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domenica 22 aprile 2012

Monsignor Lefevre:"La conclusione s'impone, soprattutto dopo l'immenso disastro che subisce la Chiesa a partire da questo Concilio: questo evento rovinoso per la Chiesa cattolica e per tutta la civiltà cristiana non è stato diretto e guidato dallo Spirito Santo".

Recentemente Monsieur l’Abbé Philippe Laguérie si lamentava del fatto che una lettera del modernista Pozzo a lui mandata è stata prima trafugata e poi resa pubblica, anche noi di questo Blog pubblichiamo questa lettera con relativo allegato, perchè mostra in maniera inequivocabile che da parte della Gerarchia modernista conciliare della "Nuova Chiesa" non ha nessuna intenzione di ritornare alla Vera Tradizione della Chiesa, che tanto bene farebbe alle anime, ma al contrario in maniera pertinace con uno spirito luciferino cercano di riportare il tutto al diabolico Concilio Vaticano II. Lo stesso don Pierpaolo Petrucci ha ripreso l'evento considerandolo come un monito ad un eventuale accordo tra la Fraternità e gli insensati rappresentanti Vaticani. Per quanto ci riguarda noi facciamo un plauso a chi ha reso pubblica la lettera del modernista pozzo, con relativo allegato. Infine per meglio comprendere ciò che è stato il Concilo Vaticano II proponiamo un documento di Marcel Lefebvre che parla in maniera inequivocabile di questo terribile evento per la storia della Chiesa Cattolica:

ACCUSO IL CONCILIO
Mons. Lefebvre attira l'attenzione sulla pubblicazione dei suoi interventi durante il Concilio. Questi testi testimoniano la reazione cattolica di fronte alle infiltrazioni nemiche del Vaticano II nella Chiesa. Conferenze del 18 e del 27 agosto 1976.

Questi documenti manifesteranno con evidenza che orientamenti liberali e modernisti si fecero strada ed ebbero un'influenza pre-ponderante, grazie al vero complotto dei Cardinali della riva del Reno, sfortunatamente sostenuti da Papa Paolo VI. Gli equivoci e le ambiguità di questo Concilio pastorale contenevano il veleno che si è diffuso in tutta la Chiesa tramite le riforme e le applicazioni conciliari. Da questo Concilio è nata una nuova Chiesa riformata che S.E. Mons. Benelli chiama egli stesso "la Chiesa conciliare".
Per ben comprendere e quantificare la nocività di questo Concilio bisogna studiarlo alla luce dei documenti pontifici che mettono in guardia i Vescovi, il clero e i fedeli dalla congiura dei nemici della Chiesa che agiscono attraverso il liberalismo e il modernismo, e ciò - tra poco - da oltre due secoli. Occorre anche conoscere i documenti degli avversari della Chiesa e specialmente delle società segrete, che prepararono questo Concilio da oltre un secolo. Infine sarà molto istruttivo seguire le reazioni dei protestanti, dei massoni e dei cattolici liberali, durante e dopo questo Concilio. La conclusione s'impone, soprattutto dopo l'immenso disastro che subisce la Chiesa a partire da questo Concilio: questo evento rovinoso per la Chiesa cattolica e per tutta la civiltà cristiana non è stato diretto e guidato dallo Spirito Santo.
Perché questo titolo, Accuso il Concilio? Perché noi abbiamo le basi per affermare, grazie ad argomenti tanto di critica interna quanto di critica esterna, che lo spirito che ha dominato il Concilio e che ne ha ispirato tanti testi ambigui ed equivoci e anche francamente errati, non è lo Spirito Santo, ma lo spirito del mondo moderno, spirito liberale, Teilhardiano, modernista, opposto al regno di Nostro Signore Gesù Cristo. [...]
È quindi indispensabile smitizzare questo Concilio che hanno voluto pastorale a causa del loro orrore istintivo per il dogma, e per facilitare l'introduzione ufficiale delle idee liberali in un testo della Chiesa. Ma una volta conclusa l'operazione, essi dogmatizzano il Concilio, lo paragonano a quello di Nicea, lo pretendono simile agli altri se non superiore! [...]
A poco a poco gli occhi si aprono su di una congiura stupefacente preparata da lunga data. Questa scoperta obbliga a domandarsi quale sia stato in tutta quest'opera il ruolo del Papa, quale sia stata la sua responsabilità. In verità, essa pare schiacciante, malgrado il desiderio di scagionarlo da questo mostruoso tradimento della Chiesa. Ma, se noi lasciamo a Dio e ai futuri veri successori di Pietro il giudizio su queste cose, non è per questo meno certo che il Concilio sia stato sviato dal suo scopo da un gruppo di congiurati e che ci sia impossibile penetrare in questa congiura, quand'anche in questo Concilio ci fossero molti testi soddisfacenti. Perché i testi buoni sono serviti per far accettare i testi equivoci, minati, ingannevoli. Ci rimane un'unica soluzione: abbandonare quei testimoni pericolosi per attaccarci fermamente alla Tradizione, ossia al magistero ufficiale della Chiesa lungo venti secoli.

Ecco il testo del documento della
Pontificia Commissione Ecclesia Dei

sulla visita canonica del Superiore Generale

dell'Istituto del Buon Pastore

a Roma

tenutasi in data 21 marzo 2012

Il testo originale di questo documento è in francese - la traduzione è nostra, (Una Fides) I neretti della nota allegata alla lettera sono dell'originale

si legga la nostra nota su questo documento


si leggano le precisazioni di Don Philippe Laguérie, Superiore dell'Istituto del Buon Pastore, sulla divulgazione di questo documento


Pontificia Commissione Ecclesia Dei

Prot.: 80/2006

Vaticano, 23 marzo 2012

Caro Signor Superiore generale,

Lieto di averla ricevuta mercoledì scorso in occasione della riunione presieduta da Sua Eminenza il Cardinale William Levada, mi compiaccio di trasmetterle le raccomandazioni ufficiali della Pontificia Commissione Ecclesia Dei in seguito alla visita canonica dell’Istituto del Buon Pastore.

Come potrà vedere, è stato tenuto conto dello scambio che abbiamo avuto nel corso di questa riunione. Lei ha espresso il desiderio di conoscere il titolo di un’opera che nutra la sua riflessione sulla dignità pastorale di Cristo: l’esortazione apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis corrisponde al suo desiderio. Infatti, esattamente 20 anni fa, essa ha fatto il punto sui temi fondamentali quali la vocazione sacerdotale, la natura e la missione del sacerdozio ministeriale, la formazione dei candidati al sacerdozio, la vita spirituale del prete e la formazione permanente dei preti. Lei potrà dunque lasciarsi condurre da essa come una guida molto sicura.

Mentre formulo i migliori auguri per la prossima tenuta del Capitolo generale dell’Istituto, la prego di ricevere, caro Signor Superiore generale, l’assicurazione  dei miei sentimenti cordiali e devoti.

