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domenica 26 febbraio 2012

Farebbero bene a pregare e offrire sacrifici per uscire dalla comunione con le Gerachie moderniste post-Conciliabolo, che stanno distruggendo la fede di milioni di persone...

I cattivi "amici" sono più pericolosi dei demoni

La vita dell'uomo sopra questa terra, è una battaglia ha detto il santo Giobbe; non tanto materiale, per le croci e per le preoccupazioni della vita, quanto spirituale, per gli assalti che continuamente subisce la nostra anima. E necessario che noi non ci troviamo impreparati, nella terribile lotta che deve glorificare Dio nei nostri cuori e che deve formare il nostro merito nel Cielo. [...] Il demonio non è il solo a tentarci; si è associato nella lotta quello che è suo, e spesso è più pericolosa la lotta che viene dai suoi affiliati. Il mondo, con le sue seduzioni e con le sue menzogne, la carne con le sue pretese e con la sua sete di desideri materiali e di piaceri, sono nemici ugualmente pericolosi. Temiamo anzi di più i demoni visibili e viventi, perché essi ci fanno minore spavento e più facilmente ci seducono. Le occasioni pericolose, i cattivi amici, quelli che ci lusingano con un falso amore, quelli che c'ingannano con false dottrine, quelli che ci strappano dalla fede della Chiesa, sotto pretesto di darci un regno pieno di gloria e di felicità, sono tutti demoni peggiori di quelli dell'abisso infernale! Quante volte i cattivi non ci ripetono: Ti darò ogni bene, se cadendo mi adorerai? Lo ripete il libertino alla povera fanciulla imprudente, lo ripete la donna all'uomo inesperto, lo ripetono i settari, i massoni, i socialisti, gli anticlericali a quelli che vogliono ingannare!...

[...] non dobbiamo credere che il demonio per tentarci debba comparirci sensibilmente. Quei desideri perfidi, quei fantasmi impuri, quelle illusioni pericolose, sono suggestioni diaboliche che bisogna cacciare da noi prontamente; non diamo spazio da parte nostra, a miserie, turbando lo spirito con i romanzi, con i teatri, con gli spettacoli, con i balli, con le conversazioni licenziose; desideriamo solo Dio, amiamo solo Dio, serviamo a Lui solo fedelmente e la nostra vittoria sarà sicura e degna della corona immortale!
[Don Dolindo Ruotolo, “Vita di N. S. Gesù Cristo”, Apostolato Stampa]
 
 http://www.fssp.org/objet/Imax0.jpg
Offrendo la nostra Quaresima per l'Unità Cattolica
In questo tempo quaresimale, alcuni tra i nostri amici hanno preso l'iniziativa di offrire le loro lotte e sacrifici per la riconciliazione e l'unità tra tutti i cattolici.

In un momento in cui il dialogo tra la Fraternità San Pio X e la Santa Sede raggiunge un punto decisivo per il futuro, il Distretto di Francia [della FSSP] incoraggia i suoi amici a raddoppiare il loro fervore nella preghiera.
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INTERESSANTE RICHIESTA DA PARTE DI CHI E' SCESA A PATTI CON LE NEFANDEZZE CONCILIARI, pregare affinche la Fraternità San Pio X faccia la loro scellerata scelta di stare con i piedi in due staffe, L'ERESIA E L'ORTODOSSIA. Chiaramente bisogna pregare per l'unità della chiesa ma solo della chiesa Cattolica Apostolica Romana che professa la fede integrale secondo l'ortodossia delgi Apostoli professata per 1958 anni, quindi noi pregheremo affinche i Gerarchi della "nuova Chiesa Conciliare" rigettino tutte le riforme conciliari che rigettano tale fede, inoltre pregheremo affinche la Comunità San Pietro esca dal suo stato di ipocrita compromesso con gli assassini della fede che oggi governano la chiesa di Roma, difatti tutte le altre professioni di fede cosidette cristriane sono false ed eretiche.
Ora per comprendere meglio una di queste scelte ipocrite parleremo brevemente dell'inità della Chiesa Apostolica Romana parlando della Messa detta UNA CUM:

