Agli inizi del XVIII secolo, S. Luigi Grignion di Montfort († 1716) nella sua opera Trattato della vera devozione a Maria ripresenterà e perfezionerà la “schiavitù d’amore”, che consiste in una « perfetta e completa consacrazione di sé alla SS. Vergine…, o in altre parole in una perfetta rinnovazione dei voti e promesse del santo battesimo ». Egli intende introdurre nel cattolicesimo popolare del suo tempo, dimentico degli impegni battesimali, una devozione a Maria che superi il criterio delle pratiche per essere un atteggiamento e un modo per vivere responsabilmente la vita cristiana. Per il Montfort non si può restare cristiani per procura, ma occorre darsi a Cristo volontariamente e con cognizione di causa; la donazione a Maria si inserisce in questo progetto, quale elemento che « ci conforma, unisce e consacra perfettamente a Gesù Cristo ». Vivendo la consacrazione a Maria, facendo le proprie azioni per mezzo di Lei, con Lei, in Lei e per Lei, si cammina verso la maturità spirituale, nella purificazione del cuore dalle tendenze egoistiche, nell’assimilazione dello spirito e delle virtù di Maria e nell’unione con Dio. Maria infatti, rivolta essenzialmente verso gli uomini con la sua maternità spirituale, non cessa di essere « completamente relativa a Dio », colei che introduce nella santa libertà dei figli di Dio, « via facile e sicura per trovare Gesù Cristo » ed essere trasformati in Lui e per lasciarsi condurre dallo Spirito Santo. Il Trattato del Montfort, nascosto per oltre un secolo nel silenzio di un cofano secondo la previsione profetica del suo autore e ritrovato nel 1842, sosterrà in molti cristiani una spiritualità impegnata, pur suscitando alcune riserve circa qualche espressione, soprattutto per il termine schiavitù, usato per descrivere la consacrazione a Maria.
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Compagnia di Maria (Monfortani) (S.M.M.)
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Il testo dell'Atto di Consacrazione
Ma, ohimè ingrato e infedele che sono! Non ho mantenuto i voti e le promesse che ti ho fatto così solennemente nel santo Battesimo e non ho adempiuto ai miei obblighi. Non merito di essere chiamato tuo figlio e tuo schiavo. E siccome non c’è nulla in me che non meriti le tue ripulse e il tuo sdegno, non oso più avvicinarmi da solo alla tua santissima ed augustissima Maestà.
Ma ricorrerò all’intercessione della tua santa Madre, che mi hai assegnata come mediatrice presso di te: per mezzo suo spero di ottenere da te la contrizione e il perdono dei miei peccati, l’acquisto e la conservazione della Sapienza.
Ti saluto dunque, o Maria Immacolata, tabernacolo vivente della Divinità, in cui nascosta la Sapienza eterna vuol essere adorata dagli angeli e dagli uomini.
Io ti saluto, o Regina del cielo e della terra, al cui impero è sottomesso ogni suddito di Dio. Ti saluto, rifugio sicuro dei peccatori, la cui misericordia non mancò mai a nessuno. Esaudisci i desideri che ho della divina Sapienza e ricevi i voti e le offerte che la mia pochezza ti presenta.
Io N.N., peccatore infedele, rinnovo e riaffermo nelle tue mani i voti del mio Battesimo: rinunzio per sempre a Satana, alle sue vanità e alle sue opere, e mi dò interamente a Gesù Cristo, Sapienza incarnata, per portare dietro a lui la mia croce tutti i giorni della mia vita.
E affinché gli sia più fedele di quanto lo fui fin qui, io ti eleggo oggi, o Maria, alla presenza di tutta la corte celeste, per mia Madre e Padrona. Mi abbandono e consacro, come schiavo, il mio corpo e l’anima mia, i miei beni interiori ed esteriori, e il valore stesso delle mie azioni buone, passate, presenti e future, lasciandoti intero e pieno diritto di disporre di me e di quanto mi appartiene, senza eccezione, secondo il tuo beneplacito, per la maggior gloria di Dio nel tempo e nell’eternità.
Ricevi, o Vergine benigna, questa piccola offerta della mia schiavitù, in onore ed unione della sottomissione che la Sapienza eterna si compiacque avere alla tua maternità, in omaggio al potere che entrambi avete su questo miserabile peccatore, in ringraziamento dei privilegi di cui ti favorì la Santissima Trinità.
Dichiaro che d’ora innanzi io voglio, qual tuo vero schiavo, cercare il tuo onore e la tua obbedienza in ogni cosa.
O Madre ammirabile! presentami al tuo caro Figlio, in qualità d’eterno schiavo, affinché avendomi riscattato per mezzo tuo, per mezzo tuo mi riceva.
O Madre di Misericordia! concedimi la grazia di ottenere la vera sapienza di Dio e di mettermi nel numero di quelli che tu ami, ammaestri, guidi, nutri e proteggi come tuoi figli e tuoi schiavi.
O Vergine fedele, rendimi in tutte le cose un così perfetto discepolo, imitatore e schiavo della Sapienza incarnata, Gesù Cristo, tuo Figlio, affinché io giunga, per tua intercessione e a tuo esempio, alla pienezza della sua età sulla terra e della sua gloria in cielo. Amen
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