sabato 31 luglio 2010
Ecco in cosa incorrono gli eretici del Cammino Neocatecumenale, rispetto al Sacramento della Confessione...
Gli eretici Carmen e Kiko fondatori della setta eretica Neocatecumenale anatemizzati dalla dottrina del Santo Concilio di Trento
Chi avesse letto con attenzione le parti del libro di Don Elio Marighetto, I SEGRETI DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE, precedentemente proposti, puo' facilmente comprendere che la setta Neocatecumenale vive in evidente eresia, difatti queste eresie sono state precedentemente bollate dal Santo Concilio di Trento, al contrario del Concilio Vaticano II che ha' reintrodotto velatamente queste eresie precedentemente fermate, quindi ripropongo alcune parte del Santo Concilio di Trento che evidenziano cio' in cui i Neocatecumenali incorrono:
Santo Concilio di Trento
I-VI sessione (1545-1547)
Capitolo IX.
Contro la vana fiducia degli eretici.
Quantunque sia necessario credere che i peccati non vengano rimessi, né siano stati mai rimessi, se non gratuitamente dalla divina misericordia a cagione del Cristo: deve dirsi, tuttavia, che a nessuno che ostenti fiducia e certezza della remissione dei propri peccati e che si abbandoni in essa soltanto, vengono rimessi o sono stati rimessi i peccati, mentre fra gli eretici e gli scismatici potrebbe esservi, anzi vi è, in questo nostro tempo, e viene predicata con grande accanimento contro la chiesa cattolica questa fiducia vana e lontana da ogni vera pietà.
Ma neppure si può affermare che sia necessario che coloro che sono stati realmente giustificati, debbano credere assolutamente e senza alcuna esitazione, dentro di sé, di essere giustificati; e che nessuno venga assolto dai peccati e giustificato, se non chi crede fermamente di essere assolto e giustificato e che l’assoluzione e la giustificazione sia operata per questa sola fede, quasi che chi non credesse ciò, dubiti delle promesse di Dio e dell’efficacia della morte e della resurrezione del Cristo.
Infatti come nessun uomo pio deve dubitare della misericordia di Dio, del merito del Cristo, del valore e dell’efficacia dei sacramenti, così ciascuno nel considerare se stesso, la propria debolezza e le sue cattive disposizioni, ha motivo di temere ed aver paura della sua grazia, non potendo alcuno sapere con certezza di fede, scevra di falso, se ha conseguito la grazia di Dio.
CANONI SULLA GIUSTIFICAZIONE
1. Se qualcuno afferma che l’uomo può essere giustificato davanti a Dio dalle sue opere, compiute con le sole forze umane, o con il solo insegnamento della legge, senza la grazia divina meritata da Gesù Cristo: sia anatema.
2. Se qualcuno afferma che la grazia divina meritata da Gesù Cristo viene data solo perché l’uomo possa più facilmente vivere giustamente e meritare la vita eterna, come se col libero arbitrio, senza la grazia egli possa realizzare l’una e l’altra cosa, benché faticosamente e con difficoltà: sia anatema.
3. Se qualcuno afferma che l’uomo, senza previa ispirazione ed aiuto dello Spirito santo, può credere, sperare ed amare o pentirsi come si conviene, perché gli venga conferita la grazia della giustificazione: sia anatema.
4. Se qualcuno dice che il libero arbitrio dell’uomo, mosso ed eccitato da Dio, non coopera in nessun modo esprimendo il proprio assenso a Dio, che lo muove e lo prepara ad ottenere la grazia della giustificazione; e che egli non può dissentire, se lo vuole, ma come cosa senz’anima non opera in nessun modo e si comporta del tutto passivamente: sia anatema.
5. Se qualcuno afferma che il libero arbitrio dell’uomo dopo il peccato di Adamo è perduto ed estinto; o che esso è cosa di sola apparenza anzi nome senza contenuto e finalmente inganno introdotto nella chiesa da Satana: sia anatema.
