Le proteste dei parrocchiani al Vescovo Mani
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Chiesa gonfiabile a Cagliari. Per quella, l'Arcivescovo Mani non si è lasciato smuovere dalle proteste.
I bagnanti che vogliono andare a messa senza il fastidio di rivestirsi hanno avuto ieri una forma alternativa di esperienza religiosa: una chiesa gonfiabile sulla spiaggia. La “chiesa elastica” è lunga 30 metri e larga 15 ed è completa di altare, abside e confessionale. Usando aria compressa ci vogliono solo 5 minuti per gonfiarla, secondo don Andrea Brugnoli, che ha organizzato la funzione su una spiaggia di Cagliari, capoluogo sardo.
Don Brugnoli, che capeggia una organizzazione giovanile cattolica chiamata Sentinelle del Mattino, formata nel 2000 con la benedizione di Papa Giovanni Paolo II, ha detto che il gruppo ha già offerto ‘conforto spirituale’ a stazioni di servizio sulla superstrada, discoteche e stazioni balneari. Una chiesa gonfiabile era un logico passo successivo, ha detto. [..] Ha detto che la chiesa espandibile è costata decine di migliaia di euro ma “proverà il valore dell’investimento”. Riconosce che alcuni tradizionalisti disapprovano. “Alcuni dicono che il passo successivo saranno cristiani gonfiabili. Ma noi non ci facciamo dissuadere”. [Per i prelati arcimitrati gonfiati, invece, non c’è da attendere, ci sono già!]
Monsignor Giuseppe Mani, Arcivescovo di Cagliari, che ha visitato la chiesa elastica, dice di aver appoggiato l’idea. Lo schema è stato ispirato alle chiese gonfiabili sperimentate in Gran Bretagna per l’uso in matrimoni – benché, a differenza di quelle britanniche, la chiesa italiana sia aperta agli elementi e non abbia tetto né guglia.
Non tutti i cattolici hanno apprezzato l’innovazione. “Terribilis est locus iste: hic domus Dei est, et porta caeli” diceva un post dissidente nel sito diocesano di Cagliari. I contestatori dicono che è squallido erigere una chiesa in mezzo ai bagnanti, agli ombrelloni e a uomini e donne in “vari gradi di svestizione”. Se i bagnanti volessero adorare Dio, dovrebbero “vestirsi, lasciare la spiaggia e andare ad una vera chiesa”, ha scritto uno.
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Che succede a Cagliari?
L'arcivescovo del capoluogo sardo, Giuseppe Mani, vive aspri momenti di contestazione per la sua intenzione di rimuovere un parroco. Un incontro coi fedeli nella parrocchia è finito ad insulti quando egli ha dichiarato che quella non era più una chiesa, ma una baracca. Ricorderete di questo vescovo l'inqualificabile comportamento e la vena tirannica con la quale proprio un anno fa impedì che si tenesse un incontro di studio sul motu proprio, tanto da aver meritato un posto nella rubrica La trahison des clercs (il tradimento dei chierici) che trovate nella colonna di destra. Tuttavia, in relazione ai fatti di questi giorni, confessiamo di non avere chiavi di lettura. L'arcivescovo non ha specificato i motivi della rimozione del parroco in questione, trincerandosi dietro il frusto argomento della sua 'scadenza' dall'incarico (che l'incarico parrocchiale non sia più vitalizio è uno strumento di pressione straordinario in mano a vescovi che molto spesso ne abusano, ad esempio in funzione antitradizionale). Al tempo stesso, ci chiediamo che tipo sia quel parroco. Per chiarirci le idee, abbiamo chiesto una relazione ad un lettore sardo, che ci ha molto cortesemente inviato quanto segue.Il clima di queste settimane tra il clero di Cagliari ed il suo Vescovo è molto incandescente per il clamore balzato alla cronaca dopo l’annunciato trasferimento del parroco di Sant’Eulalia del quartiere di Marina. Gli animi non intendono ancora a placarsi.
Il trasferimento di don Cugusi “s’ha da fare”, lo ha ribadito lo stesso arcivescovo Giuseppe Mani a una rappresentanza (quattro membri su undici) del Consiglio Pastorale Parrocchiale durante un incontro teso, durato alcune ore, nel corso del quale il capo della diocesi ha attaccato duramente, in particolare il decano Paolo Fadda, per le accuse al parroco della Cattedrale, definito da Fadda «inadeguato» e per la lettera indirizzata al Vaticano in cui si accusa l’arcivescovo di rifiutare da anni l'ordinazione di un diacono, reo di aver denunciato una relazione omosessuale di un prelato romano.
