“Il sacerdozio nel cristianesimo non esiste; gli altari non esistono. Per questo l'unico altare del mondo tra tutte le religioni che ha tovaglie è il cristiano, perché non è un altare, è una mensa. Anche noi abbiamo fatta della mescolanza con la religiosità naturale altari di pietra monumentali, anche se poi gli mettevamo le tovagliette. Un altare non può avere tovaglie perché l'altare è per fare sacrifici di capre e di vacche” (1SCR, p. 54). Più chiaro di così! Nelle celebrazioni liturgiche i NC seguono i riti fissati dai loro “liturgisti”, senza tener in alcun conto quanto stabilito dal Vat. II e dal Diritto Canonico, dall'unica autorità che solo nella Chiesa può dare disposizioni sul modo di amministrare i sacramenti (SC 22). Aboliscono il Gloria e il Credo (OR, p. 328). Le monizioni che si possono premettere alle letture, anziché essere “brevi, semplici, fedeli al testo, preparate con cura, riviste dal sacer-dote celebrante, che in forza della sua ordina-zione sacerdotale ha il compito magisteriale di annunziare e spiegare la Parola di Dio” (“Praenotanda”), sono spesso improvvisate e prolisse. Dopo la proclamazione delle Letture seguono le “Risonanze” fatte dai presenti (vecchi e bambini compresi) nelle quali ognuno può dire ciò che crede d’aver capito. Escono così, sovente, affermazioni gratuite ed errate, senza che alcuno possa replicare. Il sacerdote conclude le risonanze, ma senza commentare o correggere le altre. Le disposizioni liturgiche riportate dal Messale Romano prevedono atteggiamenti comuni del corpo che tutti i partecipanti al rito sono invitati a prendere, come segno d’unione all'assem-blea; ma i NC non le osservano. Anche quando vi sono banchi che consentono d’inginocchiarsi senza difficoltà, i NC non si inginocchiano alla consacrazione (com’è stabilito dalle rubriche del Messale) né davanti al SS. Sacramento e ricevono la Comunione stando seduti. Così hanno fatto nella Basilica di S. Giovanni in Laterano in Roma, celebrando la Messa di ringraziamento per l’approvazione degli Statuti ed anche nell’ultima ordinazione del 30.10.03. Cinquemila persone, circa, si sono comunicate stando sedute al loro posto tenendo fra le mani il pane consacrato fino al termine della distri-buzione del medesimo a tutti i partecipanti. A queste norme s’è adeguato anche l'eminentis-simo celebrante ed il suo delegato. L’Istruzione Generale della Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei sacramenti, dice: “il Vescovo diocesano, primo dispensatore dei misteri di Dio, è anche „il moderatore, il promotore e il custode di tutta la vita liturgica... per cui tutte le celebrazioni solenni da lui fatte devono essere di esempio a tutta la diocesi” (art., 22). L‟uso del pane distribuito sulla mano inevitabilmente comporta la formazione e la dispersione (pur involontaria) di frammenti eucaristici che possono cadere sugli abiti o per terra. Per ovviare a questa profanazione, prima di raccogliere e gettare i frammenti nella spazzatura, i NC fanno fare ad un „Ostiario la preghiera di sconsacrazione. Questo è avvenuto più volte anche nella Basilica Cattedrale di Roma, S. Giovanni in Laterano, dove sono stati raccolti i frammenti lasciati per terra dopo le celebrazioni dei NC. Nonostante che il fatto sia stato ampiamente dimostrato ai dirigenti del Vicariato di Roma (ben 13 volte), con testimonianze e foto, la cosa continua a ripetersi senza che alcuno vi ponga rimedio; ma il Papa ricorda a tutti che la presenza di Gesù nelle specie consacrate perdura fintanto che sussistono le specie del pane e del vino: come ha insegnato il Concilio di Trento e tuttora insegna il CCC al n. 1377 (EE, 25).
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NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
Ritiro dei carismatici
Arcibasilica del SS. Salvatore(San Giovanni in Laterano)
8 giugno 2010
La giornata di ritiro, nell’Arcibasilica del SS. Salvatore, è stata animata e servita dal Rinnovamento nello Spirito Santo, che ha provveduto all’accoglienza, alla “preghiera carismatica”, al canto e alla celebrazione eucaristica.
