VATICANO - CINA
Card. Zen: In Cina non c’è libertà religiosa
di Card. Joseph Zen Zekiun
C’è molto di più. Qualcuno protesterà. C’è chi ha scritto: “Pechino vuole i vescovi voluti dal Papa”. Fosse vero! La realtà che c’è un “tiro alla fune”, in cui non so chi abbia ceduto di più.
Che di recente non vi siano state ordinazioni episcopali illecite è certamente un bene[1]. Ma quando il governo cinese fa la voce grossa e le nostre possibilità di indagini sono così limitate, con in più la paura di nuove tensioni, c’è il vero rischio che si approvino dei giovani vescovi non idonei che regneranno per decenni.
Mi domando: perché non si è ancora arrivati a un accordo che garantisca l’iniziativa del papa nello scegliere i vescovi, pur ammettendo uno spazio al parere del governo cinese? Non so come stiano andando le trattative fra le due parti, perché non siamo [fra gli] addetti ai lavori e non ci è dato sapere niente. (BELLA COSA ! In vaticano si agisce senza far sapere nulla ai vescovi cinesi più fidati, altro esempio di incapacità politica Vaticana )Ma fra gli esperti che seguono da vicino le vicende, l’impressione generale è che da parte “nostra” vi è una strategia di compromesso, se non ad oltranza, almeno di preponderanza.(per forza, sono tutti vescovi o cardinali che non capiscono un'acca di Cina e forse non sono nemmeno mai stati in Asia!)
Dall’altra parte, invece, non si vede una minima intenzione di cambiare. I comunisti cinesi sono sempre rimasti con la politica religiosa di assoluto controllo.
Da noi tutti sanno che i comunisti schiacciano chi si mostra debole, mentre davanti alla fermezza, qualche volta possono anche cambiare l’attitudine.(in realtà lo si sa anche in Europa, ma in Vaticano se lo sanno lo ignorano...)
C’è stata una Lettera del papa alla Chiesa in Cina, già più di tre anni fa, un capolavoro di equilibrio fra la chiarezza della verità e la magnanimità per un dialogo[2]. (direi piuttosto capolavoro di ambiguità !)Purtroppo penso di dover dire che [essa] non è stata presa sul serio da tutti.
C’è chi si è permesso di esprimersi in modo assai diverso (v. le cosiddette “Note esplicative” che accompagnavano la pubblicazione della Lettera); c’è chi le dà un’interpretazione distorta (p. Jeroome Heyndrickx, cicm), citando espressioni fuori del contesto.
Questa interpretazione dice che ormai tutti quelli della comunità clandestina devono venire all’aperto [= registrarsi presso il governo]. Ma il papa non ha detto questo. Ha detto, sì, che la condizione clandestina non è la normalità, ma spiega anche che chi si sente forzato ad andare in clandestinità è per non sottomettersi ad una struttura illecita.(cos'è questo ? frutto di parole ambigue interpretabili in diverso modo !)
Il Santo Padre ha detto, sì, che i singoli vescovi possono giudicare se accettare o chiedere il riconoscimento pubblico del governo e lavorare all’aperto, ma non senza averli premoniti del pericolo che purtroppo le autorità “quasi sempre” (questa particella è scomparsa nella traduzione cinese curata dalla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli) (altro terribile esempio di manipolazione di una lettera papale, già compromissoria ed ambigua)avrebbero esigito condizioni inaccettabili ad una coscienza cattolica.
Questa interpretazione distorta – ma che ovviamente ha trovato consenziente (nella Curia) chi ha la diretta responsabilità per la Chiesa in Cina – ha creato una grande confusione e causato dolorose divisioni in seno alle comunità clandestine.(To, ma guarda, anche in Italia ed in Europa si è creato dolore e confusione per l'accettazione e sprone alle sette !)
Questa interpretazione distorta è stata sconfessata solo dopo due anni in due note nel Compendio della Lettera papale, curato dall’Holy Spirit Study Centre di Hong Kong ed approvato dal comitato permanente della Commissione per la Chiesa in Cina[3]. In quelle note si chiarisce che la riconciliazione raccomandata dal Santo Padre deve trattarsi di un riavvicinamento dei cuori tra le due comunità, ma una unificazione (intesa come “merger”, come “travaso”) non è ancora possibile data la immutata politica del governo.