L’anziano Arcivescovo Marcel Lefebvre ebbe a scrivere in modo pertinente il 29 giugno 1976, in occasione della sospensione a divinis comminatagli da Paolo VI, la riflessione:
“Che la Chiesa Conciliare è una Chiesa scismatica, perché rompe con la Chiesa Cattolica quale è sempre stata. Essa ha i suoi nuovi dogmi, il suo nuovo sacerdozio, le sue nuove istituzioni, il suo nuovo culto, tutti già condannati dalla Chiesa in molti documenti, ufficiali e definitivi.
“Questa Chiesa Conciliare è scismatica, perché ha preso per base per il suo aggiornamento, principi opposti a quelli della Chiesa Cattolica, come la nuova concezione della Messa espressa ai numeri 5 della Prefazione al [decreto] Missale Romanum e 7 del suo primo capitolo, che attribuisce all’assemblea un ruolo sacerdotale che non può esercitare; come similmente il naturale — vale qui a dire divino — diritto di ogni persona e di ogni gruppo di persone alla libertà religiosa.
“Questo diritto alla libertà religiosa è blasfemo, perché attribuisce a Dio scopi che distruggono la Sua Maestà, la Sua Gloria, la Sua Regalità. Questo diritto implica libertà di coscienza, libertà di pensiero, e tutte le libertà massoniche.
“La Chiesa che afferma tali errori è al tempo stesso scismatica ed eretica. Questa Chiesa Conciliare è, pertanto, non cattolica. Nella misura in cui Papa, vescovi, preti e fedeli aderiscono a questa nuova Chiesa, essi si separano dalla Chiesa Cattolica.”
 
 Elevation of the Host
 Cosi' recita il Vetus Ordo sulla Messa detta Una Cum...

per la Chiesa

...allargate le mani In primis, quæ tibi offérimus pro Ecclésia tua sancta cathólica: quam pacificáre, custodíre, adunáre et régere dignéris toto orbe terrárum: una cum fámulo tuo (inchina il capo al nome del Papa e, quando è presente, del Vescovo) Papa nostro N.…, et Antístite nostro N. (a Roma: una cum fámulo tuo Papa nostro N.) et ómnibus orthodóxis, atque cathólicæ, et apostólicæ fidei cultóribus...

  I cardinali Ottaviani e Bacci, sottoscrivendo il “Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae”, denunciavano come quel rito rappresenti “un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino”, concludendo che “è evidente che il Novus Ordo non vuole più rappresentare la fede di Trento”...

Eccone un esempio...

 

 Invece cosi' recita, sul punto dell'Una Cum, il modernista Novus ordo Missae nei suoi nuovi canoni, in cui è stato eliminato questo essenziale passaggio: "et ómnibus orthodóxis, atque cathólicæ, et apostólicæ fidei cultóribus" ...

...Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo. Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: rendila perfetta nell'amore in unione con il nostro Papa N., il nostro Vescovo N., e tutto l'ordine sacerdotale...

Nella Preghiera Eucaristica 1 si nota che la traduzione dal latino contirne un omissione che è questa: "et ómnibus orthodóxis" quindi non viene più citata la comunione con tutti colore della gerarchia che professano una Fede cattolica trasmessa dagli Apostoli che sia sigillata, questa comunione, dall'ortodossia...
PREGHIERA EUCARISTICA I
...Padre clementissimo, noi ti supplichiamo e ti chiediamo per Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, di accettare questi doni, di benedire queste offerte, questo santo e immacolato sacrificio. Noi te l'offriamo anzitutto per la tua Chiesa santa e cattolica, perché tu le dia pace e la protegga, la raccolga nell'unità e la governi su tutta la terra, con il tuo servo il nostro Papa …., il nostro Vescovo … e con tutti quelli che custodiscono la fede cattolica, trasmessa dagli Apostoli...

 Quindi l'intento è chiaro, gli eretici promulgatori del Novus Ordo Missae intandevano, e ci sono riusciti, creare un rito che mettesse daccordo gli eretici scismatici con il pregare con della nuova Chiesa Conciliare, difatti il nuovo rito si può definire a tutti gli effetti un rito ecumenico, quello falso ed eretico professato dal Concilio Vaticano II e da tutti i Pontefici che riconoscono le nuove riforme che puzzano di eresia.  
Gli stessi eretici protestanti, sulla nuova messa, hanno dichiarato:

Paolo VI con i 6 protestanti che hanno cambiato la Messa....




