MEDITAZIONI SUI SETTE DOLORI DI MARIA SS ADDOLORATA
Tratto da: “MARIA REGINA E MADRE DI MISERICORDIA” - DON GIUSEPPE TOMASELLI
L'ADDOLORATA
Sul
Calvario, mentre si compiva il grande sacrificio di Gesù, si potevano
mirare due vittime: il Figlio, che sacrificava il corpo con la morte, e
la Madre Maria, che sacrificava l'anima con la coíìipassione. Il
Cuore della Vergine era il riflesso dei dolori di Gesù.
D'ordinario
la madre sente le sofferenze dei figli più delle proprie. Quanto
dovette soffrire la Madonna a vedere morire Gesù in Croce! Dice San
Bonaventura che tutte quelle piaghe ch'erano sparse sul corpo di Gesù,
erano nello stesso tempo tutte unite nel Cuore di Maria. - Più si ama
una persona e più si soffre nel vederla soffrire. L'àmore che la Vergine
nutriva per Gesù era smisurato; lo amava di amore soprannaturale come
suo Dio e di amore naturale come suo Figlio; ed avendo un Cuore
delicatissimo, soffrì tanto da meritare il titolo di Addolorata e di
Regina dei Martiri.
Il
Profeta Geremia, tanti secoli prima, la contemplò in visione ai piedi
del Cristo morente e disse: « A che ti paragonerò o a chi ti
somiglierò, figlia di Gerusalemme? ... La tua amarezza infatti è grande
come il mare. Chi ti potrà consolare? » (Geremia, Lam. II, 13). E lo
stesso Profeta pone in bocca alla Vergine Addolorata queste parole: « O
voi tutti che passate per la via, fermatevi e vedete se c'è dolore
simile al mio! » (Geremia, I, 12).
Dice
Sant'Alberto Magno: Come noi ' siamo obbligati a Gesù per la sua
Passione sofferta per nostro amore, così pure siamo obbligati a Maria
per il martirio che ebbe nella morte di Gesù per la nostra eterna
salute. -
La nostra riconoscenza verso la Madonna sia almeno questa: meditare e compatire i suoi dolori.
Gesù
rivelò alla Beata Veronica da Binasco che molto si compiace nel vedere
compatita la Madre sua, perché gli sono care le lacrime che Ella sparse
sul Calvario.
La
stessa Vergine si dolse con Santa Brigida che sono molto pochi coloro
che la compatiscono e la maggior parte dimentica i suoi dolori; onde le
raccomandò tanto di aver memoria delle sue pene.
La Chiesa per onorare l'Addolorata ha istituito una festa liturgica, che ricorre il quindici settembre.
Privatamente
è bene ricordare tutti i giorni i dolori della Madonna. Quanti devoti
dí Maria recitano ogni giorno la corona dell'Addolorata! Questa corona
ha sette poste ed ognuna di queste ha sette grani. Che si allarghi
sempre più la cerchia di coloro che onorano la Vergine Dolente!
E’
una buona pratica la recita quotidiana della preghiera dei Sette
Dolori, che trovasi in tanti libri di devozione, ad esempio, nel «
Massime Eterne ».
Nelle
« Glorie di Maria » Sant'Alfonso scrive: Fu rivelato a Santa
Elisabetta Regina che San Giovanni Evangelista desiderava vedere la
Beata Vergine, dopo essere stata assunta in Cielo. Ebbe, la grazia e gli
apparvero la Madonna e Gesù; in tale occasione intese che Maria domandò
al Figlio qualche grazia speciale per, i,devoti dei suoi dolori. Gesù
promise quattro grazie principali:
1. - Chi invoca la Divina Madre per i suoi dolori, prima della morte meriterà fare vera penitenza di tutti i suoi peccati.
2. - Gesù custodirà questi devoti nelle loro tribolàzioni, specialmente al tempo della morte.
3. - Imprimerà loro la memoria della sua Passione, con grande premio in Cielo.
4.
- Gesù porrà questi devoti in mano di Maria, affinché Ella ne disponga
a suo piacere e loro ottenga tutte le grazie che vuole.
ESEMPIO Un
ricco signore, abbandonata la via del bene, si diede completamente al
vizio. Accecato dalle passioni, fece espressamente un patto con il
demonio, protestando di dargli l'anima dopo la morte. Dopo settant'anni
di vita di peccato giunse al punto della morte.
Gesù,
volendo usargli misericordia, disse a S. Brigida: Va' a dire al tuo
Confessore che corra al letto di questo moribondo; lo esorti a
confessarsi! - Il Sacerdote andò per tre volte e non riuscì a
convertirlo. In fine manifestò il segreto: Non sono venuto da voi
spontaneamente; Gesù stesso mi ha mandato per, mezzo di una santa Suora
e vuole accordarvi il suo perdono. Non resistete più alla grazia di
Dio! -
L'infermo,
sentendo ciò, s'intenerì e ruppe in pianto; poi esclamò: Come posso
essere perdonato dopo avere servito il demonio per settant'anni? I miei
peccati sono gravissimi ed innumerevoli! - Il Sacerdote lo rassicurò,
lo dispose alla Confessione, lo assolvette e gli diede il Viatico. Dopo
sei giorni quel ricco signore moriva.
Gesù,
apparendo a S. Brigida, così le parlò: Quel peccatore è salvo; al
presente è in Purgatorio. Ha avuta la grazia della conversione per
intercessione della mia Vergine Madre, perché, sebbene vivesse nel
vizio, tuttavia conservava la devozione ai suoi dolori; quando
ricordava le sofferenze dell'Addolorata, se ne immedesimava e la
compiangeva. -
Primo dolore: LA PROFEZIA DI SIMEONE
Affinché
la devozione ai dolori di Maria si radichi nel nostro cuore,
consideriamo una ad una le spade che trafissero il Cuore Immacolato
della Vergine.
