatti, di ogni organismo vivente che ha in sé un principio vitale che gli dà l’esistenza e l’unità, la Chiesa cattolica ha al suo interno primariamente Dio stesso e secondariamente la sua gerarchia, che le danno l’esistenza e l’unità. Quando quella che era una parte della Chiesa si stacca dalla gerarchia con lo scisma o dalla fede con l’eresia, essa cessa di essere cattolica e diventa qualcos’altro, come gli scismatici Ortodossi o gli eretici Protestanti. Certo, i credenti ortodossi possono aver mantenuto sacramenti validi, ma dal momento che non sono più uniti col Vicario di Cristo a Roma, nessuno sano di mente li chiama cattolici.

Ma ecco che è arrivato il Vaticano II, che ha cambiato la visione della Chiesa, da quella, per così dire, di un albero o di una vite (Nostro Signore stesso fa il paragone in Gv 15, 1-6), in quella di una pila di monete d’oro. Partendo dal desiderio di aprire la Chiesa al mondo moderno, gli uomini di Chiesa conciliari hanno cominciato con lo sfumare i confini della Chiesa (LG 8). Questo ha permesso loro di far finta che vi siano elementi della Chiesa cattolica fuori dai confini visibili della Chiesa cattolica (UR 3), come fossero monete separate dalla pila. E dal momento che una moneta d’oro rimane una moneta d’oro, ecco che essi possono ulteriormente far finta (UR 3) che quelli che erano elementi di salvezza all’interno della Chiesa cattolica rimangano tali anche fuori di essa. Da qui la naturale conclusione a cui giungono innumerevoli anime, che non c’è più bisogno di essere cattolici per andare in Cielo. Questo è il disastro dell’ecumenismo conciliare.

Dobbiamo presentare questi testi del Vaticano II in maniera un po’ più dettagliata, prima di passare agli sforzi di Benedetto XVI tesi a conciliare l’ecumenismo che divide la Chiesa con la dottrina cattolica che la unifica.


Kyrie eleison.

Londra, Inghilterra
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MONSIGNOR MARCEL LEFEBVRE

OMELIA DELLE CONSACRAZIONI EPISCOPALI

ECÔNE, 30 GIUGNO 1988

 ...Non si tratta di separaci da Roma e di sottometterci ad un qualche potere estraneo a Roma, né di costituire una sorta di chiesa parallela come hanno fatto per esempio i vescovi di Palmar de Troya in Spagna, i quali hanno nominato un papa ed hanno istituito un collegio di cardinali. Per noi non si tratta affatto di cose simili. Lungi da noi questo miserabile pensiero di allontanarci da Roma. Al contrario, è per manifestare il nostro attaccamento alla Chiesa di sempre, al Papa e a tutti coloro che hanno preceduto questi papi che disgraziatamente dal Concilio Vaticano II hanno creduto di dover aderire a errori gravi che stanno demolendo la Chiesa e distruggendo il sacerdozio cattolico.

Voi troverete proprio in questi fascicoli che mettiamo a vostra disposizione uno studio assolutamente ammirevole fatto dal professore Georg May, direttore del Seminario di Diritto Canonico dell'Università di Magonza in Germania, che spiega meravigliosamente perché ci troviamo nel caso di necessità per venire in aiuto alle vostre anime, in vostro aiuto.
I vostri applausi di poc'anzi penso che non siano una manifestazione puramente naturale, bensì una manifestazione spirituale che traduce la vostra gioia di avere infine dei vescovi e dei sacerdoti cattolici che salvino le vostre anime, che donino alle vostre anime la vita di Nostro Signore Gesù Cristo, con la dottrina, i sacramenti, la fede, il Santo Sacrificio della Messa. Vita di Nostro Signore di cui avete bisogno per andare in Cielo e che sta per scomparire dovunque in questa chiesa conciliare. Essa segue dei sentieri che non sono sentieri cattolici. Essi portano semplicemente all'apostasia. È per questo che noi procediamo a questa cerimonia.

Lungi da me di erigermi a papa. Io non sono che un vescovo della Chiesa cattolica che continua a trasmettere la dottrina. Io penso, e ciò senza dubbio non tarderà, che si possano scrivere sulla mia tomba queste parole di san Paolo: "Vi ho trasmesso ciò che ho ricevuto", semplicemente. Sono il postino che porta una lettera. Non sono io che ho scritto questa lettera, questo messaggio, questa parola di Dio: è Dio stesso, è Nostro Signore Gesù Cristo stesso.

Noi abbiamo trasmesso ciò che abbiamo ricevuto, tramite questi sacerdoti qui presenti e tramite tutti coloro che hanno creduto di dover resistere a questa ondata di apostasia nella Chiesa, conservando la fede di sempre e trasmettendola ai fedeli. Noi non siamo che dei portatori di questa novella, di questo Vangelo che Nostro Signore Gesù Cristo ci ha donato e anche dei mezzi per santificarci: la Santa Messa, la vera Santa Messa, i veri sacramenti che donano realmente la vita spirituale.

Mi sembra di sentire, miei carissimi fratelli, le voci di tutti questi papi da Gregorio XVI, Pio IX, Leone XIII, San Pio X, Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, che ci dicono: "Ma di grazia, di grazia, che state facendo dei nostri insegnamenti, della nostra predicazione, della fede cattolica: volete abbandonarla? Volete lasciarla scomparire da questa terra? Di grazia, di grazia, continuate a conservare questo tesoro che vi abbiamo dato. Non abbandonate i fedeli, non abbandonate la Chiesa! Continuate la Chiesa! Poiché infatti dal Concilio, ecco che le autorità romane adottano e professano ciò che noi abbiamo condannato. Come è possibile questo? Noi abbiamo condannato: il liberalismo, il comunismo, il socialismo, il modernismo, il sillonismo (democratismo cristiano). Tutti gli errori che abbiamo condannato, eccoli ora professati, adottati, sostenuti dalle autorità della Chiesa. È possibile questo? Se non fate qualcosa per continuare questa Tradizione della Chiesa che vi abbiamo trasmesso, tutto sparirà. La Chiesa sparirà. Le anime saranno perdute".

Ci troviamo davanti ad un caso di necessità.
Noi abbiamo fatto di tutto per far sì che Roma comprenda la necessità di ritornare all'attitudine del venerato Pio XII e di tutti i suoi predecessori. Abbiamo scritto. Siamo andati a Roma. Abbiamo parlato. Abbiamo inviato delle lettere, mons. de Castro Mayer ed io stesso, parecchie volte a Roma. Abbiamo tentato con questi colloqui, con tutti i mezzi, di arrivare a far comprendere a Roma che dal Concilio in poi, da questo aggiornamento, questo cambiamento che si è prodotto nella Chiesa non è cattolico, non è conforme alla dottrina di sempre. Questo ecumenismo e tutti questi errori, questo collegialismo, tutto ciò è contrario alla fede della Chiesa e sta distruggendo la Chiesa. È per questo che noi siamo persuasi che, procedendo a queste consacrazioni, oggi obbediamo all'appello di questi papi e di conseguenza all'appello di Dio poiché essi rappresentano Nostro Signore Gesù Cristo nella Chiesa.