Il 10 maggio 1970, in occasione dell'udienza concessa ai sei pastori protestanti che hanno collaborato all'elaborazione delNovus Ordo Missæ, Paolo VI, parlando del loro contributo ai lavori del Consilium liturgico, ebbe a dire: ...Vi siete particolarmente sforzati di dare più spazio alla Parola di Dio contenuta nella Sacra Scrittura; di apportare un più grande valore teologico ai testi liturgici, affinché la “lex orandi” (“la legge della preghiera”) concordi meglio con la “lex credendi” (“la legge della fede”)... (cfr. R. Coomaraswamy, Les problèmes de la nouvelle messe, Editions L'Age d'Homme, Losanna 1995, pag. 36). Non si capisce proprio come dei protestanti che negano la Presenza Reale di Nostro Signore Gesù Cristo nell'Eucarestia, l'essenza sacrificale della Messa, il sacerdozio ministeriale, la mediazione universale di Maria SS.ma e dei Santi, e altre verità di fede possano aver apportato «un più grande valore teologico ai testi liturgici...
“... adesso si ha la sensazione che sia
la traduzione di un servizio protestante”
(J. Guitton - 1998)

Considerando la riforma liturgica della Messa, imposta dal Papa Paolo VI a tutta la Chiesa latina negli anni 70, Jean Guitton, modernista e massone, ha fatto, tra altre, le seguente affermazione:
1 – “Prima del concilio la Messa era la Messa. Evidentemente in latino, non ci capiva niente, ma si aveva l’impressione (impressione???) che fosse la Messa. Mentre adesso si ha la sensazione che sia la traduzione di un servizio protestante. Dal mio punto di vista, la riforma della liturgia così come l’ha voluta il concilio (Vaticano II) era buona; certo non voleva che la Messa, l’Eucaristia, fossero sacrificate, né sopratutto ridotte a quello che i protestanti fanno durante la loro cerimonia, che chiamamo la cena. Per esempio, quando si è deciso che il sacerdote non dicesse la messa rivolto all’altare, volgendo le spalle ai fedeli, ma di fronte loro, è stata compiuta una riforma decisiva che ha veramente turbato mlti cristiani. Con ragione (Con ragione???) — perché i fedeli comprendessero — si è voluto celebrare la liturgia nella lingua comune, ma senza volontà di abolire il sacro. Oggi, praticamente, l’Eucaristia non ha più il carattere sacro, serio e divino che aveva in passato. (...)”.
J. Guitton con Francesca Pini, L’infinito in fondo al cuore, Ed. Mondadori, Milano, 1998, p. 103. Il grosseto è nostro).

 "Uno dei frutti del nuovo "Ordo" sarà forse che le comunità non cattoliche potranno celebrare la santa cena con le stesse preghiere della Chiesa cattolica. Teologicamente è possibile" (Max Thurian, della Comunità protestante di Taizè:"La Croix", 30.5.1969).

"Il movimento liturgico di ambito universale, che ha luogo attualmente nella Chiesa Romana, costituisce uno sforzo tardivo per promuovere una partecipazione attiva e intelligente del laicato alla Messa, in modo che i fedeli si possano giudicare "celebranti" con il sacerdote" (Luther D. Reed, The lutheran liturgy, p.234).

"Adesso, nella Messa rinnovata, non c'è niente che possa veramente turbare il cristiano evangelico" (Siegevalt, Professore di Dogmatica nella Facoltà protestante di Straburgo. "Le Monde", 22.11.1969).

"Le nuove preghiere eucaristiche cattoliche hanno abbandonato la falsa prospettiva di un sacrifìcio offerto a Dio" ("La Croix", 10.12.1969; sono parole che Jean Guitton ha detto di aver letto in una rivista protestante molto apprezzata)

"Se si prende in considerazione l'evoluzione decisiva della liturgia eucaristica cattolica, la possibilità di sostituire il canone delle Messa con altre preghiere liturgiche, l'allontanamento dall'idea secondo la quale la Messa sarebbe un sacrificio, la possibilità di comunicare sotto le due specie, non ci sono più ragioni per le chiese della Riforma di proibire ai loro fedeli di prendere parte all'Eucaristia della Chiesa Romana" (Roger Mehl, protestante, in "Le Monde", 10.9.1970).

"Date le forme attuali della celebrazione eucaristica nella Chiesa Cattolica e in ragione delle convergenze teologiche presenti, molti ostacoli che avrebbero potuto impedire ad un protestante di partecipare alla sua celebrazione eucaristica sembrano essere in via di scomparire. Dovrebbe essere possibile, oggi, a un protestante, riconoscere nella celebrazione eucaristica cattolica la cena istituita dal Signore(...). Noi ci atteniamo all'utilizzazione delle nuove preghiere eucaristiche nelle quali noi ci ritroviamo e che hanno il vantaggio di sfumare la teologia del sacrifìcio che avevamo l'abitudine di attribuire al cattolicesimo. Queste preghiere ci invitano a trovare una teologia evangelica del sacrifìcio". (Brano tratto da un documento emanato dal Concistoro superiore della Confessione di Augsbubrg e della Lorena, dell'8.12.1973, pubblicato in "L'Eglise en Alsace", numero di gennaio 1974).