«Ho avuto l'impressione che queste iniziative per l'arcivescovo siano state la prova che la parrocchia di Sant'Eulalia sia un covo di eretici», ha detto Fadda. L’esito del trasferimento del parroco del quartiere di Marina era scontato, e non solo a causa della contestazione dell’altro sabato all’Arcivescovo da parte dei parrocchiani di San’Eulalia. Sembra che l’iniziativa della lettera indirizzata al Vaticano sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che Mani da tempo tollerasse a fatica un parroco considerato progressista. Secondo Mons. Mani il parroco Cugusi lo criticava da anni su alcune scelte pastorali e contestava la scelta della Congregazione del Santissimo Sacramento (una ONLUS nata alla Marina per aiutare i poveri), di destinare i fondi alle iniziative del vescovo. «So bene che parte della Marina non è con don Cugusi», ha detto l'arcivescovo a Fadda e agli altri membri del consiglio, Salvatore Cubeddu, Salvatore Secci e Isabella Ferrando (la donna che gridava a Mani “se ne vada, se ne vada”).
«Ci ha fatto perdere due ore dicendoci molte bugie», ha commentato Fadda, ancora scosso per i modi bruschi con cui l'arcivescovo gli si sarebbe rivolto. «Dopo l'incontro di oggi abbiamo capito che Mani vuole fare piazza pulita, che vuole liberarsi di don Cugusi e del gruppo che lavora con lui, che siamo un tumore da estirpare. Mi ha detto che le voci che ho messo in giro sul parroco della Cattedrale sono false come è falso che la Digos se ne sta occupando. Io invece ho la certezza che non sia così».
Il decano dei parrocchiani ha confermato l’invio di una lettera al Vaticano con la segnalazione dei fatti e la denuncia del comportamento del vescovo, che avrebbe offeso i parrocchiani definendo la loro parrocchia “una baracca”. «la lettera è pronta», ha riferito il decano. Che conferma l'intenzione di promuovere in tutta la città un dibattito sulla gestione della diocesi da parte di Mani perché «c'è una pentola in ebollizione e questo trasferimento è uno scandalo».
L'arcivescovo non torna indietro: don Mario Cugusi andrà via da Sant'Eulalia. «Perché è alla Marina da trent'anni e il sinodo diocesano ha stabilito che non ci possono essere parroci a vita». Questa motivazione però non convince i parrocchiani, infatti molti altri parroci governano da ben oltre trent'anni… Afferma il giornalista Andrea Scano: «I motivi di un trasferimento possono essere tanti, però stupisce il fatto che tocchi “proprio a lui”. Lascia stupiti l’espressione (a mio avviso rozza e volgare) usata dall’arcivescovo “questa non è una chiesa, è una baracca”. Dimentico del fatto che proprio Gesù nacque in una “baracca”. Così come mi lasciò stupito quella sorta di “campagna elettorale” che fece da cornice all’arrivo del nuovo vescovo di Cagliari, alcuni anni fa: tanti poster per le strade con l’effige di monsignor Mani. Quasi che si trattasse di una rockstar in concerto, o di un candidato alla carica di sindaco. Altro che povertà, altro che umiltà cristiana… Certamente quella sorta di “campagna elettorale”, da allora, è proseguita con obbiettivi ben precisi e a vantaggio di schieramenti politici ben precisi. Sarà stato questo il vero motivo del trasferimento di un prete scomodo?»
Ad onor del vero, i rapporti tra il parroco e l'arcivescovo non sono mai stati idilliaci. Divergenze di opinione sono emerse anche con toni aspri in occasione di assemblee pubbliche, come le periodiche riunioni del consiglio dei vicari foranei di cui Don Cugusi è vicario della forania della Cattedrale. «So chi ha chiesto la mia testa: la Congregazione del Santissimo Crocifisso. È nata nel rione – afferma Don Mario - e doveva far beneficenza qui. Poi è diventata una onlus, ci hanno portato via mezzo oratorio e non ci danno un soldo ed i cospicui introiti vengono destinati a tutti tranne al quartiere di Marina, anche al vescovo, ad esempio per arredare il college del seminario. Da lì è nato tutto. Ne ho parlato più volte con l’arcivescovo, ma non è mai intervenuto, secondo me sbagliando».