Monsignor Guido Pozzo
Segretario

(con allegato)

Monsieur l’Abbé Philippe Laguérie
Superiore generale dell’Istituto del Buon Pastore
Casa centrale
52, rue de la Longerolle
86440 Mignè-Auxances
Francia


NOTA ALLEGATA
Note sulle conclusioni della visita canonica
dell’Istituto del Buon Pastore

In linea generale, è necessario approfondire il carisma fondatore dell’Istituto, pensando più all’avvenire che al passato. Per preparare il prossimo capitolo generale sarà utile riflettere sulla dignità pastorale di Cristo.

Ognuno si preoccuperà di approfondire le caratteristiche di una società di vita apostolica, che evita ogni forma di individualismo. Per questo, sarà bene prendere contatto con altre società di vita apostolica atte ad aiutare questa riflessione sulla vita comunitaria.

La questione della pratica della forma straordinaria, così com’è formulata negli Statuti, va precisata nello spirito del Summorum Pontificum. Converrebbe semplicemente definire questa forma come il «rito proprio» dell’Istituto, senza parlare di «esclusività».

Per quanto riguarda il seminario di Courtalain, la valutazione è positiva, ma converrebbe integrare lo studio del Magistero attuale dei papi e del Vaticano II. La formazione pastorale dovrebbe essere fatta alla luce della Pastores dabo vobis e nella formazione dottrinale inserire un attento studio del Catechismo della Chiesa cattolica.

Per risolvere la questione della installazione del seminario, a meno di un ampliamento sempre a Courtalain, sarà possibile interpellare la Conferenza episcopale di Francia, affinché essa suggerisca dei nomi di diocesi in cui installarlo.

Più che su una critica, sia pure «seria e costruttiva», del Concilio Vaticano II, gli sforzi dei formatori dovranno volgersi alla trasmissione dell’ integralità del patrimonio della Chiesa, insistendo sull’ermeneutica del rinnovamento nella continuità e prendendo come base l’integrità della dottrina cattolica esposta nel Catechismo della Chiesa cattolica. (se facessero realmente questo li manderebbero al quel paese)

Per migliorare il funzionamento del Consiglio e preparare il Capitolo generale, converrebbe chiedere il parere di un canonista. Si suggeriscono i nomi dei RR. PP. Pocquet du Haute-Jussé, s. j. m., e Le Bot, o. p. Sembra opportuna una riunione mensile del Consiglio.

Bisogna augurarsi che venga effettuato un buon discernimento per le vocazioni provenienti dal Brasile, al pari di una riflessione sull’accoglienza dei preti dell’Istituto nelle diverse diocesi. È importante che il vescovo accolga e valorizzi il carisma specifico dell’Istituto per il bene di tutta la diocesi e, al tempo stesso, che i preti dell’Istituto si inseriscano realmente con uno spirito di comunione nell’insieme della vita ecclesiale della diocesi.

La costituzione di un Consiglio economico aiuterà la parrocchia Saint-Éloi a divenire giuridicamente più conforme alle altre parrocchie dell’arcidiocesi di Bordeaux.

La scuola de l’Angelus, nell’arcidiocesi di Bourges, dev’essere maggiormente seguita dal Superiore generale. Si incoraggia la ricerca di un riconoscimento diocesano.

