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sabato 6 novembre 2010

COMUNIONE SULLA MANO, PERCHE' SACRILEGIO? Risposta ad un parroco

COMUNIONE SULLA MANO? NO è SACRILEGIO File - PDF

...In questo gennaio 1996, in una parrocchia del bresciano, venne distribuito, presso alcune famiglie, un certo numero di copie del mio dossier: “Comunione sulla mano? No! è sacrilegio!”. La reazione da parte del parroco fu immediata: durante le Sante Messe del Sabato e della Domenica, egli si scagliò contro il dossier, sopracitato, e contro chi lo aveva distribuito in parrocchia, dicendo: «Non fatevi ingannare!.. LaChiesa vi dà la libertà di ricevere la Comunione sia sulla lingua chesulla mano!.. Certe cose ci dividono nella Chiesa!.. Quel libretto buttatelo via!»...
Per tale pubblico intervento, la persona che aveva distribuito il dossier si sentì offesa e scrisse una lettera personale al parroco, non ricevendo, però, alcuna risposta, né a parole, né scritta. Quattro mesi dopo, in occasione delle “Prime Comunioni” in parrocchia, per la prima volta, nella storia del paese, il parroco decise didistribuire lui stesso l’Ostia consacrata sulla mano dei bambini!
Questo gesto, che assunse tutto il sapore di una sfida e di una reazione alla tesi teologica presentata nel libretto “Comunione sulla mano? No! è sacrilegio!”, spinse la persona che lo aveva distribuito a pubblicare e distribuire una “Lettera aperta” di protesta, alla quale, però, il parroco reagì di nuovo, scrivendo anch’egli un “foglio”, che inserì nel Bollettino parrocchiale, in cui affermava che quel “signore” suo parrocchiano si era posto “dichiaratamente al di fuori della Chiesa”, e aggiungeva che i fedeli della sua parrocchia erano rimasti “non poco turbati da unapseudo-teologia (quella del libretto) quanto meno deviante”! A questo punto, quel “signore” contattò telefonicamente il parroco per avere un colloquio privato. Fu ricevuto, dopo circa una settimana, nel cortiletto adiacente alla canonica; ma fu un dialogo tra sordi, perché il sacerdote, in concreto, non seppe fornire risposte adeguate sia alle sue domande che alle sue obiezioni. Dopo di che, l’Autore della “Lettera aperta” mi scrisse una lettera, chiedendomi delucidazioni e un pronunciamento sul contenuto del “foglio”. Il sottoscritto, allora, dopo averne letto attentamente il contenuto, ha scritto queste pagine di risposta alle principali affermazioni fasulle (sia sul piano teologico che storico) di quel parroco, e che ora propone, come lettura storico-teologica, a tutti i Vescovi e sacerdoti, affinché traggano conseguenze concrete, “ad maiorem Dei gloriam, animarunque sanctitatem”!
«Siate forti! Non si deve cedere dove non bisogna cedere... Si deve combattere, non con mezzi termini, ma con coraggio! non di nascosto, ma in pubblico; non a porte chiuse, ma a cielo aperto!». (San Pio X)


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