Secondo Pierangela Floris, docente di diritto ecclesiastico e diritto canonico nell'università di Cagliari, la sospensione del trasferimento non è automatica: «È rimessa alla valutazione dell'autorità che riceve il ricorso». Il diritto canonico prevede in questi casi una disciplina simile al diritto amministrativo: dopo il ricevimento del decreto, Cugusi avrà dieci giorni di tempo, a norma del canone 1734, per presentare una «petizione» all'arcivescovo, nella quale può chiedere sostanzialmente un ripensamento. «In questo caso è l'arcivescovo a decidere sulla sospensiva». Ovvero lo stesso Mani, che difficilmente darà al sacerdote del quartiere di Marina un vantaggio simile.
Rimarrebbe però una seconda possibilità per congelare il trasferimento: «Dopo la risposta, ipotizziamo negativa, del vescovo, si può proporre un ricorso gerarchico di fronte alla Congregazione per il clero. È un organo superiore che può pronunciarsi sulla legittimità e sul merito del provvedimento. Anche in questo caso può essere chiesta la sospensione», spiega l'avvocato Giuseppe Carta, esperto di diritto canonico. Un passaggio che non sarebbe immediato, ma potrebbe avvenire «soltanto per cause gravi ed evitando sempre che la salvezza delle anime ne tragga danno», dicono gli articoli del diritto canonico.
Ma non sarebbe l'unica chance per rimandare il trasferimento. «Entro trenta giorni può essere proposto un ricorso giurisdizionale di fronte alla seconda sezione del Tribunale supremo della Segnatura apostolica, che si può pronunciare solo sulla legittimità del provvedimento. Equivale alla Cassazione dell'ordinamento giudiziario italiano». Gli effetti della sospensione, secondo Carta, potrebbero avere delle ripercussioni sulla parrocchia di Sant'Eulalia: «Se viene concessa il vescovo nel frattempo non può nominare un nuovo parroco, ma può provvedere alla nomina di un amministratore parrocchiale». Prima però sarà necessario conoscere il provvedimento che monsignor Giuseppe Mani ha annunciato.
Intanto la battaglia continua… Difficile valutare il peso di due sfere della chiesa cagliaritana, che stanno dando vita a uno scontro senza precedenti. Giovedì 22 mentre i sostenitori di Mani partecipavano a una messa di riparazione in cattedrale, sull’altro fronte il consiglio pastorale della parrocchia preparava un documento pro-Cugusi da spedire in Vaticano, insieme alla relazione dell'infuocata riunione di sabato scorso. Intanto che i fedeli decideranno in che modo agire, il parroco ha già pronte le valige per la nuova destinazione.
Ma chi è Don Mario Cugusi? È un prete di trincea. Mandato a lavorare in uno dei quartieri più degradati della città. Dopo venti anni di sforzi e dopo esser riuscito ad aprire la sua parrocchia agli immigrati, facendo celebrare le messe anche agli ortodossi, Don Mario, è diventato il punto di riferimento, il prete-simbolo degli immigrati a Cagliari.
Personaggio nuovo, non un semplice progressista come qualcuno lo vuol definire. In particolare don Mario ha dimostrato un grande sforzo e impegno per la cultura. Negli anni, è riuscito ad aprire una Scuola popolare, un teatro, un interessante Museo archeologico cristiano a seguito degli scavi operati sotto la chiesa; ha aperto un centro di ritrovo per stranieri, punto di riferimento per centinaia di badanti. È riuscito anche ad aprire le porte della sua chiesa agli ortodossi che ormai celebrano le funzioni ed i principali riti per gli stranieri dell’est residenti in città. Ma quel che più conta è che ha fatto riaprire, restaurare e far rivivere le chiese del rione chiuse da troppi anni.
Don Cugusi è il simbolo dell’intero quartiere che gli riconosce l’impegno e la dedizione di sacerdote, nell’aver trasformato il rione da ghetto retrostante le banchine del porto quale era anni fa, a piccolo gioiello di questi giorni, con le sue antiche chiese restaurate con criterio e rispetto per l’arte e per la liturgia [vedi foto: in alto, S. Eulalia, in basso SS. Sepolcro]. Non semplici e banali trasformazioni in nome di un insensato adeguamento liturgico ma restauro conservativo nel rispetto dell’arte e dell’arredo liturgico antico.