"La maggior parte delle riforme desiderate da Lutero, esistono d'ora innanzi nell'interno stesso della Chiesa Cattolica''(...). "Perché non riunirsi?" (Seppo A. Teinonen, teologo luterano, professore di Dogmatica nell'Università di Helsinki, giornale "La Croix" del 15.5.1972).

Julien Green, anglicano convertito, nella sua opera "Ce qu'il faut d'amour à l'homme" p.135, da la sua testimonianza: "La prima volta che ho sentito la Messa in francese, ho avuto difficoltà a credere che si trattasse di una Messa Cattolica. Soltanto la Consacrazione mi ha tranquillizato, malgrado fosse, parola per parola, simile alla consacrazione anglicana".
Nello stesso libro, l'Autore racconta l'impressione che lui e sua sorella hanno avuto davanti a una Messa teletrasmessa: è sembrata loro un'imitazione grottesca dell'ufficio anglicano. Alla fine, egli ha domandato a sua sorella: "Perché mai ci siamo convertiti?"
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 Papa Leone XIII nel suo Motu Proprio del 25 settembre 1888, quando scrisse l’invocazione a S. Michele:
Questi astutissimi nemici hanno riempito e inebriato di fiele e amarezza la Chiesa, la sposa dell’Agnello immacolato, e hanno messo empie mani sulle sue più sacre proprietà. Nello stesso Luogo Santo, dove fu posta la Sede del beatissimo Pietro e la Cattedra di Verità per la luce del mondo, hanno elevato il trono della loro abominevole empietà, con l’iniquo disegno che quando il Pastore sia stato colpito, il gregge venga disperso.”
In definitiva questi signori del nulla hanno omesso dal canone, per farlo professare dal Sacerdote celebrante della nuova messa, di stare in comunione col Papa e il Vescovo locale che professano la Dottrina Ortodossa degli Apostoli professata per 1958 anni . Ben sapevano che se le gravi parole per la fedeltà all'ortodosia fossero rimaste, la cosidetta comunione di fede con i Pontefici e Vescovi Post Conciliabolo  sarebbe stata impossibile, quindi  attuare tale comunione, nell'ortodossia, avrebbe annullato di fatto il loro intento di creare una Messa ecumenica.
Ora ci si pongono gravi interrogativi:
  1. Si può stare in comunione con chi professa pubblicamente il falso Ecumenismo?
  2. si può stare in comunione con chi professa le eresie della Libertà Religiosa?
  3. Si può stare in comunione con chi professa l'eresia della Collegialità?
  4. Si può stare in comunione con chi approva e sostiene l'eresia appoggiando le sette eretiche, come il CAMMINO NEOCATECUMENALE?
  5. Si può stare in comunione con chi celebra il rito della nuova messa che: "rappresenta “un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino”, concludendo che “è evidente che il Novus Ordo non vuole più rappresentare la fede di Trento” (Bacci e Ottaviani)"...
La risposta a questa domanda è chiaramente una sola, NON SI PUO' ASSOLUTAMENTE STARE IN COMUNIONE CON CHI PROFESSA TALI NEFANDEZZE.
Chiaramente si pone il problema di non diventare SEDEVACANTISTI quindi si può stare in comunione coi pontefici che professano integralmente la Dottrina Cattolica di 1958 anni dei sucessori degli Apostoli e rigettare tale comunione quando i Pontefici e i Vescovi professano una fede contraria a tale principio, CHE è L'ORTODOSSIA.
Quindi la Comunità San Pietro farebbe bene a pregare e offrire sacrifici affinchè esca dal suo stato di ipocrita compromesso con le Gerarchie che hanno minato la fede di milioni di persone... 


