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martedì 27 luglio 2010

QUALE IL PADRE, TALE IL FIGLIO....

Cosi' parlava il corrotto e corruttore Lutero:
 
Lutero, per sfuggire alla voce della sua coscienza e soffocare in lui la continua angoscia, abbia ripreso la tesi - falsamente attribuita a Sant'Agostino! - sulla "giustificazione" mediante la sola Fede, senza le opere, grazie al sacrificio del Cristo che ha portato su di Sé i peccati degli uomini. Leggiamo, qui, il testo di Lutero (un po' contorto): "Bisogna guardare il Cristo quando tu vedrai che i tuoi peccati ti si sono attaccati; tu, allora, sarai come al sicuro di fronte ai peccati, alla morte e all'inferno. Tu devi dire, allora: i miei peccati non sono miei, perché essi non sono in me, ma sono in un altro, cioè nel Cristo, per cui non possono nuocermi. Ci vuole uno sforzo estremo, infatti, per poter afferrare queste cose attraverso la Fede e crederle fino al punto di dire: io ho peccato e io non ho peccato, affinché sia vinta la coscienza, questa dominatrice potentissima che spesso ha trascinato gli uomini alla disperazione, al coltello o alla corda» (5)... «Si conosce l'esempio di un uomo che, tormentato nella sua coscienza diceva: io non ho peccato! In realtà, la coscienza non può essere tranquilla se non quando i peccati sono allontanati dal suo sguardo. Bisogna, quindi, che essi siano allontanati dal tuo sguardo, in modo tale che tu abbia a guardare non quello che tu hai fatto, non la tua vita, non la tua coscienza, ma il Cristo

 

Ed ecco come parla il degno figlio di Lutero, parla come lui:


E quando Kiko descrive, nelle sue catechesi aberranti, lo stato dell‟uomo con queste parole: “Non serve a nulla dire alla gente che si deve amare. Nessuno può amare l‟altro … chi può perdere la vita per il nemico … E‟ assurdo. “E chi ha colpa di questo? Nessuno. Per questo non servono i discorsi. Non serve dire sacrificatevi, vogliatevi bene, amatevi. E se E quando Kiko descrive, nelle sue catechesi aberranti, lo stato dell‟uomo con queste parole: “Non serve a nulla dire alla gente che si deve amare. Nessuno può amare l‟altro … chi può perdere la vita per il nemico … E‟ assurdo. “E chi ha colpa di questo? Nessuno. Per questo non servono i discorsi. Non serve dire sacrificatevi, vogliatevi bene, amatevi. E se qualcuno ci prova si convertirà nel più gran fariseo, perché farà tutto per la sua perfezione personale” (OR, p. 136). “Uno guarda se stesso e si rende conto di essere un comodo cui costa perfino andare in chiesa la domenica e che è triste di non essere capace di cambiare. Al massimo cercherà di fare qualcosina per guadagnarsi il cielo nell‟altra vita con qualche opera buona. Non può fare di più perché è profondamente tarato. E‟ carnale. Non può fare a meno di rubare, di litigare, d‟essere geloso, di invidiare, ecc. Non può fare altrimenti e non ne ha colpa” (OR, p. 138).

“Lo Spirito che Gesù invierà non è affatto uno Spirito di buone opere e di fedeltà al Cristo morto” (Or, p.151). “L‟uomo che pecca vive nella morte. Ma non perché lui sia cattivo, perché vuol fare del male. Perché questo è religiosità naturale, che crede che la vita è una prova, che tu puoi peccare oppure no. No, no, l‟uomo pecca perché non può fare altro, perché è schiavo del peccato” (1°SCR, p. 93). “Quando un uomo è stato gestato passo a passo e gli è stato dato lo Spirito Santo… peccare…, odiare…, assassinare, è difficilissimo. Dice la teologia antica che per poter fare questo bisognava commettere prima molti peccati, perché se realmente dentro di te c‟è lo Spirito di Dio, come potrai desiderare di fare del male, peccare?… Per questo dice: che nessuno si inganni: quello che pecca è il demonio. Quindi, se qualcuno pecca è perché il demonio è in lui” (SH, p. 14). In realtà descrive se stesso, gettando nelle ortiche il Battesimo che lui ha ricevuto da piccolo e quello che è più grave è che, da traviato come è, gli è stato permesso di diventare anche traviatore di una moltitudine di gente, propinando a tutti che lui come grande profeta ci farà riscoprire il Sacramento del Battesimo, in obbedienza, secondo lui, al Concilio Vaticano II, e a nome del Papa, come sempre dichiara .

Come sono AMOREVOLMANTE CONCORDI....

1 commento:

  1. Direi che gli argomenti e le citazioni sono adattissime a dimostrare le basi di cartapesta del Novus Ordo Missae.Se il papa attuale non si ostinasse a cercare disperatamente la conciliazione tra le aberrazioni conciliari e la tradizione secolare della Chiesa, fileremmo tutti più diritti e meglio, con chiarezza di idee. Purtroppo il suo tentativo di non screditare i precedenti papi risulta deleterio per la Chiesa tutta.Non si può supporre che Paolo VI fosse massone e d'accordo con la massoneria altrimenti non avrebbe detto, alla fine del pontificato che satana era entrato nella chiesa.Era il suo grido angosciato che valeva anche come "mea culpa" per gli errori compiuti, ma sarebbe ora che siano tirate meglio le fila della situazione, al di là di avere "permesso"ancora di attuare la Messa antica.

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