"E perché, monsignore - mi si dice - avete interrotto questi colloqui che sembravano tuttavia avere un certo successo?" Precisamente perché nello stesso momento in cui firmavo il protocollo, nello stesso minuto, l'inviato del cardinale Ratzinger, che mi portava questo protocollo da firmare, mi affidava in seguito una lettera nella quale mi chiedeva di domandare perdono per gli errori fatti. Ma se sono nell'errore, se insegno degli errori, è chiaro che devo essere ricollocato nella verità. Nello spirito di quelli che mi hanno inviato questo documento da firmare, attraverso cui riconosco i miei errori, questa stessa proposta equivale a dire: se voi riconoscerete i vostri errori, noi vi aiuteremo a ritornare nella verità. Quale è questa verità per loro se non la verità del Vaticano II, se non la verità di questa Chiesa Conciliare? Di conseguenza è chiaro che per il Vaticano la sola verità che esiste oggi è la verità conciliare, è lo spirito del Concilio, è lo spirito di Assisi. Ecco la verità di oggi. E questa noi non la vogliamo, per nulla al mondo!

È per questo che, constatando la volontà ferma delle autorità romane attuali di annientare la Tradizione e di condurre tutti allo spirito del Vaticano II e allo spirito d'Assisi, abbiamo preferito ritirarci, evidentemente, e dire: non possiamo! E impossibile. Non era possibile metterci sotto l'autorità del cardinal Ratzinger, presidente della commissione romana che doveva dirigerci: ci saremmo messi nelle sue mani, e di conseguenza nelle mani di coloro che vogliono riportarci allo spirito del Concilio ed allo spirito d'Assisi: questo non era possibile. È per questo che ho inviato una lettera al papa dicendogli molto chiaramente: non possiamo; malgrado tutti i desideri che abbiamo di essere in piena comunione con Voi. Visto questo spirito che regna adesso a Roma e visto che volete comunicarcelo, preferiamo continuare nella Tradizione, conservare la Tradizione, aspettando che questa Tradizione ritrovi il suo posto tra le autorità romane, nello spirito delle autorità romane.

Questo stato di cose durerà quanto il Buon Dio ha previsto, non sta a me sapere quando la Tradizione ritroverà i suoi diritti a Roma, ma penso che è mio dovere dare i mezzi per fare quella che chiamerei operazione sopravvivenza, operazione sopravvivenza della Tradizione. Oggi, in questo giorno, si realizza l'operazione sopravvivenza. E se io avessi fatto questa operazione con Roma continuando gli accordi che avevamo firmato e seguendo la messa in opera di questi accordi, avrei realizzato l'operazione suicidio. Non c'è possibilità di scelta: dobbiamo sopravvivere! Ed è per questo che oggi, consacrando questi vescovi, sono persuaso di continuare a far vivere la Tradizione, vale a dire la Chiesa Cattolica...

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La Fraternità San Pio X e Roma
Le tappe di una battaglia
Conferenza 
di S. Ecc. Mons. Marcel Lefebvre
Fondatore della Fraternità San Pio X.
 
 La verità evolverebbe col tempo!

Non è solo il Papa ad essere in questione. Il cardinale Ratzinger, che la stampa considera più o meno tradizionale, in effetti è un modernista. Per convincersene basta leggere il suo libro “I principi della teologia cattolica” per conoscere il suo pensiero, quando prova una certa stima per la teoria di Hegel quando scrive: «A partire da lui, essere e tempo si compenetrano sempre più nel pensiero filosofico. L’essere stesso risponde ormai alla nozione di tempo…la verità diventa funzione del tempo; il vero non è puramente e semplicemente, e lo è per un tempo, perché appartiene al divenire della verità, la quale è in quanto diviene».

Che cosa volete che facciamo? Come discutere con chi sostiene un simile ragionamento?

Così la sua reazione non è sorprendente quando gli ho chiesto: «Ma infine, Eminenza, vi è nondimeno contraddizione tra la libertà religiosa e ciò che dice il Sillabo.» «Ma Monsignore, - mi ha risposto - non siamo più ai tempi del Sillabo!» Ogni discussione diventa impossibile.

Ecco ciò che scrive il cardinale Ratzinger nel suo libro, a proposito del testo della Chiesa nel mondo (Gaudium et spes), col titolo: “Il Vangelo e il mondo riguardo alla questione della ricezione del secondo Concilio del Vaticano.” Egli sviluppa le sue argomentazioni su più pagine e precisa: «Se si cerca una diagnosi globale del testo, si potrebbe dire che esso è (in connessione con i testi sulla libertà religiosa e sulle religioni nel mondo) una revisione del Sillabo di Pio IX, una sorta di contro-Sillabo (Dignitatis Humanæ)».

Quindi, egli riconosce che il testo della Chiesa nel mondo, quello della libertà religiosa e quello sui non-cristiani (Nostra Ætate) costituiscono una specie di “contro-Sillabo”. È quello che gli abbiamo detto noi, ma adesso, senza che la cosa sembri disturbarlo, è lui che lo scrive esplicitamente.

E il cardinale prosegue: «Harnack, si sa, ha interpretato il Sillabo come una sfida al suo secolo; la verità è che esso ha tracciato una linea di separazione davanti alle forze determinati del XIX secolo
Quali sono “le forze determinanti del XIX secolo”? Di sicuro la rivoluzione francese con tutta la sua opera di distruzione. Queste “forze determinanti”, il cardinale stesso le definisce come “le concezioni scientifiche e politiche del liberalismo”. E prosegue: «Nella controversia modernista, questa doppia frontiera è stata ancora una volta rinforzata e fortificata».
«Da allora, senza dubbio, sono cambiate molte cose. La nuova politica ecclesiastica di Pio XI instaurò una certa apertura riguardo alla concezione liberale dello Stato. L’esegesi e la storia della Chiesa, con una lotta silenziosa e perseverante, hanno adottato sempre più i postulati della scienza liberale, e dall’altra parte il liberalismo, nel corso dei grandi sconvolgimenti politici del XX secolo, si è trovato nella necessità di accettare delle correzioni notevoli.
«Perciò, dapprima nell’Europa centrale, l’attaccamento unilaterale, condizionato dalla situazione, alle posizioni assunte dalla Chiesa ad iniziativa di Pio IX e di Pio X contro il nuovo periodo della storia aperto dalla rivoluzione francese, era stato in larga misura corretto via facti, ma una nuova determinazione fondamentale dei rapporti con il mondo come si presentava dopo il 1789 mancava ancora.»