La Voce magisteriale che si volge alle coscienze
Pio XII, Radio-messaggio 23.3.52: “Vorremmo parlare di ciò che vi è di più profondo e intrinseco nell’uomo: la sua coscienza. Vi siamo indotti dal fatto che alcune correnti del pensiero moderno cominciano ad alterarne il concetto e a impugnarne il valore. Tratteremo dunque della coscienza in quanto oggetto della educazione. La coscienza è come il nucleo più intimo e segreto dell’uomo. Là egli si rifugia con le sue facoltà spirituali in assoluta solitudine: solo con se stesso, o meglio, solo con Dio – della cui voce la coscienza risuona – e con se stesso. Là egli si determina per il bene o per il male;… con essa si presenterà al giudizio di Dio. La coscienza è quindi, per dirla con una immagine tanto antica quanto degna, un άδυτον un santuario, sulla cui soglia tutti debbono arrestarsi; … geloso santuario, di cui Dio stesso vuole custodita la segretezza col sigillo del più sacro silenzio”.
Educazione della coscienza? “Occorre rifarsi ad alcuni concetti fondamentali della dottrina cattolica per ben comprendere che la coscienza può e dev’essere educata. Il divin Salvator ha arrecato all’uomo ignaro e debole la sua verità e la sua grazia: la verità per indicargli la via che conduce alla sua meta; la grazia per conferirgli la forza di poterla raggiungere. Percorrere quel cammino significa, nella pratica, accettare il volere e i comandamenti di Cristo, e conformare ad essi la vita, cioè i singoli atti, interni ed esterni, che la libera volontà umana sceglie e fissa. Ora qual è la facoltà spirituale, che nei casi particolari addita alla volontà medesima, affinché scelga e determini, gli atti che sono conformi al volere divino, se non la coscienza? Essa è dunque eco fedele, nitido riflesso della norma divina delle umane azioni. Sicché le espressioni, quale «il giudizio della coscienza cristiana», o l’altra «giudicare secondo la coscienza cristiana», hanno questo significato: la norma della decisione ultima e personale per un’azione morale va presa dalla parola e dalla volontà di Cristo. Egli è infatti via, verità e vita, non solo per tutti gli uomini presi insieme, ma per ogni singolo [Gv 14, 6]: è tale per l’uomo maturo, è tale per il fanciullo ed il giovane. Contro questa dottrina, incontrastata per lunghi secoli, emergono ora difficoltà ed obiezioni che occorre chiarire. Come della dottrina dommatica, così anche dell’ordinamento morale cattolico si vorrebbe istituire quasi una radicale revisione per dedurne una nuova valutazione. Il passo primario, o per dir meglio il primo colpo all’edificio delle norme morali cristiane, dovrebbe essere quello di svincolarle – come si pretende – dalla sorveglianza angusta e opprimente dell’autorità della Chiesa, cosicché, liberata dalle sottigliezze sofistiche del metodo casistico, la morale sia ricondotta alla sua forma originaria e rimessa semplicemente alla intelligenza e alla determinazione della coscienza individuale.
“Il divin Redentore ha consegnato la sua Rivelazione, di cui fanno parte essenziale gli obblighi morali, non già ai singoli uomini, ma alla sua Chiesa, cui ha dato la missione di condurli ad abbracciare fedelmente quel sacro deposito. Parimente la divina assistenza, ordinata a preservare la Rivelazione da errori e da deformazioni, è stata promessa alla Chiesa, e non agli individui… Come è dunque possibile conciliare la provvida disposizione del Salvatore, che commise alla Chiesa la tutela del patrimonio morale cristiano, con una sorta di autonomia individualistica della coscienza?
Questa, sottratta al suo clima naturale, non può produrre che venefici frutti, i quali si riconosceranno al solo paragonarli con alcune caratteristiche della tradizionale condotta e perfezione cristiana, la cui eccellenza è provata dalle incomparabili opere dei Santi. La «morale nuova» afferma che la Chiesa, anzi che fomentare la legge della umana libertà e dell’amore, e d’insistervi quale degna dinamica della vita morale, fa invece leva, quasi esclusivamente e con eccessiva rigidità, sulla fermezza e la intransigenza delle leggi morali cristiane, ricorrendo spesso a quei « siete obbligati », «non è lecito »…

2 commenti:

  1. BlaisePascal
    Dagli amici mi guardi Iddio, ché dai nemici mi guardo io.

    citazione:[“Questo diritto alla libertà religiosa è blasfemo, perché attribuisce a Dio scopi che distruggono la Sua Maestà, la Sua Gloria, la Sua Regalità. Questo diritto implica libertà di coscienza, libertà di pensiero, e tutte le libertà massoniche.
    “La Chiesa che afferma tali errori è al tempo stesso scismatica ed eretica. Questa Chiesa Conciliare è, pertanto, non cattolica. Nella misura in cui Papa, vescovi, preti e fedeli aderiscono a questa nuova Chiesa, essi si separano dalla Chiesa Cattolica.”]



    ...e come non dar ragione a Mons. R.Williamson!

    http://www.tradizione.biz/forum/viewtopic.php?f=2&t=20482

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  2. La Chiesa conciliare non è la Chiesa Cattolica. Punto e fine.

    Paradosi

    RispondiElimina

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