I
Profeti avevano descritta la vita di Gesù in tutti i particolari,
specialmente iella Passione. La Madonna, che cono;ceva le profezie,
accettando di divenire Madre dell'Uomo dei dolori, sapeva bene a quante
sofferenze- sarebbe andata incontro.
È
cosa provvidenziale non conoscere le croci che Dio ci riserva nel corso
della vita; la nostra debolezza è tale che resterebbe schiacciata al
pensiero di tutte le tribolazioni future. Maria Santissima, affinché
soffrisse e meritasse di più, ebbe una conoscenza dettagliata delle pene
di Gesù, che sarebbero state anche pene sue. Per tutta la vita portò in
pace nel cuore la sua amarezza amarissima.
Presentando
Gesù Bambino al Tempio, senti dirsi dal vecchio Simeone: « Questo
Bambino è posto in segno di contraddizione ... Ed una spada trapasserà
la tua stessa anima » (S. Luca, II, 34).
Ed
invero, il cuore della Vergine senti sempre la trafittura di questa
spada. Amava senza limiti Gesù e si doleva che un giorno sarebbe stato
perseguitato, chiamato bestemmiatore ed indemoniato, sarebbe stato
condannato innocentemente e poi ucciso. Dal suo Cuore materno non si
allontanava tale visione dolorosa e poteva dire: Il mio- diletto Gesù è
per me un mazzetto di mirra! -
Scrive
il Padre Engelgrave essere stata rilevata a Santa Brigida questa
sofferenza. La Vergine disse: Nutrendo il mio Gesù, io pensavo al fiele
ed all'aceto che i nemici gli avrebbero dato sul Calvario; rivolgendolo
nelle fasce, il mio pensiero andava alle corde, con le quali sarebbe
stato legato come un malfattore; quando lo contemplavo addormentato, me
lo figuravo morto; quando miravo quelle sue sacre mani ed i piedi,
pensavo ai chiodi che l'avrebbero trafitto ed ' allora i miei occhi si
riempivano di lacrime ed il mio Cuore era straziato dal dolore. -
Anche
noi abbiamo ed avremo nella vita la nostra tribolazione; non sarà la
spada acuta della Madonna, ma certo per ogni anima la propria croce è
sempre pesante. Imitiamo nella sofferenza la Vergine e portiamo in pace
la nostra amarezza.
A
che giova dirsi devoti della Madonna, se nel dolore non ci si sforza a
rassegnarsi ai voleri di Dio? Non si dica mai quando si soffre: Questa
sofferenza e troppa; supera le mie forze! - Il dire così è una mancanza
di fiducia in Dio ed un affronto alla sua bontà e sapienza infinita.
Gli
uomini conoscono i pesi che i loro giumenti possono portare e non danno
ad essi un peso più forte, per non aggravarli. Il vasaio sa quanto
tempo la sua creta deve rimanere nel forno, per essere cotta al grado di
calore che la renda pronta agli usi; non ve la lascia né più né meno.
Bisogna
non aver riflettuto mai per osare dire che Dio, Sapienza infinita e che
ama di amore infinito, possa caricare le spalle delle sue creature di
un fardello troppo pesante e possa lasciare più a lungo di quanto
occorra nel fuoco della tribolazione.
ESEMPIO
Nelle Lettere Annuali della Compagnia di Gesù si legge un episodio,
avvenuto ad un giovane indiano. Questi aveva abbracciata la Fede
Cattolica e viveva da buon cristiano. Un giorno fu preso da forte
tentazione; non pregò, non rifletté al male che stava per compiere; la
passione lo aveva accecato.
Decise
di uscire da casa per commettere un peccato. Mentre si avviava
all'uscio, udì queste parole: - Fermati! ... Dove vai? -
Si
voltò e vide un prodigio: l'immagine della Vergine Addolorata, ch'era
alla parete, si animò. La Madonna staccò dal suo petto la piccola spada
e riprese a dire: Su, prendi questa spada e ferisci me, anziché il
Figlio mio, col peccato che vuoi commettere! -
Il giovane, tremante, si prostrò a terra e con vera contrizione chiese perdono, piangendo dirottamente.
Secondo dolore: LA FUGA IN EGITTO
I
Magi, avvisati dall'Angelo, ritornarono alla propria patria, non
ripassando da Erode. Questi, irato per essere stato deluso e temendo che
il nato Messia un giorno gli avrebbe tolto il trono, stabili di
uccidere tutti i bambini di Betlem e dei dintorni, dai due anni in giù,
nella stolta speranza di coinvolgere nella strage anche Gesù.
Ma
l'Angelo del Signore apparve nel sonno a Giuseppe e gli disse: Alzati,
prendi il Bambino e la Madre sua e fuggi in Egitto; starai lì finché io
te lo dica. Infatti manca poco che Erode cerchi il Bambino per
ucciderlo. - Giuseppe si alzò, prese il Bambino e la Madre sua di
nottetempo e si recò in Egitto; quivi rimase sino alla morte di Erode,
affinché si adempisse quanto era stato detto dal Signore per mezzo del
Profeta: « Ho chiamato dall'Egitto il mio Figliuolo » (San Matteo, II,
13).
In
questo episodio della vita di Gesù consideriamo il dolore provato dalla
Madonna. Quale angoscia per una madre il sapere che il proprio figlio è
cercato a morte, senza motivo, da un uomo forte e prepotente! Deve
fuggire subito, di notte, nella stagione invernale, per recarsi in
Egitto, circa 400 miglia distante! Abbracciare i disagi di un lungo
viaggio, per le vie incomode ed attraverso il deserto! Andare ad
abitare, priva di mezzi, in paese sconosciuto, ignara della lingua e
senza conforto dei parenti!