Questa determinazione fondamentale sarà quella del Concilio.

«In realtà, - continua il cardinale - nei paesi a forte maggioranza cattolica, regnava ancora largamente l’ottica di prima della rivoluzione: quasi nessuno oggi contesta più che i concordati spagnolo e italiano cercassero di conservare fin troppe cose di una concezione del mondo che da molto tempo non corrispondeva più ai dati reali. Allo stesso modo quasi più nessuno può contestare che a questo attaccamento ad una concezione scaduta dei rapporti tra la Chiesa e lo Stato corrispondessero degli anacronismi simili nel campo dell’educazione e nell’atteggiamento da assumere riguardo al metodo storico critico moderno.»

Si precisa così il vero spirito del cardinale Ratzinger che aggiunge: «Solo una ricerca minuziosa dei diversi modi in cui le varie parti della Chiesa hanno compiuto la loro accettazione  del mondo moderno poteva districare la rete complessa delle cause che hanno contribuito a dare la sua forma alla costituzione pastorale, ed è solo in questo modo che si potrebbe far luce sul dramma della storia della sua influenza.
«Qui ci accontentiamo di constatare che il testo svolge il compito di un contro-Sillabo nella misura in cui rappresenta un tentativo per la riconciliazione ufficiale della Chiesa con il mondo come era diventato dopo il 1789».

Tutto ciò è chiaro e corrisponde a quello che non abbiamo smesso di affermare. Noi ci rifiutiamo, noi non vogliamo essere gli eredi del 1789!

«Da un lato, solo questa visione chiarisce il complesso del ghetto di cui abbiamo parlato all’inizio; [la Chiesa… un ghetto!] e dall’altro, solo essa permette di capire il senso di questo strano faccia a faccia della Chiesa con il mondo: per “mondo” s’intende, in fondo, lo spirito dei tempi moderni, di fronte al quale la coscienza di gruppo nella Chiesa percepiva se stessa come un soggetto separato che, dopo una guerra ora calda ora fredda, ricercava il dialogo e la cooperazione.»

Siamo costretti a constatare che il cardinale ha perso completamente di vista l’idea dell’Apocalisse sulla lotta fra il vero e l’errore, fra il bene ed il male. Oramai, si cerca il dialogo tra il vero e l’errore. Non si può comprendere la stranezza di questo faccia a faccia tra la Chiesa ed il mondo.

Più avanti, il cardinale definisce così il suo pensiero: «La Chiesa e il mondo, è come il corpo e l’anima.» – «Beninteso, bisogna aggiungere che il clima di tutto il processo era contrassegnato in modo decisivo dalla “Gaudium et spes”. Il sentimento che veramente non doveva più esistere un muro tra la Chiesa e il mondo, che ogni “dualismo”: corpo-anima, Chiesa-mondo, grazia-natura e anche, in fin dei conti, Dio-mondo, fosse nocivo: questo sentimento divenne sempre più una forza distruttiva per l’insieme».

Il cardinale Ratzinger è a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’ex Sant’Uffizio. Con una simile espressione di pensiero che cosa possiamo sperare per la Chiesa da colui che ciò nonostante ha il compito di difendere la Fede?

Quanto al Papa, in un modo diverso, egli ha lo stesso spirito. Senza dubbio è polacco, ma il fondamento delle idee è il medesimo. Sono gli stessi principi, la stessa formazione ad animarlo. Ed è questa la ragione per cui non provano né vergogna , né orrore facendo quello che fanno, mentre noi, noi ne siamo spaventati. La religione, come l’abbiamo vista nel liberalismo, nel modernismo, sarebbe un sentimento interiore.

Così, fin dal giorno in cui, a dispetto del diritto, siamo stati colpiti da Mons. Mamie, sostenuto da Roma, noi non ne abbiamo tenuto conto e apparentemente abbiamo disobbedito. Ma, era nostro dovere disobbedire, perché ci si voleva collocare nello spirito del 1789, lo spirito del liberalismo, lo spirito del contro-Sillabo. Noi ci siamo rifiutati e continuiamo a rifiutarci. Sono questi uomini, come il cardinale Villot imbevuto di questo liberalismo, è questa Roma liberale che ci hanno condannato. Ma agendo così essi hanno condannato la Tradizione, la Verità.

Noi abbiamo rifiutato questa condanna perché la consideriamo nulla e ispirata dallo spirito modernista. Ciò che facciamo e che continuiamo a fare non è altro che operare alla salvaguardia della Tradizione. Quindi ci siamo trovati in una situazione di apparente disobbedienza legale, ma abbiamo continuato a ordinare sacerdoti, a dare sacerdoti ai fedeli per la salvezza delle loro anime. Questi hanno esercitato ed esercitano il loro ministero sempre sotto una parvenza di disobbedienza alla lettera della legge. E continueremo finché il Buon Dio lo riterrà utile.

Non siamo noi che creiamo questa situazione della Chiesa, la quale si aggrava sempre più in condizioni stupefacenti. Nessuno avrebbe potuto immaginare dieci anni fa, prima dell’avvento di Papa Giovanni Paolo II, che un Sommo Pontefice un giorno avrebbe fatto questa cerimonia di Assisi. L’idea stessa non sarebbe mai venuta. Nessuno avrebbe pensato che egli sarebbe andato alla Sinagoga e vi avrebbe tenuto quel discorso abominevole. Nessuno l’avrebbe immaginato. Così come non si sarebbe mai potuto concepire ciò che ha fatto in India. Tutto ciò sarebbe parso inconcepibile....

34 commenti:

  1. Questa news l'avevo letta ieri sera sul blog dei fideisti di papa ratzinger e l'avevo cercata su tmnews per scrivere all'autore di questo articolo per ringraziarlo poichè ci allena per i tempi di persecuzione che verranno per i cattolici infatti il disprezzo e la falsità con cui si esprime siffatto/a giornalista fanno ben sperare per il buon esito della nostra battaglia per la santificazione.
    CVCRCI

    RispondiElimina
  2. Molto sinceramente a me pare che gli incontri tra il Vaticano e le delegazioni "lefebvriane" siano più una farsa che una cosa seria.

    Infatti, indipendentemente dalle intenzioni dei partecipanti (che possono pure essere serissime), mi chiedo:

    è possibile che, dopo così tanto tempo, in Vaticano non sappiano per filo e per segno quali siano le esatte posizioni dottrinali della FFSPX? E' possibile che ogni volta i tradizionalisti debbano specificare in dettaglio le proprie visioni?

    E' scontato che la gente comune o gli avventori critici che piovono di tanto in tanto su questo blog, possano non sapere la mentalità e i presupposti dogmatici di mons. Lefebvre (che poi sono mentalità e presupposti della Chiesa preconciliare).