«Senza il rapporto spirituale con i miei parrocchiani sto male», - dice Don Mario con le lacrime agli occhi - «Senza la mia parrocchia ho paura e mi sentirò angosciato, molto angosciato». Domenica 25 luglio, ha celebrato il quarantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale. Andrà via a settembre.
Ma come ? Non dovrebbero portare beneficio, alla Fede,all'armonia i neocatecumanali ? Guarda un po' che strano che "in questo caso" il vescovo irrita parecchio i fedeli? Non sarà mica episodio analogo a quelli del Giappone ? Si muovessero i diocesani tutti a prenderlo a pesciate in faccia, allora sì che da Roma si muoverebbero e sostituirebbero in fretta e furia l'episcopo poco pastore e molto contestatore-contestato.E' ora di porre rimedio anche così, se a Roma non vogliono smuoversi...
RispondiEliminaUn sentito grazie a mons. Mani per la fermezza e l'amabilità con cui guida la diocesi di Cagliari.
RispondiEliminaPiena solidarietà per l'aggressione subita da parte del parroco sartriano della Marina e dei suoi collaboratori atei e pur membri del Consiglio pastorale.
Luigi
MA DAVVERO PENSATE CHE UNO CHE PER TRENT'ANNI NON SI E' MAI MOSSO DA ROMA DIVENENDO IL PUPILLO DELL'ALLORA VICARIO CARDINAL POLETTI(CHE LO HA VOLUTO POI VESCOVO),EPPOI DIVENUTO ORDINARIO MILITARE PER SETTE ANNI HA CHIESTO ED OTTENUTO UNA PROROGA(NON PREVISTA) DI ALTRI DUE SPERANDO NELL'ATTESA DI PRENDERE UNA DIOCESI CARDINALIZIA(ES.FIRENZE);DAVVERO CREDETE CHE RUINI L'AVREBBE FATTO SPEDIRE A CAGLIARI SENZA MOTIVO, INVIANDO A SOSTITUIRLO PER SOLI DUE ANNI(STRANISSIMO NE SONO PREVISTI SETTE!)UN SUO FEDELISSIMO OVVERO L'ATTUALE CARDINALE BAGNASCO??SI POTREBBERO SCRIVERE ENCICLOPEDIE SUL COMPORTAMENTO SENZA SCRUPOLI DI UN TALE PRELATO ,ORA RESPONSABILE DELLA DIOCESI SARDA, CHE HA ROVINATO TANTI POVERI FIGLI COLPEVOLI DI SAPERE TROPPO O DI NON AVERE LA SUA STESSA VISIONE DELLA VITA CRISTIANA.
RispondiEliminamani ha il cancro domani viene operato all'intestino
RispondiEliminaCari Lettori, Purtroppo anche la chiesa di Cagliari è caduta nella trappola del Cammino Neocatecumenale, Nella sua roccaforte della chiesa del Poetto dove ora mai spadroneggiano, è uomini laici in nome della chiesda ne combinano di tutti i colori. la parrocchia ora mai va prendendo le armonie dettate dal fondatore del Cammino Neoc.( Kiko Arguello) Stanno ristrutturando anche a livello di affreschi in stile Arguelliano, con tanto di arrivo di pittori stranieri che saranno ospitati dai fedelissimi del cammino a spese della.....Provvidenza...... Così la chiamano loro. Ma in verita si chiede a gran voce la collaborazione di famiglie per l'ospitalita, la cura ed il servizio a questi pseudo artisti(del Cammino). Tutto ciò con la benevolenza di Mons. Mani, che ha tutto da guadagnare come sovvenzioni che dal Cammino arrivano cospique..ah!! ma sono collette spontanee.. Se il Vaticano veramente ci mettesse il suo controllo ,se ne scoprirebbero delle belle. Che Dio li Perdoni... A ma ci pensano i catechisti... Questo è tempo di Redditio per la comunità del poetto, peccato che quelle proffessioni di fede sono tutte pilotate dai Catechisti... ma chi le fà dimostra che la verità gli esce dal cuore..eeeeeeeeeee, peccato che si sentano certe bufale da far rabbrividire anche i santi. Auguri Caro Mons. Mani, si ricordi che lei è responsabile dei macelli del Cammino al Poetto. Che Dio la perdoni , e ci perdoni ..TUTTI:
RispondiEliminaCaro anonimo mi potresti mandare per Mail, in maniera più dettagliata magari con delle foto, ciò che avviene a Cagliari che poi lo pubblichiamo?
