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sabato 6 novembre 2010

Don Giorgio De Capitani, l'eresia continua. Intervenga il suo Vescovo e lo cacci. Non c'è posto nella Chiesa per chi non rispetta il Magistero. La disobbedienza è il peccato più grave, voluto da Satana


Pontifex.RomaCome avete potuto leggere, nella prima pagina di ieri ho pubblicato un articolo che parlava di un certo Don Giorgio De Capitani che, a dir suo, si definisce Cattolico ma, dopo una breve (dico breve perchè l'eresia è lapalissiana) disamina degli articoli presenti sul suo sito, ho deciso di tornare sull'argomento, anche perché lo stesso Don Giorgio, in risposta al nostro articolo di denuncia alla Congregazione per la Dottrina della Fede, risponde con un commento pubblicato da una sua lettrice. Non di meno, il parroco in questione, che sembra più un moderno Lutero, irrispettoso del nostro copyright, pubblica integralmente il mio articolo, senza neanche chiedermi autorizzazione, che dire, l'obbedienza non è il suo forte. Noto già alle cronache quando definì i nostri soldati morti in Afganistan con dei "mercenari fascistoni", Don Giorgio si prende dei lussi che non gli competono: paragona Gesù Cristo a Che Guevara, si definisce profeta ...
... dell'umanesimo radicale e dice di servirsi della Chiesa per diffondere le sue idee. Peccato che quello che dice è in piena apostasia.
Essendo Pontifex.Roma un sito di apologetica Cattolica, ed essendo la nostra Comunità impegnata da più di 10 anni nella difesa della retta ed ortodossa Dottrina, non ci risulta difficile definirlo apostata, in quanto ogni 3 righe pubblicate sul sito di Don Giorgio, vi sono almeno 3 concetti anti dottrinali.
Ma che cosa è la Dottrina, perché va rispettata, perché bisogna obbedire.
Il Magistero ci insegna che il primo ed imperdonabile peccato fu proprio quello di superbia che si manifestò nella disobbedienza di Adamo ed Eva e, a causa di questo peccato, il primo ed ispirato dal Diavolo, tutta l'umanità giace in una valle di lacrime in attesa di giudizio.
I Profeti prima, Gesù Cristo dopo, gli Apostoli, i Discepoli, i Martiri, i Santi, i Dottori della Chiesa ed i Papi dopo, hanno dettato millenni di regole o LEGGI, raccolte nel vastissimo Magistero della Santa Romana Chiesa, ben consultabile ed a cui bisogna attenersi.
Perchè questo? Semplicissimo, perchè se il primo e più grave peccato fu la disobbedienza, la Chiesa si è ben guardata dal creare delle LEGGI, chiare ed ininterpretabili "all'uopo", per fare in modo che la superbia dell'uomo potesse essere tenuta sotto controllo. Orbene, il ruolo dell'Apologeta, è proprio quello di vigilare sui comportamenti degli uomini di Chiesa e verificarne l'effettiva osservanza delle LEGGI.
E' come, quando in una società laica, la Polizia vigila sull'operato del popolo, per verificare l'osservanza dei Codici: se i Codici Penali, Civili, Amministrativi, ecc ... non vengono rispettati, si viene processati e si giunge alla pena.
Da quando quel "burlone" di Paolo VI abolì il Santo Uffizio negli anni 60 e, di fatto, creò un organo pro forme che  è la Congregazione per la Dottrina della Fede, di fatto depoterizzando i "controllori", ecco che il diffondersi dell'eresia è all'ordine del giorno.
Don Giorgio De Capitani è già scomunicato, in quanto comunista, dunque è fuori dalla Chiesa, poi il suo apostolato è pericolosissimo in quanto diffonde verità false, pecca di superbia e disobbedisce quodianamente ai dettami della Chiesa.
Forse il parroco in questione non si ricorda che, al momento dell'ordinazione sacerdotale, ha innanzitutto fatto voto di obbedienza - baciando la terra davanti al suo Vescovo - e poi ha fatto voto di castità e di povertà. Boh, che dire, siamo nella vergogna più totale, il suo Vescovo dovrebbe intervenire e "cacciarlo a pedate".