    Invece, non credo affatto che, a livello di Vaticano, di commissioni teologiche, di esperti e professori accademici ci sia la stessa impreparazione e disorientamento degli uomini della strada.

    Nelle alte sfere SANNO BENE quali sono i punti attorno ai quali ruota tutto il dissenso dei tradizionalisti.

    A qual pro, dunque, queste riunioni con i tradizionalisti, questi continui messaggi che si inviano da una parte e dall'altra, quasi fossero "fidanzatini" che non riescono a comprenderi?

    Dopo così tanti anni di confronti, più o meno ufficiali, di pubblicazioni, di discussioni ad alti livelli, le cose sono ancora da chiarire???

    O in Vaticano sono tutti dei tonti o la vogliono dare da bere all'opinione pubblica.

    Io credo che entrambi i "contendenti" sanno fin troppo bene quali siano le reciproche posizioni.

    Il gioco che fa il Vaticano, perciò, non è un'azione di "misericordia", come viene dipinta, ma un abile lavoro psicologico per fiaccare e far cedere il proprio avversario, un poco come fa il gatto quando gioca col topo.

    E infatti succede che, quasi ogni volta in cui avvengono questi colloqui, qualcuno del campo tradizionalista abbandona le sue posizioni e raggiunge la Chiesa conciliare singolarmente o nei piccoli gruppi-ghetto dell' "ecclesia Dei".

    Il Vaticano sa benissimo che non ha nulla da perdere a fare questi confronti e sa benissimo che il frutto non lo ottiene perché sa essere convincente ma perché si muove, secondo lui, su una posizione di vantaggio, dal momento che fa sentire ai suoi avversari d'avere il coltello dalla parte del manico.

    I "lefebvriani" non sono un gruppo molto numeroso ma sono ben organizzati, hanno un buon impatto all'interno di determinati ambienti e possono godere di una certa agiatezza economica. Questo in Vaticano si sa e, siccome lì si ragiona con criteri prettamente mondani, si cerca, sfruttando la lealtà e la buona fede di rosicchiare le basi sulle quali si appoggiano i tradizionalisti per trarne frutto.

    Questa non è altro che una guerra psicologica, pur dietro sorrisi e affabilità apparenti, una guerra nella quale i più esposti sono sicuramente i "lefebvriani".

    A qual pro continuarla a fare? Per favorire chi vuole distruggere i tradizionalisti?

    Evidentemente è questo il motivo. Ecco perché quest'ultima scadenza con i "lefebvriani" cade proprio il giorno del compleanno papale: un loro "no" verrà immediatamente visto come uno schiaffo dato al pontefice, addirittura il giorno del suo compleanno!

    Questo permetterà ai Media cattolici-conciliari di stringere i loro avversari in un senso di colpa costruito e preventivato ad arte.

    Ecco come l'assassino della fede si trasforma in "ingiusto perseguitato" e cerca do farsi autoglorificare dall'opinione comune, nonostante tutto.

    Paradosi

    RispondiElimina
  3. Se quanto ho appena scritto critica la posizione vaticana che sfrutta abilmente gli eventi e che, in qualsiasi circostanza, cerca di trarne vantaggio, ci vuole un piccolo appunto nei riguardi dei "lefebvriani".

    Si dice che i continui contatti con Roma siano, in parte, sollecitati pure dalla Fraternità FSSPX. Ora che si tenti di voler un colloquio non pare essere un male.

    Mi sembra, invece, strano quanto mi pare d'intravvedere: un bisogno psicologico di alcuni che cercano Roma, come se avessero coscienza che non è sufficiente viverne la fede tradizionale.

    La cercano senza rendersi conto che s'incuneano in un gioco molto pericoloso.

    In parte, infatti, i giochi che fa Roma sono "voluti" da alcuni della FSSPX, senz'altro in buona fede ma con un'ingenuità che sicuramente non aveva mons. Lefebvre.

    I meccanismi di ricatto morale che, ogni volta, Roma fa scattare sono infatti tali da limitare la libertà dei tradizionalisti, da creargli soggezione, da spingerli nella direzione d'evacuare la loro fede rendendola fantasmatica, per poterli utilizzare all'interno del "Pantheon di Assisi" della Chiesa conciliare.

    E' questo a cui i "lefebvriani" vanno incontro ogni volta che sollecitano un incontro con Roma, inviano gente per stabilire dei contatti, aprono trattative, ecc.

    Oramai mancano pochi giorni alla scadenza in cui questi ultimi dovrebbero dare una risposta definitiva al Vaticano. Sappiamo in anticipo che non sarà una risposta gradita alle gerarchie conciliari.

    La macchina della gogna è stata preparata e "unta" con grande anticipo e sicuramente scatterà.

    Probabilmente scatterà anche qualche disposizione disciplinare per emarginare i tradizionalisti. Tutto ciò dovrebbe essere più che sufficiente per mostrare la distanza abissale tra il Vaticano e i tradizionalisti stessi. I primi si muovono sempre con intenti "politico-ecclesiastici", i secondi fino ad oggi hanno manifestato di muoversi coerentemente con certi principi di fede.

    Perché dunque continuare a correre dietro a queste persone, così immensamente diverse da se stessi?

    Paradosi

    RispondiElimina
  4. "Questo tira e molla ha stufato", dicono giustamente alcuni conciliari.

    Il "tira e molla" è coerente nella Chiesa conciliare che ha fatto del "discussionismo" e del dialogo le sue bandiere principali con le quali si mostra "buona" nei riguardi del mondo.

    Un po' meno coerente per la Chiesa preconciliare al cui stile si collegano i "lefebvriani". Essi sanno che la Rivelazione non ammette "dialoghi" ma accoglienza o rifiuto.

    A qual pro, dunque, questo dialogo tra sordi?

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  5. Dopo tutto questo tempo, il confronto tra conciliari e tradizione si riassume in queste brevi battute.

    Tradizionalisti: "Voi dovete rinunciare alle vostre recenti posizioni e tornare alla dottrina tradizionale in nome della fede alla quale siete chiamati a servire".

    Vaticano: "Noi non riceviamo lezione da nessuno. Possiamo adattarci al vostro linguaggio ma non potremo mai rinnegare le nostre recenti posizioni. Siete voi che, in caso, dovete adattarvi a noi, se rispettate la nostra autorità".

    I primi parlano in nome della fede - e per questo sono ritenuti integristi - i secondi parlano in nome dell'autorità, che però, se rettamente intesa, dovrebbe appoggiarsi alla fede, non su se stessa (come sta oramai succedendo).

