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lunedì 20 settembre 2010

Proviamo ad immaginare se Monsignor Lefebvre scrivesse a Benedetto XVI...

 Cosi' il Papa, ai Vescovi inglesi, prima di congedarsi dall'Inghilterra:

[..] Infine vorrei parlarvi di due materie specifiche che riguardano in questo tempo il vostro ministero episcopale. Una è l’imminente pubblicazione della nuova traduzione del Messale Romano. In questa circostanza desidero ringraziare tutti voi per il contributo dato, con così minuziosa cura, all’esercizio collegiale nella revisione e nell’approvazione dei testi. Ciò ha fornito un immenso servizio ai cattolici di tutto il mondo anglofono. Vi incoraggio a cogliere l’occasione che questa nuova traduzione offre, per una approfondita catechesi sull’Eucaristia e per una rinnovata devozione nei modi in cui essa viene celebrata. “Quanto più viva è la fede eucaristica nel popolo di Dio, tanto più profonda è la sua partecipazione alla vita ecclesiale che Cristo ha affidato ai suoi discepoli” (Sacramentum caritatis, 6). L’altro punto lo sollevai in febbraio con i Vescovi dell’Inghilterra e del Galles, quando vi chiesi di essere generosi nel porre in atto la Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus. Questo dovrebbe essere considerato un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici. Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali, serve da arricchimento per noi tutti.  Continuiamo a pregare e ad operare incessantemente per affrettare il lieto giorno in cui quel traguardo potrà essere raggiunto.[..]

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Noi intendiamo vero Ecumenismo proprio cio' che ha fatto il Beato John Henry Newman, cioè l'abiura del passato per diventare "Cattolico Romano integrale" e non un Ecumenismo che parte dal principio che chi non è cattolico ,ma appartenente a sette eretiche e scismatiche, come gli Anglicani, abbiano delle cosidette ricchezze da scambiare con la Chiesa Cattolica, che noi riteniamo inesistenti, proprio partendo dal principio che queste realta' separate dalla Chiesa di Roma sono eretiche e scismatiche, quindi questo principio espresso dal papa non fa' altro che seguire il Pensiero dottrinario del concilio Vaticano II sul non ritorno da convertiti veri alla Chiesa Cattolica, pensiero peraltro portato avanti anche nei confronti delle altre false religioni diverse dalla Chiesa Cattolica. Si e' fatta la Beatificazione di un grande convertito ma non se ne' segue l'esempio...

Per quanto riguarda la cosidetta "nuova traduzione del Messale modernistico del modernista Paolo VI" abbiamo gia' scritto in passato sul fatto che il Messale ad oggi in uso nella nuova Chiesa Conciliare è simile al messale degli eretici e scismatici Anglicani:

Il Concilio Vaticano II: Il Concilio dei Papi e Vescovi modernisti...E il fondamento liturgico degli Anglicani, recentemente rientrati, nella nuova Chiesa Conciliare...

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TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE e anniversario della morte di Paolo VI il Papa che ha cambiato profondamente la Chiesa...

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Per parlare di questo fondamentale problema che ha cambiato la "Lex Orandi e la Lex Credendi" non basterebbero fiumi di inchiostro, quindi proviamo ad immaginare se la lettera che Monsignor Lefebvre scrisse a Giovanni Paolo II fosse stata scritta all'attuale Papa:

 