 
Il rimprovero che Mons. Lefebvre ha già fatto durante il Concilio è appunto questo; bisogna rileggere quell’opera fondamentale pubblicata nel 1976 che è "Io accuso il Concilio". Le ragioni e i motivi che hanno portato alle consacrazioni sono là, nella battaglia che Monsignore ha condotto all’interno del Concilio, proprio perché vide nascere tutte queste novità. Era membro della commissione centrale, ha lavorato all’elaborazione degli schemi ed è rimasto spesso spaventato da tutte le tesi nuove che erano dibattute e contro le quali ci si difendeva con difficoltà; ciò che soprattutto spaventava Monsignore era quello spirito di novità che non ha niente a che fare con lo spirito cattolico. Anzi, ci sono testi della Chiesa, anteriori al Concilio Vaticano II, del XIX o dell’inizio del XX secolo, che esprimono proprio il timore, l’assillo della Chiesa, dei papi, dei teologi, di tutti coloro che erano eredi della dottrina cattolica, il loro rifiuto di questo spirito di novità: "Bisogna diffidare di questo spirito, di questa sete di cambiamento, non si amano le vecchie formule, si vorrebbero trovare nuove ricette, si è certi di poter fare meglio degli antichi...".
Il Concilio Vaticano I ci ha ricordato nel decreto Pastor Æternus sulla Chiesa e sul Papa, che "lo Spirito Santo non è stato promesso ai successori di Pietro perché essi facciano conoscere come sua rivelazione una nuova dottrina!" Non è per questo che lo Spirito Santo è stato donato alla Chiesa e al Sovrano Pontefice, ma perché "con la sua assistenza conservi e esponga fedelmente la Rivelazione trasmessa dagli Apostoli, vale a dire il deposito della Fede".
Il papa san Pio X - che d’ora in avanti citeremo prevalentemente - ha trascorso quasi tutto il suo pontificato a lottare contro questo spirito di novità; già dalla prima enciclica del 4 ottobre 1903, E supremi apostolatus, nella quale precisava il programma del suo pontificato, lì dove parla in particolare del clero, dei giovani preti, della necessità di formarli alla santità, lanciava questo grido d’allarme: "Che i membri del clero non si lascino sorprendere dalle manovre insidiose di una certa nuova scienza, che si riveste con la maschera della verità, in cui non si respira il profumo di Gesù Cristo". La nuova scienza !
Ma parla di questo soprattutto nell’enciclica Pascendi. Ci vorrebbe una conferenza intera al riguardo... Rileggete la Pascendi e sentirete il gelo alla schiena! Dall’inizio dell’enciclica Pascendi, dell’8 settembre 1907, l’enciclica che condanna il modernismo, dopo il decreto Lamentabili, il papa san Pio X ricorda quanto fece Pio IX nel corso del Vaticano I e qual è il ruolo dei successori di Pietro: "Alla missione affidataci dall’alto di pascolare il gregge del Signore, Gesù Cristo ha assegnato come primo dovere di conservare con una cura gelosa il deposito tradizionale della fede contro le profane novità del linguaggio e le contraddizioni della falsa scienza". Cita san Paolo: "Non sono mai mancati uomini dal linguaggio perverso, araldi di novità e seduttori, suscitati dal nemico del genere umano". È appunto questo di cui bisogna diffidare, la seduzione della novità! San Pio X cita più oltre Gregorio XVI, che parla di "questi inventori di un sistema per il quale, dominati da un amore cieco e sfrenato di novità, non si preoccupano affatto di trovare un saldo sostegno nella verità", etc.
Quando san Pio X esamina il modernismo, analizza in primo luogo in cosa consista la dottrina dei modernisti e poi ne stabilisce le cause, la prima delle quali è la curiosità, appunto lo spirito di novità, la seduzione della novità che fa preferire quanto si trova tra i protestanti e gli eterodossi. "... E le cause remote possono ricondursi a due: la curiosità e l’orgoglio". La curiosità, a proposito della quale san Pio X cita Gregorio XVI che scriveva: "È uno spettacolo doloroso vedere fino a che punto arrivino le divagazioni della ragione umana, quando si cede allo spirito di novità, quando, contro l’avvertimento dell’apostolo, si pretende di sapere più di quanto non sia necessario, e fidandosi troppo di se stessi si pensa di poter cercare la verità al di fuori della Chiesa, in cui essa si trova senza l’ombra del più leggero errore". Si vanno a cercare al di fuori della Chiesa dei valori liberali che potrebbero arricchirla! Questo è lo spirito di novità! In seguito S. Pio X parla dell’orgoglio, e continua: "È un fatto che con l’amore delle novità si accompagna l’odio del metodo scolastico".
Ora, una delle caratteristiche del Vaticano II e della teologia attuale è il disprezzo verso la teologia scolastica, verso gli antichi e san Tommaso d’Aquino; a volte se ne parla, lo si cita saltuariamente, ma non è l’autore né il riferimento primario, mentre san Pio X e tutti i papi fino a Pio XII hanno detto che allontanarsi dal pensiero di san Tommaso d’Aquino significa inoltrarsi sul cammino dell’errore. San Tommaso d’Aquino non è la Chiesa e non è Dio, ma il suo pensiero è stato riconosciuto dalla Chiesa come il più conforme alla dottrina, alla Rivelazione, alla Fede, per cui allontanarsene significa mettersi in pericolo. Citiamo un passo - ancora in san Pio X - dal Concilio di Nicea, che condanna "quelli che osano, sulle orme degli eretici empi, disprezzare le tradizioni ecclesiastiche, inventare qualche novità, o cercare con malizia o con astuzia di cambiare una qualsiasi delle legittime tradizioni della Chiesa cattolica".
San Pio X usa questa frase che fa tremare i sacerdoti: "Sia lontano, ben lontano, dal sacerdote lo spirito di novità". Non fidarsi del prete che cerca le novità; il prete è innanzi tutto l’uomo della tradizione. È là per ripetere ciò che gli è stato insegnato, evidentemente a suo modo, seguendo il genio suo proprio, senza veto di riflettere, ma non per inventare cose nuove. Si tratta dunque di una condanna quasi universale dello spirito e della ricerca di novità. Leggendo la Pascendi si resta turbati per le tante cose che noi sentiamo oggi. Eccone un esempio: "Se una religione è viva (questa è appunto dottrina dei modernisti), essa è anche vera". Bisogna che sia vivente per essere vera; se la tradizione vive è perché è vivente, bisogna che tutto sia vivente; se una religione non fosse vera, non vivrebbe. Che bella logica! Donde si conclude: tutte le religioni esistenti sono vere. Il segno della verità è una specie di immanenza vitale che si riassume nelle formule "vivere è muoversi, vivere è cambiare. Tutte le religioni attuali sono viventi e dunque sono vere, se non fossero vere non vivrebbero"! Tale immanenza risuona ancora in queste espressioni: tutte le coscienze cristiane si svilupparono in qualche modo nella coscienza di Cristo, vale a dire c’è una sorta di identificazione tra la coscienza di Cristo e la coscienza dell’uomo. Il punto capitale del loro sistema è l’evoluzione: bisogna che tutto cambi. È dunque normale che il Vaticano II abbia introdotto delle novità nella Chiesa poiché è un segno della sua verità! Questa è la vita, il movimento, l’evoluzione. Ciò che non cambia non è vivente, è morto. Di conseguenza, noi siamo morti, siamo dei fossili! La cosa più impressionante è quando san Pio X esamina il modernismo riformatore! Si può dire che san Pio X sia stato profeta: riforma della filosofia, della teologia; che la storia non sia più scritta né insegnata che secondo i loro metodi e princìpi moderni, che i dogmi e la nozione di rivoluzione siano armonizzati con la scienza e con la storia, che i catechismi (riformati) e il culto siano ridotti qua e là, che il governo ecclesiastico sia riformato in tutte le sue branche etc. (riforma delle congregazioni romane), che il potere ecclesiastico cambi linea di condotta (il clero, etc.), e infine l’ultima riforma, che non è ancora stata fatta ma alla quale disgraziatamente sembriamo avvicinarci: "C’è anche chi, facendo eco ai loro maestri protestanti, desidera la soppressione del celibato ecclesiastico...". Purtroppo si può dire che abbiamo visto pressoché realizzato questo programma, parola per parola!

39 commenti:

  1. Ma perché meravigliarsi?

    La Chiesa conciliare ha come unico fine quello di NON RINNEGARE in nulla il suo percorso passato e lo fa con varie tattiche (l'ermeneutica della continuità, questa balla enorme!, è una di quelle).

    Piuttosto che avere come riferimento una fratenità come quella dell'Abbé Laguerie, spinta INEVITABILMENTE nella direzione dell'adeguamento conciliare, sarebbe MOLTO MEGLIO fare riferimento a qualche chiesa cattolica di rito orientale che nutre, per sua stessa natura, di uno statuto molto più autonomo e protetto rispetto alle pazzie dei conciliari latini. Almeno lì, si dice, sono "orientali"!

    Ma se uno vuole rimanere nel mondo latino in modo chiaro e sano, non ci sono dubbi in proposito: scegliere realtà che non siano obbligate all'adeguamento conciliare.

    La Fraternità san Pio X è, al momento, ancora una di queste, grazie alla sua posizione canonica "irregolare".

    Mettersi nelle mani dei conciliari oggi, non meno di ieri, è una pura follia, un harakiri!

    Paradosi

    RispondiElimina
  2. E per mostrare quanto Harakiri sia, faccio un breve ulteriore appunto.

    Oggi ho messo il naso in cattedrale.
    La messa (modernista) era al momento dell'omelia del prete.

    Costui, al momento in cui sono entrato, diceva:

    "IO ho imparato molto dalle comunità di base dell'America latina. Una donna analfabeta mi disse quanto felice era perché, dopo aver imparato a leggere e scrivere, poteva leggere da sola la Bibbia. 'Anche io - mi disse - ora posso capire il Vangelo'. IO ho imparato molto da queste cose".

    Mi ha stomacato e sono uscito subito.
    Non era corso neppure un minuto!!

    Innanzitutto notate come ricorre il termine "IO".
    Questo prete, come molti conciliari da me sentiti, non dice "Gesù Cristo ci insegna", come si diceva tradizionalmente. Lui dice "IO". Mette se stesso e la sua comprensione individualista al posto di Gesù Cristo e della Chiesa (protestantesimo puro, ma forse è pure peggio!).