    E' un dialogo tra sordi. Non a caso il Vaticano voleva fare un accordo solo pratico con i tradizionalisti (= credete ciò che volete ma in casa vostra e non dateci fastidio, così noi otteniamo un successo e voi dei vantaggi).

    L'accordo pratico ha avuto successo in tutti quei gruppi unionistici che hanno limitato il combattimento tra le loro quattro mura. (Ricordo ancora il timore di alcuni preti della Fraternità San Pietro, quando li volevo portare al confronto con i punti scottanti, cosa che loro EVITAVANO accuratamente per la loro tranquillità).

    Ma non è mai stato questo lo stile della fede, quello che ha fatto i martiri (= i testimoni, e il testimone non testimonia certo solo nel comodo delle sue mura). Che siano stati pure loro degli ... "integristi"???

    Per l'Impero romano pagano sicuramente lo erano. Ecco, oggi il Vaticano ha esattamente la posizione pratica dell'Impero romano pagano di allora. Non meraviglia che chi, più di ogni altro se ne ispira (l'amministrazione americana), abbia fatto atto di presenza con il suo Presidente, ai funerali di Giovanni Paolo II.
    I simili si accompagnano sempre ai loro simili.

    Paradosi

    (P.S. Nella fretta dello scrivere possono scapparmi errori grammaticali o sintattici. Me ne scuso).

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    1. Condivido tutto il tuo pensiero, Paradosi, in ogni singolo concetto espresso...soprattutto quando dici che il tira e molla avrebbe anche stufato...non c'è molta dignità da entrambe le parti in questo "gioco al rimpiattino"...

      A meno che...questo reiterato chiedere- da parte della FSSPX - che l'ultima parola sia di Roma, non presupponga il voler lasciare alla Santa Sede la prerogativa della sentenza finale sulla situazione, il che significa riconoscere l'autorità petrina, e anche non prendersi (giustamente!) la responsabilità di chiamarsi fuori da soli dalla compagine della Chiesa attuale, ma semmai aspettare di esserne allontanati per mano altrui.

      La differenza è sostanziale: chiamarsi fuori da soli presupporrebbe un atto di volontà scismatica che è assolutamente estraneo all'intenzione della Fraternità, mentre essere dichiarati "fuori" da Roma significherebbe semplicemente sopportare la persecuzione, come si addice ai santi che non rinnegano gli insegnamenti di Cristo, costasse anche l'allontanamento e la ghettizzazione per amore di Gesù.

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  6. Il Gioco che fa il Vaticano, come dice il commentatore sopra, cioe' il gatto col topo, ora lo fa' perche' ha il coltello dalla parte del manico, ma deve ricordarsi che il coltello vero, in mano, ce l'ha Nostro Signore, e qui stiamo trattando della dottrina di Cristo. Se la Gerarchia ecclesiastica ha dimenticato la sua missione, come sembra, giocando, giocando sa' bene che arrivera' il giorno del giudizio, e se non ha paura del giudizio Divino, sa' qual'e' la sua fine. In fondo vediamo quello che accade ogni giorno nel mondo. Sappiamo pure che nulla accade senza che Dio non vuole. Anche se da anni si e' ben capito quello che vuole la Chiesa ufficiale e quello che oppone la Fraternita', dobbiamo accettare fino in fondo i colloqui per vedere fin dove vuole arrivare la Chiesa del concilio Vaticano II. Dopodiche' per chi crede in Dio, quello vero, ogni decisione e' lecita. Quello che conta che nessuno ci puo' obbligare a negare le Leggi di Dio, la fede in Lui e nella Sua vera Dottrina. Ognuno dovra' rispondere alla sua coscenza (se ne ha) e a Dio stesso. Comunque Nostro Signore non abbandonera' mai la Sua Chiesa e le Sue pecorelle non andranno mai allo sbando. Da un pugno di persone, come sotto la Croce, rinasce sempre la Chiesa di Cristo, perche' Lui ne e' la vera Guida.

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  7. "Dio sta nei cieli (forse) ma noi siamo qui sulla terra". Questo è l'atteggiamento pratico di molti uomini vaticani. Da qui tirano tutte le conseguenze che ho sopra descritto.

    Paradosi

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  8. Leggendo un articolo di Sandro Magister di oggi 13 aprile 12: LE DOMANDE DI UN TEOLOGO SUI PROBLEMI DOTTRINALI CHE NON RIGUARDANO SOLO LA FSSPX..... ANZI L'INTERO POPOLO CATTOLICO...... mi sono posto un quesito che dovrebbero porsi tutti gli uomini della Gerarchia Ecclesiastica - tra la FSSPX e la Gerarchia, se si applicasse quel 95% del Concilio Vat.II che tutti, Vescovi, Sacerdoti etc. attuano al contrario di cio' che dice il Concilio stesso, chi dovrebbe essere richiamato per le contraddizioni sulla verita' e sulla fede nonche' sulla Rvelazione e tradizione, l'intera Chiesa ufficiale, oppure la FSSPX.? Chi non si attiene alle Leggi Divine, la Chiesa Ufficiale o la Fraternita'? E la santa Sede batte ancora di cassa? Esiste una sola retromarcia per ritornare Chiesa di Cristo, e questa deve farla a qualunque condizione quella Chiesa che aveva ed a tutt'ora ha abbandonato le Leggi Divine di Cristo. La Fraternita' sta' solo forzando a che si ritorni ad essere Chiesa vera di Dio. Nel frattempo lo Spirito Santo illumini le menti del Papa e della Fraternita'.

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  9. Il Vaticano e tutta la Gerarchia non si sentano Golia perche' hanno il potere materiale ed il coltello dalla parte del manico. Sopra di noi e di loro c'e' quel Dio Onnipotente che ha la potenza di cambiare l'intero universo solo con un soffio. Ricordo sempre che e' Dio che ha creato l'uomo dalla polvere e in ogni istante puo' ridurlo di nuovo in polvere. Che gli uomini di Chiesa non dimentichino mai e che invece presi dal potere dimenticano spesso.

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    1. Non ci si sente Golia solo nella misura in cui si ha fede e timor di Dio. Mai sentito parlare di "timor di Dio" in questi ultimi cinquant'anni??? Non credo. Quindi si sentono Golia, sicuro che è così! In fondo le nostre gerarchie (tranne alcune eccezioni) sono lo specchio esatto della nostra classe politica.

      Paradosi

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  10. Fui uno dei contenti anzi, entusiasti, della elezione di Woityla.
    Rimasi tale per decenni e alla sua morte, rimasi sorpreso di quelle manifestazioni particolari, quali il vangelo, posto sopra la bara, che scorreva le pagine, per il vento.

    Poi, leggendo ed approfondendo gli argomenti, ho cominciato a capire che quel disagio che avvertivo e quelle risposte mancate su aspetti della liturgia e della dottrina ,avevano un origine dal Concilio e dalla serie di proposizioni emesse, in contrasto con ciò che si sapeva prima.