Ma anche dopo questa chiarificazione, l’operato di chi ha la mano sul manico non sembra abbia cambiato direzione, come si può constatare nei tragici fatti di Baoding, di cui l’ultimo atto è stato l’insediamento del povero mons. Francesco An, un atto seriamente ambiguo, ma su cui vi è silenzio – dal 7 agosto fino ad oggi - (silenzio da parte del Vaticano)che lascia disorientata la comunità dei fedeli, non solo nella parte clandestina, non solo a Baoding, ma in tutta la Cina[4].
La povera comunità clandestina, che è certamente la pars patior [che soffre di più] della nostra Chiesa in Cina, si sente oggi frustrata. Mentre trova molte parole di incoraggiamento nella Lettera del Santo Padre, si vede d’altra parte trattata come fastidiosa, ingombrante, di disturbo. È chiaro che qualcuno vuol vederla scomparire e assorbita in quella ufficiale, cioè sotto lo stesso stretto controllo del governo (così ci sarà pace!?).
Ma come si trova la comunità “ufficiale”? Si sa che in essa quasi tutti i vescovi sono legittimi o legittimati. Ma il controllo asfissiante e umiliante da parte di organismi che non sono della Chiesa – Associazione patriottica e Ufficio affari religiosi – non è per niente cambiato.
Quando il Santo Padre riconosce quei vescovi senza esigere che essi si distacchino subito da quella struttura illecita, è ovviamente nella speranza che essi lavorino dal di dentro di quella struttura per liberarsene,(stessa vana speranza per i neocatecumenali,evidentemente!) perché tale struttura non è compatibile con la natura della Chiesa. Ma dopo tanti anni cosa vediamo? Pochi vescovi hanno vissuto all’altezza di tale speranza. Molti hanno cercato di sopravvivere comunque; non pochi, purtroppo, non hanno posto atti coerenti col loro stato di comunione col papa. Qualcuno li descrive così: “Viaggiano felici sulla carrozza della Chiesa indipendente e si accontentano di gridare ogni tanto: Viva il papa!”.
Il governo che usava solo minacce e castighi ora ha migliorato i suoi metodi di persecuzione: soldi (regali, automobili, abbellimento dell’episcopio) ed onori (membri del Congresso del popolo, o dell’organo politico consultivo a diversi livelli, con riunioni, pranzi, cene e quel che segue).
Qual è la strategia da parte “nostra”? Temo che sovente è una falsa compassione che lascia i fratelli deboli a scivolare sempre più in giù e diventare sempre più schiavizzati. Le scomuniche comminate vengono “dimenticate” alla chetichella; alla domanda: “possiamo andare alla celebrazione del 50mo delle prime ordinazioni illecite?” si risponde: “Fate il possibile per non andarci” (e naturalmente ci andarono quasi tutti).
Dopo lunga discussione nella Commissione per la Chiesa in Cina si decise di mandare un ordine chiaro ai vescovi di non partecipare alla progettata cosiddetta “Assemblea dei rappresentanti della Chiesa in Cina”, ma qualcuno dice ancora: “comprendiamo le difficoltà dei vescovi a non andarci”.
Davanti a questi messaggi contrastanti il governo sa di poter ignorare la Lettera del papa impunemente.
Cari fratelli, suppongo che siate informati degli ultimi fatti: stanno tentando di nuovo di fare un’ordinazione episcopale senza mandato pontificio[5]. Per questo hanno sequestrato dei vescovi, messo pressione su altri: sono gravi offese alla libertà religiosa e alla dignità personale. Apprezzo la dichiarazione tempestiva, precisa e dignitosa della Segreteria di Stato. Tra l’altro c’è motivo di sospettare che tali tentativi non vengono neanche dall’alto, ma da quelli che in tutti questi anni hanno guadagnato posizioni di potere e vantaggi e non vogliono che le cose cambino.
Preghiamo la Madonna, Aiuto dei cristiani, perché apra gli occhi dei supremi dirigenti della nostra nazione,(forse sono i soli che possono fare qualcosa ed essere convertiti, poichè dal Vaticano non può più arrivare nulla di buono,per ora..) perché fermino queste malvagie e vergognose manovre e si adoperino per riconoscere ai nostri fratelli la vera e piena libertà religiosa, la quale tornerà pure ad onore della nostra patria.
Preghiamo per un raddrizzamento della strategia da parte “nostra”, perché si adegui sinceramente alla direzione indicata dalla Lettera del Santo Padre. Speriamo che non sia troppo tardi per una buona sterzata.
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