La
Madonna non disse parola di lamento, né contro Erode né verso la
Provvidenza, che tutto disponeva. Avrà richiamato alla mente la
parola, di Simeone: Una spada trapasserà la tua stessa anima! -
È
provvidenziale ed umano l'ambientarsi. Dopo parecchi anni di dimora in
Egitto, la Madonna, Gesù e San Giuseppe si erano acclimatati. Ma
l'Angelo ordinò di ritornare in Palestina. Senza addurre pretesti,
Maria riprese il viaggio del ritorno, adorando i disegni di Dio.
Quale lezione devono apprendere i devoti di Maria!
La
vita è un intreccio di contrattempi e di disillusioni. Senza la luce
della fede, potrebbe avere il sopravvento lo scoraggiamento. È
necessario mirare gli avvenimenti sociali, familiari ed individuali,
con gli occhiali celesti, cioè vedere in ogni cosa il lavoro della
Provvidenza, che tutto dispone per il maggior bene delle creature. I
disegni di Dio non si possono scrutare, ma con l'andar del tempo, se si
riflette, ci si convince della bontà di Dio nell'aver permessa quella
croce, quell'umiliazione, quella incomprensione, nell'avere impedito
quel passo e nell'averci posto in circostanze impreviste.
In
ogni contrarietà procuriamo di non perdere la pazienza e la fiducia in
Dio e in Maria Santissima. Uniformiamoci ai voleri di Dio, dicendo
umilmente: Signore, sia fatta la tua volontà!
ESEMPIO Si
narra nelle Cronache Francescane che due Religiosi dell'Ordine, amanti
della Madonna, si misero in viaggio per visitare un santuario. Pieni
di fede, avevano fatto molto cammino ed infine s'inoltrarono in un
fitto bosco. Speravano poterlo presto attraversare, ma non vi
riuscirono, essendo venuta la notte. Presi da sgomento, si
raccomandarono a Dio e alla Madonna; compresero che la volontà divina
permetteva quel contrattempo.
Ma
la Vergine Santissima veglia sui suoi figliuoli tribolati e viene a
soccorrerli; meritarono questo soccorso quei due Frati, che si
trovavano nell'imbarazzo.
I
due sperduti camminando ancora, s'imbatterono in una casa; s'accorsero
ch'era una nobile abitazione. Chiesero ospitalità per la notte.
I
due servitori, che aprirono l'uscio, accompagnarono i Frati dalla
padrona. La nobile matrona chiese: Come vi trovate in questo bosco? -
Siamo in pellegrinaggio ad un santuario della Madonna; ci siamo per
caso sperduti.
- Dato che è così, passerete la notte in questo palazzo; domani, ' quando partirete, vi darò una lettera che potrà giovarvi. -
Il
mattino seguente, ricevuta la lettera, i Frati ripresero il cammino.
Allontanatisi un po' dall'abitazione, osservarono la letterà e si
meravigliarono a non vedervi l'indirizzo; nel frattempo, guardando
all'intorno, si accorsero che l'abitazione della matrona non c'era più;
era
sparita
ed al suo posto c'erano gli alberi. Aperta la lettera, vi trovarono un
foglio, firmato dalla Madonna. Lo scritto diceva: Colei che vi ha
ospitato è la vostra Madre Celeste. Ho voluto ricompensarvi del vostro
sacrificio, perché vi siete messi in viaggio per amor mio. Continuate a
servirmi e ad amarmi. Vi aiuterò in vita ed in morte. -
Dopo questo fatto, si può immaginare con quanto ardore quei due Frati onorassero la Madonna per tutta la vita.
Iddio permise quello smarrimento nel bosco, affinché quei due potessero provare la bontà e la delicatezza della Madonna.
Terzo dolore: SMARRIMENTO DI GESÙ
Avvenne
che Gesù, all'età di dodici anni, essendo andato con Maria e Giuseppe a
Gerusalemme secondo la consuetudine della festa ed essendo finiti i
giorni della festa, rimase in Gerusalemme e non se ne accorsero i suoi
parenti. Credendo che Egli fosse nella comitiva dei pellegrini, fecero
un giorno di cammino e lo cercarono tra gli amici e i conoscenti. E non
avendolo trovato, ritornarono a Gerusalemme per cercarlo. Dopo tre
giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai Dottori, mentre li
ascoltava e li interrogava. Quelli che ascoltavano, si stupivano della
sua prudenza e delle sue risposte. Maria e Giuseppe, vedendolo, si
meravigliarono; e la Madre gli disse: « Figlio, perché ci hai fatto
questo? Ecco tuo padre ed io, addolorati, ti abbiamo cercato! - E Gesù
rispose: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo trovarmi in
quelle cose che riguardano il Padre mio? - Ed essi non compresero il
significato di queste parole. E discese Gesù con loro e venne a Nazaret;
e stava soggetto ad essi. E la Madre sua conservava tutte queste
parole nel suo cuore (S. Luca, II, 42).
Il
dolore che provò la Madonna nello smarrimento di Gesù, fu tra i più
acerbi della sua vita. Più prezioso è il tesoro che si perde, più dolore
si ha. E quale tesoro più prezioso per una madre che il proprio figlio?
Il dolore è in rapporto all'amore; quindi Maria, che viveva solo
dell'amore di Gesù, dovette sentire in modo straordinario la puntura
della spada nel suo cuore.
La
Madonna in tutte le pene conservò il silenzio; mai una parola di
lamento. Ma in questo dolore esclamò: Figlio, perché ci hai fatto
questo? - Di certo non intendeva rimproverare Gesù, ma fare un'amorosa
lagnanza, non conoscendo lo scopo di quanto era avvenuto.