    Si avvertiva ovunque che lo spirito era cambiato ed aleggiava uno spirito "libero" che non dava alcuna certezza. Un sacerdote diceva rosso, uno bianco, uno, nero... si era persa un'unicità di dottrina e di risposte cattoliche.Era diventata un'insalata russa !

    Ci sono voluti anni per capire, come sono diventati anni di iniziale gioia della scoperta delle verità, finita in tristezza per la comprensione del degrado.

    Ma valeva la pena capire e rendersi conto.

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  11. Cari Annarita e Gianluca sembra che l'accordo tra Santa Sede FSSPX sia imminente.Bene sarei contento se finalmente la FSSPX ritornasse nella Chiesa.Spero però che se la FSSPX torni lo faccia definitivamente e per stare in comunione con tutti,umile e sottomessa al Papa e a tutto il Magistero.Non so,Annarita e Gianluca,se a voi farebbe piacere,temo di no visti i vostri articoli sulla Chiesa modernista,Papa modernista.

    Magari fra qualche anno vedremo Mons.Fellay partecipare alla GMG alla chiamata vocazionale di Kiko Arguello o a qualche convivenza di Vescovi.
    Vi immagginate Fellay alle convivenze dei Vescovi?Magari vedremo Fellay che mette le ami sulla tessta dei giovani a qualche incontro vocazionale di Kiko?O magari prende anche lui giovani di queste alzate.O magari un Redemptoris Mater tradizionalista?

    In ogni caso se l'accordo avverrà spero non rimaniate troppo delusi.


    Come prendereste una cosa simile cari Annarita e Gianluca?Come reagirete se avverrà quello di cii si parla lascerete anche la FSSPX?

    Pasquale Troisi

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    1. Mi fa piacere che parli di sottomissione al Papa. Allora sà cosa fare.
      Le assicuro che se non Ratzinger prima o poi un Papa che eliderà le eresie neocatecumenali arriverà e quando lo farò sarà valevole in eterno con una definizione valevole per il passato per il presente e per il futuro.
      E allora, possiamo dire che questo Papa ha già parlato ora...se sa come funziona l'eternità.
      Quindi sarebbe già bene da adesso ravvedersi e tornare alla Chiesa Cattolica...chiaro?
      La saluto e le auguro una Buona Pasqua anche se in ritardo!

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    2. Va bene amico prima però che qualche Papa ci elida speriamo che la FSSPX torni finalmente nella Chiesa ubbidiente e sottomessa al Papa e al Magistero post Vaticano II.Se Dio vorrà,in futuro, la fine del Cammino Neocatecumenale sia fatta la sua volontà.Per il momento il Cammino vive e sta contribuendo a rivitalizzare la Chiesa.Speriamo che anche la FSSPX possa dare il suo contributo a rivitalizzare la Chiesa insieme a tutti gli altri.Non volevo ironizzare su Mosn.Fellay
      una volta reintegrato,mi farebbe piacere vederlo a qualche convivenza di Vescovi o qualche raduno di Kiko Arguello.Magari qualche ragazza del CNC potrebbe decidere di entrare in qualche seminario della Fraternità.Annarita e Gianluca hanno lasciato il Cammino e ora sono simpatizzanti della FSSPX.Hanno fatto questa scelta come protesta contro l'approvazione del Cammino.Ora se la FSSPX rientra nella Chiesa non vedo tanto impossibile che ci sia amicizia con il CNC.A voi sembra forse che la FSSPX sia in antitesi al CNC ma seconod me non è così.

      La mia domanda a Gianliuca e Annarita è:Se la FSSPX rientra nella Chiesa che loro ritengono "modernista"penseranno che anche la Faternità è modernista?nel qual caso cosa faranno?La lasceranno?

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    3. Caro Pasquale,
      fatti una badilata di affaracci tuoi.

      Elimina
    4. "Annarita e Gianluca hanno lasciato il Cammino e ora
      sono simpatizzanti della FSSPX.Hanno fatto questa
      scelta come protesta contro l'approvazione del
      Cammino."

      E bravo Pasquale!!...
      Questa è esattamente la misura della supponenza con
      cui ti hanno insegnato nel Cammino NeocatecumenALE a
      trattare le persone, le intenzioni dei loro cuori, le motivazioni delle loro scelte di vita e di fede!

      PRIMO: tu di noi non sai un accidente, perchè NON CI
      CONOSCIAMO, NON CI SIAMO MAI VISTI IN FACCIA NEANCHE
      UNA VOLTA, l'unica conoscenza reciproca che abbiamo
      risiede nella lettura dei posts che mettiamo in
      Internet. Non si capisce perciò come ti venga in
      mente una scempiaggine come quella che dici qui: ti
      pare che uno possa fare scelte di fede "per protesta" contro qualcosa o qualcuno?? Sarebbe un folle, come tu dimostri di essere, pensando simili cose anche solo per scherzo o per provocazione.

      SECONDO: adesso non ti basta più rovinare la vita dei poveracci neocatecumenali che mettono le loro anime NELLE TUE MANI DI CATECHISTA (aiutooo, qualcuno li salviiii), quando negli scrutini del Cammino INVECE DI RISPETTARE IL LORO FORO INTERNO, COME LA CHIESA VI HA COMANDATO DI FARE, fai il processo pubblico alle loro intenzioni, colpevolizzandoli puntualmente delle loro sofferenze?

      Adesso vieni a fare il processo alle
      intenzioni a noi, che neanche conosci, permettendoti
      di azzardare uno "SCRUTINIO" PUBBLICO SUL WEB,
      sparando le stupidaggini che dici, del tutto
      inventate, ed attribuendole a noi??? Lo sai che
      questi sono peccato gravi di calunnia? E che dovresti solo vergognarti come un ladro di DIRE FALSA TESTIMONIANZA sul prossimo?
      "NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA"...ti ricorda qualcosa??

      Riguardo poi alla nostra reazione se la FSSPX dovesse firmare l'accordo dottrinale con Roma, la risposta per te, Pasquale, è:

      fatti gli affari tuoi!

