PAPA: COMUNIONE IN GINOCCHIO E IN BOCCA CONTRO APPIATTIMENTO MEGA MESSE
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 23 nov
La decisione di papa Benedetto XVI di amministrare la Comunione ai fedeli inginocchiati e solo direttamente in bocca non significa che ci sia qualcosa di sbagliato nel prendere l'ostia in mano, come avviene nella maggior parte delle chiese ogni domenica, ma vuole essere ''segnale forte'' contro l' ''appiattimento'' delle grandi ''celebrazioni di massa''.
A spiegare i motivi della sua decisione e' lo stesso pontefice nel libro-intervista con il giornalista Peter Seewald 'Luce del mondo', presentato oggi in Vaticano.
''Non sono contro la Comunione in mano per principio - spiega papa Ratzinger -, io stesso l'ho amministrata cosi' ed in quel modo l'ho anche ricevuta''.
Ma, aggiunge, ''facendo si' che la Comunione si riceva in ginocchio e che la si amministri in bocca, ho voluto dare un segno di timore e mettere un punto esclamativo circa la Presenza reale'' di Gesu' nell'ostia.
''Non da ultimo - prosegue - perche' proprio nelle celebrazioni di massa, come quelle nella Basilica di San Pietro o sulla piazza, il pericolo dell'appiattimento e' grande.
Ho sentito di persone che si mettono la Comunione in borsa, portandosela via quasi fosse un souvenir qualsiasi. In un contesto simile, nel quale si pensa che e' ovvio ricevere la Comunione - della serie: tutti vanno in avanti, allora lo faccio anch'io - volevo dare un segnale forte, deve essere chiaro questo: 'E' qualcosa di particolare! Qui c'e' Lui, e' di fronte a Lui che cadiamo in ginocchio. Fate attenzione! Non si tratta di un rito sociale qualsiasi al quale si puo' partecipare o meno'''.
Coloro che difendono questa abominevole pratica, (la Comunione sulla mano) dicono che anche con la pratica tradizionale di dare e ricevere la Comunione può succedere lo stesso. Sì, anche con la pratica tradizionale di dare la S. Comunione ed in altre circostanze, pure con tutta la diligenza e la prudenza del sacerdote cosciente, può succedere che qualche frammento di Ostia vada disperso, ma moralmente non è la stessa cosa. Può succedere anche di causare la morte di qualcuno per pura disgrazia, pure con tutta la prudenza e la diligenza usata per evitarlo, ma moralmente non è la stessa cosa che provocare la morte di qualcuno per gravissima negligenza; peggio poi, se la morte è certamente prevista e ciononostante, volere compiere l'azione che avrà effetto mortale.
Questo è un vero omicidio, mentre nella pura disgrazia non c'è colpa alcuna e non si può parlare di omicidio, né volontario né colposo. Non si può pertanto giustificare la volontà di uccidere o di provocare per grave negligenza la morte di qualcuno, dicendo poi che si può causare la morte anche per disgrazia. E non si può giustificare la profanazione del SS. Sacramento provocata dalla pratica della Comunione sulla mano, dicendo che tanto succede anche con la pratica tradizionale di dare e di ricevere la Comunione. C'è il peccato quando un'azione cattiva è compiuta con piena avvertenza e deliberato consenso: la Comunione sulla mano è un'azione cattiva per la profanazione del SS. Sacramento da essa provocata; è compiuta con piena avvertenza almeno dal sacerdote, che non ignora il fatto della caduta e della dispersione dei frammenti di Ostia sacra; ed è compiuta con deliberato consenso, perché la si vuole deliberatamente fare, benché sia, oltre tutto, perfettamente inutile. La pratica della Comunione sulla mano è, pertanto, gravissimo peccato e gravissimo sacrilegio.
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Paolo VI con l'Istruzione "Memoriale Domini", mentre, prima, si ribadiva l'opposizione della Chiesa di distribuire l'Eucarestia sulla mano, per il "pericolo di profanare le specie eucaristiche", e per "il riverente rispetto dei fedeli verso l'Eucarestia", poche righe dopo, autorizzava le Conferenze episcopali, in quelle Nazioni in cui la distribuzione sulla mano era già stata abusivamente e illegalmente introdotta, a deliberare loro, con voto segreto, sulla sua ammissibilità. Fu, invece, un altro gesto "sacrilego" che divenne, poi, quotidiano, con la permissione che diede a tutti i "Vescovi conciliari".