Ciò
che soffrì la Vergine in quei tre lunghi giorni di ricerca, non
possiamo comprenderlo appieno. Nelle, altre pene aveva la presenza di
Gesù; nello smarrimento mancava tale presenza. Dice 0rigène che forse
il dolore di Maria fu intensificato da questo pensiero: Che Gesù si sia
smarrito per colpa mia? - Non c'è maggior pena per un'anima amante che
il timore d'avere disgustata la persona amata.
Il
Signore ci ha dato la Madonna come modello di perfezione e ha voluto
che soffrisse, e moltissimo, per farci comprendere che la sofferenza è
necessaria ed apportatrice di beni spirituali la la pazienza è
indispensabile per segui e Gesù che porta la Croce.
L'angoscia
di Maria ci dà degli insegnamenti per la vita spirituale. Gesù ha una
moltitudine di anime che lo amano davvero, servendolo con fedeltà e non
avendo altro di mira che fargli piacere. Di tanto in tanto Gesù si
nasconde a loro, cioè non fa sentire la sua presenza, e le lascia
nell'aridità spirituale. Spesso queste anime si turbano, non sentendo
il primitivo fervore; credono che le preghiere recitate senza gusto non
siano gradite a Dio; pensano che sia un male il fare il bene senza
slancio, anzi con ripugnanza; in balia delle tentazioni, ma sempre con
la forza di resistere, temono di non piacere più a Gesù.
Costoro
si sbagliano! Gesù permette l'aridità anche alle anime più elette,
affinché si distacchino dai gusti sensibili ed affinché abbiano a
soffrire molto. Invero l'aridità è per le anime amanti una dura prova,
spesso un'angosciosa agonia, pallidissima immagine di quella provata
dalla Madonna nello smarrire Gesù.
A
chi è tribolato in questo modo, si raccomanda: la pazienza, aspettando
l'ora della luce; la costanza, non tralasciando alcuna preghiera od
opera buona, superando la noia o l'abbattimento; dire spesso: Gesù, ti
offro la mia angoscia, in unione a quella che tu provasti nel Getsemani
e che la Madonna provò nel tuo smarrimento! -
ESEMPIO
Il Padre Engelgrave narra che una povera anima era angosciata per
afflizioni di spirito; per quanto bene facesse, credeva di non piacere a
Dio, anzi di disgustarlo. ,
Era
devota della Madonna Addolorata; a Lei pensava spesso nelle sue pene e
contemplandola nei suoi dolori ne riceveva conforto.
Ammalatasi
gravemente, il demonio approfittò per tormentarla di più con i soliti
timori. La Madre pietosa venne in aiuto della sua devota e le apparve
per assicurarla che il suo stato spirituale non dispiaceva a Dio. Così
le disse: Perché temi i giudizi di Dio e ti rattristi? Tu tante volte mi
hai consolata, compatendo i miei dolori! Sappi che è proprio Gesù che
mi manda a te per darti sollievo. Consolati e vieni con me in Paradiso! -
Piena di confidenza, quell'anima devota dell'Addolorata, spirò.
Quarto dolore: INCONTRO CON GESÙ
Gesù
prediceva agli Apostoli i dolori che l'attendevano nella Passione, per
disporli alla grande prova: « Ecco, ascendiamo a Gerusalemme ed il
Figlio dell'uomo sarà consegnato ai principi dei Sacerdoti e degli
Scribi e lo condanneranno a morte. E lo daranno in mano ai gentili per
essere deriso, flagellato e crocifisso, ed, il terzo giorno risorgerà »
(S. Matteo, XX, 18).
Se
Gesù disse questo più volte agli Apostoli, di certo lo disse anche alla
Madre sua, alla quale nulla nascondeva. Maria Santissima conosceva
attraverso le Sacre Scritture quale sarebbe stata la fine del suo Divin
Figlio; ma sentendo la storia della Passione dalle labbra stesse di
Gesù, il suo Cuore sanguinava.
Rivelò
la Beata Vergine a Santa Brigida, che quando si avvicinava il tempo
della Passione di Gesù, i suoi occhi materni stavano sempre pieni di
lacrime ed un sudore freddo le scorreva per le membra, prevedendo quel
vicino spettacolo di sangue.
Quando
cominciò la Passione, la Madonna era a Gerusalemme. Non assistette
alla cattura nell'orto del Getsemani e neppure alle scene umilianti del
Sinedrio. Tutto questo era avvenuto di nottetempo. Ma fatto giorno,
quando Gesù fu condotto da Pilato, la Madonna potè essere presente ed
ebbe sotto il suo sguardo Gesù flagellato a sangue, vestito da pazzo,
coronato di spine, sputato, schiaffeggiato e bestemmiato, ed in fine
ascoltò la sentenza di morte. Quale madre avrebbe potuto resistere a
tanto strazio? La Madonna non mori per la fortezza straordinaria di cui
era dotata e perché Dio la riservava a maggiori dolori sul Calvario.
Quando
il doloroso corteo si mosse dal Pretorio per andare al Calvario, Maria,
accompagnata da San Giovanni, vi andò ed attraversando una strada più
breve, si fermò per incontrarsi con l'afflitto Gesù, che di lì sarebbe
passato.
Era conosciuta dai Giudei e chi sa quante parole ingiuriose abbia udito contro il Divin Figlio e contro di Lei!
Secondo
l'uso del tempo, il passaggio del condannato a morte era annunziato da
un mesto suono di tromba; precedevano quelli che portavano gli
strumenti della crocifissione. La Madonna con lo schianto nel Cuore
udiva, mirava e lacrimava. Quale non fu il suo dolore quando vide
passare Gesù carico della croce! Il volto insanguinato, la testa
ricoperta di spine, il passo vacillante! - Le ferite e le lividure lo
facevano sembrare un lebbroso, quasi da non riconoscersi (Isaia, LITI).