    Poi non fa alcun riferimento alla Tradizione. Fa riferimento, in questo caso, alle Comunità di Base e all'analfabeta che, solo leggendo, può "capire" la Bibbia.

    Sostituisce la coscienza soprannaturale della Chiesa con i deboli tentativi umani: le Comunità di Base, che hanno spirito politicizzato; l'analfabeta che finalmente legge e capisce, come se la Bibbia, dopo che l'hai semplicemente letta, la puoi "capire". A questo punto buttiamo pure a mare tutti i commentari della tradizione. Che mito!! Che cecità!!!

    Queste banalità e assurdità non sono rare e non appartengono solo a questo scellerato prete. Sono il "livello spirituale" della Chiesa conciliare.

    Perciò io penso che entrare in una di quelle chiese, respirare anche un attimo la loro aria, significa partecipare in qualche modo della loro bassissima atmosfera spirituale. E questo è molto dannoso. E' come entrare in una camera di decompressione.

    Per questo monsignor Lefebvre era molto diffidente, quando si parlava d'accordo con Roma, e più invecchiava più era diffidente perché aveva lucida coscienza di questa PERVERSIONE crescente in atto nella Chiesa conciliare.

    L'unica soluzione è quella di continuare come sempre è stato fatto, testimoniando e vivendo la tradizione, conservandone il buono spirito, fino al momento in cui le eresie conciliari avranno esaurito il loro slancio.

    Forse si tratterrà di aspettare altri 50 o 100 anni. Non importa!
    Il Paradiso non è conquista che si ottiene con i timbri della curia vaticana, ma con la pratica del vangelo nella santa tradizione. Quel che oggi manca, appunto!, è proprio la santa tradizione e questo l'ho riverificato pure oggi!

    Una posizione chiara è spiritualmente efficace. Una posizione ambigua, a metà strada, sempre attenta a non urtare nessuno, fa schifo pure al demonio e puzza di ignavia.

    Paradosi

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    Risposte
    1. Al di là.

      Sul fatto che la Chiesa conciliare sia individualista, proprio non ci piove! E' una delle cose che maggiormente detesto. Sono pienamente daccordo con il Sig. Paradossi. Tanto più che oggi, nelle moderne Chiese del rito conciliare, è pure sparito il Tabernacolo! Cosa da non credere! Mi capita, entrando nelle Chiese di nuova progettazione, di non sapere neppure da che parte rivolgermi per la genuflessione!

      Al di là.

      Elimina
  3. Ci vuole una posizione chiara è spiritualmente efficace. Una posizione ambigua, a metà strada, sempre attenta a non urtare nessuno, invece, fa schifo pure al demonio e puzza di ignavia.

    RispondiElimina
  4. Io ho un gran gusto quando scoprono gli altarini vaticani!!! Così si vede fino a che punto si spinge la mala fede e la furbizia di questo mondo di quelle volpi...

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  5. http://www.youtube.com/watch?v=3IY1JwjzLv4&feature=related

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  6. Immagino che l'apertura al futuro significhi per mons. Pozzo, anche l'apertura a nuove forme e culture come quella qui rappresentata da un giovane gesuita indiano il quale, nonostante sia teoricamente cattolico, fa danze in onore di Shiva che ritiene essere "esperienze di Dio".

    Queste cose fanno impazzire di gioia il clero cattolico conciliare, infatti queste danze si sono tenute al secondo Kirchentag di Monaco di Baviera:

    http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&NR=1&v=bfYjgbMVbYk

    RispondiElimina
  7. http://www.youtube.com/watch?v=AlBG03dY3o4&feature=related

    Be, allora che definire questa danza Tamil, definita cristiana ? siamo al solito punto in cui la frammistione di culture, tanto care a Woityla e così ben suffragate dal Concilio Vat II con la parolina magica,"ecumenismo", produce questi frutti di sensualismo considerato forma d'arte rivolta alla religiosità!

    Non oso chiamarla fede da Rivelazione evangelica in Dio Trino,quanto piuttosto una modificazione cristianoide della religiosità alla sacra Trimurti indiana.

    Complimenti per chi vorrebbe miscelare tutto nel pentolone del minestrone ecclesiale romano!
    Le premesse certamente le abbiamo provate da 50 anni circa, ma non sembra proprio che abbiano ottenuto la conversione del mondo.

    Già, dimenticavo, secondo le illuminate frasi di Ratzinger con Lefebvre, bisognava adattarsi e modificarsi noi, Chiesa, al mondo, non viceversa !

    Quindi la conversione è stata una vera letterale conversione con curva decisa verso il mondo moderno, ottenendo quindi di poter perfezionare ed includere il MODERNISMO, nella Chiesa Cattolica apostolica.

    Et voilà, il gioco massonico è fatto e realizzato:si va trionfanti verso la gran chiesa universale.
    E se manca qualche gruppo di atavici difensori della Tradizione, basta demolirli ed assorbirli con lusinghe di autonomia ed ecco formarsi Istituto del Buon Pastore ed altri tutti fiduciosi di essere autonomi.

    Ormai è una vera e propria strategia politica attuata dal Vaticano.
    Mi risulta che la strategia politica avrebbe dovuto essere fatta al tempo del potere temporale della Chiesa, non ora.

    Già, ma, altra mia riflessione, a quel tempo non mi risulta che vi fosse una strategia politica, quanto piuttosto una netta strategia evangelica per la salvezza delle anime! Ma che strana situazione anomala della Chiesa odierna moderna: ora che non dovrebbe avere potere politico lo cerca e lo usa.

    Mi chiedo se con la Cina, che spesso impedisce la nomina di vescovi da Roma, sia una strategia politica o un grido di dolore vero contro la collusione dello Stato con una chiesa asservita ad esso.
    Comincio a supporre che sia piuttosto una strategia politica poichè lo Stato cinese toglie potere politico internazionale al papa.

    Infatti come si spiega l'abbandono pressochè costante dei fedeli a Roma, da parte del Vaticano, e dei vescovi torturati perchè fedeli al papa ?
    Il fatto è che questi fedeli ritengono di essere fedeli a Cristo ed al Vicario anche se le loro messe sono moderne, mentre le messe della chiesa cattolica di stato sono ancora di stampo tradizionale e la comunione si serve in ginocchio alla balaustra...Che confusione !

    RispondiElimina
  8. La Fraternità percorrre la strada della tradizionne bimillenaria, come ha ordinato NSGC e come hanno fatto i Pontefici preconciliari. La strada è dritta ma ai suoi lati ci sono "due abissi" in uno c'è la massa consapevole di pecore sedotte dagli errori conciliari, nell'altro i mercenari,i lupi vestiti da agnello che cercano di trascinare la Fraternità, anch'essa nell'abisso. Non temete, la Fraternità così come ha trasmesso Monsignor Lefebvre continua il suo cammino seguendo la tradizione, senza indugio alcuno, forti nella vera fede e nell'amore per NSGC!
    La Fraternità San Pio X, chiede da tutti i fedeli solo preghiere, perveverare e intensificate in queste ore le preghiere!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Anonimo,
      voglia il Signore confermare storicamente negli avvenimenti questa sua parola, così piena di sicura speranza, di ferma convinzione e a quanto leggo di informazione certa...