6. Se qualcuno afferma che non è in potere dell’uomo rendere cattive le sue vie, ma che è Dio che opera il male come il bene, non solo permettendoli, ma anche volendoli in sé e per sé, di modo che possano considerarsi opera sua propria il tradimento di Giuda non meno che la chiamata di Paolo: sia anatema.
7. Se qualcuno dice che tutte le opere fatte prima della giustificazione, in qualunque modo siano compiute, sono veramente peccati che meritano l’odio di Dio, e che quanto più uno si sforza di disporsi alla grazia tanto più gravemente pecca: sia anatema.
8. Se qualcuno afferma che il timore dell’inferno, per il quale, dolendoci dei peccati, ci rifugiamo nella misericordia di Dio o ci asteniamo dal male, è peccato e rende peggiori i peccatori: sia anatema.
9. Se qualcuno afferma che l’empio è giustificato dalla sola fede, così da intendere che non si richieda nient’altro con cui cooperare al conseguimento della grazia della giustificazione e che in nessun modo è necessario che egli si prepari e si disponga con un atto della sua volontà: sia anatema.
10. Se qualcuno dice che gli uomini sono giustificati senza la giustizia del Cristo mediante la quale egli ha meritato per noi, o che essi sono formalmente giusti proprio per essa: sia anatema.
11. Se qualcuno afferma che gli uomini sono giustificati o per la sola imputazione della giustizia del Cristo, o con la sola remissione dei peccati, senza la grazia e la carità che è diffusa nei loro cuori mediante lo Spirito santo (159) e inerisce ad essi; o anche che la grazia, con cui siamo giustificati, è solo favore di Dio: sia anatema.
12. Se qualcuno afferma che la fede giustificante non è altro che la fiducia nella divina misericordia, che rimette i peccati a motivo del Cristo, o che questa fiducia sola giustifica: sia anatema.
13. Chi afferma che per conseguire la remissione dei peccati è necessario che ogni uomo creda con certezza e senza alcuna esitazione della propria infermità e indisposizione, che i peccati gli sono rimessi: sia anatema.
14. Se qualcuno afferma che l’uomo è assolto dai peccati e giustificato per il fatto che egli crede con certezza di essere assolto e giustificato, o che nessuno è realmente giustificato, se non colui che crede di essere giustificato, e che l’assoluzione e la giustificazione venga operata per questa sola fede: sia anatema.
15. Se qualcuno afferma che l’uomo rinato e giustificato è tenuto per fede a credere di essere certamente nel numero dei predestinati: sia anatema.
16. Se qualcuno dice, con infallibile e assoluta certezza, che egli avrà certamente il grande dono della perseveranza finale (l60) (a meno che non sia venuto a conoscere ciò per una rivelazione speciale): sia anatema.
17. Se qualcuno afferma che la grazia della giustificazione viene concessa solo ai predestinati alla vita, e che tutti gli altri sono bensì chiamati, ma non ricevono la Grazia, in quanto predestinati al male per divino volere: sia anatema.
18. Se qualcuno dice che anche per l’uomo giustificato e costituito in grazia i comandamenti di Dio sono impossibili ad osservarsi, sia anatema.
19. Chi afferma che nel Vangelo non si comanda altro, fuorché la fede, che le altre cose sono indifferenti, né comandate, né proibite, ma libere; o che i dieci comandamenti non hanno nulla a che vedere coi cristiani: sia anatema.
20. Se qualcuno afferma che l’uomo giustificato e perfetto quanto si voglia non è tenuto ad osservare i comandamenti di Dio e della chiesa, ma solo a credere, come se il Vangelo non fosse altro che una semplice e assoluta promessa della vita eterna, non condizionata all’osservanza dei comandamenti: sia anatema.
21. Se qualcuno afferma che Gesù Cristo è stato dato agli uomini da Dio come redentore, in cui confidare e non anche come legislatore, cui obbedire: sia anatema.