Dice Sant'Anselmo che Maria avrebbe
voluto
abbracciare Gesù, ma non le fu concesso; si contentò di guardarlo. Gli
occhi della Madre s'incontrarono con quelli del Figlio; non una parola.
Che cosa sarà passato in . quell'istante tra il Cuore di Gesù ed il
Cuore della Madonna? Non può esprimersi. Sentimenti di tenerezza, di
compassione, d'incoraggiamento; visione dei peccati dell'umanità da
riparare, adorazione della volontà del Divin Padre! ...
Gesù
continuò la via con la croce sulle spalle e Maria lo seguiva con la
croce nel Cuore, diretti tutti e due al Calvario per immolarsi a bene
dell'umanità ingrata.
«
Chi vuol venire dietro a me, aveva detto un giorno Gesù, rinneghi se
stesso, prenda la sua croce e mi segua! » (San Matteo, XVI, 24). Anche a
noi ripete le stesse parole! Prendiamo la croce che Dio ci assegna
nella vita: o povertà o malattia o incomprensione; portiamola con
merito e seguiamo Gesù con gli stessi sentimenti con cui lo seguiva la
Madonna nella via dolorosa. Dopo la croce c'è la gloriosa risurrezione;
dopo il patire di questa vita c'è il gaudio eterno.
ESEMPIO
Nel dolore si aprono gli occhi, si vede la luce, si mira al Cielo. Un
militare, dedito ad ogni sorta di piaceri, non pensava a Dio. Sentiva
il vuoto nel cuore e cercava di riempirlo con gli svaghi che gli
permetteva la vita militare. Così continuò, finché gli sopraggiunse una
grande croce.
Preso
dai nemici, fu chiuso in una torre. Nella solitudine, nella privazione
dei piaceri, rientrò in se stesso e si accorse che la vita non è un
giardino di rose, ma un intreccio di spine, con qualche rosa. Gli
tornarono alla mente i buoni ricordi dell'infanzia e cominciò a meditare
la Passione di, Gesù ed i dolori della Madonna. La luce divina
rischiarò quella mente ottenebrata.
Il
giovane ebbe la visione delle sue colpe, avverti la sua debolezza per
troncare ogni peccato ed allora ricorse per aiuto alla Vergine. La
forza gli venne; non solo potè evitare il peccato, ma si diede ad una
vita di densa preghiera e di aspra penitenza. Gesù e la Madonna
rimasero così lieti di questo cambiamento, che confortarono il loro
figliuolo con delle apparizioni ed una volta gli fecero vedere il
Paradiso ed il posto che gli era preparato.
Quando
fu liberato dalla prigionia, abbandonò la vita del mondo, si consacrò a
Dio e divenne fondatore di un Ordine Religioso, detto dei Padri
Somaschi. Morì santamente ed oggi la Chiesa lo venera sugli Altari,
San Girolamo Emiliani.
Se non avesse avuto la croce della prigionia, forse quel militare non si sarebbe santificato.
Quinto dolore: MORTE DI GESÙ
Ad
assistere alla morte di qualcuno, anche estraneo, si provano sentimenti
dolorosi. E che cosa prova una madre quando è presso il letto del
figlio moribondo? Vorrebbe poter lenire tutte le pene dell'agonia e
darebbe la vita per procurare dei conforti al figlio morente.
Contempliamo
la Madonna ai piedi iella Croce, ove agonizzava Gesù! La pietosa Madre
aveva assistito alla barbara scena della crocifissione; aveva mirato i
soldati che toglievano la veste a Gesù; aveva visto il vaso di fiele e
di mirra appressarsi alle sue labbra; aveva visto penetrare i chiodi
nelle mani e nei piedi del suo diletto; ed eccola ora ai piedi della
Croce ed assistere alle ultime ore di agonia!
Un
figlio innocente, che agonizza in un mare di tormenti ... la Madre
vicina e le viene proibito di dargli il minimo sollievo. La terribile
arsura fece dire a Gesù: Ho sete! - Chiunque corre a cercare un sorso
d'acqua per un moribondo; alla Madonna fu vietato fare ciò. San
Vincenzo Ferreri commentava: Maria avrebbe potuto dire: Non ho da darti
che lacrime! -
L'Addolorata
teneva fisso lo sguardo sul Figlio pendente dalla Croce e ne seguiva i
movimenti. Vedere le mani forate e sanguinanti, contemplare quei
piedi del Figlio di Dio largamente piagati, osservare la stanchezza
delle membra,
senza
poter menomamente aiutarlo. Oh che spada al Cuore della Madonna! E fra
tanto dolore era costretta a sentire gli scherni e le bestemmie che
soldati e Giudei lanciavano al Crocifisso. O Donna, grande è il tuo
dolore! Acutissima è la spada che trapassa il tuo Cuore!
Gesù
soffriva oltre ogni credere; la presenza della Madre sua, così immersa
nel dolore, aumentava la pena del suo delicato Cuore. Si avvicina la
fine. Esclamò Gesù: Tutto è compiuto! -- Un tremito pervase il suo
corpo, abbassò il capo e spirò.
Maria se ne accorse; non disse parola, ma costernata all'estremo limite, uni il suo olocausto a quello del Figlio.
Consideriamo,
anime pietose, il perché delle sofferenze di Gesù e di Maria: la
Divina Giustizia, oltraggiata dal peccato, da riparare.
Solo
il peccato fu la causa di tanti dolori. O peccatori, che con tanta
facilità commettete la grave colpa, ricordate il male che fate col
calpestare la legge di Dio! Quell'odio che nutrite in cuore, quelle
cattive soddisfazioni che accordate al corpo, quelle gravi ingiustizie
che fate al prossimo ... ritornano a crocifiggere nell'anima vostra il
Figlio di Dio e 'trapassano, quale spada, il Cuore Immacolato di
Maria!
