La Messa di San Martino di Tours (+397)
Editoriale di “Radicati nella fede”, ottobre 2012
Oh se tutti i preti che hanno scoperto la
profondità e la bellezza e la verità della grande Tradizione della Chiesa,
avessero con decisione abbracciato la celebrazione della Messa di sempre, ora
le cose non starebbero così! Certo, perché se è vero che tutti i fedeli hanno
il dovere di vigilare sulla propria vita cristiana, questa vigilanza è
gravissimo dovere di ogni sacerdote. Un dovere non solo per sé, ma anche per il
popolo santo di Dio.
Invece assistiamo ancora a notizie date come
sensazionali, che sensazionali non sono: una Messa tradizionale qua, una là...
qui una al mese... di là il Vescovo ha benevolmente concesso... qui un
Cardinale ha celebrato, l'altro ha assistito...tutto questo ci piace poco, lo diciamo in
tutta sincerità.
Chi scrive così sui bollettini o sui siti
internet, manifestando gioiosa meraviglia per queste celebrazioni sporadiche,
senza volerlo dà sostegno ha chi ritiene “straordinario” il rito tradizionale
della Messa.
Ma può essere definito “straordinario” ciò che
è stato vincolante e obbligatorio per quattordici secoli se non di più?
Straordinario può esserlo per ragioni politiche e sociologiche: visto che
l'assoluta maggioranza delle Messe è secondo il rito di Paolo VI, straordinaria
è la Messa tradizionale, in quanto minoritaria, per ora.
Ci sembra però illogico, infondato, definirlo
“straordinario” il rito tradizionale, se con questo termine si vuol dire che è
concesso straordinariamente.
Purtroppo i preti l'hanno inteso così, e così
l'hanno inteso i fedeli da loro consigliati.
La Messa tradizionale non è “concessa”, è di
diritto nella Chiesa, perché porta in sé l'Autorità dei secoli della
Cristianità. La Messa cattolica, come è stata celebrata per secoli, è lei che
giudica le novità dei nuovi riti, ma lei non può essere giudicata da nessuno.
Questo i preti lo dovrebbero avere chiaro, per il concetto stesso di Tradizione
e di deposito della fede.
È la novità che va messa sotto giudizio dalla
Tradizione, anche liturgica, plurisecolare della Chiesa.
Se invece è la novità che mette sotto accusa e
giudizio la Tradizione, come avviene oggi quando si chiede timidamente una
Messa antica qua e là, assicurando di non essere contro la nuova Messa, e
quando con magnanimità si concede qua e là il rito antico, allora siamo di
fronte ad una svolta ideologica nella Chiesa cattolica, che fonda l'Autorità su
se stessa e non sulla Tradizione.
Non vogliamo mettere confusione in nessuno,
vogliamo semplicemente dire che l'Autorità nella Chiesa è di natura diversa da
quella del mondo moderno. L'autorità per i cristiani si fonda sulla Verità,
quella data da Dio nella Rivelazione e trasmessa dalla Tradizione, per questo
l'Autorità diventa custode della Tradizione, e il custode supremo della
Tradizione, del Depositum Fidei, è il Papa.
Nel mondo moderno invece è l'autorità che fa
la verità, basandosi su maggioranze e convenienze, o oscuri disegni di
potere... è così perché non crede alla verità, per cui non riconosce la verità,
ma decide di farla e di... cambiarla se occorre.
Se si introducesse nella Chiesa un modo simile
di esercitare l'autorità sarebbe la fine... ma la fine dell'autorità in
tantissimi campi l'abbiamo già vista.