22. Se qualcuno afferma che l’uomo giustificato può perseverare nella giustizia ricevuta senza uno speciale aiuto di Dio, o non lo può nemmeno con esso: sia anatema.
23. Se qualcuno afferma che l’uomo, una volta giustificato, non può più peccare, né perdere la grazia, e che quindi chi cade e pecca, in realtà non mai è stato giustificato; o, al contrario, che si può per tutta la vita evitare ogni peccato, anche veniale, senza uno speciale privilegio di Dio, come la chiesa ritiene della beata Vergine: sia anatema.
24. Se qualcuno afferma che la giustizia ricevuta non viene conservata ed anche aumentata dinanzi a Dio con le opere buone, ma che queste sono solo frutto e segno della giustificazione conseguita, e non anche causa del suo aumento: sia anatema.
25. Se qualcuno afferma che in ogni opera buona il giusto pecca almeno venialmente, o (cosa ancor più intollerabile) mortalmente, e quindi merita le pene eterne, e che non viene condannato solo perché Dio non gli imputa a dannazione quelle opere: sia anatema.
26. Se qualcuno afferma che i giusti non devono aspettare e sperare da Dio - per la sua misericordia e per tutti i meriti di Gesù Cristo - l’eterna ricompensa in premio delle buone opere che essi hanno compiuto in Dio (161), qualora, agendo bene ed osservando i divini comandamenti, abbiano perseverato fino alla fine: sia anatema.
27. Se qualcuno afferma che non vi è peccato mortale, se non quello della mancanza di fede, o che la grazia, una volta ricevuta, non può esser perduta con nessun altro peccato, per quanto grave ed enorme, salvo quello della mancanza di fede: sia anatema.
28. Se qualcuno afferma che, perduta la grazia col peccato, si perde sempre insieme anche la fede, o che la fede che rimane non è vera fede, in quanto non è viva (162), o che colui che ha la fede senza la carità, non è cristiano: sia anatema.
29. Se qualcuno afferma che chi dopo il battesimo è caduto nel peccato non può risorgere con la grazia di Dio; o che può recuperare la grazia perduta, ma per la sola fede, senza il sacramento della penitenza, come la santa chiesa romana e universale, istruita da Cristo signore e dai suoi apostoli, ha finora creduto, osservato e insegnato: sia anatema.
30. Se qualcuno afferma che, dopo aver ricevuto la grazia della giustificazione, a qualsiasi peccatore pentito viene rimessa la colpa e cancellato il debito della pena eterna in modo tale che non gli rimanga alcun debito di pena temporale da scontare sia in questo mondo sia nel futuro in purgatorio, prima che possa essergli aperto l’ingresso al regno dei cieli: sia anatema.
31. Se qualcuno afferma che colui che è giustificato pecca, quando opera bene in vista della eterna ricompensa: sia anatema.
32. Se qualcuno afferma che le opere buone dell’uomo giustificato sono doni di Dio, così da non essere anche meriti di colui che è giustificato, o che questi con le buone opere da lui compiute per la grazia di Dio e i meriti di Gesù Cristo (di cui è membro vivo), non merita realmente un aumento di grazia, la vita eterna e il conseguimento della stessa vita eterna (posto che muoia in grazia) ed anche l’aumento della gloria: sia anatema.
33. Se qualcuno afferma che con questa dottrina cattolica della giustificazione, espressa dal santo sinodo col presente decreto, si riduce in qualche modo la gloria di Dio o i meriti di Gesù Cristo nostro signore, e non piuttosto si manifesta la verità della nostra fede e infine la gloria di Dio e di Gesù Cristo: sia anatema.