Come
puoi, o anima peccatrice, dopo aver commesso un peccato mortale,
restare indifferente e scherzare e riposare come se nulla avessi
fatto? ... Piangi ai piedi della Croce le tue colpe; supplica la Vergine
che lavi con le sue lacrime le tue impurità. Prometti, se viene Satana a
tentarti, di richiamare alla mente lo strazio della Madonna sul
calvario. Quando le passioni vorrebbero trascinarti al male, pensa: Se
cedo alla tentazione, sono figlio indegno di Maria e rendo inutili per
me tutti i suoi dolori! ... La morte, ma non peccati! -
ESEMP1O Il
Padre Roviglione della Compagnia di Gesù narra che un giované aveva
contratta la buona abitudine di visitare ogni giorno un'immagine di
Maria Addolorata. Non si contentava di pregare, ma contemplava con
compunzione la Vergine, raffigurata con sette spade nel Cuore.
Avvenne
che una notte, non resistendo agli assalti della passione, cadde in
peccato mortale. Capì di aver fatto male e si riprometteva di andare in
seguito a confessarsi.
L'indomani
mattina, al solito, andò a visitare l'immagine dell'Addolorata. Con sua
sorpresa vide che nel petto della Madonna erano conficcate otto spade.
-
Come mai, pensò, questa novità? Sino a ieri le spade erano sette. - Udì
allora una voce, che certamente veniva dalla Madonna: Il grave peccato
che questa notte hai commesso, ha aggiunto una nuova spada a questo
Cuore di Madre. -
Il giovane s'intenerì, comprese il suo misero stato e senza porre tempo in mezzo andò a confessarsi. Per intercessione
della Vergine Addolorata riacquistò l'amicizia di Dio.
Sesto dolore: LANCIATA E DEPOSIZIONE
Gesù era morto, erano finite le sue sofferenze, ma non erano finite per la Madonna; ancora una spada doveva trafiggerla.
Affinché
non fosse turbata la gioia del seguente sabato pasquale, i Giudei
deponevano dalla croce i condannati; se ancora non erano morti, li
uccidevano rompendo loro le ossa.
La
morte di Gesù era certa; tuttavia uno dei soldati si avvicinò alla
Croce, diede un colpo di lancia e apri il costato al Redentore; ne usci
sangue ed acqua.
Questa
lanciata fu per Gesù un oltraggio, per la Vergine un nuovo dolore. Se
una madre vedesse infiggere un coltello nel petto del figlio morto,
cosa proverebbe nell'animo? ... La Madonna contemplò quell'atto
spietato e senti trapassare dalla stessa lancia il suo Cuore. Altre
lacrime sgorgarono dai suoi occhi. Anime pietose s'interessarono per
avere da Pilato il permesso di seppellire il corpo di Gesù. Con grande
rispetto il Redentore fu deposto dalla Croce. La Madonna ebbe tra le
braccia il corpo del Figlio. Seduta ai piedi della Croce, col Cuore
spezzato dal dolore, contemplò quelle sacre membra insanguinate. Rivide
nella mente il suo Gesù, tenero bambino vezzoso, quando lo copriva di
baci; lo rivide grazioso adolescente, quando incantava con la sua
attrattiva, essendo il più bello dei figli degli uomini; ed ora lo
mirava esanime, in uno stato da far pietà. Guardò la corona di spine
intrisa di sangue e quei chiodi, strumenti della Passione, e si fermò a
contemplare le ferite!
Vergine
Sacrosanta, tu hai dato al mondo il tuo Gesù per la salvezza degli
uomini e guarda come ora gli uomini te lo rendono! Quelle mani che hanno
benedetto e beneficato, l'ingratitudine umana le ha forate. Quei
piedi che sono andati in giro per evangelizzare sono piagati! Quel
volto, che gli Angeli mirano con devozione, gli uomini lo hanno ridotto
irriconoscibile!
O
devoti di Maria, perché non sia vana la considerazione del grande
dolore della Vergine ai piedi della Croce, prendiamo qualche frutto
pratico.
Quando
i nostri occhi si posano sul Crocifisso o sull'immagine della Madonna,
rientriamo in noi stessi e riflettiamo: Io con i miei peccati ho aperto
le ferite nel corpo di Gesù ed ho fatto lacrimare e sanguinare il Cuore
di Maria!
Mettiamo
nella ferita del Costato di Gesù le nostre colpe, specialmente le più
gravi. Il Cuore di Gesù è aperto, affinché tutti vi possano entrare;
però vi si entra per mezzo di Maria. La preghiera della Vergine è
efficacissima; tutti i peccatori possono goderne i frutti.
La
Madonna implorò sul Calvario la divina misericordia per il buon ladrone
e gli ottenne la grazia di andare quel giorno stesso in Paradiso.
Nessun'anima dubiti della bontà di Gesù e della Madonna, ancorché fosse carica dei più enormi peccati.
ESEMPIO Narra
il Discepolo, valente scrittore sacro, che vi era un peccatore, il
quale tra le altre colpe aveva anche quella di avere ucciso il padre e
il fratello. Per sfuggire alla giustizia andava ramingo.
Un
giorno di quaresima entrò in una Chiesa, mentre il predicatore parlava
della misericordia di Dio. Il suo cuore si aprì alla fiducia, decise di
confessarsi e, finita la predica, disse al predicatore: Voglio
confessarmi con voi! Ho dei delitti nell'anima! -
Il
Sacerdote lo invitò ad andare a pregare all'Altare della Madonna
Addolorata: Domandate alla Vergine il vero dolore dei vostri peccati! -
Il
peccatore, inginocchiato davanti all'immagine dell'Addolorata, pregò
con fede e ricevette tanta luce, per cui capi la gravezza delle sue
colpe, le molte offese recate a Dio ed alla Madonna Addolorata e fu
preso da tale dolore che mori ai piedi dell'Altare.