      Le nostre preghiere sono assicurate.
      La saluto in Cristo+

      Elimina
    2. Al di là.

      Pur non facendo parte della FSSPX mi associo alla richiesta di intense e perseveranti preghiere! Soprattutto per la diroccata Chiesa conciliare, che ne urge assai tante e tante.
      Vorrei porgere un complimento ai redattori di questo blog: sono impressionato dalla mole di informazioni.
      A proposito: molto edificante la precedente "lettura" sulla figura di San Massimo. Speriamo sia di buon auspicio!

      Al di là.

      Elimina
  9. E riguardo al harakiri di molti gruppi tradizionali, comincio a sospettare che sia molto più facile come scivolamento ed atto finale, quando, "obtorto collo" si continua a supporre il papa come vera autorità della Chiesa.

    Infatti, al di là di quel che ciascun fedele cattolico può pensare nel cuor suo, è indubbio che la convinzione che il papa sia papa reale, nonostante eresie conclamate od apparenti che siano, è il pensiero che con maggior facilità può indurre ad accondiscendere ad accordi. "insomma, in fin dei conti è il papa che ce lo chiede, autorità che noi riconosciamo!".

    Anche se è Lungi da me l'idea di convertire al "sedevacantismo" gli amici cattolici, teoria che come detto è teoria di cui non conosciamo la verità piena,è comunque più facile e meno rischioso tagliare via ogni dubbio e dichiarare il papa come capo,sia pur eletto, ma non Vicario.

    E' una questione psicologica. Ad ognuno la sua migliore disponibilità ad accettare la teoria più consona, intanto preghiamo perchè ogni comunità che si rifà agli insegnamenti tradizionali, quindi veri ed eterni, della Chiesa, non ceda e rimanga in attesa della ulteriore conversione verso gli insegnamenti di sempre.

    Conversione cui obbligherà il Signore con mano di ferro, quando vorrà Lui.
    A noi tocca solo di resistere alla tentazione ed all'autoritarismo imposto senza Tradizione, così ben descritto da Paradosi.

    RispondiElimina
  10. In fondo, le cose sono semplici anche se paiono complesse: lo stesso san Paolo resistette a san Pietro e a "muso duro" per giunta!

    Paradosi

    RispondiElimina
  11. Sembra che stiano spuntando gravi problemi,divisioni e ribellioni anche tra le suore americane. Mentre cercavo alcune notizie,infatti, mi sono capitate anche queste riguardanti la Chiesa e di cui faccio esposizione.

    http://www.latimes.com/news/nationworld/nation/la-na-vatican-nuns-20120420,0,2351366.story

    http://www.latimes.com/news/local/la-me-lopez-nuns-20120422,0,7617042.column

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' normale che sia così.

      E' sempre esistito un richiamo tra il mondo secolare e quello religioso perché non esiste una divisione netta tra l'uno e l'altro. Qualcuno del secolo può sentire il fascino dell'alternativa proposta dal mondo religioso. Era così soprattutto nella situazione tradizionale della Chiesa.

      Diversi del mondo religioso sentono l'attrazione del mondo secolare. E' così dall' "aggiornamento" voluto da papa Montini in poi ma, segni in tal senso, se ne trovano anche prima, seppur non in forma così massiccia.

      I cosiddetti temi etici vengono trattati dal mondo secondo criteri suoi propri (d'altra parte se, come si ricorda con la separazione Chiesa-Stato, quest'ultimo non è abile a riconoscere la vera fede, le conseguenze sono ovvie).

      Tali criteri giungono a risoluzioni a tutti note (matrimoni gay, divorzi, matrimoni e convivenze civili, aborti).

      Divenendo mentalità societaria, tali temi influenzano inevitabilmente i membri della Chiesa, soprattutto coloro che, non hanno riferimenti tradizionali.

      Si genera, così, una spaccatura all'interno della Chiesa stessa tra conservatori (che non vuol dire tradizionalisti) e progressisti. Riguardo a quest'ultimi - nel corpo clericale - rimango sempre assai stupito riguardo all'indifferenza e alla facilità con cui i preti relativizzano molti principi, soprattutto quelli relativi all'etica sessuale.

      Tendenze di questo genere sono sempre esistite anche in passato. Oggi, però, dal momento che la società è molto cambiata la divaricazione si è notevolmente ampliata fino a divenire una vera e propria dicotomia se non una vera e propria contraddizione.

      Ma una Chiesa così secolarizzata finisce per essere totalmente inutile.

      Paradosi

      Elimina
  12. Vedo che in questo blog restate ancorati alla linea di assoluta fedeltà alla Tradizione tracciata da mons. Lefebvre, (sia per i suoi membri che a vantaggio di chi in futuro avrebbe ricercato la roccia perduta), e a questo scopo pubblicate i suoi innumerevoli discorsi rigorosi e illuminati, che non deviano mai dalla retta Dottrina; capisco perciò il vostro intento di osservazione prudente e distaccata circa lo svolgersi delle trattative con Roma…..
    Dopo aver scoperto la benemerita opera di mons. Lefebvre, che in un momento di grave sconvolgimento della Chiesa ha salvato il Depositum fidei e il sacerdozio cattolico, anch'io vorrei e prego che la FSSPX si mantenga fedele a quella strada tracciata dal fondatore, affinchè noi crediamo che da qualche parte al mondo c'è ancora un piccolo gregge fedele.
    Però, vi dico.... si leggono tante notizie conturbanti che non lasciano per niente tranquilli riguardo alla omogeneità di posizioni della FSSPX al suo interno. Mi chiedo: se si oscura anche questo Faro di fedeltà alla Chiesa eterna, o se essa si spaccherà e disperderà e minimizzerà, come alcune profezie mostrerebbero (dicevate la Emmerick), allora a chi guarderemo noi, a quale fedele TESTIMONE di Cristo, ora che abbiamo capito l'importanza della Tradizione ? (parlo di noi piccoli fedeli smarriti nel caos delle parrocchie conciliarizzate e che non hanno alcuna scelta ma sottostanno ogni giorno alla dittatura modernista che tiene sotto pugno di ferro intere diocesi e regioni d 'Italia, senza scampo, continuando a coltivare IGNORANZA, cioè disinformatjia di regime....)
    Ammiro la vostra perseveranza e la lucidità con cui descrivete gli eventi così fluidi e indecifrabili alla gran parte dei cattolici....e vorrei avere il vostro stesso sguardo, ma la nebbia permane fitta.
    Se non vi disturbo, continuerò a porvi tante domande, e poi rifletterò sui vostri chiarimenti, come sempre..