Ed ecco che i Neocatecumenali sono in stato di ANATEMA, forse al pari di chi li ha protetti e incoraggiati in questi anni scandalosi, dal Concilio Vaticano II sino ad oggi
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Già, ma chi è sotto anatema e continua ad esserlo e non modifica atteggiamento diventa eretico! E aggiungo che chiunque sacerdote o vescovo o cardinale enuncia le frasi sotto anatema CHE NON SONO MAI STATE ANNULLATE, NEMMENO DAL CONCILIO VAT.II, o comunque avvalora con atteggiamenti tali idee, E' in anatema, cioè in grave errore! E, se non modifica la/le sua idea diventa eretico, non è un pastore, si pone fuori dalla Chiesa e non deve essere obbedito.La obbedienza di cui parlano i santi è obbedienza al pastore che, sia pur sbagliando in campo umano, non enuncia principi contrari alla Fede, perchè in tal caso non sarebbe più pastore e non gli si dovrebbe più obbedire.Come faranno i neocatecumenali che leggono qui, ripieni della loro tipica, quotidiana santa umiltà, copierò questo elenco che non ho per ripassarlo ogni tanto e ricordarmi gli insegnamenti del Catechismo.Grazie.
RispondiEliminaIl cammino neocatecumenale mi ha fatto conoscere un Dio Padre che mio malgrado ignoravo e i cui richiami ed insegnamenti mostrano il suo immenso amore.
RispondiEliminaIl cammino si basa sul riconoscere in totale la propria condizione di peccato e sulla conoscenza approfondita di cosa vuol dire essere cristiano.
Di conseguenza, man mano che si affrontano le varie tappe, si ha la piena libertà di seguire o meno gli insegnamenti di cristo.
Quindi il cammino neocatecumenale riprende il cammino di conversione cristiana che affrontavano i primi cristiani per di arrivare consapevoli al battesimo.
La proclamazione della parola, la preghiera, l'eucarestia, la confessione, i canti, la condivisione delle proprie esperienze sono grazie che si sperimentano con gioia e gratuitamente.
La conversione, l'accettazione della croce, la missione verso i fratelli lontani, l'evangelizzazione, la consacrazione sacerdotale, l'apertura alla vita, il perdono ai nemici, sono solo alcuni dei risultati di questo cammino.
Il cammino è conoscenza, consapevolezza, conversione, perdono, sacrificio; in una sola parola: grazia di Dio.
Chi non lo accetta o non lo comprende o ignora completamente il vero senso o non accetta che solo attraverso la ''morte'' si può risorgere a vita eterna.
Pace a tutti e che la benedizione di Dio ci accompagni per l'eternità.
rign..antonio siccome io sono anni che vado in cammino a crotone ..ora mi sn sposata e vivo a catanzaro.volevo far parte del vostro cammino .....
RispondiEliminaCara katia,scusa se rispondo solo ora.... questa è la mia e-mail: mrdesigner@hotmail.it
RispondiEliminaspero ti sia utile per contattarmi. In ogni caso in questo periodo si stanno formando le nuove comunità su Catanzaro; le catechesi iniziali sono: lunedì e giovedì ore 20.00 Basilica Immacolata - lunedì e venerdì ore 20.00 Chiesa sacro Cuore di Catanzaro Lido. Per qualsiasi informazione o indicazione sono a tua completa disposizione. Contattami tramite e_mail o al 3478238938. Grazie e pace di vero cuore
Ciao carissimi, ma che cammino è quello di Adamo? Che ha scoperto Kiko più di noi? Chi ha scritto la Bibbia... e il Vangelo? Siamo sicuri? Tante domande? O abbiamo solo bisogno di certezze altrui perchè da soli non ce la facciamo più? Siamo deboli e attaccati a questo mondo materiale, che noi abbiamo scelto e di questo noi impareremo, oggi e sempre. Qualcuno sceglie di amare gli altri o se stesso. Del resto anche Gesù Cristo a scelto di amare gli altri. Camminate e camminate vi ritrovate punto e a capo in un circolo vizioso temporale finchè non capite il succo del Vangelo: Il comandamento principale di amare il prossimo come noi stessi e dio con tutto quello che abbiamo. In sintesi, noi gli altri e il nostro dio sono tre parole identiche. Capite questo e forse capite il vero Cammino di Cristo... no quello di Kiko. Non analizzate il mondo e non lo scindete, unificatelo
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