Il
giorno seguente il Sacerdote predicatore raccomandò al popolo che si
pregasse per l'infelice ch'era morto in Chiesa; mentre diceva ciò,
apparve nel Tempio una bianca colomba, da cui si vide cadere una
cartella davanti ai piedi del Sacerdote. Questi la prese e vi lesse:
L'anima del morto appena uscita dal corpo, è andata in Paradiso. E tu
continua a predicare l'infinita misericordia di Dio! -
Settimo dolore: SEPOLTURA DI GESÙ
Giuseppe
d'Arimatea, nobile decurione, volle avere l'onore di dare la
sepoltura al corpo di Gesù e diede un sepolcro nuovo, scavato nella
viva pietra, poco distante dal posto ove il Signore era stato
crocifisso. Comprò una sindone per avvolgervi le sacre membra.
Gesù
morto fu trasportato con massimo rispetto alla sepoltura; si formò un
mesto corteo: alcuni discepoli portavano il cadavere, le pie donne
seguivano commosse e tra loro stava la Vergine Addolorata; anche gli
Angeli invisibilmente facevano corona.
Il
cadavere fu deposto nel sepolcro e, prima di essere avvolto nella
sindone e legato con le bende, Maria diede l'ultimo sguardo al suo Gesù.
Oh, come avrebbe voluto la Madonna restare sepolta col Divin Figlio,
pur di non abbandonarlo!
Si
avanzava la sera ed era necessario lasciare il sepolcro. Dice San
Bonaventura che Maria al ritorno passò da quel posto ov'era ancora
innalzata la Croce; la rimirò con affetto e dolore e baciò quel Sangue
del Divin Figlio, che la imporporava.
L'Addolorata
ritornò a casa con Giovanni, l'Apostolo prediletto. Andava così
afflitta e mesta questa povera Madre, dice San Bernardo, che per dove
passava muoveva al pianto.
Straziante
è ' la prima notte per una madre che perde il figlio; l'oscurità ed il
silenzio portano alla riflessione ed al risveglio dei ricordi.
In
quella notte, dice Sant'Alfonso, la Madonna non poteva riposare e le
terrificanti scene della giornata le rivivevano nella mente. In tanta
ambascia era sostenuta dall'uniformità ai voleri di Dio e dalla ferma
speranza della vicina risurrezione.
Consideriamo
che anche per noi verrà la morte; saremo messi in un sepolcro e lì
attenderemo l'universale risurrezione. Il pensiero che il nostro corpo
dovrà gloriosamente risorgere, ci sia di luce nella vita, di conforto
nelle prove e ci sostenga in punto di morte.
Consideriamo
inoltre che la Madonna, allontanandosi dal sepolcro, lasciò il Cuore
sepolto con quello di Gesù. Anche noi seppelliamo il nostro cuore, con i
suoi affetti, nel Cuore di Gesù. Vivere e morire in Gesù; essere
seppelliti con Gesù, per risorgere con Lui.
Il
sepolcro che conservò per tre giorni il Corpo di Gesù, è simbolo del
nostro cuore che conserva Gesù vivo e vero con la Santa Comunione.
Questo pensiero è richiamato nell'ultima stazione della Via Crucis,
quando si dice: O Gesù, fate che io vi possa ricevere degnamente nella
Santa Comunione! -
Abbiamo meditato i sette dolori di Maria. Il ricordo di quello che soffri la Madonna per noi, ci sia sempre presente.
Desidera
la nostra Celeste Madre che i Figli non dimentichino le sue lacrime.
Nel 1259 apparve a sette suoi devoti, che poi furono i fondatori della
Congregazione dei Servi di Maria; presentò loro una veste di colore
nero, dicendo che se volevano farle piacere, meditassero spesso i suoi
dolori e in memoria di essi portassero come abito quella veste nera.
O Vergine Addolorata, imprimete nel nostro cuore e nella nostra mente la memoria della Passione di Gesù e dei vostri dolori!
ESEMPIO Il periodo della gioventù è assai pericoloso per la purezza; se non si domina
il cuore, può giungersi sino all'aberrazione nella via del male.
Un
giovane di Perugia, ardendo di amore illecito e non riuscendo nel suo
pessimo intento, invocò il demonio per essere aiutato. Il nemico
infernale si presentò in forma sensibile.
- Io ti prometto di darti l'anima mia, se tu mi aiuterai a commettere un peccato!
- Sei disposto a scrivere la promessa?
-
Sì; e la firmerò col mio sangue! - L'infelice giovane riuscì a
commettere il peccato. Subito dopo il demonio lo condusse vicino ad un
pozzo; gli disse: Mantieni ora la tua promessa! Gettati in questo pozzo;
se non lo farai, ti porterò all'inferno in anima e corpo! -
Il
giovane, credendo di non potere più liberarsi dalle mani del maligno,
non avendo il coraggio di precipitarsi, soggiunse: Dammi tu stesso la
spinta; io non oso gettarmi! -
La
Madonna venne in aiuto. Il gíovane teneva al collo l'abitino
dell'Addolorata; da tempo lo portava. Il demonio soggiunse: Togli prima
dal collo quell'abitino, altrimenti non posso A arti la spinta! -
Il
peccatore comprese a queste parole l'inferiorità di Satana davanti alla
potenza della Vergine e gridando invocò l'Addolorata. Il demonio,
arrabbiato a vedersi sfuggire la preda, protestò, cercò d'intimorire con
minacce, ma alla fine parti sconfitto.