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    1. Gentile Nebbia,

      il bambino piccolo è normale che abbia bisogno dei genitori che lo proteggono e lo guidano. Giunto all'età adulta, però, questo muro di protezione rappresentato dai genitori crolla. E' sempre doloroso constatare che i nostri cari passano a miglior vita. Quand'erano con noi sentivamo la loro ombra rassicurante, ci sentivamo coccolati dalle loro attenzioni. Perfino trovare la colazione pronta era un segno affettivo della loro presenza.

      Ebbene, la vita spinge oltre e non si può pertendere di rimanere sempre bambini.

      Nella Chiesa le istituzioni hanno la precisa funzione di proteggere e far crescere una persona. Poi, una volta che essa è sola, deve saper reggersi sulle proprie gambe.

      Cosa succede nella vita monastica tradizionale? Il monaco vive nel cenobio. Se matura in modo conveniente, può iniziare a fare l'eremita. Un eremita non ha presso di sé nessuno. Cammina da solo ma sorretto da forti riferimenti e principi.

      Il fine della Chiesa non è quello di creare persone eternamente dipendenti, immature, ma quello di fare persone in grado di camminare con le proprie gambe.

      Quando mons. Lefebvre diceva di non essere il capo dei tradizionalisti ma solo un vescovo che, casualmente, si è trovato nella condizione di svolgere un ministero straordinario di supplenza, è questo che voleva dire: non guardate a me come persona ma nutritevi dei principi che nutrono e fanno camminare anche me.

      Che diversi membri della Fraternità san Pio X possano essere tentati dal mondo o da un "facile" accordo con il Vaticano, questo è comprensibile poiché è legato alla fragilità della condizione umana. In fondo sono come quelli che cadono o che vogliono farsi sempre portare in braccio dalla mamma.

      Ma la regola e il fine della Chiesa non è la caduta, non è farsi portare in braccio. E' camminare. Se a camminare si è in pochi o in tanti non importa. La Chiesa è sempre stata rappresentata da un numero relativamente esiguo di fedeli. Sono quelli che noi chiamiamo col termine di "santi".

      Paradosi

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    2. Eccezionale, sottoscrivo in toto.
      CVCRCI

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    3. Quello che ho scritto riguarda la Chiesa nella sua dimensione più alta.

      Fatto sta che spesso molti responsabili della Chiesa attuale preferiscono che le persone non crescano, li vogliono eterni dipendenti perché così non capiscono molte cose e tutto ciò è MOLTO MEGLIO!

      Guardate ai movimenti. I movimenti creano e aggregano gente eternamente dipendente e fanno numero perché la gente ama essere portata in braccio piuttosto che camminare con la conseguenza che poi atrofizza le sue gambe.

      Che senso ha che i NC facciano un cammino di 10 o 20 anni???

      La dipendenza è funzionale alla conservazione di un sistema fondamentalmente anti-ecclesiale perché ideologico. Infatti, La Chiesa voluta da Cristo non è legata all'ideologia ma alla vita poiché il suo fondatore, Cristo, si è definito il "Verbo della vita", non di un'ideologia: "Voglio che ABBIANO LA VITA E L'ABBIANO IN ABBONDANZA!".

      E' normale che, come nella vita cresciamo e diveniamo indipendenti dai genitori, nella Chiesa e da Lei nutriti cresciamo e diveniamo persone che vivono la fede in modo maturo e indipendente.

      Un uomo maturo non avrebbe bisogno di una Fraternità san Pio X o di un mons. Lefebvre per "capire" che certe cose sono inique. Lo dovrebbe sentire da solo!

      Se invece si fa della Chiesa il luogo dell'ideologia, inevitabilmente c'è l'ideologo che deve continuamente dire cosa dobbiamo fare e come dobbiamo agire.

      E qui guardo alla figura eternamente osannata dei fondatori dei movimenti.

      Ma allora quando Cristo dice, "Non vi ho chiamati servi ma amici, perché il servo NON SA quello che fa il suo padrone", è ovvio che non lo capiremo!!
      Capiremo ancora meno quando Cristo dice: "Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future".

      Qui Cristo dice direttamente che esiste, nella grazia, un rapporto diretto tra Dio e il fedele. Non dice "Tizio ispirato dallo Spirito vi dirà le cose". Dice "Lo Spirito vi annunzierà le cose".

      La Chiesa, infatti, serve per far crescere nella grazia e donare la percezione soprannaturale delle cose. E' così che "lo Spirito vi annunzierà le cose"-

      A volte queste cose annunziate sono contro quelle prodotte dalla decadenza degli uomini. Per questo alcuni di loro preferiscono tenere i cristiani sempre come "eterni dipendenti" affinché NON CAPISCANO.

      Sono come una madre possessiva che impedisce al figlio di crescere per poterlo usare fino alla sua morte. Ma questa è vita???

      Paradosi

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    4. Cara Nebbia,
      ti rispondo percorrendo il binario di Paradosi, sicura di non contraddirlo in nessun pensiero, e concretizzando a livello pratico i suoi esempi.

      Tu chiedi a quale TESTIMONE DI CRISTO guarderemo se si dovessero verificare spaccature e indebolimenti nella compagine tradizionale cattolica. La domanda non è peregrina perchè nella misura in cui si continua a prestare il fianco facendo dialoghi con questa gente, l'indebolimento dovuto a spaccature, se è per oggi, ci sarà domani....

      Pertanto, proprio perchè il cristiano è chiamato sì a guardare ai grandi esempi, ma anche a camminare e discernere con la grazia ricevuta direttamente da Dio, forse verrà il giorno in cui invece di seguire un "TESTIMONE DI CRISTO" occorrerà seguire solo e semplicemente CRISTO.

      Questo, come dice Paradosi, è possibile solo instaurando un rapporto personale con Dio, il quale ha detto "A chi Mi ama, IO mi manifesterò"...e attraverso l''unione dello spirito con la sua divinità, lasciarsi investire dalla sua Grazia, che dona all'anima tutto quanto le occorre per percorrere la via della Salvezza. Tenendo fermi i punti inamovibili delle Scritture, della Tradizione e l'esempio dei Santi (tre cose non scollegate, ma che devono confermarsi a vicenda), non è possibile fuoriuscire dalla Verità.

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    5. in seconda battuta, vorrei soffermarmi sulla tua frase:
      "parlo di noi piccoli fedeli smarriti nel caos delle parrocchie conciliarizzate e che non hanno alcuna scelta ma sottostanno ogni giorno alla dittatura modernista che tiene sotto pugno di ferro intere diocesi e regioni d 'Italia, senza scampo, continuando a coltivare IGNORANZA, cioè disinformatjia di regime...."