http://radiocristiandad.files.wordpress.com/2007/05/opr02skj.jpg

Santo Padre,
oggi stesso il giornale parigino Le Figaro, titola in prima pagina a caratteri cubitali: Il Papa denuncia l’oppressione delle coscienze nel suo messaggio Urbi et Orbi del 4 aprile 1983. Certamente è in ragione di quella oppressione delle coscienze, esercitata in maniera inconcepibile all’interno della Chiesa, che voi prevedete un decreto per autorizzare l’antico rito romano della Messa. Non è infatti una oppressione iniqua il togliere ai sacerdoti il rito della loro Messa di ordinazione e costringerli, sotto pena di sospensione, ad adottare un nuovo rito alla cui istituzione hanno partecipato sei pastori protestanti?
E’ ai piedi del Crocifisso che vi rispondo, santo Padre, unito a tutti i vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli che hanno subito un vero martirio morale per l’imposizione forzata di questa riforma liturgica. Quante lacrime, quanto dolore, quante morti premature di cui sono responsabili coloro che hanno indebitamente imposto questi cambiamenti operati unicamente in nome di un ecumenismo aberrante. Per questo la mia risposta concernente il paragrafo del nuovo Ordo Missae è negativa.
Gli autori stessi della riforma hanno affermato che il suo scopo era “ecumenico”. Cioè destinato a sopprimere, senza toccare alla dottrina, ciò che dispiace ai nostri “fratelli separati”. Ma è evidente che ciò che dispiace ai nostri “fratelli separati” è la dottrina della Messa cattolica. Per dar loro soddisfazione si ha istituito una messa equivoca, ambigua, in cui la dottrina cattolica è stata evacuata. Come allora poter pensare che questa diminuzione delle fede sia stata ispirata dallo Spirito Santo? La definizione stessa della Messa, anche quella poi corretta dell’articolo 7 dell’Istituzione, mostra con evidenza questa diminuzione e anche falsificazione della dottrina. L’uso di questa messa ecumenica fa acquisire una mentalità protestante, indifferentista, che mette tutte le religioni sullo stesso piano, come lo fa la dichiarazione sulla libertà religiosa avente per base dottrinale i diritti dell’uomo, la dignità umana male intesa, condannata da San Pio X nella sua lettera sul Sillon.
Le conseguenze di questo spirito, diffuso all’interno della Chiesa sono deplorevoli e rovinano la vitalità spirituale della Chiesa. In coscienza noi non possiamo che allontanare i sacerdoti ed i fedeli dall’uso di questo nuovo Ordo Missae, se desideriamo che la fede cattolica integrale rimanga ancora viva. Quanto al primo paragrafo che concerne il concilio, accetto volentieri di firmarlo nel senso che la Tradizione è il criterio di interpretazione dei documenti, (ciò che è d’altra parte il senso della nota del concilio riguardo all’interpretazione dei testi), poiché è evidente che la Tradizione non è compatibile con la dichiarazione sulla libertà religiosa, secondo gli esperi stessi come i reverendi padri Congar e Meuret.
Così noi non vediamo altre soluzioni a questo problema che primo: sia accordata la libertà di celebrare secondo il rito antico in maniera conforme all’edizione dei libri liturgici di Papa Giovasnni XXIII. Secondo: la riforma del nuovo Ordo Missae per rendergli una espressione manifesta dei dogmi cattolici della realtà dell’atto sacrificale, della presenza reale per una adorazione più manifesta, della distinzione chiara del sacerdozio del prete e di quello dei fedeli e della realtà propiziatoria del sacrificio. Terzo: una riforma delle affermazioni o espressioni del concilio che sono contrarie al magistero officiale della Chiesa specialmente nella dichiarazione sulla libertà religiosa, nella dichiarazione sulla Chiesa e il mondo, nel decreto sulle religioni non cristiane ecc.
E’ vitale per la Chiesa affermare, tramite il sacrificio della Messa che vi è salvezza unicamente per il sacrificio di Nostro Signore, solo Salvatore, solo Sacerdote, solo Re. La religione cattolica è la sola vera le altre religioni sono false e trascinano le anime nell’errore e al peccato. Solo la religione cattolica è stata fondata da Nostro Signore Gesù Cristo quindi non ci si può salvare che per essa. Da ciò si deduce la necessità per tutte le anime di un battesimo valido e fruttuoso che le renda membra del Corpo Mistico di Nostro Signore. Da ciò proviene l’urgenza della Regalità Sociale di Nostro Signore iscritta nelle costituzioni per proteggere le anime cattoliche contro i pericoli dell’errore e del vizio e favorire le conversioni per la salvezza delle anime.
Ora queste verità sono ormai implicitamente negate o contraddette dal concilio Vaticano II, con la più grande soddisfazione dei nemici della Chiesa. E’ urgente, Santo Padre, rimettere in onore queste verità poiché sono la sostanza stessa e la ragion d’essere della Chiesa, la ragion d’essere del sacerdozio, dell’episcopato, del successore di Pietro. Santo Padre, non ho che un desiderio che ha animato tutta la mia vita ed è quello di lavorare per la salvezza delle anime nella più perfetta sottomissione al successore di Pietro, secondo la fede cattolica che mi è stata insegnata nella mia infanzia e a Roma, nella città eterna. Mi è quindi impossibile firmare qualunque cosa porti pregiudizio a questa fede. Come è il caso per il falso ecumenismo e la falsa libertà religiosa. Voglio vivere e morire nella fede cattolica, pegno della vita beata ed eterna.
he sua Santità si degni di credere ai miei sentimenti rispettosi e filiali.

 
Che tipo di risposta avrebbe ricevuto?
Avrebbe mai ricevuto una risposta, dato che il precedente Papa non ha risposto?

1 commento:

  1. Ah, non ha risposto Giovanni Paolo II ? Così ecumenico e sorridente sempre ! Ma...per caso due ex neocatecumenali che hanno scritto a papa Benedetto XVI lamentando la situazione di questa setta deleteria, ed esprimendo angoscia e turbamento per le anime che in quel modo sono deviate, hanno ricevuto risposta? No? E allora come si può pretendere che possa aver risposta un vescovo "scismatico" pieno di idee antiquate e "vetus-ordinistiche"? Nemmeno a lui si risponde, avanti così esaltando il crollo conciliare ma sorridendo come se tutto procedesse bene,incaricando la "setta" di procedere nell'"evangelizzazione" a suo modo,ogni tanto fornendo discorsi con chiave di lettura tradizionalista per raccogliere consensi, ma insistendo nella bontà conciliare. -Tirar a campar- mentre tutto crolla e la nave affonda...

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