Eliminagrazie
Vedi,caro gianluca, è da svariati anni, che cerco di richiamare l'attenzione del Vescovo di Cagliari alla situazione che il cammino neocatecumenale crea nella parrocchia del poetto (Vergine della Salute); la Parrocchia e pseudo diretta dal parroco che poverino lui, che altro può fare davanti ad un Mons. Mani che ha dato le giuste direttive per far ben radicare detto movimento. Non dimentochiamoci che ha fatto, sempre il nostro vescovo di tutto per allontanare sacerdoti con carismi che avrebbero si mantenuto il cammino, lì, ma con diverso discernimento..cioè facendo comprendere ai responsabili di detto Cammino chi era la testa della chiesa, cioè il parroco è non viceversa. Infatti uomini detti catechisti hanno sempre alzato la voce è messo in disparte tutti i sacerdoti (unti di Dio) che andavano contro le loro irresponsabili direttive. Vuoi conoscere una piccola parte recati dal 28/02/2012 assisti alle proffessioni di fede e penso che capirai molto. Tanto sono pubbliche, frequenza bisettimanale non so i giorni precisi, di solito mettono gli avvisi fuori alla chiesa. Poi per saperne di più chiedi un colloquio con il parroco con queste domande. cosa sono le convivenze di riporto, dove alcuni alberghi cagliaritani ricevono i catecumeni per i weekend settimanali con un costo procapite giornaliero di circa 60€ per un numero di circa 150, se non di più, partendo dalla seconda settimana di ottobre di ogni anno;per arrivare alla prima di Dicembre. ora i conti sono presto fatti circa tre giorni alla settimana partendo dal giovedì notte....Anche lì paga la provvidenza..così dicono loro. Ma questo è solo uno degli scempi, ancora convivenze di tre giorni sempre con scadenze presso il famoso residence Cala Ginepro (Orosei) anche lì paga la ..provvidenza.. ciò che e in esubero và al vescovo. Poi la ciliegina sulla torta, sono iniziati lavori di restauro nelle pareti interne della chiesa, dove tutta Cagliari per anni ha sempre visto un intonaco in materiale pregiato tipo farina di marmo grigia e senza nessun effige. Bene ora arriveranno pittori del Cammino Neoc. guidati dal signor Arguello noto Pittore spagnolo anche noto come fondatore del Cammino stesso, e riempira quegli intonaci di affreschi in stile Cammino. Con i soldi di chì? Stiamo parlando di crisi, di famiglie costrette ad andare alla mensa della Caritas è questi che Fanno? Pensa che ogni adunanza delle comunità viene sempre chiesta la colletta. l'adunanza gravita sempre, dalle 800 alle 1500 persone..(fratelli del Cammino). Perciò non mi chiedere foto, o prove basta andare lì e osservare e poi parlare con il parroco ricordandogli ...la parola.. puoi nasconderti agli uomini ma non a Dio. Ciao.
Eliminacon i soldi rubati a una famiglia di nc che stava costruendo casa ....
EliminaDio Mio...quante fesserie che scrivi...che Dio ti benedica!
RispondiEliminama tu pensi che dicano fesserie quelli che la pensano diversamente da te? devi essere unneocatecumenale del poetto gli altri sono spirituali e non giustizialisti come te fratello privo di umiltà siete anche quelki con meno figli xké asccoltate solo quelli che vi fa comodo ipocriti un giorno cristo vi dirà" non vi conosco"
EliminaOra, da quanto mi risulta, i neo catecumenali stanno allargando i loro confini, verso la parrocchia Madonna della Fede, complice il parroco che, a causa dei suoi troppi impegni, non ha il tempo per fare il parroco, e sta facendo morire la piccola ma una volta animata comunità cristiana. Delega anche le benedizioni delle case, chissà quante, come è successo a me, avranno semplicemente trovato un foglietto nella porta, lasciato dal un sostituto che si vergognava di bussare.
RispondiEliminail poetto è pieno di debiti.... questo parrocco non vale quanto il Grande p. erminio passi....uomo debole vigliacco e vanitoso (e chissà cos altro) è l uomo sbagliato nel posto sbagliato.... non è ne intelligente ne saggio x gestire una realtà cosi enorme è un prete di campagna che finge di essere colto...una noia! poveretto i
Eliminagli uomini di DIO stanno lontani dal mormorare su questo o quello tantomeno sui sacerdoti che scelgono di dare la vita al signore. ognuno si preoccupi del propio peccato.pace e bene a tutti
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