Il
povero traviato, grato alla Madre Addolorata, andò a ringraziarla e,
pentito dei suoi peccati, volle sospenderne anche un voto, espresso in
un quadro al suo Altare nella Chiesa di S. Maria La Nuova, in Perugia.
TG1 (ore 20,10): "Oggi venerdì santo, il papa ha baciato la croce".
RispondiEliminaSubito dopo il commento del cronista, la telecamera riprende l'anziano prelato e fa un primo piano del suo viso.
Il papa sfiora con il naso un chiodo della croce, tenendo le labbra ben scostate e chiuse e, immediatamente, si allontana.
Scusate, ma questo particolare mi ha proprio colpito e non lo ritengo affatto casuale.
Quest'uomo non bacia la croce!
Un uomo medioevale sarebbe rimasto fortemente colpito ma, anche oggi, non può non fare riflettere chi ha una certa sensibilità di fede.
Solo gli indifferenti e i "paperi di regime" potrebbero riderci su.
Il bacio è partecipazione, comunione, adesione. Il non bacio è il suo esatto contrario.
Oggi, con l'eco internazionale che hanno certi segni, ingigantiti pure dai mezzi di comunicazione, una tale omissione è molto impressionante ed è sicuramente uno schiaffo alla calorosità di un credente.
Quell'uomo deve ritirarsi, personalmente sono arcistufo delle sue affermazioni e delle sue contemporanee negazioni (verbali o no che siano).
Paradosi
Quel che racconti di aver visto in tv, è GRAVISSIMO ed indicativo di tante cose.
RispondiEliminaIndica...non oso dirlo, ma la parola falsità mi viene da dentro; spero di sbagliarmi.
Meno male che è visto come un "papa liturgista". Un liturgista sa il valore dei gesti. E' vero che in un certo mondo cattolico, baciare è divenuto sinonimo di sfiorare ma, in questo caso, si tratta di una deviazione dal significato originale.
RispondiEliminaIl bacio comporta l'adesione delle labbra sull'oggetto di devozione, altrimenti bacio non è ma simulazione.
Ora che lo faccia un fedele ignorante è pur sempre possibile. Che lo faccia un papa, definito "liturgista", è solo una pessima scuola. Una in più, d'altronde.
E, notasi!, questo è il papa che ha liberalizzato il rito antico, quello pieno di baci devozionali, per intenderci.
La destra proprio non sa cosa fa la sinistra!
Paradosi
Stavolta dissento, in amicizia, da quello che ha affermato Paradosi.
RispondiEliminaSono andato a vedere le immagini: il Papa semplicemente non è arrivato alla Croce, troppo alta, e non aveva nemmeno le labbra ben scostate o chiuse...anzi erano a forma di bacio, pronte e con l'intenzione di dare il bacio...ma non è arrivato.
Quella croce è troppo alta, e non è la prima volta che il Papa rischia di "cappottarsi" per innalzarsi fino a Gesù con tutta la croce.
ecco il link del tg 1 di ieri sera
http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/edizioni/ContentSet-9b6e0cba-4bef-4aef-8cf0-9f7f665b7dfb-tg1.html?refresh_ce
Aggiungo anche che la Via Crucis di ieri sera mi è piaciuta parecchio.
Spero e prego perchè la barca di Cristo torni ad essere quella di un tempo, e che innanzi alla schifezze dei "vescovi" tedeschi e alla risposta del Papa ci sia un' ulteriore apertura alla Fratenità.
Preghiamo uniti insieme per questo.
Auguri a tutti di una Santa Pasqua!
Auguri di una Santa Pasqua, Ghergon,
Eliminaanche a te e famiglia
:))
Grazie Anna Rita, un caro augurio di una Santa Pasqua a te e a Gianluca...e al mitico Non Possumus! :)
EliminaGiorgio e Patrizia
Temo che,magari con le "pedate" mentali ricevute, papa Ratzinger arrivi ,forse, a ricredersi su certe posizioni, ma credo arriverà tardi, come già è adesso e di cui sembra rendersi conto "la situazione è drammatica".
RispondiEliminaMa ancora adesso cita ostinatamente i benefici del Concilio e le parole del predecessore come uniche su ogni argomento.
Sembra una cecità incomparabile!
Riguardo al "bacio": possibile ,dunque, che gli creino delle situazioni insostenibile e buffe? Ma il cerimoniere che fa? Ma chi lo ha nominato?
Penso che nella condizione libera nella quale siamo un poco tutti qui, riusciamo a cogliere cose che, nella media, i conciliari non colgono.
RispondiEliminaQuando si è immersi in un sistema mentale difficilmente si riesce a prescinderne. Detto questo spiego, in parte, l'atteggiamento papale ma non lo scuso.
I presupposti vaticansecondisti sono come una strada scivolosa e inclinata: vanno tutti rivisti.
I preti austriaci, in fondo, si muovono sui presupposti di apertura al mondo e di dialogo tipici del vaticano II. Stessi presupposti muovono anche papa Ratzinger, non a caso ha fatto la riunione di Assisi. Egli da un lato denuncia il male (la ribellione dei preti austriaci) ma dall'altro ne è impelagato (ne condide i presupposti; stesso stile di Paolo VI).
Riguardo al bacio, questo di fatto non c'è stato. I cerimonieri non si vanno certo a preoccupare che il papa possa baciare la croce, dal momento che il bacio (come tanti altri segni nella liturgia post-vaticano II) hanno un significato assai relativo e in diversi casi vengono proprio omessi.
Cmq ho osservato attentamente in tv il momento in cui il papa "baciava" la croce e quello che ho visto era proprio un "non bacio", come di fatto è stato.
Paradosi