Vada a rubare lo stipendio presso altre parrocchie, più adatte a lui ed alla sua ideologia strampalata. Concludo il presente articolo riportando, senza logica, la risposta di Don Giorgio, mediante un commento di una sua lettrice. Nella stessa, difatti, oltre a non affrontare l'argomento Dottrina, la blogger si spreca in dipinti del ruolo della donna che, assolutamente non appartengono alla Chiesa Cattolica.
Che aderenza ha con il nostro articolo di denuncia.
Forse Don Giorgio non sa che, da Magistero, la donna è serva dell'uomo, nella misura in cui la Chiesa è serva di Cristo ma ... non scendiamo nei particolari. Prossimamente scriverò un editoriale lungo ma attendibile al 100% su quella che è la Dottrina ed il ruolo della donna.
Ecco a voi l'inutile risposta di Don Giorgio, pubblicata sul suo sito catto comunista, vaneggiante, apostata ed eretico:
<< Caro Don Giorgio, oggi casualmente mi sono imbattuta in uno dei suoi video-interventi, dopo di che non ho potuto fare a meno di cliccare su molti altri video che così prontamente youTube mi ha fornito; volevo scoprire che cosa aveva da dire e chi fosse quell'uomo che mi parlava dall'etere con voce tuonante e lucidità sconvolgente! La prima cosa che vorrei dirLe è GRAZIE! Grazie per la Sua voce di ribellione e protesta, sono voci come la Sua che ridanno la SPERANZA a chi, come me, è attanagliato dallo scoramento e da un senso di impotenza di fronte alla desolante realtà politica, sociale ed economica di questo paese. Grazie per le Sue parole taglienti che danno voce a chi, come me, spesso si sente di non riuscire a trovarne per esprimere, la rabbia, l'indignazione e l'avvilimento per come l'immagine della DONNA è rappresentata, svilita, deturpata, insultata, mercificata dall'uso immorale che ne fa questa dannata "cultura dell'avere" (per usare le sue stesse parole) di cui questa classe dirigente è artefice e portavoce a un tempo. Grazie per il Suo "radicalismo" che restituisce alla "Buona Novella" il suo autentico messaggio soffocato da secolari e ambigue interpretazioni (di dubbia buonafede) troppo facili a piegarsi alla volontà dei potenti, alla legge del soldo, alla necessità di perpetrare la schiavitù delle menti e la frustrazione della condizione socio-economico-culturale dei più deboli. Io sono una "donna-bambina", così sono costretta a definirmi, dal momento che, nonostante i miei trent'anni, sembra non esserci un posto per me come membro attivo di quella che viene chiamata società civile e quindi fare parte a pieno titolo della comunità degli adulti: - non riesco a realizzarmi professionalmente, perché nonostante una laurea in Scienze Umanistiche e anni di lavori mal retribuiti e al limite dello sfruttamento, il mondo del lavoro sembra non farsene nulla di me. - non posso essere madre, io e il mio compagno a malapena riusciamo a vivere dal momento che anche lui ha un lavoro precario e sottopagato (naturalmente anche lui laureato e con esperienza pregressa in diversi settori) - non posso essere donna, se oggi esserlo coincide con il vendersi al miglior offerente o spesso a tutta la cricca del miglior offerente. - non posso essere elettrice, dal momento che non mi sento rappresentata da nessun appartenete all'attuale classe dirigente. So bene di non essere la sola in questa desolante condizione, so che siamo in tanti e c'è anche chi sta peggio di me, comunque a piano titolo mi sento parte solo di questa estesa maggioranza, quella dei più deboli! La prego continui a "nutrirci" con la bellezza e la forza delle Sue parole! Debole-donna-bambina. >>
NO COMMENT. VADE RETRO SATANA !!!
Carlo Di Pietro

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