      Ecco Nebbia, io non sono così sicura che i piccoli fedeli non abbiano nessuna scelta e debbano sottostare alla dittatura modernista...c'è una fascia di persone che ha scoperto "il segreto" della Tradizione nascosto dal Concilio che, a costo di grandi sacrifici farebbe bene ad avvicinarsi FISICAMENTE alla Tradizione, alla Messa Antica, unica vera fonte di Grazia divina. Il cambiamento deve cominciare, concretamente, da qualcuno, e tocca a noi che stiamo aprendo gli occhi fare il primo passo.

      Scordiamoci che il ritorno alla cattolicità possa venire dalle alte sfere...e forse neanche dal Clero, che viene "incastrato" con "professioni di fede" ecclesiastiche. Ciò può arrivare solo dal basso, da quel popolo da cui le Gerarchie vanno tanto cercando stima e sequela, ma che non possono coartare come fanno con i semplici sacerdoti che hanno il Voto di obbedienza. Occorre creare una corrente inversa.

      Se tutti coloro che cominciano a conoscere la Tradizione si avvicinassero alla messa Antica....Ma sì! Diciamolo pure! Se tutti i cattolici che aprono gli occhi abbandonassero la nuova messa e frequentassero la FSSPX, invece di tentennare davanti a mille problemi, questo vero e proprio ESODO verso la Tradizione spiazzerebbe talmente le gerarchie, che sarebbero COSTRETTI a rivedere le loro posizioni.

      E non c'è contraddizione in questo, nel mio dire di seguire la FSSPX, perchè non intendo "diventarne dipendenti", ma come diceva Paradosi, seguire semplicemente ciò che conduce più sicuramente all'Unico da cui diventare davvero dipendenti: Gesù Cristo Signore Nostro.

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  13. Caro Nebbia, qualunque cosa dovesse accadere, sia alla FSSPX oppure all'ampio tradizionalismo Cattolico, noi abbiamo la possibilita' e dobbiamo guardare verso la Croce di Cristo ed avere fede in Lui. E' Cristo che stabilisce tutto e noi dobbiamo aver fiducia e metterci nelle Sue mani. Abbi la Fede e non sbaglierai mai, Gesu' non abbandona mai le Sue pecore, perche' come diceva il Vangelo di ieri il Pastore conosce le Sue pecore e le pecore conoscono il Suo vero Pastore. Un saluto in Cristo.+

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  14. E' per questo che mons. Lefebvre quando parlava non diceva: "Ascoltate me, fidatevi di me, attaccatevi a me", ma tutto il contrario: "Aprite tutti i libri di teologia e controllate, verificate, confrontate". E aggiungeva: "Io non sono che un vescovo che continua a fare quello che ha sempre fatto". S'irritava ogni volta che i giornalisti lo chiamavano "capo dei tradizionalisti"!

    Per questo voleva che le persone vivessero nella Tradizione, perché se si vive nella tradizione si ha un sapore e un equilibrio nel quale inevitabilmente si sente a "naso" le cose che non vanno e quelle che aiutano.

    I fedeli di 100 anni fa erano magari degli ignoranti - penso a certe mamme - ma vivendo la fede in un certo clima sentivano di colpo quando certe cose erano storte, non avevano bisogno di uno che continuamente le dicesse "fai questo, fai quello!".

    Oggi, viceversa, si tende a creare un'umanità dipendente da una cupola di illuminati o da semplici "furbi" che si servono dei deboli. In questo senso tutto il fenomeno dei movimenti è molto inquietante.

    Pardosi

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  15. Condivido l'ampia risposta di Paràdosi a Nebbia, sempre che il rapporto diretto tra Dio e il fedele non vada a scapito del rapporto sponsale tra Dio e la Chiesa, corpo di Cristo di cui facciamo parte e da cui non possiamo prescindere. A tutto ciò vorrei aggiungere che non dobbiamo temere di rimanere soli, senza riferimenti, perché mano a mano che ci inoltriamo nel periodo della grande tribolazione, ci verrà dato l'aiuto proporzionato. L'Apocalisse insegna continuamente: "Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese". Infatti nelle lettere alle sette Chiese riconosciamo denunciati molti dei guai che affliggono la cristianità e il loro rimedio. Infine in Apocalisse 11, 3-13 Gesù promette che farà sorgere due Testimoni che con la loro missione profetica insegneranno la retta via durante i giorni della bestia che sale dall'abisso (1260 giorni = 42 mesi = 3 anni e mezzo). Forse non manca molto e presto li vedremo all'opera. L'importante è tenere gli occhi, le orecchie e il cuore aperti per saperli riconoscere. Di questo possiamo ringraziare Dio già fin da ora.

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    1. Nel vero cristiano non esiste opposizione tra il suo rapporto diretto con Dio e quello tra Dio e la Chiesa, dal momento che lui stesso, se è cresciuto, è mattone vivo della Chiesa.

      Non dobbiamo avere paura, quando parliamo di "rapporto diretto" del fedele con Dio. Siamo nella prospettiva tradizionale, non nel protestantesimo.

      Massimo il Confessore, infatti, aveva ottima formazione e ottima vita. Ma aveva anche ottimo "naso" per sentire che l'eresia si era impossessata di quasi tutta la Chiesa. Il santo aveva di certo un rapporto diretto con il suo Signore ma questo era talmente vero, che EGLI STESSO era l'immagine della Chiesa sposa di Cristo. Il credente, infatti, è mattone di questa costruzione e non esiste opposizione tra il mattone e il suo edificio.

      Egli era Chiesa in contrapposizione a tutta quella chiesa che aveva accettato l'eresia. Non si contrapponeva all'istituzione ecclesiastica in se stessa ma a quei vescovi che oramai erano divenuti eretici.

      Quest'opposizione artificiale è stata creata solo nell'eresia luterana. Da allora pensare ad un "rapporto diretto con Dio" è sembrato strano. Lutero infatti rivendicava il rapporto diretto e individualistico del fedele con la Scrittura in opposizione alla Chiesa-gerarchia che ne dava una sua interpretazione.

      Ma nella tradizione, quando le cose funzionano, il mistico non è mai contro la Chiesa, neppure contro i suoi aspetti istituzionali. Questo avviene solo nei tempi di crisi in cui il Divisore si è insinuato nel Corpo.

      Il rapporto con Dio, del fedele, nella tradizione non è mai individualistico altrimenti. L'individualismo, infatti, antepone se stessi e i propri bisogni a Dio impedendo quella trasformazione per cui "non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me".

      Paradosi

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    2. Per questo sono FIDUCIOSO che un uomo che vive bene nella tradizione e quindi ha le armi della grazia si accorgerà da solo della presenza del cosiddetto Anticristo.

      L'Anticristo parlerà un linguaggio molto simile a Cristo e per questo ammalierà molti cristiani. In Oriente si dice che il segno della bestia, il 666, è rivelatore dell'Anticristo in questo senso.

      Nell'alfabeto bizantino, per scrivere "666" si scrive "ΧΧΣ". Questa sigla si scioglie in questa frase: ΧΡΙΣΤΟΣ ΧΩΡΙΣ ΣΤΑΥΡΟ. Ossia: Cristo senza croce.