Ma i massofili, o demo-populisti che dir si voglia, da anni hanno provveduto ad eleggere a propria “fissa dimora” un’altra piazza di Roma, San Giovanni, praticamente il sagrato dell’Arcibasilica del SS. Salvatore, o San Giovanni in Laterano, sfogandosi soprattutto con incredibili rumoracci e con ritmi e danze che non hanno proprio niente a che vedere con la chiesa né col sagrato della chiesa.
1 maggio 2010 - Gioiosa manifestazione di entusiasmo e di giubilo fuori dell'Arcibasilica. Sullo sfondo la madre di tutte le chiese, in primo piano la fine della religione cattolica.
L’Arcibasilica del SS. Salvatore è, nientemeno, che Archibasilica Sanctissimi Salvatoris et Sancti Iohannes Baptista et Evangelista in Laterano omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput, cioè la chiesa madre di tutte le chiese del mondo, cattedrale del Papa, Vescovo di Roma.
È come se la scelta di quella piazza per gazzarre e baldorie di ogni genere, volesse sottolineare la totale noncuranza nonché l’aperto disprezzo che il mondo nutre per la Chiesa.
Per anni la Chiesa ha continuato a subire questo affronto, dall’esterno, ma ecco che finalmente, grazie all’insegnamento del Concilio Vaticano II, l’affronto si consuma anche all’interno di questa chiesa madre di tutte le chiese.
Data la notizia e posta la premessa, segnaliamo qualche immagine dell’incredibile raduno che, subito a prima vista, è come se avesse distrutto duemila anni di storia della Chiesa Cattolica.
Infatti, in quel consesso, di cattolico non v’era nulla, se non il convincimento personale dei tanti convenuti, chierici e laici, che, educati allo spirito del Concilio, credono che la Chiesa di Cristo sia quella partorita dalle loro incoltivate e sfrenate fantasie, magari perché continuano ad avere l’appoggio e l’avallo della Gerarchia.
Col permesso delli Superiori
La scenografia, con bacheche e palloncini, è chiaramente acattolica. Si dice: questi “fedeli” manifestano così il loro entusiasmo, si chiede: ma la religione cattolica si è ridotta a religiosità epidermica? O non si tratta, molto semplicemente, dello “spirito del mondo” che è entrato nella Chiesa e nelle chiese? Come dimostra la comparazione tra la foto sopra (manifestazione all'esterno dell'Arcibasilica) e le foto sotto (manifestazione all'interno dell'Arcobasilica).
I gesti sono i medesimi, al pari della scenografia. A fianco dell'altare si vede l'animatore che eccita gli animi degli astanti, declama con le braccia alzate e tutti lo seguono entusiasti, accamando e cantando. La sola differenza è che il chiasso, invece che all'esterno, qui lo si fa all'interno.
Ed eccoli, questi moderni cattolici che si sbracciano e urlano. Preti, religiosi, religiose, laici. Un'accozzaglia di moderni adoratori della “parola”, in questa occasione urlata, forse per farla penetrarla meglio nella zucca di questi cattolici moderni.
Qui mancano le immagini della Messa, ma è facile immaginare che razza di celebrazione liturgica si possa produrre con un'atmosfera del genere. A scanso di equivoci, riportiamo un'immagine di una Messa carismatica, celebrata in Italia.
All'elevazione, un cantante con regolamentare chitarra, si esibisce in una melensa melodia ritmata che dovrebbe ricordare la Consacrazione. Non bastavano i ridicoli canti moderni eseguiti dalla navata, questi carismatici devono essere più realisti del re, devono cantare addosso all'altare e perfino addosso alle Specie Consacrate. Che cattolici veramente credenti e devoti!!!
Se ci si viene a dire che si tratta di “sensibilità” diverse, non abbiamo nessuna difficoltà a rispondere: È vero! una diversa sensibilità, una sensibilità non cattolica, una sensibilità blasfema e anticattolica, una sensibilità tanto umana da far chiaramente trasparire l'influenza del Demonio.
Altro che Rinnovamento nello Sprito Santo!
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Se questo accade in San Giovanni in Laterano, quale sarà il loro prossimo passo: San Pietro? E’ forse questo il tempo di cui parla Gesù: “Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo…”?
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