Per questo avremmo desiderato vedere tanti
sacerdoti celebrare ordinariamente la Messa di sempre, per amore della Chiesa e
della sua Autorità. Sì, perché l'unico aiuto e amore possibile all'Autorità
nella Chiesa è tornare alla Tradizione con sincerità.
www.radicatinellafede.blogspot.it
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Domenica
14 ottobre 2012
si terrà
TERZA GIORNATA DELLA TRADIZIONE
presso il
"Chiostro Hotel" di Verbania
Organizzata
dalla chiesa di VOCOGNO
e dalla cappella dell'Ospedale di
Domodossola
dove si
celebra la Messa Tradizionale
Ecco un commento pubblicato nel 2007 su Tradizione.biz e scritto dalla Prof.ssa Luisa Balzamo, nobildonna napoletana e fedele decana della Cappella della FSSPX di Napoli.
RispondiEliminaL'editoriale di “Radicati nella fede” riprende e conferma quanto scritto dall'illustre professoressa: "La vera Messa spetta di DIRITTO DIVINO ai fedeli!
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COMMENTO AL MOTU PROPRIO
della Prof. Luisa Balzamo
" La liberalizzazione" della Messa di sempre, detta per duemila anni, (e non semplicemente in latino) viene troppo tardi: nel 1969 Paolo VI impose il Novus Ordo Missae, che l'allora cardinale Ottaviani definì "allontanamento pauroso dalla fede cattolica": dal 1969 al 1984 si fece credere ai fedeli, disorientati dall'allontanarsi della gerarchia della Chiesa dalla Tradizione di duemila anni e dal magistero perenne della Chiesa, che la Messa di sempre era proibita! poi nel 1984 ci fu "l'indulto" a condizioni inaccettabili per i veri fedeli cattolici ( riconoscere in ogni caso la validità del Novus Ordo Missae e di tutte le decisioni del Concilio Vaticano II- pastorale e non dogmatico-, anche di quelle che si allontanavano dalla dottrina, che la Chiesa, depositaria e interprete della Parola divina, aveva sempre sostenuto) ed ora?
Dubitiamo che molti sacerdoti formati nei nuovi seminari, dove, a detta anche di Ratzinger allora cardinale, si impara ben poco, abbiano la fede nella Transustanziazione.
I due riti, espressione di due modi diversi d'intendere la fede, non possono coesistere: lex orandi est lex credendi( la legge del pregare è la legge del credere): la vera Messa cattolica è il Rinnovamento del Sacrificio di Cristo Redentore per la nostra salvezza.
Il Novus Ordo Missae è ambiguo: venne manipolato anche da 5 teologi protestanti: per i protestanti la messa è solo un ricordo dell'Ultima Cena.
La crisi della Chiesa, che esiste, nonostante euforie non giustificate, finirà il giorno in cui non verrà più celebrato il Novus Ordo Missae, escogitato in un tempo in cui la gerarchia della Chiesa soffriva di una crisi d'identità dopo il Vaticano II.
Non vi è nessun bisogno di permessi per la Messa veramente Cattolica! Essa spetta di DIRITTO DIVINO ai fedeli! Ed è dovere della gerarchia celebrarla, abbandonando il Novus Ordo, che non risponde pienamente alla Fede cattolica.
Luisa Balzamo
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BlaisePascal
Quante sagge parole, chiare !
RispondiEliminaPersonalmente sono però così stanco di parole che girano sempre intorno al problema principale senza mai affrontarlo con decisione.
Quindi è sempre un urlare il disastro senza mai bastonare chi disastra.
E' una strada a vicolo cieco che necessita di un cambiamento di strategia.
La stategia è quella dell'uso della verità a costo di essere respinti e di far "male".
Tutto il resto è chiacchiera! Piena di logica, e di buon senso, condivisibile, ma sempre chiacchiera.
Se anche mons Tissier de Mallerais avesse il coraggio di arrivare al punto dolente ,anzi dolentissimo, del chiedersi se è papa chi reiteratamente fa errori su errori dottrinali e di scelte di collaboratori!
Allora e solo allora si potrebbe discutere e sperare in qualcosa di meglio.
Senza questo dubbio non resta che parlare, parlare e parlare per convincere i dubbiosi che c'è crisi nella Chiesa.
Ma la maggior parte lo negherà poichè è più comodo negare il male e negare una visione triste piuttosto che accettarla e soffrire di questa.