      Cristo si è manifestato come Dio, con parole e opere magnifiche. Ma ha anche detto di prendere la croce e seguirlo perché nel Cristianesimo non si può pretendere il Paradiso senza sforzo.

      L'Anticristo, viceversa, si manifesterà grandiosamente ma non chiederà croce alcuna e siccome molti sono dei bambini un poco pigri farà inevitabilmente presa.

      Paradosi

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    3. Cristo senza Croce = annullamento del digiuno eucaristico, annullamento delle quattro tempora, annullamento del rigore quaresimale, annullamento della tensione ascetica...... E' la Chiesa conciliare!!

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    4. Al di là.

      Un grazie infinite al Sig.r Paradossi. Tra le tante spiegazioni che sciolgono il significato della cifra "666", quella da Lui fornita mi ha letteralmente fulminato.
      Grazie.

      Al di là.

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    5. Al di là.

      Chiedo umilmente al Sig. Paradosi di scusarmi.
      Nella fretta di digitare le lettere alla tastiera, mi sfugge sempre di battere "paradossi".
      Sorry.

      Al di là.

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    6. E se uno fosse già sorto e...già passato?
      CVCRCI

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  16. Grazie ancora Paradosi delle tue analisi che ci fanno riflettere ed illuminano su come percorrere il vero cammino cattolico.

    So che è compito non facile quello di mettere in chiaro ed in sintesi quanto uno ha approfondito negli anni.
    Ma ti valga e rincuori il fatto che qui trovi chi ti legge e ascolta le tue considerazioni che ,se pur ovvie, sono ormai rare a trovarsi visto che l'ovvio ora è appannaggio di pochi!

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  17. E' sparito un mio commento: provo a ricostruirlo. Sono d'accordo con Paradosi riguardo al rapporto diretto fra Dio e il fedele: la mia precedente cautela era dovuta allo scrupolo di un fraintendimento in senso luterano. Quanto al 666 bizantino invece, per quanto di grande interesse spirituale, la spiegazione mi sembra francamente lambiccata e comunque tardiva. A me risultava che nel greco ellenistico il 666 si scrivesse : Chi, Xi, Stigma. Le prime due lettere di Stauròs si possono anche condensare con Stigma, ma questa mi pare un'operazione artificiosa e ideologica, non rispondente alla lettera del testo scritturale che raccomanda esplicitamente il riferimento all'umanità, forse personale e materiale della bestia apocalittica, espressa con un triplice 6, che indica difetto, falsità, scarsità rispetto alla pienezza del 7 non raggiunto, come pure l'umanità creata al sesto giorno della settimana primordiale. Se il numero non indica con lettere greche o ebraiche il nome del futuro anticristo, allora preferisco pensare ai 666 talenti d'oro, citati dal Primo Libro dei Re 10,14 e dal Secondo Libro delle Cronache 9,13, che ci conducono decisamente alla dimensione finanziaria del dominio mondiale dell'Anticristo, come già ora comincia a delinearsi.

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    1. Gentile Michele,

      avevo ben capito che il suo fosse uno scrupolo derivante dall'eresia luterana.

      Ma se assieme saliamo sulla "macchina del tempo" e andiamo prima e molto prima di lutero (per fare questo basta leggere con attenzione gli scritti patristici e ascetici) ci rendiamo conto che Lutero ha obbligato il mondo cattolico - che ha agito per difesa e reazione ben comprensibile - a guardare con diffidenza la mistica cristiana in quanto equivocabile con un soggettivismo che poteva attentare alla funzione di garante che si riserva la Chiesa gerarchica.

      La prigionia subita da san Giovanni della Croce rientra proprio in questa paura: si temeva che il mistico volesse sostituirsi alla funzione magisteriale della Chiesa cattolica.
      Perciò i mistici in epoca barocca, scrisse un giorno uno storico, erano visti addirittura peggio dei luterani.

      Credo bene, dunque, che questo peso storico rimanga ancora oggi e, le ribadisco, in parte lo giustifico pure: chi è stato scottato dall'acqua calda ha paura pure della fredda!

      Ma nel caso di san Massimo non era così, non lo era assolutamente.
      Quello che manca a Lutero e che san Massimo ha, ad esempio, è la coscienza ecclesiale. Lutero ha solo una coscienza individualista, non la coscienza ecclesiale che comporterebbe l'adesione totale e completa alla tradizione, nel pensiero e nella vita.

      Ed è grazie a questo che san Massimo rappresenta in se stesso la Chiesa cattolica quando quasi tutta la Chiesa è divenuta eretica! L'aspetto mistico di san Massimo gli permette di sentire "a naso" tutto questo e di orientarsi di conseguenza. Tra il rapporto personale con Dio di san Massimo e quello di Lutero ce ne corre, dunque!

      Quando mons. Lefebvre si erge contro il concilio lo fa con una coscienza simile, non con una coscienza individualistica. E, infatti, i conciliari che equivocano finiscono per dire: "Voi che siete nemici dei protestanti alla fine fate come loro perché vi sostituite al magistero". Confondono la coscienza ecclesiale per la coscienza individualistico-luterana. Ma uno tradizionalista queste cose non le può fare altrimenti come può rendere ragione delle sue fondatissime scelte??

      Per quanto riguarda l'interpretazione del 666 ho riferito mentalmente quanto mi è stato detto. Non sono dogmi per cui ognuno è libero di dare la sua interpretazione. Quello che è certo è che il rifuggire dalla croce è una caratteristica anticristica e fa impressione come la Chiesa conciliare si sia totalmente prostrata e preparata in tal senso.

      Paradosi

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    2. Mi scuso con Michele per la sparizione del suo post...
      era anche successo giorni fa con un post di Patrizia...

      Il fatto è che google ha modificato la veste e la struttura delle pagine interne di gestione del glob: almeno prima alcuni articoli potevano essere recuperati nella pagina interna degli spam (dove finivano per uno strano procedimento automatico di filtro spam), adesso invece scompaiono del tutto... :(

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  18. Sant'Agostino diceva che colui che non avevavno nessun dono li possedeva, in Verità, tutti in quelli dei suoi fratelli, così mi sento leggendo i vostri commenti.
    Deo Gratias!
    CVCRCI

    Che sono troppo sentimentale?
    Rigurgidi carismatici, perdonatemi!

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    1. No, Stef,
      non sei né sentimentale, né soggetto a rigurgici carismatici: questo è puro sentimento cattolico, che quando non si impone come baricentro della vita di fede, non degenera in "sentimentalismo", ma resta santo sentimento di lode e di grazie a Dio per il dono della "Comunione dei santi".
      E di questo, come anche del fatto di avere un cuore fatto ad immagine di quello di Dio, non possiamo che gioire. :))

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  19. Grazie, Paradosi: è stato chiarissimo.

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