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  12. Un accordo, dottrinale prima e pratico dopo, tra la Santa Sede e la FSSPX sarebbe auspicabile. Significherebbe non tanto che Roma si è convertita, ma che ha reso testimonianza a quella Verità per cui è stata costituita come somma autorità. In altre parole: se Roma accetta la dottrina di Ecòne, significa che la Sede non è vacante. Tuttavia la partita non sarebbe finita lì. Sappiamo bene che tutta la Chiesa, fra alti e bassi sta cadendo sempre più velocemente e ampiamente nell'apostasia. Più specificamente: gli ultimi pontefici, nel bene e nel male, stanno comunque scaldando il posto a quell'uomo iniquo che usurperà la Sede di Pietro e si collocherà nel luogo santo. E' l'uomo di cui parla san Paolo nella Seconda ai Tessalonicesi, l'ultimo Anticristo. La storia è comunque incamminata verso quel destino, verso quella Passione della Chiesa, necessaria prima di entrare nella risurrezione attraverso il trionfo del Cuore immacolato di Maria Santissima. Perciò non facciamoci illusioni. Se l'accordo si farà (meglio se si farà, sarà un riconoscimento della validità di tutta una posizione, anche se di breve durata. Potrebbe essere fatto a rischio della vita del Papa, ma non importa. Scatenerebbe sicuramente le forze avverse dentro e fuori la Chiesa e ci condurrebbe speditamente all'eliminazione del Katéchon. Amara esperienza, ma consolante certezza di essere nel giusto. Non tutti condivideranno questo giudizio: questa è la ragione per cui la Fraternità si spaccherà e perderà un'ulteriore fetta. La perderebbe comunque, anche nel caso di un mancato accordo. Forse nella politica della Santa Sede c'è proprio la malizia di questa finalità: sbriciolare lentamente l'opposizione con apparenti e mirate concessioni. Se dobbiamo dare credito alla Beata Anna Caterina Emmerick, durante il dominio della falsa Chiesa sulla cristianità soltanto un centinaio di sacerdoti in tutto il mondo rimarrà fedele a Gesù. Ora ce ne sono ancora più di cinquecento. Dunque devono per forza calare. Non è difficile indovinare a quale gruppo apparterranno i superstiti. Concludendo: una sola cosa rimane importante, qualsiasi cosa accada. Resistere saldi nella vera fede, quella di sempre.

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    1. Un paio di appunti sul suo interessante post.
      Fino a prova contraria la sede non è vacante. La dimostrazione non verrà certo dall'accettazione o meno della FSPPX all'accordo...so che il suo è stato solo un esempio azzardato, ma facciamo attenzione.
      Per la vacanza della Sede le prove non ci sono, e non ci saranno mai, deve essere chiaro.
      Nessun cattolico avrà poi l'autorità di affermare questo o di intraprendere azioni di Fede personali solo alla luce di una supposizione. Sarebbe un peccato grave.
      Semmai bisogna sempre presupporre l'opposto. Che il Papa c'è!
      Fare il nostro dovere.
      Poi non ho compreso come sarebbe la faccenda dei 500 sacerdoti ancora buoni al mondo, la cosa mi incuriosisce...c'è stato un censimento?

      Saluti

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    2. Ho eliminato il post perchè era scritto male.
      Bravo ghergon sinceramente non ho ben compreso il post del Sig. Michele che dice anche una cosa non molto sicura cioè che l'anticristo prenderà il posto del papa.
      Le scritture dicono "il tempio di Dio" San Giovanni damasceno dice chiaramente che si tratta della sinagoga dei Giudei della sinagoga di satana e non della Chiesa cattolica. De Fide Ort. IV,26.
      CVCRCI

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    3. "non ho ben compreso il post del Sig. Michele che dice anche una cosa non molto sicura cioè che l'anticristo prenderà il posto del papa."

      Stef,
      penso si riferisca a La Salette, in cui è profetizzato che "l'Anticristo si siederà sul soglio di Pietro".

      Elimina
    4. Cercherò di chiarire il mio precedente intervento. Premetto che non sono sedevacantista, ma sono approdato a questo sito di recente dopo una deludente esperienza pluriennale in MIL. Non conosco ancora abbastanza bene le posizioni ideologiche dei lettori soliti a scrivere, però mi riconosco parecchio nel pensiero della Redazione e in quello di Mardunolbo, molto informato e profondo. Sono d'accordo con Locatelli nel dire che la vacanza attuale della Santa Sede non ha prove provate, anche se vi sono numerosi e autorevoli indizi sulla irregolarità dei conclavi per l'elezione di Giovanni XXIII e di Paolo VI. Se le cause restano dubbie, gli effetti negativi di questi due pontificati, più i tre successivi, sono evidenti agli occhi di tutti noi che frequentiamo questo sito e ne condividiamo le ansie e i dispiaceri ecclesiali. Mi rendo conto altrettanto lucidamente che questi discorsi sono pura follia per chi parte dall'assunto non cattolico che "tutto ciò che dice o fa il Papa va sempre bene". Per me il sedevacantismo è soltanto un'ipotesi accademica, di cui non conosciamo tutti i fattori possibili in gioco (almeno per ora), ma che ha tuttavia una sua ragionevolezza. Anche se venissero fuori documenti finora segreti sulla non validità dei conclavi precedenti, non starebbe certamente a noi, semplici fedeli, il diritto e il dovere di denunciare la già avvenuta Sede vacante, ma al competente collegio cardinalizio e spetterebbe ad un futuro Papa di dichiarare la nullità dei pontificati precedenti. Se il mio discorso è sembrato azzardato, è perché ho sintetizzato ciò che in questo ed altri siti consimili è già stato oggetto di amplissime discussioni, che ritenevo ben conosciute dai lettori. Idem sull'Anticristo. Annarita, infatti, ha capito benissimo l'allusione a La Salette. In realtà si può dire di tutto e di più sull'anticristo, perché né san Paolo, né l'Apocalisse usano questo termine che noi desumiamo dalla Prima lettera dell'evangelista Giovanni (1Gv 3,18 e 4,3.4). Qui è associato al termine di falso profeta, per cui viene identificato con la bestia di Apocalisse 13,11. Ma, poiché anticristi sono tutti coloro che si oppongono a Cristo o vogliono sostituirsi a lui, non credendo alla divina incarnazione di Gesù, anticristi sono anche le altre bestie apocalittiche (Ap 13,1 e Ap 17,3), nonché l'uomo iniquo di 2Tes 2,4 e tutti gli eretici della storia.
      Ciò che dice san Giovanni Damasceno è interessante, ma non definitivo, perché i santi padri e dottori della Chiesa hanno opinioni discordanti al riguardo. Il magistero ufficiale ha dedicato al tema scarse parole per cui anche l'identificazione del tempio di Dio con la sinagoga giudaica lascia il tempo che trova. Alcuni parlano del tempio di Gerusalemme, altri della Cattedrale di Roma: ognuno ha le sua buone ragioni. Non è questa la sede per discuterle. Mi sembra però probabile che l'ultimo e massimo falso messia della storia, nel culmine della grande tribolazione, oltre ad esercitare un potere politico mondiale vorrà esercitare anche quello religioso al fine di controllare completamente e senza rivali le menti e i cuori dei sudditi. Non so se proclamerà se stesso papa usurpandone il posto, o se obbligherà un falso papa a stare al suo servizio: il risultato non cambierebbe. Se leggiamo i Quaderni della Valtorta (20 agosto 1943)sembra che costui sia un uomo di chiesa, precipitato come astro dal firmamento, ma non tutto è chiaro. Anche la mistica francese Maria Giulia Jahenny, apprezzata da Leone XIII, profetizza per i nostri tempi un lungo periodo di sede vacante che metterà a dura prova la Chiesa. Se ciò debba ancora verificarsi, non si sa.