E nel 1969 Paolo Vl, con l'Istruzione "Fidei custos" autorizzava i laici a distribuire la Santa Comunione, col pretesto delle nuove "particolari circostanze o nuove necessità". Fu un altro empio gesto ecumenico, contro il compito che Gesù aveva riservato agli Apostoli e al Clero!
Leggendo la vita della serva di Dio Anna Caterina Emmerich, scritta dal P.C.E. Schnoger della Congregazione del SS. Redentore, (Vol. II, pp. 413-414, Editrice Marietti, Torino 1871), si apprendono interessanti particolari circa l’istituzione del SS. Sacramento dell’Eucaristia.
"In mezzo a continui patimenti, essa nella festa del Corpus Domini ebbe ricchissime visioni: "Vidi un quadro dell’istituzione del SS. Sacramento. Il Signore sedeva al centro del lato lungo della tavola; alla sua dritta sedeva Giovanni, alla sua sinistra uno snello e sottile apostolo, che molto a Giovanni assomigliavasi; presso di Lui sedeva Pietro, che spesso sporgeva il capo per sopra il suo vicino. Sul principio vidi il Signore ancor per alcun tempo ammaestrare sedendo. Quindi Egli sorse in piedi e gli altri con Lui; tutti lo guardavano silenziosi e con una certa curiosità, stavano intenti a ciò che Egli fosse per fare. Vidi allora come sollevasse in alto il piatto su cui posava il pane, e rivolgesse gli occhi al cielo, e quindi con un coltello d’osso percorrendo le linee che solcavano quel pane, lo spezzasse in bocconi. Lo vidi poi muovere la mano dritta sopra quei frammenti come benedicendoli. Mentre Ei ciò fece, si diffuse da Lui uscendo un grande splendore, il pane risplendeva, egli stesso era luminoso e come nella luce disciolto, e cotesta luce si diffuse sopra tutti i presenti e sembrava che penetrasse in loro. E tutti divennero silenziosi e raccolti; il solo Giuda vidi oscuro e come se respingesse cotesta luce. Gesù sollevò pure in alto il calice e gli occhi, e lo benedisse allo stesso modo. Non posso trovare altra espressione adatta a rappresentare ciò che in Lui succedesse durante cotesta santa cerimonia, fuor quella di dire ch’io vedevo e sentivo come Egli si trasformasse. Poi il pane ed il calice divennero luce. Vidi che aveva deposto i frammenti sopra la superficie di un piatto, che assomigliavasi ad una patena, e che con la sua dritta distribuiva cotesti bocconi ponendoli in bocca a ciascuno…"
E ancora dalle Rivelazioni della medesima Venerabile Anna Caterina Emmerich, stimmatizzata gostiniana, nata l’8 settembre 1774, morta il 9 febbraio 1824, Vol. II, pag. 107 della Editrice Cantagalli –Siena- si apprende che: "Dopo aver pregato, il Salvatore insegnò. Le parole uscivano dalla sua bocca come la luce irraggiante dal fuoco; essa permeava gli Apostoli, a eccezione di Giuda. Presa poi la patena con i frammenti di pane, Gesù disse ai convitati:
"Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo, che sarà dato per voi!" Protese quindi la destra, come per benedire. Mentre così faceva, irradiava da Lui un abbagliante splendore. Non solo erano luminose le sue parole, ma anche il pane posato sulla lingua degli Apostoli, il quale era tutto raggiante. Vidi inoltre gli stessi Apostoli radiosi di luce, ad eccezione di Giuda, che divenne tenebroso.
Il Nazareno aveva posto il Pane prima sulla lingua di Pietro e poi su quella di Giovanni; quindi aveva fatto segno a Giuda di avvicinarsi. L’Iscariota era stato il terzo, al quale Gesù aveva dato il pane sulla lingua."
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