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    5. Quanto alla Emmerick, bisognerebbe leggere per intero, in tedesco, le sue rivelazioni, perché le traduzioni italiane sono alquanto lacunose a riguardo degli ultimi sette papi nel tempo della grande tribolazione, forse perché gli editori, trovando imbarazzanti certi discorsi, non li pubblicano. Ad ogni modo, ad un certo punto Gesù, secondo la beata Emmerick, denunciando l'apostasia di sacerdoti e vescovi in tutto il mondo, dice che a Roma si è costituita una falsa chiesa, una controchiesa, guidata dalla massoneria, non costruita dagli angeli secondo i voleri di Dio, che pretende riunire in una sola organizzazione i cristiani di ogni setta eretica coi cattolici. Non si dice, nella parte pubblicata, quale ruolo abbiano i papi del momento nell'opera di demolizione della chiesa cattolica, soltanto vi è un accenno ad un papa troppo debole. Questa grande chiesa deviata nella fede perseguiterà la piccola Chiesa autentica di cui faranno parte appena un centinaio di sacerdoti in tutto il mondo. Pensando che i lefebvriani sono circa 500 e ipotizzando che questi abbiano conservato la vera fede cattolica assieme ad altri in buona fede, la mia deduzione dovrebbe essere evidente: col tempo, con la corruzione o l'inganno anche la gran parte di essi si metterà dalla parte sbagliata.
      Queste sono mie opinioni personali, per cui se ne può sempre discutere.

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    6. Grazie Michele delle tue parole elogiative,ma ritengo che Paradosi sia ben più profondo di me e molti altri,tra cui Stef. Gavazzi ben più informati di me sulla dottrina e la storia.

      Anche io ritrovo nelle tue parole le mie opinioni e mi fa piacere che tu sia approdato qui da MIL, come feci io.
      Per ciò che riguarda le nostre sensazioni su chi scrive qui, penso comunque che non suscitino nessuna rivalità, ma sprone a interagire meglio per comunicarci ogni informazione utile per la verità e quindi per la maggior Gloria di Dio che è quel che sta più a cuore in ciascuno di noi.
      Gloria a Dio, al Re dei Re!

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    7. Ti ringrazio molto, Michele,
      della tua interessantissima spiegazione. Personalmente la condivido, e non mi faccio remore a dirlo.
      Mi spiace che tu abbia avuto problemi in MIL(non sei il primo e non sarai l'ultimo), ma sono molto felice che tu sia approdato qui e spero che ti troverai bene...
      Ti do il BENVENUTO, anche a nome di Gianluca (piccolissima redazione: siamo due ;))e a nome degli altri partecipanti al blog.
      :-)

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  13. Prima di tutto noi non facciamo parte della San Pio X ma seguiamo gli insegnamenti di Marcel Lefebvre, quindi se la Fraternità rimarrà fedele a tutto ciò noi la seguiremo, secondo le tue baggianate hanno stancato, terzo continueremo a combattere la tua setta affinchè sparisca dalla faccia della terra con ignominia, al pari dei modernisti delinquesnti della fede. Per ultimo noi confidiamo nel Vero Gesù Cristo non in quello che ti ha presentato quel satanasso del tuo fondatore...

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    1. Bene Gianluca anche S.Paolo voleva far sparire il cristianesimo
      dalla faccia della terra.Ma poi Gesù gli apparve sulla via di Damasco.Grazie per la persecuzione che ci fai ci avvicini a Gesù Cristo.Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi un discepolo non è migliore del maestro.meglio essere perseguitato che perseguitare.Se neanche la FSSPX andrà più bene dove andrai caro fratello?Buona domenica della Divina Misericordia.

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  14. Grazie Gianluca per la tua risposta qui sopra. In fondo speriamo nelle stesse cose.

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  15. Cari Gianluca e Annarita che significa che seguite gli insegnamenti di Lefebrve ma non siete della FSSPX?Se si accorderanno con la Santa Sede voi non sarete d'accordo?E cosa farete allora?Scusate so che sono fatti vostri ma mi piacerebbe che rispondeste.Pare che la FSSPX si accorderà per una prelatura personale.Sarà,se ho capito bene,una specie di movimento tradizionalista che dipenderà direttamente dal Papa.Se si ricompone uno scisma è una cosa positiva non credete?

    Permettemi un consiglio spassionato,se la FSSPX si accorda fareste bene a chiudere questo blog oppure a dargli un senso meno estremista.Non so cosa pensate di fare ma mi permetto di consigliare un cambiamento.

    Pasquale Troisi

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    Risposte
    1. La batte a la suona in tutte le maniere, il Pasquale, affinché il blog si chiuda o stemperi la sua dottrina divenendo così inutile.
      E anche in quanto ha appena scritto si manifesta chiaramente che non ha spirito cattolico. Infatti antempone l'autorità alla verità e alla tradizione.

      Paradosi

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  16. Sig. Pasquale anzitutto è perseguitata la minoranza non la maggioranza non citi le parole di Gesù sono solo a sua condanna, purtroppo noi cattolici oggi siamo la minoranza mentre gli eretici e gli scismatici e gli infedeli, sono molti ma motli di più e lei ne fa parte.
    Vedo che purtroppo lei ignora ancora il significato di molte cose come i termini eretico e scismatico, dovrò fare ancora un post per spiegarle certe cose e come il precedente sarà inutile visto che lei ormai ha la strada segnata per sua scelta.
    CVCRCI

    RispondiElimina
  17. Ah sì...a proposito Pasqualuccio!...
    Vatti a leggere il bellissimo articolo che Stefano ha scritto per te, nel suo blog "MILITIA CHRISTI", così ti chiarisci alcune idee, alla luce della DOTTRINA CATTOLICA:

    http://lux-hominum.blogspot.it/2012/03/chiarimenti-ad-un-neocatecumenale.html

    RispondiElimina
  18. Ma Pasqual-menzogna, che dice di non scrivere più poi prosegue masochisticamente a scrivere qui, capirà quel che legge da Stefano Gavazzi ?[sbagliare il nome di Stefano ,proprio NO! ecco perchè ho eliminato sopra..]
    Vorrei chiedere al Pasqualuccio nostro una valida motivazione del perchè prosegue dopo aver detto che sarebbe sparito dal blog.Attendo risposta esauriente ,non da neocatecumenale ! ;-))

    RispondiElimina

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